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  • Puzzle Sport. A Mazzarri e Di Natale il Premio Prisco

    Puzzle Sport. A Mazzarri e Di Natale il Premio Prisco

    Scelti i vincitori del celebre ‘Premio Prisco’ targato 2011, il riconoscimento intitolato alla memoria del compianto dirigente dell’Inter amato per la sua ironia e per la sua cultura decubertiana. Sono Igor Campedelli, presidente del Cesena, Walter Mazzarri, tecnico del Napoli dei Miracoli ed Antonio Di Natale,attaccante dell’Udinese spettacolo, i vincitori dell’edizione numero nove del ‘Premio Prisco’ alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva.

    I tre vincitori, individuati dalla giuria presieduta da Sergio Zavoli e composta da Italo Cucci, Gianni Mura, Giampaolo Ormezzano edal Generale di Corpo d’Armata Corinto Zocchi (Presidente del Comitato Giuseppe Prisco), hanno battuto una nutrita e qualificata concorrenza. Igor Campedelli, che nell’albo d’oro del premio succede, tra gli altri, a Massimo Moratti e ad Aurelio De Laurentiis, ha battuto Luigi Corioni (Brescia) e Tommaso Ghiradi (Parma) anche perché principale artefice della scalata del suo Cesena dalla Prima Divisione alla serie A in soli due campionati; Walter Mazzarri, che iscrive il suo nome dopo quelli di Mancini, Mazzone, Spalletti, Ancelotti, Ranieri ed Allegri, è stato scelto in una terna composta anche da Malesani del Bologna e Guidolin dell’Udinese.

    I supporters friulani, tuttavia, hanno di che consolarsi: nella categoria riservata ai calciatori, infatti, ha vinto il capocannoniere della scorsa Serie A con 29 reti e capitano bianconero Totò Di Natale che ha avuto la meglio sull’highlander Marco Di Vaio (Bologna) e sull’enfant prodige Andrea Ranocchia (Inter). Il bomber campano riporta il premio in Italia dopo che nella scorsa edizione ad aggiudicarselo era stato l’argentino Diego Milito dell’Inter (in passato, si erano meritati il riconoscimento autentici fuoriclasse come Roby Baggio, Alex Del Piero, Gianfranco Zola e Daniele De Rossi).

    Il premio speciale di giornalismo ‘Nando Martellini’, abbinato al ’Prisco’, è stato appannaggio di Roberto Beccantini de ‘La Stampa’ (Crosetti de ‘La Repubblica e Cerqueti di ‘Rai Sport erano gli altri papabili). Ai vincitori verrà consegnata una scultura appositamente realizzata dal Maestro Pietro Cascella e nella cerimonia di premiazione, che si terrà presso il Teatro Marrucino di Chieti in data 16 Maggio, sarà conferito un riconoscimento al giornalista originario di Silvi Marina Federico de Carolis.

  • Mercato Napoli: si punta su Douglas Costa, ma il sogno è Pastore

    Mercato Napoli: si punta su Douglas Costa, ma il sogno è Pastore

    Lo straordinario campionato della squadra di Mazzarri, in piena lotta scudetto e quasi certo della qualificazione alla prossima Champions League, induce il presidente De Laurentiis a guardarsi intorno, per rafforzare ulteriormente la squadra azzurra nel prossimo calciomercato estivo, in prospettiva di una stagione – la prossima – da affrontare da protagonisti, come quella attuale.

    La squadra di Mazzarri attualmente ha consolidato un ottimo equilibrio, soprattutto in fase offensiva, con il trio delle meraviglie, Hamsik, Lavezzi e Cavani, tuttavia, chi si ferma nel calcio è perduto e, dunque, è già tempo di volgere lo sguardo oltre, per incrementare l’organico di pezzi di qualità, che permettano di affrontare le competizioni nazionali ed Europee.

