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  • Bologna – Juventus 1-1, le pagelle. Marchisio e Vidal in affanno

    Bologna – Juventus 1-1, le pagelle. Marchisio e Vidal in affanno

    Nonostante non abbia ancora perso, il quarto pareggio nelle ultime 5 giornate suona come un campanello d’allarme per la Juventus che a Bologna viene fermata sull’1-1. A passare in vantaggio sono i padroni di casa con Di Vaio, il pareggio porta la firma di un deludente Vucinic.

    PAGELLE BOLOGNA – JUVENTUS

    BOLOGNA

    Raggi 7: si trova di fronte un cliente scomodo come Vucinic, che attualmente non sta attraversando un bel periodo, e lo argina con efficacia. Bravo e attento in tutti i 90 minuti.

    Perez 7.5: regge da solo un intero centrocampo. Pressa, recupera palloni e dai suoi piedi riparte la manovra dei felsinei. E’ un moto perpetuo, il migliore in campo. Monumentale.

    Ramirez 7: mette in difficoltà la retroguardia della Juventus ogniqualvolta parte palla al piede. Bonucci deve utilizzare le maniere forti ricorrendo al fallo sistematico che gli costa il cartellino rosso.

    Di Vaio 6.5: freddo e micidiale come al solito davanti alla porta, beffa Buffon in uscita portando in vantaggio i rossoblu. Sa sempre cosa fare in ogni situazione, quando la palla è tra i suoi piedi, i compagni possono stare tranquilli.

    JUVENTUS

    Lichtsteiner 5: Meno attento del solito e poco propositivo in avanti. Si addormenta in occasione del vantaggio del Bologna tenendo in gioco Di Vaio. Fallisce il colpo di testa da due passi. Anche lo svizzero, come tanti altri ha finito la benzina.

    Bonucci 5: Difficile il suo compito di caricarsi sulle sue spalle l’intero peso del reparto difensivo, specie dopo le brutte figure e i fischi rimediati nelle ultime uscite. Il suo approccio alla partita non sarebbe neanche peggiore di tanti altri se non fosse per qualche disimpegno errato e per il rosso che va a complicare l’esistenza di Conte che nel prossimo turno dovrà inventarsi una nuova difesa nella trasferta di Genova.

    Pirlo 6.5: Compito difficile per il regista bianconero che si trova a districarsi dalla marcatura di due mastini come Perez e Mudingayi. Trova un corridoio fantastico per Vucinic che firma la rete del pareggio. Perde pochi palloni è uno dei migliori dei suoi come al solito.

    Claudio Marchisio © Dino Panato/Getty Images

    Vidal e Marchisio 5: se la Juve sta faticando ed è meno pericolosa del solito è perchè sta venendo a mancare l’apporto dei due centrocampisti che in mezzo al campo vanno in difficoltà dinanzi alla dinamicità degli avversari e non riescono più a trovare le incursioni giuste in avanti per far male, caratteristica questa che li ha contraddistinti nella prima parte di stagione. In affanno.

    Vucinic 5.5: un voto in più, inevitabile, per il gol del pareggio. Completamente fuori forma, non gli riesce mai un dribbling e non va mai via all’avversario diretto. Sembra che giochi in maniera svogliata e non più con quella grinta, determinazione e spirito di sacrificio che avevano fatto le fortune della Juventus e di Conte nella prima parte della stagione, quando era stato prezioso anche in fase di ripiegamento.

    Bologna (3-4-2-1): Gillet 6; Raggi 7, Portanova 6.5, Antonsson 6.5; Garics 6.5 (66′ Pulzetti 6), Perez 7.5, Mudingayi 7, Rubin 6 (87′ Beldofil sv); Ramirez 7, Diamanti 6 (66′ Konè 6); Di Vaio 6.5

    Juventus (4-3-3): Buffon 6; Lichtsteiner 5, Caceres 6, Bonucci 5, De Ceglie 6; Marchisio 5, Pirlo 6.5, Vidal 5; Pepe 5.5 (85′ Padoin sv), Borriello 5 (78′ Quagliarella sv), Vucinic 5.5 (78′ Giaccherini)

    HIGHLIGHTS BOLOGNA – JUVENTUS 1-1

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  • Champions League Arsenal – Milan 3-0, le pagelle. Male Ibrahimovic

    Champions League Arsenal – Milan 3-0, le pagelle. Male Ibrahimovic

    Per quest’anno all’Emirates Stadium, teatro perfetto ieri notte di un match indimenticabile, non risuonerà più la musichetta della Champions League. Tra Arsenal e Milan è stata partita vera, con i Gunners che hanno strapazzato per tutto il primo tempo i rossoneri, i quali hanno avuto il merito di rientrare nella ripresa con un’altra mentalità e salvare una qualificazione ai quarti che dopo l’incontro dell’andata sembrava un discorso chiuso. Ibrahimovic ha confermato di non essere un calciatore da grandi sfide (sopratutto in campo europeo) steccando per l’ennesima volta nella sua carriera uno degli appuntamenti più importanti della stagione rossonera. Per fortuna del Diavolo in porta c’era San Abbiati, che ha salvato la barca quando ormai stava affondando.

    Arsenal Milan 3-0, le pagelle.

