Tag: zlatan ibrahimovic

  • Milan forza 4, Ibra alla Cassano. Catania senza grinta

    Milan forza 4, Ibra alla Cassano. Catania senza grinta

    Il Milan inanenalla la quarta vittoria consecutiva e si insedia al secondo posto alle spalle della strana coppia Lazio e Udinese approfittando dello stop forzato della Juventus. La partita contro il Catania di questo pomeriggio a San Siro poteva nascondere grosse insidie sia per l’ottimo momento che attraversavano gli etnei che per la settimana difficile vissuta in casa rossonera scossa dal caso Cassano e con qualche defezione di troppo. Le formazioni. Allegri opta per l’esperienza di Zambrotta a sinistra e per l’affidabilità di Bonera in difesa. In mediana spazio ancora a capitan Ambrosini, al sempre positivo Aquilani e al ritorno di Seedorf. Dopo la bella prova contro la Roma partendo però dalla panchina conquista un posto da titolare anche Emanuelson. In avanti la coppia Robinho Ibra. Montella nel Catania predilige scelte di qualità piuttosto che di sostanza chiedendo forse troppo a Lanzafame in copertura sull’out destro mentre la mediana vive sempre sulle qualità di Lodi, la rabbia agonistica di Almiron e il movimento perpetuo di Gomez e Ricchiuti.

    Milan super contro il Catania | ©Claudio Villa/Getty Images
    La partita. L’avvio è subito spumeggiante con gli ospiti propensi a ribattere gli attacchi rossoneri colpo su colpo un ingenuità di Lanzafame al 7′ permette ad Ibra di sbloccare la partita dal dischetto mettendo la partita su binari più congeniali ai padroni di casa. Dopo il gol l’undici di Montella tenta una reazione approfittando di qualche spazio di troppo tra le maglie di centrocampo e difesa rossonere. Al 24′ però Ibra questa sera nei panni di Cassano come assistman regala un pallone deliziooso a Robinho per il raddoppio. Sotto di due gol il Catania accusa il colpo ed il Milan leggittima il risultato con giocate d’alta scuola e triangolazioni degne del miglior Brasile. Spreca il colpo del ko Seedorf lanciato ancora una volta da Ibra e sbaglia anche Robinho. Nella ripresa i ritmi calano inevitabilmente e il Milan controlla con meno fatica, Montella inserisce nella mischia Barrientos e Lopez cercando di dar una scossa ai suoi che però subiscono il tris da una magia di Ibra per Robinho il cui tiro finisce in rete con la complice deviazione di Lodi. Partita praticamente chiusa con i rossoneri che mandano in gol anche Zambrotta lesto a depositare in rete una respinta corta di Andujar. Nel finale il solito boato festeggia l’ingresso in campo di Inzaghi che va vicinissimo al gol dopo appena 5′ dals uo ingresso. Il Milan rispetta il cartello del suo allenatore arrivando alla sosta con un bel filotto di vittorie che fanno ben sperare per il futuro. Ottima la prova di Ibra tornato il vecchio trascinatore cosi come quella di Aquilani sempre più leader nel centrocampo. Milan – Catania 4-0 video highlights youtube [jwplayer config=”240s” mediaid=”103801″]

  • Ibra voleva picchiare Guardiola

    Ibra voleva picchiare Guardiola

    In Svezia, il maggior quotidiano nazionale, ha pubblicato in esclusiva il primo capitolo dell’autobiografia di Zlatan Ibrahimovic, parte in cui lo svedese parla della sua “avventura” al Barcellona ed in particolare i dissapori con Pep Guardiola. Come abbiamo avuto modo di scrivere lo svedese è andato giù pesante definendo il tecnico blaugrana un uomo senza palle che si sentiva inferiore a Mourinho. Ovviamente la notizia ha avuto un roboante risalto facendo mobilitare i supporter catalani che attraverso il web hanno riversato la propria rabbia.

