Tag: zlatan ibrahimovic

  • E’ di taekwondo il primo colpo di Ibra rossonero

    Il popolo milanista da lui si aspetta gol e giocate dall’alta scuola che nella sua prima apparizione in rossonero non si sono viste. Stiamo parlando di Ibrahimovic, lo svedese ha riportato l’entusiasmo nell’ambiente milanista e a Milanello dimostra già di esser a suo agio dispensando colpi per i più giovani e carezze per Ronaldinho.

    Protagonista del primo “colpo” rossonero di Ibra è il giovane Strasser visibilmente sorpreso dal colpo di taekwondo rifilatogli dallo svedese.

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  • Liscio & Sbalascio: Il Cesena dei Miracoli, torna la favola Chievo?

    Liscio & Sbalascio: Il Cesena dei Miracoli, torna la favola Chievo?

    Dopo la sosta per il doppio impegno della nazionale, torna la nostra rubrica “Liscio & Sbalascio” col quale trattiamo gli eventi salienti relativi alla giornata di campionato di Serie A appena conclusa.

    Tra i “Lisci” della nostra classifica troviamo il Cesena, che nell’anticipo serale al Manuzzi distrugge il Milan “stellare” di Allegri. A dire il vero in Romagna le stelle rossonere non si sono mai accese, anzi a brillare sono stati i vari Giaccherini, Schelotto, Ceccarelli, Parolo, Antonioli, Bogdani, gente comune che sommati tutti insieme non guadagnano nemmeno la metà dello stipendio di un certo Ibrahimovic, ma che almeno per una notte minimizzano il valore di grandi giocatori come se fossero altri i provinciali e i campioni loro stessi. Pardon, le stelle…

    Gli onori di giornata vanno anche al Chievo, che dopo sole 2 giornate è meritatamente in testa solitario al campionato. La vittoria in casa di un brutto Genoa è frutto di una prestazione complessiva brillante, e il tandem d’attacco Pellissier-Moscardelli si sta rivelando efficace per gli uomini di Pioli, che sperano di rivivere dopo 9 anni la favola che li ha catapultati nel grande calcio.

    Continuiamo elogiando la prestazione dell’attacco doriano Cassano-Pozzi che ha completamente messo al tappeto la difesa juventina. Il primo si è reso protagonista di giocate magistrali, che fanno tornare in mente la scarsa creatività e qualità dell’Italia al Mondiale senza di lui; il secondo ha semplicemente stupito tutti mettendo a segno una doppietta e poteva essere qualcosa di più se Storari nn si fosse opposto da gran portiere su una sua conclusione ravvicinata. Prima del match tutti si chiedevano se sarebbe stato all’altezza di sostituire l’infortunato Pazzini, beh come biglietto da visita una doppietta a Torino non è niente male, Pazzini guarisca tranquillamente…

    Tra gli “Sbalasci” di giornata è doveroso citare il macellaio Burdisso, autore dell’intervento killer su Daniele Conti, che fortunatamente dopo il terribile scontro non ci ha rimesso il ginocchio (e se fosse stato così probabilmente la carriera), ma se l’è cavata “solo” con 30 punti di sutura. Cosa sia passato in quel momento per la testa dell’argentino non si sa, di certo interventi come questi dovrebbero essere puniti con maxi-squalifiche onde evitare in futuro episodi spiacevoli. Inoltre la sua espulsione ha inciso (e non poco) sul risultato di Cagliari-Roma, finita 5-1 per i sardi, senza togliere i meriti alla squadra di Bisoli, ma la partita sarebbe potuta andare in modo diverso.

    Tra i peggiori troviamo la difesa del Milan combinata con l’esordio pessimo di Ibrahimovic in rossonero: prestazione da dimenticare per la retroguardia del Diavolo, derisa e umiliata dagli spunti vivaci e devastanti dell’attacco cesenate, imbarazzante soprattutto il greco Papastathopoulos, e Thiago Silva che senza la compagnia di Nesta sembra essere tutt’altro giocatore. Nota negativa anche per il campione svedese Ibrahimovic, che ingaggiato per fare la differenza riesce a sbagliare tutto quanto gli capita tra i piedi, persino il rigore che poteva riaprire il match, la strada dei 25 gol stagionali proclamati da lui stesso sembra essere molto lunga…

    Infine collochiamo tra i disastri la brutta prestazione complessiva della classe arbitrale: partendo da Juve-Samp, c’è da dire che i gol messi a segno da Pepe e Quagliarella risultano essere entrambi in fuorigioco; in Cesena-Milan l’arbitro Russo annulla un gol a Pato, reo di aver stoppato la palla con il braccio al momento del gol; in Lecce-Fiorentina viene annullato un gol regolare a Kroldrup in situazione molto difficile da vedere a velocità normale, ma le immagini chiaramente mostrano come il danese sia in posizione regolare mentre ad essere in evidente offside è un suo compagno di squadra.

