
UFFICIALI 2 anni di Squalifica: scatta la protesta in campo - Ilpallonaro.com (Pixabay)
La giustizia sportiva, negli ultimi mesi, ha mostrato un volto sempre più inflessibile, colpendo con decisione chi supera i confini della correttezza, dal calcio professionistico fino alle categorie dilettantistiche.
In Serie A, si moltiplicano i provvedimenti disciplinari e i deferimenti che hanno messo sotto pressione anche club di vertice, ma è nel calcio internazionale e locale che il pugno di ferro ha fatto più rumore. In Francia, ad esempio, ha fatto discutere la squalifica di 9 mesi inflitta a Paulo Fonseca, tecnico del Lione, reo di aver avuto un acceso faccia a faccia con l’arbitro durante una gara di Ligue 1: un provvedimento durissimo che ha suscitato polemiche in tutta Europa. Ma non va meglio nei campionati italiani minori, dove si è arrivati a squalifiche record.
Emblematico il caso del portiere del Torriglia 1977, fermato fino al 31 marzo 2027 per aver protestato con veemenza contro il direttore di gara, che sostiene di essere stato spintonato. Ancora più eclatante è stato un altro episodio nei dilettanti, dove un calciatore è stato squalificato fino al 2029 dopo un’aggressione fisica all’arbitro. In un contesto in cui il rispetto dell’autorità arbitrale è giustamente centrale, ci si interroga però sulla proporzionalità delle sanzioni: la linea dura sta diventando prassi, ma non sempre tutti sono d’accordo sul fatto che coincida con vera giustizia.
Squalifica ingiusta, tutti fermi in campo
Nel calcio dilettantistico ligure è andata in scena una protesta silenziosa ma dal forte impatto simbolico, messo in atto proprio dal Torriglia. Le squadra, insieme ai ragazzi del Sant’Eusebio, militanti nel Girone D di Seconda Categoria genovese, hanno deciso di rimanere immobili in campo per circa tre minuti prima dell’inizio del loro match, come forma di dissenso contro le recenti decisioni arbitrali e disciplinari. Il gesto è stato una risposta diretta alla squalifica shock di due anni inflitta al portiere del Torriglia, Stefano Bernini, reo – secondo il referto arbitrale – di aver colpito con uno schiaffo la mano del direttore di gara durante una partita contro il San Teodoro Ketzmaja. La società ha però denunciato pubblicamente che il gesto sarebbe stato frainteso e che il referto sarebbe “tutt’altro che veritiero”.

Il comunicato ufficiale del Torriglia, pubblicato sui profili social del club, ha spiegato il senso della protesta: “Oggi il risultato passa in secondo piano. Ringraziamo gli amici del Sant’Eusebio con i quali abbiamo ideato questa protesta civile dopo i gravi errori arbitrali delle ultime settimane e per le sconcertanti decisioni del Giudice Sportivo. Troppe volte abbiamo subito passivamente decisioni discutibili, è arrivato il momento che tutte le Società, compatte, chiedano maggiori tutele a propria difesa e a favore dei reali protagonisti dei campionati dilettantistici.” Una presa di posizione forte, maturata in un clima già carico di tensione per le squalifiche record che stanno scuotendo il mondo del calcio, anche quello non professionistico.