Tag: vincenzo montella

  • Finisce l’avventura di Montella al Milan, arriva Gattuso

    Finisce l’avventura di Montella al Milan, arriva Gattuso

    La notizia era nell’aria già da diverse ore, poco fa è arrivata anche la comunicazione ufficiale: Vincenzo Montella è stato esonerato ed al suo posto sulla panchina del Milan va Gattuso. 

    All’ormai tecnico rossonero è stato fatale il pareggio casalingo per 0-0 contro il Torino, la gara a reti bianche contro i granata è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso che da diverse settimane pareva essere giunto alla massima capienza.

    Vincenzo Montella era diventato allenatore del Milan nel Luglio del 2016 e, nella sua prima stagione aveva ottenuto dei buoni risultati, come il successo nella Supercoppa Italiana a Doha contro la Juventus e l’aver riportato il Milan sul palcoscenico europeo, seppur in Europa League e tramite i preliminari.

    L’impegnativo mercato estivo effettuato dalla proprietà cinese, per mano di Fassone e Mirabelli, con gli arrivi di Bonucci, André Silva, Rodriguez, Çalhanoğlu, Biglia, Conti e Kalinic, oltre alla conferma di pezzi da novanta come Gigio Donnarumma e Suso, aveva posto dinanzi a Vincenzo Montella l’obiettivo di puntare al ritorno in Champions League. 

    La squadra però non ha mantenuto le promesse estive, al tecnico non è bastato il passaggio ai sedicesimi di Europa League, se pur senza brillare in un girone non certo impossibile, con un turno d’anticipo, il 7° posto dopo 14 giornate in Serie A, a quota 20 punti in coabitazione con Chievo e Bologna, con uno score di 6 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte, con la zona Champions distante 11 lunghezze (con Roma e Lazio che hanno una gara in meno e quindi una possibile distanza dilatabile sino a 14) sono costate l’esonero.

    Il comunicato dell’esonero di Montella | © Ac Milan

    A tentare l’ardua impresa di portare il Milan nella massima competizione europea toccherà a Gennaro Gattuso, promosso dalla primavera alla prima squadra, che dovrà riuscire a colmare il gap con le Big della Serie A o provare a vincere l’Europa League.

    Sulla panchina del Milan torna nuovamente un calciatore che è stato idolo della tifoseria, riuscirà Gattuso a far meglio dei suoi recenti ex colleghi e predecessori Seedorf, Inzaghi e Brocchi, guadagnandosi così la riconferma? Oppure sarà, come sostengono in molti un traghettatore in attesa di un grandissimo nome (Conte? Simeone? Ancelotti?)?

  • Zenga: Dubai, la barba tinta e Montella

    Zenga: Dubai, la barba tinta e Montella

    Sono ore di grande fermento quelle che si stanno vivendo in casa Sampdoria riferite a Walter Zenga, esonerato dal presidente Ferrero proprio oggi e dove si fanno già i nomi dei sostituti, tra i quali proprio Vincenzo Montella. Un susseguirsi di voci, notizie, smentite e parziali conferme che si sono accavallate da subito dopo la fine del match contro la Fiorentina in poi. Ma la verità è che tutto nasce da un po’ più lontano e forse da una piazza che “l’uomo ragno“, come allenatore, non l’ha mai amato.

    La Sampdoria occupa la parte sinistra della classifica, a tratti ha mostrato un bel gioco, soprattutto davanti, ha battuto squadre davanti a lei in classifica ed è una delle sorprese della stagione in Serie A. Tuttavia tra il club ligure e l’ex-portierone della Nazionale è nata la burrascosa aria del divorzio.

    Walter Zenga | Foto Twitter
    Walter Zenga | Foto Twitter

    Se i risultati danno parzialmente ragione a Zenga l’ambiente se ne è allontanato sempre di più fino all’esonero di oggi, vediamo perché.

    In diverse partite il tecnico ha schierato formazioni che poi hanno dovuto subire cambi in corsa per riparare le cose, in alcuni casi è andata bene in altri no. Non piace alla piazza la gestione del cosiddetto turn-over e il poco utilizzo in esso di Antonio Cassano, vero e proprio idolo della tifoseria e riabbracciato da essa a “furor di popolo” in estate.

