La Keys si è imposta 6-3; 4-6; 6-4 su VenusWilliams; la Keys nonostante un infortunio alla gamba sinistra ha conquistato la sua prima semifinale in un torneo del Grande Slam; è stata decisiva, per le sorti del match, la rimonta con Venus avanti per 4-3 e servizio. La Keys ha nell’incoscienza la sua arma principale, sfoderata con dritti e rovesci di grande potenza mentre la Williams ha utilizzato altre armi: il servizio e l’astuzia ma alla fine ha capitolato soprattutto nel primo set dove è apparsa statica e spenta senza mai riuscire a recuperare il break perso.
Nel secondo set falsa partenza per la Keys la quale si è ritrovata sotto per 4-1 ed ha accusato il dolore alla coscia sinistra; al ritorno in campo dopo lo stop medico, la diciannovenne sembra trasformata riuscendo a mettere il seria difficoltà l’avversaria, recuperati i due break di svantaggio, sembra che il match abbia girato a favore della Keys la quale commette l’errore di regalare il break, complici le difficoltà sugli spostamenti laterali e la Williams ne ha approfittato chiudendo con un ace. Nel terzo set si è assistito alla girandola di break con la Williams che si è portata avanti per 3-1 ma è calata nel servizio permettendo la Keys di recuperare lo svantaggio riportandosi in parità; la Madison è riuscita a tenere la battuta e a dominare la Williams sul suo servizio portando a casa la qualificazione.
Serena Williams, in poco più di un’ora, ha sconfitto la slovacca Cibulkova la quale è stata sconfitta per 6-2; 6-2. Il match è stato deciso dall’efficacia e dal servizio della minore delle due Williams, che ha realizzato 15 ace e perso soltanto quattro punti con la prima di servizio. Nel quarto gioco del secondo set la Cibulkova, sotto per 2-1, si è procurata le uniche palle break del match e la Williams, sotto 15-40 ha messo due ace e una prima vincente.
Ora il via alle due semifinali tra connazionali, sarà Russia contro Russia, Sharapova contro Makarova, e Usa contro Usa, Williams contro Keys, di sicuro Russia contro Usa in finale.
La Williams anticipa tutti gli altri team della Formula 1 e si presenta attraverso le prime immagini sul web della monoposto che sarà guidata da Felipe Massa e dal pilota finlandese Valtteri Bottas.
Le prime immagini della FW37 mettono in luce quelli che sono i nuovi dettami del regolamento di Formula 1, ovvero un’aerodinamica più snella dove in tutte le scuderie si potrà notare il muso meno pronunciato rispetto a quelli visti nella scorsa stagione. Nella fattispecie la monoposto di Grove griffata Williams Martini Racing ha sviluppato un progetto tanto banale quanto più probabilmente vincente, poche rivoluzioni ma tanto sviluppo di quello che la scorsa stagione era andato bene.
Pat Symonds, Direttore Tecnico del team, mette in luce proprio questo sviluppo della FW36 o meglio lo sviluppo della parte positiva della FW36 che coincide guarda caso proprio con l’effetto aerodinamico modificato dai regolamenti del 2015 e che ha permesso alla Williams di risalire dal nono al terzo posto della classifica costruttori. Tuttavia il progetto della FW37era stato elaborato addirittura prima dei successi della FW36 ed era stato temporaneamente stoppato, quindi oggi la nuova monoposto si presenta come un progetto innovativo ma che si coniuga perfettamente con l’esperienza.
A guardare le immagini rilasciate dalla scuderia di Grove si può notare proprio l’anteriore come della monoposto sia più longilineo della scorsa stagione e restringendosi all’altezza dell’avantreno poi si riallarga leggermente dall’alettone anteriore e dalle prese d’aria che sono molto più simili a quelle della Mercedes della scorsa stagione.
Dietro l’abitacolo invece si può notare la presa d’aria più ridotta e più incastonata nell’insieme della zona del motore, con le due prese d’aria laterali aerodinamicamente più affusolate di quelle della scorsa stagione.
Il punto di riferimento è sempre comunque la Ferrari, che tende ad essere nonostante la sua battibilità nei confronti della Mercedes la scuderia in primis da superare per poi proseguire l’ascesa verso il titolo iridato che la scuderia inglese insegue dal 2012. Certamente l’anticipo della presentazione della monoposto permette alla scuderia di lavorare con maggiore tranquillità sulla definizione del progetto per partire nella nuova stagione al meglio.
La motorizzazione è ancora affidata alla Mercedes che in questo momento rappresenta il top.