    ARSENAL
    Szczesny 6,5: buona la prestazione del portiere polacco classe ’90, l’uscita su Ibrahimovic all’inizio del secondo tempo permette ai suoi compagni di squadra di credere nell’impresa fino all’ultimo secondo.
    Sagna 7: il terzino destro dell’Arsenal è un moto perpetuo, frequenti le sovrapposizioni con Walcott, Mesbah dall’altra parte non ci capisce niente.
    Koscienly 7: autore del gol che accende le speranze dei Gunners, lasciato incolpevolmente solo da Van Bommel. Rispetto all’andata sembra un altro giocatore, bene in difesa.
    Vermaelen 6,5:  l’ex difensore dell’Ajax tiene alta la linea della difesa inglese, rischiando in più di un’occasione l’imbarcata. In ogni caso se la cava piuttosto bene durante tutto il match.
    Gibbs 6,5:  il terzino sinistro dell’Inghilterra se la deve vedere con Abate, e i due danno vita a un duello entusiasmante. Meglio in fase offensiva che quella di difesa.
    Song 6,5: un primo tempo che per intensità e corsa ha pochi paragoni nel calcio moderno. Cala nella ripresa come il resto della squadra.
    Rosicky 7,5: il centrocampista ceco è il migliore dei suoi. Realizza il secondo gol dell’incontro sfruttando l’errore di Thiago Silva. Corre per due e dispensa assist ai propri compagni lanciando contropiedi pericolosissimi.
    Chamberlain 7: la giovane ala inglese con le sue folate mette in continua apprensione la retroguardia rossonera, procurando anche il calcio di rigore firmato da Van Persie per il 3-0 alla fine del primo tempo. Mexes e compagni ringraziano quando nella ripresa esce sfinito. (30′ s.t. Chamakh 5)
    Walcott 7:  riscatta la deludente prestazione di due settimane fa a San Siro, ridicolizza Mesbah fino a quando rimane in campo. (39′ s.t. Park s.v.)
    Gervinho 7: ottima prova dell’ivoriano, capace di mandare in tilt il centrocampo rossonero in più di un’occasione. Dialoga a meraviglia con i propri compagni di reparto, resta una spina nel fianco per tutti i 90′.
    Van Persie 6: il voto finale è la media fra l’8 per la prestazione maiuscola offerta e il 4 meritato per il gravissimo errore del 56′. Se avesse realizzato il 4-0 sarebbe stata un’altra partita e un altro voto.

    MILAN
    Abbiati 8: sceso in campo con la fascia da capitano si immola ad eroe della patria. Nel primo tempo vola all’incrocio per togliere un pallone destinato in rete calciato da Van Persie. E’ prodigioso nella ripresa quando nel giro di 5 secondi prima a Gervinho e poi a Van Persie nega il quarto gol ai Gunners che avrebbe consentito agli avversari di andare ai supplementari.
    Abate 7: dimostra di essere a suo agio sull’erba inglese, ingaggia un bellissimo duello con Gibbs dal quale esce vincitore. Quando lo vedono correre i compagni capiscono che è ora di scendere in campo anche con la testa.
    Mexes 7: nel primi 45′ minuti subisce le offensive dell’Arsenal, ma nella seconda frazione è l’ultimo ad alzare bandiera bianca. Una sua scivolata nel finale evita guai ben maggiori rispetto al 3-0 finale.
    Thiago Silva 6,5: sul match del brasiliano pesa l’errore in occasione del secondo gol dei Gunners, quando consegna direttamente sui piedi di Rosicky il pallone del 2-0. Dopo una mezzora da incubo si riprende e insieme a Mexes e Van Bommel si erge a muro invalicabile.
    Mesbah 4: l’algerino non è ancora pronto per calcare questi palcoscenici. Resta in balia di Walcott per 85′, insieme a Nocerino provoca il rigore del 3-0, viene infilato ripetutamente anche da Sagna. Nel finale Allegri lo sostituisce con Bonera (s.v.), confidando nella maggiore esperienza dell’ex giocatore del Parma.

    mark van bommel | © Laurence Griffiths/Getty Images

    Van Bommel 7,5: è uno dei pochi a salvarsi nel primo tempo da incubo vissuto dalla squadra, diventa il totem rossonero quando nella ripresa insegue e ferma chiunque passi per la sua strada.
    Nocerino 5: spaesato, incapace di contenere la furia agonistica degli inglesi per tutto il primo tempo. Clamorosa l’occasione che fallisce nella ripresa, quando a due passi dalla linea di porta consegna il pallone a Szczesny. La cosa più bella del centrocampista è quando nel finale fa scatenare i tifosi del Diavolo che esultano come se avesse segnato un gol.
    Emanuelson 4: nel post-partita chiede scusa a tutti i tifosi rossoneri su Twitter per la gara da infarto. L’olandese ci mette molto del suo per rendere il ritorno con l’Arsenal un match da cuori forti.
    El Shaarawy 6: inspiegabile come mai Allegri sostituisca nel secondo tempo il Faraone, fin lì l’attaccante più pericoloso dei rossoneri, e non Robinho. Poco prima di uscire per lasciare posto ad Aquilani fa una corsa palla al piede  che rimane l’azione più bella di tutta la squadra (25′ s.t. Aquilani 6)
    Robinho 4,5: il brasiliano visto all’Emirates ieri sera è lontano parente rispetto al calciatore brillante che solo due settimane prima aveva realizzato una doppietta ai Gunners. Perde tutti i duelli fisici, è imbarazzante come i difensori inglesi lo superino sistematicamente in velocità per tutta la partita.
    Ibrahimovic  4: da un candidato al Pallone d’oro ci si aspetta sicuramente di più. Lo svedese ha quasi paura di ricevere il pallone, quando lo chiede è sempre in fuorigioco (otto alla fine, roba da Inzaghi), ancora una volta sparisce nelle partite che contano. I tifosi del Diavolo si augurano che ai quarti l’attaccante svedese dimentichi di essere in Champions League.

    HIGHLIGHTS ARSENAL MILAN 3-0
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  • Guerrero video entrata killer, 8 turni di squalifica

    Guerrero video entrata killer, 8 turni di squalifica

    Stangata per l’attaccante peruviano dell’Amburgo Josè Paulo Guerrero dopo l’entrata killer di cui si è reso protagonista sabato nel corso del match di Bundesliga contro lo Stoccarda. Guerrero, non a caso soprannominato “il Barbaro”, con la sua squadra sotto di quattro reti tra le mure amiche ha pensato bene di sfogare la sua frustrazione sul portiere ospite Ulreich, uscito dall’area fino alla baniderina del calcio d’angolo per proteggere l’uscita del pallone e conquistare una rimessa.

