Torna a tuonare contro il calcio italiano Znedek Zeman dai microfoni di La 7 e questa volta oltre a prender di mira il “nemico” di sempre Luciano Moggi trova il modo di operare anche il tecnico dell’Inter Jose Mourinho.
Le critiche al portoghese seguono le dichiarazioni iniziali dello Special One che promise al suo arrivo iniziale un gioco spumeggiante e offensivo basato sul tridente, modulo mai sfruttato di fatto tiene a precisare il boemo.
“Per fare un modulo occorre avere i giocatori adatti Mourinho non li aveva e quando ha potuto decidere li ha scelti male. Come si è visto l’anno scorso, si è continuato a sfruttare Ibrahimovic, e quest’anno a sfruttare i singoli mentre io penso che il calcio sia un gioco di squadra. Lo scudetto? Di questo passo l’Inter ne vincerà dieci.”– continua Zeman “è difficile trovar in Italia una squadra che mi piace anche se Udinese, Genoa e Fiorentina quantomeno ci provano”.
E su Moggi continua a ribadire la sua influenza nel mondo del calcio e sulle dichiarazioni che generarono una polemica la scorsa settimana tiene a precisare “Non ho fatto dichiarazioni, ho solo risposto a delle domande del pm sulle cose delle quali sono a conoscenza l’ostilità di Moggi è stata decisiva per la mia carriera. Tutto è nato nel ’98, quando dissi che del calcio di allora non mi piacevano i farmaci. Calcio più pulito? Andate a vedere cosa si dice in giro. Dovrebbe essere pulito. Ma se si è parlato tanto di sistema vuol dire che in tanti erano coinvolti. E chi ha partecipato prima secondo me c’è ancora”.
RINGRAZIA IL GRANDE PEPPINO PAVONE
LA CARRIERA DI ZEMAN
1981-1983 Palermo
Giovanili
1983-1986 Licata
1986-1987 Foggia
Esonerato 27°giornata
1987-1988 Parma
Esonerato
1988-1989 Messina
1989-1994 Foggia
1994-1997 Lazio
Esonerato
1997-1999 Roma
Esonerato
1999-2000 Fenerbahçe
Esonerato
2000 Napoli
Esonerato
2001-2003 Salernitana
Esonerato
2003-2004 Avellino
Esonerato
2004-2005 Lecce
2006 Brescia
Esonerato
2006 Lecce
Esonerato
2008 Stella Rossa
Esonerato
Palmarès
Zero tituli
Le esperienze romane
In poco tempo, quello che sembrava solo un integralista del calcio perché “fedelissimo” del 4-3-3 e del gioco offensivo e spumeggiante, diventa l’allenatore del momento: pare che anche il Real Madrid gli abbia fatto un’offerta per averlo, ma alla fine Zeman decide di approdare alla Lazio. Con i biancoazzurri ottiene un secondo e un terzo posto, per poi essere esonerato il 27 gennaio 1997 in seguito a prestazioni deludenti. Ma Zeman non rimane disoccupato a lungo: rifiutata una proposta dal Barcellona il presidente Franco Sensi gli offre, per la stagione successiva, la panchina della Roma e Zeman accetta volentieri di prendere per mano una squadra che durante la stagione precedente era arrivata a stento tredicesima in Serie A, salvandosi solo alla quartultima giornata battendo l’Atalanta. La rosa è di buona qualità (nella Roma giocano campioni di riferimento come Aldair, Cafù e Abel Balbo, oltre ai promettenti Damiano Tommasi e Francesco Totti affiancati da giocatori solidi come Luigi Di Biagio, Marco Delvecchio, Paulo Sergio e Eusebio Di Francesco), e i risultati della cura zemaniana per la ricostruzione della squadra si vedono: la stagione della Roma è caratterizzata da un gioco incisivo seppur incostante, che le permette di ottenere un ottimo quarto posto, senza però riuscir mai a tener testa a Juventus, Inter e Udinese. Nel Campionato 1998-99, ancora alla Roma, Zeman giunge quinto e non viene confermato per la stagione successiva e viene sostituito da Fabio Capello.