Ancora una volta, anche nel GP d’Italia di Formula 1, la Ferrari delude tantissimo, mentre l’ennesimo duello stagionale tra le due frecce d’argento delle Mercedes stavolta viene vinto da Lewis Hamilton, che diminuisce di 7 punti il gap che lo separa da Rosberg, diminuito da 29 a 22 punti. Ancora una volta sorprendono sia in qualifica che in gara le Williams di Massa (3°) e Bottas (4°). Come detto, malissimo le rosse, su cui si è parlato molto nel week-end per la faccenda riguardante Montezemolo. Kimi Raikkonen è solo nono, ennesima bruttissima prestazione per lui quest’anno; era andato meglio ma non troppo Alonso, che si è dovuto ritirare dopo 29 giri a causa di un guasto al motore, interrompendo una serie di ben 86 gare completate senza ritiri).
Dopo le Williams, nel GP d’Italia, si piazzano le due Red Bull, andando a completare la terza doppietta nell’ordine d’arrivo: Mercedes-Mercedes-Williams-Williams-Red Bull-Red Bull. Grande rimonta di Daniel Ricciardo, che distacca di 9 secondi il compagno di scuderia Sebastian Vettel. Settima la Force India di Perez, poi Button, Raikkonen, Magnussen (che ha ricevuto 5 secondi di penalità per una manovra pericolosa: il suo tempo infatti è di 1.01.171, sarebbe arrivato settimo). 11° Kvyat, poi Hulkenberg e Vergne. Doppiati di un giro Maldonado, Sutil, Grosejan, Kobayashi e Bianchi, due giri per Gutierrez ed Ericsson. Si ritirano Alonso e Chilton.
Parte male Hamilton che si ritrova quarto, passato dalle due Williams. Ne approfitta Rosberg, che poi però sbaglia due frenate in chicane ed è costretto a tagliarle, permettendo al compagno di squadra inglese, che intanto si era ripreso la seconda posizione, di passarlo. Molto acclamato sul podio dai suoi ex tifosi è stato Felipe Massa, che ritorna sul podio per la prima volta dopo l’addio alla Ferrari.
Per dimostrare che i motori Mercedes sono assolutamente i migliori basta guardare la griglia di arrivo di questo GP d’Italia: tra le prime 10, 7 sono motorizzate Mercedes: oltre alle due Mercedes vere e proprie, ci sono le due Williams, la Force India di Perez e le McLaren di Button e Magnusson.
A sei gare dal termine, la classifica è questa:
Rosberg 238, Hamilton 216, Ricciardo 166, Bottas 122, Alonso 121, Vettel 106, Button 72, Hulkenberg 70, Massa 55, Raikkonen 41, Perez 39, Magnussen 38, Vergne 11, Grosejan 8, Kvyat 8, Bianchi 2. Sutil, Ericsson, Maldonado, Gutierrez, Chilton, Kobayashi e Lotterer a 0.
In F1 non è cambiata la storia in Germania, nemmeno un incidente nel Q1 per Hamilton è riuscito a fermare la doppietta Mercedes sul podio insieme alla Williams di Bottas di cui parleremo dopo. I numeri della classifica costruttori riassumono perfettamente l’inizio di questa stagione di Formula 1. La Mercedes ha 178 punti in più rispetto alla Red Bull, poi la grande sorpresa Williams, che ha conquistato 3 podi consecutivi con Bottas e avrebbe anche molti punti in più senza i ritiri di Massa. Ecco poi, quarta, la Ferrari, 116 punti di cui 97 conquistati da Alonso. Sì, Kimi Raikkonen ha guadagnato, in 10 gare, appena 19 punti, quelli che si guadagnano sommando un secondo posto e un decimo. Numeri che hanno portato Niki Lauda addirittura a descrivere la Ferrari come “un’auto di mer….”. Peggio solo la McLaren che, già dall’ anno scorso, ha dimostrato di avere un enorme gap senza Hamilton rispetto agli altri top team. Proviamo a dividere scuderie e piloti in tre categorie: sorprese, nella norma e delusioni.
SORPRESE: Mercedes, Ricciardo, Williams, Force India, Marussia
NELLA NORMA: Vettel, Toro Rosso, Lotus, Catheram, Sauber
DELUSIONI: Ferrari, McLaren
Inutile dire perché la prima dell’elenco è la Mercedes, mentre Ricciardo ha superato la concorrenza di Vettel conquistando risultati superiori a quelli del compagno di squadra 4 volte campione. Poi la Williams che ora è terza in classifica costruttori, con i podi di Bottas e gli sfortunati incidenti di Massa. Bene anche la Force India, quinta, senza prestazioni eccezionali ma sempre bene. Poi tra le sorprese mettiamo la Marussia per un semplice motivo: nonostante sia andata a punti solo una volta (grazie a innumerevoli ritiri di altri piloti), sono gli unici due punti della storia della scuderia, che quindi permettono al team di non trovarsi ultima insieme alle colleghe Catheram e Sauber. E’ Jules Bianchi il record-man della Marussia.
