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  • Marsiglia Inter 1-0, le pagelle. Zarate flop

    Marsiglia Inter 1-0, le pagelle. Zarate flop

    Continua anche fuori dal territorio nostrano la spirale negativa innescata da Ranieri e dalla sua Inter. Stavolta non bastano i nove undicesimi della squadra capace di vincere tutto con Mourinho, (con le uniche novità davanti di Zarate e Forlan) poiché nonostante i nerazzurri abbiano ritrovato certi equilibri tattici, davanti la porta è mancato quel cinismo necessario a chiudere la partita, come si era visto contro la Lazio e nel derby. Inter brutta senza dubbio, ma che certamente non ha subito il gioco dei francesi, e che di controparte non ha imposto il proprio, pensando fin troppo a non prendere gol e ad essere eccessivamente prudente. L’immagine della partita è la solita: Julio Cesar rimane inoperoso fino al 92’, quando devia in corner una conclusione di Ayew. Dallo stesso angolo scaturirà nell’ultimo minuto di recupero la zuccata dell’attaccante ghanese a sancire la fine della partita. Perdere così fa davvero male, perché l’Inter dopo averci provato, ha di fatto rinunciato a giocarsi le proprie carte, accontentandosi di un pareggio contro un Marsiglia tutt’altro che insuperabile, per ritrovarsi in fin dei conti con un pugno di mosche in mano e tantissimo amaro in bocca. Pensare di potersela giocare a San Siro con questo dettame tattico e questa sterilità offensiva è più che un’utopia.

    PAGELLE MARSIGLIA

    Mandanda 6 compie un intervento strepitoso nei primissimi minuti per negare il gol sulla zampata al volo di Forlan. Poi si fa trovare sempre ben posizionato, riuscendo a neutralizzare le altre conclusioni nerazzurre senza pericolo. Fortunato nel finale sulla conclusione da due passi centralissima di Stankovic.

    Azpilicueta 6,5  Parte con il freno a mano tirato, ma poi nella ripresa mostra il meglio di se spingendo moltissimo e mettendo in seria difficoltà la retroguardia nerazzurra.

    Nkoulou 6  Difensore roccioso che tiene a bada Forlan e Zarate chiudendo quando può lo spazio con i centimetri e il fisico

    Ayew 7 Praticamente assente per tutto il primo tempo nel finale della partita si accende e inizia a prendere la mira con un paio di colpi di testa di poco fuori. Al minuto 92 dribbla Nagatomo e fa partire un gran tiro dal limite, su cui Julio Cesar devia in corner. All’ultimo respiro, colpevole la dimenticata marcatura di Chivu non può sbagliare e sul cross del calcio d’angolo da due passi colpisce di testa e punisce i nerazzurri.

    Mauro Zarate | © BORIS HORVAT/AFP/Getty Images

    PAGELLE INTER

    Chivu 4,5 Davvero è inspiegabile come un difensore possa avere certi cali di concentrazione a 30 secondi dalla fine della partita. È come se il romeno fosse già negli spogliatoi con la testa, perché la mancata marcatura su Ayew nel finale non fa altro che accentuare quanto poca attenzione ci sia in fase difensiva in queste ultime uscite per i nerazzurri. Da segnalare un inutile fallo a centrocampo che gli costerà la squalifica per il match di ritorno.

    Cambiasso 7 Il Cuchu dopo diverse partite da voto mediocre, torna a essere quel giocatore fondamentale per il centrocampo nerazzurro, lottando e ringhiando in mediana, senza contare l’innumerevole numero di palloni recuperati e la corsa messa a disposizione della squadra. Buone idee anche in fase di costruzione con gli ottimi assist sprecati per Zarate e Forlan. La nota positiva della serata.

    Sneijder 5,5 Doveva essere l’uomo in più, il trascinatore della squadra, e invece in campo ti trovi solo il fantasma del giocatore che solo due anni fa meritava di vincere il Pallone d’oro. Sbaglia numerosi appoggi, e tanti controlli, evidenziando una tranquillità che gli manca da tempo. L’addio a giugno sembra cosa fatta.

    Forlan 5,5 Tanta corsa, molto movimento e tanto sacrificio per il bene della squadra. Ma schierato da prima punta a uno come lui si chiede solo il gol e come dimostrano le ultime prestazioni sembra aver dimenticato come si faccia a segnare.

    Zarate 4,5 Esaurisce il suo credito verso Ranieri. Prova a saltare l’uomo con le solite giocate, che puntualmente non gli riescono, perdendo palla  o facendosela rubare senza creare mai qualcosa di buono.

    VIDEO HIGHLIGHTS MARSIGLIA INTER 1-0

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  • Ibrahimovic investe una reporter. Milan “non è colpa sua”

    Ibrahimovic investe una reporter. Milan “non è colpa sua”

    Ancora rogne per Zlatan Ibrahimovic, nella settimana più delicata della stagione, quella che conduce al big match di sabato sera Milan Juventus e, di conseguenza, alla decisione del giudice sportivo circa la riduzione o meno della squalifica di tre giornate inflitta allo svedese dopo l’episodio di Milan-Napoli e dello schiaffo ai danni del partenopeo Aronica.