    Anche i media liguri non hanno certo aiutato questa unione, infatti non è stata mai persa l’occasione di rimarcare eventuali divergenze tra il tecnico e i giocatori o la dirigenza, ultimo in ordine temporale una mezza frase catturata dai microfoni, proprio di Cassano, che si è tramutata in un “caso”.

    ZENGA, LA FIORENTINA E QUELLA BARBA FINTA

    Il match con la Fiorentina ha denotato la netta superiorità della squadra di Sousa, inoltre la Samp è sempre stata fuori dalla partita, da stabilire i grandi meriti della squadra viola e i demeriti di una Sampdoria abulica. Risultato, uno 0-2 che non ha lasciato spazio a repliche e il costante pallino del gioco in mano ai viola.

    La barba tinta di Walter Zenga | Foto Twitter
    La barba tinta di Walter Zenga | Foto Twitter

    Walter Zenga si è presentato in panchina con un particolare che subito dai media è stato ripreso e sui social di riflesso è diventato argomento gettonatissimo, una barba marcata, probabilmente con l’henné, color castano.

    Un indizio che, abbinato al viaggio a Dubai sfruttando la sosta del campionato e all’interesse della società blucerchiata per Vincenzo Montella apre lo scenario della separazione preannunciata. Walter Zenga è sposato con Raluca Rebedea, terza moglie dopo le separazioni con Elvira Carfagna e Roberta Termali. Insieme vivono a Dubai, decisione presa dopo gli ultimi ingaggi di Zenga nell’Al-Nasr e Al-Jazira prima dell’offerta di Ferrero. L’influenza araba sulla coppia è presente e quella barba tinta è sembrata subito proprio un richiamo a quella cultura.

    La tintura della barba con l’henné è un segno di buon auspicio, un augurio rivolto molto probabilmente ai suoi compagni. Nella pratica islamica significa “che iddio sia compiaciuto di tutti loro” e probabilmente Zenga, che era la prima volta che lo faceva, intendeva salutare i suoi compagni prima di tornare a Dubai, da dove già sapeva che non sarebbe tornato ad allenarli. Lo stesso colore scelto ha quel significato, il nero per il costume islamico è autorizzato solo nel caso di una battaglia per intimorire i nemici per dare un inganno sull’età del guerriero, Zenga aveva la barba tinta castano.

    Walter Zenga dopo la partita con la Fiorentina parte per Dubai e da subito partono le indiscrezioni sul suo futuro con la possibile non autorizzazione del presidente per la sua presunta vacanza mediorientale. Ma in verità sembra che il distacco fosse programmato da entrambe le parti.

    La Sampdoria già da qualche settimana puntava un papabile sostituto di Zenga e in Montella aveva trovato il profilo giusto, l’alternativa principe era Donadoni o Corini, Delneri invece era stato scartato quasi a priori dallo stesso FerreroMontella anche economicamente è sostenibile per la Sampdoria, mentre la parte complicata risulta essere la buona uscita richiesta dalla Fiorentina (subito 5 milioni), con la quale il tecnico campano non ha chiuso in modo idilliaco.

    Poi accade che Donadoni prende la via di Bologna e che Iachini entra nel baratro “zampariniano” mettendo quindi alle strette la Samp che si trova ad aver fretta di decidere, continuare con Zenga o cambiare?

    La piazza continua a mugugnare e i risultati restano altalenanti, domenica sera la goccia che ha fatto traboccare il vaso con la richiesta esplicita dei tifosi “Ferrero caccialo!“.

    Il sogno blucerchiato Vincenzo Montella | Foto Twitter
    Il sogno blucerchiato Vincenzo Montella | Foto Twitter

    Oggi è giunta l’ufficialità dell’esonero di Walter Zenga e rimane solo da aspettare che venga designato il nuovo tecnico, intanto la Sampdoria ha incassato il “sì” di Vincenzo Montella e ora si tratta sulla buona uscita chiesta dalla Fiorentina, scesa a 2 milioni. Si attendono sviluppi.

  • Milan: Montella, Donadoni o Klopp?

    Milan: Montella, Donadoni o Klopp?