    In proposito, emerge l’interessamento del Napoli per il 21 enne brasiliano Douglas Costa de Souza, giovane talento che milita negli ucraini dello Shakhtar Donetsk di Lucescu, messosi in particolare ecidenza nella gara degli ottavi di Champions League che gli ucraini hanno vinto per 3-2 all’Olimpico eliminando la Roma. Il giovane talento brasiliano è duttile nella sua capacità di giocare sia da esterno che da trequartista, e pertanto potrebbe sostituire sia lo slovacco Marechiaro Hamsik, che il Pocho Lavezzi in caso di evenienza.

    Il cartellino del giovane Douglas Costa si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro, investimento considerevole ma che potrebbe comunque essere intrapreso di buon grado dalla dirigenza, perchè coerente con la politica di ringiovanimento della rosa, che porterà nella prossima stagione anche agli arrivi ormai certi di  Tim Matavz e Federico Fernandez. E’ necessario, però, muoversi con anticipo, giocando sul fattore “timing”, evitando di giungere ad un’asta al rialzo del prezzo del cartellino, poichè al giovane brasiliano sono interessati anche il Manchester United, il Barcellona ed il Manchester City, che – di certo – possiedono una maggiore disponibilità finanziaria rispetto ai partenopei. Dal canto loro, gli ucraini dello Shakhtar venderebbero di buon grado il talento brasiliano, a fronte dell’investimento di 7 milioni di euro effettuato lo scorso anno, sfruttando così la possibilità di ottenere una consistente plusvalenza.

    Sempre sul versante arrivi della prossima stagione, il Napoli sogna sempre l’acquisto dello svizzero dell’ Udinese Gokhan Inler, finora inseguito invano da due stagioni e considerato una pedina fondamentale per il centrocampo di Mazzarri. Con la qualificazione in Champions, però, tutto sarebbe più semplice, assecondando maggiormente le richieste economiche della famiglia Pozzo che, per ora richiedono circa 10 – 12 milioni di euro per lo svizzero.

    Resta aperto, inoltre, il canale spagnolo: nella Liga si stanno seguendo, in modo particolare, tre giocatori: Borja Valero, 26enne del Villarreal, Ruben Perez, 22enne che milita nel Deportivo La Coruna ma che è di proprietà dell’Atletico Madrid e Javi Martinez, 22enne dell’Atletico Bilbao.

    E, se lo scudetto è un sogno ad occhi aperti, sul mercato il sogno ad occhi aperti per il Napoli si chiama Javier Pastore, ideale per il tridente offensivo di Mazzarri, affiancando Lavezzi e Cavani e riportando Hamsik al suo ruolo naturale di mezz’ala destra.

    Il gioiello del Palermo è considerato ufficialmente “incedibile, anche per 100 milio di euro” dal presidente Maurizio Zamparini, tuttavia tali categoriche affermazioni potrebbero essere ridimensionate da un’offerta – realisticamente – adeguata dei partenopei, proseguendo un canale privilegiato inaugurato lo scorso anno con il passaggio di Edison Cavani dai rosanero al Napoli. Potrebbero essere sufficienti 25 milioni di euro per il talento argentino che andrebbe, così, ad incrementare la numerosa lista di sudamericani in maglia azzurra.

  • Mazzarri al Chiambretti Night “Marotta sa cosa voglio”

    Mazzarri al Chiambretti Night “Marotta sa cosa voglio”

    Dopo esser stato eletto da Prandelli come il “Maradona del Napoli” Walter Mazzarri riceve una nuova incoronazione mediatica con la chiamata di Piero Chiambretti per la puntata di questa sera del Chiambretti Night, palcoscenico dove si alternano i numeri uno dello sport.