    Dopo aver enunciato gli orrori di giornata , non possiamo però non tenere in considerazione le dichiarazioni di Del Neri e Marotta del post Juve-Samp. Etichettati come i salvatori della Vecchia Signora dopo lo scempio della passata stagione, i 2 paladini, che in estate hanno attuato una vera e propria rivoluzione per cercare di riportare i bianconeri ai vecchi fasti di un tempo, nelle posizioni che merita, hanno già gettato la spugna proclamando a gran voce un obiettivo (il quarto posto) che non appartiene al blasone della società, alla gloriosa storia della Juventus, alla tradizione che ha, e soprattutto per i milioni di tifosi sempre al seguito della squadra. Per carità, la Juve è sempre la Juve, una leggenda del calcio italiano e mondiale, e chi sta ai vertici non può e non deve progettarne il futuro come fosse una provinciale qualsiasi, con tutto il rispetto…

  • Serie A: Il Milan inciampa sul Cesena [analisi+pagelle]

    Serie A: Il Milan inciampa sul Cesena [analisi+pagelle]

    E’ la vecchia storia di Davide che batte Golia: il Cesena supera il Milan due a zero. La “fionda” di Ficcadenti viene traslata dalla Bibbia nelle veloci ripartenze bianconere già ammirate all’Olimpico contro la Roma. In barba alle prime scintille della dinamite offensiva rossonera che con una conclusione a giro di Ronaldinho impensierisce Antonioli, bravo a disinnescare, i romagnoli impiegano una decina di minuti a riprendere confidenza con la Serie A, lasciata diciannove anni or sono contro quello stesso Milan.

    Allora c’era Van Basten, oggi c’è Ibrahimovic: a voi le conclusioni in materia di raffronto. Al Cesena, invece, quelle dirette verso la porta presidiata da Abbiati: due tiri e altrettanti gol. Pur trattandosi della stessa arte per gli sconfitti è sfortuna, per i vincitori è cinismo. Trentunesimo e quarantaduesimo della prima frazione di gioco i minuti del delitto: prima Bogdani stordisce il “Diavolo” con una capocciata e poi Giaccherini lo affossa in contropiede rispedendolo all’inferno.

    E’ notte fonda per il Milan al quale viene per giunta annullato un gol, molto dubbio per la verità l’offside fischiato a Pato. Il secondo tempo ostenta un Cesena che resiste agli urti e imbastisce ripartenze a gogo’, il Milan ci prova con le sue trame ma i ritmi bassi mandano in panne il cervello. Nel finale Ibra fallisce un “generoso” rigore, ennesima prova che questa sera la sorte ha baciato la fronte del “piccolo” Cesena, voltando le spalle al gigante spocchioso.

    Era una di quelle giornate in cui va tutto storto. Come non c’era da esaltarsi dopo la scorpacciata di gol contro il Lecce, altresì non c’è da deprimersi a fronte della disfatta odierna. Il Milan non ha sottovalutato l’avversario, anzi. Il tallone d’Achille scoperto è rintracciabile nell’eccedenza di frenesia: tutti all’arrembaggio, tutti alla ricerca della giocata, troppi mastri e pochi operai. Considerando le cinque stelle offensive annoverate dal Milan, l’ultimo uomo sulla faccia della terra che mi sarei aspettato facesse la prima punta era Gennaro Ivan Gattuso. Addirittura Ibra e Pato si defilavano a turno sulla fascia per aprire gli spazi, e di chi? L’uomo che al posto dei piedi monta due ferri da stiro! Con Pirlo decisamente sottotono si stenta come al solito, ma niente paura ci sono Ronaldinho e Ibra a macinare gioco, no? Ebbene, stasera abbiamo capito che tre cervelli sono inutili se non c’è una testa comune che li ospita. Ronaldinho è stato addirittura limitato dai ritorni a riva dello svedese in cerca del pallone. Il “genio” ha stravolto l’assetto del Milan ed, almeno per stasera, è stato un male. Per Pato numeri e dribling, nella propria trequarti però, troppo lontano dalla porta poiché intento a coprire le partite offensive di “Gattuso” in una messa in scena del teatro dell’assurdo. Altro che capovolgimento di ruoli, stasera il campione del mondo sembrava un elettricista che voleva riparare una perdita d’acqua. Naturalmente, oltre ad essere inconcludente in avanti, lasciando scoperto l’uscio, ha consegnato al Cesena l’unica chiave della retroguardia rossonera: il contropiede.

