Uno Zeman a tuttotondo quello di ieri pomeriggio, quasi fosse una scultura del celebre Bernini. Ne ha per tutti il tecnico giallorosso, da Abete a Moratti. Persino quando non è il boemo in persona a parlare, le catastrofi sono dietro l’angolo. Ne sa qualcosa Gianluca Vialli, che poche ore prima aveva definito “paraculo” colui che è considerato il nemico numero uno della Juventus (più che altro dagli stessi tifosi della Vecchia Signora). Durante la trasmissione radiofonica condotta da Piero Chiambretti, l’ex calciatore di Juve e Samp si trova in collegamento telefonico quando ecco spuntare dal cilindro la telefonata di un finto Zeman. Piuttosto singolare e divertente il teatrino che da lì a poco si è andato a creare, rappresentazione scenica dell’Italia di oggi, dove a volte occorre davvero poco per rivoltare la realtà.
Questione di “paraculo” La telefonata a Vialli dura pochi minuti, quanto basta per farsi due risate e porsi qualche domanda. Il finto Zeman esordisce con un “Buongiorno” targato Boemia, tanto da confondere e annebbiare la lucidità dell’altro interlocutore. Non si spiega infatti il motivo per il quale Vialli debba etichettare Zeman con il titolo di maestro, se quest’ultimo fino a 12 ore prima era soltanto un “paraculo” (a proposito di “paraculi”, come è piccolo il mondo). La telefonata prosegue. Come riporta la Gazzetta, Vialli si scioglie, ingaggiando una convincente dialettica col boemo. Peccato fosse tutto uno scherzo.
Nemico del calcio Non solo Vialli rimane al palo sulla questione “paraculo”, ma anche Giancarlo Abete viene colpito da una stoccata di sciabola nel pomeriggio, quando Zdenek Zeman definisce il presidente della Figc un nemico del calcio. Dichiarazioni rilasciate durante un’intervista che andrà in onda domani sul periodico Sette, e che hanno già percorso l’intera penisola. Il rischio di un deferimento per il tecnico della Roma è concreto, sebbene siano arrivate prontamente le rettifiche serali, che sostanzialmente pongono l’accento non sul singolo ma sul sistema calcio.
Sono solo parole Sono molteplici i riferimenti al mondo musicale per il concetto di “parole”, e il mondo del calcio non fa eccezione. Senza rifarsi al modello Mina, Zeman bolla con queste parole il corteggiamento di Massimo Moratti:” Molte parole. Ma poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare”. Frase neanche troppo sibillina, che fa capire, se ce ne fosse ancora bisogno, il “personaggio” Zeman.