Il riscatto serviva e il riscatto è arrivato. La Juventus si impone allo Juventus Stadium con un secco 4-0 ai danni del Nordsjaelland, una vittoria che serve a dare la carica ed entusiasmo all’ambiente bianconero dopo la brutta prestazione di sabato contro l’Inter, entusiasmo che però viene smorzato dalla notizia al 94′ della vittoria del Chelsea sul Shakhtar Donetsk.
Una Juve alla vecchia maniera, aggressiva, feroce, concentrata è quella che ha praticamente annullato gli avversari nei primi 5 minuti di gara, quando Marchisio, servito da un Isla devastante preferito a Lichtsteiner per occupare la fascia destra, si inserisce centralmente spianando la strada alla goleada bianconera. E’ sempre il principino che va vicinissimo al raddoppio ma questa volta Hansen non si fa sorprendere e si fa trovare pronto sul tiro di destro del centrocampista respingendo su Giovinco che dal limite dell’area spara alto sopra la traversa.
Passano pochi minuti e arriva il raddoppio su rapina di Vidal che sfrutta una leggerezza difensiva dei danesi per poi battere Hansen da posizione defilata. La Juventus dilaga complice anche l’atteggiamento del Nordsjaelland in versione completamente rivisitata rispetto alla gara in Danimarca. I Danesi tutti chiusi nella loro metà campo nulla possono di fronte la fame di vittoria degli uomini di Conte. Prova ad andare a segno Isla, Matri deve arrendersi alla traversa ed infine arriva il colpo della sicurezza con Giovinco che sugli sviluppi di un contropiede scodella un gioello di destro dal limite, siglando la sua prima rete in Champions League. Si chiude sul punteggio di 3-0 il primo tempo.
Nel secondo tempo la Juventus, forte del risultato gia acquisito, rallenta la pressione sugli avversari e si concentra soprattutto nel tentativo di mandare in rete Matri il quale anche nel secondo tempo ha potuto godere della fiducia di Mister Conte che decide di prelevare Giovinco per l’inserimento di Quagliarella. Ed è proprio l’attaccante partenopeo che lancia Matri in un “a tu per tu” con Hansen salvo poi facendosi recuperare da Okore, sciupando tutto. Chi invece trova la reta, la quarta e conclusiva, è proprio Quagliarella, di testa, su sponda proprio di Matri. Finisce così, con un perentorio 4-0 con un Nordsjaelland che in 93′ ha fatto visita solo una volta dalle parti di Buffon.
Il ko con l’Inter ormai è un ricordo così come da domani lo sarà la prima vittoria in Champions perchè il pensiero è già al 20 Novembre quando lo Juventus Stadium accoglierà il Chelsea con un solo imperativo: Vincere!
LE PAGELLE DI JUVENTUS-NORDSJAELLAND
JUVENTUS (3-5-2): Buffon sv, Barzagli 6.5, Bonucci 6.5, Chiellini 6 (24′ st Lucio 6); Isla 7, Vidal 7 (8′ st Pogba 6), Pirlo 7, Marchisio 7.5, Asamoah 6.5; Matri 5.5, Giovinco 6.5 (15′ st Quagliarella 6.5).
Allenatore: Alessio 6.5. NORDSJAELLAND (4-2-3-1): Hansen 7; Parkhurst 5, Okore 5.5, Runje 5, Mtiliga 5; Adu 5 (1′ st S. Christensen 6), Stokholm 5; Lorentzen 5.5, Laudrup 5 (1′ st A. Christiansen 5.5), John 5; Beckmann 5.5 (27′ st Nordstrand sv).
Allenatore: Hjulmand 5.
La Roma più bella e concreta dell’era Zeman fa a pezzi il Palermo nel posticipo della decima giornata e torna a respirare dopo le ultime due uscite all’insegna della follia pura. A una settimana dal derby il 4-1 rifilato dai giallorossi agli uomini di Gasperini vuol dire sesto posto, a due soli punti dalla Lazio. All’Olimpico scende in campo una Roma finalmente equilibrata e con una gran voglia di rimettersi in carreggiata (e di rinsaldare la panchina del tecnico Boemo). Detto fatto. Grazie anche ad un Palermo da brividi che rende tutto più semplice a Totti e compagni.
Fuori Destro, dentro Osvaldo – La Roma scende in campo con qualche novità in formazione. Destro e Pjanic partono dalla panchina. Allora spazio ad Osvaldo e Bradley, che di benzina ne hanno a ettolitri. Maglia da titolare anche per Piris (alla fine uno dei migliori). Gasperini rimpolpa il centrocampo e schiera 3-5-2 con Pisano e Kurtic in mezzo e Ilicic in panchina. La densità sulla mediana voluta dal tecnico rosanero alla fine sarà solo una vana pretesa. In attacco il tandem Brienza – Miccoli, alla ricerca del gol numero 100 in serie A. Pronti via e i padroni di casa premono il pedale dell’acceleratore. Gioco in verticale, ritmi alti e concentrazione d’antologia. I rosanero ci capiscono davvero poco e al minuto 11 Totti firma il cartellino. Assist di Piris, Osvaldo non ci arriva, il capitano sì. La reazione ospite non arriva, e Gasperini prova ad arretrare Pisano varando un 4-4-2 che sa di corsa ai ripari. Ma è la Roma a trovare ancora la via del gol. Al 31′, con Osvaldo che approfitta di un pasticcio fra Munoz e Ujkanie infila un destro angolato. Al rientro negli spogliatoi solo applausi per i giallorossi.