    Il contottiero del Napoli da alcuni spunti importanti toccando diversi argomenti spinosi quali il suo futuro in panchina, il rapporto con i colleghi da Mourinho ad Allegri, per chiudere con Cassano. Di seguito riportiamo parti dell’intervista tratti da Sportmediaset.it

    “Io alla Juve? Con l’attuale dg bianconero Marotta ci sono state discussioni ai tempi della Sampdoria perché non era abituato ad allenatori che giocano con difesa a tre. Ora però sa benissimo cosa vuole Mazzarri se dovessimo ritrovarci insieme, ma questo non vuol dire che andrò alla Juve”

    Mazzarri l’antipatico ?
    “C’è poca abitudine a sentire uno che dice quello che pensa. Ci sono molte persone non troppo lineari, c’è ipocrisia, ma va bene così, in fondo quelli troppo simpatici non li teme nessuno. Non sono capace di fare il finto umile. Io sono simpatico con chi è simpatico. Quello che faccio viene valutato diversamente. Io per esempio sono stato espulso solo una volta, a differenza di altri miei colleghi che vengono espulsi almeno due volte in un campionato. Eppure dicono che aizzo il pubblico quando mi lamento per un rigore che secondo me c’era”.

    Lo scudetto? “Faccio spesso gli scongiuri. Stiamo andando oltre ogni prospettiva, ci sono ancora 21 punti in palio e può succedere di tutto, cercheremo di andare più in alto possibile. Faremo corsa su di noi e alla fine tireremo le somme. Quando ci sono annate così imprevedibili vuol dire che tutte le componenti hanno funzionato al meglio, non solo l’allenatore. Quando le cose vanno bene tutti si danno meriti. Ma quando le cose vanno male un allenatore può solo contare sul suo staff”.

    Il suo diverbio con Mourinho
    : “La frase che un asino non diventerà mai un cavallo di razza? Non la disse Mourinho ma un suo galoppino. Quando c’è stato da discutere della prestazione dell’Inter a Napoli, lui non volle riconoscere che il Napoli giocò meglio dell’Inter. Lui disse che non ho mai vinto la coppa Toscana? Bisogna vedere il valore delle squadre che abbiamo allenato e fare il calcolo degli investimenti fatti dalle società”.
    Anche con Allegri non ci sono stati problemi particolari: “Mi sono fatto la fama che ho problemi con colleghi, ma molte volte non si vede che le battute vengono da altri e io rispondo. Se foste stati attenti prima della partita col Milan io ho risposto a battute di altro. Ognuno di noi ha fatto percorsi diversi, come uomo non lo conosco, come allenatore conosco i suoi trascorsi”.

    Su Buffon: “Nessuno può discuterlo poi se ha dei problemi fisici è un altro discorso, ma resta il primo portiere al mondo”. Su Quagliarella: “Dispiace si sia fatto male. Se lo riprenderei? Nessuno l’ha cacciato”. Infine, una battuta sul suo rapporto con i calciatori di grande personalità: “Non ho mai avuto problemi con i giocatori cosiddetti difficili anzi ho creato un bel rapporto per esempio con Lucarelli. Di Cassano ho un buon ricordo, due anni senza che sia successo nulla”.

  • Da vice Lavezzi a vice Cavani, Mazzarri si affida a Mascara

    Da vice Lavezzi a vice Cavani, Mazzarri si affida a Mascara

    Il popolo partenopeo si prepara ad invadere Bologna per incitare i propri beniamini nel sogno chiamato scudetto. Dopo la vittoria thrilling contro la Lazio, il Napoli affronterà il Bologna di Malesani con il chiaro obiettivo di conquistare i tre punti e continuare a metter pressione al Milan impegnato nel posticipo contro la Fiorentina domenica sera.

    Mazzarri però dovrà fare a meno del suo talismano Cavani, ammonito nel match contro i capitolini e squalificato dal giudice sportivo per aver raggiunto quota 4 ammonizioni. E’ la prima volta che il Napoli dovrà rinunciare al Matador non per scelta tecnica e il tecnico livornese sta lavorando alacramente per trovare la giusta soluzione.

    L’indiziato a prender il posto del Matador è Mascara, l’ex capitano etneo dovrebbe esser preferito a Lucarelli e Sosa per la maggior duttilità e la maggiore predisposizione al sacrifico. E’ un’occasione d’oro per l’attaccante siculo di rimediare alla brutta prestazione confezionata contro il Milan quando si trovò a sostituire Lavezzi.