    Il Milan di Filippo Inzaghi sembra già naufragato e destinato ad una fine anticipata rispetto alle previsioni. Nel futuro rossonero sembra avere una possibile collocazione Vincenzo Montella o Roberto Donadoni ma sempre più forte arriva la voce dell’inizio di un avvicinamento tra l’entourage meneghino con Jurgen Klopp, attuale tecnico del Borussia Dortmund.

    Inzaghi era stato annunciato come l’inizio di una nuova era che prendeva sempre ispirazione da un canovaccio consolidato in casa Milan, ovvero il crearsi il tecnico vincente e del futuro in casa propria attingendo dalla sua storia. Così è stato nel recente passato con CapelloAncelotti ma anche con Seedorf e Inzaghi e così potrebbe essere in futuro pensando a Roberto Donadoni, già riavvicinato dal Milan l’estate scorsa prima della scelta condivisa sia da Barbara Berlusconi che da Adriano Galliani, su Superpippo.

    Filippo Inzaghi | Foto Twitter
    Filippo Inzaghi | Foto Twitter

    Il Milan si avvicina all’ennesima stagione incolore, dove il rischio di rimanere ancora una volta fuori dalle competizioni europee è alto e ancora una volta la piazza vuole la testa di chi ha sbagliato . L’esperienza dice che quando gli errori sono tanti e sono da attribuire a più persone la scelta del capro-espiatorio ricade sempre sulla parte più debole, che è sempre quella del tecnico in questi casi. Ecco che quindi il Milan si ritrova a lavorare duro, sia a Milanello che nei propri uffici per cercare un cambio di rotta fatto anche di conti ancora una volta da mettere a posto e tanti nuovi progetti, stadio per esempio, che devono essere realizzati tra mille difficoltà.

    Dal punto di vista del campo a Inzaghi sono dati strumenti a sufficienza per cercare di raddrizzare la stagione ma anche con i nuovi arrivi, Cerci e Destro su tutti, il trend non è cambiato, per questo la dirigenza ora cerca la guida giusta per la prossima stagione per riportare il Diavolo in alto. I nomi caldi sono tre.

    Donadoni è alle prese con il difficile momento del Parma che al tempo stesso ha una linea tracciata definita, alla quale non vuole credere nessuno ma che sembra segnata. Il tecnico dei parmigiani non vuole al momento sentire parlare di queste cose ma rappresenta la scelta che coniuga perfettamente lo stile Berlusconi-Milan portando una vecchia gloria a guidare la battaglia, inoltre non ha un ingaggio impossibile e nonostante non abbia una squadra di prima fascia fa giocare la sua squadra con equilibrio ma non difensivismo, cosa che al presidente piace.

    Vincenzo Montella è coccolato per il rinnovo di contratto dalla Fiorentina giustamente, rappresentava una prima scelta di Galliani che sposava così anche l’idea giovanile di Barbara Berlusconi. Tuttavia il tecnico campano andrebbe in rossonero con un suo schema ben definito, fatto anche di uomini di secondo piano di sua fiducia, questo vorrebbe dire un cambio radicale a partire dal tecnico in seconda (Tassotti) fino ad oggi unica vera linea di continuità tra il glorioso passato e il brutto presente sul campo.

    La terza via porta a una figura affascinante e vincente, si tratta di Jurgen Klopp attuale allenatore del Borussia Dortmund. Il tedesco piace a Barbara Berlusconi e non dispiace al Presidente, ma per Galliani si tratterebbe di una complicata gestione, a meno che, come si vocifera, lo stesso Klopp non abbia idee ben definite su anche chi portare in rossonero per il suo nuovo Milan e anche questo sarebbe però un altro blocco per il mago del mercato rossonero perché limiterebbe le sue trattative che sarebbero più gestite in stile manager dal tecnico.

    Jurgen Klopp | Foto Twitter
    Jurgen Klopp | Foto Twitter

    Insomma un ridimensionamento non da poco. Adriano Galliani, uomo di fiducia del Presidente, non si opporrà di certo e accetterà la sfida per aiutare comunque Klopp nell’intento e poi la figura del tecnico è importante proprio per il suo modo di far esprimere al meglio i giovani e non chiedere giocatori impossibili o fuori budget, quindi quanto ha fatto nel Borussia Dortmund è un ottimo biglietto da visita anche per lo stesso Galliani che pare si stia abituando all’idea.

