E sono tre. L’undici di Silva riesce finalmente a sfatare il tabù Del Duca dando continuità ai risultati conseguiti in trasferta e iniziando a sperare nella rimonta salvezza. Ascoli Bari è stata una bella partita, a ritmi e sostenuti e con tanti gesti ad alto coefficiente di difficoltà. I pugliesi di Torrente dopo gli ottimi pareggi contro Torino e Sampdoria e l’ottima prestazione al Marassi contro il Genoa in Coppa Italia cadono evidenziando lacune mentali più che fisiche dovute forse alla giovane età dell’organico.
L’avvio di Ascoli Bari è tutto di marca ospite con Galano che prova a sorprendere Guarna con un bel sinistro dalla distanza, le due squadre si sfidano colpo su colpo e capitan Di Donato porta il primo pericolo verso la porta difesa da Lamanna. A metà del primo tempo l’Ascoli passa in vantaggio grazie ad una pregevole intuizione di Soncin per l’accorrente e scatenato Papa Waigo che dopo aver fatto breccia tra le maglie della difesa barese supera il portiere ospite per il vantaggio. Il Bari basa la sua reazione sull’estro di Galano ma non riesce a portare importanti pericoli verso la porta di Guarna e nel finale potrebbe subire il raddoppio se Lamanna non si superasse su un bel lob di Soncin.
Torrente nell’intervallo catechizza i suoi e a inizio ripresa il Bari entra in campo con un altro piglio, una sassata di Crescenzi fa gridare al gol che arriva poco più tardi grazie ad una spizzata del neo entrato Marotta per capitan Donati che supera Guarna per il pari grazie anche ad una deviazione. La partita adesso è più tattica ma il nuovo equilibrio viene rotto da una ingenuità di Bellomo che già ammonito si rende protagonista di un ingenuo fallo che gli costa il rosso. Sotto di un uomo il Bari non regge la pressione dei padroni di casa che con il duo Papa Waigo Soncin crea pericoli a ripetizione. Il senegalese ricambia il favore servendo a Soncin il pallone del nuovo vantaggio e poi si ripete con l’assist a capitan Di Donato per il 3-1 finale.
Terza vittoria consecutiva per la squadra di Silva che inizia ad acquistare fiducia per la grande impresa che sarebbe la salvezza. Continua invece ad esser incerto ed anonimo il campionato del Bari fermo a quota venti appena fuori dalla zona play-out.
Ascoli Bari 3-1 video highlights Youtube
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Raffaele Rubino, 34 enne capitano del Novara, con il gol realizzato contro il Parma nell’anticipo di sabato scorso, è entrato nella storia della serie A, come unico calciatore ad essere andato in gol con la stessa squadra in tutti i campionati professionistici, dalla C2 alla massima serie.
Il capitano della neo promossa formazione piemontese, infatti, veste la stessa casacca dal lontano 2001, quando il Novara militava in serie C2, con alcune brevi parentesi in altre squadre, per poi tornare definitivamente dal 2007 a vestire la maglia azzurra, partecipando attivamente al piccolo miracolo del Novara che, in soli due anni, ha realizzato il doppio salto dalla serie C1 alla serie A, divenendo il beniamino del pubblico novarese, con i suoi settantasei gol totali messi a segno, 16 in serie C2, 56 in C1 e 6 in serie B.
Ecco perchè le sue lacrime di gioia, dopo aver realizzato il gol-record nella sfida al Parma, hanno un significato importante, tenendo conto di quanto vissuto in questi anni e dell’attaccamento nei confronti della società.
Oltre al record, poi, il gol di Raffaele Rubino – sotto un’ottica prettamente pragmatica – assume un significato fondamentale anche per le sorti del Novara nel presente campionato, perchè ha permesso ai novaresi di raggiungere il momentaneo pareggio nella sfida contro i gialloblu, prima del gol vittoria realizzato da Rigoni, che ha regalato i tre punti finali, consentendo al Novara di salire a quota 10 punti in classifica, staccando il Cesena a quota 9, ed il Lecce, ad otto punti.
La vittoria così conquistata, dunque, è stata un’importante iniezione di fiducia per i piemontesi, rilanciandoli in chiave salvezza, con una grande prova di carattere che ha mostrato la forza e la compattezza del gruppo di mister Tesser. Il Novara adesso occupa la terzultima posizione a solo un punto dal Bologna. (risultati, marcatori e classifica 13 giornata)
Un Cagliari non brillante, ma propositivo e offensivo va a sbattere contro un Bologna ultradifensivo e privo di idee. I sardi meriterebbero i tre punti per impegno e occasioni create, ma sono il dna da bomber di Marco Di Vaio e gli errori dell’arbitro a fare la differenza.
