Il Pallonaro

E’ tornato il campionato, tra delusioni e soprese

Cyril Thereau

Campionato, quanto c’eri mancato. Riprende la routine, iniziano i primi rumors, iniziano a essere dati i primi giudizi. Alcune delusioni, diverse sorprese, scoperte di nuovi talenti che si sono presentati al meglio in questa nuova serie A, laddove altri giocatori più blasonati non hanno ripagato le aspettative.

Ecco che quindi vogliamo, alla luce di questa prima giornata, mettere a nudo le note positive e quelle stonate di un campionato che si preannuncia essere molto livellato, con diverse squadre che si sono rinforzate e altre destinate a recitare il ruolo di outsider.

I battenti sono stati aperti dalla Roma nell’anticipo delle 18 in programma sabato. Curiosità nel vedere la principale rivale, o etichettata come tale alla vigilia, della “Vecchia Signora”. Un mercato scoppiettante, con il popolo di Roma galvanizzato dagli arrivi di Dzeko e Salah. Un’annata dove è vietato fallire, si saranno detti tutti nell’ambiente, il gap ridotto e la necessità di fare quel salto di qualità dopo due anni consecutivi di secondi posti.

Parte con il freno a mano tirato la Roma di Rudi Garcia, qualche scricchiolio dietro e un terzino sinistro che dovrà arrivare prima del 31 agosto. Poco ha cambiato l’Hellas Verona di Andrea Mandorlini, formazione arcigna e ostica che ha aggiunto Giampaolo Pazzini a uno scacchiere già di tutto rispetto. Bosko Jankovic quando vede giallorosso si scatena e la Roma fatica. A evitare una pesante sconfitta ci pensa il “tuttofare” Andrea Florenzi. Nulla di nuovo, autore sempre di gol pesanti, nessun nome nuovo quindi a referto, i grandi attesi hanno steccato, almeno per ora.

L’altra laziale invece nella partita della sera può sorridere e con essa i nuovi. Il risultato sta stretto ai biancocelesti di mister Pioli. Quante palle gol create contro il neopromosso Bologna. L’infortunio di Biglia rappresenta una grossa perdita, quella del metronomo in grado anche di segnare. In cabina di regia ora Cataldi non dovrà farlo rimpiangere. E’ tornato capitan Mauri, mentre non ci si poteva aspettare debutto migliore da Ricardo Kishna, classe ’95, talento e classe allo stato puro. La baby coppia formata dall’ex giocatore dell’Ajax e da Keita, quarant’anni in due, si prende subito l’Olimpico, una Lazio che darà del filo da torcere a tante formazioni. Il Bologna non può certo esser soddisfatto, non era certo la gara da vincere e Delio Rossi, ex di turno, lo sa. Qualcosa dovrà cambiare, nell’atteggiamento, la serie A è un’altra cosa.

La delusione più grossa è arrivata nella giornata di ieri, dove la Juventus Campione d’Italia, finalista della scorsa Coppa dei Campioni e vincitrice della Super Coppa Italiana, ha steccato come non avveniva ormai da anni. In casa, davanti al proprio pubblico, i bianconeri partono con la giusta aggressività ma le perdite di Pirlo in cabina di regia, sostituito da Padoin, duttile ma non certo dal piede vellutato, di Vidal e soprattutto di Carlos Tevez si sono fatte sentire. Aggiungendo le assenze di Marchisio, fondamentale nello scacchiere di Allegri, e Khedira. Non un alibi, visto che sono arrivati giocatori di blasone come Mario Mandzukic e Paulo Dybala, cui il tecnico ha preferito però dall’inizio Coman, intraprendente ma ancora acerbo.

Paul Pogba | Foto Twitter

Paul Pogba, nuovo 10 atipico è la delusione di giornata, viste le aspettative che tutti riponevano su di lui, come ha dimostrato il pubblico dello Juventus Stadium che, spazientito da alcune giocate di “ folklore ” ha rumoreggiato. Per chi è abituato a vincere, e a farlo sempre, perdere alla prima non è mai bello, contando che la prossima con la Roma sarà un importantissimo banco di prova. Non la solita Juventus schiacciasassi, inerme anche dopo la rete dello svantaggio subito, poco cattiva e cinica. Di fronte a un’Udinese che ha fatto invece tutto quello che doveva fare, dietro Heurtaux e Danilo hanno eretto una vera e propria diga, bene a tratti il terzino sinistro Ali Adnan, primo iracheno a calcare la nostra serie A, non certo impaurito all’esordio. Una sorpresa quella di Iturra, che si è francobollato a tutti, ostacolando l’inizio della manovra juventina. Il centrocampista ex Granada ha corso per due lì in mezzo al campo dimostrando che la famiglia Pozzo si muove sempre bene sul mercato. Il “ vecchietto ” Di Natale è ancora lì a dare consigli e urla ai compagni, Thereau è il risolutore, ma il migliore è stato Bruno Fernandes nella sua nuova posizione di mezz’ala, un salvataggio incredibile, tanti palloni recuperati e spirito di sacrificio.