    Ibra alla sua prima a San Siro da rossonero | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    In attesa delle dichiarazioni di Guardiola hanno preso la parola due canterani doc come Messi e Valdes criticando anche se in modo non troppo acceso la portata delle dichiarazioni di Ibra. Chi però è andato oltre svelando particolari inquietanti è Carles Villarubi, vice-presidente dell’area istituzionale del Barcellona “Ibrahimovic arrivò a minacciarci di voler picchiare Guardiola davanti alla stampa” per convincere la società ad accettare l’offerta del Milan. L’episodio infatti sarebbe avvenuto in un colloquio tra il presidente Rosell e lo svedese ad agosto, proprio quando Galliani si stava muovendo per portarlo in rossonero. A render più piccante il racconto poi vi è ovviamente la presenza di Mino Raiola, il potente procuratore non solo avrebbe avallato il comportamento del suo assistito confermando ma per convincere il Barcellona a cedere il giocatore avrebbe montato una presunta offerta del Real Madrid.

  • “Guardiola, uomo senza palle” Ibra fa infuriare il popolo blaugrana

    “Guardiola, uomo senza palle” Ibra fa infuriare il popolo blaugrana

    In molti credono che il mondo del calcio sia fatto di frasi e interviste preconfezionate, di luoghi comuni e di una sorta di buonismo generale che contribuisce a renderlo surreale. In linea di massima è tutto vero ci sono però delle eccezioni ed una di questa è sicuramente Zlatan Ibrahimovic freddo, schietto e glaciale da esser considerato dai più un mercenario. Quest’oggi Aftonbladet, il principale quotidiano di Svezia, ha pubblicato in esclusiva il primo capitolo del libro autobiografico del fuoriclasse del Milan e le sue dichiarazioni ovviamente si sono divulgate in un batter d’occhio venendo riportate dalle maggiori testate giornaliste di tutta Europa.

    Lo scontro tra Ibra e Guardiola | ©LLUIS GENE/Getty Images
    Ibra si scaglia contro il Barcellona e sopratutto contro l’odiato Pep Guardiola reo, a suo dire, di avergli fatto passare la voglia di giocare tanto da meditare il ritiro. Lo svedese racconta l’annus horribilis in blaugrana con i vari passi del deterioramento del rapporto con Guardiola fino all’ultima lite subito dopo l’eliminazione subita dall’Inter di Mourinho. Sin dall’avvio in blaugrana Ibrahimovic ha subito capito che qualcosa non andasse, gli obblighi di tener un basso profilo, di arrivare agli allenamenti con utilitarie piuttosto che a bordo di lussuose Porsche o Ferrari. Nello spogliatoio tutti, anche i quotatissimi Xavi e Messi si comportavano come burattini nelle mani del tecnico. La rottura però racconta Ibra è avvenuta quando Messi ha chiesto di giocare in posizione più centrale togliendo spazio e palloni giocabili proprio ad Ibra. Lo scontro definitivo come dicevamo, è arrivato subito dopo la sconfitta con l’Inter in Champions ”Sei senza coglioni. Ti caghi addosso davanti a Mourinho! Vaffa…!”. Ovviamente il popolo blaugrana si è mobilitato in difesa del suo allenatore scrivendo ogni tipo d’insulto nei confronti dello svedese e per fortuna l’incontro tra Milan e Barcellona si terrà a San Siro.