Nella norma invece Vettel che spesso non fa grandi prestazioni. Dalla Red Bull alla Toro Rosso, fino alla Lotus da cui comunque ci si poteva aspettare di più. Nella norma anche Catheram e Sauber, 0 punti, ma dalle quali non ci si aspettava niente di più.
Le delusioni sono Ferrari e McLaren. Gli inglesi erano andati male già l’anno scorso con l’addio di Hamilton, la Ferrari non aveva dato spettacolo ma di certo non era andata così male, soprattutto Massa non aveva fatto male come Raikkonen. Non ha cambiato molto l’arrivo di Mattiacci al posto di Domenicali.
Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada
anche se non è più la stessa strada
anche se non è più la stessa cosa .
Così inizia la canzone che Lucio Dalla dedicò al grande campione brasiliano Ayrton Senna che nel pomeriggio del 1° maggio 1994 perse la vita in un tragico incidente alla curva Tamburello durante il Gran Premio di San Marino ad Imola.
20 anni dopo quella tragedia il ricordo di Senna è ancora vivo, nelle menti degli appassionati di Formula Uno, ma anche di tutti gli sportivi, rimangono ancora le gesta del grande campione, ma anche del grande uomo, che seppe far emozionare ed appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo.
Nato a San Paolo nel 1960, Senna mette subito in luce il suo talento sui kart, a 21 anni inizia la sua carriera con le monoposto realizzando grandi prestazioni con le formule minori sino all’esordio in F1 con una Toleman nel 1984, annata nella quale il giovane asso brasiliano entusiasma tutti ottenendo un incredibile secondo posto nel Gran Premio di Monaco sotto un vero e proprio diluvio, ma la gara fu fermata mentre Senna stava rimontando su Prost togliendo al brasiliano una possibile vittoria. L’annata si chiuse con altri due piazzamenti a podio.
Molte scuderie si lanciarono su di lui, la più abile fu la Lotus con la quale Senna corse per 3 stagioni, dimostrando il suo punto di forza, il giro veloce, con la scuderia inglese ottenne 16 pole position e 6 vittorie.
Nel 1988 il passaggio alla McLaren dove trovò, come compagno, quello che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi rivali, Alain Prost. L’anno per l’asso brasiliano fu trionfale e con una super vettura riuscì a surclassare il compagno di team, ottenendo così il primo titolo mondiale. Nel 1989 con un finale thrilling fu Prost a soffiare il titolo a Senna a Suzuka, l’anno dopo Ayrton “restituì il favore” all’ex compagno, passato alla Ferrari, conquistando il secondo alloro mondiale. Il terzo titolo arrivò con qualche fatica in più, contro una grande Williams nel 1991, questo sarà ‘ultimo mondiale che Senna metterà in bacheca.
Nel 1992 e nel 1993 la Williams cominciò a dimostrarsi molto più competitiva della McLaren, nonostante tutto nel biennio Senna riesce a conquistare 8 successi, in Australia nel 1993 arriverà quella che sarà la sua ultima vittoria.
Nel 1994 finalmente, approfittando anche del ritiro dalle corse di Alain Prost, Senna riuscì ad ottenere il sedile della tanto desiderata Williams-Renault, sogno che purtroppo durò soltanto 3 gare.
La Williams di allora, a causa di nuovi regolamenti, aveva perso competitività, non era semplice da guidare ma nonostante questo Senna nelle prime due gare, Brasile e Pacifico, ottenne due Pole Position, vanificate poi in gara, da un testacoda ad Interlagos, sotto la pressione dell’astro nascente Michael Schumacher, e da un incidente in partenza ad Aida. Senna voleva rifarsi e l’occasione giusta era il Gran Premio di San Marino in programma il 1° maggio 1994.
Il weekend di Imola fu però tragico, l’incidente del venerdì, senza gravi conseguenze al connazionale Barrichello, quello purtroppo mortale di Ratzenberger al sabato, tutto questo segnò pesantemente Senna che però nonostante tutto decise di correre e alla domenica si posizionò al suo posto, in Pole Position.
Dopo una caotica partenza, con l’ingresso della Safety Car per rimuovere i detriti di un incidente tra Lehto e Lamy, la gara riprese il suo corso, Senna piazzò subito un giro veloce per allontanare Schumacher senza sapere che di lì a poco sarebbe giunta la sua fine.
Al 7° giro, dopo aver tagliato il traguardo, Senna si preparò ad affrontare la curva Tamburello in piena velocità, il piantone dello sterzo cedette e l’impatto contro il muretto, nonostante la frenata del pilota, fu inevitabile. Nello schianto il puntone della sospensione anteriore destra s’infilò nella parte altra della visiera del pilota, causando sfondamento della regione temporale destra e provocando quelle che si rivelarono le lesioni fatali.
