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  • Zenga: Dubai, la barba tinta e Montella

    Zenga: Dubai, la barba tinta e Montella

    Sono ore di grande fermento quelle che si stanno vivendo in casa Sampdoria riferite a Walter Zenga, esonerato dal presidente Ferrero proprio oggi e dove si fanno già i nomi dei sostituti, tra i quali proprio Vincenzo Montella. Un susseguirsi di voci, notizie, smentite e parziali conferme che si sono accavallate da subito dopo la fine del match contro la Fiorentina in poi. Ma la verità è che tutto nasce da un po’ più lontano e forse da una piazza che “l’uomo ragno“, come allenatore, non l’ha mai amato.

    La Sampdoria occupa la parte sinistra della classifica, a tratti ha mostrato un bel gioco, soprattutto davanti, ha battuto squadre davanti a lei in classifica ed è una delle sorprese della stagione in Serie A. Tuttavia tra il club ligure e l’ex-portierone della Nazionale è nata la burrascosa aria del divorzio.

    Walter Zenga | Foto Twitter
    Walter Zenga | Foto Twitter

    Se i risultati danno parzialmente ragione a Zenga l’ambiente se ne è allontanato sempre di più fino all’esonero di oggi, vediamo perché.

    In diverse partite il tecnico ha schierato formazioni che poi hanno dovuto subire cambi in corsa per riparare le cose, in alcuni casi è andata bene in altri no. Non piace alla piazza la gestione del cosiddetto turn-over e il poco utilizzo in esso di Antonio Cassano, vero e proprio idolo della tifoseria e riabbracciato da essa a “furor di popolo” in estate.

    Anche i media liguri non hanno certo aiutato questa unione, infatti non è stata mai persa l’occasione di rimarcare eventuali divergenze tra il tecnico e i giocatori o la dirigenza, ultimo in ordine temporale una mezza frase catturata dai microfoni, proprio di Cassano, che si è tramutata in un “caso”.

    ZENGA, LA FIORENTINA E QUELLA BARBA FINTA

    Il match con la Fiorentina ha denotato la netta superiorità della squadra di Sousa, inoltre la Samp è sempre stata fuori dalla partita, da stabilire i grandi meriti della squadra viola e i demeriti di una Sampdoria abulica. Risultato, uno 0-2 che non ha lasciato spazio a repliche e il costante pallino del gioco in mano ai viola.

    La barba tinta di Walter Zenga | Foto Twitter
    La barba tinta di Walter Zenga | Foto Twitter

    Walter Zenga si è presentato in panchina con un particolare che subito dai media è stato ripreso e sui social di riflesso è diventato argomento gettonatissimo, una barba marcata, probabilmente con l’henné, color castano.

    Un indizio che, abbinato al viaggio a Dubai sfruttando la sosta del campionato e all’interesse della società blucerchiata per Vincenzo Montella apre lo scenario della separazione preannunciata. Walter Zenga è sposato con Raluca Rebedea, terza moglie dopo le separazioni con Elvira Carfagna e Roberta Termali. Insieme vivono a Dubai, decisione presa dopo gli ultimi ingaggi di Zenga nell’Al-Nasr e Al-Jazira prima dell’offerta di Ferrero. L’influenza araba sulla coppia è presente e quella barba tinta è sembrata subito proprio un richiamo a quella cultura.

    La tintura della barba con l’henné è un segno di buon auspicio, un augurio rivolto molto probabilmente ai suoi compagni. Nella pratica islamica significa “che iddio sia compiaciuto di tutti loro” e probabilmente Zenga, che era la prima volta che lo faceva, intendeva salutare i suoi compagni prima di tornare a Dubai, da dove già sapeva che non sarebbe tornato ad allenarli. Lo stesso colore scelto ha quel significato, il nero per il costume islamico è autorizzato solo nel caso di una battaglia per intimorire i nemici per dare un inganno sull’età del guerriero, Zenga aveva la barba tinta castano.

    Walter Zenga dopo la partita con la Fiorentina parte per Dubai e da subito partono le indiscrezioni sul suo futuro con la possibile non autorizzazione del presidente per la sua presunta vacanza mediorientale. Ma in verità sembra che il distacco fosse programmato da entrambe le parti.