  • Roma-Milan, le pagelle. Aquilani-Ibra duetto d’autore

    Roma-Milan, le pagelle. Aquilani-Ibra duetto d’autore

    Burdisso 6,5: ha il merito di siglare il gol del momentaneo pareggio rimediando così all’errore di marcatura su Ibra nel primo gol milanista, prova ad arginare le sortite offensive degli avanti rossoneri e ci riesce, da rivedere sui calci da fermo. Pizarro 7: come Giovanni Battista ieri sera predica nel deserto, prende per mano la squadra e cerca di portarla ad un risultato positivo, ma non è coadiuvato a dovere e il suo lavoro si perde tra le maglie del centrocampo ospite Gago 5: don Fabio Capello l’aveva fortemente voluto al Real e a tratti se ne capisce il perchè, ma da un giocatore con la sua levatura tecnica ci si aspetta molto ma molto di più, contrastato bene non si rende mai pericoloso, da rivedere. Bojan 6,5: i suoi primi mesi nella capitale non sono entusiasmanti, il piccoletto ci prova e arriva anche al gol che riaccende però troppo tardi le speranze giallorosse. Osvaldo 5: abulico e senza verve, l’unica occasione buona gli arriva su calcio d’angolo lui è pronto ad intervenire sul cross e Abbiati è pronto a compiere il miracolo dopo di che più nulla per tutta la gara, non si capisce perchè Borriello sia rimasto a guardare contro la sua ex squadra Roma (4-3-1-2): Stekelenburg 5,5; Cassetti 5,5, Burdisso 6,5, Juan 5 (26′ st Heinze 5,5), J.Angel 6,5; Pizarro 7, De Rossi 6, Gago 5 (18′ st Lamela 6,5); Pjanic 6,5; Borini 6 (38′ Bojan 6,5), Osvaldo 5. A disp.: Curci, Heinze, Perrotta, Greco, Borriello.

    Zlatan Ibrahimovic| © Paolo Bruno/Getty Images
    Abbiati 7,5: è tornato il giocatore eccezionale che tutti conosciamo, incolpevole su entrambe le reti giallorosse, compie dei veri e propri miracoli su più di un tentativo degli attaccanti giallorossi, specie nell’azione che porta al secondo gol, mura Lamela ma nulla può su Bojan lasciato colpevolmente solo. Nesta 7: vince il suo personalissimo derby contro i cugini romanisti, lui laziale di nascita e tifoso degli aquilotti, sarà strafelice di aver battuto gli “odiati” giallorossi, siglando per giunta un gol. Macchia la sua prestazione con un unico errore sul gol di Bojan, concede all’ex catalano troppo spazio e non proteggendo il proprio portiere sulla corta respinta, ma mancano pochi minuti alla fine e ci può stare. Aquilani 7,5: di solito un romano, ex romanista che torna all’Olimpico dovrebbe soffrire di sindrome da rientro, non è così per lui, quando si trova davanti alla sua ex squadra si scatena e regala prestazioni di alta qualità, fornisce due assist al bacio ad Ibra ed è presente su ogni azione pericolosa della sua squadra, rigenerato. Ibrahimovic 7,5: nonostante i due gol non una prestazione eccelsa, anzi quasi nella norma per uno come lui che ci ha abituato a cose fantasmagoriche, ma se la normalità sono due gol ben venga l’essere normali. Robinho 5,5: troppo poco incisivo, quasi invisibile e avulso dalla manovra a dire il vero non entusiasmante dei suoi, ma lui non si da molto da fare, Cassano che gli subentra sembra essere molto più in palla. Milan (4-3-1-2): Abbiati 7,5; Abate 6,5, Nesta 7, T.Silva 6,5, Zambrotta 5; Aquilani 7,5, Van Bommel 5, Nocerino 5,5 (43′ st Ambrosini sv); Boateng 5 (21′ st Emanuelson 6); Ibrahimovic 7,5, Robinho 5,5 (28′ st Cassano 7). A disp.: Amelia, Taiwo, Yepes, Bonera, Ambrosini.