In ogni caso la formazione isolana può essere soddisfatta di una prestazione che lascia spazio all’ottimismo per il futuro e che soprattutto arriva dopo una serie di partite molto negative. Il Bologna, invece, si prende il punto prezioso e la rinascita del suo capitano. La performance della squadra però è davvero un segnale negativo. Il Bologna, infatti, è sembrato un team senza identità, schiavo di individualismi che non riesce a valorizzare in un gioco corale.
PAGELLE CAGLIARI
Agazzi 6 E’ praticamente inoperoso fino al 74′ quando prima mette in angolo un bel tiro di Di Vaio e poi si fa trafiggere dal numero 9 senza avere colpe.
Pisano 6 Gioca una partita molto equilibrata: difende con attenzione e si propone in fase offensiva senza brillare.
Ariaudo 5.5 Il Bologna davanti non c’è quasi mai, ma le poche volte che crea situazioni in mischia la difesa del Cagliari soffre un pò troppo. Si fa saltare clamorosamente da Ramirez, a 4′ dalla fine, concedendogli il match ball fallito.
Canini 6 Partita pulita e senza sbavature. E’ il leader della retroguardia cagliaritana.
Agostini 6 Anche il terzino sinistro difende bene e spinge sulla sinistra soprattutto nel primo tempo.
Ekdal 6 Partita senza squilli, ma ordinata.
Nainggolan 6 Fa tanta legna e mette dinamismo in mediana anche se non è sempre preciso nell’impostazione. E’ graziato da Valeri che non lo espelle per doppio giallo nel primo tempo.
Conti 7 Non gioca una partita di grande intensità e concentrazione, ma nel primo tempo le uniche conclusioni pericolose sono le sue e regala un assist d’oro a Ibarbo. Sbaglia il disimpegno sul gol bolognese, ma poi si prende la responsabilità di battere il calcio di rigore dopo esserselo conquistato.
Cossu 6 Fa meglio nel primo tempo con geometrie e velocità. Nel secondo diventa meno incisivo, ma è sempre pronto ad aiutare la squadra.
Larrivey 6El bati fa un grosso lavoro oscuro di sponde e movimenti a portar via l’uomo. E’ pronto al sacrificio e si rende pericoloso in un paio di occasioni nei pressi di Gillet.
Ibarbo 7 E’ il migliore del Cagliari. Sempre nel vivo dell’attacco quando la palla arriva a lui i giri della squadra aumentano. Scappa ai difensori del Bologna col fisico e la progressione creando problemi soprattutto sulle fasce. Riesce a rendersi utile al gioco corale, ma prova anche dirompenti azioni personali. Pesa sulla prestazione il clamoroso gol fallito nel primo tempo.
Ballardini 6.5 La sua squadra fa sempre la partita. Non offre un gioco spumeggiante, ma è sempre vivace. Cerca meno del collega bolognese il tatticismo esasperato e mette in campo una squadra ben organizzata che non soffre mai in difesa ed è in definitiva penalizzata dall’arbitro. Meritava i tre punti.
PAGELLE BOLOGNA
Gillet 6 Due belle parate su Larrivey e Ibarbo e la solita sicurezza profusa alla retroguardia.
Raggi 5.5 Prestazione incolore: non spinge mai e soffre le sortite sarde sulla fascia sinistra.
Portanova 5 Sarebbe colpevole di almeno due falli da rigore, ma l’arbitro non sanziona.
Antonsson 5.5 Anche lui è spesso in affanno quando il Cagliari attacco e e soprattutto sulle palle inattive.
Morelo 5.5 Un primo tempo senza squilli e senza grossi errori. All’intervallo lascia il posto Cherubin.
Cherubin 5 (dal 1′ s.t.) Non aggiunge nulla in fase offensiva e provoca il rigore del pareggio.
Pulzetti 5 Anche lui commetterebbe un fallo netto da rigore, ma Valeri non fischia. Stenta a centrocampo sbagliando passaggi e commettendo falli senza dare la qualità richiesta.
Casarini 5.5 Corre tanto, ma non incide in fase contenitiva. Il suo tasso tecnico è carente e si vede nell’impostazione del contropiede.