    In attesa della sentenza, però, ieri pomeriggio è accaduto un episodio spiacevole che ha coinvolto lo stesso attaccante rossonero: all’uscita del centro sportivo di Milanello, infatti, Zlatan si trovava alla guida della sua automobile, percorrendo il rettilineo in direzione Caranago; come spesso accade al termine degli allenamenti, molti tifosi attendevano l’uscita dei giocatori proprio sul rettilineo stesso e, per evitare la folla, Zlatan ha accelerato notevolmente.

    zlatan ibrahimovic | © Claudio Villa/Getty Images

    Nel mentre, una giornalista di un’agenzia che opera nel gossip, al passaggio dell’auto di Ibrahimovic, ha sporto il proprio braccio con il microfono stretto fra le mani, per provare a strappare qualche dichiarazione allo svedese: il calciatore, però, non si è fermato ed ha continuato la sua corsa. L’impatto ha, dunque, procurato danni al microfono oltre che alle dita dell’inviata, V.R. le sue iniziali, che ha subito chiamato l’ambulanza che l’ha soccorsa e trasportata nel più vicino ospedale. Sul posto, inoltre, è intervenuta anche una pattuglia della Polizia Provinciale di Varese, e la ragazza ha deciso di sporgere denuncia per l’accaduto nei confronti dell’attaccante rossonero.

    Probabilmente, Zlatan Ibrahimovic non si è accorto della presenza della giornalista mentre sporgeva il braccio con il microfono, ma è anche vero che, dopo l’urto, non si è neppure fermato per capire cosa fosse accaduto: un gesto, sicuramente, deprecabile.

    Il Milan, però, ha deciso di prendere una netta posizione in supporto alla posizione del proprio tesserato, dichiarando ufficialmente che “Da dati oggettivi risulta che non può essere addebitata alcuna responsabilità, sotto qualsiasi profilo, in relazione all’evento verificatosi ieri all’uscita del centro sportivo di Milanello”.

    Video Ibra investe una reporter a Milanello
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  • Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Dopo qualche mese di sostanziale “tranquillità”, probabilmente collegato al fatto che il suo Real Madrid stia dominando la Liga spagnola ed è sempre più proiettato verso la conquista del titolo, strappandolo – dopo diversi anni – agli acerrimi rivali blaugrana, Josè Mourinho torna a pronunciare frasi “pesanti” o, comunque, che faranno parlare molto, almeno fino alla prossima infelice battuta.

    Questa volta, però, a differenza delle precedenti occasioni, la “battuta” non è stata pronunciata in conferenza stampa, nè ai microfoni di qualche televisione: è stata, invece, un’affermazione infelice rivolta ad un suo collaboratore, mentre si trovava sul campo di allenamento del Cska Mosca, in vista della rifinitura della partita di Champions League. Nella fattispecie, si doveva scegliere il colore del pallone con il quale disputare la gara, bianco o arancione, e si “tergiversava” troppo nel riceverne la comunicazione: un’eccessiva perdita di tempo, almeno per i gusti di Josè Mourinho.

    Così, con tono infastidito, il tecnico portoghese ha chiesto al suo collaboratore: “Y esos maricones… No dicen con que balòn se juega?” che, tradotto in italiano, suonerebbe praticamente come un insulto omofobo: “E questi ricchioni non dicono con che pallone si gioca?

    L’insulto è stato captato da alcuni giornalisti spagnoli presenti alla rifinitura sul campo del Cska, dove Mourinho ha dato spettacolo – prima dell’infelicissima uscita – con qualche palleggio di classe ed una serie di rigori filmati dalle telecamere delle Televisioni spagnole: di certo, nella conferenza stampa del post-partita di questa sera, la risposta dei moscoviti non si farà attendere.

    Josè Mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    Prima, però, sarà il campo a dover parlare, ed il Real Madrid di Mourinho non avrà vita facile contro i moscoviti. Il Cska, infatti, pare intenzionato a non rinunciare al suo atteggiamento spregiudicato in campo, neppure contro un avversario tanto blasonato, al punto che il tecnico Slutsky ha dichiarato che “non giocherà per difendersi, perchè non è nel nostro DNA e non siamo in grado di farlo“.

    Una scelta “forzata”, probabilmente, soprattutto alla luce delle manifeste difficoltà dei moscoviti a realizzare la fase difensiva in maniera sufficiente. Contro una difesa mostratasi spesso fragile e vulnerabile, l’attacco stellare delle merengues non dovrebbe avere particolari problematiche: ecco perchè il tecnico del Cska ha dichiarato di voler evitare un atteggiamento eccessivamente prudente ed attendista.

    Se la “forza d’urto” del Cska non dovesse essere tale da poter impensierire Josè Mourinho, la gara in programma alle ore 18 presenterà una componente fondamentale da tener presente: il gelo. Mou, alla vigilia, ha annunciato di non temere particolarmente le condizioni climatiche, poichè i suoi saranno “più forti del freddo“, nella speranza che riescano ad adattarsi bene ai meno dieci gradi previsti per la serata moscovita, oltre che al campo in erba artificiale, non particolarmente gradito nè a Josè Mourinho nè ai suoi calciatori.

    In ogni caso, per Mou la partita di questa sera assume un significato molto importante, avendo affrontato (ed eliminato) proprio il Cska nel 2010, proprio nell’anno in cui trionfò nella finale di Madrid sulla panchina nerazzurra, contro il Bayern Monaco. Quest’anno, invece, la finale si disputerà a Monaco di Baviera, e Mou allena il Real Madrid: verrebbe da dire che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

    Il Real di Mou è un serio candidato alla conquista del titolo e, pertanto, il tecnico portoghese vuole dai suoi la massima concentrazione in questo ottavo d’andata, senza permettersi alcuna distrazione.

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  • Genoa Chievo 0-1, le pagelle. Sorrentino paratutto, Thereau letale

    Genoa Chievo 0-1, le pagelle. Sorrentino paratutto, Thereau letale

    Il Genoa perde la terza partita consecutiva subendo ancora una sconfitta scaturita da ingenuità difensive, restando fermo a trenta punti in classifica ed incrinando, probabilmente, la posizione del suo tecnico in panchina. Il fattore Marassi, che finora aveva in qualche modo “salvato” la stagione dei rossoblu, disastrosi in trasferta ma competitivi in casa, è venuto meno sgretolando un’ulteriore certezza del Grifone.

