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  • Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Inter-Catania termina 2-0, grazie ai gol di Cassano e Palacio i nerazzurri centrano la quarta vittoria consecutiva in campionato e agganciano la Lazio al terzo posto in classifica ad una sola lunghezza dal Napoli secondo. Il Catania ancora una volta quest’anno non brilla lontano dal Massimino. Per i ragazzi di Maran terza sconfitta esterna in 4 trasferte giocate, per una salvezza tranquilla gli etnei dovranno cercare di racimolare più punti in trasferta. Il tabù San Siro è un ricordo lontano per l’Inter di Stramaccioni che si è confermata vincente anche tra le mura amiche e adesso guarda alle prossime partite con piena fiducia. La mente già vola al match con la Juve del 3 novembre ma prima della sfida allo Juventus Stadium i nerazzurri dovranno fare i conti con la trasferta di Bologna e l’impegno casalingo con la Sampdoria di Ferrara.

    LA PARTITA – Grande sorpresa nell’Inter, Stramaccioni sfida il Catania con il tridente pesante composto da Milito, Cassano e Palacio, a centrocampo c’è Mudingayi e non Gargano con la presenza confermata di Obi. L’Inter parte meglio con Cassano e Palacio molto inspirati, tuttavia la prima palla gol è targata Catania con Almiron che davanti ad Handanovic spara alto. L’Inter schierata con un insolito 3-4-3 prova a smuovere la difesa dei siciliani ma deve attendere il 28′ per passare in vantaggio: Cambiasso con un lancio millimetrico pesca Cassano che di testa supera Andujar firmando l’1-0. Il gol del vantaggio mette tranquillità ai nerazzurri che tremano solo sul finire del primo tempo quando su un cross di Marchese arriva il colpo di testa di Izco che sibila di poco a lato.

    Palacio
    Palacio festeggia il suo primo gol nerazzurro in campionato © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    La ripresa inizia senza cambi anche se Stramaccioni decide di cambiare assetto tattico alla sua Inter passando dal 3-4-3 al 4-4-2 con Zanetti terzino e Palacio esterno di centrocampo. Proprio Palacio al 57′ non arriva per poco sul pallone del 2-0 servito perfettamente da un ottimo Cassano. Al 60′ inizia il valzer dei cambi, tra i nerazzurri entrano Gargano per Obi, Alvarez per Cassano e Guarin per Mudingayi, nel Catania invece Castro sostituisce Izco. La palla del raddoppio nerazzurro capita sui piedi di Ricky Alvarez, che non finalizza bene un contropiede micidiale mentre Ranocchia pochi minuti dopo di testa centra il palo su un cross di un mostruoso Cambiasso. Gli uomini di Maran col passare dei minuti perdono di convinzione risultando poco pericolosi in avanti, l’Inter allora ne approfitta a pochi minuti dal triplice fischio finale: Milito serve in profondità Rodrigo Palacio che si aggiusta la palla col petto prima di tirare un sinistro al volo che trafigge Andujar e firma il 2-0 finale. L’Inter centra la quarta vittoria consecutiva in campionato e si riporta al terzo posto con la Lazio, ad un punto dal Napoli secondo e a 4 lunghezze dalla Juve capolista.

    Pagelle e tabellino Inter-Catania 2-0

    Inter (3-4-3): Handanovic 6,5; Ranocchia 6,5, Samuel 6, J. Jesus 6; Obi 6(16′ st Gargano 6,5), Mudingayi 6 (24′ st Guarin 6), Cambiasso 7,5, Zanetti 6,5; Palacio 7, Milito 6,5, Cassano 7 (24′ st Alvarez R. 5,5). Panchina: Belec, Cincilla, Silvestre, Jonathan, Pereira, Mbaye, Duncan, Coutinho, Livaja. Allenatore: Andrea Stramaccioni

    Catania (4-3-3): Andujar 6; Alvarez 6, Legrottaglie 6, Spolli 6, Marchese 6,5; Izco 5,5 (19′ st Castro 6), Lodi 5,5, Almiron 6,5 (35′ st Ricchiuti s.v); Barrientos 6, Bergessio 6, Gomez 6. Panchina: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Biagianti, Salifu, Capuano, Morimoto, Doukara. Allenatore: Rolando Maran

    Video gol Inter-Catania 2-0 (28′ Cassano, 85′ Palacio) 

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  • Caceres e Pogba castigano il Napoli, Juve in fuga

    Caceres e Pogba castigano il Napoli, Juve in fuga

    Implacabile. La Juventus non sbaglia e batte anche il Napoli cancellando così quindi giorni di veleni e polemiche. Un successo sudato e sofferto per i bianconeri che grazie a Caceres e Pogba, giocatori subentrati nella ripresa, porta a casa tre punti d’oro quando ormai il match sembrava incanalato sullo 0-0. Bianconeri che in un sol colpo salgono a quota 47 risultati utili consecutivi in campionati, allungano a più tre sul secondo posto, fermano l’imbattibilità del Napoli e conquistano anche la miglior difesa. Una serata memorabile dunque per i bianconeri che ripagano con un successo la riaccesa passione dei propri tifosi, tornati a sostenere i propri beniamini dopo lo sciopero che aveva contraddistinto le ultime gare interne dei ragazzi di Conte.

