Attaccante con il gol nel sangue, 50 reti segnate nella massima serie di calcio femminile italiano, giovane bomber, classe 94, che con i suoi gol vuole provare a portare il Mozzanica sempre più in alto in classifica, stiamo parlando di Valentina Giacinti.
Nata a Bergamo il 2 gennaio del 1994, Valentina cresce nelle giovanili dell’Atalanta, squadra con la quale esordisce in Serie A ancora sedicenne. Dopo 3 stagioni con le nerazzurre passa al Napoli, maglia con la quale disputa solo la stagione 2012/2013. A giugno del 2013 prova l’avventura statunitense, in prestito, con il Seattle dove conquista il campionato di Washington e la Evergreen Cup. A metà luglio dello stesso anno viene annunciato il suo trasferimento al Mozzanica, sua attuale squadra.
Conosciamo meglio Giacinti, cercando di capire come si è avvicinata al calcio e quali sono i suoi obiettivi personali e di squadra.
Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?
Il merito è stato di mio padre, che anche lui giocava a calcio, insomma è una passione di famiglia. Oltre a questo mi sono appassionata vedendo le partite della Juventus, squadra per cui tifo, in tv. Tra l’altro ho sempre amato giocare a calcio, addirittura da piccola quando mi regalavano una bambola le toglievo la testa per usarla come palla.
Hai un idolo, un calciatore a cui ti ispiri?
Ce ne sono tanti, mi piace molto German Denis, ma anche Tevez, Ronaldo, Alvaro Morata e anche Claudio Marchisio, che non è attaccante come me, ma che ho anche avuto il piacere di conoscere.
Se tu potessi scegliere una calciatrice di un campionato straniero con cui ti piacerebbe giocare, chi sceglieresti?
Mi piace molto l’attaccante del Brasile Marta.
Veniamo al tuo ruolo, tu sei un’attaccante che ha grande capacità di trovare il gol, dove ti trovi meglio, al centro dell’attacco o come punta esterna di un potenziale tridente offensivo?
Mi trovo meglio come prima punta. Ho giocato anche da attaccante esterno ma giocando in quel ruolo facevo fatica e mancavo di lucidità sotto porta. Giocando al centro dell’attacco riesco anche a segnare più gol.
Qual è il tuo punto di forza e dove invece vorresti migliorare?
Come punto di forza direi la mia progressione ed il fatto che non voglio arrendermi mai. Vorrei migliorare invece nel modo di proteggere il pallone e far salire la squadra.
Tra le tante reti da te segnate, ce n’è una che ti ricordi con particolare piacere?
Direi la rete di testa segnata lo scorso anno contro il Verona in Coppa Italia.
Possiamo dire che sei un po’ la bestia nera del Verona, visto che giusto sabato scorso hai segnato il gol decisivo che è valso al Mozzanica il passaggio in semifinale di Coppa Italia proprio ai danni delle Scaligere?
Beh evidentemente sì, tra l’altro il Verona è anche una squadra che mi piace.
Qual è il tuo rapporto con la maglia azzurra?
Mi sono trovata sempre bene in nazionale. Anche quest’anno quando sono stata chiamata per la Cyprus Cup ho notato un gruppo unito.
Veniamo all’attualità, quest’anno con il Mozzanica siete partite molto forte, avete anche guidato il campionato per alcune giornate. C’è stata poi una flessione che vi ha fatto scendere mentre adesso pian piano siete tornate a far bene, qual è a questo punto l’obiettivo della tua squadra e quale il tuo personale?
Come obiettivo di squadra cercare di togliersi soddisfazioni con la Coppa Italia e cercare di raggiungere la zona Champions, impresa difficilissima ma non impossibile visto che in programma abbiamo ancora gli scontri diretti contro le prime due. Per quanto riguarda il mio obiettivo personale, voglio continuare a migliorare e cercare di portare il Mozzanica sempre più in alto.
Piccola curiosità, com’è la vita da calciatrice?
E’ una vita tranquilla, magari quando vai in giro per il paese ti riconoscono, ti fermano e ti chiedono come va, tutto però sempre nella massima tranquillità.
Prima di salutarti e ringraziarti, vogliamo chiederti secondo te perché i nostri lettori dovrebbero seguire ed appassionarsi al calcio femminile?
E’ un calcio pulito, sano fatto con passione. Sono certa che chi viene a vedere per la prima volta dal vivo una partita di calcio femminile poi il sabato successivo ritorna. E’ un calcio che sa essere più emozionante di quello maschile.