Passiamo ora alle milanesi, che si sono rinforzate sul mercato, e in questi ultimi giorni piazzeranno altri colpi. Due estati diverse, il Milan con una nuova mentalità infusa dal sergente serbo Mihajlovic, sembrava già avere idee ben chiare, solidità difensiva e il cinismo davanti di Carlos Bacca, uno che ha sempre segnato. L’Inter invece veniva da prestazioni deludenti contro formazioni di caratura mondiale, cambiata sia nella retroguardia che a centrocampo, con l’arrivo di Kondogbia pagato fior fior di quattrini e la partenza di Kovacic direzione Real Madrid.

Di fronte la Fiorentina, già in forma e rodata nei meccanismi disegnati da Paulo Sousa, l’ex Basilea, arrivato tra le polemiche a Firenze per un passato trascorso con la maglia della Juventus. Una squadra che gioca bene, manovra fluida, un 3 – 4 – 1 – 2 che alterna possesso palla a giocate in velocità, il tutto condito da un’aggressività in fase di non possesso per recuperare subito la sfera. Tanto equilibrio, finché Rodrigo Ely, che Sinisa Mihajlovic ha deciso di schierare al fianco di Romagnoli in una retroguardia italiana e giovane, con De Sciglio e Antonelli a completare il reparto, non viene espulso per doppia ammonizione. La perla di giornata è quella di Marcos Alonso, che mette all’incrocio con il mancino direttamente su calcio di punizione emulando proprio il tecnico rossonero, ex specialista nelle soluzioni da fermo. Gara in salita per i rossoneri, cambia l’inerzia e nel secondo tempo anche Romagnoli, l’ultimo arrivato, si lascia andare a un fallo ingenuo che causa il rigore. Ilicic firma il raddoppio, delusione per il Diavolo, da cui ci si aspettava di più, ma è presto per parlare. Può sorridere Paulo Sousa che forse forse sta entrando nel cuore dei tifosi, mentre Mihajlovic aspetta Balotelli, sperando di poterlo far rinascere.

Se una parte di Milano se ne torna a casa con una sconfitta, l’altra, quella nerazzurra si gode una vittoria a San Siro raggiunta nella cosiddetta “zona Cesarini” ma quanta fatica contro l’Atalanta che si chiude e a volte riparte. Reja l’ha impostata così ma Mancini può godersi finalmente una coppia difensiva di tutto rispetto, con Miranda e Murillo che non soffrono mai, o quasi, dietro, mentre Juan Jesus a sinistra, aspettando i rinforzi su quella fascia. Kondogbia, che aveva lasciato perplessi nella tournée estiva, dimostra di essere un buon acquisto, giovane e che potrà ancora crescere. Gnoukouri sbaglia troppo, ma se Icardi esce per infortunio, Mancini trova il man of the match in Stevan Jovetic. Il montenegrino fa le prove e scarica un destro potente che sfiora la traversa poi nel recupero con un tiro a giro fa esplodere San Siro. Perde Icardi Mancini, fermato da un dolore alla coscia, ma il mercato forse gli porterà un altro attaccante, o forse due, chissà. L’Atalanta ha giocato con aggressività, pagata a caro prezzo nel caso dell’espulsione per doppia ammonizione di Carmona. Sfortunata con la perdita di Denis nei primi minuti ha fatto poco per impensierire la retroguardia interista. Nessun tiro in porta, un pareggio sarebbe stato tanta manna, ma le partite da non sbagliare saranno altre.

Jovetic salva l’Inter allo scadere

Chi ha cambiato molto, a partire dalla guida tecnica, era il Napoli, con il “ maestro ” Sarri pronto a confrontarsi con una piazza storicamente difficile per qualsiasi allenatore. Un nuovo volto per gli azzurri, automatismi da collaudare. Già il tecnico toscano aveva avvertito che il Sassuolo sarebbe stato l’avversario più duro da incontrare. Previsioni che si trasformano in realtà, anche se Hamsik dopo pochi minuti aveva fatto pensare a una gara incanalata su certi binari. I neroverdi di Di Franscesco hanno cambiato poco e si vede, schemi fatti a memoria quasi e dopo il gol del “ napoletano doc ” Floro Flores arriva anche il gol della vittoria, nel secondo tempo, firmata Sansone. Sconfitta all’esordio per questo Napoli, tanto ancora da lavorare, ma è presto per giudicare, siamo solo all’inizio.