    Insomma il Milan anche quest’anno, a metà stagione, è già al lavoro per ricostruire il proprio futuro intanto all’orizzonte c’è il Verona e il tentativo di una qualificazione per le coppe europee che sembra difficilissima ma è l’ultima richiesta fatta ad uno già sfiduciato Filippo Inzaghi.

  • Mario Gomez trascina la Fiorentina in semifinale

    Mario Gomez trascina la Fiorentina in semifinale

    La Roma non riesce più a vincere, dopo i 4 pareggi consecutivi in campionato, intervallati dal successo solo ai supplementari contro l’Empoli negli ottavi di Tim Cup, arriva una sconfitta casalinga contro la Fiorentina che costa l’eliminazione proprio nella coppa nazionale.

    Quella contro i viola è stata una partita che ha mostrato ancora una volta una Roma con poche idee, che ha costruito poco in avanti e che ha concesso due reti simili e fin troppo facili alla Fiorentina. Adesso Garcia  avrà sicuramente da lavorare per riportare la sua squadra a quei livelli di gioco visti nella scorsa stagione e nella prima parte di questa.

    L'esultanza di Mario Gomez | Foto Twitter
    L’esultanza di Mario Gomez | Foto Twitter

    Montella invece può essere decisamente soddisfatto dei suoi. I viola hanno giocato adattandosi ai ritmi bassi nel primo tempo, poi nella ripresa sono cresciuti e, con la coppia Pasqual-Gomez, hanno confezionato i due gol che sono valsi il successo. Adesso per la Fiorentina nella semifinale di Tim Cup ci sarà la Juventus.

     

    Veniamo al racconto della gara.

    Rudi Garcia schiera la Roma con il consueto 4-3-3, tra i pali va il portiere di coppa Skorupski. Chance per Cole in difesa e Paredes a centrocampo, in avanti tridente Ljajic-Totti-Florenzi.

    Montella manda in campo i suoi con un 3-5-2, con l’assenza di Gonzalo Rodriguez in difesa vanno Basanta, Savic e Tomovic. In attacco la coppia è formata da Diamanti e Mario Gomez. 

    Si parte ed il match viaggia sull’equilibrio, nei primi dieci minuti si segnala solo un inserimento di Florenzi con conclusione alta. I ritmi si mantengono bassi, una svirgolata di Skorupski potrebbe favorire Gomez che però non ne approfitta e poco dopo è Ljajic a venire ben imbeccato da Totti ma il tiro del serbo viene deviato in corner. Alla mezz’ora, con la gara che stenta a decollare, Tatarusanu è bravo a neutralizzare un tiro da fuori di Nainggolan deviato da Cole. Un primo tempo non certo indimenticabile si chiude sullo 0-0.

    Le due squadre tornano in campo senza sostituzioni e dopo pochi minuti un tiro da fuori di Diamanti spaventa Sk0rupski. Nel primo quarto d’ora si nota un leggero aumento di ritmo, la Roma tiene e fa girare palla ma non riesce mai a rendersi pericolosa dinanzi a Tatarusanu mentre la Fiorentina cresce, rispetto alla prima frazione, provando ad innescare un paio di volte Gomez. Al 65° la gara si sblocca, lancio lungo e preciso di Badelj per Pasqual che controlla e mette in mezzo una palla sulla quale si avventa Mario Gomez che con un tocco beffa Skorupski. Ci si aspetta una reazione furiosa della Roma che però non arriva. Garcia al 73°si gioca la carta Ibarbo, il colombiano, all’esordio con la maglia giallorossa, prova subito a vivacizzare l’attacco della Roma. I padroni di casa si buttano in avanti più con orgoglio che con idee, la Fiorentina tiene, anzi i viola trovano il raddoppio, ancora una volta Pasqual crossa in mezzo, Mario Gomez controlla e batte a rete superando Skorupski.

    ROMA – FIORENTINA 0-2 (0-0) (65°, 89° Gomez)

    Roma (4-3-3): Skorupski; Maicon (80° Verde), Manolas, Astori, Cole; Keita, Nainggolan, Paredes (57° Pjanic); Florenzi, Totti (73° Ibarbo), Ljajic

    Allenatore: Garcia.

