La querelle Hamsik sarà nostra compagna per l’estate o almeno fino a quando il Milan annuncerà la nuova mezzala sinistra mettendo a tacere le continue indiscrezioni. Il patron De Laurentiis dopo aver annunciato, a radio Marte, che non esistono giocatori incidebili e con l’fferta giusta chiunque può lasciare Napoli quest’oggi torna sui suoi passi e dichiara lo slovacco fuori dal mercato e invendibile anche per una cifra spropositata “Sono stato chiaro: non venderò Hamsik per 40 milioni, è fuori dal mercato”.-dice De Laurentiis ai microfoni di Radio Marte. “L’ho preso per valorizzarlo, su di lui ho investito molto in questi anni. Si apre la bocca e si dà fiato senza pensare: con questi eventuali 40 milioni mi ci ripagherei al massimo le spese delle ultime stagioni”. Lo stesso presidente sfrutta l’occasione poi per spiegare i vari intrecci di mercato collegati agli azzurri ad iniziare dalle vicende spinose con il centrocampo con il lungo tira e molla per Inler e l’agguerrita concorrenza per Vidal “Adesso vediamo, quando avremo la certezza che questi signori amano il Napoli, vogliono insistentemente questa maglia, ci garantiscono che vogliono Napoli, non ci faremo trovare impreparati. Yebda? E’ un ottimo elemento, a me sta molto simpatico, il pallino ce l’ha Mazzarri. Non sta a me capire cosa dovrà fare nel suo futuro, se rimanere a Napoli o cercarsi un’altra squadra”,. L’ultima battuta è sul vice Cavani e la lotta sembra essersi ridotta a Iaquinta e Trezeguet il francese pare entusiasmi il presidente che però lascia la scelta a Mazzarri “Trezeguet? E’ andato in Spagna nella scorsa stagione e ha segnato 12 gol. La sua squadra è retrocessa, secondo me è un fuoriclasse, è un giocatore che nelle partite internazionali può creare timore agli avversari in difesa. Ha l’esperienza giusta. Poi toccherà al bravo Mazzarri scegliere l’attacco: con lui non ne ho parlato, non ci siamo ancora confrontati. Queste sono acquisizioni di mercato che deve fare Bigon. Sono, comunque, affari dell’ultima ora, quando uno già sa la chimica della squadra e ha cominciato ad allenarla. A quel punto, il tecnico potrà dire che serve l’esperienza di un Trezeguet o di Iaquinta. Fino a quel momento, ci dobbiamo preoccupare di altro”.
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Tegola Juve: per Iaquinta stagione finita
Stagione finita per Vincenzo Iaquinta. L’attaccante della Juventus chiude nel peggior modo possibile una stagione amarissima, costellata da continui stop e appena 23 presenze con 6 gol all’attivo. Gli esiti degli esami a cui è stato sottoposto in seguito all’infortunio patito ieri sono una mazzata: la risonanza ha evidenziato una lesione ampia del muscolo retto femorale della coscia sinistra. Lo strappo muscolare comporterà almeno tre mesi di stop: stagione finita e se ne riparlerà a metà giugno. Ennesimo infortunio per il giocatore che in stagione ha saltato 17 partite per problemi di natura muscolare e anche quando è sceso in campo non è quasi mai sembrato tonico. Di certo l’attaccante calabrese sarà uno dei nomi da tenere d’occhio durante il mercato di giugno, la sua permanenza in casa bianconera non sembra poi così scontata vista la voglia di ringiovanire la rosa e la necessità di fare cassa per reinvestire sul mercato della società; Vincenzone con i suoi 31 anni non è di certo vecchio ma non è più il giocatore di qualche anno fa e la sua continua propensione all’infortunio potrebbe condizionarne il suo futuro juventino. Si accorcia però la lista degli indisponibili per la partita in casa contro il Brescia, non ci sarà Felipe Melo. Il brasiliano, che in settimana è stato accostato al Real Madrid, continua a lavorare per smaltire la botta alla caviglia, tornerà a disposizione dalla prossima settimana. E dalla prossima settimana dovrebbe tornare ad allenarsi stabilmente in gruppo anche De Ceglie, che sembra aver superato la frattura alla rotula. Niente di grave invece per Martinez e Traorè. Ieri entrambi hanno abbandonato l’allenamento in anticipo, oggi hanno lavorato a parte e domani torneranno in gruppo, entrambi dovrebbero essere regolarmente a disposizione per domenica. Migliora anche Luca Toni che probabilmente sarà in panchina contro il Brescia. Saranno dunque ancora Del Piero e Matri i terminali offensivi della Juve nella gara di domenica. Delneri si è soffermato molto a parlare insieme al capitano e all’ex cagliaritano al termine della seduta ed è rientrato nello spogliatoio con loro. Il tecnico di Aquileia spera in una reazione della sua squadra e in un ritorno alla vittoria che manca ormai da 4 turni.