    Proprio dal Pocho Mazzarri e i tifosi si aspettano qualcosa di più in zona gol sfruttando la sua imprevedibilità nell’inedito ruolo di prima punta. L’assenza di Cavani si farà sicuramente sentire ma per il Napoli è l’ennesima prova di maturità da superare esaltando la coesione del gruppo.

  • Prandelli tifa Napoli, senza Mourinho nessuno si indigna

    Prandelli tifa Napoli, senza Mourinho nessuno si indigna

    Che il nuovo corso azzurro sia nato sotto i migliori auspici lo si intuisce dall’entusiasmo dei giocatori di rivestire l’azzurro, dai risultati sempre positivi e sopratutto dalla grande disponibilità dimostrata da Prandelli nei confronti della stampa e delle società.

    Il calcio però ha leggi tutte sue che valgono per alcuni e non per altri. Ricordo il grande caos intorno a delle dichiarazioni dell’allora ct Lippi che pronosticava la Juventus di Ferrara come vincitrice del campionato. Lo Special One tuonò trovando l’appoggio del popolo interista e della stampa “è inopportuno che un ct faccia dichiarazioni di questo tipo” diceva Mourinho.

    Prandelli, oggi, ha esternato il suo tifo per il Napoli “Lo scudetto a Napoli? Tifo Napoli per tanti motivi: per la capacità di coinvolgere i tifosi e per la programmazione. Rivedo la Fiorentina degli anni passati”. Ma la dichiarazione è passata normalmente così come l’elogio a Mazzarri paragonato a Maradona “Grande è il merito di Mazzarri di valorizzare tutti i giocatori senza snaturare il modulo. Quando hai un impianto di gioco condiviso dai giocatori si hanno questi risultati”

    Pungolato dalla stampa il ct risponde anche alla domanda su un suo possibile arrivo sulla panchina partenopea “Io al Napoli un giorno? Un passo alla volta, ora sono in Nazionale e mi concentro su questo. Sogniamo azzurro in questo momento. Col Napoli non ci sono mai stati contatti in passato”.

  • “MaraCavani” il sogno si fonde con la realtà

    “MaraCavani” il sogno si fonde con la realtà

    Se il campionato 2010/11 non può definirsi ancora concluso il grosso del merito lo si deve al Napoli di Mazzarri e De Laurentiis autori fino al momento di un campionato stratosferico che riporta nella mente dei tifosi partenopei alle imprese del Napoli di Ferlaino e Maradona.

    Il paragone tra il Pibe de Oro e Cavani è improponibile a livello di tempra e classe ma “il Matador” sta infrangendo ogni record possibile cucendo in maniera indelebile il suo nome nella storia calcistica partenopea. Quattro triplette stagionali, tra in campionato e al San Paolo, superato il record di Antonio Vojak, che nel 1932/33 con 22 reti, portò il Napoli al quarto posto in campionato. Maradona faceva da solo la differenza, l’uruguaiano invece esalta il gruppo finalizzando l’enorme mole di gioco prodotta dai terribili ragazzi di Mazzarri.

    Il campionato del Napoli è stato straordinario anche se in più occasioni snobbato dalle “big”, chiunque pensava in un calo, in un ridimensionamento, invece a 7 partite dalla fine il traguardo scudetto è ancora a portata di mano. Tra mille scongiuri e scaramanzie gli azzurri hanno tutto il diritto di crederci sopratutto in virtù degli alti e bassi di Inter e Milan e un calendario che sulla carta è favorevole.

    Domenica prossima a Bologna mancherà Cavani e sarà un nuovo banco di prova per Lavezzi e compagni ma il sogno sembra sempre più reale e il Napoli potrà contare sui suoi tifosi passionali in casa come in trasferta.