    Fiorentina (3-5-2): Tatarusanu; Tomovic, Savic, Basanta; Joaquin, Pizarro, Badelj, Borja Valero (79° Mati Fernandez), Pasqual; Diamanti (69° Ilicic), Gomez (90° Babacar).

    Allenatore: Montella.

    Arbitro: Damato.

    Ammoniti: Badelj (F), Nainggolan (R), Borja Valero (F), Astori (R)

  • Tim Cup: Mario Gomez lancia la Fiorentina ai quarti

    Tim Cup: Mario Gomez lancia la Fiorentina ai quarti

    Mario Gomez si è sbloccato, nella gara degli ottavi di finale di Tim Cup contro l’Atalanta l’attaccante tedesco della Fiorentina è tornato al gol e grazie alla sua doppietta e ad un rigore, che però è parso dubbio, che si è procurato, i viola sono riusciti ad imporsi per 3-1 su i nerazzurri bergamaschi ed hanno così conquistato l’accesso ai quarti di finale della competizione, nei quali sfideranno la Roma.

    L’Atalanta dal canto suo, andata sotto praticamente subito, recrimina per il calcio di rigore concesso alla Fiorentina al 12°e che in sostanza ha quasi chiuso la gara.

    Veniamo al racconto della sfida del “Franchi”.

    Montella sceglie di non fare ampio turnover, ma anzi manda in campo una squadra con parecchi titolari, inserisce Richards sulla fascia e in avanti si affida al trio Cuadrado-Gomez-Vargas.

    Colantuono stravolge quasi totalmente la squadra che ha vinto a San Siro con il Milan, ben 10/11, l’unico presente è Stendardo.

    Mario Gomez | Foto Twitter
    Mario Gomez | Foto Twitter

    Il match si sblocca praticamente subito, al 6° Mario Gomez controlla  e poi piazza un tiro violento che, anche grazie ad una deviazione, si insacca alle spalle di Avramov. Passano solo poco più di 5 minuti che si arriva all’episodio che regala il raddoppio ai viola e fa infuriare i bergamaschi. Mario Gomez in area viene contrastato da Stendardo che però in scivolata pare prendere il pallone, non è di questo avviso Valeri che, nonostante le vibranti proteste, assegna il calcio di rigore che Cuadrado trasforma. La gara a questo punto si mette totalmente in discesa per i padroni di casa che al 28° trovano la terza rete con Gomez che fa doppietta, facendosi trovare pronto sul perfetto assist di Badelj e battendo da due passi Avramov. La reazione d’orgoglio dell’Atalanta si concretizza con la rete di Bianchi, che al minuto 39° riesce ad accorciare le distanze.

    Nella ripresa non c’è praticamente niente da segnalare se non l’esordio in viola di Alessandro Diamanti e l’espulsione a cinque minuti dal termine di Marcos Alonso. La Fiorentina vince ed il 3 febbraio se la vedrà con la Roma per cercare di conquistare la semifinale.

     

    FIORENTINA – ATALANTA 3-1 (6°, 28° Mario Gomez (F), 12° rig. Cuadrado (F), 40° Bianchi (A))

    Fiorentina (4-3-3): Tatarusanu; Richards, Savic, G. Rodriguez, Alonso; Kurtic, Badelj, Borja Valero (66° Mati Fernandez); Cuadrado (76° Diamanti), Gomez (71° Babacar), Vargas.

    Allenatore: Montella.

    Atalanta (4-4-2): Avramov; Scaloni, Stendardo (46°Biava), Bellini, Dramè; Spinazzola (69° D’Alessandro), Migliaccio, Baselli, A. Gomez; Boakye (61° Rosseti), Bianchi.

    Allenatore: Colantuono.

    Arbitro: Valeri.

    Ammoniti: Boakye (A), Baselli (A), A. Gomez (A), Biava (A), Scaloni (A)

    Espulsi: Alonso (F).

  • Rivoluzione viola, Cuadrado verso l’addio?

    Rivoluzione viola, Cuadrado verso l’addio?

     

    E’ un Vincenzo Montella delusissimo quello che esce dall’ “Artemio Franchi” di Firenze dopo l’ultima fatica della fase a gironi di Europa League per la sua Fiorentina. Oltre ad una prestazione opaca dei viola c’è anche da digerire il malumore di Juan Cuadrado, sostituito dopo 24 minuti di gioco e che non ha digerito per nulla bene il cambio.

