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  • Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Difficilmente Italia-Brasile può essere considerata una partita amichevole. La Nazionale Italiana e la Selecao brasiliana giocano da sempre, dal 1938 per l’esattezza quando incrociarono destini ed ambizioni per la prima volta in un Campionato del Mondo, una delle classiche del calcio mondiale. D’altra parte il Brasile ha vinto 5 titoli iridati e l’Italia 4, per cui il blasone da mettere in campo è veramente tanto. Del resto Italia e Brasile in due occasioni hanno giocato una finale di Coppa del Mondo ed altre volte hanno accesso e ravvivato la storia di un Mundial. Ma tante ed importanti sono stati anche gli incontri perlomeno sulla carta definiti amichevoli.

    Nel ’38 a Marsiglia l’Italia liquidò gli auriverdi per 2-1, che erano tanto sicuri di vincere e per questo avevano già prenotato i biglietti per Parigi, sede della finalissima della Coppa Rimet. Nel 1970, invece, all’Azteca gli azzurri persero probabilmente per 4-1 contro il Brasile più forte della storia, ma vittima la squadra italiana anche dei propri amletici dubbi. Valcareggi giocava o con Mazzola o con Rivera, il Brasile schierava invece contemporaneamente 5 numeri 10, fra cui Pelè. Nel ’78 i brasiliani ci beffarono anche nella finale per il 3° posto in Argentina. Il compianto Dirceu segnò a Zoff con un tiro da distanza siderale. Si parlò incautamente di miopia. Nell’82, invece, l’Italia si prese la rivincita delle rivincite a Barcellona all’Estadio Sarrià. A piangere nel vero senso della parola fu il Brasile. Paolo Rossi segnò tre gol a Valdir Peres. In Brasile qualcuno morì per il forte dispiacere. Nel ’94, però, il Brasile ci sconfisse ai rigori negli States nella finale del Mondiale più brutta della storia.

    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images
    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images

    Le amichevoli anche hanno avuto il loro fascino. Nel 1956 si giocarono due amichevoli con una vittoria a testa. Nel ’63, invece, l’Italia vinse a Milano per 3-0 e Giovanni Trapattoni annullò Pelè con ogni arma e mezzo tra quelli consentiti e non. In un’altra amichevole nel ’73 vinsero gli azzurri con le reti di Riva e Capello, ma nel ’76 si impose il Brasile in rimonta. Gli italiani scoprirono nell’occasione il talento di Zico. L’Italia poi perse in amichevole in casa anche nell’89 per 1-0 e nel 2009 per 2-0. Nella Confederations Cup del 2009, invece, gli azzurri ne beccarono tre dagli auriverdi del Fabuloso Luìs Fabiano. Ma Italia e Brasile sono sempre pronte a scrivere nuove pagine di questa storia esaltante.

  • Del Piero tentato dal Flamengo di Zico

    Del Piero tentato dal Flamengo di Zico

    Il futuro australiano di Alessandro Del Piero potrebbe avere breve durata, almeno a giudicare dalle voci di calciomercato che stanno prendendo piede in maniera sempre più convinta in queste ore. Ma non si tratta di un clamoroso ritorno in Italia, bensì di un possibile approdo in Brasile ed, in particolar modo a Rio de Janeiro, ma non per assistere al più celebre Carnevale al mondo: sembra, infatti, che il Flamengo di Zico voglia tentare un assalto all’attuale numero dieci del Sydney ed ex capitano della Juventus. Il Flamengo, infatti, aveva tentato già lo scorso anno – all’indomani dal suo addio alla Juventus – di convincere Alessandro Del Piero a trasferirsi nel Paese carioca, cercando di convincerlo facendo leva sul fascino del calcio brasiliano che, ovviamente, non lascia insensibile un giocatore di classe come Alex. A confermare il ritorno alla carica del Flamengo, è il quotidiano torinese Tuttosport che riporta la notizia della presenza a Rio de Janeiro di Stefano Del Piero, fratello e agente di Alessandro, che avrebbe incontrato proprio Zico, ex campione dell’Udinese ed attualmente braccio destro del presidente Eduardo Bandeira de Mello.