    Cambi decisivi dunque al termine di una gara equilibrata e molto intensa, lottata a tutto campo con tanta grinta e determinazione. Di sicuro una grande iniezione di fiducia per i bianconeri a differenza dei napoletani che ancora una volta toppano nei match clou, in particolare quelli lontani dal San Paolo. Lo spettacolo, c’è da dire, non è stato dei migliori, ma la posta in palio, nonostante siamo solo all’ottava giornata di campionato, era alta, e nessuna delle due voleva perdere e dare il via libera in classifica all’altra. I bianconeri hanno dimostrato ancora una volta la propria dipendenza da Vucinic in attacco: se infatti Giovinco ha fatto la sua gara con tanto dinamismo e la solita combattività, Quagliarella è apparso spento, abulico. Nemmeno Matri, suo sostituto, ha brillato, e ancora una volta sono venuti fuori i limiti dei bianconeri. Limiti si, ma anche note positive: a partire dai cambi.

    Caceres e Pogba, appena entrati, hanno fatto centro, dimostrando che non basta un grande bomber per vincere gli incontri. Quel bomber che il Napoli ha, ovvero Cavani, ma che non è bastato. La sua traversa, il suo spirito di sacrificio, non sono stati utili ai partenopei per quel colpaccio che in molti sognavano. Ma nel reparto offensivo dei campani è stato l’unico a salvarsi: Hamsik come al solito in queste partite è assente ingiustificato, Pandev invece ha invertito quel trend che lo vedeva bestia nera della Juventus. Tornando alla gara non ci sono state sorprese nei due undici.

    Dopo un bel guizzo di Giovinco (che più in avanti sprecherà un regalo di Campagnaro), con annessa risposta di De Sanctis, il match promette spettacolo ma non è così. La Juve prova a prendere in mano il pallino del gioco ma con un Quagliarella spento e un centrocampo fermato dai dirimpettai azzurri, non è poi così facile. Mettici un problema al ginocchio per Bonucci e le cose non sembrano poi andare così lisce, anche se sulla sinistra Asamoah garantisce una spinta costante.

    Martin Caceres esulta
    Martin Caceres esulta © Valerio Pennicino/Getty Images

    Il Napoli sembra preferire il contropiede ma è su punizione che costruisce la palla gol più grande della sua partita: un gran tiro a giro di Cavani centra in pieno la trasversale a Storari battuto. Le azioni da rete sono poche e prima della chiusura del tempo solo Giovinco ci prova con una bella conclusione dalla distanza: De Sanctis dice di no. Nella ripresa la Juve sembra calare e il Napoli prende fiducia. Alessio lancia Matri per Quagliarella ma è Giovinco ad avere una bella occasione calciando di poco a lato. Si illumina anche Pirlo che apre un’autostrada a Matri ma quest’ultimo, timidamente, favorisce l’uscita di De Sanctis.

    Nel giro di 2’ (30’ e 32’) Alessio cambia ancora inserendo Pogba e Caceres. E nel giro di 2’ (34’ e 36’) i due ricambiano la fiducia: prima l’uruguayano di testa su corner di Pirlo insacca, poi il secondo con un gran tiro dalla distanza insacca alle spalle di De Sanctis. Cala il buio pesto sul Napoli: per la lotta scudetto serve probabilmente qualcosa in più. Per la Juve invece una vittoria pesante che significa fuga solitaria al primo posto.

    Le pagelle di Juventus-Napoli:
    Asamoah 7: Una furia. Sulla fascia non ha rivali in velocità e ogni qualvolta punta il diretto avversario lo supera senza affanni.
    Pogba 7: Entra conquista palloni e segna il gol della sicurezza. Stavolta però lo fa da vice Vidal. E la cosa dovrebbe far riflettere chi lo vorrebbe come sostituto di Pirlo.
    Quagliarella 5: Alla vigilia aveva detto che non avrebbe esultato in caso di gol. Ma per andare a rete devi prima calciare in porta.
    Hamsik 5: Come al solito in queste gare è l’ombra di se stesso. Probabilmente sarà un problema psicologico, fatto sta che la pressione non gli fa un bell’effetto.
    Inler 6: Lotta in mezzo al campo e in più di un caso imbriglia i dirimpettai.
    Cavani 6.5: Lotta in ogni zona del campo, centra una splendida traversa su punizione. Un predicatore nel deserto.