Giuseppe Bellini Getty Images Sport
Poker senza attenuanti – Visti i precedenti il secondo tempo si preannuncia una sofferenza. E invece la Roma dimostra equilibrio vero, aiutata anche da un Palermo incapace di impensierire seriamente gli avversari. I ragazzi di Zeman ci mettono l’anima, e forse è la poca lucidità a far sbagliare alcune azioni da rete a Lamela, Totti e Balzaretti. Gasperini si gioca l’ultima carta: Ilicic per Kurtic e tridente servito. Nulla da fare però: la Roma dilaga e prima con Lamela al 24’, poi con Destro dieci minuti dopo sigla il poker che significa ritorno alla vittoria. Al 39’ Ilicic di sinistro mette in rete il gol della bandiera. Ma la pillola per il Palermo è comunque amarissima.
ROMA (4-3-3): Goicoechea; Piris, Marquinhos, Burdisso, Balzaretti; Bradley, Tachtsidis, Florenzi (25′ st Marquinho); Lamela (36′ st Pjanic), Osvaldo, Totti (27′ st Destro). In panchina: Svedkauskas, Leandro Castan, 11 Taddei, 16 De Rossi, 17 Lopez, 20 Perrotta, 27 Dodò, 46 Romagnoli. Allenatore: Zeman.
PALERMO (3-5-2): Ujkani; Munoz, Von Bergen, Garcia; Morganella, Arevalo Rios, Kurtic (9′ st Ilicic), Barreto, Pisano (33′ pt Bertolo); Brienza (25′ st Dybala), Miccoli. In panchina: Benussi, Mantovani, Viola, Milanovic, Zahavi, Giorgi, Labrin, Budan, Brichetto. Allenatore.: Gasperini.
ARBITRO: De Marco di Chiavari
LE PAGELLE
Tachtsidis 7: Un assist per Lamela e tante buone sensazioni per il centrocampista della Roma. Gara convincente. In crescita.
Florenzi 7: Anche lui in crescita costante. La sintonia con i compagni di reparto inizia ad essere cosa concreta. Grande prospettiva.
Lamela 8:Uno che doveva dimostrare, e ha dimostrato. Alla grande. Fondamentale per il gioco di Zeman e per la Roma. Il gol è la ciliegina sulla torta di una partita sopra le righe.
Osvaldo 7: Il suo sacrificio per tutti i 90’ è ossigeno puro per la squadra. Trova anche il gol. Certezza.
Totti 8:L’ennesima risposta a chi lo vorrebbe seduto in tribuna a commentare le partite. Invece Totti smista palloni, fa gioco e segna. Campione vero insomma.
Destro 6:Si fa espellere per una ingenuità. Ma finalmente trova la via della rete. In ogni caso la sufficienza ci sta tutta.
Ilicic 6: Dopo quasi un anno torna al gol. L’unico a salvarsi in un Palermo disastroso per ampi tratti del match.
Ujkani 5,5: Cuce e scuce a corrente alternata. Grossissime responsabilità sul gol di Osvaldo. Poi però salva la porta in diverse occasioni.
Guai in vista per il portiere del Napoli Morgan De Sanctis. L’estremo difensore campano avrebbe schiaffeggiato un raccattapalle durante la gara Atalanta-Napoli per aver ritardato di qualche secondo la rimessa in gioco del pallone. Il fattaccio è avvenuto intorno all’80’ con i partenopei sotto di un gol a Bergamo e con la necessità di accorciare i tempi di gioco. Orsato ha visto tutto e ha deciso al momento di ammonire il giocatore partenopeo “per comportamento non regolamentare in campo“, ma il giudice sportivo avrebbe richiesto ulteriori accertamenti. Per questa ragione la Procura Federale ha deciso di aprire un indagine sul comportamento di De Sanctis che rischia a questo punto una pesante squalifica.
E’ stato il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ad inviare gli atti al procuratore federale per poterci vedere chiaro sul comportamento di De Sanctis che rischia una lunga squalifica. Non un buon periodo per il Napoli che si è visto scavalcare in classifica dall’Inter dopo aver perso proprio a Bergamo e che potrebbe ritrovarsi senza il portiere titolare, con Rosati (la riserva) che non offre le giuste garanzie dal punto di vista tecnico, come abbiamo potuto constatare nella doppia sfida europea persa contro Psv e Dnipro, con grossi errori individuali dell’ex estremo difensore del Lecce.
Orsato, su richiesta del giudice sportivo, ha confermato di aver visto tutto e di aver optato per la semplice ammonizione perché “in modo non regolamentare (brusco) strappava dalle mani di un raccattapalle il pallone per accelerare la ripresa di gioco“. Un momento di nervosismo che potrà costare caro a De Sanctis, che vedendo la propria squadra incapace di segnare e quindi di rimontare il risultato fino a quel momento negativo, ha schiaffeggiato il raccattapalle, così come confermato dal responsabile della sicurezza dell’Atalanta che ha assistito alla scena.
Ecco il video della manata di De Sanctis al raccattapalle
[jwplayer config=”15s” mediaid=”158990″]
Doveva essere una partita emozionante e così è stata: quello allo Stadio Friuli tra Udinese-Catania è infatti stato un incontro al cardiopalmo con entrambe le formazioni scese in campo determinate a conquistare i tre punti nonostante la pioggia battente che scendeva alle 20.45. Da una parte si è presentato un Catania modificato causa le squalifiche di Legrottaglie e Marchese mentre dall’altra Guidolin ha optato di inserire dal 1′ di gioco il bomber bianconero Totò Di Natale che ha centrato in pieno il modo per ripagare il mister.