    Un gesto di stizza evidente e la faccia di pietra che dicono molto sullo stato umorale del trequartista colombiano autore di una stagione fin qui sotto il suo standard. Le assenze di Gomez e di Rossi la scorsa stagione infatti erano state sopperite nel migliore dei modi proprio dall’apporto incredibile che ha dato Cuadrado, ponendo la Fiorentina sempre in zone alte di classifica, questa stagione invece stessi problemi per i viola ma con diverse prestazioni da parte del colombiano e la viola infatti si ritrova leggermente attardata.

    Sono deluso della prestazione, soprattutto nella prima ora, a livello di atteggiamento e di volontà“.

    Queste parole dicono molto da parte di Montella sulla prestazione dei suoi ragazzi che sono usciti sconfitti dal confronto casalingo contro la Dinamo Minsk. Dicono molto perché il tasto della concentrazione e della cattiveria hanno sempre fatto da caposaldo per i concetti che il tecnico campano vuole implementare nelle sue squadre. Oltre a questo stato d’animo Montella lascia anche altre due frasi che sono da interpretare, o meglio possono voler dire molto sulla futura permanenza in viola di alcuni giocatori.

    Mi aspettavo di più, perché credo che la differenza tra le due squadre sia netta. Mi aspettavo delle risposte ulteriori e credo comunque di averle avute“.

    Juan Cuadrado | Foto Twitter
    Juan Cuadrado | Foto Twitter

    E’ chiaro che il riferimento è verso quei giocatori che sono stati impiegati poco fino ad oggi e che proprio l’Europa League dovrebbero usarla per rilanciarsi e dimostrare di essere all’altezza dei titolari ed invece hanno mostrato uno scarso impegno. Ma il riferimento è anche verso giocatori come Cuadrado che non sarebbero dovuti partire tra i titolari e che non hanno fatto vedere di cosa sono capaci:

    “Le partite si vincono con gli attaccanti e Gomez era l’unico che avessi, Cuadrado non stava bene prima della gara, è squalificato per domenica e ho cercato di farlo giocare. L’ho cambiato perché non era con la testa prima della partita”.

    Un giudizio negativo e pesante che fa da contro altare alle prestazioni positive di Marin e soprattutto del giovane Minelli che ha proprio sostituito il colombiano dopo 24 minuti di partita e nella sua prestazione fatta di numeri e ottimi palloni giocati mette a segno anche l’assist per Marin per l’1-2 finale. Altro giocatore che sta regalando prestazioni discontinue in stagione è il difensore Gonzalo Rodríguez ma il cambio per lui è arrivato al 59° quando Montella voleva dare più dinamismo alla manovra viola, già sotto di due reti, con l’inserimento di Pizarro.

    Cuadrado in stagione non sta brillando ed il nervosismo al momento del cambio pongono anche l’attenzione sul suo rapporto con il tecnico e dire che il rinnovo del contratto è una questione di pochi mesi fa, con un legame rinnovato fino al 2019, un ingaggio alto in rosa ed una clausola rescissoria par a 35 milioni di Euro. Tutte cifre che non spaventano il Manchester United e Louis Van Gaal, infatti proprio i Red Devils sono sempre in caccia del talentuoso trequartista colombiano e dall’Inghilterra continuano ad essere sicuri sul fatto che Cuadrado a gennaio si trasferirà laggiù, proprio grazie alla clausola rescissoria che mette in condizione la Fiorentina di dover accettare l’offerta del Manchester alla cifra impostata sul contratto e le ultimissime parlano anche dell’interesse del City, che vorrebbe inserirsi nella trattativa con una cifra pari a 28 milioni di sterline (35 milioni di Euro)

    Oltre a Cuadrado la Fiorentina potrebbe cedere Ilicic, anche stasera autore di una prova incolore, che fa gola alla Sampdoria ed in entrata si allargano le possibilità di Sebastian Giovinco, sempre più lontano dalla Juventus e non gradito dalla tifoseria del Torino, altra pretendente del giocatore.

     

  • Serie A: La Roma non sfrutta la frenata della Juve

    Serie A: La Roma non sfrutta la frenata della Juve

    La Roma recupera in extremis il risultato con il Sassuolo e non riesce ad approfittare dello stop avuto dalla Juventus nella trasferta di Firenze.