    Il Chievo, invece, conquista una vittoria fondamentale in trasferta, con gol di Cyril Thereau, alla sua quinta rete stagionale, che batte Frey e, soprattutto, la difesa genoana, sempre più distratta e pasticciona, la più perforata del campionato di Serie A. Nel Chievo in grande evidenza il portiere Sorrentino, decisivo soprattutto nell’occasione più netta per il Genoa, con Jankovic: il portiere gialloblu merita la palma di migliore in campo con la sua parata su Jankovic che vale quanto un gol realizzato.

    Le pagelle di Genoa Chievo

    Genoa

    Frey 6 Incolpevole in occasione del gol subìto, un portiere del suo calibro non merita una difesa tanto distratta a “proteggerlo”. Attento nelle altre occasioni, dove è bravo a farsi trovare pronto

    Marco Rossi 5 Il capitano del Genoa non è un difensore: questa può essere un’attenuante, ma la sua prestazione non è all’altezza, arriva in ritardo su gol di Thereau

    Granqvist 5 Distratto e svagato, non dà garanzie sufficienti soffre molto la presenza di Pellissier e Thereau

    Kaladze 5.5 Nervoso, poco preciso, goffo quando prova ad andare nell’area avversaria come saltatore. Rimedia anche il cartellino giallo

    Constant 5.5 Potrebbe proporsi di più, invece resta troppo statico e non riesce a pungere a dovere

    Veloso 5.5 Prova qualche tiro da fermo, qualche inserimento e qualche cross. Nulla di più

    Biondini 6 Il centrocampo rossoblu tiene il pallino del gioco, con un possesso palla complessivo di circa trenta minuti. Tutto ciò, però, non porta punti. Anche lui finisce la gara ammonito, ma è uno dei più reattivi dei suoi

    Kucka 5 Ancora una volta, molto sottotono: dà spesso l’impressione di girare a vuoto

    Jankovic 6 E’ sua la migliore occasione per il Genoa, parata in maniera provvidenziale da Sorrentino che gli nega la gioia del gol. Prova qualche buona azione confezionando assist per Palacio

    Palacio 5.5 Oggi non brilla, non segna ed inventa poco, ad eccezione del perfetto assist per Jankovic, poi neutralizzato da Sorrentino

    Sculli 5 Nervoso e confusionario: litiga con Sardo, protesta in più circostanze e rimedia un’inutile cartellino giallo

    Chievo

    Sorrentino 7 Il migliore in campo; sempre attento ed impeccabile, straordinario nella parata su tiro di Jankovic, realizzata da terra, quando sembrava ormai battuto. In forma “Europea”

    Sardo 6 Gara attenta e precisa, senza sbavature: un po’ nervoso, soprattutto sul finire del primo tempo. Ci prova in un’occasione con il suo tiro da fuori

    Andreolli 6 Preciso e lucido in molte  circostanze, chiude bene su Palacio, rendendogli la vita difficile. Anche lui rimedia il cartellino giallo

    Acerbi 6 Nel complesso, porta a termine una buona gara

    Dramè 5.5 Anche lui appare troppo nervoso in campo, rimediando l’ammonizione da diffidato

    Rigoni 6 Qualche errore di troppo, che denota poca precisione in fase di impostazione. Rimedia con la grinta

    Luciano 5.5 Non sempre nel vivo del gioco, non sempre propositivo sulla fascia. Sostituito al 75′ da Vacek

    Cruzado 6 Il suo ruolo ibrido non è di facilissima interpretazione, ma la sua gara è sufficiente. Esce al 76′ sostituito da Nicolas Frey, fratello del portiere Genoano Sebastian, quando Mimmo Di Carlo decide di puntellare la sua retroguardia

    Bradley 6.5 Gara di buona grinta e grande intensità per lo statunitense, rimedia, però, una pesante ammonizione

    Thereau 6.5 Autore del gol decisivo, che regala al Chievo la vittoria ed i tre punti pesanti. E’ sempre vivace e nel vivo del gioco confermando che l’intesa con Pellissier è ottima

    Pellissier 6 Non segna, ma si rivela prezioso anche come assist-man; è suo, infatti, il passaggio decisivo per la rete dello 0 a 1 di Thereau

    HIGHLIGHTS GENOA CHIEVO 0-1

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  • Cesena Milan, le pagelle. Sorpresa Emanuelson

    Cesena Milan, le pagelle. Sorpresa Emanuelson

    Il Milan supera a pieni voti la trasferta al Manuzzi di Cesena ritrovando la momentanea vetta della classifica in attesa del big match contro la Juventus in programma sabato prossimo a San Siro. Nonostante le numerose assenze Allegri prepara al meglio la partita trovando poi consensi sulle scelte effettuate: Muntari subito in gol, Emanuelson finalmente devastante e nel vivo del gioco ma anche l’utilizzo di Mesbah può considerarsi proficuo. Il Cesena invece entra in campo narcotizzato subendo la proprietà di palleggio dei rossoneri e svegliandosi quando la partita era oramai compromessa, le potenzialità dell’undici romagnolo sono comunque importanti ma per la salvezza ci vorrà più cattiveria. Iaquinta e Mutu in attacco dovranno presto trovare una migliore intesa ed anche Santana dovrà aumentare il numero di palloni giocati entrando di più nel vivo del gioco.