    La Sampdoria già da qualche settimana puntava un papabile sostituto di Zenga e in Montella aveva trovato il profilo giusto, l’alternativa principe era Donadoni o Corini, Delneri invece era stato scartato quasi a priori dallo stesso FerreroMontella anche economicamente è sostenibile per la Sampdoria, mentre la parte complicata risulta essere la buona uscita richiesta dalla Fiorentina (subito 5 milioni), con la quale il tecnico campano non ha chiuso in modo idilliaco.

    Poi accade che Donadoni prende la via di Bologna e che Iachini entra nel baratro “zampariniano” mettendo quindi alle strette la Samp che si trova ad aver fretta di decidere, continuare con Zenga o cambiare?

    La piazza continua a mugugnare e i risultati restano altalenanti, domenica sera la goccia che ha fatto traboccare il vaso con la richiesta esplicita dei tifosi “Ferrero caccialo!“.

    Il sogno blucerchiato Vincenzo Montella | Foto Twitter
    Il sogno blucerchiato Vincenzo Montella | Foto Twitter

    Oggi è giunta l’ufficialità dell’esonero di Walter Zenga e rimane solo da aspettare che venga designato il nuovo tecnico, intanto la Sampdoria ha incassato il “sì” di Vincenzo Montella e ora si tratta sulla buona uscita chiesta dalla Fiorentina, scesa a 2 milioni. Si attendono sviluppi.

  • Gianni Vio, a Firenze lo stratega dei calci piazzati

    Gianni Vio, a Firenze lo stratega dei calci piazzati

    Con il suo “Più 30 per cento” ha conquistato Walter Zenga. Stiamo parlando di Gianni Vio, lo stratega dei calci d’angolo. Attualmente fa parte dello staff tecnico della Fiorentina di Vincenzo Montella.  Gianni Vio è da un’eternità nel mondo del calcio, anche se la sua popolarità è cresciuta in maniera esponenziale quando i giocatori del Catania iniziarono a stupire avversari e pubblico con i loro insoliti schemi sulle palle inattive. Doppia barriera, colonne di soldati, spogliarelli improvvisati, movimenti che soltanto a prima vista sembravano casuali ma che invece avevano come pregio quello di mandare in bambola sistematicamente i difensori avversari. Tutto questo è Giovanni Vio, veneziano classe ’53, che dal venerdì alla domenica sveste i panni di impiegato dell’Unicredit a Mestre per insegnare ai giocatori gli schemi da attuare nel match della domenica.

    Uno dei segreti del mago veneto è proprio l’imprevedibilità. Chi ha mai visto la doppia barriera in campo che si oppone alle punizioni degli avversari? Non solo un lavoro tattico, ma anche psicologico, è alla base di “Più 30 per cento”, libro scritto insieme allo psicologo Alessandro Tettamanza, che ad oggi rappresenta la pietra miliare per chiunque voglia studiare gli schemi sulle palle inattive.

    Gianni Vio insieme a Walter Zenga | © Internet

    Vio viene scoperto da Walter Zenga. I due iniziano una fitta corrispondenza telefonica, che ha come esito naturale l’ingresso nello staff tecnico dell’ex nerazzurro alla Dinamo Bucarest. La collaborazione tra i due si rivela tanto prolifica da convincere Zenga a portarlo con sé in Italia nei 3 anni in Sicilia, durante le esperienze di Catania e Palermo. Rimangono leggendari i calzoncini abbassati di Plasmati, che si dividono tra mito e realtà, con Gianni Vio sempre restio a confermare la paternità del gesto poi messo fuorilegge dall’ex designatore degli arbitri Pierluigi Collina.

    Quest’estate Gianni Vio è ingaggiato dalla Fiorentina, voluto fortemente dalla coppia Montella-Pradè. Anche ieri sera, nell’anticipo serale contro la Juventus, i viola hanno dato assaggio della sagacia di quello che è stato ribattezzato il mago dei calci d’angolo.