  • Il Milan prende a testate la Roma. Video

    Il Milan prende a testate la Roma. Video

    Il Milan vince di testa a Roma e accorcia ulteriormente le distanze dalla vetta, il merito è soprattutto di due uomini che rispondono al nome di Zlatan Ibrahimovic e Alberto Aquilani. Il primo in fase di finalizzazione, il secondo in veste di assist-man, proprio da questo asse nascono le azioni che portano i campioni d’Italia in carica alla vittoria. Il centrocampista arrivato quest’anno dalla Juve via Liverpool, quando vede i colori della sua ex squadra si scatena e fornisce prestazioni a dir poco di alto livello, come nel caso di questo match, come al 16° quando raccogliendo palla sulla trequarti d’attacco pennella un cross in area dove pronto a raccogliere la parabola invitante c’è appunto lo svedesone che stacca e anticipa il suo diretto marcatore battendo l’incolpevole Stekelenburg. La partita non è il massimo, la Roma di Luis Enrique esprime un bel fraseggio che però è sterile e produce poco, non è un caso, infatti, che la rete del pareggio arrivi da palla da fermo al 28° con Burdisso, che svetta in area sfruttando un’errata marcatura della difesa milanista su un calcio d’angolo. Ma chi di testa ferisce di testa perisce, stavolta però è Alessandro Nesta a ricambiare il favore fattogli poco prima dal collega di reparto romanista, arrivando in corsa in area e lasciato colpevolmente solo su un calcio d’angolo messo in mezzo manco a dirlo da Aquilani, l’ex laziale sigla il punto del nuovo vantaggio ospite. Il risultato si trascinerà fino alla fine della prima frazione di gioco, che se si eccettuano i gol ha regalato poche emozioni.

    Alessandro Nesta| © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    Il secondo tempo ti aspetto la reazione dei padroni di casa e quella non si fa attendere, i giocatori guidati in attacco da un propositivo, ma poco incisivo Bojan, entrato al posto dell’infortunato Borini. Proprio l’ex blaugrana dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa si ritrova a tu per tu con l’estremo difensore rossonero che esce bene a contrastarlo e a respingere in angolo il possibile pericolo. Pochi minuti dopo Abbiati è ancora chiamato all’intervento su una splendida punizione di Pjanic, che per chi l’avesse dimenticato viene da Lione ed è cresciuto sotto la scuola di Juninho Pernanbucano, mica uno qualsiasi, ed è sempre il numero uno della squadra di Allegri a ripetersi su una botta a colpo sicuro di Osvaldo, compiendo un miracolo che lo riscatta dalle non ottime prestazioni degli ultimi tempi e che mantiene il risultato fisso sul 2-1. Ma ecco che pochi minuti dopo torna ancora l’asse del gol, stavolta Alberto da Roma, riceve un’ottima palla da Cassano ed entrato in area finta il tiro e pennella un assist al bacio per Zlatan il mago che da quella posizione non può far altro che insaccare sempre di testa. 3-1 discorso chiuso o almeno così sembra, perchè i giallorossi non si arrendono e sembrano indomiti come il proprio allenatore e allora accorciano ulteriormente le distanze con Bojan che sfrutta una corta respinta di Abbiati, su un bel tiro di Lamela, lasciato troppo libero di entrare in area da tutta la difesa rossonera. Però è troppo tardi, i campioni d’Italia reggono e portano a casa una vittoria fondamentale per il risultato e per la classifica, mostrando però troppa dipendenza dalle giocate del singolo, mentre la Roma dimostra di avere grosse qualità specialmente dal centrocampo in su ma che dovranno avere del tempo per maturare e arrivare a livelli di eccellenza che possano permetterle di lottare per grossi traguardi. Roma-Milan video highlights youtube [jwplayer config=”120s” mediaid=”102503″]

  • Lecce-Milan 3-4, le pagelle. Ci pensa il Principe dei Diavoli

    Lecce-Milan 3-4, le pagelle. Ci pensa il Principe dei Diavoli

    Oddo 6: da ex milanista consuma la vendetta perfetta siglando il gol del 2-0 su calcio di rigore e tenendo a bada le scorrazzate di uno spento Robinho e di un poco ispirato Ibrahimovic, assiste inerme alla disfatta del secondo tempo del suo Lecce Mesbah 6: contiene bene e compie un mezzo miracolo su Ibrahimovic, anticipando l’attaccante svedese su una palla messa in mezzo da Robinho, per il resto bene nel primo male nel secondo come tutto l’undici salentino Strasser 6,5: come il suo collega Merkel contro la JUventus si mostra giovane d’interessante prospettiva correndo in mezzo al campo e creando seri problemi ad Ambrosini e Van Bommel Giacomazzi 6,5: apre le marcature che illudono i lupi pugliesi, è l’unico indomito anche dopo il pareggio del Milan, deve arrendersi esausto alla legge del più forte Corvia 5,5: dovrebbe essere l’uomo gol dei salentini, concreto poco, bravo a procurarsi il rigore sfruttando l’errore di Abbiati per il resto veramente troppo poco Lecce (4-4-2): Benassi 5,5; Oddo 6, Tomovic 6, Esposito 5,5, Mesbah 6; Obodo 6, Strasser 6,5, Giacomazzi 6,5, Grossmuller 6 (14′ st Bertolacci 5,5); Cuadrado 6 (36′ st Ofere sv), Corvia 5,5 (28′ st Giandonato 5,5). A disp.: Gabrieli, Brivio, Olivera, Pasquato.