    L’entrata assassina è costata a Guerrero ben 8 giornate di squalifica e rivendendo il video bisogna ammettere che questa volta sono tutte meritate. Qualche mese fa una mega stangata era stata inflitta anche all’attaccante del Liverpool Luis Suarez avuta però per gli insulti razzisti ad Evra.

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  • Roma – Lazio 1-2, le pagelle. Mauri uomo derby, Borini generoso

    Roma – Lazio 1-2, le pagelle. Mauri uomo derby, Borini generoso

    Un derby palpitante quello vinto dalla Lazio per 2-1 contro una Roma generosa ma pasticciona. I ragazzi di Reja hanno sfruttato l’episodio iniziale del rigore con espulsione per impostare una partita di copertura e concentrazione con poche sbavature difensive. Il resto lo hanno fatto i simboli biancocelesti in grande forma: Klose ha procurato il rigore che Hernanes ha realizzato, Mauri ha insaccato il gol vittoria su punizione di Ledesma. I giallorossi, sfortunati e messi male nell’occasione chiave ad inizio gara, hanno fatto vedere un grande orgoglio e la voglia di non mollare mai, ma hanno comunque evidenziato le solite beghe difensive e di concentrazione.

    PAGELLE ROMA.

    Luis Enrique 5 La partita gira subito malissimo e l’episodio iniziale ne condiziona tutto l’andamento, ma sia il rigore che il 2 a 1 nascono da errori ormai ripetuti troppe volte nel corso della stagione. Impreparato.

    Borini 7 Riaccende le speranze romanista con un gol da rapace nel momento più nero del match. E’ un leone in mezzo al campo e sembra non sentire la fatica. Generoso.

    De Rossi 6,5 La sua presenza come scudo davanti alla difesa è troppo importante per la squadra. Catalizza il gioco e spezza le incursione avversarie con lucidità e carisma. Imprescindibile.

    Totti 6,5 Da vero capitano si batte con coraggio. Prende una marea di falli e cerca di dare geometrie ma non è facile con l’uomo in meno attaccare ad organico completo e trovare le vie della pericolosità. Garanzia.

    Bojan 6,5 (dal 32′ s.t.)  Entra e scuote la Roma con vivacità e due percussioni insidiose, una porta una punizione insidiosa, l’altra un fallo da giallo del già ammonito Biava, ma Bergonzi non vede.

    Marquinho (dal 12′ s.t.)  Sostituisce Pjanic e fa meglio del bosniaco con una buona spinta sulla sinistra e qualche interessante cross.

    Juan 6 La sua partita è fatta di alti e bassi. Sul rigore si fa superare da Klose in velocità ma la disposizione della linea difensiva lo danneggia enormemente. Sul 2-1 di Mauri liscia il colpo di testa e lascia il laziale libero di battere a rete. Nel mezzo una partita di classe e sostanza. E’ miracoloso su Hernanes sventando il quasi certo 3 a 1. Innervosito dai cori razzisti della Curva Nord.

    Pjanic 5,5 Non entra nel vivo del match fin quando si fa male. Non riesce ad incidere anche per la fatica dell’uomo in meno senza però commettere errori marchiani, ma ancora una volta ci si aspetterebbe di più dal suo talento.

    Lobont 5,5 (dal 10′ p.t.) Entra a freddo e non può nulla sul penalty. Per il resto della gara una sola facile parata e il gol della vittoria il quale solo un grande colpo di reni sventerebbe.

    Stekelenburg 5 La sua partita dura 7 minuti. La colpa in realtà è della difesa romanista scriteriata e della bravura di Klose.

    Jose Angel 5 Ennesimo bocciatura per un giocatore ancora oggetto misterioso. Quando prova a spingere sulla fascia arrivato nella zona calda puntualmente si ferma e ricomincia da dietro. In difesa insicurezza costante.

    Heinze 5 L’argentino ci mette la solita grinta, ma sbaglia il passaggio che innesca il rigore ed espulsione. Non è aiutato dalla brutta fase difensiva di Luis Enrique, ma si dimentica di impartire le marcature sul calcio piazzato che decide il match.

    Taddei 5 Non ha la solita brillantezza in entrambe le fasi. Sulla rete di Mauri partecipa colpevolmente alla immobilità della difesa.

    Simplicio 5 Sbaglia il passaggio che innesca il possibile contropiede del 3 a 1 laziale rimediato da Juan. Il resto è una continua ricerca della posizione in mezzo al campo senza grande gamba e fantasia.

    Stefano Mauri © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    PAGELLE LAZIO.

    Reja 6,5 La sua Lazio conferma il trend del campionato fatto di solidità e concretezza. Non esprime un gioco frizzante ma fa sempre le cose giuste con concentrazione e determinazione. Gli episodi aiutano a prendere i tre punti. Così si arriva in Champions.

    Hernanes 7 Prima imbecca Klose che prende il rigore poi lo trasforma con freddezza. In mezzo al campo è il vero regista della Lazio e non smette mai di correre. Solo un grande recupero di Juan gli nega la gioia della doppietta. Fondamentale.

    Klose 7 Con un’unica giocata praticamente segna il Derby in favore della Lazio: la zampata che toglie la palla dalle braccia di Stekelenburg e lo spinge al fallo è da fuoriclasse universale che ha mantenuto l’umiltà e la forma per lottare su ogni palla anche quando di giocabili ne arrivano poche. Decisivo.

    Mauri 7 E’ l’ago della bilancia tattica che per tanto tempo è mancato alla Lazio. Trova un gol in spaccata con il pezzo migliore del suo repertorio: l’inserimento in area. Ritrovato.

    Ledesma 6,5 Fa un grande lavoro oscuro in mediana e pennella la punizione del gol partita dimostrando ancora una volta di avere quantità e qualità.