Krhin 5.5 Non riesce a fare filtro alla difesa. Un pochino meglio quando deve impostare.
Kone 6.5 E’ l’unico dei suoi a battersi come un leone. Ha polmoni da vendere quando si avventura in solitarie discese offensive con fortune alterne. Difende con grande generosità.
Ramirez 5 E’ lasciato solo in una trequarti bolognese mai rifornita e scollata dal resto della squadra. Ma non viene mai a prendersi al palla e non prende per mano un Bologna spaesato. All’ 87′ si costruisce da solo con un numero l’occasione per prendere i tre punti, ma fallisce in modo inspiegabile a due passi da Agazzi.
Acquafresca 5 E’ praticamente impossibile per lui rendersi pericoloso in un attacco lontanissimo dal centrocampo. Non riceve una palla giocabile nel corso dell’ora di gioco in cui è in campo. La cosa migliore della sua partita è la standing ovation che il Sant’Elia gli regala in segno di rispetto per le passate stagioni in rossoblu.
Di Vaio 7 (dal 18 s.t.) E’ semplicemente un bomber nato. Entra e dopo 11 minuti, nel corso di 60 secondi, prima impegna Gillet che manda in angolo e poi proprio sugli sviluppi del corner fa il gol del pareggio da vero rapace. Torna a segnare dopo 18 turni di campionato ed è l’unica nota positiva per il Bologna.
Pioli 4.5 La sua squadra non è mai in partita. E’ rinunciataria, priva di rabbia agonistica e non offre un gioco organizzato. Infatti i reparti sono distanti tra loro e la fase offensiva dipende dai piazzati di Ramirez. Oggi il neo allenatore è salvato dalla classe di Di Vaio e dalla benevolenza di Valeri. Ma se il Bologna non cambierà atteggiamento presto i problemi verranno a galla.
Il Cesena riesce ad ottenere la prima vittoria stagionale allo stadio Manuzzi, contro un Genoa che cercava la vittoria che doveva consentirgli di compiere il tanto ricercato salto di qualità, ossia la continuità: la squadra di Malesani, tuttavia, nonostante la sconfitta non ha demeritato particolarmente anche se è mancata la concretezza necessaria.
Il Cesena, invece, ha conquistato i tre punti fondamentali, grazie al ritrovato Adrian Mutu, autore di una doppietta di straordinaria fattura, un rigore “a cucchiaio” ed un destro a girare di assoluta precisione, che batte un incolpevole Sebastian Frey, suo compagno di squadra per lungo tempo.
Antonioli 6.5 Nel primo tempo due interventi provvidenziali, uno su Palacio in uscita ed uno sul tiro di Merkel. Nel secondo tempo rimane attento ma non è più necessario fare il superman: a 42 anni è ancora una garanzia importante
Comotto 6.5 Il suo intervento in scivolata a frenare il tiro cross di Palacio indirizzato in porta, vale come un gol. In quell’occasione si infortuna e viene sostituito da Ricci: eroico
Von Bergen 6 Buona prova difensiva, riesce a contenere a sufficienza le iniziative di Palacio
Benalouane 6 Attento e concentrato, la difesa romagnola se la cava bene contro lo sterile attacco rossoblu
Marco Rossi 6 Contro il suo omonimo, non demerita: buona prestazione
Ceccarelli 6 Buona gara, di grande sostanza
Parolo 6.5 Il cervello del Cesena, inventa e suggerisce: prezioso a centrocampo, dà equilibrio
Guana 6 Gara positiva, di buona corsa e sostanza
Martinho 6 Una buona occasione per lui respinta da Frey in angolo. Sostituito da Djokovic all’ 82′
Mutu 7.5 Il migliore in campo: calcia un rigore magistrale, un cucchiaio morbido a battere l’amico Frey, realizza il secondo gol ricordando a tutti di essere ancora un campione.
Malonga 5.5 Non incide sulla gara, viene sostituito da Bogdani al 60′: l’ingresso dell’albanese è un “plus” decisivo nell’equilibrio della gara, procurandosi il rigore che porta in vantaggio il Cesena.