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    Kevin Prince Boateng| © Maurizio Lagana/Getty Images
    Abbiati 5: compie alcuni buoni interventi incolpevole su due gol ma sul rigore c’è il suo zampino, si lascia sfuggire la palla con troppa leggerezza e poi atterra in maniera goffa l’opportunista Corvia Yepes 6: riscatta la sua prova opaca con il gol vittoria che gli fa meritare la sufficienza, sul primo gol è fermo come una statua di marmo, di certo non è Thiago Silva Ambrosini 4: da lui ci si aspettava molto di più, al rientro come titolare sbaglia tutto quello che si può sbagliare e viene giustamente sostituito da Aquilani all’inizio del secondo tempo, non è un caso che dopo la sua uscita il Milan cresca esponenzialmente nella qualità di gioco Ibrahimovic 5,5: per una volta la scena non è la sua e si defila concedendo a Boateng gli onori della cronaca. Lo scorso anno siglò una rete straordinaria quest’anno si perde in frivolezze che non portano a niente, apparso stanco dovrà recuperare in tempo per il turno infrasettimanale, Allegri non può prescindere da lui o forse no? Boateng 9: Perfetto. E’ l’unica parola che uno spettatore può pensare vedendo il suo primo quarto d’ora di gioco subito dopo l’ingresso in campo. 3 gol che valgono il pareggio e che danno nuova linfa al diavolo per conquistare la vittoria con il gol di Yepes. L’avevano accusato di fare delle notti brave ma se i risultati sono questi che ben vengano le serate all’insegna dell’eccesso. Milan (4-3-1-2): Abbiati 5; Abate 5,5, Nesta 6, Yepes 6, Antonini 5,5; Ambrosini 4 (1′ st Aquilani 6,5), Van Bommel 5, Nocerino 6,5; Robinho 5 (1′ st Boateng 9); Ibrahimovic 5,5, Cassano 6,5 (44′ st El Shaarawy sv). A disp.: Roma, Mexes, Bonera, Taiwo.

  • Ibra e Boateng, sta tornando il vecchio Milan. Ottavi in tasca

    Ibra e Boateng, sta tornando il vecchio Milan. Ottavi in tasca

    Nei momenti di difficoltà Allegri dimostrava comunque sicurezza e il perchè lo si è capito ancora una volta questa sera, il Milan al completo è una squadra che incute timori agli avversari, comanda il gioco e fa divertire i suoi tifosi. Gli eterni critici titoleranno domani che il Bate Borisov non è certamente il Real Madrid ma aver tenuto ancora il passo del Barcellona ed aver praticamente archiviato il passaggio del turno non fa che aumentare l’autostima di un gruppo che sta ritrovando i suoi pezzi migliori.