    Del Piero tentato dal Flamengo di Zico | © Mark Metcalfe/Getty Images
    Del Piero tentato dal Flamengo di Zico | © Mark Metcalfe/Getty Images

    La trattativa fra il club rossonero di Rio e l’entourage di Alessandro Del Piero, come detto, era già stata abbozzata in estate ma poi venne stoppata dall’inserimento del Sydney che riuscì ad avere la meglio soprattutto a causa del fatto che il calciomercato brasiliano chiudeva il 10 di Agosto e, dunque, non ci fu il tempo di definire i dettagli dell’operazione e di comprendere in che modo potessero inserirsi i vari sponsor interessati a finanziare l’operazione. Non ci fu il tempo di definire i dettagli e, così, il progetto australiano del Sydney FC – anche in termini di stile di vita a dimensione di “famiglia” – affascinò Del Piero e sua moglie Sonia e li convinse a preferire quest’ultima soluzione, sperando di poter divenire ambasciatore del calcio australiano e dell’intero movimento che ha ancora bisogno di crescere e di rafforzare la propria immagine in un Paese in cui il seguito attorno al calcio è ancora molto ridotto rispetto ad altri sport molto più popolari.

    Quella scelta della “terra dei canguri” che, finora, dal punto di vista calcistico e dei risultati in campo non ha soddisfatto Pinturicchio, considerando che, nonostante i suoi gol in doppia cifra (10 reti in sedici presenze), la squadra fatica molto a trovare continuità e per lungo tempo ha occupato anche l’ultimo posto in A-League e, dunque, non è riuscita a compe. Un rendimento al quale un campione come Alessandro Del Piero non è certamente abituato e che, dunque, potrebbe indurlo a cambiare aria, per cercare nuovi stimoli in campo nelle ultime stagioni da calciatore, andando a “dialogare” in campo con giocatori in grado di parlare la sua stessa lingua calcistica.

    Del Piero si sente bene, ed in campo ha dimostrato di essere ancora decisivo, ed allora perchè non regalarsi un’ultima parentesi calcistica nella terra simbolo del futebol,  ed in particolare ad un anno di distanza dai tanto attesi Mondiali 2014? Molto dipenderà dal potere persuasivo di Zico, che dovrà convincere Alex a non rispettare i due anni di contratto: per un professionista come lui non sarà, però, così semplice.

  • Zico e il Flamengo contro il record di Messi

    Zico e il Flamengo contro il record di Messi

    Record a rischio. O forse l’ennesima boutade giornalistica che vuole vendere più copie. A tre giorni di distanza dal record di Messi (86 gol nel 2012, superato anche Muller), ecco giungere dal Brasile voci che sembrano mettere in discussione il guinnes dei primati realizzato dalla Pulce argentina. Nella fattispecie a materializzarsi è il fantasma del brasiliano Zico insieme al suo vecchio club, il Flamengo. Si parla di una storia vecchia di 33 anni, allorché il fuoriclasse verdeoro avrebbe realizzato nell’anno solare ’79 la bellezza di 89 gol, ovvero uno in più degli attuali 88 del marziano blaugrana. Sarà vero? Nel frattempo il club carioca ha inviato la propria documentazione alla Fifa, sebbene appaia difficile come il massimo organismo del calcio mondiale non ne sia a conoscenza.

    ARIA FRITTA– Da parte della Fifa, questo è certo, i numeri vantati dal Flamengo e indirettamente da Zico rappresentano la banale aria fritta. Per Blatter e company le uniche classifiche che fanno fede sono quelle ufficiali. Spazio per l’ufficiosità o credenze popolari non esiste. E per questo motivo qualunque ricorso verrà presentato difficilmente potrà essere preso in esame, ma sarà cestinato celermente.

    Real Betis Balompie v FC Barcelona - La Liga
    Lionel Messi contro i fantasmi Zico e Chitalu | ©David Ramos/Getty Images

    ANCHE L’AFRICA – Non solo Zico, anche l’Africa candida il suo Messi nero. Si chiama Godfrey Chitalu, classe ’47, morto nel ’93 in seguito ad un incidente aereo quando era il ct del Zambia, il suo Paese. Di gol lui ne realizzò addirittura 107, nell’anno solare 1972, lo stesso nel quale Muller fece registrare il suo record. Anche la federazione dello Zambia presenterà le proprie carte di fronte la Caf e Fifa.

    RIFLESSI – A parte il fatto che entrambi i calciatori non figurino in nessuna classifica ufficiale redatta dalla Fifa, quello che più suona strano in tutta la vicenda è il ritardo con cui il Flamengo e lo Zambia abbiano presentato le proprie lamentele al massimo organismo del calcio mondiale.

    CHE STRANO – Infatti Gerd Muller non ha mica realizzato il suo record due settimane fa, ma si parla di una storia vecchia appunto 40 anni, come sottolineato in precedenza parlando di Chitalu. Perché dunque lamentarsi proprio oggi e non già allora, quando Muller era celebrato da tutta Europa?