PAGELLE GENOA
Frey 7 Ottimi interventi su Mutu, al primo minuto del secondo tempo, e Malonga: sulle due reti spettacolari dell’amico Mutu, non può nulla, se non applaudirlo
Mesto 6 Non demerita, trova qualche cross interessante e contiene bene gli inserimenti del Cesena nella sua zona di competenza
Kaladze 6 Gara sufficiente contro avversari che lo costringono agli straordinari
Granqvist 5.5 Patisce il confronto con Adrian Mutu, impreciso in alcune chiusure
Moretti 5 E’ suo il fallo che provoca il rigore su Bogdani, poi realizzato da Mutu, che sblocca la partita. Ammonito, poco attento
Marco Rossi 6 Contro il suo omonimo a centrocampo, riesce a mostrare i muscoli e la maggiore esperienza; nonostante la sconfitta, una buona gara da parte sua
Constant 5.5 Da lui ci si attende di più, invece resta ai margini della gara e viene sostituito da Kucka al 67′
Veloso 6.5 Uno dei migliori del Genoa, con le sue geometrie preziose che consentono di controllare per buona parte il gioco.
Merkel 6 Una straordinaria occasione da gol, negatagli da un grande Antonioli, ma si mette in luce con buona personalità
Palacio 5 Un’occasione nel primo tempo, negatagli da un intervento miracoloso da parte di Comotto; da lui, ci si attende di più
Caracciolo 5 La sua gara odierna conferma le sensazioni sul suo stato di forma non ottimale: non incide
La fortuna aiuta gli audaci recita un famoso proverbio latino, ma Ranieri sa benissimo che dovrà affidarsi a qualcos’altro per continuare a fare punti nelle prossime sfide che attendono l’Inter in campionato. L’audacia dimostrata dal tecnico nel finale non si discute, quando ha rischiato moltissimo togliendo Cambiasso e inserendo Milito disegnando un’Inter a trazione anteriore con 3 punte di ruolo, ma il gioco espresso nel corso dei 90 minuti devono far preoccupare tutto l’ambiente nerazzurro.
Se mancava il gol da parte di un attaccante da così tanto tempo è perché la manovra di gioco nerazzurra è assolutamente inadeguata e lenta per i ritmi del nostro campionato. Senza i vari Sneijder, Maicon, Forlan e soci i nerazzurri perdono tantissima qualità e anche se il nuovo modulo cerca di dare più peso al centrocampo, non riesce a mettere nelle condizioni migliori un attaccante d’area come Pazzini.
Discorso a parte per il Siena che assolutamente non merita la sconfitta, cedendo solo nel finale della ripresa dopo aver disputato una partita di contenimento e velocissime ripartenze. Proprio per come è arrivata la vittoria nel finale Ranieri avrà molto lavoro da fare, perché sia il gioco espresso, sia la gestione della partita non sono stati affatto sufficienti per un allenatore che guida un grande club come l’Inter.
Pagelle Siena
Calaiò 6 Non si discute il suo impegno, soprattutto considerando come fosse in dubbio fino all’ultimo per il recupero dall’infortunio. Tiene il campo benissimo cercando di sorprendere i difensori nerazzurri senza troppa fortuna. Bocciato per la freddezza sottoporta, quando gli capitano un paio di occasioni buone calcia male senza trovare mai lo specchio della porta.
D’Agostino 6,5 Assolutamente positiva la prova del centrocampista bianconero, che quando vede una big tira fuori una prestazione da giocatore di livello. Regge il peso del centrocampo toscano trascinando i suoi evitando in moltissime occasioni le incursioni dei giocatori interisti. Serve assist perfetti per gli attaccanti combattendo con Cambiasso per il ruolo di signore del centrocampo, tessendo ogni trama di gioco per la sua squadra.
Brienza 5,5 Mezzo voto in meno per l’idiozia commessa nel finale quando rompe una bandierina per disapprovare una decisione arbitrale e si becca il secondo giallo finendo la partita in anticipo con un’espulsione decisamente evitabile. Partita di assoluto sacrificio per un attaccante di ruolo che gioca tutti i 90 minuti a supportare la fase difensiva come un terzino puro.
Larrondo 5,5 L’argentino corre tantissimo e fa spesso a sportellate con Samuel e Ranocchia, ma non riesce mai a risultare pericoloso dalle parti di Julio Cesar. Anche lui è assolutamente prezioso in fase di ripiegamento.
Pagelle Inter
Samuel 6,5 torna ad appendere il cartello “non si passa” sulla zona da lui presidiata, chiudendo ogni velleità degli attaccanti toscani, e svettando su ogni pallone alto che si aggira nella propria area. Duro come una roccia l’argentino con l’aiuto di Ranocchia tiene inviolata la porta nerazzurra, e di questi tempi fa notizia.