    Zlatan Ibrahimovic | © Valerio Pennicino/Getty Images
    LA PARTITA. Allegri alla fine sceglie ancora Cassano portando in panchina Robinho e affidando la trequarti ad un Boateng caricato a pallettoni per le critiche piovutegli addosso alla vigilia. Il centrocampo è ancora una volta affidato a Van Bommel, Aquilani e Nocerino, in difesa Bonera viene preferito a Yepes mentre a sinistra si rivede Taiwo. I rossoneri partono subito forte e grazie ad un Aquilani in forma super creano superiorità ed imprevedibilità nella metà campo avversaria. E’ proprio l’ex bianconero il più pericoloso nelle fasi iniziali calciando prima a lato un pallone vagante dal limite dell’area e poi cogliendo il palo su un assist al bacio di Cassano. Il Milan ci prova ma il Bate seppur in affanno riesce a salvarsi e senza meritarlo va vicinissima al vantaggio con Bressan che prima approfitta di un errore di Van Bommel prima di farsi ipnotizzare da un ottimo Abbiati.
    Kevin Prince Boateng | © Giuseppe Cacace/Getty Images
    I GOL. Scampato il pericolo il Milan passa con una fucilata di Ibrahimovic al termine di una bella azione di Abate sulla destra. Lo svedese fa esplodere l’urlo di San Siro e il Milan riprende a macinare gioco senza però trovare la rete delle tranquillità. In avvio di ripresa Abbiati è chiamato al secondo miracolo prima che Cassano e Ibra ancora mettano paura ai bielorussi. A chiudere la partita ci pensa però Boateng con una sassata dalla distanza che scuote la traversa prima di mettersi in rete. La partita è chiusa e Allegri la sfrutta per far esordire Mexes in difesa. [jwplayer config=”120s” mediaid=”101091″]

  • Milan-Palermo 3-0, le pagelle. Ibra incanta, rosanero inguardabili

    Milan-Palermo 3-0, le pagelle. Ibra incanta, rosanero inguardabili

    Le pagelle ai protagonisti di Milan – Palermo 3-0 MILAN Abate 7: spinge tanto sulla destra, quando prende velocità è dura fermarlo. Impreziosisce la sua prestazione con un assist per la rete di Cassano. Dovrebbe migliorare un pò nella fase difensiva, così facendo diventerà un terzino perfetto. Meriterebbe la telefonata di Prandelli.

    Zlatan Ibrahimovic | © Claudio Villa/Getty Images
    Nocerino 7: in settimana era stato chiaro nel dire di non sentirsi una copia di Gattuso e lo dimostra con il gol da “rapace di area di rigore” che sblocca la gara proprio contro la sua ex squadra. Ibrahimovic 7.5: magie per il “sofferente” Ibra. San Siro è il suo palcoscenico, si esibisce davanti al suo pubblico sfoderando una prestazione maiuscola dopo i mal di pancia dei giorni scorsi. Magnifica l’apertura di sinistro a smarcare Aquilani in occasione del primo gol, stupendo il tocco vellutato con il quale serve in profondità Robinho per il raddoppio rossonero. Gli manca solo il gol. Robinho 7: esordio in stagione con gol. Il “peso” offensivo del brasiliano si fa sentire, il Milan ha sofferto anche la sua assenza di questa prima parte di stagione. Dovrebbe migliorare nella precisione al tiro, spesso spreca buona occasioni. Cassano 6.5: mettiamola così, al momento la sua permanenza in rossonero è il migliore acquisto della campagna trasferimenti di quest’anno del Milan. Reduce dalle ottime prestazioni in nazionale, conferma anche in campionato di essere in stato di grazia. Mette la firma alla partita segnando il 3-0 che chiude definitivamente il match. PALERMO Tzorvas 6: prende tre gol, è vero, ma se non si fosse opposto con coraggio alle conclusioni degli attaccanti rossoneri, in particolare su Robinho, il passivo avrebbe potuto essere più pesante. Silvestre e Migliaccio 5: male la coppia di centrali disegnata da Mangia per l’occasione. Il primo è confusionario, il secondo è completamente fuori ruolo: meglio schierarlo a centrocampo dove fa sempre male anche in condizioni di emergenza. Barreto 5.5: il meno peggio del centrocampo rosanero, cerca di non affondare trascinato sul fondo dai compagni di reparto che lo aiutano poco. Ilicic 4: pessimo, non entra mai in partita, prova a fare un pò di pressing ma viene portato a spasso dai portatori di palla rossoneri. Siamo sicuri che sia lo stesso giocatore che ha sbalordito lo scorso anno? Miccoli 5: una serata storta può capitare ma il “bomber tascabile” avrebbe preferito rinviare questo evento per vincere il duello a distanza con Cassano in una sorta di derby tutto pugliese (lui leccese, Fantantonio barese). MILAN: Abbiati sv; Abate 7, Nesta 6, Thiago Silva 6 (34′ Bonera 6), Antonini 6; Nocerino 7, Van Bommel 6.5, Aquilani 6.5; Robinho 7 (66′ Emanuelson 6); Ibrahimovic 7.5, Cassano 6.5 (79′ El Shaarawy sv). Allenatore: Allegri 6.5 PALERMO: Tzorvas 6; Pisano 5, Silvestre 5, Migliaccio 5, Mantovani 5; Bertolo 4.5 (74′ Acquah sv), Barreto 5.5, Della Rocca 5, Ilicic 4; Miccoli 5 (46′ Alvarez 5), Hernandez 5 (65′ Pinilla 5). Allenatore: Mangia 5