  • Napoli-Lazio: “O’ Miracolo” del Matador

    Napoli-Lazio: “O’ Miracolo” del Matador

    Napoli-Lazio
    Ci si aspettava spettacolo e spettacolo è stato, una partita dalle mille emozioni con continui ribaltamenti di fronte e di risultato, una partita come non si vedevano da anni al San Paolo e che con quella di ieri sera tra Milan e Inter, confermano che il calcio italiano sarà anche impoverito ma di spettacolo ne regala e parecchio. La partita inizia con un ritmo blando le squadre passano i primi 20 minuti a studiarsi, con una Lazio sempre attenta a coprire gli spazi ed evitare le sortite sulle fasce di Lavezzi e Dossena da una parte e Maggio dall’altra. La prima vera occasione porta la firma di Hamsik che sfruttando un assist di Lavezzi arriva alla conclusione, tiro potente ma facile per Muslera respingere in angolo. E’ però la Lazio, a passare con un gran gol di Mauri, che al limite dell’area supera in dribbling, un colpevole, Cannavaro e batte con un tiro in controtempo De Sanctis. Al 32° è ancora il trequartista degli aquilotti a sfruttare una dormita della difesa partenopea e a presentarsi davanti all’estremo difensore azzurro mandando di poco a lato con il destro. Il Napoli risponde con una manovra scialba, l’undici di Mazzarri sembra accusare il colpo, la squadra è nervosa e la manovra è molto scialba. Si va a riposo con il risultato di 1-0 per la Lazio. Al ritorno dagli spogliatoi il tecnico toscano predica calma ma la sua squadra appare molto nervosa e non in grado di produrre pericoli per la porta avversaria e sono, infatti, ancora i capitolini a passare per la seconda volta con Dias, che sfruttando un cross su punizione di Garrido, anticipa De Sanctis e sigla la rete del 2-0, la partita sembra volgere a favore dell’undici di Reja. Sembra, ma così non è, al 59° è Dossena a riaprire i giochi siglando il gol del 2-1 di testa, sfruttando una deviazione su una punizione battuta da Lavezzi. Subito dopo la rete Mazzarri fa uscire Pazienza e fa entrare al suo posto Mascara, arretrando Hamsik sulla linea di centrocampo e schierando un tridente puro, la mossa si rivela azzeccata proprio sugli sviluppi di una punizione conquistata dall’ex Catania, arriva la rete del pareggio ad opera di Cavani che liberatosi in area sfrutta un prezioso assist di testa di Maggio, ed è sempre il neo-entrato a sbagliare una ghiotta occasione a tu per tu con Muslera. Sulla ripartenza della stessa azione Brocchi tira una bordata dal limite che sbatte dalla traversa e rimbalza all’interno della riga di porta, per l’arbitro però non è gol e si continua a giocare, passa solo un minuto ed è al 68° che la Lazio si riporta in vantaggio, azione di Zarate sulla sinistra che entra in area e lascia partire un diagonale sinistro che De Sanctis respinge, ci pensa però Aronica, che con uno sciagurato intervento per evitare il tap-in di Mauri insacca nella propria porta in scivolata. Passano 10′ e Mazzarri effettua un altro cambio Gargano per Dossena, e il Napoli trova il pareggio, ancora da palla inattiva, Lavezzi mette in mezzo, sponda di Cannavaro per Cavani che viene atterrato in area da Biava, rigore ed espulsione giusta del difensore biancoceleste, sul dischetto si presenta il Matador che non sbaglia e sigla il punto del 3-3. Nei successivi 7′ girandola di cambi con Stendardo e Floccari, subentranti al posto di Bresciano e Stendardo, per la Lazio e Lucarelli posto di Yebda. Napoli a trazione anteriore con 4 punte più Hamsik in campo, ma con l’uomo in più da sfruttare, però il coraggio del tecnico azzurro viene premiato, proprio Lucarelli, spizza di testa per Cavani che parte sul filo del fuorigioco e si presenta a tu per tu con Muslera e lo batte con un pallonetto di esterno destro. E’ l’apoteosi il San Paolo esplode in un boato che non si ricordava da anni, la gioia dei giocatori in campo è incontenibile ed è ancora “Il guerriero di Dio” a mettere la sua firma su un successo insperato fino alla fine del primo tempo. Dopo il 4-3, non succede più niente e il Napoli si porta a -3 dalla capolista Milan. Adesso sognare non è più necessario bisogna credere e combattere per raggiungere quella vetta che non è poi così lontana, di certo c’è che in questi giorni San Gennaro avrà il suo bel da fare per stare ad ascoltare tutte le suppliche del popolo del “Ciuccio”.

  • Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli-Lazio
    Ultimo anticipo del 31° turno di campionato quello fra Napoli e Lazio, che con la convincente vittoria del Milan nel derby, che ha probabilmente chiuso il discorso scudetto, obbliga gli uomini di Mazzarri a regalare una speranza ai propri tifosi e anche alle proprie ambizioni, visto che con un successo sui biancoazzurri capitolini si porterebbero al secondo posto sempre a 3 punti dalla capolista. Tre i nodi da sciogliere per il tecnico livornese, relativi alla formazione da contrapporre agli uomini dell’ex Reja: due relativi al terzetto di difesa ed uno alla mediana. Davanti a De Sanctis, infatti, il solo capitan Cannavaro è certo di scendere in campo, gli altri due posti sono rispettivamente contesi fra Aronica e Ruiz, autore di un’ottima prova nell’ultima gara contro il Cagliari, e Santacroce ed il rientrante Campagnaro. A centrocampo invece il ballottaggio è fra Yebda e Gargano, con il primo favorito sul secondo. Napoli (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Ruiz; Maggio, Pazienza, Yebda, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani. In panchina: Iezzo, Santacroce, Aronica, Gargano, Sosa, Mascara, Lucarelli. All. Mazzarri In casa Lazio, invece, il tecnico friulano, che sarà accolto da applausi per il suo trascorso con la squadra campana, dovrà fare a meno degli squalificati Ledesma, Matuzalem e Radu, quest’ultimo colpito da un grave lutto familiare. Proprio a causa di queste assenze Reja, pare essere orientato ad utilizzare un abbottonato 4-1-4-1, con Brocchi ad agire davanti alla difesa ed un inedito duo di centrocampo formato da Hernanes e Mauri, con Sculli e Gonzalez ad agire sugli esterni e il solo Zarate di punta. Mentre l’unico nodo da sciogliere è chi sarà l’uomo che sostituirà Radu, con Garrido in vantaggio su Scaloni. Lazio (4-1-4-1): Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Garrido; Brocchi; Gonzalez, Hernanes, Mauri, Sculli; Zarate. In panchina: Berni, Scaloni, Stendardo, Bresciano, Foggia, Floccari, Kozak. All. Reja

  • Napoli – Lazio: sognando in grande

    Napoli – Lazio: sognando in grande

    Napoli-Lazio potrebbe essere una partita fondamentale per gli equilibri del campionato, soprattutto se questa sera il derby Milanese dovrebbe concludersi con un pareggio. In tal caso, il Napoli potrebbe avvicinare i primissimi posti e continuare a rincorrere il sogno scudetto.

     In ogni caso, la vittoria per i partenopei sarebbe fondamentale anche perchè la Lazio è una diretta concorrente per la zona Champions. Per i biancocelesti, invece, una vittoria al San Paolo sarebbe una fortissima spinta psicologica per continuare a credere nel quarto posto. A testimonianza dell’ ‘importanza del match, il San Paolo – nonostante l’ora di pranzo (fischio d’inizio alle 12,30) – sarà gremito: si prevedono circa 60.000 spettatori, e la presenza dell’ex beniamino Careca in tribuna.

