Un mondiale giocato fuori casa: Usa – Inghilterra

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Visto che non ho l’antenna analogica a casa, né il digitale terrestre né tantomeno ho comprato il pacchetto Sky Mondiali, ma mi hanno chiesto di commentare le partite, userò dei metodi empirici e balordi. Seguirò le partite nei bar, a casa di amici, alla radio, in streaming e anche a fumetti, se qualcuno le disegnasse in tempo reale. In più ho cominciato la mia carriera da scommettitore sulla quale vi terrò aggiornato. Non so quante partite commenterò, di sicuro quelle dell’Italia (quindi 3) più altre a casaccio senza alcun costrutto. Cominciamo.

USA – Inghilterra

L’Inghilterra aspetta da 44 anni di sollevare nuovamente la coppa. Gli Stati Uniti aspettano almeno da USA ’94 di capire che cos’è il calcio, e ancora non ci sono riusciti. Tra gli inventori del football e gli inventori del football americano corre una differenza abissale, molto più grande dell’Oceano che li separa. Ora non mi chiedete se è l’Atlantico o il Pacifico perché non me lo ricordo. Mi ricordo che c’è un Oceano.
Gli inglesi scendono in campo già con la vittoria in tasca. Gli Stati Uniti scendono in campo, e basta. Alla fine capiremo che la tasca degli Inglesi era bucata. Io intanto la partita la seguo a casa alternativamente in  streaming su Rai.tv e alla radio con la Gialappa’s. Purtroppo le due cronache sono sfalsate di 2 minuti e mi provocano degli scompensi a livello emotivo e psichico, quindi dopo poco decido di seguire soltanto Rai.tv e capisco che i commentatori della Rai fanno molto più ridere dei Gialappi. Alla fine della partita avevo nostalgia di Pizzul, che è tutto dire.
Dopo 4 minuti segna Gerrard per la perfida Albione, e a questo punto potremmo anche andare a casa. Gli americani hanno quell’aria da “E che ci vuoi fare, già stiamo qua ed è un mezzo miracolo”. Considerando che uno dei giocatori statunitensi più forti è Cherundolo (si pronuncia Ciròndoulou) che credevo fosse uno dei sette nani, capiamo lo stato d’animo dei ‘mmericani.

Ma attenzione. Gli Inglesi hanno regalato al mondo moltissime cose: la macchina a vapore, i Beatles, Oscar Wilde, la chiave inglese, ma una cosa non sono mai riusciti a produrre: dei portieri degni di questo nome. Infatti al 40° del primo tempo un pallone innocuo come un Super Tele su una deserta spiaggia d’agosto diventa fatto di kryptonite e alla stratosferica velocità di 2 chilometri orari buca le mani al portiere Green. Pareggio, 1-1. La partita viene interrotta per 15 minuti per spiegare agli americani che hanno fatto gol. Non sono abituati.
Piccola parentesi sul portiere Green. Amico portiere biondino, anche se ti chiami Green, cioè verde, non c’è bisogno di vestirsi come un folletto dei boschi. Considerando che dall’altra parte c’è Cherundolo dei sette nani, penso che la Disney abbia già opzionato la partita per farne il prossimo film di Natale. Forse la scelta dell’estremo difensore britannico si spiega così: Green significa verde, il verde è il colore della Speranza, la speranza di Capello era quella di avere un portiere vero. Speranza vana.

La partita prosegue, l’Inghilterra continua a provarci, gli americani ancora non ci credono, fatto sta che il risultato rimane invariato fino alla fine. 1 a 1 ed ennesimo pareggio in questi mondiali. Per gli americani si tratta praticamente di una vittoria, visto che tra loro e l’Inghilterra a livello tecnico corre la differenza che c’è tra la squadra italiana e la squadra dei marines nella partita finale di football americano nel film Bulldozer con Bud Spencer.
In tutto questo io ho azzeccato il risultato finale. Avevo puntato 3 euro sulla X, la X era data a 4, morale della favola sto sopra di 12 euro. Si potrebbe pensare che sia un ottimo inizio e questo in parte è vero, ma vorrei chiudere con un aneddoto che mi inquieta. Qualche anno fa, in un tabacchi, decisi di fare il mio ingresso nel dorato mondo del Gratta e Vinci. Ne presi uno da 1 euro col quale vinsi 10 euro. Gioia, gaudio e tripudio tra la folla. Mi vedevo già ricco e famoso, sfruttando soltanto il mio innegabile culo e la mia maestria nel grattare. Quello fu però il mio picco massimo, da allora continuo in maniera inarrestabile ad acquistare tagliandi da 1, 2 e 3 euro, e la somma massima vinta in questi 5 anni di onorata carriera è di 7 euro. Una spirale discendente vorticosa e senza sosta. Per questo sono preoccupato, ho cominciato bene con le scommesse e già mi vedo ricco e famoso sfruttando solo il mio innegabile culo e la mia maestria nel prevedere i risultati, ma credo che l’unica cosa che ne ricaverò alla fine sarà di finire in mano agli usurai per debiti di gioco.

Alla prossima, non so quando e non so dove, ma da qualche parte ci sarò. Intanto, vado a comprare senza speranza un gratta e vinci.

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