Zanetti 6,5 Trentotto anni e non sentirli, il capitano sempreverde nerazzurro, corre come un ragazzino senza fermarsi un istante, dimostrando la sua duttilità tattica giocando in qualsiasi ruolo lo schieri Ranieri. Chiusure perfette e diagonali difensive da manuale del calcio. Il pallone che toglie sulla testa di Calaiò gli vale un abbraccio da Julio Cesar e un coro da parte dei suoi tifosi.
Alvarez 5 Talento puro o fuoco di paglia? Non bisogna eccedere nelle critiche, ma nemmeno negli elogi perché il giovane argentino non riesce a ripetere le buone cose evidenziate contro il Cagliari e contro i turchi, giocando al rallentatore e intestardendosi in dribbling inutili. Due buoni cross pervenuti in 45 minuti di gioco sono poca roba e Ranieri lo boccia perché troppo avulso dal gioco.
Thiago Motta 6,5 Il playmaker italo brasiliano che dovrebbe dettare i tempi di gioco alla manovra nerazzurra è fin troppo spesso raddoppiato dai giocatori del Siena e non riesce mai a servire la palla giusta ai suoi compagni. Non sfigura in fase di interdizione, ma Ranieri gli chiede di costruire gioco e lui si vede solo nel finale quando serve l’assist vincente per Castaignos. Buona anche la punizione calciata nella ripresa, con una pronta respinta di Brkcic.
Castaignos 6 Assolutamente inesistente per 44 minuti. Viene mandato in campo per sostituire Zarate e garantire il giusto mix di spinta e copertura in fase di ripiegamento, ma non riesce a combinare niente di buono, anzi perde diversi palloni sbagliando controlli decisamente facili. Qualcosa cambia nel finale quando prima conquista una buona punizione dal limite dell’area e all’ultimo respiro inventa il gol del vantaggio sorprendendo tutti, (forse anche Ranieri) e regalando una vittoria inaspettata che gela la squadra toscana.
Rispetto alle indiscrezioni della vigilia sia Guidolin che Luis Enrique cambiano qualcosa. L’Udinese infatti schiera Abdi alle spalle di Di Natale, la Roma invece le sorprese sono tante con Taddei a destra di difesa, Kjaer al centro in coppia con Juan, a centrocampo Greco è preferito a Perrotta mentre in attacco sono Pjanic e Lamela a supportare Osvaldo. Udinese Roma non sarà sicuramente ricordata come una partita spettacolare con le due squadre contratte per il troppo freddo forse e poco convinte nelle occasioni create. Il primo tempo passa via senza troppi squilli anche se i padroni di casa si fanno preferire per la manovra e la pericolosità nelle ripartenze. La ripresa è decisamente più avvincente, la Roma sale con il baricentro costringe i friulani nella propria metà campo. Arrivano pure i primi pericoli per Handanovic con De Rossi dalla lunghissima distanza mentre Pjanic e Lamela sprecano due occasioni da ottima posizione. La svolta alla partita la dà Luis Enrique sostituendo Gago per il più offensivo Bojan, i giallorossi cosi mostrano il fianco al contropiede friulano venendo beffati prima da Di Natale con una bellissima conclusione dopo un sontuoso assist di Pinzi e nel finale con Isla servito alla perfezione di Armero dopo l’ennesima amnesia difensiva giallorossa.
Non esistono più aggettivi per definire il miracolo friulano con una Udinese completamente diversa rispetto a quella dello scorso anno ma allo stesso tempo determinata e pericolosa e con un Di Natale degno della Nazionale. Della Roma che dire? Fa piacere la fiducia della società nei confronti di Luis Enrique, il tecnico gode di una stima forse immeritata per scelte a volte cervellotiche.
Udinese Roma 2-0 video highlights youtube
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Roberto de Assis, fratello e agente di Ronaldinho, ha già annunciato azione legali per tutelare la sua immagine e la privacy mentre il tecnico del Flamengo ha glissato sul problema uscendone poi con una battuta “Ognuno ha il suo modo di essere, non mi interessa. Non ho intenzione di guardare Ronaldinho mentre si masturba”. e continua “Chi ha visto il video? Di che dimensioni ce l’ha?”
Dopo le esperienza rigenerante al Flamengo nei giorni scorsi si era parlato di un ritorno di Ronaldinho in Europa e precisamente al Panathinaikos disposto ad accollarsi il costo dell’ingaggio e sopratutto dei suoi colpi di testa pur di aver in campo le sue qualità. E’ chiaro che questo nuovo scandalo rischia di compromettere tutto e per Ronaldinho potrebbero richiudersi le porte della Selecao dove Nano Menezes non gradisce colpi di testa ed esige un comportamento esemplare.