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Iaquinta ko, Amauri al Genoa. La Juve punta Matri
Caos totale in casa Juventus. Proprio sul gong, quando il calciomercato sta per chiudere i battenti, Marotta potrebbe avere la liquidità per muovere i primi colpi importanti in attacco. In casa bianconera si sentono i primi scricchiolii e Agnelli oggi a margine della conferenza stampa di Del Neri parlerà alla stampa, rumors voglionono l’ennesima rivoluzione societaria con l’ingresso di nuovi soci e la tanto attesa ricapitalizzazione .
L’ennesimo infortunio di Iaquinta e lo smarrimento di Amauri costringono la società allo sforzo sul mercato per arrivare ad una prima punta che garantisca gol e profondità. L’italo-brasiliano pare possa andare in prestito al Genoa e Marotta punta dritto su Alessandro Matri.
Per l’attaccante del Cagliari la Vecchia Signora pare sia disposta a spingersi fino a 15 milioni di euro inserendo anche qualche giovane promettente della primavera. Cellino al momento resiste ma la presenza in rosa di Acquafresca e Nenè potrebbe convincerlo a monetizzare.
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Juve, assalto alla capitale: Vucinic e Zarate le nuove idee di Marotta
Manca poco più di una settimana alla chiusura del calciomercato invernale e la Juventus, nella persona di Marotta, è sempre alla continua ricerca di un attaccante per potenziare il reparto avanzato a disposizione di mister Del Neri.
Luis Fabiano, Forlan e Huntelaar (messi in ordine di preferenza ndr) non sono le sole trattative messe in piedi dal dg bianconero: le difficoltà ad inserire una contropartita tecnica (Amauri e Sissoko i quali non gradiscono le varie destinazioni) in cambio di uno dei giocatori sopracitati, e l’impossibilità di ricevere un extra budget dalla proprietà, spingono Marotta a guardarsi ulteriormente intorno per non arrivare al gong finale del mercato senza avere in mano l’attaccante tanto desiderato.In questo momento il dg ha cambiato obiettivi decidendo di porre un “assedio” alla capitale ma senza stravolgere le sue strategie, quelle di richiedere giocatori a titolo temporaneo o effettuare scambi di giocatori in prestito. Nelle ultime ore sono stati aperti infatti dei tavoli con Roma e Lazio per Vucinic e Zarate: per l’attaccante giallorosso è stato proposto uno scambio di prestiti con Iaquinta, che piace tanto a Ranieri, più qualche “spicciolo” e riscattare il giocatore in seguito per una cifra che si aggira intorno ai 10 milioni da versare nelle casse della Roma, per il biancoceleste invece è stato offerto Amauri o un prestito oneroso fino a fine stagione. Nonostante sia il montenegrino che l’argentino siano in “guerra” con i rispettivi tecnici Ranieri e Reja, entrambi non dovrebbero muoversi, almeno fino a giugno, dalla capitale. Ma nel mercato mai dire mai, come ben sappiamo le varie situazioni possono subire variazioni di minuto in minuto e aprire scenari davvero interessanti.
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Juventus: Del Neri e il 4-4-2 incompiuto
Nessun allenatore dirà mai di prediligere un modulo tattico. Tutti, nelle noiosissime interviste che spesso rilasciano, affermano di “voler fare bene” con “i calciatori che si hanno a disposizione” e adattare il modulo alle loro caratteristiche. Sarà, ma quasi sempre il miglior modulo possibile è il loro preferito! Gigi Del Neri, allenatore della Juventus, non fa eccezione con il suo amato 4-4-2.
Intendiamoci, non c’è nulla di male nel privilegiare un assetto tattico: un leader, quale l’allenatore deve certamente essere, ha il compito di infondere sicurezza nei suoi uomini e, per farlo, è giusto che si affidi a tutto ciò che, a suo giudizio, gli dà maggiori garanzie. Il 4-4-2 della Juventus, però, appare un’incompiuta.