    Cesena Milan, le pagelle
    Abbiati: 6 quasi inoperoso per l’intero incontro si fa beffare da Pudil
    Abate: 6,5 Perfetto in difesa, accompagna sempre l’azione d’attacco arrivando spesso al crosso. Offre a Robinho l’assist per la terza rete.
    Bonera: 5,5 AL fianco di Thiago Silva è tutto più facile paga però lo scarso utilizzo.
    Thiago Silva: 7 E’ fondamentale per il Milan
    Mesbah: 6 Altra prova convincente deciso in difesa, interessante in fase di spinta.
    Ambrosini: 6,5 Il capitano ha ritrovato la condizione sbaglia un gol semplice ma si fa sentire a centrocampo.
    Nocerino: 6,5 Giocando a destra entra meno nel vivo del gioco ma è utilissimo tatticamente.
    Muntari: 6,5 una partita non può far testo ma chi ben comincia è a metà dell’opera.

    Emanuelson protagonista Cesena Milan | ©Getty Images
    Emanuelson: 7,5 La sua esplosione è la più grande vittoria di Allegri
    Robinho: 7 Il brasiliano sta tornando quello della scorsa stagione, segna con più regolarità ed è sempre utile alla squadra.
    Maxi Lopez: 6 Fa sgolare Allegri per dei movimenti sbagliati è utile per aprire le maglie della difesa cesenate, deve trovare con più continuità il tiro.

    Antonioli: 5 Due paratone su Ambrosini ed El Shaarawy ma anche un erroraccio sul gol di Muntari che spiana la strada ai rossoneri.
    Comotto: 6 Tanto impegno e sacrificio.
    Benalouane: 5,5 A volte troppo irruento riesce spesso ad anticipare Maxi Lopez
    Rodriguez: 6 Prova gagliarda e fisica
    Rossi: 5 A disagio sulla sinistra sbaglia tempi e inserimenti
    Santana: 6,5 Prezioso il suo lavoro, cerca di entrare nei meccanismi di gioco voluti da Arrigoni.
    Colucci: 5 Non riesce ad imporsi a centrocampo venendo spesso messo in difficoltà dalal vivacità di Ambrosini ed Emanuelson.
    Parolo: 6 Prova a combattere cercando di sdoppiarsi nel doppio ruolo di guastatore e playmaker.
    Pudil: 6,5 Buona corsa ed un gol ai rossoneri
    Mutu: 4,5 Irritante, il rumeno incappa in una delle sue tante giornate no
    Iaquinta: 6 Lotta come un leone in gabbia ma è lasciato troppo solo contro un colosso come Thiago Silva.

    Video Cesena Milan 1-3 highlights
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  • Roma Parma le pagelle, Borini mattatore

    Roma Parma le pagelle, Borini mattatore

    La Roma supera facilmente per 1-0 un Parma arrendevole grazie alla marcatura del super-Borini. La squadra di Luis Enrique domina in lungo e in largo senza trovare mai opposizione e può così esprimere al meglio la proprietà di palleggio e il possesso palla. Il 3-5-2 di Donadoni è troppo difensivo e concede agli avversari molti spazi e occasioni da rete. La Roma dunque gioca e amministra senza troppi problemi e senza fare una prestazione fenomenale.

    PAGELLE ROMA PARMA

    Luis Enrique 6,5  Alla vigilia aveva chiesto i tre punti ad ogni costo e così è stato. La sua squadra ha vinto dominando e giocando il suo calcio discretamente bene complice un Parma poco appariscente.

    Borini 7,5 Segna uno splendido gol e sforna almeno due grandi assist, ma le sue grandi qualità sono la corsa e l’impegno. Pur giocando punta rincorre gli avversari ovunque e spesso riesce a recuperare il pallone che gestisce con calma e personalità. Mattatore.

    De Rossi 7 E’ tornato in campo e la Roma torna a vincere. Gioca con classe e personalità. Pronto al tackle duro e al lancio millimetrico un attimo dopo. Valore assoluto di questa squadra.

    Heinze 6,5 El Gringo non sbaglia un colpo. Blocca sempre il temibile Giovinco giocando d’anticipo e di pura rabbia agonistica. Quando imposta l’azione fa sempre la cosa giusta.

    Totti 6,5 Per il capitano tanta corsa e geometrie. Sbaglia un gol fatto, ma Peruzzo non gli concede un rigore solare e soprattutto sforna due assist strepitosi.

    Gago 6,5 Non è sempre preciso, ma i chilometri macinati e l’intensità del pressing rendono più che sufficiente la sua prova coronata dall’assist per Borini.

    Stekelenburg 6,5 Deve fare un solo intervento in tutta la partita e lo fa in modo perfetto bloccando il tiro di Okaka a tu per tu. Quello che deve essere un portiere decisivo.

    Luis Enrique | ©Getty Images

    Taddei 6,5 Non spinge moltissimo, quando lo fa però è con qualità. In difesa è un muro invalicabile.

    Pjanic 6 Gioca una buona partita, ma col Parma in balia della Roma potrebbe fare di più. Può crescere molto.

    Juan 6 Partita perfetta se non fosse per il fuorigioco sbagliato che poteva regalare il pareggio al parma.

    Osvaldo 5,5 Non riesce ad incidere e sembra leggermente appesantito, ma al rientro da titolare dopo l’infortunio ci può stare.

    Rosi 5,5 Non commette grossi errori ma è sempre disordinato in entrambe le fasi. L’impressione è che in una grande Roma sia un pesce fuor d’acqua.

    Lamela 6; Marquinho s.v; Bojan s.v

    PAGELLE PARMA.