Le immagini successive sono impresse nella mente di tutti, la macchina che rientra verso la pista, Senna inerte nell’abitacolo, l’intervento dei soccorsi, la pozza di sangue perso dal pilota nella via di fuga, l’elicottero che atterra per portare il brasiliano all’ospedale di Bologna. Quei lunghi momenti di gelo furono accompagnati dalla speranza del miracolo, che però non avvenne: Ayrton Senna si spense all’ospedale alle 18.40 del 1° maggio 1994 senza aver mai ripreso conoscenza.
Tutto il mondo si unì al dolore del Brasile che con solenni funerali, pianse la perdita del suo campione.
Vorrei concludere questo ricordo citando ancora Lucio Dalla che nella sua canzone ci dice:
E ho deciso una notte di maggio
in una terra di sognatori
ho deciso che toccava forse a me
e ho capito che Dio mi aveva dato
il potere di far tornare indietro il mondo
rimbalzando nella curva insieme a me
mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”
e io ho chiuso gli occhi.
Michael Schumacher lotta per la sua vita e la Formula Uno lo omaggia con la dedica di una curva, la prima, nel circuito del Bahrain che celebra quest’anno il suo decennale e vuol ricordare il primo vincitore del Gran Premio, proprio Michael Schumacher nel 2004, al volante della Ferrari. Per molti potrà sembrare un gesto discutibile, se non altro perchè simili circostanze avvengono come commiato: il senso dell’iniziativa, però, vuol essere un altro e, dunque, la stessa portavoce di Schumacher Sabine Kehm ha commentato positivamente la notizia “a Michael piacerà”. Il prossimo 6 Aprile si correrà per la prima volta in notturna sul circuito del Bahrain, che può contare su un avvenieristico impianto di illuminazione costato ben 13 milioni di euro e che illuminerà a giorno il deserto. Uno scenario suggestivo, sicuramente, che proprio al via presenterà la curva “Michael Schumacher”.
A questo punto, in vista dell’esordio del Mondiale di Fomula Uno in Australia del 16 Marzo, è bene fare il punto della situazione in termini di “work in progress” fra i diversi team di Formula Uno. Nei test svoltisi in questi giorni proprio sul circuito del Bahrain, si è evidenziato un brillante Felipe Massa a bordo della sua Williams che ha fatto registrae 1’33” 258. Bene anche la Mercedes con Rosberg che ha fatto registrare il secondo tempo: 1’33”484. La Ferrari, invece, non ha brillato particolarmente: Fernando Alonso ha puntato alla quantità più che alla qualità, al fine di rodare bene la vettura con un alto numero di giri, mentre il finlandese Kimi Raikkonen è parso in maggiore difficoltà a causa di un problema al connettore.
A sorpresa, poi, è da registrare la grande difficoltà della Red Bull del campione del Mondo Sebastian Vettel: dopo il ridotto numero di giri dei giorni scorsi, ancora problemi piuttosto seri alla sua vettura che, appena uscita dai box, alla fine della corsia, ha costretto Sebastian Vettel a parcheggiarla, per poi essere recuperata dal carro attrezzi.
Jenson Button è stato il pilota più veloce nelle prove libere del Gran Premio di Germania, decimo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Sul circuito di Hockenheim il pilota della McLaren ha messo a segno il giro più veloce di giornata grazie al tempo di 1:16.595, tempo fatto segnare nella prima sessione di prove con pista asciutta. Al secondo posto troviamo l’altra McLaren, il compagno di squadra Lewis Hamilton che lo segue a distanza, a ben mezzo secondo di distacco dalla prima posizione, segno che con i nuovi aggiornamenti la Freccia d’Argento è pronta per ritornare a volare.
Significative sono state infatti le novità portate dal team inglese, a partire dalle nuove fiancate, dal nuovo retrotreno ma soprattutto le novità a livello di meccanica all’interno della monoposto che dovrebbero portare ad un incremento delle prestazioni della vettura in pista.
Seguono al terzo posto Fernando Alonso con la prima delle Ferrari a sette decimi di ritardo e la Mercedes di Micheal Schumacher staccato di pochi millesimi dallo spagnolo. Bene la Sauber che piazza Sergio Perez in quinta posizione davanti alla Force India di Nico Hulkenberg e l’altra Mercedes di Nico Rosberg. Felipe Massa chiude le sue prime libere in ottava posizione davanti a Pastor Maldonando e a Romain Grosjean che chiudono la top-ten.