Analizziamolo reparto per reparto, cercando di capire quali differenze si riscontrino nel gioco della Juventus attuale in raffronto con le squadre allenate da Del Neri in passato.
Partiamo dall’attacco. Il Mister friulano ha sempre avuto a sua disposizione un centravanti tradizionale, alto e forte fisicamente, ed una seconda punta più veloce, in grado di sfruttare gli spazi aperti dai movimenti del suo collega di reparto e di ricevere le sue giocate di sponda, ma anche di trasformarsi in uomo-assist per la prima punta.
Talvolta ha cercato di utilizzare l’attacco a due torri, con due centravanti che, con encomiabile spirito di sacrificio, riuscivano a dare equilibrio alla squadra e a rendersi doppiamente pericolosi sulle palle alte: pensiamo al Chievo di Corradi, Cossato e Marazzina.
Nella Juventus questo tipo di attacco non è stato mai possibile, tranne per qualche minuto contro il Napoli (Amauri e Toni) in cui i movimenti visti sono stati apprezzabili (e Toni era andato anche in gol). Tuttavia, alla Juve manca una reale prima punta (potrà esserlo Toni?): Amauri, al netto di problemi fisici che lo tartassano da tempo, è spesso in crisi d’identità e la società sta pensando di cederlo. Inoltre, una prima punta deve far gol, appuntamento a cui l’italo-brasiliano manca da troppe giornate. Iaquinta sarebbe una perfetta seconda punta nello schema di Del Neri, ma, essendoci Quagliarella e Del Piero, ha operato quasi sempre da centravanti, perdendo le sue caratteristiche di velocità e gioco in profondità.
Il centrocampo è il reparto cruciale di una squadra di calcio: i team vincenti hanno sempre un reparto mediano di grandissimo livello. Del Neri esige un gioco piuttosto semplice dai suoi, ma da applicare con severità: tutti devono rispettare le proprie posizioni in fase difensiva, adattandole ai movimenti dei compagni, della palla e ovviamente degli avversari. Ne viene fuori una strategia di presidio degli spazi che fa giocar male la squadra avversaria, a meno che non vi siano delle falle.
E queste falle ci sono: se Krasic e Pepe fanno un encomiabile lavoro sulle fasce laterali, offrendo quella spinta che è alla base del gioco di Del Neri, in fase difensiva, specialmente il serbo, appare ancora un po’ spaesato. Se a ciò aggiungiamo la tendenza di Melo (quest’anno molto meno che nella scorsa stagione) a fare passaggi orizzontali lenti e rischiosissimi, si capisce bene come gli avversari individuino nel centrocampo juventino il reparto da pressare con più incisività.
In difesa valgono le stesse regole del centrocampo: presidio degli spazi, pressing sul portatore di palla e scivolamenti a scalare in base alla posizione del pallone. Tuttavia, a parte Chiellini e Bonucci (che pure ha la tendenza a qualche preziosismo di troppo), la difesa bianconera è carente di qualità: non è un caso che, sulla destra, Del Neri si affidi al giovanissimo Sørensen, bravo ma inesperto e adattato al ruolo di laterale, mentre a sinistra al fin troppo esperto Grosso, che ha mestiere ma non più la corsa di un tempo.
Con le fasce difensive così rimaneggiate è inevitabile che il gioco della Juventus risulti approssimativo e prevedibile. I laterali dovrebbero aiutare i loro colleghi di centrocampo spingendo a loro volta o proponendosi in avanti per togliere dalla marcatura qualche difensore, ma lo fanno poco e male, lasciando spesso Krasic e Pepe in balia di due o tre avversari. Bloccandole le fasce, la Juve ha poche alternative: l’estro di Aquilani e Del Piero o il lancio lungo sulla prima punta.
Non è un caso che la squadra di Del Neri si renda pericolosa quasi sempre solo su calci piazzati (vedi i due gol al Bari). Con due esterni di spinta e un Krasic un po’ più attento in fase di contenimento si assisterebbe a partite di tutt’altro tenore.