    Gianni Vio in allenamento con i ragazzi della Fiorentina
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  • Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Alla fine dopo il trambusto e le voci che si rincorrevano sul possibile esonero in casa Inter, sembra aver prevalso il buon senso, e per le stesse parole di Massimo Moratti, Ranieri dovrebbe ancora sedere sulla panchina nerazzurra. Attenzione la chiamata risolutiva tra il presidente e l’allenatore ancora non c’è stata, ma il numero uno interista ha di fatto lasciato intendere come per ora ancora non sia il momento di dirsi addio:“Non ho ancora sentito Ranieri, non ci sono riuscito, avevo altre cose da fare, c’era Consiglio Saras e non ho potuto proprio. Lo farò adesso, magari più tardi”, ha precisato il presidente, e alla domanda sulla possibile presenza di Ranieri nel prossimo turno con il Catania, Moratti ha lanciato un segnale chiaro a favore del tecnico: “Penso proprio che ci sarà”.

    Scelta molto saggia e perché no azzeccata, considerando come qualsiasi cambio nell’immediato forse non avrebbe cambiato il vento in casa Inter. C’è da considerare come le colpe del tecnico romano in questo periodo di crisi nera siano davvero limitate, e come le alternative rimaste su piazza non siano all’altezza della situazione. La soluzione interna non convince nessuno, con Beppe Baresi e Luis Figo in pole per sostituire Ranieri, considerando come il portoghese sia  totalmente a digiuno di un’esperienza sulla panchina, più che un’ipotesi sembra un suicidio calcistico.

    Claudio Ranieri | ©ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    L’altra scelta, quella che porta al nome  di Zenga, farebbe felici moltissimi tifosi nerazzurri, ma è difficilmente percorribile poiché il tecnico in forza all’Al-Nasr di Dubai non lascerebbe la sua squadra (qualificata per la Champions Asiatica) per rimanere sulla panchina nerazzurra solo fino a giugno, lasciando poi il posto a uno come Guardiola o gli altri big di cui tanto si parla.

    Ranieri rimane dunque, ma forse, solo per mancanza di valide alternative, e in attesa di tornare a vedere l’Inter vincere contro un Catania che sta disputando, grazie al suo tecnico Montella un campionato spettacolare. Oltre alla sfida contro gli etnei in campionato rimane uno snodo fondamentale per il proseguo della stagione nerazzurra, il match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Proprio in quella sfida, sempre che non saluti prima, Ranieri potrà giocarsi le sue ultime carte, avendo l’occasione di ribaltare il risultato dell’andata e portate ai quarti la truppa nerazzurra, guadagnandosi una permanenza più lunga sulla panchina interista.

  • Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Inter, fiducia a Ranieri ma pronte le alternative

    Dopo la serie record di 7 vittorie consecutive è arrivata con la stessa regolarità una striscia nera di risultati negativa in cui il tecnico nerazzurro Ranieri ha conquistato in sei partite un punto collezionando cinque sconfitte. L’ultima batosta in ordine cronologico ha di fatto intaccato gli equilibri all’interno dello spogliatoio e fatto perdere la pazienza a un presidente che ha lasciato anzitempo lo stadio prima del tracollo finale sul 3-0. Ranieri non si è arreso, senza nemmeno considerare per un attimo l’ipotesi dimissioni, convinto che la squadra possa ancora seguire le sue direttive, ma nel frattempo oggi al centro sportivo di Appiano Gentile si è di fatto tenuta una riunione tra i vertici societari e il tecnico.