    Ad Allegri l’onere di porre fine ad eventuali crisi d’identità e di trovare un nuovo ed efficace assetto, implementato dall’approdo del duo Ibra-Robinho, e capace di far coesistere le virtù individuali di ogni fuoriclasse assurgendo all’ideale di collettivo: e guai a chi dice che gli allenatori guadagnano troppo. Fronte opposto, i romagnoli sono riusciti ad emulare il modello teutonico ostentato da Loew durante la recente rassegna mondiale. In fase di non possesso il Cesena era più intricato da districare di un cubo di Rubik.

    Davanti, al pari dei rossoneri, reggeva un coraggioso tridente composto dal baluardo Bogdani e dalle frecce Giaccherini e Schelotto, micidiali nel conferire profondità alla squadra. Vittoria meritata per il Cesena. Sconfitta meritata per “gli altri” in campo. E sì, perché stasera erano undici giocatori non il Milan, nè tantomeno una squadra degna di questo nome. Senza Nesta e con una morfologia ancora da definire, se proprio si doveva  perdere, è stato un bene che la sconfitta sia arrivata oggi. Dalla prossima gara in poi, vietato sbagliare!

    MILAN

    Abbiati 6: Incolpevole su entrambi i gol, evita il tre a zero.

    Bonera 5,5: Nella prima frazione fa buona guardia sulla fascia, nella ripresa viene impiegato da centrale e perde la bussola.

    Papastathopoulos 4,5: Su un gol e mezzo del Cesena è l’indiziato numero uno. Prima prova ad anticipare in gamba tesa Bogdani fallendo miseramente, poi innesca il contropiede romagnolo e per giunta si perde l’inserimento di Giaccherini. Fossimo stati al Giro d’Italia la maglia nera non gliel’avrebbe tolta nessuno.

    Thiago Silva 6: Unica sufficienza in difesa per il Milan, il che è tutto un dire. Gli manca Nesta e prova a dedicargli un gol, ma la mira lo tradisce come i compagni di reparto. Nella ripresa esce per “l’anonimo” Abate (5,5).

    Antonini 5,5: Qualche scorribanda in attacco e qualche leggerezza in difesa. Non basta per la sufficienza.

    Gattuso 5: A trent’anni decide di cambiare ruolo. Il Milan quest’anno ha speso quarantatre milioni per potenziare il parco attaccanti, poteva dirlo anche prima di nutrire mire offensive. In linea d’aria gioca davanti ad Ibrahimovic ed è più un fastidio che un risolutore per noti limiti tecnici. Lascia i compagni in balia delle ripartenze avversarie: roba che neanche i mocciosi all’oratorio del “voglio segnare io”.

    Pirlo 5,5: Questa sera ha illuminato meno di un accendino.

    Ambrosini 5,5: A tamponare tampona. Il problema è che non disinfetta e il Milan prende due infezioni: Giaccherini e Bogdani.

    Pato 6,5: Pronti-via si becca il cazziatone di Ibra per un passaggio sbagliato, tuttavia risale in fretta la china. Stasera era proprio in forma, purtroppo ad un attaccante non basta se i compagni non ti assistono. Spina nel fianco destro del Cesena, dà anche una mano dietro dove si disimpegna con giocate che vorremmo vedere in zone di campo un po’ più calde. E’ l’anno dell’esplosione, sarà per la prossima…

    Ibrahimovic 5,5: Ha completamente mutato il Milan che può contare su un ulteriore fonte di gioco, magari sarebbe gradevole vederlo più vicino alla porta. Si rende autore di giocate apprezzabili, ma abbisogna ancora di tempo per inserisi a pieno regime nei meccanismi del Milan. Il rigore sbagliato nega la sufficienza ad una sufficiente prova.