    Il tabellino di Juventus-Napoli
    JUVENTUS (3-5-2): Storari 6; Barzagli 7, Bonucci 6,5, Chiellini 6,5; Lichsteiner 6, Vidal 6 (30′ st Pogba 7), Pirlo 7, Marchisio 6,5, Asamoah 7 (32′ st Caceres 7); Quagliarella 5 (15′ st Matri 5,5), Giovinco 6. In panchina: Rubinho, Branescu, Lucio, Marrone, Padoin, Isla, Giaccherini, Bendtner. Allenatore: Alessio 7
    NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis 6; Campagnaro 5,5, Cannavaro 5,5, Gamberini 5,5 (38′ st Insigne sv); Maggio 5.5, Inler 6, Behrami 5,5 (43′ st Dzemaili sv), Zuniga 6; Hamsik 5; Pandev 4,5, Cavani 6,5
    In panchina: Rosati, Colombo, Grava, Aronica, Uvini, Fernandez, Mesto, El Kaddouri, Donadel, Dossena, Vargas. Allenatore: Mazzarri 5,5

    VIDEO HIGHLIGHTS JUVENTUS-NAPOLI 2-0

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  • Klose e Hernanes schiantano il Milan. La Lazio vola

    Klose e Hernanes schiantano il Milan. La Lazio vola

    Com’è piccolo il Milan (cit. Luca Serafini). La Lazio batte i rossoneri 3-2 e si porta a meno uno dal Napoli, sconfitto nel pomeriggio allo Stadium. Il successo dei biancocelesti porta la firma di Hernanes e Klose, più la partecipazione decisiva di Candreva. Non è bastato al Milan svegliarsi dopo il 3-0 del tedesco, quando con l’ingresso di Pato la squadra ha preso più coraggio e segnato due reti che sembravano il preludio all’ennesima rimonta targata 21 ottobre (lo scorso anno Lecce-Milan 3-4 ndr). Da sottolineare la quinta rete in campionato di El Shaarawy, sempre più leader del Milan, e il terzo gol di squadra che ha il nome di Nigel De Jong, autore del momentaneo 3-1. Nonostante il quinto ko di quest’anno, a fine partita Galliani conferma Allegri. Più che altro per mancanza di soluzioni.

    EPISODI– Ad essere onesti il Milan non demeritava. E’ significativo però come il Diavolo subisca con troppa facilità gol in questa stagione. A questo punto l’assenza di Thiago non può più essere un alibi. Sul banco degli imputati sale la psiche, che nell’arco dei 90′ minuti sa essere letale. Il tiro deviato (ma vincente) di Hernanes, il salvataggio miracoloso di Dias sulla conclusione di El Shaarawy, e il capolavoro di Candreva con Amelia fuori posizione fotografano un primo tempo dove il Milan è stato punito oltremisura nel risultato, che vede i padroni di casa avanti 2-o.

    S.S. Lazio v AC Milan - Serie A
    Klose condanna il Milan | ©Paolo Bruno/Getty Images

    LA BESTIA E IL PAPERO – Ad inizio ripresa arriva il sigillo della Bestia. Klose, il tedesco, segna il 3-0 dopo soli cinque minuti. Troppo cinica la Lazio per questo Milan così piccolo, ancora in cerca della sua identità violentata durante una notte d’estate. Fa persino tenerezza l’entrata di Pato. Tutti a chiedersi se si romperà un’altra volta, il motivo per il quale Allegri ha voluto rischiarlo essendo il punteggio irrecuperabile. Poi è andata come è andata. I rossoneri segnano il primo gol della serata, dove per poco il Papero non ci mette il suo zampino, poi ancora la seconda rete. Infine vedi un Pato integro, sicuro, che forse dentro di sé non ha più paura di rompersi. Il Milan lo ha aspettato, ora è lui a dover fare di tutto per diventare insieme ad El Shaarawy l’uomo della svolta. Perché stavolta a chiederlo non è soltanto il tifoso, è anche la storia.

    LE PAGELLE DI LAZIO-MILAN 3-2 (20-10-2012)
    Klose 7,5: dieci gol stagionali, sei in campionato. A 34 anni suonati il tedesco non ha intenzione di smettere. E’ uno dei pochi top-player rimasti in Serie A.
    Hernanes 7,5: otto partite in campionato, cinque gol. Con Klose ha segnato in tutto 11 reti delle 15 totale segnate dai biancocelesti. Petkovic sa di avere due fuoriclasse assoluti.
    Candreva 7: porta la firma dell’ex Udinese il gol più bello della serata. Con Petkovic ha trovato la sua dimensione perfetta. Dopo i due extra-terresti c’è lui nella scala dei valori assoluti a Formello.
    El Shaarawy 7: si sbatte lotta, per poco non firma una doppietta come contro il Cagliari. Ambrosini gli ha promesso che pagherà le sue vacanze qualora riesca a raggiungere i 7 gol prima di natale. Adesso il capitano deve sperare che il Faraone non decida di farsi un viaggio nello spazio da turista.
    Emanuelson 6,5: purtroppo i rossoneri l’hanno capito da un po’, il jolly olandese è diventato determinante per la squadra. Con il suo ingresso la squadra ha cambiato faccia. Che Emanuelson diventasse determinante nel Milan forse non l’avrebbe mai detto nessuno. Com’è piccolo il Milan.
    Boateng 2:  non sappiamo se sia l’ansia da prestazione, il peso della maglia, le voci che lo danno cornuto. A dir la verità non sappiamo neanche se ieri sia sceso in campo. Per la fiducia gli diamo 2.