    Per abituare la squadra all’orario insolito, Mazzarri ha programmato nei giorni scorsi degli allenamenti mirati, in tarda mattinata, ed a porte chiuse per preparare indisturbato una partita tanto delicata, mentre l’allenamento di rifinitura si è svolto al San Paolo per valutare l’ “effetto luce” di mezzogiorno. La meticolosità dell’allenatore toscano, inoltre, lo ha indotto ad adottare tattiche di depistaggio per nascondere la formazione da schierare. “Le valutazioni sono fatte anche in base agli avversari, comunque in difesa ho l’imbarazzo della scelta, quindi deciderò all’ultimo momento, provandoli tutti”. Le indiscrezioni rivelano che in settimana il tecnico ha provato spesso la linea a tre difensiva formata da Santacroce, Cannavaro e Ruiz, anche se pare probabile l’inserimento di Campagnaro ed Aronica. Per il resto, sono indisponibili Grava e Zuniga, ed in attacco è scontata la presenza del tridente delle meraviglie Hamsik-Lavezzi-Cavani in attacco. Mazzarri, dunque, potrebbe schierare un 3-4-2-1 con De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Pazienza, Yebda, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani.

    In casa Lazio, Edi Reja è perfettamente consapevole del clima di fuoco che la sua squadra dovrà affrontare, lui che conosce bene il San Paolo e che a Napoli ha lasciato uno splendido ricordo. Per questo, Reja agisce da psicologo, cercando di allontanare dalle menti dei suoi la paura e la pressione di un match tanto importante. “Se scendessimo in campo con paura la partita è gia persa. Dobbiamo evitare di commettere lo stesso errore fatto a San Siro contro il Milan”.

    Per i biancocelesti sarà un match fondamentale, ancor di più rispetto al Napoli. “Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della squadra di Mazzarri, con un risultato positivo la fiducia nei nostri mezzi aumenterebbe e la zona Champions sarebbe più vicina “.

    Reja, però, deve fronteggiare non pochi problemi di formazione, dati i numerosi infortuni e le squalifiche di Radu, Matuzalem e Ledesma,  e cercherà una soluzione più coperta, optando per un 4-1-4-1, che gli permetterebbe di coprirsi dagli attacchi sugli esterni del Napoli e di limitare gli spazi centrali di “Marechiaro” Hamsik, lasciando Zarate come unica punta di ruolo.

    La probabile formazione dovrebbe essere la seguente: Muslera in porta, Lichtsteiner, Biava, Dias e Garrido in difesa;  Brocchi, Gonzales, Hernanes, Mauri, Sculli e Zarate, con le soluzioni Foggia e Floccari in panchina. Il tecnico, però, così come Mazzarri, gioca a nascondere le sue scelte, per mantenere ai massimi livelli la concentrazione dei suoi giocatori: “Non ho ancora dato indicazioni a nessuno. Tutti devono essere pronti, e sentirsi discussione, deciderò solo domani”.

    Fra i numerosi spunti che la partita può offrire, è singolare che il match si giochi proprio al termine della settimana che ha fatto registrare lo “scontro fisico” fra i due presidenti Lotito e De Laurentiis, avvenuto martedì sera a margine di una cena organizzata dalle diverse società di serie A per discutere dell’assegnazione dei diritti televisivi per la prossima stagione.

    I due vulcanici presidenti non sembravano essere d’accordo sui criteri da adottare per la suddivisione dei 200 milioni fra i 20 club di serie A, e dopo un diverbio molto acceso, si èinnescato un incontro piuttosto ravvicinato, di insulti, spintoni e qualche pugno, presto “sedato” dall’intervento dei presenti Galliani e Lo Monaco. 

    Chissà se domani i due presidenti avranno l’occasione per chiarirsi in tribuna, oppure se il risultato del campo sarà l’occasione per scatenare un secondo round!