  • Ibra illumina, il Milan ne fa 3 al Palermo

    Ibra illumina, il Milan ne fa 3 al Palermo

    Pronto riscatto era la parola d’ordine in casa Milan dopo la sconfitta di Torino, detto fatto. I rossoneri tornano al successo in campionato in un momento delicato e contro una delle avversarie più rognose e più in forma della stagione, il Palermo di Devis Mangia battuto con un secco e meritato 3-0. Ad illuminare San Siro ci ha pensato un Ibrahimovic in stato di grazia che ha sfornato giocate di qualità e al quale è mancato solo il gol. Alla faccia del “mal di pancia”.

    Milan | © Claudio Villa/Getty Images
    Il Diavolo si presenta con il tridente d’attacco Ibrahimovic, Cassano, rinvigorito dopo i gol in Nazionale, e Robinho, recuperato in pieno dall’infortunio e che ha fatto il suo esordio stagionale, anche se Allegri deve fare a meno di due pedine fondamentali come il professore Seedorf, rimasto a casa per infortunio, e il guerriero Boateng, squalificato per l’espulsione rimediata contro la Juventus. Nelle fila dei rosanero, Mangia decide si retrocedere sulla linea dei difensori Migliaccio lanciando a sorpresa Ilicic dall’inizio, rinunciando ad un centrocampo più robusto come si era intuito alla vigilia, a dar man forte a capitan Miccoli ed Hernadez in attacco. Il Milan prende sin dalle prime battute il controllo della gara ma purtroppo perde anche Thiago Silva per infortunio costretto ad uscire dal campo e a far posto a Bonera, preferito a Mexes spedito a sorpresa in tribuna. Nonostante i rossoneri siano padroni del campo, il Palermo tiene bene e non corre grossi pericoli fino alla prima mezz’ora di gioco. Terminata la fase di studio i campioni d’Italia spingono sull’acceleratore con l’intenzione di andare al riposo in vantaggio. Ci provano prima Cassano con una percussione in area e poi Robinho, doppia conclusione ribattuta da Tzorvas, ma l’obiettivo viene centrato solo al 40′ quando Ibrahimovic pesca con un sinistro dolce e preciso sull’altro lato Aquilani, l’ex Juve fa da sponda di testa ad un Nocerino che non deve fare altro che spingere il pallone in rete per il classico gol dell’ex. Ripresa che inizia esattamente sulla stessa falsariga del primo tempo, il Palermo è troppo timido e non riesce a creare particolari grattacapi al Milan che cerca e trova il gol della tranquillità al 55′ con Ibrahimovic ancora protagonista e ancora in veste di uomo assist servendo con un tocco di biliardo la palla del 2-0 a Robinho che il brasiliano, sottoporta, non sbaglia. A sbagliare sottoporta però è proprio lo svedese che fallisce il 3-0 sparando troppo centralmente. Il terzo gol slitta solo di qualche minuto quando Robinho serve l’accorrente Abate, uno stantuffo tutta la gara, che offre a Cassano il privilegio di scrivere la parola fine  alla gara realizzando praticamente un rigore in movimento. Nei restanti minuti i padroni di casa non infieriscono sulla “vittima”, Allegri da spazio ad Emanuelson e ad El Shaarawy che prendono il posto di Robinho e Cassano applauditissimi dal pubblico di San Siro. Torna così a camminare in campionato il Milan che vince e convince raggiungendo quota 8 in classifica e che può guardare con più fiducia al prossimo futuro e preparare bene la gara, sulla carta impegnativa non più di tanto, di Champions con i bielorussi del Bate Borisov. Il Palermo torna in Sicilia dalla trasferta milanese ridimensionata, al di là del risultato, per la prestazione fornita. Il tecnico Devis Mangia e sì ambizioso ma forse ancora troppo acerbo per puntare troppo in alto con la squadra rosanero.