    VIDEO HIGHLIGHTS LAZIO-MILAN 3-2

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  • Del Piero decide il derby e regala la prima vittoria al Sydney

    Del Piero decide il derby e regala la prima vittoria al Sydney

    Questa volta il suo gol è valso i tre punti per la prima vittoria in campionato del Sydney Fc, vittoria che è arrivata alla fine dell’importantissimo derby fuori casa con il Western Sydney Wanderers. Davanti a 21 mila spettatori al Parramatta Stadium, il Sydney porta a casa i primi 3 punti della stagione scalando la classifica grazie ad un rigore trasformato da Alessandro Del Piero al 54′.

    Rispetto alle gare precendenti gli Skye Blues, che pure erano partiti subito all’attacco, hanno sofferto gli spunti dei cugini ma questa volta il Sydney tiene botta aiutato anche dalla scarsa organizzazione offensiva del Wanderers. Dopo un primo tempo che ha regalato solo qualche giocata di Del Piero che in più di un’occasione ha provato a sbloccare il risultato, il numero 10 sale in cattedra al minuto 54, quando in area di rigore dribbla 3 avversari per poi finire a terra sul netto fallo di Mooy. Neanche a pensare diversamente la stella ex Juve si presenta sul dischetto battendo Ante Covic ma l’arbitro fa ripetere il calcio di rigore, al secondo tentativo Del Piero cambia angolo con il portiere che riesce a neutralizzare l’esecuzione dagli undici metri ma sulla respinta Pinturicchio è lesto a ribattere in rete.

    Alessandro Del Piero regala i tre punti al Sydney | © Ryan Pierse / Getty Images

    Il gol subito scuote i padroni di casa che in più di un’occasione si fanno pericolosi sotto porta, complice anche gli interventi e le uscite poco rassicuranti del portiere degli Sky Blues, Necevski. Sul finale è ancora Del Piero a rendersi pericoloso su punizione che finisce di poco alta sulla traversa. La squadra di Crook può tirare un sospiro di sollievo e festeggiare per i primi tre punti conquistati dall’inizio del campionato. Del Piero invece registra il secondo gol su tre gare disputate, ma quello di oggi vale doppio e infatti lo stesso calciatore a fine gara non perde tempo a palesare il suo stato d’animo su Twitter: “Vincere il derby in trasferta segnando il gol decisivo… Che serata!

    IL GOL DI DEL PIERO CHE HA DECISO IL DERBY

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  • Botte da orbi tra Under 13 brasiliani. Maxi-rissa in Bahia-Vitoria

    Botte da orbi tra Under 13 brasiliani. Maxi-rissa in Bahia-Vitoria

    Che in Sud America ci sia il sangue caliente lo si sapeva, ma che dei tredicenni potessero scatenare una mega rissa in campo non lo immaginava nessuno. E’ accaduto esattamente in Brasile, una sfida Under 13 tra Bahia-Vitoria con i padroni di casa in vantaggio per 2-1. Tutto parte dal portiere del Bahia che compisce con un pugno alla nuca un giovane attaccante avversario che cade a terra (un po in ritardo, ma il colpo c’è stato). Da quel momento il caos più totale in campo, una caccia all’uomo da far west. Tutti contro tutti, senza nessun obiettivo principale. Giocatori che prendono a calci avversari a terra, gente che rincorre l’uomo e cerca di colpirli con mosse da karate, ragazzini che sferrano pugni a caso

    L’arbitro è costretto naturalmente a sospendere l’incontro e per sedare la maxi rissa è dovuta intervenire la polizia locale. Molti giocatori sono stati medicati sul posto, altri hanno dovuto passare la notte in ospedali per accertamenti. Ad avere la peggio è stato il numero cinque del Vitoria che cercando di scappare dal caos, viene preso a pugni e calcio da almeno 8 ragazzini della squadra avversaria, finendo la sua fuga a bordo campo senza più le forse per rialzarsi, nonostante l’aiuto dei compagni di squadra.

    Bandiera Brasile
    Bandiera brasiliana © Antonio Scorza/Getty Images

    Scene che non dovrebbero mai verificarsi su un campo da calcio, soprattutto trattandosi di bambini di 12-13 anni d’età. In quel periodo della loro “carriera” calcistica dovrebbero giocare spensierati, divertendosi e sportivamente, con il massimo rispetto per l’avversario. Invece no, spesso a causa di genitori che pressano oltre modo il proprio figlio (a volte alla ricerca della “gallina dalle uova d’oro“), i ragazzini in campo non riescono a godersi pienamente il gioco del calcio. Naturalmente, nessuno vuole dire che questa rissa sia stata causata da una scarsa educazione alla cultura calcistica, ma è giusto sottolineare che queste scene non sono poi così tanto rare nel calcio a livello giovanile.