Dalla Turchia alla Campania [modifica]
Dopo l’esperienza negativa con il Fenerbahçe di soli 3 mesi (1999), in cui conquista appena una vittoria, ritorna in Italia per allenare il Napoli appena promosso in serie A. Come sempre, Zeman non rinuncia al suo credo calcistico fondato sulla zona, sul pressing e sull’esasperazione del fuorigioco. I risultati sono deludenti: un solo punto conquistato in 8 partite. Emblematica la prima giornata: al San Paolo viene in visita la Juventus che vincerà, ribaltando il risultato, con un tiro a giro di Del Piero. Zeman torna in B sempre in Campania, prima con la Salernitana (un sesto posto e un esonero) e poi con l’Avellino (col quale sarà penultimo) e dove ritroverà il presidente Casillo e il direttore sportivo Peppino Pavone.
Nella stagione 2003/2004 Zeman guida l’Avellino, in Serie B, lanciando l’attaccante bielorusso Vitali Kutuzov. La squadra, però, retrocede in serie C1 e il boemo lascia la panchina campana.
Parentesi bresciana e ritorno in Salento [modifica]
Il 5 marzo 2006 Zeman assume la guida tecnica del Brescia, squadra di serie B, dichiarando di voler vincere le restanti 11 partite per portare la squadra a giocare i play-off per la promozione in serie A. Il boemo è chiamato a sostituire Rolando Maran, esonerato sorprendentemente dal presidente Corioni malgrado fosse reduce da una vittoria per 3-0 e nonostante la squadra si trovasse al 5° posto in classifica.
Il 21 giugno 2006 il Lecce ufficializza l’ingaggio di Zeman, che ritorna così sulla panchina dei giallorossi dopo un anno. Su indicazione di Zeman vengono acquisitati il difensore slovacco Martin Petras l’attaccante argentino Pablo Daniel Osvaldo e il centrocampista brasiliano Juliano per rinforzare la squadra, indebolita da partenze importanti come quella di Mirko Vučinić. Arriva anche il centrocampista ceco Ondrej Herzan. Sebbene inizi molto bene il campionato di Serie B 2006-2007, il Lecce di Zeman accusa quasi subito un grave e prolungato momento di crisi, in cui si registrano molte sconfitte. Dopo aver chiuso l’anno solare nella seconda metà della classifica e dopo 10 sconfitte in 18 partite di campionato la dirigenza salentina decide di esonerare il tecnico boemo alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 2006, mentre si trova in vacanza a Praga. Al suo posto è ingaggiato Giuseppe Papadopulo, il quale conduce la squadra salentina ad una tranquilla salvezza.
Stella Rossa: l’ennesimo esonero [modifica]
Il 17 giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa, subentrando ad Aleksandar Jankovic. Nell’ultimo turno della Coppa Intertoto la Stella Rossa ha in sorte i ciprioti dell’Apoel Nicosia, superando i quali centrerebbe l’accesso alla Coppa UEFA. All’andata, a Nicosia, la Stella Rossa pareggia per 2-2, risultato deludente. Al ritorno, in svantaggio per 0-2 al 70° minuto, la Stella Rossa rimonta fino a guadagnare i tempi supplementari. Qui ottiene un rigore con cui si porta sul 3-2 e anche la superiorità numerica per l’espulsione di un giocatore cipriota. Ciononostante l’Apoel Nicosia riesce a segnare il gol decisivo per la propria qualificazione al 118° minuto. In campionato le cose non vanno meglio: dopo 3 giornate, la Stella Rossa, l’anno prima seconda e imbattuta, ottiene un solo punto senza segnare. La dirigenza decide quindi per l’allontanamento anticipato di Zeman dalla panchina il 7 settembre 2008[2].Nella stagione 2009/2010 nonostante le sue indiscusse capacità manageriali risulta ancora senza una panchina. [3]
Parma 1987/1988
TANTE PARTENZE E SQUADRA RIVOLUZIONATA, AVVIO DISASTROSO
L’ALLENATORE ZEMAN SALTA DOPO SETTE PARTITE, ARRIVA VITALI.