[a cura di Luigi Perri di Juventinologo.com] -
Prima tegola del 2011, si ferma Iaquinta
L’anno nuovo non ha permesso alla Juventus di scongiurare il capitolo infortuni dopo un 2010 tribolato e ricco di infortuni di lungo corso. Se Bonucci aveva chiuso il 2010 blocandosi il nuovo anno è partito con un nuovo stop a Iaquinta, fermatosi durante l’allenamento per un problema muscolare ma solo domani si saprà l’entita dell’infortunio anche se si teme lo stiramento.
Prima tegola per Del Neri e per la società costretta adesso a correre ulteriormente ai ripari cercando la tanto agognata prima punta. Si rivedono in gruppo Del Piero e Amauri e in vista della partita dell’Epifania dovrebbero esser convocabili.
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A Poznan la Juve va fuori dall’Europa League
Dopo la Sampdoria anche la Juventus viene eliminata, con un turno d’anticipo, dall’Europa League. Ai bianconeri non basta l’ennesimo pareggio (1-1), il quinto su altrettante gare della fase a gironi, strappato a fatica sul ghiaccio dello stadio Miejski di Poznan in condizioni climatiche avverse e adatte per lo svolgimento di qualche sport invernale (si giocava sotto una nevicata di ghiaccio e con temperature di 12 gradi sotto lo zero) per continuare a credere in una qualificazione ai sedicesimi di finale. Per i polacchi a segno il solito Rudnevs, il pari bianconero arriva dai piedi di Iaquinta nel finale quando ormai è troppo tardi.
Nel freezer di Poznan la Juve, che avrebbe preferito non giocare in queste condizioni al limite della praticabilità del campo, va subito sotto in avvio di gara: è infatti sugli sviluppi di un calcio d’angolo che Rudnevs, al quarto gol ai bianconeri tra andata e ritorno dopo la tripletta dell’Olimpico, prende il tempo a Chiellini e batte di testa sul primo palo Manninger.
Accusato il colpo la squadra di Del Neri costruisce due nitide palle gol con Sissoko e Bonucci, entrambe a tu per tu con il portiere Kotorowski che chiude bene lo specchio della porta. La voglia di arrivare al pareggio c’è ma, vuoi il terreno di gioco scivoloso, vuoi la sfortuna, il primo tempo si chiude sull’1-0 in favore del Lech Poznan.Nella ripresa la tormenta aumenta tant’è che durante l’intervallo gli addetti dello stadio sono costretti a ritracciare le linee del campo ormai scomparse e che vanno confondendosi nel manto bianco del terreno di gioco. E quando i padroni di casa tirano definitivamente i remi in barca cercando di innalzare un muro davanti la porta difesa da Kotorowski, sale in cattedra Krasic proprio nel momento più difficile per la Juventus. Il serbo, abituato a giocare in queste condizioni avendo militato in Russia nelle fila del Cska Mosca per 6 anni, non sembra un calciatore bensì un pattinatore che scivola leggiadro sul ghiaccio polacco e supera in velocità puntualmente l’avversario di turno. E’ proprio grazie ad una sua accelerazione che offre un cross perfetto a Del Piero che di testa sfiora il palo e il pari.
La bufera aumenta e proporzionalmente la visibilità si riduce. L’1-1 arriva grazie a Iaquinta, su assist di Krasic, all’84’ e si va verso il finale di gara con la Juve a provare un difficile assalto alla porta avversaria provando il tutto per tutto (con il pareggio e la concomitante vittoria del Manchester City i bianconeri sarebbero fuori aritmeticamente): e proprio a pochi secondi dal termine del match è il neo entrato Libertazzi che ha sulla testa la palla giusta per centrare il colpaccio ma la sua conclusione è troppo centrale e viene neutralizzata dal portiere polacco.Sono i titoli di coda di un’avventura europea che finisce anzitempo, nessuno lo avrebbe immaginato, ma bisogna dare alibi in ogni caso alla Juventus che, causa infortuni e indisponibilità varie, è stata costretta a giocare spesso con alcuni Primavera titolari, vedi stasera Camilleri, e con una panchina che è sempre stata imbottita di giovani. Ora tutte le forze saranno concentrate nel campionato.
Il tabellino
LECH POZNAN – JUVENTUS 1-1
12′ Rudnevs (L), 84′ Iaquinta (J)
LECH POZNAN (4-4-2): Kotorowski; Wojtkowjak, Bosacki, Arboleda, Henriquez; Peszko, Injac, Djurdjevic, Krivets (54′ Kikut); Rudnevs (61′ Mozdzen), Stilic (81′ Kaminski).