    Gonzales 6,5 E’ il maratoneta della Lazio. Corre e pressa ma se vede lo spazio prova a infilarsi negli spazi per fare male in zona gol.

    Dias 6,5 Il suo gioco è talvolta irruento, ma il risultato è che nella sua zona non si passa mai.

    Marchetti 6 E’ praticamente inoperoso.

    Matuzalem 6 Dei due mediani è quello che si dovrebbe proporre di più, ma non sempre ha la gamba per sprintare in avanti e dunque preferisce tenere la posizione.

    Garrido 6 Partita di grande ordine per il terzino sinistro che non concede nulla sulla fascia di competenza nonostante spinga molto poco.

    Biava 5,5 Insieme a Dias forma il valico difensivo, ma a differenza del collega commette qualche fallo plateale di troppo e l’arbitro lo grazia dal rosso.

    Scaloni 5,5 Lui il rosso lo prende, ma a poco dalla fine e dopo una partita di grande generosità e concentrazione difensiva.

    HIGHLIGHTS ROMA -LAZIO 1-2

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  • Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Un’Inter dalla due facce, dove nel primo tempo non trova la via del gol e seguendo la stessa trama delle ultimissime partite si fa trovare sguarnita e impreparata in difesa lasciando quasi per ‘educazione’ l’ingresso libero in area agli attaccanti avversari. One shot one kill è ormai impresso sulla porta difesa da Julio Cesar, poiché alla prima vera occasione utile subita, i nerazzurri puntuali come gli svizzeri passano in svantaggio. Nella ripresa la trasformazione con l’ingresso di Sneijder e la duplice sostituzione di un Palombo inguardabile e un Cambiasso ormai stremato, con l’energia e la freschezza di Poli e Obi ridanno vitalità alla manovra di gioco nerazzurra. Il Catania ha le colpe di essersi giocata l’occasione della vita in maniera superficiale, sprecando malamente le palle gol del 3-0, e calando in maniera eccessiva nella ripresa lasciando il pallino del gioco nelle mani dei nerazzurri. Carrizo ci ha messo del suo riaprendo la partita con una papera evitabile, mentre al resto ci hanno pensato Forlan e Milito. Morale della favola? Il pari nasce più dai demeriti del Catania che dalle pochissime buone cose fatte vedere dai nerazzurri, palesando ancora una volta una sorta di anarchia tattica in mezzo al campo che mostra come Ranieri solo fisicamente sia ancora il tecnico dell’Inter.

    PAGELLE INTER

    Nagatomo 4,5 Male, malissimo. Ha l’attenuante che gioca sulla fascia destra non di sua competenza, ma si fa saltare come un novellino sulla prima sterzata di Gomez, concedendogli il tiro con il suo piede migliore, regalando in questo modo il gol del vantaggio. Partita colma di errori e imprecisioni.

    Palombo 4 Ancora oggi rimane inspiegabile il suo acquisto dopo la cessione di Thiago Motta, quasi a voler colmare una casella vuota nella caselle delle entrate, scegliendo a casaccio. Sbaglia moltissimi palloni e non trova mai la posizione utile ad aiutare la retroguardia.

    Forlan 6,5 Torna a segnare dopo un’eternità, e si prende dopo le vagonate di fischi i suoi primi applausi dal pubblico di San Siro. Partita a due fasi, dove nel primo tempo si intestardisce fin troppo calciando da ogni posizione, e nella ripresa complice la fortuna e l’orrore di Carrizo trova la rete del 2-1. Non bastasse pennella l’assist per Milito.

    Milito 6 Non brilla, cercando di trovare lo spunto che gli manca dal match contro il Palermo, ma di palloni giocabili davanti non se ne vedono. Poi Forlan gli serve l’assist vincente e lui spacca la porta con un gol rabbioso.

    Pazzini 3 Involuzione totale dell’attaccante che solo poco tempo fa era in grado di risolvere le partite segnando quei gol da rapace d’area. Anche per lui davanti non si vedono palloni giocabili, ma in maniera quasi irritante continua a chiedere falli che non ci sono, e nel finale sbaglia un gol impossibile calciando centrale da due passi solo davanti a Carrizo.

    Sergio Almiron © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    PAGELLE CATANIA

    Carrizo 4,5 Paperaccia dell’argentino ex Lazio, che dopo essere rimasto inoperoso per tutto il match regala il gol che riapre la partita su una conclusione forte di Forlan tutt’altro che imparabile. Sul secondo gol non può nulla.

    Izco 6,5 Recupera dall’infortunio e torna da protagonista, segnando la rete del 2-0, ma soprattutto diventando una vera spina del fianco per tutti i giocatori nerazzurri.

    Almiron 7,5 Assoluto protagonista in positivo della sfida. Recupera un milione di palloni e serve con assist calibrati i compagni di squadra, dettando i tempi della manovra e delle ripartenze alla perfezione. Uno come lui servirebbe come il pane ai nerazzurri.

    Gomez 7 Papu Gomez non perdona. Ranieri si affida alla velocità di Nagatomo per evitare le sue accelerazioni, ma l’attaccante del Catania è inarrestabile e con una sterzata secca prima manda fuori tempo il terzino nipponico e poi mette la sua firma sul tabellino dei marcatori con un destro a giro imprendibile per Julio Cesar.