È proprio grazie al numero 10 che l’Udinese riesce a strappare in extremis il pareggio e a spegnere in un secondo la gioia degli etnei che erano ad un passo dalla vittoria in trasferta che gli avrebbe regalato il sorpasso in classifica proprio nei confronti della diretta avversaria.
La partita si apre con il Catania che pressa i locali, con tanta rabbia per il match disputato contro la Juventus che diventa carica positiva per cercare di fermare i friulani: dall’altra parte c’è però un’Udinese che dimostra di saper mantenere la calma e soprattutto di non cadere nella trappola degli etnei. I primi minuti sono di fatto tutti dei siciliani che cercano di mettere subito in rete il pallone non riuscendo però a concretizzare: ecco quindi che quanto successo domenica scorsa si ripete con Spolli che interviene su Badu e l’arbitro che assegna il calcio di rigore all’Udinese.
La polemica inizia in un istante, con il Catania che dichiara l’intervento sul pallone ma Rocchi non ne vuole sentire e quindi dal dischetto si prepara Di Natale che spiazza completamente Andujar. Uno a zero e palla al centro dunque, con i ragazzi di Maran che abbassano le orecchie e non dimostrano nessun tipo di reazione anzi, rischiano di prendere il goal del 2-0.
Nella ripresa i siciliani entrano in campo con un 4-3-3 che non cambia solamente il modulo ma anche la mentalità dei ragazzi che è completamente diversa e lo dimostrano fin dal nuovo fischio dell’arbitro: la fortuna inoltre gira dalla parte degli ospiti grazie all’errore da principiante di Pereyra che al 17′ consente a Castro di insaccare la rete del pareggio. Il Catania prende quindi coraggio, con l’Udinese che si chiude troppo per paura di prendere il goal della sconfitta: le occasioni non mancano e, tra i tanti tentativi, c’è anche la richiesta di un rigore da parte degli etnei che reclamano un tocco di mano.
Non concesso il tiro dal dischetto ci pensa Lodi a spiazzare Brkic al 41′: da un gran calcio di punizione ne esce infatti un goal spiazzante per il portiere dell’Udinese che nulla può se non raccogliere il pallone da dentro l’area. Purtroppo per il Catania però i minuti di recupero sono più del previsto e ci pensa Di Natale a rovinargli la festa: con una giocata fantastica il capitano dei friulani in piena area si inventa un tiro al volo che supera per la seconda volta Andujar e mette a segno il 2-2 finale.
IL TABELLINO E LE PAGELLE:
Udinese-Catania 2 – 2 (1-0) Udinese (3-5-1-1): Brkic 6.5; Coda 6 (23′ st Basta 6.5), Danilo 5.5, Domizzi 6; Pereyra 5, Badu 6.5, Allan 6, Lazzari 6.5 (23′ st Ranegie 5.5), Armero 6; Maicosuel 5 (11′ st Gabriel Silva 5.5); Di Natale 7. A disposizione: Padelli, Pawlowski, Angella, Heurtaux, Faraoni, Willians, Barreto, Fabbrini. All. Guidolin Catania (3-5-2): Andujar 7; Bellusci 5.5 (1′ st Castro 6.5), Spolli 5.5, Rolin 6; Izco 5.5, Biagianti 5 (29′ st Salifu sv), Lodi 6.5, Almiron 6, Capuano 6; Bergessio 6.5, Gomez 6 (44′ st Doukara sv). A disposizione: Frison, Messina, Alvarez, Potenza, Ricchiuti, Morimoto. All. Maran Arbitro: Rocchi di Firenze Marcatori: 29′ Di Natale rig. (U), 17′ st Castro (C), 40′ st Lodi (C), 47′ st Di Natale (U) Ammoniti: Coda (U), Spolli (C), Bellusci (C), Biagianti (C) e Danilo (U)
E ora sotto con la Juve. L’Inter batte in rimonta la Sampdoria per 3-2 e si proietta al big match di sabato prossimo, a Torino, contro i campioni d’Italia. Uno scontro diretto per il vertice della classifica. Cosa impensabile fino a qualche settimana fa. Ma prima, aveva detto AndreaStramaccioni, bisogna pensare alla Sampdoria. Perché il tecnico nerazzurro sa che le partite contro i blucerchiati non sono mai semplici. O banali. E infatti, a San Siro, a passare per primi sono proprio i liguri con Munari abile a sfruttare un mezzo pasticcio di Ranocchia. È il 20’ e i padroni di casa vanno sotto alla prima incursione degli uomini di Ciro Ferrara. Partita tutta in salita? Di questi tempi no. Perché con l’entusiasmo che viaggia a mille gli uomini di Stramaccioni le partite le capovolgono, e le vincono. Ma bisogna aspettare la ripresa. Al 7’ palla in profondità per Milito, che la protegge facendosi mettere giù da Costa. Rigore e rosso. Il Principe trasforma centrando il palo interno: pareggio meritato.
Marchio di fabbrica – Per trovare il vantaggio l’Inter sfodera l’arma in più di questo inizio campionato. Quel contropiede che sembra ormai diventato un vero e proprio marchio di fabbrica. Al 23’, con la Samp sbilanciata, i nerazzurri partono in velocità prima con Nagatomo, poi con Cassano che apre per Palacio, bravo poi a piazzare la palla nell’angolino più lontano. Rimonta completata e blucerchiati nel marasma. Al 37’ Guarin chiude di fatto il match (contestata la posizione di partenza di Nagatomo), scacciando qualche sasso dallo scarpino dopo un periodo tribolato. In pieno recupero la rete di Eder è materiale buono solo per le statistiche.