    Ecco il video della maxi rissa in terra brasiliana nella sfida Bahia-Vitoria che sta facendo il giro del mondo

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  • Balotelli trascina l’Italia, superato l’ostacolo Danimarca

    Balotelli trascina l’Italia, superato l’ostacolo Danimarca

    L’Italia va. Una vittoria secca, 3-1 contro la Danimarca e primato in classifica confermato. Anzi, visto il contemporaneo pareggio nel match Repubblica Ceca-Bulgaria 0-0, gli azzurri iniziano una mini fuga, staccandosi di ben 4 punti dal secondo posto, occupato dai bulgari. Ok, siamo solo alla quarta giornata e il cammino verso la qualificazione al Mondiale brasiliano del 2014 è ancora lungo, ma abbiamo dimostrato che siamo i padroni assoluti del Gruppo B, anche se non sempre brillantissimi, siamo ancora imbattuti. Cesare Prandelli a fine partita si dice soddisfatto per la prova dei suoi ragazzi, capaci di far loro il gioco. Unica nota stonata di Italia-Danimarca è Osvaldo, che si fa espellere dopo 16” dall’inizio della ripresa.

    LA PARTITA – Buona prova degli azzurri, che subiscono le sfuriate offensive dei danesi nei primi minuti, prima di prendere le misure e lasciarli nella propria metà campo. I due gol in rapida successione di Montolivo e De Rossi al 33′ e al 37′ sembrano chiudere la partita già nel primo tempo, ma nell’ultimo secondo di recupero, Kvist, trova il gol che accorcia le distanze, sfruttando al meglio una pallone deviato che gli consente di calciare al volo da fuori area. La seconda frazione di gioco inizia con l’incredibile espulsione di Osvaldo che allarga troppo il braccio in un contrasto di gioco, vedendosi sventolare il cartellino rosso dall’arbitro Skomina. L’Italia si organizza e lascia il solo Balotelli davanti, a far reparto da solo. Dopo dieci minuti di sofferenza, Pirlo illumina la scena con un lancio dei suoi a smarcare l’attaccante del Manchester City che supera il portiere danese in uscita disperata con un leggero colpo di piatto al volo. La Danimarcadecide di aumentare il baricentro, ma non crea grossi problemi alla non brillantissima difesa italiana, se non con qualche tiro dalla distanza che impensierisce De Sanctis.

    Mario Balotelli
    Il tocco morbido al volo di Balotelli per il gol del 3-1 © Valerio Pennicino/Getty Images

    In vista di Juventus-Napoli, da segnalare l’infortunio alla spalla di Marchisio, costretto ad uscire al 74′.

    PAGELLE ITALIA-DANIMARCA

    De Rossi 8: Nonostante le continue voci su un suo litigio con Zeman e la probabile cessione già a gennaio, Daniele si carica e sfodera l’ennesima prestazione di grande livello. Elemento chiave del centrocampo italiano. Al secondo gol consecutivo, sempre di testa.
    Montolivo 7: In Nazionale sembra quasi trasformarsi. Allegri dovrebbe osservare e pensare di dargli la possibilità di giocare da trequartista anche nel club. Dimostra dinamismo e grande spirito di sacrificio. Fantastico il gol del vantaggio azzurro.
    Pirlo 7: Sembra nascosto, marcato e braccato dagli avversari. Poi gli bastano due palloni giocabili ed ecco che mette a segno un doppio assist. Prima il solito tiro fintato dalla fascia per mettere al centro un cross pennellato sulla testa di De Rossi, poi il lancio millimetrico per lo scatto di Balotelli. Speriamo Verratti stia osservando e rubando i segreti a questo immenso campione.
    Balotelli 7.5: Quando nei primi minuti vedi SuperMario tornare fino alla propria area ed aiutare i compagni in difficoltà, capisci che è in giornata positiva. Decisivo nell’azione del gol di Montolivo. Subisce falli, si lamenta ma senza reagire. Nel secondo tempo riesce a far reparto da solo. Giocasse sempre così…
    Bendtner 6: Forse un po troppo falloso. Con il suo fisico cerca di sfruttare al meglio i palloni alti, ma non mette in grossa difficoltà i compagni di club Barzagli e Chiellini che, conoscendolo riescono a prendergli facilmente le misure.
    Eriksen 6.5: Bel giocatore. Classe ’92, buona tecnica e precisione di passaggio. Prova anche il tiro dalla distanza, senza molta fortuna. San Siro potrebbe essere la sua nuova casa. Capito Milan?
    Kjaer 6: Per la gara in se, meriterebbe 5, massimo 5.5. Solita gara con parecchie sbavature e di deconcentrazione. La sufficienza la raggiunge per il gol salvato sulla linea al 19′ su conclusione a botta sicura di Marchisio.