    Donadoni 5 Mette in campo una squadra a trazione difensiva e probabilmente sbaglia i ballottaggi sulle fasce a centrocampo. Evidentemente la partita non è stata preparata con la giusta mentalità se i giocatori del Parma hanno passeggiato durante tutto il match. Biabiany doveva essere inserito prima almeno per dare una scossa ai suoi.

    Mirante 7 Sul gol di Borini non può nulla e durante la gara e soprattutto nel finale evita un passivo pesante per il Parma con delle grandi parate.

    Giovinco 5,5 E’ uno dei migliori tra i suoi nonostante all’attivo abbia soltanto due tiri deboli verso la porta. Non è mai supportato dalla squadra e da solo non può nulla contro la difesa giallorossa.

    Mariga 5 Dovrebbe essere l’uomo in più per il Parma, ma è in giornata no. Tutto il reparto funziona male senza pressare o far girare palla, ma l’ex Inter non mette in mostra neppure la prestanza fisica e l’intelligenza tattica che possiede.

    Gobbi 5 Si accoda alla giornataccia dei suoi compagni disputando una partita puramente difensiva in cui però concede molto spazio al dirimpettaio Rosi.

    Palladino 5 Alla fine del primo tempo si fa male, ma comunque non incide mai. poco e mal servito non sfrutta le palle avute e perde praticamente sempre il possesso.

    Okaka 5 Nel mortorio parmense perlomeno si batte, ma fallisce la grande ed unica occasione per i suoi.

    Morrone 5 Non gli riesce la solita partita di grande quantità. Spesso corre a vuoto e non dà filtro alla difesa.

    Zaccardo 4,5 Partecipa al disastro difensivo del Parma provocando un rigore su Totti che l’arbitro non vede. L’impressione è che nel 3-5-2 renda meglio da esterno alto.

    A.Lucarelli 4,5 E’ lento e impacciato, sbaglia sempre gli interventi e insieme ai due colleghi di reparto lascia voragini per gli inserimenti dei giocatori giallorossi.

    Ferrario 4,5 Non è da Parma, almeno oggi. Fa il centrale nei tre dietro ed è molto falloso. Sbaglia spesso i tempi di intervento e prende con la mano un tiro in area, ma ancora Peruzzo non concede il penalty.

    Jonathan 4,5 Dovrebbe spingere tantissimo e fare da elastico sulla fascia in questo modulo, ma non parte mai e palesa gravi lacune difensive.

    Musacci 4,5 Nel delicato ruolo di vertice basso davanti alla difesa non ha la tecnica per impostare l’azione con qualità e neanche la personalità per guidare il pressing.

    J.Valdes s.v; Biabiany s.v

    Video Roma Parma 1-0 highlights
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  • Champions League, Milan Arsenal 4-0 le pagelle. Effetto Boateng

    Champions League, Milan Arsenal 4-0 le pagelle. Effetto Boateng

    Partita d’altri tempi, un Milan sorprendente anche per i suoi stessi tifosi. Un 4-0 che suona come condanna definitiva per l’Arsenal. Ibrahimovic è spettacolare, ma anche Boateng e Robinho sono protagonisti di un match dominato in lungo e largo dai rossoneri. Disfatta su tutti i fronti per gli inglesi. In Inghilterra non si assisteva ad una sconfitta di tali proporzioni dal 1958. Walcott evanescente, Henry dice addio al club che l’ha fatto diventare leggenda, Van Persie l’unico a provarci.

    Le pagelle di Milan Arsenal 4-0 (andata degli ottavi di Champions League)

    MILAN

    Abbiati 7: nel secondo tempo compie due autentici miracoli sulle conclusioni dell’attaccante olandese Van Persie, che avrebbero potuto riaprire i giochi per un’eventuale rimonta dell’Arsenal nel ritorno in Inghilterra.

    Abate 6,5: il terzino destro rossonero offre un’attenta prestazione difensiva, risultando però un po’ troppo timoroso in fase offensiva al momento di crossare.

    Mexes 7: ottima prova del difensore francese, che riesce a fermare Van Persie in più di un’occasione, mostrando a volte un po’ troppo i muscoli e venendo graziato dall’arbitro nel finale.

    Thiago Silva 8: autentico fuoriclasse della difesa milanista. Al posto delle scarpe sembra avere delle molli ultra-resistenti, non sente la fatica e continua a scattare fino al 90′, insuperabile.

    Antonini 7,5: una delle note più positive della magica notte di San Siro. Corre a tutto spiano sulla corsia di sinistra, annichilisce Walcott nel primo tempo, andando addirittura vicino al gol in due occasioni.

    Van Bommel 7,5: Pellegatti  l’ha soprannominato Magister football, ed oggi il campione olandese fornisce una prestazione maiuscola per la causa rossonera, ergendo un muro invalicabile davanti la difesa e proponendo ottimi assist ai compagni.

    kevin prince boateng | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Nocerino 6,5: l’ex rosanero non trova il gol, rimandando così alla prossima partita la sua prima marcatura nel torneo internazionale. Compie una gara di sacrificio aiutando l’intera squadra a conquistare preziosi palloni a centrocampo.
    Emanuelson 7: Allegri lo schiera mezz’ala sinistra, il suo ruolo naturale, e l’olandese ex Ajax lo ripaga con la migliore prestazione da quando è arrivato nel Milan lo scorso anno. Egoista nel finale ma quest’oggi i tifosi del Diavolo perdonano ogni cosa. (Seedorf s.v. 12′ giocati)

    Boateng 8,5: il Boa conquista l’Europa. Prova immensa sotto il profilo atletico ed una tecnica immensa che permettono al ghanese di segnare gol come quello di questa sera che ha qualcosa di magico. Ambrosini 6 (25′ s.t.)