Tridente “maravilla” – Con quei tre lì davanti c’è sempre da aspettarsi che accada qualcosa. Perché avranno mille difetti, ma segnano a raffica. E la squadra li cerca, li sostiene, lavora per loro palloni in serie. Per la sfida con la Samp Stramaccioni si affida al 4-3-3, con Cassano e Palacio a scambiarsi spesso le fasce e Milito unico riferimento in avanti In difesa manca Juan Jesus , quindi spazio al tendem Ranocchia – Samuel. I liguri giocano con due esterni d’attacco molto larghi – Estigarribia e Soriano – ma il 4-5-1 messo in campo da Ciro Ferrara la dice lunga sull’approccio alla partita. Alla fine, mettici anche la sfortuna, la Sampdoria esce da San Siro con la quinta sconfitta consecutiva in questa stagione. Certo non era quella contro i nerazzurri la sfida da vincere a tutti i costi, ma qualcosa di meglio era lecito attendersi. Per gli uomini di Stramaccioni situazione completamente rovesciata. Ottava vittoria consecutiva e secondo posto in classifica (complice la sconfitta del Napoli con l’Atalanta). Insomma, il tecnico dei milanesi voleva la vittoria contro i blucerchiati per arrivare a Torino da “grande”. È stato accontentato. Ora sotto con la Juve.
SAMPDORIA (4-3-3) Romero; Berardi (dall’8′ s.t. De Silvestri), Gastaldello, Rossini, Costa; Munari, Tissone, Poli (dal 14′ s.t. Renan; dal 33′ s.t. Maxi Lopez); Estigarribia, Eder, Soriano. (Berni, Castellini, Mustafi, Poulsen, Juan Antonio, Savic, Falcone, Icardi). All.: Ferrara.
ARBITRO Doveri di Roma.
MARCATORI Munari (S) al 20′ p.t.; Milito su rigore al 7′ s.t., Palacio al 23′ s.t., Guarin al 37′ s.t.; Eder (S) al 49′ s.t.
LE PAGELLE
Rossini 6,5: gli attaccanti dell’Inter lo mettono a dura prova. Lui risponde con reattività risolvendo un paio di situazione molto complicate.
Costa 5: Fino all’azione del rigore aveva giocato una buona partita. Poi il fattaccio e il cartellino rosso. Questi regali all’Inter non li puoi fare.
Tissone 6,5: Si sbatte come un dannato per lavorare palloni per le punte. Ma spesso predica nel deserto. Sua la punizione che propizia il gol del vantaggio.
Munari 7: Segna la rete che spezza gli equilibri, poi fa legna a centrocampo per tutta la durata del match.
Ranocchia 5,5: Non il difensore degli ultimi periodi. Indeciso sull’azione del vantaggio blucerchiato. In compenso evita il giallo che gli avrebbe impedito di essere disponibile per la trasferta di Torino.
Guarin 7: Alla fine si scrolla di dosso tutte le polemiche degli ultimi tempi. Sta crescendo, e si vede. Contro la Samp la sua manovra è stata incisiva, mai banane. Segna il gol che, di fatto, regala i tre punti ai suoi.
Cassano 6,5: Monta e smonta calcio giocato con disarmante disinvolta. Non sempre cinico, ha comunque il merito di sfornare gli assist decisivi.
Milito 7: Stramaccioni lo aveva detto: Milito è la mia punta. E il Principe certe cose non le dimentica. Grande stato di forma e movimenti micidiali per la difesa doriana.
Finale al cardiopalma per i tifosi della Juventus che sul finire del 3′ di recupero deve i tre punti all’uomo partita di questo turno infrasettimanale, Paul Pogba. Contro il Bologna i bianconeri si impongono per 2-1 dopo aver rischiato di vedersi ridurre a 2 i punti di vantaggio in vista del big match di sabato prossimo contro l’Inter che, a San Siro contro la Sampdoria, aveva già fatto scattare i tre campanellini all’indirizzo di Torino.
Proprio in vista dell’importante sfida di sabato sera Conte ha optato per il turnover lasciando fuori Chiellini, Asamoah, Lichtsteiner, Giovinco e Vucinic oltre a dover rinunciare a Vidal per squalifica e Marchisio ancora alle prese con acciacchi. In difesa spazio a Caceres al fianco di Barzagli e Bonucci, centrocampo affidato a Isla, Pogba, Giaccherini e De Ceglie con Pirlo mentre l’attacco è tutto per la coppia Quagliarella-Bendtner. Il Bologna è costretto a rinunciare a Diamanti per squalifica, Pioli affida il reparto offensivo alla coppia Gilardino-Gabbiadini con Kone nel ruolo di rifinitore.
La partenza è tutta a favore della Juve che pressa gli avversari per tutto il primo tempo mai pericolosi. Pericolosa per i Felsinei è invece l’intraprendenza di Pogba che a centrocampo corre, recupera palloni, inventa per i compagni e spesso arriva alla conclusione. Prima sugli sviluppi di un calcio d’angolo infila in rete ma l’arbitro aveva già fischiato un fallo del giovane francese, poi ci prova dai 25 mt con un gran tiro che si stampa sul palo e sul finale del primo tempo è ancora lui a sfiorare il gol di testa sugli sviluppi di una punizione. Primo tempo tutto bianconero con le occasioni di Quagliarella, Giaccherini e Bendtner che dalla distanza impegnano un attento Agliardi.