    TABELLINO ITALIA-DANIMARCA

    Italia (4-3-1-2): De Sanctis 6; Abate 6, Barzagli 6, Chiellini 6, Balzaretti 6; De Rossi 8, Pirlo 7, Marchisio 6,5 (74′ Candreva 6); Montolivo 7 (86′ Giaccherini sv); Balotelli 7,5 (89′ Destro sv), Osvaldo 4. Ct: Prandelli.
    Danimarca (4-2-3-1): Andersen 5,5; Jacobsen 6, Kjaer 6, Agger 5,5,  Silberbauer 5.5 (70′ Lorentzen sv); Stokholm 6, Kvist 6,5 (60′ Kahlenberg 5,5); Rommedhal 6.5, Eriksen 6.5, Krohn-Deli 5.5 (82′ J. Poulsen sv); Bendtner 6. Ct: Olsen.

    Classifica Gruppo B: Italia 10 (4); Bulgaria 6 (4); Repubblica Ceca 5 (3); Armenia 3 (3); Danimarca 2 (3); Malta 0 (3).
    (tra parentesi le gare disputate)

    Video dei gol della partita
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  • Felix Baumgartner, dallo spazio alla storia sempre alla ricerca del limite

    Felix Baumgartner, dallo spazio alla storia sempre alla ricerca del limite

    A neanche 48 ore dall’impresa storica effettuata nel Nuovo Messico, Felix Baumgartner continua a catalizzare l’attenzione dei più curiosi, e ci stupiremmo se non fosse così. Sicuramente la maggior parte di coloro che hanno apprezzato la sua impresa non sapevano neanche chi fosse prima della sua missione ai confini dello spazio, adesso però il 43enne austriaco è conosciuto in tutto il mondo non fosse altro perchè tutto il mondo ha guardato quel folle lancio da 39mila metri. Difficile trovare un aggettivo che rispecchi totalmente l’essere di Felix, c’è chi lo considera un uomo temerario sempre alla ricerca del limite e c’è chi invece lo considera semplicemente un pazzo. A seconda dei punti di vista dai quali lo si voglia guardare, Felix Baumgartner ha comunque avuto il merito di superare un limite, al di fuori dell’immaginazione dell’essere umano. Mai nessuno era arrivato così in alto, mai nessuno aveva superato la velocità del suono. Mai nessuno prima di lui.

    Felix Baumgartner
    Il mondo ai piedi di Felix Baumgartner © Red Bull Stratos/Getty Images

    Dopo di lui, ma soprattutto grazie alla sua impresa, potrebbe esserci qualcuno in grado di continuare questa ricerca del limite esistente tra uomo e natura. In particolar modo, la tuta utilizzata da Baumgartner per il suo lancio rappresenta un elemento fondamentale per condurre l’esplorazione dello spazio verso nuove frontiere. Si tratta infatti di una tuta pressurizzata in grado di resistere a temperature estreme e ad una velocità di atterraggio di oltre mille km/h. Il buon Felix, nel preparare la sua missione, si è ritrovato alle prese con la claustrofobia che lo tormentava nelle ore passate nella tuta pressurizzata. Anche questo limite, con l’aiuto di uno psicologo dello sport, ha visto Baumgartner prevalere come testimonia la riuscita della missione ai confini dello spazio. Baumgartner con la sua folle impresa ha dato un forte slancio al futuro dell’esplorazione spaziale.

    L’uomo del momento Felix Baumgartner ha conquistato 3 record mondiali con un’impresa ai limiti dell’impensabile. La Red Bull Stratos però non nasce dal nulla perchè il buon Felix nella sua carriera si è reso protagonista più volte di record estremi. Nel 1999 il 43enne nato a Salisburgo firmò il record mondiale per il salto più alto con il paracadute da un edificio saltando dalle Petronas Towers a Kuala Lumpur. Nel luglio del 2003 è passato alla storia per esser stato il primo a praticare paracadutismo attraverso il Canale della Manica grazie ad una speciale tuta in fibra di carbonio. Baumgartner detiene anche il record del salto più basso mai effettuato da quando a Rio de Janeiro si lanciò dalla mano del Cristo Redentore, statua alta 38 metri rappresentante Gesù Cristo e inserita nel 2007 tra le 7 meraviglie del mondo moderno. Inoltre il base jumper austriaco nel 2004 è stato il primo a saltare dal viadotto di Millau in Francia prima di saltare 2 anni dopo dal Turning Torso, edificio di Malmo (Svezia). Il 12 dicembre 2007 si è lanciato dal Taipei 101, allora il più alto edificio al mondo (390 m). Di seguito vi proponiamo alcuni video delle imprese più famose di Baumgartner.