    I giallorossi che in teoria avevano la possibilità di portarsi a -1 dalla compagine torinese, nella sfida contro i neroverdi hanno faticato tantissimo per riuscire a rimontare lo 0-2 e portare a casa quel punticino che lascia la distanza immutata, a -3, dalla vetta.

    Le due contendenti allo scudetto quindi viaggiano di pari passo rallentando il ritmo e le colpe possono essere diverse: dal turnover in vista delle delicatissime sfide Champions, all’ottimo stato di salute delle due avversarie che in questo turno hanno sfidato Juventus e Roma.

    Partiamo con la nostra analisi partendo dall’anticipo di ieri sera di Firenze.

    FIORENTINA – JUVENTUS 0-0

    Allo Stadio Franchi, Allegri sceglie di preservare alcuni titolari, in vista della gara con l’Atletico Madrid di martedì prossimo, e modifica il modulo, tornando al 3-5-2. Stesso modulo di Montella che confida nella verve di Cuadrado e in Gomez tornato al gol nello scorso turno.

    La gara è stata povera di emozioni con le due squadre che hanno pensato più a cercare di non perdere piuttosto che a cercare di vincere. Un paio di guizzi di Pogba, poi impreciso nel momento di fare l’ultima giocata, una conclusione di Cuadrado, disinnescata da Buffon, un super intervento di Bonucci su Mario Gomez dopo un invenzione del buon Mati Fernandez, questo è quello che ha raccontato l’anticipo del venerdì.

    ROMA – SASSUOLO 2-2 (15°, 17° Zaza (S), 78° rig., 92° Ljajic (R))

    L'errore di De Sanctis che permette a Zaza di segnare lo 0-1
    L’errore di De Sanctis che permette a Zaza di segnare lo 0-1

    Se la Juventus è parsa “distratta” dalla Champions e schierata in campo con abbondante turnover, lo stesso si può dire per la Roma. Garcia probabilmente decide di rinunciare a troppi titolari anche se molto probabilmente sulla gara pesa tantissimo il pasticcio di De Sanctis al 15° quando dopo un retropassaggio, sull’attacco di Zaza, rinvia addosso all’attaccante della nazionale con la palla beffarda che si infila in rete. Passano due minuti e la Roma pare ancora sotto shock, sbaglia il fuorigioco e Zaza fa doppietta. La squadra di Garcia prova una reazione furiosa, colpisce una traversa, anche per merito di Consigli, ma non riesce a segnare. Ad inizio ripresa De Rossi sembra completare la frittata facendosi espellere e le speranze di avvicinare la Juventus vanno pian piano calando. Al 78° però la partita si riapre con un calcio di rigore, che fa infuriare i calciatori del Sassuolo, per un mano di Vrsaljko. Ljajic trasforma ed accorcia le distanze. Al 92° la rimonta viene completata ancora da Ljajic che spinge in gol dopo una bella giocata di Florenzi. E’ parità, la Juve è sempre là a 3 punti, un’occasione persa che però per come si era messa la gara, ha il sapore del punto guadagnato.

  • Coppa Italia: vince il Napoli ma il calcio perde ancora

    Coppa Italia: vince il Napoli ma il calcio perde ancora

    La Coppa Italia 2013/2014 finisce nella bacheca del Napoli che con un 3-1 sconfigge la Fiorentina e mette in bacheca il trofeo, la partita però è stata preceduta da episodi che purtroppo ancora una volta hanno visto il calcio italiano uscirne pesantemente sconfitto.

    Tutto ha avuto inizio nel tardo pomeriggio quando alcuni tifosi del Napoli sono finiti all’Ospedale, uno dei quali in codice rosso, per alcuni colpi di pistola. Quando si avvicinavano le 21, ora nella quale era previsto il calcio d’inizio della gara, l’atmosfera all’Olimpico, a causa delle notizie che arrivavano dei feriti, si è fatta pesante e ci sono voluti diversi conciliaboli prima di prendere una decisione. Addirittura quando il capitano azzurro Hamsik si è avvicinato sotto la curva per parlare con i propri tifosi è partita una pioggia di petardi, uno dei quali ha stordito un Vigile del Fuoco. Si gioca, non si gioca, si deve giocare, non si deve giocare? Alla fine dopo l’ultimo dialogo tra dirigenti delle Forze dell’Ordine e la curva dei tifosi del Napoli è arrivata la conferma: fischio d’inizio alle 21.45, con tre quarti d’ora di ritardo sul programma.