Importanti aggiornamenti anche per quanto riguarda la Lotus che avrebbe portato in Germania un dispositivo molto simile all F-Duct per migliorare ancora di più la velocità di punta, ma perfettamente legale visto che viene azionato direttamente dal DRS e non dal pilota. Grande trovata dunque per il team di Enstone che comunque si era già dimostrata nella prima parte della stagione una delle vetture più veloci sul rettilineo.
Tuttavia il compagno Kimi Raikkonen chiude le prime libere in 15esima posizione a due secondi e due decimi di distacco dalla vetta. Indietro anche le Red Bull che hanno preferito nascondersi con Sebastian Vettel 12esimo e Mark Webber 20esimo in una sessione che di indicativo ha dato davvero poco.
Nelle seconde libere caratterizzate dalla pioggia incessante è invece salito in cattedra Pastor Maldonado che ha sfruttato il breve periodo di tregua della pioggia per montare le gomme intermedie e migliorare giro dopo giro il suo tempo che alla fine è risultato il migliore della sessione grazie all’ 1:27.476. Il ritorno della pioggia ha poi impedito ai piloti di migliorare le posizioni fino a quel momento ottenute congelando di fatto la sessione.
Alle spalle del pilota venezuelano ha chiuso Nico Rosberg che in gara sarà penalizzato di cinque posizioni sulla griglia di partenza per aver sostituito il cambio a causa di un guasto. Il tedesco ha preceduto il campione del mondo in carica Sebastian Vettel e il messicano della Sauber Sergio Perz che si è confermato veloce anche sul bagnato.
Quinto posto per Romain Grosjean davanti alla Toro Rosso di Daniel Ricciardo, mentre chiude ottavo Jenson Button che dimostra di non essere veloce tanto quanto sull’asciutto con la nuova McLaren, e a dimostrazione di ciò la 19esima posizione di Lewis Hamilton. L’inglese precede in nona posizione Mark Webber e in decima Kimi Raikkonen.
Deludenti le Ferrari con Massa 12esimo e Alonso 20esimo proprio alle spalle di Hamilton, anche se nel box si respira un cauto ottimismo in vista della gara. Tanti i testacoda della sessione provocati proprio dalla pioggia che ha reso molto scivolosa la pista: Ricciardo è stato autore di un uscita di pista al Motodrome senza conseguenze, peggio è andata a Micheal Schumacher che sempre nello stesso punto ha perso il controllo della sua Mercedes danneggiando la parte posteriore e quella anteriore della vettura, causando la bandiera rossa e la sospensione anticipata della sessione. Le libere continueranno anche nella mattinata di domani prima delle qualifiche che si svolgeranno al pomeriggio ma atenere banco è come sempre il meteo che anche in questo week-end si preannuncia più incerto che mai.
Dopo la pausa di una settimana dall’ultimo Gran Premio di Spagna disputatosi nel caldo torrido di Barcellona ecco che la Formula 1 scalda di nuovo i motori per far tappa nel Principato di Monaco, sesto appuntamento del Mondiale 2012, che proprio quest’anno festeggia il suo 70esimo anniversario dalla sua entrata ufficiale nel calendario di F1. L’ultimo GP ha regalato la prima vittoria di Pastor Maldonado, nonchè un grande equilibrio nel campionato al cospetto dei 5 vincitori diversi su altrattante gare disputate. Ecco perchè il GP di Monaco che si terrà domenica si preannuncia come uno dei più avvincenti degli ultimi anni.
IL FASCINO DI MONTECARLO – Monaco rappresenta il circuito più corto con i suoi 3,34 km da percorrere per 78 giri (260,52 km il totale), ma allo stesso tempo quello più lungo visto che le medie sul giro molto basse impongono una maggior durata della distanza in gara. Montecarlo è il circuito più longevo e anche il più lento del calendario con le strette stradine e chicane che lo caratterizzano ma sicuramente anche quello più carico di fascino al pari di circuiti storici come Spa-Francorchamps o Monza dove una vittoria vale certamente qualcosina in più in termini di importanza rispetto agli altri circuiti, ma soprattutto rappresenta ancora uno dei pochi tracciati dove il pilota può ancora fare la differenza e teatro di grandi gare in passato. I muretti vicinissimi alla pista impongono infatti una grande concentrazione per tutta la durata della gara, in cui chi sbaglia non ha via di scampo.