    Video Felix Baumgartner lancio dal Cristo Redentore

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    Video Felix Baumgartner lancio dal Taipei 101 

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    Video Felix Baumgartner lancio dal Turning Torso [jwplayer config=”60s” mediaid=”157182″]

  • Cassano show a ‘Che tempo che fa’

    Cassano show a ‘Che tempo che fa’

    Un Antonio Cassano a tutto tondo quello ospite ieri sera a Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. L’attaccante nato a Bari vecchia ha parlato di svariati argomenti, incentrati soprattutto sul calcio e intervallati da momenti di pura simpatia. Simpatia a parte, Cassano ha temuto seriamente per la sua vita un anno fa quando gli fu riscontrato un problema al cuore, poi fortunatamente risolto: “Quella cosa mi ha cambiato sono diventato più responsabile. Così come mi ha cambiato la nascita di mio figlio”. Il talento barese si è dichiarato migliorato da quella esperienza difficile, tanto che adesso la voglia di giocare gli è ritornata e i suoi numeri sul campo ne sono la conferma. Giocare a calcio e divertirsi è un motto per Cassano, che però ha voluto precisare di non aver più la passione degli inizi: “Il pallone è divertimento, allegria, popolarità, soldi, ma la passione è un’altra cosa. Il massimo era giocare a torso nudo in piazza. Vincevo sempre, ero il più forte e non avevo responsabilità”.

    Antonio Cassano
    Antonio Cassano © Claudio Villa/Getty Images

    Cassano ha confermato che a breve diventerà padre per la seconda volta augurandosi che anche il secondogenito sia maschio. Il numero 99 nerazzurro ha poi speso buone parole nei confronti dell’Inter, suo club attuale nonchè sua squadra del cuore fin da bambino: “L’Inter è sopra il cielo. Devo ringraziare Stramaccioni che mi ha voluto, e spero che non abbia fatto la peggior fesseria della sua vita, e anche il presidente Moratti che ci ha messo la faccia. Spero di ricambiarli sul campo”. Tuttavia FantAntonio non ha nascosto il desiderio di tornare un giorno alla Samp, trovando il naturale consenso di Fazio, noto tifoso blucerchiato. Proprio di recente l’ex attaccante di Roma e Bari ha fatto visita alla squadra blucerchiata in quel di Bogliasco, a conferma di come il rapporto con la famiglia Garrone sia tornato sereno dopo quel litigio che provocò la cessione al Milan nel gennaio 2011.

    Nella sua intervista Antonio Cassano ha parlato anche di nazionale e spera di poter giocare il suo primo mondiale nonostante il ct della nazionale Cesare Prandelli lo stia ignorando negli ultimi tempi: “Mi irrita un po’ che i giornalisti sapessero cinque giorni prima di me che non sarei stato chiamato in Nazionale, nonostante un buon inizio di campionato, con quattro gol e due assist. Spero di andare al Mondiale, ma se non accade vorrà dire che ho saltato anche il terzo, non è un dramma”. Tra le tante maglie indossate, FantAntonio non ha mai indossato quella della Juventus nonostante abbia avuto delle occasioni per vestirla: “La Juventus l’ho rifiutata tre volte. Lì vogliono solo soldatini, che vanno sempre dritti. Io sono uno che spesso esco dai binari”. Infine Cassano non ha dubbi su chi sia il calciatore più forte del mondo: “Messi è il più grande, dieci spanne sopra gli altri. Da cinque anni gioca a livello altissimo e ha già segnato oltre duecento gol”.

    Video Antonio Cassano ospite a ‘Che tempo che fa’ 

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  • Impresa storica di Felix Baumgartner. Sfondato il muro del suono

    Impresa storica di Felix Baumgartner. Sfondato il muro del suono

    “A volte bisogna andare veramente in alto per vedere come siamo piccoli”. Queste le prime parole di Felix Baumgartner poco dopo l’impresa ai confini dello spazio. Il 43enne austriaco si è lanciato in caduta libera da un’altezza di 39068 metri, sfondando il muro del suono grazie ad una velocità massima raggiunta pari a 1174 km/h. Ieri Baumgartner ha scritto la storia, conquistando in un solo colpo ben 3 record: l’altezza massima raggiunta da un pallone aerostatico con equipaggio, l’altezza maggiore (39068 metri) di un lancio da pallone aerostatico e la velocità massima (1174km/h) raggiunta da un uomo in caduta libera. 3 record conquistati e uno mancato per una manciata di secondi, perchè Baumgartner è sceso in caduta libera per 4 minuti e 19 secondi, ovvero 17 secondi in meno del record di durata detenuto dall’americano Joe Kittinger, colui che ieri guidava da terra l’austriaco. Poco importa però a chi è arrivato in cima al mondo, a chi ha avuto il coraggio di lanciarsi nel vuoto senza avere la certezza di tornare vivo sulla terra.