Il Bologna prova a reagire e a farsi vedere dalle parti di Buffon: lo fa al 20′ quando Gabbiadini riesce a mettere in rete la palla ma, anche qui, l’arbrito aveva fermato il gioco per fallo in attacco di Gilardino. Finisce 0-0 il primo tempo e, visti i risultati dagli altri campi, la sensazione è che nei successivi 45′ la Juventus voglia cambiar registro.
Il secondo tempo riprende da dove l’avevamo lasciato, con la Juve in attacco che, questa volta riesce a concretizzare subito il vantaggio: Pogba mette in mezzo un delizioso pallone per Giaccherini che di testa rimette al centro servendo Quagliarella che infila di piatto alle spalle di Agliardi. 1-0 e bianconeri che calano un po’ il ritmo e consentono agli uomini di Pioli di rialzare la testa; i rossoblu provano a superare la metà campo pur non essendo mai pericolosi dalle parti di Buffon, almeno fin quando al 26′ un tentativo sciagurato di rinviare palla dalla sinistra del limite dell’area di De Ceglie si rivela un assist al bacio per Taider che ringrazia e mette dentro sul palo opposto di Buffon. Per De Ceglie neanche il tempo di rendersi conto del danno procurato che già Alessio lo toglie dal campo effettuando i tre cambi per risolvere la partita: fuori l’esterno, Quagliarella e Isla, dentro Giovinco, Vucinic e Asamoah. Sul tabellone dello Juventus Stadium il risultato di Inter-Sampdoria ricorda ai tifosi bianconeri che il big match di sabato prossimo si giocherà con l’Inter a -2 dalla vetta; la Juve non ci sta e ricomincia con l’arrembaggio dalle parti di Agliardi provandoci dapprima con Asamoah, Giaccherini e ancora Bendtner ma sul finire del 3′ di recupero Pogba sale in cattedra: sugli sviluppi di una punizione Giovinco raccoglie palla e rimette in mezzo per il centrocampista francese che di testa questa volta non sbaglia facendo esplodere lo Juventus Stadium. Finisce 2-1 per i bianconeri che finalmente infrangono il tabu Bologna che non vincevano dal 21 febbraio del 2010 oltre a registrare un altro record rappresentato dai 28 punti in classifica dopo 10 giornate da quando si assegnano 3 punti per vittoria ovvero dalla stagione 94/95. Inoltre, per la prima volta in questa stagione, la Juventus vince nelle partite infrasettimanali dopo il pareggio con la Fiorentina e quelli in Champions League.
Le Pagelle di Juventus-Bologna
Juventus
De Ceglie 4: Conferma il suo pessimo stato di forma, nelle due ultime partite contro il Bologna e il Nordsjaelland, i suoi due errori da dilettanti rischiano di mandare in fumo i progetti stagionali in Campionato e Champions. I suoi compagni recriminano per non aver avuto in tutta la partita un assist perfetto come quello servito a Taider.
Bendtner 6: Il giovane danese è costretto a fare i conti con il suo connazionale ed ex bianonero Sorensen, il duello fisico è divertente e spesso ad avere la meglio è il giovane difensore felsineo. Ma Bendtner lavora molto per la squadra, fa vedere qualche buon tocco da rifinitore e prova la conclusione per due volte.
Quagliarella 6,5: Parte male nel primo tempo facendosi vedere solo una volta con una conclusione da fuori. Nel secondo tempo mette in rete la palla del momentaneo vantaggio e sfiora il raddoppio dopo l’1-1.
Pogba 8: Nella notte di Halloween si traveste da Pirlo e a seconda delle esigenze anche da Marchisio e Vucinic. Classe ’93, stupisce la sua personalità’. E’ riuscito perfino ad oscurare le magie di Pirlo: sigla i suoi 3 punti dopo quelli contro il Napoli, per tutta la partita corre, inventa, finalizza. Colpisce un palo ad inizio match con un tiro al bacio che si stampa sul palo. Confeziona la palla per il momentaneo gol del vantaggio e chiude la partita con i tre punti che valgono oro in vista del big match contro l’Inter.
Bologna
Taider 6,5: Pogba lo affossa ma nell’unica occasione che la Juventus gli concede lui si fa trovare pronto confezionando un tiro alle spalle di Buffon che vale il momentaneo 1-1.
Motta 5,5: Perde il duello con Giaccherini per tutta la durata della sua partita e al 9′ gli permette di colpire di testa indisturbato per fare da sponda al gol di Quagliarella.
Gabbiadini 5,5: Il talento under 21 non impensierisce la retroguardia bianconera ma è difficile farlo quando i compagni non ti servono buone chance.
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6,5, Bonucci 6, Caceres 6; Isla 5,5 (31′ st Vucinic 6), Giaccherini 6,5, Pirlo 6, Pogba 8, De Ceglie 4 (28′ st Asamoah 6); Quagliarella 6,5 (27′ st Giovinco 6), Bendtner 6. A disp.: Storari, Rubinho, Lucio, Chiellini, Lichtsteiner, Marrone, Padoin, Pepe, Matri. All.: Alessio Bologna (3-4-1-2): Agliardi 5,5, Sorensen 5,5, Antonsson 5, Cherubin 6; Motta 5,5 (21′ st Pulzetti 6), Kone 6,5, Pazienza 5,5 (21′ st Krhin 6), Morleo 6; Taider 6,5; Gabbiadini 5,5 (44′ st Paponi sv), Gilardino 6. A disp.: Stojanovic, Lombardi, Radakovic, Guarente, Carvalho, Garics, Abero, Riverola, Pasquato. All.: Pioli
I gialloblu rompono la tradizione che li vedeva perdere o pareggiare contro i giallorossi al Tardini nelle ultime quattro stagioni. Partita caratterizzata dalla grande pioggia e dal terreno al limite della praticabilità. Parma-Roma, gara valevole per la decima giornata di serie A, finisce 3-2 con i ragazzi di Zeman che mostrano le solite lacune difensive, mentre quelli di Donadoni si mostrano cinici e organizzati. Terza vittoria consecutiva per i padroni di casa che volano al sesto posto in classifica superando proprio i capitolini che dopo la seconda sconfitta scivolano tra la settima e l’ottava posizione. E adesso il boemo entra d’obbligo tra gli allenatori a rischio esonero, visto l’andamento non preventivato ad inizio stagione. Al contrario, l’ex tecnico di Cagliari e Napoli dopo l’annuncio del rinnovo contrattuale ha dato la svolta alla propria squadra.