INCOGNITA METEO E GOMME – A differenza di Barcellona dove tutti i piloti hanno dovuto modificare un pò il loro stile di guida per preservare maggiormante le gomme che nell’ambiente torrido della Spagna si usuravano con molta facilità, il clima monegasco dovrebbe dare un pò di tregua visto che le temperature si preannunciano più basse e gradevoli. Proprio per questo, così come lo scorso anno, la Pirelli porterà per la prima volta in stagione la gomma Supersoft, quella con dicitura rossa, che verrà utilizzata come gomma morbida, e quella soft, con spalla gialla, come mescola più dura. Questa scelta dovrebbe garantire un maggiore spettacolo ma soprattutto meno calcoli da parte dei piloti che dovranno preoccuparsi meno di risparmiare le gomme e più sulla prestazione assoluta. Ma attenzione al meteo, che potrebbe riservare in previsione del wee-end una gara sotto la pioggia
FERRARI LAVORA SULL’AERODINAMICA – Rispetto a tutti gli altri circuiti a Monaco è necessaria un’impostazione della vettura nettamente diversa. Per questo in Ferrari si cerca di portare più aggiornamenti possibili atti a migliorare quello che è il carico aerodinamico della monoposto lasciando da parte l’efficenza del motore, che sul circuito cittadino è richiesta al minimo. Tuttavia non si tralasciano molti degli aggiornamenti portati in Spagna e che potrebbero rivelarsi molto utili visto che la F2012 sul circuito del Montmelò, anche se con caratteristiche diverse, è sembrata migliorata rispetto alle prime gare. In Ferrari si tiene a far bene in vista di questo Gran Premio, anche perchè pochi giorni fa, esattamente il 21 Maggio, cadeva l’anniversario del debutto del Cavallino nel Mondiale di F1, proprio sul circuito di Montecarlo nel 1950.
INCERTEZZA SUI FAVORITI – Come detto la Ferrari arriva bene al Gran Premio di Monaco grazie al secondo posto di Alonso nel GP di Spagna che lo ha rilanciato nuovamente in vetta alla classifica mondiale, anche se in coabitazione con Sebastian Vettel. Così come la Williams e Maldonado, binomio vincente al Montmelò, e la Lotus, sempre a piazzamento in questa stagione con Raikkonen e Grosjean, e che senza sorprese potrebbe essere la sesta scuderia vincente nei primi 6 GP. Chi invece arriva un pò meno meglio nel Principato sono Red Bull e soprattutto McLaren. La scuderia austriaca sembra la brutta copia della vettura imbattibile delle ultime due stagioni, mentre a Woking, dopo un inizio abbastanza incoraggiante, paiono aver perso la strada giusta e stanno trovando più difficoltà del previsto a tenere il passo dei primi. Inoltre le caratteristiche della Mp4-27 sembrano adttarsi bene ai circuiti con curve ad alta velocità, praticamente inesistenti a Monaco, e meno a quelle di bassa velocità, paricolare sul quale i due piloti di Woking dovranno lavorare molto.
SCHUMACHER PENALIZZATO – Si parte comunque da una certezza, ovvero la squalifica comminata a Michael Schumacher che verrà retrocesso di 5 posizioni a qualifica ultimata per aver tamponato il brasiliano della Williams Bruno Senna durante il Gran Premio di Spagna. La manovra del tedesco era stata esaminta a fine gara dai commissari che hanno deciso di infliggere la penalità nel GP successivo, visto che la gara dei due piloti a Barcellona era terminata con l’incidente in causa.
PROGRAMMA WEEK-END – Come di consueto il week-end monegasco si aprirà con le prove libere, non di venerdì come su tutti gli altri circuiti, ma di giovedì. Si parte con le prime prove libere alle ore 10:00. seguite dalle seconde libere alle ore 14:00. Da giovedì si riprenderà poi sabato in cui si terranno le terze libere nella mattinata dalle 11:00 alle 12:00, e successivamente la lotta per la pole con le qualifiche delle ore 14:00. Stesso orario per la gara, domenica alle ore 14:00.
Non finisce di stupire il campionato del mondo 2012 di F1, uno dei più combattuti degli ultimi anni. Il week-end spagnolo ha regalato il quinto vincitore diverso, sia come pilota che come costruttore, su cinque gare, ultimo quello storico di Pastor Maldonado, primo pilota venezuelano a vincere un GP. Si conferma bravissimo ancora una volta Fernando Alonso, che conquista un ottimo secondo posto, cosi come Kimi Raikkonen, ancora a podio. Sugli scudi anche Lewis Hamilton e Kamui Kobayashi. Male invece Jenson Button, Mark Webber e Felipe Massa.
Maldonado 10 – massimo voto per il protagonista assoluto di questo GP. Evita di compromettere la sua gara facendo sfilare Alonso al via, poi gestisce la gara da leader vero senza la benchè minima sbavatura. Magistrale il giro più veloce in prossimità nel secondo pit dello spagnolo che intanto aveva finito le gomme e che gli ha permesso il sorpasso. Dopo la pole regalatagli gentilmente dal pasticcio della McLaren corona il suo week-end perfetto con la prima vittoria in F1, e per questo nel suo paese c’è già chi vuole santificarlo.