    CHAMPIONS LEAGUE – Tutto in stand by per il momento, con l’obiettivo di affrontare il prossimo match di Champions League contro il Marsiglia senza incrinare ulteriormente gli equilibri abbastanza compromessi. Ranieri rimane in panchina, ma navigando a vista, dove un tonfo contro i francesi potrebbe realmente rappresentare l’ultima sua presenza con le vesti di tecnico nerazzurro. Proprio oggi Ranieri alla ripresa degli allenamenti ha radunato la squadra per parlare con tutti i giocatori e in seguito ha ricevuto la visita dei massimi dirigenti nerazzurri: il direttore tecnico Marco Branca, il direttore sportivo Pietro Ausilio e il vicedirettore generale Stefano Filucchi erano tutti presenti per dare un segnale forte alla squadra.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    FUTURO? –Difficile capire quale sarà il futuro di questa Inter, ma meno oscuro è quello relativo al tecnico, poiché anche se dovesse fare bene in entrambe le sfide europee difficilmente Ranieri continuerà a sedere sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione. Nell’immediato, una sonora sconfitta in ambito europeo probabilmente aprirebbe le porte a un gestione ‘tecnica’ e temporanea della rosa, nelle mani del vice allenatore Beppe Baresi, e in quelle del ministro degli esteri nerazzurro Luis Figo. Soluzione quantomeno fantasiosa che non affascina fortemente Moratti, stufo di cambiare così spesso allenatore. Diverso il discorso per il futuro prossimo, dove continua il corteggiamento sibillino tra il presidente nerazzurro e Guardiola. Notizie dell’ultima ora confermano come il rinnovo del tecnico blaugrana stia diventando un affare più complicato del previsto e questo punto si potrebbe iniziare a fantasticare sul quella sciarpa nerazzurra portata da Pep nella sfida contro il Leverkusen.

    ALTERNATIVE – Le alternative non mancano di certo, dove dopo il si di Hiddink all’Anzhi rimane libera la casella relativa a Fabio Capello, strada però difficilmente percorribile dopo le dichiarazioni negative dello stesso tecnico in merito all’affare con l’Inter. Rimane aperta una possibilità per il sogno del presidente Moratti che vorrebbe vedere sedersi sulla sua panchina il Divin Codino Roberto Baggio. Volendo continuare non mancano le suggestioni, con l’ipotesi Villas Boas che se non dovesse andare avanti in coppa, proprio contro il Napoli, chiuderebbe di fatto una stagione deludendo ogni aspettativa di Abramovic. Rimane anche la pista che porta a un ex nerazzurro come Walter Zenga, idolo dei tifosi, ma sempre poco considerato dai vertici nerazzurri per il suo curriculum senza esperienza in una grande piazza. Lo special one Josè Mourinho rimane invece solo un sogno, per tutti i tifosi che ieri urlavano a squarciagola il suo nome, in memore dei tempi del triplete, e dell’Inter in cima al mondo.

    Prima di intavolare trattative e pensare al successore di Ranieri, come aveva già spiegato lo stesso presidente Massimo Moratti c’è ancora una stagione da disputare, e arrivati a questo punto da salvare. Marsiglia è la prima tappa, poi ci sarà la sfida contro il Napoli al San Paolo. Partite da dentro o fuori, in cui si capiranno le reali potenzialità di una squadra che potrebbe risorgere come l’araba fenice o continuare a sprofondare come mai si era visto negli ultimi anni.

  • Gigi Buffon eletto miglior portiere degli ultimi 25 anni

    Gigi Buffon eletto miglior portiere degli ultimi 25 anni

    Nel giorno delle celebrazioni per il passaggio del turno di Coppa Italia della Juventus, con la straripante vittoria per 3-0 contro la Roma, e del primo gol allo Juventus Stadium del capitano dei record, Alessandro Del Piero, con una pennellata delle sue, una di quelle che aveva indotto l’Avvocato Agnelli (si celebrava proprio in occasione del match anche il nono anniversario dalla sua scomparsa, ndr) a soprannominarlo Pinturicchio, un altro juventino sale alla ribalta.

    Parliamo di Gigi Buffon, superportierone della Nazionale e della Juventus, ritornato quest’anno nei panni di Superman, saracinesca insuperabile e sicura, protetto finalmente da una difesa sicura ed attenta, dai meccanismi consolidati, esente quasi sempre dai brividi di puro terrore che erano diventati il leit motive della squadra nelle scorse stagioni.

    Ora, basta osservare il volto di Gigi Buffon per percepire il polso della squadra: il portierone è il ritratto della serenità, al contrario di quanto mostrava negli scorsi anni, quando non poteva far altro che scuotere e rimproverare i suoi difensori, oltre che se  stesso, prima di andare mestamente a raccogliere il pallone in fondo alla rete, dopo tante perforazioni fin troppo agevoli da parte degli avversari.