    HIGHLIGHTS INTER – CATANIA 2-2

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  • Juventus – Chievo 1-1, le pagelle. Vucinic bocciato

    Juventus – Chievo 1-1, le pagelle. Vucinic bocciato

    PAGELLE JUVENTUS – CHIEVO 1-1

    Buffon 6: Salva su punizione di Acerbi nulla può sul gol del pareggio.
    Lichtsteiner 5,5: Lotta ma è in affanno, paga l’inizio di stagione giocato a grandi ritmi (Dal 78’) Del Piero S.V.
    Barzagli 6: Esce per infortunio fino a quel momento non aveva sbagliato nulla (Dal 40’) Bonucci 5: Indovina un lancio per Giaccherini che sfiora il gol, ma sbaglia almeno altrI tre lanci consegnando di fatto la palla agli avversari, ma la sua partita non finisce qui: appostato sulla linea di porta riesce a rinviare la palla nella sua porta.
    Chiellini 6,5: Il solito muro in difesa, rimane in campo anche con una gamba sola correndo e rincorrendo gli avversari.
    De Ceglie 7: Ormai è diventato una certezza dal suo rientro ogni volta che è sceso in campo risulta essere uno dei migliori, cala alla distanza, ha siglato il gol del vantaggio.
    Padoin 6: Fa la sua parte certo non dovrebbe essere lui a cambiare le sorti dell’incontro ma ci prova in due occasioni e Sorrentino gli nega la gioia del gol.
    Marchisio 5,5: Si nota per un paio di interventi nel primo tempo ma è quasi sempre tagliato fuori dal gioco, sostituito (Dal 71’) Caceres 5,5: Viene buttato nella mischia ma non riesce a evitare il gol del pari.
    Pirlo 6: Le fatiche della Nazionale si sentono, non è il solito Pirlo, si fa vedere poco, ma è l’ultimo ad arrendersi sfiora il gol al 90’.
    Giaccherini 6,5: E’ l’unico giocatore in campo per la Juventus che punta e che riesce a saltare l’uomo insieme a De Ceglie mandano in crisi la corsia di destra del Chievo.
    Matri 5: Al primo minuto ha l’occasione per segnare un gol solo davanti al portiere ma fallisce incredibilmente, per lui sarà anche l’ultimo tiro in porta durante tutta la partita.
    Vucinic 4: Inguardabile, dovrebbe crescere invece va peggiorando, non riesce a saltare l’uomo, qualsiasi giocatore del Chievo riesce a fermarlo, non tira mai in porta e quando ci prova i portieri avversari stanno tranquilli tanto non centra mai la porta, il suo acquisto è da rivedere.

    Mirko Vucinic © Claudio Villa/Getty Images

    Conte 5: I’ennesimo cambio di modulo genera solo confusione tra i giocatori, tenere in campo Vucinic fino alla fine è stato un errore e con il senno del poi, dare un’altra possibilità a Bonucci è stato un vero suicidio.

    Sorrentino 7,5: Se il Chievo ha portato via un punto è anche grazie ai suoi miracoli.
    Acerbi 7: Era praticamente sconosciuto, invece si è visto in tutte le zone del campo. Pericoloso su punizione.
    Dramè 7: Meritava l’espulsione ma ha giocato una gran bella partita siglando il gol.
    Frey 5,5: Un po’ impreciso negli interventi.
    Andreolli 6,5: Non fa toccare pallone a Vucinic.
    Bradley 7,5: Dalle sue parti non passa nessuno, da applausi un suo recupero su Vucinic lanciato verso la porta.
    Rigoni 6,5: Fa il suo dovere in mezzo al campo.
    Sammarco 6: Svolge il compito da trequartista con efficacia, viene sostituito nella ripresa.
    (Dal 64’) Hetemaj 6: Recupera molti palloni e argina le ripartenze bianconere.
    Luciano 6: Partita di sostanza e sacrificio la sua (Dal 64’) Moscardelli 7: E’ suo l’assist per il pareggio, ma il suo ingresso sposta gli equilibri in attacco.
    Thereau 6,5: Partecipa anche lui alla conquista del meritato pareggio, sfiora il gol con un gran tiro dai 40 metri circa.
    Paloschi 5,5: Poteva sfruttare meglio alcune occasioni avute nel corso della gara. (Dal 82’) Vacek sv

    Di Carlo 8: E’ tutto merito suo quello che il Chievo ha offerto a Torino, azzecca le mosse in campo e le sostituzioni effettuate al momento giusto, ha il merito di tenere in campo Dramè che in varie occasioni ha rischiato il rosso, ma alla fine è stato ripagato realizzando il gol del pareggio.

    Gervasoni 5: Non vede il fuorigioco di De Ceglie, non espelle Dramè per un fallaccio plateale meritevole almeno del secondo giallo, e forse nega un calcio di rigore su Del Piero.

    HIGHLIGHTS JUVENTUS – CHIEVO 1-1

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  • Palermo – Milan 0-4, le pagelle. Ibrahimovic highlander

    Palermo – Milan 0-4, le pagelle. Ibrahimovic highlander

    Il match tra Palermo Milan verrà ricordato a lungo da Zlatan Ibrahimovic. Quella del Barbera è stata la seconda tripletta dello svedese da quando milita nel campionato italiano. Un successo importantissimo quello dei rossoneri, come si auspicava il tecnico Allegri alla vigilia. Nel Palermo l’unico a salvarsi è il portiere Viviano, il quale riesce a tenere il passivo entro i limiti della decenza sportiva. Non pervenuto Ilicic, sottotono anche Miccoli, statisticamente la bestia nera del Milan.