Williams 10 e lode – ritorno alla vittoria nel giorno più significativo, ovvero nel 70esimo compleanno del suo fondatore Frank Williams, presente ai box e visibilmente emozionato. Risultato meritato vista la crescita esponenziale della vettura di quest’anno che potrebbe riportare la scuderia ai fasti di un tempo.
Alonso 9,5 – vincere davanti al pubblico di casa poteva essere il massimo per lo spagnolo che ce l ha messa tutta per ripagare l’apporto dei suoi fans. La macchina però, a suo dire, lo tradisce nel finale e deve accontentarsi della seconda piazza, che porta comunque punti preziosi in cascina. Si comporta sempre da vero leader, quale nel team in effetti lo è.
Raikkonen 9 – il secondo podio consecutivo è la giusta ricompensa per il finlandese, che da quando è ritornato ha sempre dimostrato di non aver perso lo smalto dei tempi migliori. Ha solo da recriminare al box, che lo tiene inspiegabilmente in pista con gomme finite per una presunta quarta sosta di Maldonando e Alonso, che alla fine non è arrivata. Ha la forza nel finale di riportarsi negli scarichi dello spagnolo, quando però ormai è troppo tardi per attaccarlo. Ciliegina sulla torta dedica il suo risultato alla mamma. Genio.
Grosjean 8 – ottima la prestazione del francese che continua a sorprendere e soprattutto a portare punti importanti al team. Per lui anche la consolazione di aver ottenuto il giro più veloce della gara. Niente male.
Kobayashi 9 – la scelta di aver risparmiato un treno di gomme in qualifica ha pagato. Il giapponese senza acuti di rilievo chiude la gara in quinta posizione ma soprattutto vince la sfida in famiglia con il suo compagno di squadra Sergio Perez. Questa volta è toccato a lui portare in alto i colori della Sauber.
Vettel 7,5 – il risultato non rispecchia tutto quanto messo in pista dal tedesco, che si batte fin dalla partenza per cercare di guadagnare terreno sui primi. Una penalizzazione eccessiva, presa nello stesso momento e per la stessa ragione da Massa, ne rallenta l’azione ma comunque riesce a limitare i danni portando a casa un sesto posto che gli permette di mantenere la leadrship della classifica mondiale in coabitazione con Fernando Alonso.
Hamilton8,5 – parte ultimo retrocesso da una penalizzazione di cui non ha colpa e che forse in fin dei conti è risultata anche eccessiva. Lui in gara fa quel che può, esaltandosi a suon di soprpassi come solo lui sa fare, cercandi di risparmaire al massimo gli pneumatici che nel clima infuocato della Spagna si consumavano velocemente. Alla fine deve arrendersi proprio a causa delle gomme finite ma l’ottavo posto davanti al compagno di squadra porta allo stesso tempo tanta soddisfazione e tanto rammarico.
Button 5,5 – lui che è cosi bravo nell’usare le gomme va i crisi come non mai e si vede. Parte davanti al compagno di squadra, retrocesso ultimo, a fine gara gli termina dietro. Doveva ma soprattutto poteva fare di meglio sin dalle qualifiche. Non pervenuto.
Mclaren 3 – week-end nero per la suderia inglese che comincia malissimo sin dalle qualifiche con il pasticcio del carburante che costa la pole position a Hamilton. Come se non bastasse per la terza volta consecutiva la gara dell’inglese viene condizionata ai box dall’errore dei meccanici che lo tengono ai box più del previsto. Tutto da dimenticare
Massa 4 – pessimo in qualifica con il 17esimo tempo (recupera una posizione poi per la retrocessione di Hamilton in ultima posizione), parte bene e difende egregiamente la sua posizione ma si perde rovinando la sua gara subendo una penalizzazione per non aver rispettato le bandiere gialle.
Webber 5 – totalmente in confusione, cosi come la Red Bull. Praticamente evanescente sia in qualifica, fuori gia in Q2, e in gara tanto che senza penalizzazioni riesce ad arrivare dietro anche al suo compagno di squadra
Cinque su cinque. Tanti infatti sono i vincitori diversi delle prime cinque gare di questo equilibratissimo Mondiale 2012 di Formula 1, che oggi ha visto trionfare Pastor Maldonado, salito sul gradino più alto del podio assaporando il gusto dolce della prima vittoria in Formula 1, ma non è tutto.
L’ex campione del mondo della GP2 è infatti il primo venezuelano a centrare un successo in F1, e lo fa vincendo il Gran Premio di Spagna sul circuito del Montmelò nei pressi di Barcellona, regalando a Frank Williams il ritorno alla vittoria proprio nel giorno del suo 70esimo compleanno, vittoria che mancava da ben otto anni dal Gran Premio del Brasile del 2004 con Juan Pablo Montoya. Non è un caso che il ritorno alla vittoria coincida con l’anno del ritorno del motore Renault, binomio che ha caratterizzato le vittorie della scuderia negli anni 90, e con questo meritatissimo successo il team di Groove diventa la quinta vettura diversa vincente nei primi cinque GP di quest’anno.