    Ronaldinho 4,5: Comincia sfiorando il gol, poi viene segnalato tra i desaparecidos. La dinamicità di Ibra gli sottrae spazi fungendo da criptonite. Dovrebbe schiodarsi dalla fascia ogni tanto, il campo è grande. Lascia il posto ad un intrapendente Robinho (6). Non ha una precisa collocazione? Bene, lui lo trovi dappertutto. E che numeri…

    Inzaghi 6,5: E sempre lui. Sul filo del fuorigioco anima il Milan conferendo profondità alla manovra. Conquista il rigore confermandosi un grande jolly. E’ sempre lui, l’ultimo vero attaccante: Pippo Inzaghi.

    CESENA

    Antonioli 6,5: Grande intervento su Ronaldinho, una vera sicurezza. Tutto dipende: Vecchio? No, esperto.

    Ceccarelli 7,5: Ottimo prospetto. Per lui un assist e tanti spunti interessanti. Prodotto del vivaio, possiede un invidiabile bagaglio fisico.

    Von Bergen 6: Senza infamia e sanza lode.

    Pellegrino 6,5: Tiene in mano la difesa.

    Nagatomo 6,5: E’ una scheggia sulla fascia, davvero niente male.

    Appiah 6,5: Guida il centrocampo con autorità.

    Colucci 6,5: Fa filtro e innesca il contropiede.

    Parolo 7: Giovane assistito da una grande personalità. Annovera pregevoli qualità tecniche e le mette in mostra contro la sua squadra del cuore: il Milan. Magari Galliani e Braida, questa sera in tribuna, hanno segnato il suo nome sul taccuino. Diventerà qualcuno…

    Schelotto 6,5: Può essere la rivelazione del campionato.

    Bogdani 7: Autore del primo gol, tiene sù la squadra facendo a sportellate con la difesa rossonera.

    Giaccherini 7,5: E’ in assoluto il giocatore italiano che più ricorda Messi. Quando parte palla al piede non gliela toglie nessuno: un i-pod che suona R&R. Prandelli non può lasciarsi sfuggire un talento di questa portata. Venticinque anni, un piede-calamità e una velocità imbarazzante: queste le credenziali della nuova freccia all’arco azzurro.

  • Robinho felice, Ibra pungente. Il Milan presenta le sue stelle

    Arrivati nelle ultime ore di mercato Ibra e Robinho non avevano avuto la possibilità di presentarsi ai tifosi e alla stampa. Con il Duomo a far da sfondo il Milan presenta le due punte di diamante dell’ultima campagna acquisti ribadendo la voglia di tornar ad esser i migliori al mondo in Italia e in Europa.

    Soft e pieno di buoni propositi il debutto “italiano” del brasiliano che assicura di voler far il massimo per la maglia rossonera dicendosi disposto a correre e difendere per far giocare i magnifici 4:

    “Questa estate ho ricevuto delle richieste ma solo a livello di sondaggio, non proposte concrete, l’unica era quella del Milan, volevo giocare qui al Milan, una delle più grandi squadre europee e un club che ha un grande rapporto con i brasiliani”. – continua Robinho – “Possiamo giocare con qualsiasi formazione, se devo tornare indietro per far segnare Ibra va bene, non ho problemi a correre, la cosa più importante non è che qualcuno di noi segni ma che lo faccia il Milan”. L’ex giocatore del Manchester City torna sul suo rapporto con Roberto Mancini. “Non ho avuto grossi problemi con lui ma con il calcio inglese, non è fatto per i calciatori brasiliani. Auguro tanta fortuna a Mancini e desidero salutarlo, ora per me inizia una nuova avventura. Pato e Ronaldinho? Sono due giocatori spettacolari e quando stanno bene posso decidere una partita con una giocata. Spero possano giocare in nazionale e divertirsi”.

    Più pungente e spocchioso Zlatan Ibrahimovic sicuro di riuscir a vincere tutto con la maglia rossonera. Lo svedese non evita di lanciare qualche frecciatina ai cugini nerazzurri mettendo ancora più pepe a un duello che si preannuncia infuocato:

    “I primi giorni al Milan sono stati fantastici. Tutto organizzato, tutti gentilissimi dai dirigenti ai dipendenti ai tifosi, li ho trovati anche a Barcellona, subito dopo avere firmato. Ero vicino quattro anni fa, quattro anni dopo sono qua, finalmente. Questa è la più bella maglia che ho mai vestito”.