    Pagelle Palermo Milan 0-4

     

     

    MILAN
    Abbiati 6: spettatore non pagante nella trasferta del Barbera, non succedeva da anni. Quasi incredulo alla pochezza degli avversari.
    Abate 7: il terzino destro è un rullo compressore, asfalta il malcapitato Pisano ed entra in quasi tutte le azioni più pericolose del Milan.
    Bonera 6,5: l’intervento iniziale su Miccoli lascia qualche perplessità ai tifosi rossoneri presenti allo stadio. Nei restanti 88′ minuti è impeccabile.
    Thiago Silva 8,5:  impressionante durante tutto il match. Europeo in marcatura, brasiliano quando ha il pallone fra i piedi. Corona una prestazione superlativa con la rete del 4-0 finale.
    Antonini 6,5: meno intraprendente di Abate, conferma comunque il suo ottimo momento di forma. Esce alla fine del primo a causa di una contrattura. (46′ Mesbah 6).
    Ambrosini 7: prestazione convincente del capitano rossonero, quest’oggi preferito a Van Bommel in mezzo al campo. Il suo compito è più facile con due compagni di reparto come Muntari e Nocerino.
    Muntari 7: il ghanese sorprende per la facilità con cui è entrato negli schemi della sua nuova squadra. Grinta e inserimenti vengono rispolverati ad ogni partita, Allegri può sorridere.

    bortolo mutti | © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Nocerino 7,5: contro i suoi ex compagni di squadra il centrocampista rossonero si esalta e “regala” al pubblico del Barbera tutto il suo repertorio. Gli manca solo il gol.
    Emanuelson 6,5: parte a mille come tutta la squadra, andando per due volte vicino alla rete del vantaggio nei primi minuti. Esce per una probabile distorsione alla caviglia dopo 9′ minuti dall’inizio del secondo tempo. (54′ El Shaarawy 6,5)

    Ibrahimovic 9: sbarca in Sicilia con la sua navicella spaziale e mostra cose che nessun umano può eguagliare. Tre gol in meno di 15 minuti, 25° gol in 28 incontri disputati in questa stagione, stratosferico Ibra.
    Robinho 7: corre per due e mantiene la lucidità anche nell’ultimo passaggio (suo l’assist per il primo gol dello svedese). Il verdeoro è tornato ad essere il giocatore che ha incantato tutti i tifosi rossoneri lo scorso anno. (83′ Inzaghi s.v.)

    PALERMO
    Viviano 7,5:  Nonostante debba raccogliere il pallone per quattro volte è l’unico a salvare la baracca. Da applausi la parata su Ibra nei minuti conclusivi del primo tempo, si ripete nella ripresa ancora una volta sullo svedese e su El Shaarawy.
    Pisano 4: perde nettamente il duello con Abate, naufraga insieme a tutta la difesa del Palermo.
    Mantovani 4: disastroso, bocciato senza appello. Regala il pallone a Robinho in occasione del primo gol rossonero.
    Migliaccio 4,5: l’unica attenuante è aver giocato fuori ruolo per tutti i 90′, impotente difronte allo strapotere fisico e tecnico di Ibra.
    Munoz 4: sfoga la propria rabbia contro un cartellone pubblicitario dopo un elastico dell’alieno svedese. L’argentino si augura di ritrovare l’attaccante rossonero il più lontano possibile.
    Bertolo-Donati 4: in coppia non raggiungono il voto del migliore in campo. Travolti dalla foga agonistica dei rossoneri non riescono ad imbastire una sola azione d’attacco.
    Barreto 5: un lampo in Sicilia, soltanto il palo impedisce al cileno il gol della bandiera per i suoi compagni di squadra.
    Ilicic 4: lo sloveno è lontano parente del calciatore brillante dello scorso campionato, contro i rossoneri è autore di una prova sconcertante. (86′ Zahavi s.v.).
    Miccoli 4,5: anche l’attaccante rosanero non può nulla difronte alla prestazione degli uomini di Allegri. Dovrà attendere un altro anno prima di poter realizzare una rete al Diavolo.
    Budan 4: per la punta croata (6 gol nelle ultime 7 partite di campionato) gara da dimenticare. Mutti lo sostituisce con Della Rocca (4) al 14′ del secondo tempo, un minuto dopo il 4-0 segnato da Thiago Silva.

    HIGHLIGHTS PALERMO MILAN 0-4
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  • Varese – Vicenza 3-0. Dominio totale dei lombardi

    Varese – Vicenza 3-0. Dominio totale dei lombardi

    Con un secco 3-0 il Varese incassa l’intera posta in palio nell’anticipo di Serie B contro il Vicenza. Un match a senso unico in favore degli uomini di Maran i quali hanno sempre avuto in mano l’incontro, trovando il gol del vantaggio dopo mezz’ora con Zecchin e chiudendo i conti a fine primo tempo con Kurtic. Nella ripresa non resa che amministrare e Cacciatore nel finale chiude il match. Ma se da un lato si è visto un grande Varese, grazie ad un centrocampo ermetico e allo stesso tempo propositivo, dall’altro lato il Vicenza ha deluso le aspettative, lasciando intravedere ben poco e andando letteralmente al tappeto dopo i due gol dei lombardi che nella ripresa non hanno subito nulla. Per Cagni dunque ci sarà tanto da lavorare in vista dei prossimi impegni.

    Maran schiera i suoi con il più classico dei 4-4-2: in porta c’è Bressan, davanti a lui difesa formata da Cacciatore e Grillo laterali, Troest e Terlizzi centrali. In mezzo al campo agiscono Filipe e Kurtic, con Zecchin e Rivas esterni. Davanti ecco Neto Pereira e Granoche. Cagni manda i suoi in campo con un abbottonato 4-4-1-1. In porta c’è Frison, davanti a lui ecco Martinelli e Zanchi con Tonucci e Giani esterni. Botta e Soligo fanno da schermo alla difesa mentre Pinardi e Gavazzi sono chiamati a spingere sulle fasce. In avanti Abbruscato gioca in appoggio a Maiorino.

    Il Varese vuole mettere subito in chiaro le cose e già dopo 1’ Cacciatore, su angolo di Kurtic, prova a staccare di testa. Palla alta. I lombardi però macinano tanto gioco sulle fasce e al 4’ Grillo si invola sulla destra mettendo dentro per Neto Pereira il quale sotto porta prova la deviazione vincente ma la palla termina di poco a lato. Per il Vicenza un avvio di gara non facile che si complica al 7’ quando Botta, dopo aver ricevuto un colpo alla testa, è costretto ad abbandonare il campo anzitempo. Al suo posto entra Rigoni. I biancorossi ospiti pian piano sembrano uscire dal guscio, e al 12’ Gavazzi di testa sfiora la traversa su assist di Maiorino. Ma è pura illusione. Il Varese infatti non lascia spazio agli avversari con Grillo e Neto che provano la conclusione ma non sono fortunati.

