Webber in crisi, la Red Bull lo boicotta?

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La qualifica del Gran Premio della Cina ha ancora una volta evidenziato il doppio potenziale della Red Bull. Se da una parte troviamo un Sebastian Vettel raggiante (ma non troppo), fresco di terza pole consecutiva in altrettante qualifiche disputate in questa stagione, l ‘altra parte del box mostra un Mark Webber visibilmente deluso a causa degli scarsi risultati ottenuti non solo nella qualifica odierna terminata nella Q1 con il 18esimo tempo, davanti soltanto alle Lotus, le Virgin e le HRT, team che lottano per rientrare nel 107% per prendere parte almeno alla gara, ma nel complessivo di queste prime tre gare iniziali.

L’australiano è stato tradito dal team, che ha scelto di mandarlo in pista nel suo secondo run in Q1 con gomme dure, mentre gli avversari, scendendo in pista con gomme morbide, realizzavano tempi migliori relegandolo nelle ultime posizioni. A dire il vero questa non dovrebbe essere una scusante, poichè il potenziale della RB7 è tale da permettere di essere veloci, o almeno più veloci di team minori, sia con gomme dure che con gomme morbide. Si è vero, una giornata storta può capitare a chiunque, ma quello che fa pensare è che in questa stagione, e siamo soltanto alla terza gara, a Webber è capitato troppo spesso, sia in gara che in qualifica. Al contrario di quanto accade al compagno Vettel, perfetto in qualsiasi condizione, con gomme morbide o dure che siano, magistrale nel gestire la sua vettura. Nelle sue mani la Red Bull appare perfetta, mentre quella dell’australiano sembra essere nervosa e poco veloce. Il gesto di stizza nel suo box, dopo aver effettuato le verifiche di rito alla vettura, indica che il rapporto con il team ormai si sia danneggiato irreparabilmente. Non è un mistero infatti, che Chris Horner voglia affiancare al campione del mondo tedesco un pilota più giovane, e in questo senso nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di Rosberg e addirittura quello di Lewis Hamilton, autocandidatosi al volante di un’auto vincente. Insomma tra la Red Bull e Mark Webber stavolta tira proprio aria di addio.

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