L’operazione era nell’aria da giorni, ma solo oggi è stata ufficializzata da un comunicato apparso sul portale rossonero:
“L’ A.C. MILAN comunica di aver acquisito, dal Genoa Cfc, con la formula del prestito con diritto di riscatto dell’intera proprietà, le prestazioni del calciatore Kevin Prince Boateng“
Il ghanese nato in Germania ha militato la scorsa stagione nel Porthsmouth impreziosendo le sue 27 presenze con ben 5 marcature. Grande impressione hanno destato le sue prove offerte nella recente rassegna mondiale dove ha trascinato il suo Ghana segnando, tra l’altro, un gol contro gli Stati Uniti. Genoa e Lazio si sono dunque fiondate sul ventitreenne, e a spuntarla è stato il grifone di Preziosi che in ossequio alla “Santa Alleanza” stabilita con Galliani lo ha girato al Milan. In una recente intervista Preziosi ha inoltre dichiarato che preferirebbe che Boateng non giocasse mai con la maglia del Genoa, così da intascare una cospicua plusvalenza.
Il super tatuato africano rispecchia in pieno il canone di mezz’ala che il tecnico Allegri aveva richiesto alla dirigenza rossonera. Infatti, le sue grandi doti di dinamismo, combinate alla grinta e i polmoni utili nel pressing, ne fanno un tutto-fare di centrocampo, capace sia di coprire sia di andare a segno mediante gli inserimenti. Gli unici difetti da levigare sono la disciplina e l’immaturità tattica, entrambi frutto della frenesia che lo caratterizza fuori e dentro il campo.
Classico prototipo di genio e sregolatezza, Kevin-Prince Boateng, in una mattinata tedesca di 6 anni or sono, durante la finale Allievi Nazionali tra Borussia Dortmund ed Herta Berlino, mise a segno tre gol e ne sfiorò altri due. Nella sua seconda patria erano convinti: è nata una nuova stella. Le apparizioni in prima squadra, ornate da esaltanti performance, confermarono quanto di buono era stato vaticinato dagli addetti ai lavori. Fuori dal campo non si può però dire altrettanto: nato in un sobborgo di Berlino riceve varie denunce per le sue bravate notturne. Decide dunque di emigrare in Inghilterra, per poi tornare in prestito al Dortumund dove in 10 presenze rimedia tre cartellini rossi. In Germania viene deprecata la sua condotta, e dunque, a differenza del fratello che gioca nella nazionale tedesca, lui decide di vestire la casacca del Ghana congedandosi dalla nazione natia con le seguenti parole: “Si pentiranno per come mi hanno trattato”. L’anno dopo, nella finale di FA Cup contro il Chelsea, con un’entrata pregiudica la partecipazione al mondiale di Ballack, che, guarda caso, avrebbe dovuto indossare la fascia da capitano nella nazionale tedesca.
Definito l’approdo del ghanese, in casa Milan si lavora già per il prossimo colpo. In pochi ci hanno fatto caso ma il budget milanista è rimasto ancora intatto. L’ultima indiscrezione proviene dalla Spagna e riguarda il solito Zlatan Ibrahimovic. La stampa iberica scrive di una seconda richiesta di Allegri alla dirigenza al fine di potenziare il parco attaccanti (ci si chiede come facciano a saperlo loro in Spagna, mentre nel Bel Paese ne eravamo allo scuro). L’onniscenza spagnola riprende le dichiarazioni del patron Berlusconi alla cena con gli sponsor dove promise il grande colpo. Inoltre, a cagione e in concomitanza dell’eccedenza numerica di attaccanti nel Barca, potrebbero crearsi le condizioni per il passaggio di Ibra in rossonero. Dalla Catalogna fanno sapere che si accollerebbero volentieri il 60% dell’ingaggio dello svedese pur di liberarsene. La trattativa potrebbe prendere piede in occasione del trofeo Gumper, che vedrà sfidarsi Milan e Barca. Il tempo dirà se si tratta della solita bufala spagnola, come disse Raiola: “Io i giornali spagnoli li uso per pulire i vetri”. Intanto, prendiamo atto dell’insofferenza di Helena, lady Ibra, che proprio non ne può più del mare, il sole e il clima di Barcellona. Poveretta, ti comprendiamo. A parte le battute, il caso Sheva dimostrò già una volta che, non sempre, in casa sono gli uomini a portare i pantaloni. Buon per il Milan. Si sa, non c’è soddisfazione più grande che andare a letto con la moglie del nemico e fregiarsi di Ibra nel prossimo derby potrebbe suscitare la medesima sensazione.