Da evidenziare la prestazione di Maldonado, che dopo aver perso la testa della corsa alla partenza in favore di Fernando Alonso, riesce a recuperare con una grandissima strategia di gara e a scavalcare lo spagnolo al secondo pit-stop, grazie anche ad un giro record che gli permette di guadagnare ben 2 secondi all’idolo di casa. Da vero veterano poi la gestione della prima posizone, mai messa in dubbio neanche nel finale quando Alonso cominciava a farsi minaccioso negli specchietti ma senza riuscire a trovare il guizzo giusto per portargli l’attacco definitivo.
Il pilota della Ferrari dal canto suo deve recriminare per quel doppiaggio su Charles Pic della Marussia in prossimità della sua seconda sosta che gli ha fatto perdere decimi importanti per la vittoria, anche se è fuori di dubbio che anche senza questo episodio difficilmente avrebbe battuto il super-Maldonado di oggi. Non è bastato infatti l’apporto incredibile del suo pubblico allo spagnolo che nel finale deve ancora lottare con problemi di usura gomme, ma tutto sommato può comunque consolarsi per la continua crescita della Ferrari che nelle sue mani sembra davvero efficace, e per la ritrovata vetta della classifica in coabitazione con Sebastian Vettel.
Anzi nel finale il pilota della Rossa ha il suo bel da fare per mantenere a distanza uno scatenato Kimi Raikkonen, che grazie alla maggior freschezza delle sue gomme a mescola dura gli recupera secondi su secondi portandosi negli scarichi della F2012, me per il sorpasso è troopo tardi. Costa caro al finlandese volante l’ aver ritardato di qualche giro il suo ultimo pit-stop, ma in definitiva il week-end spagnolo conferma il suo buon periodo di forma, basta pensare che il finnico è stato l’unico a mantenere il passo dei primi due piloti, e quindi podio più che meritato.
Medaglia di legno per l’altra Lotus di RomainGrosjean, ancora una volta protagonisti, mentre bella la prestazione della Sauber di KamuiKobayashi che vede premiata la scelta di risparmiare un set di gomme nelle qualifiche con un’ottima quinta posizione.
Dalla settima posizione in poi, a prte Alonso naturalmente, troviamo tutti gli altri big. A cominciare dal campione del mondo in carica SebastianVettel che salva il salvabile chiudendo la gara in sesta posizone, che viste come si erano messe le cose, è oro colato. Partendo da una discutibile penalizzazione per non aver rispettato le bandiere gialle per l’incidente occorso a MichaelSchumacher e BrunoSenna, che ha causato al tedesco la perdita di molte posizioni, per passare alla strana sostituzione del nuovo muso anteriore che apparentemente non sembrava avere problemi.
Nonostante ciò il numero uno in carica riesce a terminare davanti all’unica Mercedes superstite di NicoRosberg che con il settimo posto chiude degnamente il week-end spagnolo del team tedesco, visto l’ennesimo ritiro del compagno di squadra. Non è bastata infatti come in Cina la super-velocità del propulsore Mercedes sul rettilineo principale per competere per la prima posizone e anzi la W03 ha dovuto fare i conti con l’usura degli pneumatici che con il caldo torrido di Barcellona sono ritornati punto debole della vettura.
Mezzo disastro in casa McLaren dove l’unica nota positiva è ancora una volta la rimonta di LewisHamilton, che dall’ultima posizione, dopo la squalifica inflittagli nella giornata di ieri, riesce a limitare i danni e a chiudere davanti al suo compagno di squadra JensonButton. L’anglo-caraibico ha gestito al meglio i suoi pneumatici dimostrando di non essere poi cosi aggressivo come si dice e la tattica delle due soste ha pagato, almeno per quanto riguarda lo scontro in famiglia, ma un ottava e una nona posizione non possono essere certo risultati positivi per il team di Woking, che deve fare ancora i conti con gli errori dei meccanici ai box durante i pit-stop. E’ toccato nuovamente ad Hamilton che al momento di uscire dalla sua piazzola passa sopra la pistola di avvitamento dei dadi della ruota posteriore sinistra, fortunatamente per lui senza conseguenze.
Alle spalle delle due McLaren la ForceIndia di NicoHulkenberg che chiude la top-ten in decima posizione, mentre da dimenticare la gara dell’altra RedBull di MarkWebber, 11esima ad un giro di distacco, e per l’altra Ferrari di FelipeMassa, che come Vettel ha dovuto subire il drive throught per aver ignorato le bandiere gialle, chiudendo la sua gara soltanto in 15esima posizione.