    Alberto Frison © Marco Luzzani/Getty Images

    Kurtic è in ottima serata e lo si nota anche quando Rigoni, per fermarlo, deve ricorrere alle maniere dure, beccandosi tra l’altro un giallo. Al 28’ però i padroni di casa passano: è Neto sulla sinistra a far fuori Zanchi e mettere in mezzo per Zecchin che di sinistro batte Frison per il momentaneo 1-0. I lombardi non sono contenti, tanto che che Cacciatore, di testa, sfiora appena 2’ dopo il raddoppio. Granoche, anch’esso scatenato, costringe al fallo da ammonizione sia Soligo che Giani in appena due minuti. Il tiro di Pinardi al 37’ è solo un fuoco di paglia visto che al 39’ arriva il raddoppio lombardo: Kurtic prende palla e dai 35 metri lascia partire un missile che si piazza nell’angolo alto alla sinistra della porta difesa da Frison. Si va cosi al riposo sul 2-0.

    Ad inizio ripresa Cagni prova a cambiare qualcosa inserendo Pisano al posto di Soligo. Ma di pericoli la porta dei padroni di casa non ne corre. Al 10’ è Rivas a sfiorare il tris, ma Frison si salva in corner. E’ l’ultimo acuto dell’argentino sostituito poco dopo da Nadarevic. E quest’ultimo, al 20’ chiama Frison agli straordinari con un tiro dal limite. Continua la girandola dei cambi, con Paolucci che rileva Giani nel Vicenza e Martinetti che subentra a Neto Pereira tra i padroni di casa. Per vedere un tiro verso la porta avversaria del Vicenza bisogna attendere il 33’ ma il tiro di Pisano trova Bressan pronto. Le speranze dei vicentini svaniscono tra il 41’ e il 43’: prima Tonucci si becca un cartellino rosso per fallo su Nadarevic, poco dopo Cacciatore, da due passi, insacca un pallone respinto corto da Frison. Non succede più nulla, se si eccettua l’ingresso in campo di De Luca per Granoche. Varese Vicenza va meritatamente ai padroni di casa.

    HIGHLIGHTS VARESE VICENZA 3-0

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  • Addio Lucio Dalla, Bolognese vero e grande uomo

    Addio Lucio Dalla, Bolognese vero e grande uomo

    Avrebbe compiuto 69 anni fra tre giorni, così come una delle sue più note canzoni raccontava: 4 Marzo 1943 la sua data di nascita. Lucio Dalla da Bologna, il poeta, cantautore dal viso simpatico con gli occhiali tondi, i suoi buffi cappelli e la voce inconfondibile. Lui che si sentiva a casa a Piazza Grande, vivendo sotto le stelle, sulle panchine della sua Bologna: “a modo mio avrei bisogno di sognare anch’io“.

    La capacità di sognare di certo non gli ha mai fatto difetto, con la sua fervida creatività ed immaginazione, che lo ha reso uno dei cantautori italiani più apprezzati, da “Disperato erotico stomp” a “Com’è profondo il mare”, “Banana Republic” ed il sodalizio fraterno con Francesco De Gregori, ripreso nel 2010 dopo una lontananza durata trent’anni circa. E poi, ancora, l’immensità di “Caruso”, laddove il mare luccica e tira forte il vento, il suo successo più grande, di respiro internazionale, ripreso anche dalla grande interpretazione del maestro Luciano Pavarotti, e poi l’ironia di “Attenti al lupo” degli anni ’90, con cui divenne ancor più popolare anche al grande pubblico.

    Eclettico, versatile, amante dell’arte a tutto tondo, in ogni sua espressione: per questo, negli ultimi anni, si era cimentato nella scrittura di programmi televisivi, poi nella pittura, e nello scouting, alla ricerca di nuovi talenti da lanciare, di persone come lui. Oltre alla sua Bologna, Lucio Dalla amava le isole Tremiti, dove risiedeva per alcuni periodi dell’anno, affascinato dal modo di vivere degli isolani, e dal senso di comunità che si avverte in un contesto simile: ecco perchè Lucio Dalla era così fiero di essere il direttore artistico del festival “Il mare e le stelle”, e di celebrare con le sue parole la bellezza di quell’arcipelago, che oggi perde il suo cantore.

    Lucio Dalla | © Roberto Serra/Getty Images

    Amante del jazz, e di tutto ciò che tale genere musicale rappresenta ed ha rappresentato, Lucio Dalla ci ha lasciati a causa di un improvviso infarto dopo la tappa di Montreux del suo tour: una serata stancante, probabilmente, quella di ieri, anche se Lucio appariva in perfetta forma sul palco, felice di poter scherzare in francese con il suo pubblico.

    La notizia della sua morte improvvisa, dunque, è stata uno choc per tutti, che ha lasciato il segno soprattutto negli ambienti musicali, laddove Lucio era molto amato dai colleghi ed amici con i quali ha collaborato nei lunghi anni di carriera, da Ron a De Gregori, a Gianni Morandi, bolognese come lui oltre che presidente onorario della sua squadra del cuore, il Bologna, appunto, che Lucio seguiva con grandissima passione e che oggi lo saluta con grande commozione, “per lui che era un bolognese vero, ed uno dei più grandi artisti che la musica italiana abbia mai avuto”.

    Un amore viscerale quello per squdra di calcio della sua città, che rifletteva l’amore infinito per l’essenza profonda della sua Bologna, città aperta e libera, dove era possibile dormire sull’erba ed aver amici in Piazza Grande, come il grande Lucio sottolineava nella strofa finale della sua Piazza Grande: “e se non ci sarà più gente come me voglio morire in Piazza Grande, fra i gatti che non han padrone come me, attorno a me…”

    A modo mio, quel che sono l’ho voluto io: a modo suo, un grande uomo. Ci mancherai.

