E’ una vittoria importantissima. Zenit-Milan termina 3-2 in favore della squadra di Allegri. Per i rossoneri in rete Emanuelson ed El Shaarawy nel primo tempo, è stato poi un autogol di Hubocan a regalare i tre punti ad Abbiati e compagni. Citiamo il portiere-capitano non a caso. Se il Milan ha vinto, il 90% del merito va attribuito esclusivamente a San Abbiati. Bravissimo nel corso dei primi 45′ minuti, strepitoso nel finale, dove salva il risultato con un intervento che ha del miracoloso. Spalletti sprofonda nell’inverno russo. Hulk e Witsel sono fuoriclasse, ma il loro inserimento nello Zenit si sta rivelando più lento del previsto. Due le sconfitte consecutive in Champions League per la squadra che a Montecarlo era considerata la favorita del Girone. Ora Spalletti rischia una clamorosa eliminazione.
CINISMO– Quello che è mancato al Milan nelle prime 6 giornate di campionato lo ritroviamo come per incanto nella prima mezzora del match di stasera. Gioco, gol, concretezza, personalità, fortuna. E’ il tredicesimo minuto quando Emanuelson batte Malaafev su punizione grazie alla decisiva deviazione della barriera. Passano tre minuti ed il Faraone imbuca il suo quinto centro consecutivo stagionale, il primo in carriera nelle competizioni europee. Il Milan è avanti 2-0 sul campo dello Zenit dopo appena sedici minuti. Allegri gongola.
LA MOSSA – Vedendo la sua squadra in grandissima difficoltà, specialmente sulla fascia destra, Spalletti cambia modulo. Lo Zenit si trasforma col 4-4-2. Hulk in attacco, sul versante sinistro, quello dove nasce il gioco rossonero dettato da Montolivo. Gli attacchi di El Shaarawy non fanno più paura. Ora è il Milan ad averla. Abate e Zapata vanno in tilt al cospetto del colosso verdeoro. Soltanto un Abbiati straordinario evita che lo Zenit rientri in partita. Fino a trenta secondi dal termine del primo tempo, quando Hulk trafigge di sinistro l’estremo difensore rossonero. Il gol del brasiliano stravolge gli schemi psicologici del match, che ad inizio ripresa torna completamente in mano dello Zenit. Shirokov firma il pareggio quando l’orologio dell’arbitro aveva percorso soltanto due giri. Sesto gol subito dal Milan sui calci piazzati quest’anno. Stavolta è Montolivo a dimenticarsi il suo uomo.
PERSONALITÀ – I rossoneri vedono i fantasmi, forse anche le streghe. Ma la valanga russa si esaurisce difronte alla diga umana che risponde al nome di Christian Abbiati. Il coro “Santo subito” torna prepotentemente di moda in un giorno che sa di rivoluzione a tinte rossonere. Il Milan si ricorda forse di essere la squadra che ad oggi in Italia può vantare maggiore blasone in campo europeo, e torna a giocare alto, con personalità, in un campo che nel frattempo si è trasformato in bolgia. E allora diventa tutto più semplice, tutto più reale. Gol, anzi autogol, ma tant’è. La sostanza dice 3-2 per il Milan. La classifica dice 4 punti e primo posto provvisorio nel girone in attesa di conoscere il risultato di questa sera del Malaga. La classifica dice anche 4 punti di vantaggio rispetto allo Zenit, fermo a quota zero punti.
Pagelle Zenit-Milan
Abbiati 10: non ci sono parole per descrivere una simile prestazione del portiere rossonero. Immenso, prodigioso, mistico, Santo subito.
De Jong 7: cresce l’olandese. Gioca insieme ad un centrocampista di qualità come Montolivo e le sue prestazioni crescono in maniera esponenziale.
El Shaarawy 8: ma che gol ha fatto il Faraone? Sì, è lui il fuoriclasse del Milan. A sinistra fa quello che vuole. Corre, dribbla, segna. Fenomeno.
Bojan 6,5: con Bojan falso nueve il Milan è più imprevedibile, più tecnico, più bilanciato. Boateng può fare il suo gioco, El Shaarawy ha un alleato in più al momento dell’assist. Un Bojan per tutti.
Video Zenit-Milan
[jwplayer config=”60s” mediaid=”155671″]