    Robinho 8: il brasiliano si sveglia dal letargo. Meglio tardi che mai qualcuno avrà detto all’uscita dello stadio. Binho firma una doppietta stagionale nel match più importante della stagione. Pato s.v.(40′ s.t.)

    Ibrahimovic 9: uno schiaffo alle polemiche. Prova da leader, una rarità se si considera il passato del bomber di Malmoe. Trascina i rossoneri al successo fornendo deliziosi assist ai compagni e causando innumerevoli pericoli alla retroguardia dei Gunners. Segna il definitivo 4-0 su rigore.

    ARSENAL

    Koscielny 4: un incubo che perseguiterà a lungo il ragazzo francese. Non ci capisce più nulla fin dai primi minuti di gara. Esce per infortunio alla fine del primo tempo, forse un bene tutto sommato. Djourou 4,5 (44′).

    Song 4,5:  il centrocampista dei Gunners dovrebbe in teoria spezzare le offensive del Milan, ma la realtà si dimostra ben lontana rispetto all’ideale di partita immaginato da Arsene Wenger.

    Ramsey 4,5: naufraga insieme al resto della squadra. Il fatto che non segni ispira una fiducia ritrovata all’interno dello spettacolo internazionale, meno fra i tifosi inglesi, che rimarranno a lungo scioccati dopo la prestazione offerta dalla squadra questa sera a San Siro.

    Walcott 4: che il tabù sia stato cancellato oggi lo dimostra la prova incolore dell’ala destra inglese. L’inconsistenza della sua prova costringe Wenger alla sostituzione del calciatore inglese alla fine del primo tempo.

    Henry 5: l’addio alla sua squadra del cuore non poteva essere peggiore. Entrato ad inizio ripresa al posto di uno spento Walcott non riesce quasi mai a rendersi pericoloso. Goodbye campione.

    Van Persie 6: il gioiellino olandese è l’unico a provarci nella disfatta generale dell’Arsenal. La giornata no dei Gunners viene decretata nel secondo tempo da uno strepitoso Abbiati che compie due autentici miracoli nei confronti dell’attaccante.

    Altri giocatori: Szczesny 5,5, Sagna 4,5, Vermaelen 4,5, Gibbs 4, (21′ s.t. Chamberlain 5), Arteta 4,5, Rosicky 5.

    HIGHLIGHTS MILAN ARSENAL 4-0

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  • Aronica recidivo e impunito. Video gomitata a Paloschi

    Aronica recidivo e impunito. Video gomitata a Paloschi

    Il quotidiano tedesco Bild proprio ieri ha stilato l’elenco dei 15 giocatori più cattivi degli ultimi anni, in cima alla lista c’è ovviamente il madrileno Pepe che più per le sue grandi imprese ha conquistato le prime pagine di giornali e siti web per condotte violente e antisportive. Alle spalle del difensore si piazzano sul podio Marco Materazzi e Zlatan Ibrahimovic due giocatori del nostro campionato anche loro spesso protagonisti di condotte violente. Nei quindici poi entra anche Josè Mourinho, l’unico allenatore inserito da Bild, mentre a far compagnia all’attaccante svedese ci sono ben tre suoi compagni di squadra: Gennaro Gattuso, Mark Van Bommel e Kevin Prince Boateng.

    Chi meriterebbe però un posto tra i primi quindici ed è riuscito anche qui a farla franca è sicuramente Salvatore Aronicapupillo di Mazzarri e idolo dei tifosi del Napoli.

    Salvatore Aronica | ©Getty Images

    Il difensore siciliano se da un lato ha sorpreso tutti dimostrando di poter giocare partite importanti con profitto e tanta determinazione dall’altra si macchia spesso di deprecabili atteggiamenti studiati ad arte per innervosire gli avversari. Aronica è stato al centro della squalifica di Zlatan Ibrahimovic durante Milan Napoli prendendo si un buffetto dallo svedese ma, particolare trascurato da Tosel, è stato beccato un attimo prima con le mani sul collo di Nocerino e qualche istante dopo a replicare il gesto di Ibra sul malcapitato centrocampista. Il giudice sportivo ha deciso di non acquisire le immagini televisive e adottare la squalifica perché il misfatto avveniva sotto il controllo visivo della terna arbitrale.

    Non contento di averla fatta franca Aronica ha adottato la stessa condotta violenta nel match Napoli Chievo di lunedi, il difensore per fermare la corsa di Alberto Paloschi gli rifila una gomitata in pieno volto riuscendo anche questa volta a farla franca e conquistando addirittura un fallo a suo favore.

    Video gomitata di Aronica a Paloschi

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  • Champions League, Bayer Leverkusen Barcellona 1-3. Doppio Sanchez

    Champions League, Bayer Leverkusen Barcellona 1-3. Doppio Sanchez

    Quarti di finale praticamente già in tasca per il Barcellona di Pep Guardiola che supera 3-1 in trasferta il Bayer Leverkusen nell’andata degli ottavi di finale di Champions. Protagonista della serata l’ex Udinese Sanchez, autore delle prime due reti dei blaugrana, intervallate dal gol di Kadlec che aveva pareggiato momentaneamente i conti. Nel finale Messi ha sigillato quest’importante vittoria, e al ritorno i tedeschi, per passare il turno, avranno bisogno di vincere 3-0 al Camp Nou. Una missione quasi impossibile.