LA PARTITA – Forse sarebbe stato più opportuno rinviare la gara. Pioggia fitta e campo troppo pesante con la palla che in alcuni tratti rallentava fino a fermarsi. Vantaggio giallorosso con Lamela (al terzo gol in due gare) che infila Mirante con il suo classico tiro a giro dalla destra. Poi le solite disattenzioni difensive della Roma permettono al Parma di rimontare con le reti di Belfodil e Parolo, chiudendo il primo tempo sul 2-1. Nella seconda frazione arriva il gol della sicurezza di Zaccardo che sfrutta, guarda caso, un disimpegno orrendo della difesa romanista. La Roma prova ad accorciare le distanze con il suo capitano Tottiche mette a segno un facile tap in dopo essersi fatto parare un calcio di rigore.
SITUAZIONE IN CASA PARMA – Morale alle stelle per i gialloblu che stanno sfruttando al meglio il fattore casa, raccogliendo importantissimi punti per conquistare il prima possibile la salvezza. Le aspettative della società però potrebbero andare oltre la semplice permanenza nella massima serie se la squadra dovesse continuare con questo ritmo.
SITUAZIONE IN CASA ROMA – Troppo altalenante il cammino dei giallorossi che hanno si il miglior attacco (insieme alla Juve) ma hanno anche la peggior difesa dell’intero campionato con 19 gol subiti in sole dieci gare. L’arrivo di Zeman nella capitale ha portato grande entusiasmo ma i risultati non sono ancora dalla sua parte.
PAGELLE PARMA-ROMA
Belfodil 7: Entra a freddo per sostituire Amauri, infortunatosi dopo appena 20 minuti. Ridicolizza la difesa romanista alla mezzora realizzando il gol del momentaneo 1-1. Il francesino cresce bene, peccato per il doppio cartellino giallo che lo costringerà a saltare la prossima gara. Parolo 7.5: Grande lottatore in mezzo al campo. Il terreno pesante lo esalta e la sua prestazione cresce di minuti in minuto. Con l’assenza per infortunio di Galloppa prende in mano il centrocampo gialloblu. Biabiany 7: Il campo non esalta le sue doti di corridore ma è decisivo nell’azione che porta al 3-1 di Zaccardo, quando scappa via in contropiede nonostante i continui rallentamenti del pallone. Lamela 7: Chi lo ferma più? L’argentino ha preso gusto a segnare. Cinque gol nelle ultime quattro gare e tutti le reti sono di pregevole fattura. Castan 4: Ma perché Zeman ha voluto a tutti i costi un difensore di questa lentezza? Giocatore non adatto allo stile di gioco del boemo. Dodò 4.5: Un esordio discreto domenica sera contro l’Udinese, una brutta prestazione quest’oggi a Parma. E’ giovane e avrà modo di crescere.
This is football! Che partita, che emozioni, che rimonta. Reading-Arsenal, match valevole per gli ottavi di finale della Coppa di Lega inglese, entra di diritto tra le più belle partite di tutti i tempi. Dal 4-1 del primo tempo, al 4-4 alla fine del secondo tempo ed infine 5-7 dopo i tempi supplementari. Alzi la mano chi si ricorda una partita simile. Questo è il calcio. I padroni di casa dopo poco più di mezzora avevano inflitto un pesante poker ai gunners che si presentava al Madejski Stadium con un ampio turn over ma che poteva contare sulla classe dei vari Walcott, Giroud, Arshavin e Koscielny. Che diventano croce e delizia di questa gara.
L’Arsenal al 37′ si trova già sotto di quattro gol, decisivi gli errori difensivi, soprattutto del francese Koscielny che infila il proprio portiere con un tiro imparabile e poi lo stesso estremo difensore dei gunners Martinez, che non respinge una conclusione centrale di Leigertwood. I ragazzi di Wenger sono completamente sotto shock ma nella ripresa collezionano una rimonta storia con protagonista l’inglese Walcott, al centro di una trattativa per il rinnovo del contratto (in scadenza il prossimo giugno) che non decolla, autore di una tripletta che gli permette di portarsi a casa il pallone della gara.
A pochi minuti dal termine del primo tempo, l’attaccante inglese accorcia le distanze con un ridicolo contropiede. I padroni di casa si ritrovano con la difesa altissima e un lancio lungo della difesa dell’Arsenal, permette a Walcott di ritrovarsi a tu per tu con il portiere avversario, facilmente freddato con un bel tocco sotto. Nella ripresa si completa la rimonta. Prima la coppia francese Giroud e Koscielny, entrambi su azione da calcio d’angolo, accorciano ulteriormente il risultato portando sul 4-3 poi sempre il solito Walcott termina la rimonta oltre il 90′ approfittando dell’ennesimo buco difensivo del Reading e sfruttando al meglio una sponda di Giroud.