  • Dopo Ibra anche Cassano, il Milan non fa più divertire

    Dopo Ibra anche Cassano, il Milan non fa più divertire

    La settimana scorsa un’intervista rilasciata in Svezia da Ibrahimovic aveva lanciato il tam tam mediatico montando l’ennesimo mal di pancia della carriera dello svedese con il chiaro intento di batter cassa o agevolare una cessione al termine della stagione. Ieri sera però Antonio Cassano ha scelto una serata di gala condita da una doppietta e da un ottima prestazione per annunciare il suo ritiro tra tre anni, subito dopo il Mondiale di Brasile 2014. Il talento barese in una lunga intervista concessa a Rai Uno nel dopo partita manifesta tutto il suo malcontento evidenziando di sentirsi asfissiato nelle ferree regole comportamentali a cui ha deciso di attenersi per chiudere una dignitosa carriera con qualche successo.

    Antonio Cassano | © Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images

    “Gioco ancora tre anni, tre anni e mezzo. Voglio fare un buon Europeo e un buon Mondiale, trovare la continuità in azzurro. Poi smetto, perché ormai sono un po’ stanco”. La confessione di Cassano nasce dalla considerazione di esser oramai un punto di riferimento di questa nazionale, la risposta del rossonero è lunga e per molti versi inaspettata “No, i punti di riferimento sono quelli che hanno vinto tutto, Buffon, Pirlo, De Rossi. Sono uno dei più anziani, è da dieci anni che sono in Nazionale e ho solo 25 presenze, faccio sempre dentro e fuori. Speriamo che da qui ai Mondiali possa avere continuità in Nazionale e poi basta. Voglio fare un buon Europeo, un buon Mondiale e tra tre anni e mezzo smetto”.E continua “Sono 13 anni e mezzo che mi gratto la testa ed è un problema, mi gratto il naso ed è un problema, sono un problema sempre e comunque – si sfoga -. Il 70 per cento delle volte è colpa mia, sono sempre io che mi cerco le rogne. Ma nel 30 per cento in cui ho ragione finisce che sbaglio sempre io. Ma comunque a 32-33 anni al massimo smetto, esco dal calcio e mi godo la famiglia. Il calcio per me è stata la cosa più bella del mondo ma adesso sono un pò stanco, tre anni e mezzo e stop. Se no diventa una routine e la routine mi stressa”.

    Il buon momento di forma e caratteriale di Cassano è però figlio dell’ottimo rapporto costruito con Cesare Prandelli al quale il barese dedica un ringraziamento “Nel momento di maggiore difficoltà mi è stato veramente vicino, mi ha dato tanta fiducia, mi ha detto che puntava su di me e mi ha dato lo slancio anche per partire bene col Milan. Abbiamo un rapporto stupendo, speciale, e per questo voglio ringraziarlo”. E’ singolare però che siano due rossoneri non cosi troppo avanti negli anni ad annunciare un prematuro addio al calcio adducendo alla routine e allo stress le principali cause. Il malcontento ovviamente ha matrici diverse, Ibra alla perenne ricerca delle emozioni per molti è rimasto scontento della campagna acquisti del Milan a suo dire non idonea per puntare a vincere la tanto agognata Champions League. Al ribelle Cassano il grembiule da perfetto scolaretto cucitagli addosso da Galliani gli sta stretta, opprime le cassanate ma anche il suo estro…