    Il tecnico dei tedeschi Dutt, costretto a rinunciare a Ballack, Sam, Derdiyok, Adler e Barnetta, schiera una formazione rimaneggiata con qualche sorpresa rispetto a quanto preventivato alla vigilia. Il 4-2-3-1 iniziale vede Leno in porta, Corluka sulla destra e Kadlec a sinistra, con Schwaab e Friedrich al centro della difesa. A centrocampo il tandem a protezione del reparto arretato formato da Reinartz e Rolfes, con Castro che insieme a Bender e Renato Augusto agisce dietro l’unica punta Schurrle. Solo panchina per l’atteso Kiessling.
    Guardiola invece non rinuncia al proprio 4-3-3, ma non mancano le sorprese. Con Piquè, Xavi e Villa fuori causa il tecnico catalano schiera Valdes in porta, Dani Alves e Adriano esterni di difesa, con Puyol e Abidal centrali. Il trio di centrocampo è formato da Mascherano, Busquets e Iniesta mentre Sanchez, Messi e Fabregas giocano in attacco.

    Alexis Sanchez | © JOSEP LAGO/AFP/Getty Images

    Non è il solito Barcellona quello che ha violato il BayArena: vuoi per le assenze di due pilastri come Piquè e Xavi, vuoi per il momento un po’ particolare che stanno attraversando gli uomini di Guardiola, vuoi per la tattica piuttosto difensivistica dei tedeschi. E il primo tempo, senza grosse occasione da rete, rispecchia tutto ciò. Il Barcellona tiene il possesso palla ma il bunker tedesco regge, tanto che a parte un tiro alto di Adriano non c’è alcuna conclusione verso la porta di Leno. Al 41’ però il risultato, un po’ a sorpresa, si sblocca. E’ Messi ad imbeccare Sanchez il quale fa passare la palla sotto le gambe del portiere per l’1-0.

    Nella ripresa, dopo appena 7’, i tedeschi, alla prima vera conclusione in porta, trovano il pareggio. A spianargli la strada è un maldestro rinvio di Puyol che di testa apparecchia per Corluka il quale serve Kadlec che in area insacca per il momentaneo 1-1. Ma è un fuoco di paglia: appena 3’ dopo infatti Fabregas lancia Sanchez il quale batte Leno e riporta i suoi in vantaggio. Guardiola intanto inserisce Thiago Alcantara per Iniesta con un Bayer quasi disorientato che però sfiora il 2-2: è il 19’ quando Castro, di sinistro, centra il palo della porta difesa da Valdes il quale in maniera impercettibile riesce a deviare. Pedro nel frattempo rileva Adriano e il Barcellona pareggia il conto dei pali: incursione di Messi dalla destra, saltati due avversari e delizioso pallonetto che però centra il legno. Dutt tenta il tutto per tutto inserendo Kiessling il quale ci prova poco dopo ma Valdes è attento. Dall’altra parte pericolosi Dani Alves e Thiago Alcantara. Nel finale però ecco il gol che spegne ogni ardore dei teutonici: quando manca 1’ alla fine Dani Alves, a tu per tu con Leno, appoggia per Messi che insacca per il 3-1 finale.

    LE PAGELLE DI BAYER LEVERKUSEN BARCELLONA 1-3

    Sanchez 8: Sino al momento era a secco in Champions. Si rifà con gli interessi e non solo per le due reti, ma anche per una gara generosa che lo vede protagonista, in più frangenti, anche in difesa
    Messi 7,5: L’azione in cui è andato a centrare il legno è da standing ovation. Serve un assist importante a Sanchez e nel finale Dani Alves gli da la possibilità di timbrare ancora una volta il cartellino. Il tutto nonostante un primo tempo, come il resto della squadra, un po’ sottotono-
    Busquets 5,5: Continua il momento non troppo positivo del centrocampista che sbaglia diversi palloni. Ciò è reso evidente anche dal fatto che i suoi compagni di reparto non commettono tali e tante ingenuità.
    Fabregas 7: L’assist per Sanchez è davvero molto importante nell’economia della partita, considerando che quel gol spegne gli ardori dei tedeschi. Ma non sempre è continuo.
    Kadlec 6,5: Se in fase difensiva vive una serata difficile per via della rapidità di Dani Alves, in avanti prova a fare qualcosina e riesce anche a segnare quel gol che per qualche minuto fa prendere coraggio ai tedeschi.
    Leno 6,5: Non ha colpe sui gol e anzi, evita che il passivo, nella ripresa, diventi molto più pesante per i suoi.
    Castro 6,5: Quel tiro fortissimo per poco non rimette, per la seconda volta, in equilibrio la partita. In assenza di giocate degli attaccanti, fa il possibile.
    Schurrle 4,5: Fa meglio Kiessling nel quarto d’ora in cui è in campo rispetto a lui. Sarà che non gli arrivano tanti palloni, ma lui fa poco per andare a prenderseli.

    HIGHLIGHTS BAYER LEVERKUSEN BARCELLONA 1-3

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  • Lin-credibile Jeremy, fenomeno vero o stella di passaggio?

    Lin-credibile Jeremy, fenomeno vero o stella di passaggio?

    Ci sono storie nella NBA che meritano di essere raccontate. Ci sono storie che nascono dal nulla e che in un attimo rapiscono l’attenzione dei tifosi. Ci sono storie che aiutano a sognare ed in momenti (difficili ovviamente) come questo aiutano a volare via per un attimo dalla dura realtà quotidiana. Ci sono storie come quella di Jeremy Lin, giocatore di pallacanestro, playmaker di ruolo, semi-sconosciuto solo qualche settimana fa e che nel giro di pochi giorni è riuscito a far cadere ai suoi piedi un’intera città, e non una semplice comunità urbana ma bensì la grande e caotica New York, la città che non dorme mai, ormai letteralmente impazzita per questo ragazzo di origini taiwanesi, con un fisico che si avvicina di più ad un impiegato di banca che ai super atleti che vediamo in giro per i parquet NBA, dotati di muscoli, atletismo e forza fisica. A contribuire in modo decisivo al fenomeno Lin è anche il suo aspetto, faccia da bravo ragazzo e look che potremmo definire da vero “nerd”, ad averlo davanti non si direbbe affatto di trovarsi assieme ad un giocatore di basket.