Nei supplementari una rete per parte portano il risultato sul 5-5 e i rigori sembrano il modo più corretto per decidere questa partita, ma al 120′ arriva, prima la tripletta di Walcott che approfitta di una goffa respinta sulla linea di porta della difesa casalinga e successivamente il marocchino Chamakh chiude i conti in contropiede, ancora su un disimpegno scandaloso del Reading (l’ultimo difensore, sulla linea di centrocampo, tenta un difficilissimo colpo di testa all’indietro verso il portiere).
La partita finisce 5-7. Il tecnico dell’Arsenal la considera una delle sue più grandi vittorie, ringraziando i tifosi per il sostegno dato anche sul 4-0 per gli avversari. Tutto molto bello, grande rimonta e partita che entra di diritto tra le più belle del calcio inglese. Ma, se fosse successo in Italia tutto questo? Si sarebbe parlato semplicemente di difesa del Reading scandalosa o di partita truccata?
I gol di Reading-Arsenal
[jwplayer config=”180s” mediaid=”158760″]
Nel posticipo della nona giornata di campionato il Napoli batte per 1-0 il Chievo e mantiene il secondo posto in classifica alle spalle della Juventus. Alla fine ci pensa Marek Hamsik – indiziato numero uno alla vigilia – a sbrogliare la matassa, resa ingarbugliatissima dalla leggerezza sotto porta degli arcieri azzurri. Una sequela di errori clamorosi hanno impedito ai partenopei di liquidare la pratica in maggiore scioltezza. Insomma, vittoria meritata per gli uomini di Mazzarri, ma quanta fatica! Con un Cavani in meno, infortunato in tribuna, e i compagni che si esibiscono in una ripetuta serie di errori e incertezze sottoporta, a inizio ripresa è il bel sinistro dello slovacco a rompere gli equilibri e regalare i tre punti ai suoi.
Cavani non ce la fa, Pellissier out — Come da pronostico della vigilia “El Matador” non recupera dal fastidio ai flessori della coscia sinistra. Al suo posto c’è Insigne che si posiziona in linea con Pandev. Questa l’unica novità – forzata – presentata da Mazzarri. Behrami è in campo regolarmente. Nel Chievo la sorpresa la panchina di Pellissier, ancora non al top. Corini si copre e schiera Marco Rigoni e Luciano a fare mediana, Thereau unico riferimento avanzato. In mezzo spazio a Vacek.
Solo Napoli — Il Napoli vuole scacciare le paure dopo le ultime due sconfitte subite tra campionato e coppa. E infatti i partenopei partono fortissimo, dominando per tutto il primo tempo. Con un Insigne in giornata a svariare come un pazzo. Ma la precisione sottorete è un optional, e anche la lucidità in fase di rifinitura è qualcosa di quantomeno astratto. Questione di cattiveria. Certo la fortuna non aiuta. Inler all’8′ lascia partire un destro violento da fuori area con la palla che finisce sul palo, poi sulla schiena di Sorrentino e ancora prende un effetto strano a pochi centimetri dalla linea. Per Maggio e Pandev le responsabilità sono più evidenti. Il primo irrompe di testa su un cross di Insigne e manda incredibilmente alto da due passi; il secondo si divora un’altra occasione girando alto a porta vuota. Prove generali di una serata da incubo. Il Chievo non reagisce, perforato com’è sugli esterni e spesso in confusione sulle accelerazioni di Insigne. Zero emozioni per i clivensi, e fine primo tempo a reti inviolate.
Sempre Marechiaro — La ripresa è un gioco psicologico per cuori forti. Troppi fantasmi per una squadra sola. Poi Al 13′, il gol dei tre punti. Come una luce in mezzo al marasma. E ancora una volta, a risolvere le grande del Napoli è Hamsik: intuizione in verticale di Zuniga, sinistro incrociato dello slovacco. San Paolo in delirio. La reazione del Chievo ha il nome di Pellissier. Con l’ingrasso dell’attaccante il Chievo comincia a spingere, lasciando però spazi importanti ai partenopei. Che non ne approfittano sprecando ancora moltissimo. Poco dopo la mezz’ora i veneti rimangono in dieci per l’espulsione di Vacek, ma il Napoli non ne ha più. Sofferenza forse immeritata per quello che si è visto in campo. Alla fine, però, missione compiuta. E Juve sempre a tre punti.
NAPOLI-CHIEVO 1-0 (primo tempo 0-0)
MARCATORE: 13′ st Hamsik.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Gamberini; Maggio, Behrami, Inler, Hamsik, Zuniga (26′ st Dossena); Pandev (30′ st Vargas), Insigne (40′ st Dzemaili). In panchina: Rosati, Colombo, Grava, Fernandez, Aronica, Mesto, Donadel, El Kaddouri. Allenatore: Mazzarri.
CHIEVO (4-4-1-1): Sorrentino; Frey, Andreolli, Dainelli, Dramè; Vacek, L. Rigoni, Hetemaj (16′ st Pellissier), Luciano (10′ st Papp); M. Rigoni (31′ st Moscardelli), Thereau. In panchina: Puggioni, Viotti, Jokic, Cruzado, Cofie, Guana, Samassa, Stoian, Di Michele. Allenatore: Corini.
ARBITRO: Celi di Bari.