    Proviamo quindi a parlare di calcio, dopo i fischi all’inno nazionale arriva il fischio più atteso, quello di Orsato che dà il via alla gara.

    Montella mette in campo i suoi con un 4-3-1-2 con il recuperato Neto tra i pali, Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Savic e Pasqual in difesa, Pizarro, Aquilani e Vargas a centrocampo con Borja Valero alle spalle di Ilicic e Joaquin.

    Benitez recupera Higuain e lo schiera al centro dell’attacco con Insigne, Hamsik e Callejon sulla trequarti, Jorginho ed Inler a metà campo, Reina tra i pali con Henrique, Fernandez, Albiol e Ghoulam in difesa.

    Si parte in un clima particolare con i tifosi del Napoli che non espongono bandiere e striscioni, ed i campo le due squadre che ad inizio gara tendono a studiarsi, anche se il Napoli ha due potenziali chance nei primissimi minuti, al 11° prima svolta del match ripartenza veloce del Napoli con Insigne che giunto in area piazza un tiro a giro che supera Neto, bacia il palo ed entra in rete. Pochi minuti, 6 per la precisione e da un errore di Vargas riparte veloce Higuain che mette il cross rasoterra che tutti bucano tranne Insigne che sul lato opposto calcia, il suo tiro è deviato da Tomovic  che così spiazza Neto. La Fiorentina sembra un pugile al limite del K.O. ma ecco che al 28° Ilicic pennella per Vargas che al limite con il sinistro non lascia scampo a Reina. A questo punto la viola cresce e sul finire del tempo troverebbe anche il pareggio ma il guardalinee alza la bandierina ed il gol di Aquilani viene annullato, si va al riposo sul 2-1 per gli uomini i Benitez.

    Nella ripresa è ancora la Fiorentina a fare la gara, iniziano le girandole dei cambi con Mati Fernandez che sostituisce Pasqual, Benitez cambia Hamsik ed Higuain con Mertens e Pandev, nella Fiorentina al 72° si rivede in campo dopo 5 mesi Pepito Rossi. Al 79° Inler rimedia il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Entra anche Matri che ha subito il merito al 83° di mettere Ilicic solo davanti a Reina ma il colpo sotto di sinistro dello sloveno non centra la porta. La Fiorentina avrebbe il recupero per provare a trovare il pari in 11 contro 10 ma al 92° Mertens è bravo e fortunato a sfruttare un rimpallo e a battere senza problemi Neto per il 3-1 che chiude la pratica.

    I festeggiamenti del Napoli
    I festeggiamenti del Napoli

    Inizia così la festa del Napoli con un’invasione di campo di alcuni tifosi partenopei, è però una festa a metà, perchè sul campo il Napoli ha vinto e sollevato al cielo di Roma il trofeo ma fuori dal terreno di gioco a perdere è stato il calcio.

     

    FIORENTINA – NAPOLI 1-3 (1-2) (11°, 17° Insigne (N), 28° Vargas (F), 92° Mertens (N))

    Fiorentina (4-3-1-2): Neto 6; Tomovic 5, Gonzalo 5,5, Savic 6, Pasqual 5,5 (55° Mati Fernandez 5,5); Aquilani 6 (83° Matri 6), Pizarro 5,5, Vargas 6; Borja Valero 6,5; Joaquin 6 (72° Rossi 6), Ilicic 5,5.

    Allenatore: Montella.

    Napoli (4-2-3-1): Reina 6, Henrique 6, Fernandez 6, Raul Albiol 6, Ghoulam 6, Jorginho 5,5, Inler 5,5, Hamsik 6 (62°Mertens 6,5), Inisgne 7,5 (80° Behrami 6), Callejon 6, Higuain 5,5 (70° Pandev 6).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Orsato.

    Ammoniti: Borja Valero (F), Ilicic (F), Tomovic (F), Mati Fernandez (F); Albiol (N), Reina (N).

    Espulso: Inler (N).

     

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