    Jeremy Lin nella vita ha dovuto conquistarsi tutto, non è il solito predestinato del dorato mondo della pallacanestro americana e non gli è stato regalato nulla: nato nel 1988 a Los Angeles, sin da piccolo dimostra di avere la testa sulle spalle. Tuttavia deve andare lontano dalla sua famiglia per gli studi universitari (l’Ateneo locale di Stanford lo respinge), volando sull’altra costa degli U.S.A. precisamente a Cambridge, nell’area metropolitana di Boston, dove ad accoglierlo c’è l’Università di Harvard. Riesce ad abbinare studio e basket, ma quando arriva il momento del Draft NBA del 2010 nessuno lo sceglie.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Tenta di entrare nella Lega dalla porta secondaria giocando la Summer League con Dallas e fa vedere buone cose tanto che i Mavericks sono pronti ad offrirgli un contratto. A lui si interessano anche i Warriors e visto che di Golden State Lin è tifoso decide di accettare l’offerta dei californiani, anche per tornare a casa. Ma le cose non vanno per il verso giusto e nonostante l’affetto del pubblico Jeremy viene sacrificato per fare spazio salariale. Lo prende Houston, ma dopo poco anche qui viene scaricato per motivi di salary cap. La svolta arriva quando i Knicks gli offrono un contratto per completare il roster. Dopo un periodo di ambientamento un disperato Mike D’Antoni lo lancia in quintetto con i bluarancio in crisi totale di gioco e di risultati, e per giunta con le 2 superstar della squadra (Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire) non disponibili per motivi diversi, e lui risponde “presente” in questo modo:

    • 25 punti, 5 rimbalzi e 7 assist nella vittoria contro i New Jersey Nets per 99-92
    • 28 punti e 8 assist nella vittoria contro gli Utah Jazz per 99-88
    • 23 punti, 4 rimbalzi e 10 assist nella vittoria contro i Washington Wizards per  107-93
    • 38 punti, 4 rimbalzi e 7 assist nell’incredibile gara contro i Los Angeles Lakers battuti 92-85
    • 20 punti, 6 rimbalzi e 8 assist nalla vittoria contro i Minnesota Timberwolves per 100-98

    Semplicemente pazzesco: 5 gare a 27 punti di media, 4 rimbalzi ed 8 assist, neanche i migliori della storia NBA erano riusciti ad arrivare a cifre del genere nelle loro prime 5 partite da titolari nella Lega (e stiamo parlando di gente come Kobe Bryant, LeBron James, Magic Johnson, Kareem Abdul Jabbar, per non parlare di sua maestà Michael Jordan!). Per non parlare del rendimento dei compagni che Lin sta facendo girare e giocare al massimo. Quasi un vero miracolo sportivo a ben vedere. Uno sconosciuto alla conquista del Pianeta NBA!

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Jeremy Lin ha dimostrato una cosa importante, ha dimostrato che l’intelligenza può avere la meglio su tutto soprattutto se accompagnata da tenacia e determinazione, qualità ottime che sono utilissime nei momenti bui perchè permettono di tenere duro e non fanno mollare mai. Lin sintetizza la rivincita della normalità sulla specialità, il suo successo non deriva dall’essere speciale e talentuoso, ma dal fatto che un ragazzo normale stia conquistando, con impegno e dedizione, un mondo che a prima vista non gli apparterrebbe. E lo sta conquistando grazie proprio alla sua intelligenza: lo si nota subito vedendolo giocare, poche cose sbagliate, sempre pronto a fare ciò che è giusto, non eccelle perchè tenta l’impossibile (come molti suoi colleghi) ma risalta perchè quello che fa lo fa incredibilmente bene. Nulla di eccezionale, solo estrema concretezza. E’ in questo modo che si è “preso” New York ed i Knicks, così ha fatto impazzire un pubblico che era in depressione, così è diventato l’idolo di tifosi e compagni, così sta portando la sua squadra fuori da una crisi che sembrava irreversibile, così è diventato un fenomeno mediatico e non solo, con la forza della concretezza, la più importante delle qualità in ogni ambito della vita. E con la fiducia nei suoi mezzi. Che poi sia anche bravo nell’inventare qualcosa di particolare per stupire chi lo guarda è tutto di guadagnato, anche perchè di professione fa il playmaker e qualcosa dalle sue mani dovrà pure uscire per far girare al meglio la squadra.

    La favola di Jeremy Lin è una delle più belle che si possano ricordare non solo per quanto riguarda la NBA ma un pò nella vita in generale. A memoria credo che negli ultimi 15 anni non si sia visto nulla del genere nel basket americano. Un noto detto ci insegna che tutto ciò che in un determinato momento va su poi inesorabilmente prima o poi ritorna giù. Io spero con tutto il cuore che questa favola (che presto o tardi è destinata ad avere una fine) possa comunque durare ancora a lungo, e che non ci faccia smettere di sognare. Già, sognare! Perchè è questo, in definitiva, il grande talento di Jeremy Lin, quello di aver regalato ad ognuno di noi un sogno, di averci fatto capire che volendo tutto è possibile nella vita. E ce ne siamo resi conto guardando un ragazzo dal fisico da impiegato, con gli occhi allungati, un taglio di capelli assolutamente normale ed una faccia pulita che ispira tanta simpatia che ha dispensato magìe su un campo da basket al cospetto dei migliori….

    JEREMY LIN SHOW VS LOS ANGELES LAKERS

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