    “Ogni anno che arriva devi vincere tutto, quando sei una grande squadra sei favorito per scudetto, Champions, tutto. Quello che è successo nel mio passato mi ha dato piùù motivazione, torno in Italia con fame, voglia, fare di più di quello che ho già fatto. Spero di potere vincere tutto, spero con la mia mentalità di aiutarmi: io gioco sempre per vincere, se non vinco ho sbagliato. Il Milan ha dimostrato anche con Robinho di fare grandi investimenti, di crederci. Gli altri devono avere paura, noi possiamo vincere tutto: e con la motivazione e la voglia ci riusciremo. Le quattro punte: la migliore difesa è il migliore attacco, c’è anche Inzaghi, un fenomeno, potremmo giocare anche in cinque. Allegri deve scegliere: chi gioca, è in ogni caso uno dei più forti attaccanti del mondo”

    “Ho parlato due volte con Berlusconi, ha detto parole importanti, mi ha convinto. Poi c’è stata la discussione tra Milan e Barcellona, io ero già pronto. Adriano Galliani ha fatto un grande lavoro, è venuto a casa mia, ha detto “non torno a Milano senza Ibra”. Se tu vedi la storia del Milan, vedi i loro giocatori, penso che uno non deve riflettere tanto sul fatto di passare al Milan. Deve dire sì e ringraziare”.

    “Secondo me siamo più forti dell’Inter, perchè adesso sono al Milan. Con l’arrivo di Robinho siamo più completi, siamo favoriti per vincere lo scudetto e la Champions. Sono venuto qua per vincere, spero di fare meglio di quanto fatto a Juventus e Inter. Un anno fantastico, e i tifosi si divertiranno. Oggi in allenamento si sono divertiti tutti. Milan ultimo club della mia carriera? Quando firmo per il club, per me è sempre l’ultimo: lo pensavo anche l’anno scorso col Barcellona. Ma non si sa cosa può succedere poi, non si può mai sapere. Ho firmato per quattro anni, poi dipende dal club e dal mister”.

  • Allegri abbraccia Ibra e Robinho

    Allegri abbraccia Ibra e Robinho

    La sosta per le Nazionali ha rimandato il debutto in maglia rossonera di Ibrahimovic e Robinho e sopratutto ha privato Massimiliano Allegri della possibilità di lavorarci in vista della nuova stagione che si preannuncia esaltante. La scommessa di Allegri è ambiziosa, vincere giocando bene e con il poker d’assi in attacco.

    Difficilmente a Cesena vedremo Pato, Robinho e Ronaldinho a supporto di Ibrahimovic ma il possibile forfait di Seedorf potrebbe far balenare l’idea al tecnico livornese.

    La sensazione è che al Manuzzi giocherà lo svedese dal primo minuto tra Pato e Dinho con Robinho inizialmente in panchina. A centrocampo il ballottaggio è tra Boateng e Gattuso per completare il reparto con gli intoccabili Pirlo e Ambrosini.

    E’ l’entusiasmo in casa Milan a far da padrone e il numero di abbonamenti sale vertiginosamente giorno dopo giorno e a Cesena sembra possibile l’arrivo di Silvio Berlusconi.

  • Kaka all’Inter, Moratti ci pensa

    Per il momento è solo una indiscrezione raccolta dal Corriere dello Sport e come tale va presa con il beneficio del dubbio anche perchè il Kaka che conosciamo noi difficilmente farebbe uno smacco cosi grande al suo Milan, ma come si suol dire nella vita e nel calcio ancor di più mai dire mai.

    LA trattativa sarebbe nata da un’idea di Massimo Moratti dopo aver capito la volontà di Josè Mourinho di puntare su altri giocatori piuttosto che sulla stella brasiliana. Kaka, adesso alle prese con l’ennesimo infortunio, è un pupillo di Florentino Perez ma da come abbiam imparato a conoscere lo Special One non faticherà tantissimo a convincerlo della bontà del suo nuovo progetto.

    Kaka potrebbe arrivare a gennaio e sarebbe il valore aggiunto per la seconda parte della stagione sia in campionato che in Champions visto che difficilmente sarà a disposizione dei madrileni per la fase a gironi.

  • E’ Ibra il più pagato in serie A, Filippini il più “povero”

    Ci hanno riempito la testa con un calcio in crisi, con la necessità di contenere i costi e dei paletti imposti da Platini con il fair play finanziario. Tutte fandonie. Da una indagine confezionata dalla Gazzetta dello Sport e in edicola questa mattina si evince come il monte ingaggi complessivo raggiunge gli 800 milioni di euro ma per fine campionato tra bonus e premi si rischierà di sfondare il miliardo.