    Gigi Buffon | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Serenità che si ripercuote, positivamente, sul suo rendimento in campo: assolutamente impeccabile finora. Tutto ciò, dunque, era inevitabilmente un preludio all’importante riconoscimento che l’Iffhs gli ha tributato, definendolo il miglior portiere degli ultimi venticinque anni, dal 1987 ad oggi.

    Com’è solito fare, il prestigioso istituto statistico ha comunicato la “notizia” stilando una classifica, guidata proprio da Buffon, con 226 punti, davanti allo spagnolo campione d’Europa e del Mondo, Iker Casillas, ed all’olandese Edwin Van Der Saar (suo predecessore nella Juventus prima di affermarsi definitivamente del Manchester United), che ha lasciato il calcio alla fine della scorsa stagione.

    Nella top ten, poi, compaiono anche il danese Schmeichel, il tedesco Oliver Kahn (storico capitano del Bayern Monaco), il ceco Petr Cech, il paraguayano Chilavert, l’italiano Walter Zenga (all’ottavo posto nella speciale classifica, ndr ), Zubizarreta, ed il brasiliano Taffarel, campione del Mondo nel 1994 con la nazionale Verdeoro.

  • Gasperini esonerato. Inter, a chi la panchina?

    Gasperini esonerato. Inter, a chi la panchina?

    Che Gasperini avesse ormai terminato la sua avventura all’Inter lo si era intuito ampiamente già ieri sera al termine della partita persa a Novara per 3-1 dalle dichiarazioni del presidente Massimo MorattiNon ha la squadra in mano, lasciamo trascorrere la nottata“, che di fatto lo avevano messo già alla porta, e dall’assenza sua e del suo staff alla Pinetina dove i calciatori stamattina ha svolto regolare allenamento, ma l’ufficialità del divorzio è giunto solo ad ora di pranzo.

    © Claudio Villa/Getty Images
    Sul sito ufficiale dell’Inter è comparso infatti il comunicato dell’esonero di Gasperini: “La Società ringrazia Gian Piero Gasperini per l’impegno dimostrato nello svolgimento dell’incarico, manifestando il proprio rammarico per l’interruzione del rapporto tecnico“. La squadra è stata affidata temporaneamente alla coppia Baresi – Bernazzani che hanno diretto il loro primo allenamento. Nel frattempo i vertici nerazzurri stanno decidendo in queste ore il candidato alla successione dell’ex tecnico del Genoa: in pole c’è Claudio Ranieri, attualmente opinionista e commentatore tecnico Rai, che però non è gradito da una parte della tifoseria per i suoi trascorsi alla Juventus quando con Mourinho furono protagonisti di battibecchi e di veleni reciproci. Secondo le ultime indiscrezioni Moratti avrebbe in agenda già nel pomeriggio un incontro con l’ex allenatore della Roma, se dovesse sfumare Ranieri resta in piedi l’ipotesi Delio Rossi, anche lui senza panchina ma per sua scelta rifiutando prima l’incarico al Genoa e poi il ritorno a Palermo dopo l’esonero di Pioli, che rappresenterebbe l’ideale al momento per le idee e modulo che propone molto più congeniali all’Inter vista negli ultimi anni. Meno probabili invece le situazioni interne che portano a Luis Figo e Beppe Baresi (che dovrebbe rimanere a fare il vice) oppure quelle “romantiche” che portano a Walter Zenga, nome caldeggiato vivamente dalla tifoseria ma che non scalda troppo il cuore del presidente, e Roberto Baggio. A Moratti l’ardua scelta….

  • Traghettatore? Moratti sceglie un nuovo progetto

    Traghettatore? Moratti sceglie un nuovo progetto

    E’ paradossale ma inevitabile l’Inter si trova a scegliere un nuovo tecnico subito dopo esser salita sul tetto del mondo e lo deve far in fretta per poi scegliere di comune accordo come sfruttare la sessione invernale di mercato per completare e rinvigorire l’organico.

    Il dato certo è che i quattro acquisti chiesti da Benitez non solo non arriveranno ma il tecnico spagnolo mangerà il panettone da disoccupato nonostante l’ultimo scatto d’orgoglio. Moratti sta pensando al futuro e ad uno progetto nuovo che riporti l’Inter sul tetto d’Europa in brevissimo tempo, e per questo riteniamo di escludere un traghettatore o una soluzione interna.