De Sanctis 6 – Normale amministrazione per portiere napoletano. Campagnaro 6,5 – Non è che sia sollecitato più di tanto dagli attaccanti del Chievo, ma lui comunque si fa trovare pronto. Cannavaro 6,5 – Vale lo stesso discorso fatto per Campanaro. Gamberini 6,5 – Esperienza e carattere al servizio della squadra. Importante. Maggio 6,5 – Trottolino non si ferma un attimo. Brucia l’erba del San Paolo, ma quel gol divorato clamorosamente pesa come un macigno. Behrami 7 – Troppo importante per gli equilibri del Napoli. Tuttofare. E con qualità. Inler 7 – Sfiora più volte il gol, imposta con continuità, fa filtro sulla mediana. Pilastro. Hamsik 7 – Ormai è lui la chiave per aprire le casseforti difensive. Con Cavani un asse terrificante per qualsiasi avversario. Zuniga 6,5 – Suo l’assist per Hamsik al 13’st. Il duello con Frey è pura accademia. Incide sul match per almeno 50’. Pandev 6 – Meno incisivo del solito. Cade nel vortice degli errori sottoporta dei partenopei. Insigne 7 – Un pazzo scatenato sul prato del San Paolo. Ogni pallone che tocca è un pericolo per il Chievo. Manca solo il gol. Mazzarri 6,5 – Con Cavani in campo sarebbe stata un’altra partita. In ogni caso il suo Napoli domina in lungo e in largo.
Il volto di Urbano Cairo in tribuna nei minuti finali di Torino–Parma la dice tutta sugli umori in casa granata, e come potrebbe essere diversamente dopo l ‘1-3 finale (terzo k.o interno stagionale), stavolta ad opera del Parma di Donadoni; è troppo, davvero troppo anche per il Toro, squadra tradizionalmente votata al sacrificio e alla sofferenza.
Succede tutto nella ripresa, con i tre goal di fila di Sansone, Amauri e Rosi che schiantano il Toro e la rete granata a risultato praticamente acquisito di Basha.
Primo tempo nervoso (cinque i cartellini gialli sventolati dall’arbitro ai giocatori in campo).Tiene per 45’ il Torino, sceso in campo senza il solito Bianchi (Meggiorini-Sansone il tandem d’attacco); in campo dal primo minuto anche Birsa al posto di Cerci, per un 4-4-2 più prudente. Donadoni risponde con una formazione speculare, con Rosi dall’inizio nel ruolo di terzino destro, Ninis a sorpresa esterno di centrocampo e Biabiany a supporto dell’unica punta di ruolo Amauri.
Sono 45 minuti di noia i primi del match: squadre contratte che si studiano e non affondano più di tanto il colpo; prima non prenderle sembra essere il credo calcistico messo in pratica da Toro e Parma, con i granata lievemente più attivi e propositivi degli avversari, ma sostanzialmente regna l’equilibrio in campo.
Ripresa più intensa, ma ugualmente poco spettacolare. Marchionni subentra a Ninis, ma il match sembra incanalarsi sul binario gialloblu quando il torinista Sansone viene espulso per somma di ammonizioni, col secondo giallo rimediato troppo severamente per una presunta simulazione su intervento di Paletta. L’inferiorità numerica penalizza oltremodo il Torino, che tenta di reagire e di stare in campo ordinatamente: Ventura manda dentro Basha per Brighi e Cerci per Stevanovic, Donadoni risponde tentando di sfruttare la superiorità mandando dentro la giovane punta Sansone, omonimo dell’espulso torinista, per Lucarelli.
E’ il tecnico bergamasco a pescare il jolly col cambio: è proprio Sansone al 72’ a sbloccare il risultato con un sinistro sul secondo palo dopo un bell’inserimento in area su assist di Parolo. La fiammata gialloblu deprime oltremodo il Toro , che soccombe: un minuto dopo è già raddoppio con Amauri, che insacca di testa su cross da destra di Marchionni : il pensiero va all’infortunato Galloppa, che starà fermo per ben sei mesi causa infortunio.
Subentrano Birsa per Vives nel Toro e Pabon per Amauri nel Parma, ma la musica non cambia: all’ 88’ è la volta di Rosi, che insacca per lo 0-3 su assist da sinistra di Biabiany; accorcerà poi le distanze al 90’ Basha su assist di Cerci, siglando l’ 1-3 finale.
Seconda vittoria consecutiva dopo il successo sulla Sampdoria per i gialloblù, cinici e spietati nell’ottenere il massimo risultato senza strafare, mentre per Il Toro è ufficialmente crisi, con la seconda sconfitta consecutiva e una classifica che comincia a tendere pericolosamente verso i bassifondi: da rivedere la difesa (l’assenza di Ogbonna è un alibi robusto, ma non basta) ma anche la manovra offensiva, con un attacco quanto mai sterile soprattutto tra le mura amiche.
LE PAGELLE: Gillet 6: non fa i miracoli di Palermo, ma è incolpevole sui tre goal subiti. Glik 5: in sofferenza come tutto il reparto, ha la colpa di perdersi Sansone e Amauri. Rodriguez 5: stessa sorte di Glik…secondo tempo da dimenticare! Meggiorini 5: riesce nell’impresa di far rimpiangere il Rolando Bianchi “spuntato “ di questo periodo… Rosi 6,5: difende e spinge senza soffrire…e poi va in goal, di certo non la sua specialità. Marchionni 6,5: entra per spingere di più, e non tradisce Donadoni. Perfetto l’assist per Amauri. Gobbi 6: diligente a sinistra, tampona e riparte puntualmente. Amauri 6,5: tra i migliori, terzo goal in due partite…il bomber è tornato!