La Storia, quella con la “s” maiuscola scrive il suo nome, annoverandolo tra i più grandi di sempre. Lui, però, alla Storia affermava di non pensarci. Stiamo parlando di Armin Zoeggeler, bronzo olimpico a Sochi 2014 nello slittino individuale, stessa medaglia delle Olimpiadi di Lillehammer, e poi argento a Nagano, oro a Salt Lake City e Torino, bronzo a Vancouver. Mai nessuno come lui: sei medaglie olimpiche. Sarà difficile anche solo eguagliarlo; al momento, soltanto l’azzurra Valentina Vezzali potrebbe farlo se salisse sul podio olimpico di Rio 2014. Armin Zoeggeler ha compiuto quattro discese perfette nonostante le sue “paure” per la pista alquanto complessa con saliscendi da montagne russe, è proprio il caso di dirlo. Una discesa perfetta con il suo slittino, insieme ai più grandi del mondo: il tedesco Loch, oro bis dopo quello di Vancouver, ed il padrone di casa, il russo quarantaduenne Demchenko, argento.
L’età, a quanto pare, non è un freno in questa disciplina considerando che lo stesso Zoeggeler ha compiuto i fatidici “anta” e festeggiato i vent’anni di attività sportiva. Se non la carta d’identità, in questo sport la concentrazione assoluta è tutto: la pista non la si vede, la si immagina. Le curve si ripassano nella propria mente, lo strapiombo di fronte è un baratro cui è meglio non pensare. La forza mentale è l’unica possibilità, così come l’assoluta freddezza: Zoeggeler è tutto questo e, a quarant’anni, non ha mollato di un millesimo, combattendo con tutte le sue forze per quel podio.
La Storia, invece, non era in cima ai suoi pensieri: è arrivata dopo, di conseguenza. Armin Zoeggeler l’ha accolta con gioia e soddisfazione ma con l’aplomb di chi ne ha combattute tante, di chi ha trascorso gran parte della sua vita dedicandola alla passione, quella sì con la lettera maiuscola. La Storia è arrivata sotto forma di cronaca, di celebrazioni e titoli in evidenza: per farsi conoscere, in questo sport, è necessario far qualcosa di molto grande. Armin Zoeggeler ce l’ha fatta, i posteri conosceranno il suo nome e la sua impresa. Lui, per, ora, festeggia con un sigaro pensando al proprio futuro: la gara a squadre e, poi, finite le Olimpiadi una meritata vacanza. Il resto si vedrà: continuare a gareggiare o chiudere da trionfatore? Ci sarà tempo per pensarci.