    Le tre scelte reali sono in ordine di gradimento Spalletti, Capello e Hiddink, poi più defilati ci sono Zenga e Leonardo. L’ex tecnico giallorosso è reduce da una stagione destante con lo Zenit San Pietroburgo e i russi non sembra vogliano privarsene con molta facilità, Moratti cercherà un accordo con i russi e proporrà un contratto di due anni e mezzo a Spalletti per aver il tempo di plasmare il suo organico.

    Con Capello c’è stato un contatto pochi giorni fa ad Abu Dabi ma la voglia del tecnico di giocare l’Europeo con l’Inghilterra sembra esser al momento un ostacolo insormontabile. Nelle ultime ore è spuntato il nome di Guus Hiddink.

  • Benitez, adesso è davvero finita. Moratti guarda al futuro

    Benitez, adesso è davvero finita. Moratti guarda al futuro

    Massimo Moratti si sente tradito da chi in estate gli ha consigliato di intraprendere questa strada e scegliere un mercato soft e sopratutto Benitez in panchina, lo sfogo di ieri e ancor prima quello dopo la debacle nel derby contro il Milan ne sono gli episodi più lampanti.

    Se prima di Brema, il Mondiale per Club poteva esser il banco di prova per Benitez dopo la debacle in terra tedesca il tecnico spagnolo, in caso di vittoria, conserverà la panca ma a giugno dirà addio al nerazzurro. Il presidente è consapevole che prender un nuovo tecnico adesso potrebbe esser controproducente e oltretutto non potrebbe esser una prima scelta visto che la maggior parte sono impegnati su altre panchine.

    Quindi i nerazzurri opteranno per il cambio tecnico solo se il viaggio ad Abu Dabi dovesse rivelarsi ancora fallimentare e con ogni probabilità a quel punto si sceglierebbe un traghettatore. I nomi per giugno sono “i soliti noti” in cima alla lista sembra tornato ad esserci Fabio Capello difficilmente però lascerà la nazionale inglese prima dell’europeo, dietro c’è Pep Guardiola classe e carisma da vendere ma che vorrebbe dire affidarsi ad un nemico di Mou e ad un suo alterego. Le altre soluzioni portano a Spalletti mentre sembrano non aver chance il milanista Leonardo e l’interista Zenga.

  • La Juventus ne fa 5 all’Al Nassr in amichevole. Tris di Trezeguet

    La Juventus ne fa 5 all’Al Nassr in amichevole. Tris di Trezeguet

    Nonostante il gran caldo e le gambe appesantite dalla preparazione pre-campionato, la Juventus nella sua seconda uscita stagionale ha battuto gli arabi dell’Al Nassr guidati da Zenga per 5-0.

    Il 4-4-2 che ha proposto Del Neri vedeva un undici iniziale diverso rispetto al test di domenica scorsa con la Rappresentativa dilettantistica del Trentino: il tecnico bianconero ha mischiato le carte proponendo in attacco la coppia Del Piero e Amauri, quest’ultimo autore del gol che ha sbloccato il risultato sul finire del primo tempo di testa imbeccato splendidamente da un assist del capitano della Juventus. Ed è stato proprio il numero dieci bianconero il protagonista della prima frazione di gioco andando vicino al gol in un paio di occasioni.

    Ad un primo tempo opaco però è seguita una ripresa nettamente migliore: la consueta girandola di cambi ha portato in campo Diego e Trezeguet al posto di Del Piero e Amauri. I nuovi entrati sono apparsi molto più in forma dei rispettivi compagni di reparto. A parte il rigore sbagliato al 48′, il brasiliano ha fatto vedere buone cose, importante anche per un suo recupero psicologico dopo la sfortunata annata appena conclusa. Poi è salito in cattedra Trezeguet che prima ha raddoppiato e poi nel giro di 3 minuti ha portato le marcature della Juventus a 5 completando la sua personale tripletta. Precedentemente aveva messo la sua firma sul match anche il giovane Pasquato.