    Felix Baumgartner
    Missione compiuta per Felix Baumgartner © Jay Nemeth/Red Bull/Getty Images

    “Quando sei lì in piedi in cima al mondo, diventi così umile che non pensi più a battere i record, non pensi ad ottenere dati scientifici. L’unica cosa che vuoi è di tornare vivo“. Così Baumgartner ha raccontato nella conferenza post-lancio le sue sensazioni antecedenti alla caduta libera. Noi esseri umani come lui, possiamo immaginare cosa abbia provato in quel momento ma non potremo mai capirlo fino in fondo. Dopo essersi alzato oltre quota 39mila metri in poco più di 2 ore, il fondo per Baumgartner era la terra, davvero distante prima del lancio, sempre più vicina dopo quando non sono mancati i momenti di paura per l’austriaco: “Il lancio è stato buono, l’uscita era perfetta, poi ho iniziato a girare e accelerare: per qualche secondo ho pensato che avrei perso coscienza”. Dopo oltre 4 minuti in caduta libera, l’austriaco per via della cattiva visuale ha preferito aprire il paracadute per mettersi in sicurezza, così facendo ha mancato un record ma si è assicurato l’atterraggio nel New Mexico con annessa gloria.

    Al terzo tentativo Felix Baumgartner è riuscito a compiere la sua missione, denominata Red Bull Stratos. I due precedenti tentativi sono stati rinviati l’8 e il 9 ottobre per le cattive condizioni atmosferiche, ma alla fine Baumgartner ha portato a termine la sua missione, preparata con estrema accuratezza negli ultimi 5 anni compiendo tra l’altro due salti preparatori, il primo oltre quota 21mila metri, il secondo oltre quota 29mila metri. Ieri il 43enne austriaco è salito molto più in alto e là dove mai nessuno era arrivato si è lanciato infrangendo il muro del suono. Con questo lancio ha chiuso la sua carriera e l’ha fatto nel modo migliore possibile: entrando nella storia. Questa impresa storica rimarrà impressa non solo negli annali ma nella mente di molti, soprattutto di quelli che hanno avuto la fortuna di viverla in diretta. Chi non ha avuto questa fortuna può riviverla con il video che vi proponiamo di seguito.

    Riviviamo l’impresa storica di Felix Baumgartner 

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  • Napoli accusa Vidal “Rosso sospetto per tornare prima a Torino”

    Napoli accusa Vidal “Rosso sospetto per tornare prima a Torino”

    Mancano ancora 7 giorni a Juventus-Napoli ma la partita tra le prime della classe è già iniziata da un pezzo fuori dal campo. La sosta per le nazionali si sta rivelando davvero lunga per non generare quell’attesa spasmodica per una partita molto sentita da ambedue le parti. Le polemiche, iniziate da un presunto favoritismo di Prandelli nei confronti dei calciatori bianconeri dell’Italia, sembrano non volersi placare e fanno da apripista a quel che sarà tra una settimana nella tana della Juventus. L’ultima polemica in ordine cronologico è rappresentata dall’espulsione rimediata ieri da Vidal in Ecuador-Cile 3-1, espulsione che consentirà al numero 22 bianconero di tornare in Italia con qualche giorno di anticipo. Il centrocampista cileno è stato espulso per aver rifilato una gomitata all’avversario quando mancavano 4 minuti al termine e i suoi erano già in inferiorità numerica e in svantaggio per 2-1.

    Vidal
    Vidal già proiettato su Juve-Napoli © Lintao Zhang/Getty Images

    A Napoli l’espulsione del cileno Vidal viene vista da molti come volontaria per tornare in Italia prima del previsto in vista dell’imminente big match. Un proverbio dice “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina” ed in effetti l’espulsione di Vidal sembra più di una coincidenza se si pensa che la partita era già compromessa e che il cileno ha colpito l’avversario volontariamente ma soprattutto non per reazione ad un fallo ricevuto. Detto questo, di sicuro c’è che Vidal non potrà giocare la prossima partita con la maglia del Cile, tra l’altro contro l’Argentina di Messi. Una bella notizia per Antonio Conte che avrà a disposizione prima del previsto un importante elemento dell’undici bianconero come Vidal.

    Se la Juve sorride con il rientro anticipato di Vidal, anche il Napoli può consolarsi con quello di Pandev. L’ex attaccante di Lazio e Inter infatti è atteso a Napoli nelle prossime ore dato che per squalifica non potrà prendere parte alla prossima partita della sua Macedonia nelle qualificazioni ai mondiali del 2014. Pandev, già diffidato, ha rimediato ieri in Macedonia-Croazia un’ammonizione che gli permetterà di tornare con largo anticipo a Napoli agli ordini di Walter Mazzarri. Il centravanti macedone, promosso titolare quest’anno dopo la cessione di Lavezzi, rappresenta una pedina importante per il Napoli che tra una settimana andrà a caccia di gloria in quel di Torino.

    Video espulsione Vidal in Ecuador-Cile 3-1 

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