    Il Milan, adesso con l’entusiasmo alle stelle, vanta il doppio record di aver il giocatore più pagato in organico Zlatan Ibrahimovic (9 milioni di euro) e di guidare anche la classifica degli organici più costosi con 130 milioni di euro.

    Alle spalle dello svedese si piazza Samuel Eto’o e l’Inter con 121 milioni di ero è sul secondo gradino del podio. Alla Juve il più pagato è Buffon e gli ingaggi ammontano a 100 milioni. Fuori dal podio la Roma con 83.

    Il paradosso è sempre in casa Milan con il francese Flamini (4,5 milioni di euro) che supera sull’ingaggio Pato e Thiago Silva. Filippini guida la classifica dei più poveri con 50 mila euro.

    Il Cesena è il club con il tetto ingaggi più contenuto fuori, poco più di 8 milioni, ma dietro c’è un patto con i giocatori per un cospicuo premio salvezza.

    IL TOP 11 DEGLI INGAGGI DI SERIE A

  • Clamoroso Raiola resta a libro paga del Barcellona

    Mino Raiola continuerà ad esser profumatamente pagato dal Barcellona per altri 4 anni grazie ad una assurda clausola firmata dall’allora presidente Laporta e che permetterà al terribile procuratore di incassare poco più di un milione di euro a stagione.

    A rivelare l’arcano è Marca che svela il retroscena frutto dell’accordo per il trasferimento di Ibra al Barcellona nella scorsa stagione. Laporta per sveltire la trattativa promise un compenso pari al 10% dell’ingaggio dello svedese per ogni anno in cui lo svedese avesse giocato in blaugrana .

    L’unica clausola che avrebbe permesso al Barcellona di cessare l’accordo era il divorzio dal giocatore in maniera unilaterale con la rescissione del contratto da parte di Ibra. E’ chiaro che a rimetterci due volte è stato il Barcellona, ma se pensate che anche Ibra si è decurtato l’ingaggio e il Milan ha dovuto alzare il tetto ingaggi ad uscire vittorioso è ancora una volta soltanto il buon Mino.

  • Gattuso lancia la sfida all’Inter: “Basta scuse, ora dobbiamo batterli”

    Gattuso lancia la sfida all’Inter: “Basta scuse, ora dobbiamo batterli”

    Il centrocampista rossonero Rino Gattuso, fa il punto sulla situazione in casa Milan, l’indiscussa protagonista del mercato estivo con gli arrivi nelle ultime ore del calciomercato di Robinho ma soprattutto di Ibrahimovic, una tempo nemico quando vestiva i colori nerazzurri dell’Inter e ora idolo della tifoseria:

    Sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato e in 5 giorni è cambiato tutto. Dopo questa campagna acquisti di Berlusconi non abbiamo più scuse, dobbiamo battere l’Inter. La Champions, invece, dipende da troppe variabili“.

    La diga di centrocamnpo rossonera, che ad un certo punto del calciomercato sembrava destinato all’addio per trasferirsi in Germania nelle fila del Wolfsburg, poi indossa per un attimo le vesti di allenatore e “consiglia” Allegri:

    E’ un allenatore che sa di avere 5 campioni in attacco, ma anche che non li può mettere tutti e 5 insieme. Il Real insegna“.

  • Mourinho: “Ritornare all’Inter? Perchè no”. E su Ibra…

    Mourinho: “Ritornare all’Inter? Perchè no”. E su Ibra…

    Tanti messaggi d’affetto da parte di Josè Mourinho alla sua ex squadra. Dopo aver confidato di sentirsi spesso con il presidente Massimo Moratti, lo “Special One” alle domande riguardanti il suo futuro non se l’è sentita di escludere un suo ritorno sulla panchina dei nerazzurri, ch gli ha dato tantissime soddisfazioni lo scorso anno:

    Tornare? Perché no, siamo stati felici insieme. Per il futuro non si sa mai” – ha detto Mou da Nyon, ribadendo il suo attaccamento al popolo interista – “Sono sempre uno dell’Inter, sono stato felice e abbiamo vinto tutto“.
    E si lascia andare ad un sorriso quando gli viene chiesto cosa ne pensasse di una probabile finale di Champions League tra Inter e Real Madrid: “Si, sarebbe davvero bello“.

    Infine non potevano mancare le domande su Ibrahimovic, neo acquisto dei rivali rossoneri, al quale l’uomo di Setubal ha risposto così: “E’ un grande giocatore. Lo preferisco senza dubbio al Milan che non al Barcellona“.