  • La grinta di Mazzarri e Maggio: fra sogni scudetto e scaramanzie

    La grinta di Mazzarri e Maggio: fra sogni scudetto e scaramanzie

    Dopo la buona prestazione in maglia Azzurra (quella della Nazionale) nella partita di ieri contro la Slovenia, il pensiero di Christian

    L'allenatore del Napoli Walter Mazzarri, atteso nella prossima giornata dal match con la Lazio, in vista della volata scudetto
    Maggio vola all’altra maglia Azzurra (quella del Napoli), cullando un sogno dal nome impronunciabile nella terra della scaramanzia, ma che alimenta le speranze di un popolo intero, in trepidante attesa dal lontano campionato 1989-1990. A più di vent’anni di distanza, gli scenari e gli interpreti sono diversi, ed i concetti calcistici molto lontani fra loro. Il Napoli di ieri aveva uno straordinario solista, il più grande di tutti i tempi, Diego Maradona;  il Napoli di oggi è una creatura nata e plasmata dalla grinta di Mazzarri, dal gioco incisivo e divertente, che ha permesso alla squadra di attirare su di se l’attenzione dei media Europei ed, in particolare, l’ ammirazione della stampa sportiva inglese. La ricetta Mazzarri è di ampio respiro, arrivando ad intrigare non solo i propri tifosi ma tutti coloro che amano il calcio: non può prescindere dalle discese funamboliche del Pocho Lavezzi, dalle incursioni di Hamsik e dai gol straordinari del Matador Cavani, ma anche dalla solidità difensiva di capitan Cannavaro, e da chi, come Christian Maggio, corre instancabilmente, con l’intelligente duttilità di chi vuol essere sempre utile alla causa, adattandosi a giocare – come ieri sera in Nazionale – anche da esterno difensivo basso: è per questo che Mazzarri gli dichiara apertamente la sua grande stima: «Maggio è uno di quelli che con me gioca sempre. E’ arrivato a certi livelli anche perché è maturato con noi. Gioca con una squadra con mentalità vincente e si esprime al meglio anche in Nazionale. Io non mi meraviglio perché Maggio con noi ha sempre disputato grandi partite». Nella prossima giornata, mentre i riflettori saranno puntati sul del derby Milanese e sulla “classica” Roma-Juventus, il Napoli affronterà la Lazio, in un match dal sapore decisivo. Una prova di maturità, un termometro per misurare le effettive ambizioni di entrambe le squadre, finora assolute protagoniste-rivelazioni, ed un possibile trampolino di lancio definitivo verso lo sprint finale. In caso di vittoria al San Paolo, la squadra di Mazzarri potrebbe approfittare di un eventuale risultato di pareggio nel derby, ed avvicinarsi ancor di più ai primissimi posti. Ecco, dunque, che la partita con la Lazio non sarà semplicemente uno spareggio Champions, come lo ha definito Lotito, ma potrebbe essere qualcosa di più per il Napoli, soprattutto in vista delle otto finali di campionato, e dei ventiquattro punti in palio, che ci separano dall’ultima giornata. Inoltre, la bella stagione ed i campi leggeri saranno un ulteriore punto a favore per una squadra tecnica, che gioca prevalentemente palla a terra e nello stretto come i partenopei. Il Napoli, però, vuol continuare a volare basso, camminare ancora a fari spenti, scrollandosi di dosso eccessive responsabilità e prendendo solo gli aspetti positivi che il calore della città può comportare. “Ci estraniamo da tutto e corriamo su noi stessi. Adesso arriva la primavera, stiamo curando ogni dettaglio per arrivare al top delle nostre potenzialità. Io e il mio staff le pensiamo tutte per dare la possibilità ai giocatori di esprimersi al massimo. La mia attenzione è concentrata solo su questo, non sui numeri e sulla classifica”. Puntando sul proprio entusiasmo, senza guardare la classifica, scendendo in campo con la mente libera di chi è già consapevole di aver compiuto un’impresa e che non ha nulla da perdere nel tentare il rush finale. Nulla da perdere, appunto. Perchè sognare non costa niente, ma senza mai pronunciare apertamente la parola magica che inizia per “S”. Meglio continuare a parlare di obiettivo qualificazione alla prossima Champions League, progettando gli adeguamenti dello stadio San Paolo per renderlo agibile agli incontri che contano, migliorandone la visibilità e la sicurezza.  A Napoli, si sa, la scaramanzia non è mai troppa…