Panchina: Buric, Gancarczyk, Wilk, Kielb.
Allenatore: Bakero.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Camilleri, Bonucci, Chiellini, Traoré (77′ Libertazzi); Krasic, Sissoko (75′ Melo), Marchisio, Pepe (67′ Lanzafame); Iaquinta, Del Piero.
Panchina: Storari, Liviero, De Paola, Giandonato.
Allenatore: Del Neri.
Arbitro: Teixeria Vitienes -
Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta
Finisce 1-1 all’Olimpico l’anticipo serale tra Juventus e Roma in uno dei tre big match che offre in questo weekend la scoppiettante 12esima giornata di Serie A. Bianconeri e giallorossi, che domani assisteranno comodamente in poltrona al derby della Madonnina tra Inter e Milan, si dividono la posta in palio rimandando al prossimo impegno l’appuntamento con la vittoria. Forse non era questa la serata adatta per pensare ad un’eventuale aggancio al vertice della classifica, considerato che entrambe le squadre godono di una buona salute, ma ci si aspettava, sia da una parte che dall’altra, un pizzico di incisività in più per tentare il colpaccio. Le reti, tutte nel primo tempo, portano le firme di Iaquinta e Totti.
Era la partita dei due ex Del Neri e Ranieri, quest’ultimo più avvelenato nei confronti della Vecchia Signora per l’esonero subito a sole due giornate dalla fine del campionato stagione 2008-2009. Ma era soprattutto la partita che vedeva lo scontro tra le due bandiere, nonchè capitani, dei rispettivi club, Totti e Del Piero. Confronto mancato perchè Del Neri preferisce Iaquinta a Pinturicchio che parte inizialmente dalla panchina mentre il Pupone va ad affiancare regolarmente in attacco Menez e Vucinic.
La Juve, alle prese con l’infermeria piena ma che piano piano va svuotandosi (recuperati Amauri e Traorè), si presenta nuovamente con Grosso sulla corsia sinistra di difesa e con Sorensen nel’inedita posizione di terzino destro, buona nonostante tutto la prova del giovane centrale difensivo.La Juve parte forte e già dopo una manciata di minuti ha l’occasione per passare in vantaggio: Quagliarella lancia Iaquinta che a tu per tu con Julio Sergio si allarga troppo sparando addosso al portiere giallorosso. La Roma si riorganizza e risponde con una conclusione a giro di Menez che Storari manda in angolo. La squadra di Ranieri conduce la gara e palleggia bene a centrocampo mentre la Juve assume lo stesso atteggiamento attendista sfoggiato contro il Milan lasciando l’iniziativa all’avversario per poi colpirlo in contropiede, sistema con il quale Del Neri stese all’Olimpico i giallorossi per 2-1 nella passata stagione quando guidava la Samp e che in quella occasione costò lo scudetto alla Roma.
Al 24′ altra occasione gol per i bianconeri: su un cross di Aquilani, romano doc che stasera affrontava i suoi ex compagni, prima Quagliarella non riesce a dare il giusto impatto con la sfera e poi Iaquinta manca incredibilmente l’appuntamento con il gol da due passi con la palla che gli sfila davanti. La Juve riparte velocissima in contropiede e alla mezz’ora su un altro traversone, questa volta di Pepe, è Julio Sergio a togliere letteralmente la sfera dalla testa di Iaquinta che altrimenti sarebbe andato a colpo sicuro. E’ il preludio al gol che arriva 5 minuti più tardi con una deliziosa giocata di Aquilani, sempre più indispensabile per il centrocampo juventino, che prima beffa con tunnel Greco e poi con un cross ben calibrato pesca alla perfezione Iaquinta che in girata volante trafigge Julio Sergio.
La Roma però non subisce il colpo e continua a spingere soprattutto con Menez, il migliore dei suoi stasera. Il pari giunge nell’unico minuto di recupero del primo tempo decretato da Rizzoli per un fallo di mani di Pepe in area di rigore su una punizione calciata da Totti; è lo stesso capitano poi che va a trasformare il penalty procurato tra le proteste, inutili, dei bianconeri. Pochi secondi prima la Roma aveva reclamato un altro rigore per atterramento di Chiellini ai danni di Mexes, rigore che sembra starci.Nel secondo tempo, che vede l’esordio di Traorè subentrato all’acciaccato Grosso, i capitolini mostrano una maggiore grinta agonistica e aumentano la loro aggressività nell’aggredire il portare di palla bianconero, risultato che produce l’effetto sperato, quello di continuare a non far giocare la Juve così Del Neri corre ai ripari inserendo Del Piero a 35 minuti dal termine al posto di Iaquinta. La sfida a distanza con Totti dura però poco più di un quarto d’ora perchè Ranieri decide di richiamare il capitano giallorosso in panchina per giocarsi la carta Borriello aumentando il peso offensivo in un attacco che stasera è stato poco incisivo negli ultimi 20 metri.