    Il test ha prodotto importanti indicazioni all’allenatore Del Neri: in ritardo di condizione gli esterni che hanno giocato dal primo minuto, Martinez e Lanzafame oltre a Grosso e Grygera. In palla già, come dicevamo, Diego Del Piero e Trezeguet in odore di riconferma e che sta convincendo a suon di gol il tecnico.

  • Liscio & Sbalascio: Huntelaar che sorpresa! Ferrara ma che partita hai visto?

    Si è appena conclusa il 14°turno di campionato e “Liscio & Sbalascio” riprende le sue promozioni e bocciature della giornata calcistica.

    Partiamo da ieri sera e promuoviamo senza alcuna riserva l’impresa del Genoa che nel derby della Lanterna si impone con il risultato di 3-0 umiliando i cugini blucerchiati.
    I rossoblu erano chiamati alla svolta dopo gli ultimi passi falsi e un derby è sempre un’ottima occasione per dimostrarla. Nel duello GasperiniDel Neri è il primo a trionfare, per le scelte tecniche, per l’interpretazione della partita, per la capacità di motivare i giocatori. Dopo l’aspulsione di Biava, il Genoa con l’uomo in meno rialza la testa e affonda la Sampdoria, che a dire il vero in campo sembra non essere mai scesa.

    E all’improvviso si impone nei nostri promossi anche Huntelaar che, chiamato da Leonardo a risollevare le sorti di una partita destinata sullo 0-0, realizza una doppietta nel giro di 5 minuti dall’ingresso in campo (dal 93′ al 95’le reti segnate). Giocatore sempre criticato e mai entrato nelle grazie dei propri tifosi, impiegato nel momento peggiore dei rossoneri è stato poi messo in naftalina da quando Leonardo si è inventato il “Modulo Entusiasmo“.

    Bene anche la Roma di Ranieri che con oggi colleziona il quarto successo consecutivo e poco importa se la prestazione non è stata delle migliori, se l’Atalanta fino all’ultimo ha sfiorato il pareggio, nel calcio contano i risultati.

    Bocciato senza remissione di peccato Ciro Ferrara e la Juventus tutta. Una squadra fatta di importanti campioni, invidiati da molte società, ma che in campo continua a deludere. La Juventus oscilla tra le vittorie schiaccianti alle quali susseguono prestazioni da dimenticare. Dopo il crollo in Champions League contro il Bordeaux, ci si aspettava oggi una reazione della squadra. Reazione che non c’è stata. E Ciro Ferrara dovrebbe esaminare meglio le partite a cui assiste, se nel dopo partita si sentono frasi come ” Oggi non meritavamo di perdere. Se pensate che siamo stati deludenti avete visto un’altra partita“. Noi crediamo davvero di aver sbagliato canale.
    La Juventus non ha un’identità di squadra, la Juventus di oggi ha gli stessi punti dell’anno scorso, gli stessi che aveva fatto Ranieri. E Ferrara quest’anno era chiamato a fare meglio di Ranieri.

    Dopo aver tessuto le lodi per il Genoa non possiamo non criticare la Sampdoria nel derby. Avevamo già sottolineato che l’undici blucerchiato sembrava non fosse scesa in campo. Come in ogni occasione che conta Cassano non è riuscito a prendere per mano la squadra, e qui si possono capire le contestazioni di una frangia di tifosi doriani, che si aspettano da un leader una reazione da “Leader”.

    Bocciamo anche Zamparini che dopo aver contattato nell’estate scorsa Walter Zenga per portare lo scudetto a Palermo, e dopo aver giurato di non rischiare la panchina in caso di sconfitta nel derby col Catania, pensa bene di esonerarlo per il pareggio rimediato ma il suo successore Delio Rossi, dimostra che i Limiti dei rosanero non stavano nella conduzione tecnica.

    Infine bocciamo ancora una volta quei tifosi bianconeri che anche a Bordeaux, durante la partita di Champions League, non hanno risparmiato i cori contro Balotelli, allo stesso modo come condanniamo i “buu” di oggi a Cagliari contro Sissoko, malgrado tra i media non abbia suscitato il clamore come per l’attaccante nerazzurro.