Chi ben inizia è a metà dell’opera, vincere all’esordio contro una formazione candidata alle prime posizioni non è da tutti. Una sorpresa ma non troppo questo Sassuolo, perché che gli emiliani giocassero un calcio sempre propositivo era cosa nota, che potessero imbrigliare l’attacco partenopeo invece è una nota da segnalare. Bravo Di Francesco e campionato che si appresta a riservare sorprese giornata dopo giornata.

Passiamo ora alle genovesi, Sampdoria e Genoa, che hanno cambiato tanto.

Contro il Carpi neopromosso hanno vita facile gli uomini di Walter Zenga che all’esordio in campionato non vogliono ripetere gli errori fatti alla prima nel preliminare di Europa League. La squadra di Castori paga la storica prima gara in serie A, forse l’emozione ha influito, morale della favola Samp che annichilisce gli ospiti mettendo in mostra tanta fantasia. Muriel ed Eder seminano il panico e regalano subito giocate e gol, aspettando un Cassano tirato a lucido. Fernando è autore di una punizione magistrale, mentre il Carpi si consola con Lazzari e Matos, con l’ex Fiorentina tra i più positivi già nel pre campionato. Manita per i blucerchiati, rimandati visto che con tutto rispetto l’avversario non ha certo creato particolari problemi. Da rivedere il calo di concentrazione nel secondo tempo dove la Sampdoria si è come accontentata, ma il Carpi dovrà cercare di compattarsi dietro, con la prova di Brkic insufficiente, colpevole in almeno due reti, dove poteva fare sicuramente di più.

Il Genoa è la squadra che ha mostrato forse il miglior calcio nella passata stagione. Gli uomini di Gian Piero Gasperini avevano guadagnato il quinto posto ma la Giustizia Sportiva aveva tolto loro la possibilità di conquistare un pass per l’Europa. Buonissima prova per venti minuti dove gli ospiti sarebbero potuti passare in vantaggio almeno due volte con Goran Pandev, ipnotizzato da Sorrentino. Pagano le tante assenze i rossoblù ma il Palermo di Iachini aveva a sua volta visto scappare via con il mercato Dybala e da ultimo il “ gallo ” Belotti. Occasioni da una parte e dall’altra, una traversa colpita da Rigoni, centrocampista goleador, ma la gara si sblocca nel finale, in pieno recupero, a beneficiarne sono i rosanero.

Un nome nuovo, El Kaoutari, che non possa rivelarsi a sorpresa il nuovo colpo, d’altronde i vari Cavani, Dybala, all’inizio erano solo delle scommesse, è lui l’autore del gol che regala i primi tre punti al Pelermo.

Il Genoa può godersi Ntcham, tra i più positivi, mentre gli esterni devono ancora migliorare l’intesa. Esordio amaro per Diego Capel, messo in campo e sostituito dopo pochi minuti, non ottimali le sue condizioni fisiche

Veniamo poi all’Empoli, Saponara, sempre lui, porta in vantaggio i toscani allenati da Giampaolo ma il Chievo dimostra di essere una squadra che sa soffrire e colpire poi al momento giusto, con giocatori ormai di categoria ed esperti quindi.

Tre reti segnate dai clivensi, squadra di Maran che difficilmente stecca contro formazioni di pari livello e questo è diventato un “credo” grazie al quale i gialloblu riescono ogni anno a raggiungere la salvezza.

Sarri si è portato con sé Hysaj e Valdifiori, due pedine importanti, sarà un’annata difficile, assimilare la partenza di un tecnico che ha fatto tanto non sarà semplice ma quello che ha lasciato l’ormai nuovo allenatore del Napoli fa sperare.

L’altra neopromossa era il Frosinone che al Matusa negli ultimi anni non aveva quasi mai perso. Prima in A per i ciociari, Soddimo entra nella storia siglando il primo gol per gli uomini di Stellone nella massima serie. Il Torino ha cambiato molto, quasi tutto, sono arrivati Zappacosta, Baselli, Acquah e Belotti, ma il vero maestro è il tecnico Ventura, capace sempre di far giocare bene le sue formazioni.

A sorpresa in svantaggio ha prima pareggiato i conti con il sempreverde Fabio Quagliarella, per poi trovare il gol che ha portato i primi tre punti in casa granata con il nuovo acquisto, l’ex atalantino Baselli, che si è già messo in cabina di regia facendo sognare i tifosi del Toro.

Tra ritorni a sorpresa, quello di Jovetic in primis, scoperte eccellenti come quella di Kishna ed El Kaoutari, che si sono fatti conoscere segnando al debutto, altri giovani interessanti, è tornata la serie A. Aspettando gli ultimi botti dal mercato.

 

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