Le occasioni più ghiotte però capitano ancora alla Juve prima con Aquilani che, ben servito dal “rimorchio” di Felipe Melo, vede Burdisso immolarsi sulla traiettoria altrimenti piazzata nell’angolino basso e poi con Quagliarella che sforna una delle sue pregevoli conclusioni balistiche dalla lunga distanza ma che trova pronto Julio Sergio. Non succede più nulla, gli ospiti tengono saldamente in mano il pallino del gioco ma non producono pericoli verso la porta difesa da Storari.In classifica la Juve agguanta l’Inter a quota 20 mentre la Roma segue ad una sola lunghezza ma domani il derby di Milano e la sfida importante tra Lazio e Napoli può rimescolare le carte.
Il tabellino
JUVENTUS – ROMA 1-1
35′ Iaquinta (J), 49′ pt rig Totti (R)
JUVENTUS (4-4-2): Storari; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso (46′ Traoré); Pepe, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio (76′ Amauri); Quagliarella, Iaquinta (54′ Del Piero).
Panchina: Costantino, Salihamidzic, Sissoko, Lanzafame.
Allenatore: Del Neri.
ROMA (4-4-2): Julio Sergio; Cassetti (46′ Rosi), Méxes, N. Burdisso, Riise; Greco (75′ Brighi), De Rossi, Simplicio, Menez; Totti (68′ Borriello), Vucinic.
A disposizione: Lobont, Perrotta, Baptista, Adriano.
Allenatore: Ranieri.
Arbitro: Rizzoli
Ammoniti: Menez (R), Pepe (J), Greco (R), Burdisso (R) -
Juve torna l’incubo infortuni: Amauri e Iaquinta ko e Krasic…
I tifosi bianconeri dovranno iniziare a fare gli scongiuri, la Juventus torna a convivere con l’incubo infortuni che ormai da troppi anni costringe gli allenatori della Vecchia Signora ad inventarsi alchimie tattiche per riuscire a superare lo stato di emergenza.
Quest’anno c’erano state delle piccole avvisaglie ma niente in confronto a quelle degli anni passati ma nella settimana di preparazione al big match contro il Milan Del Neri perde ancora una volta Amauri costretto a quindi gioni di riposo per un “edema alla parte esterna del tendine” e Iaquinta ormai da due anni in crisi d’identità per via dei tanti infortuni.
Come se non bastasse l’attacco bianconero perderà con molte probabilità anche Milos Krasic che nel pomeriggio verrà appiedato da Tosel dopo il deferimento da parte della Procura Generale. Del Neri dovrà dar adito alla sua fantasia affidandosi a Del Piero e Quagliarella magari rispolverando Pepe sull’esterno.
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Juve, il problema è l’attacco. Marotta dovrà correre ai ripari
La Juventus torna da Bologna con un pari che ha il sapore della sconfitta. I bianconeri vengono martoriati per il caso Krasic e per le parole dei buon temponi pronti sempre ad usare l’indice verso gli altri piuttosto che verso se stessi, ma l’episodio, per fortuna è stato ininfluente a fini del risultato grazie alla parata di Viviano ma anche e sopratutto al momento no degli attaccanti.
Le gerarchie di Del Neri sono limpide e ben delineate e portano spesso al ballottaggio tra Amauri e Iaquinta per il ruolo di prima punta. Ma i due punteros ormai troppo spesso si contendono più un posto in infermeria che nel tabellino dei marcatori.
L’involuzione dei due deve per forza di cose esser colmata da Marotta nel mercato invernale per trovare finalmente l’ariete giusto a concretizzare la grande molte di gioco degli esterni e di Aquilani in mezzo al campo.
I nomi sono i soliti, l’impressione è che al momento sembra più facile arrivare a Maxi Lopez visti i buoni rapporti con il Catania che a Benzema ma il concetto è chiaro serve il bomber.