Ronaldinho si masturba e finisce su Youtube.
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E’ Take mania. Sul web impazza oramai da diversi giorni un video di Takefuse Kubo , un piccolo e simpatico ragazzino giapponese di proprietà del Barcellona che per storia e numeri ricorda Lionel Messi. Takefuse Kubo, già ribattezzato Take, sta facendo impazzire nelle giovanili catalani mostrando numeri interessanti e mettendosi al centro delle attenzioni in ogni occasione utile.
Eletto miglior giocatore in un torneo giovanile in Belgio, Takefuse Kubo è già una stella in Giappone e in molti sperano che sia lui il primo giapponese a vestire la maglia del Barcellona e far sognare il Camp Nou. Al momento Take gioca con le giovanili catalane ed ha solo undici anni ma per molti avrà un futuro da protagonista nella Liga. Nelle giovanili della cantera gioca nella stessa posizione di Leo Messi esaltandosi nei dribbling, negli assist difficilissimi e nei tocchi di pregevole qualità. Sarà una nuova stella?
Takefuse Kubo video Youtube
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Milan Barcellona era stata presentata come un partita spettacolo con due squadre libere di potersi affrontare a viso aperto senza l’assillo di dover guardare alla classifica. I rossoneri certo potevano misurare il proprio stato di competitività contro la squadra che è da tutti considerata il modello a cui ispirarsi. Obiettivamente l’undici di Allegri ha disputato una partita migliore di quella al Camp Nou e pur dopo la sconfitta il bicchiere resta comunque mezzo pieno anche se in un incontro singolo a meno di cataclismi il Milan 9 volte su dieci ne uscirebbe con le ossa rotte.
Sotto di un gol all’intervallo Allegri si gioca la carta Pato senza pero impensierire più di tanto la retroguardia ospite. Il pari però arriva con un gol fantastico, da premio Puskas per intenderci, di Boateng che dopo un controllo volante supera Abidal lanciandosi di tacco nello spazio prima di fulminare Valdes. San Siro esplode ma è ancora Messi a trovare il pertugio giusto nella difesa per il gol vittoria firmato da Xavi prima dei titoli di cosa.
E’ il giocatore più forte tra tutti quelli che hanno lasciato temporaneamente la NBA per giocare in Europa, ma la prestazione di Deron Williams di ieri sera in un incontro di EuroChallenge ha veramente dell’incredibile: il playmaker dei New Jersey Nets, in prestito al Besiktas per il lockout che sta tenendo ferma la Lega professionistica americana, è riuscito a siglare ben 50 punti, una performance superlativa che ha lasciato incantati gli spettatori presenti sugli spalti.
Nella sfida contro la formazione del Goettingen Williams è stato superlativo trascinando i suoi compagni al successo in una sfida che nonostante la sua prestazione si è mantenuta sui binari dell’equilibrio fino a circa 2 minuti dal termine. Alla fine il Besiktas l’ha spuntata per 105-94 ed il gioiello dei Nets l’ha fatta da padrone insaccando 50 punti nel canestro avversario con uno strabiliante 10/13 da 2 punti, 7/10 dalla lunga distanza, 9/11 ai tiri liberi a cui ha aggiunto, giusto per non farsi mancare nulla, anche 3 rimbalzi ed 1 assist, il tutto subendo ben 9 falli e perdendo solo 2 palloni in tutto il match (36 minuti il suo impiego sul parquet).
Nonostante la grande prestazione di Williams il Besiktas però ha appreso nel post partita dell’infortunio occorso al suo centro Semih Erden che in uno scontro di gioco si è rotto il pollice della mano destra. Già alla ricerca di un “lungo” di valore (in questi mesi la squadra turca ha cercato in ogni modo di tesserare i vari Carlos Boozer, Luol Deng e Kevin Love, ma tutti i giocatori contattati hanno rifiutato l’ingaggio) ora si dovrà cercare di sveltire le operazioni di mercato dato che il settore dei centri è rimasto davvero ridotto ai minimi termini. L’ultima idea per rimpolpare il reparto è stata quella di Lamar Odom, ala grande dei Los Angeles Lakers, che proprio in questi giorno dovrà valutare l’offerta turca e dare una risposta.
Intanto vi lasciamo con le incredibili prodezze di Deron Williams.