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  • Italia – Usa 0-1, le pagelle. Sentenza Dempsey, piace Borini

    Italia – Usa 0-1, le pagelle. Sentenza Dempsey, piace Borini

    Nell’Italia scesa in campo ieri sera a Genova si salva poco o niente. Da dimenticare la prima frazione di gioco, da apprezzare la generosità mostrata nel finale, grazie sopratutto alla verve del neo entrato Borini.

    Ottima prestazione degli Usa guidati da Klinsmann, che c’entrano l’impresa storica di battere per la prima volta la Nazionale italiana. Dempsey si conferma autentico trascinatore della formazione statunitense.

    Dopo il match di ieri il tecnico tedesco può sorridere ed essere fiducioso circa la qualificazione al Mondiale in Brasile fra due anni.

     

    PAGELLE ITALIA USA 0-1

    ITALIA
    Ogbonna 6,5
    : il giovane difensore del Torino mostra di possedere una personalità importante. Nel primo tempo gioca al fianco del bianconero Barzagli (6,5) senza commettere errori. Nella ripresa l’entrato in campo di Chiellini (6) gli consegna la fascia sinistra, di cui ne diventa padrone. Concentrazione mentale e fisicità non comuni per un ragazzo dell’età di Ogbonna, se si considera che ha soltanto 23 anni.

    Marchisio 5: deludente la prestazione del centrocampista juventino, schierato sul settore di centro-sinistra con al fianco il suo compagno di squadra Pirlo (5,5). La formazione sperimentale di Prandelli non deve servire come attenuante e in vista dell’Europeo ci si attende qualcosa di più dal Principino bianconero.

    fabio borini | © Claudio Villa/Getty Images

    Thiago Motta 4,5: il regista del Psg gioca in un ruolo non suo e si vede. Il guizzo in avvio di gara resterà un episodio isolato, tanto che il ct azzurro decide per la sua sostituzione alla fine del primo tempo. Nonostante Prandelli abbia indicato Cossu e Diamanti come possibili outsider nel ruolo di trequartista, fin qui all’Italia degli ultimi anni è mancato un leader in quella zona di campo. Utopia vedere Totti in Polonia e Ucraina?

    Giovinco 5,5: la “Formica atomica” non riesce ad incidere più di tanto sul match. Quando accelera sembra in grado di mettere in grossa difficoltà la difesa statuaria degli Usa, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. L’attaccante del Parma forse non è ancora pronto a disputare un Europeo da protagonista. I tifosi della Nazionale auspicano i rientri di Giuseppe Rossi e Antonio Cassano.

    Borini 6,5: esordio molto positivo per l’attaccante della Roma, a cui Prandelli concede l’ultima mezzora di gioco. Non è un caso che dopo il suo ingresso per uno spento Matri (5), la partita dell’Italia subisca una brusca sferzata. Solo la sfortuna e il portiere statunitense Howard impediscono al giallorosso di timbrare con un gol la sua prima presenza in azzurro. A fine partita incassa i complimenti del commissario tecnico. L’ex giocatore del Chelsea sta bruciando le tappe, e ad oggi non sarebbe una follia immaginare il numero 31 giallorosso nella comitiva che partirà fra 100 giorni in Polonia.

     

    USA
    Dempsey 7:  man of the match dell’amichevole vinta dalla Nazionale a stelle e strisce contro l’Italia. Il centrocampista del Fulham segna il gol che decide l’incontro al 10′ del secondo tempo. L’esperienza maturata in Premier League lo ha trasformato in un leader carismatico che catalizza tutte le azioni offensive dei propri compagni. Insieme a Bradley (6,5), il figlio dell’ex commissario tecnico, giganteggia a centrocampo.

    Altidore 6,5: più che un calciatore sembra un giocatore da Superbowl. Migrato in Olanda dove sta facendo le fortune dell’AZ, l’attaccante classe ’89 si è reso protagonista di un’ottima prestazione, condita dall’assist sui piedi di Dempsey per l’1-0 finale.

    Klinsmann 7: bella rivincita per l’ex ct della Germania, che nel 2006 fu costretto ad arrendersi in semifinale proprio contro l’Italia di Marcello Lippi. Nella conferenza stampa della vigilia aveva annunciato l’intenzione di giocare una partita offensiva, ma ciò che più ha stupito gli addetti ai lavori è stata la solidità difensiva mostrata dai suoi uomini. Il tedesco si augura di ritrovare gli azzurri nella rassegna iridata che si disputerà fra 2 anni in Brasile.

    Tabellino Italia Usa 0-1 
    Italia (4-3-1-2): Buffon 6, Maggio 6 (27′ s.t. Abate 6), Barzagli 6,5, Ogbonna 6,5, Criscito 5 (1′ s.t. Chiellini 6), Pirlo 5,5, Marchisio 5 (27′ s.t. De Rossi 5,5), Nocerino 5 (1′ s.t. Montolivo 5,5), Thiago Motta 4,5 (13′ s.t. Borini 6,5), Giovinco 5,5, Matri 5 (13′ s.t. Pazzini 5,5).
    Panchina: De Sanctis, Sirigu, Viviano, Bonucci, Astori, Balzaretti. Allenatore: Prandelli 5
    Usa (4-2-3-1):  Howard 6,5, Boccanegra 6,5, Cherundolo 6,5, Goodson 6, Johnson 6,5, (31′ s.t. Spector 6), Edu 6, Bradley 6,5, Williams 6, Dempsey 7 (48′ s.t. Buddle s.v.), Shea 6,5 (28′ s.t. Kljestan 6), Altidore 6,5 (34′ s.t. Boyd s.v.).
    Panchina: Guzan, Rimando, Cameron, Parkhurst. Allenatore: Klinsmann 7

    HIGHLIGHTS ITALIA USA 0-1
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