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  • Milan, Muriel affascina. Galliani ci prova

    Milan, Muriel affascina. Galliani ci prova

    Muriel è il giovane del momento. Lo vogliono tutti, in particolare il Milan. Non sarà facile però strapparlo all’Udinese, che ne detiene il cartellino. A Lecce, dove si trova attualmente in prestito, l’attaccante colombiano sta dimostrando di avere numeri da campione.

    Forse il paragone con Ronaldo è azzardato, in ogni caso fanno impressione i movimenti che ricordano l’indimenticato Fenomeno.

    Lui sogna di giocare accanto a Messi, al momento però l’interesse più concreto pare sia quello dei rossoneri. A Milanello sognano un tridente d’attacco composto da El Shaarawy, Pato e Muriel.

     

    GLI INIZI – Luis Muriel cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Atletico Junior, società che milita nella massima serie colombiana, dove rimane fino al 2008, quando viene acquistato dal Deportivo Cali. Dopo un primo anno trascorso tra gli Under-19, fa il suo debutto in prima squadra segnando nove gol in 11 presenze. Viene scoperto dalla famiglia Pozzo che lo ingaggia per 1,8 milioni di dollari, decidendo poi di girarlo in prestito agli spagnoli del Granada. Nella Liga attraversa una stagione difficile, totalizzando soltanto 9 presenze per 182 minuti complessivi, segnando soltanto una rete.

    A LECCE – Da qui la decisione dell’Udinese di riportarlo in Italia, dove viene dato in prestito al Lecce. Dopo un avvio stentato, si sblocca il 3 dicembre contro il Napoli al San Paolo.  Due settimane dopo segna all’Inter, l’ex squadra del Fenomeno. Nelle ultime 4 gare di campionato realizza altri tre gol, portando il suo bottino personale a quota 5 in Serie A. Oltre alle cinque marcature, il colombiano ha fornito sei assist ai propri compagni di squadra. Fin qui ha disputato 19 partite, partendo dalla panchina solamente in tre occasioni, e ha una media di un gol ogni 272 minuti.

    luis muriel | © EITAN ABRAMOVICH/AFP/Getty Images

    NAZIONALE U20 – Muriel ha offerto le prestazioni più brillanti con la maglia della selezione colombiana U20. Durante il campionato del mondo di categoria disputato nella passata stagione, l’attaccante classe ’91 ha firmato quattro gol in sei gare, realizzando una doppietta nel primo match contro la nazionale francese. Con le debite distanze, quando indossa la maglia numero nove del suo Paese si fa fatica a non ricordare il Fenomeno brasiliano. La progressione, le movenze, il fisico, persino il doppio passo sono incredibilmente simili a quelli del primo Ronaldo.

    LUNGIMIRANZA POZZO – Ancora una volta l’Udinese può gongolare per aver scovato lo sconosciuto Muriel quando muoveva i suoi primi passi in Colombia, portandolo in Italia con un esborso economico esiguo. Alle voci di un interessamento del Milan Muriel, il patron Pozzo aveva risposto che il prezzo del sudamericano è già superiore ai 20 milioni di euro. Una discreta plusvalenza per la società friulana, l’ennesima dopo le cessioni di Sanchez e Inler la scorsa estate. Volendo citare l’ad rossonero Galliani, l’Udinese nel corso degli anni è diventata una gioielleria dalle rarità eccezionali. L’unico problema per il Milan, fortemente interessato al diamante bianconero, è il prezzo richiesto dal padrone della gioielleria.

    ATTACCO DI PROSPETTIVA – Qualora il corteggiamento dei rossoneri andasse in porto, a Milanello si andrebbe a costituire un trio d’attacco dalle enormi potenzialità. Recuperando Pato dalla sua interminabile serie di infortuni e confidando nella crescita di El Shaarawy, Muriel completerebbe quello che in prospettiva potrebbe risultare l’attacco più forte non solo Italia, ma anche competere con quello di Real e Barcellona. In estate il Milan tenterà il corteggiamento alla famiglia Pozzo, consapevole che la trattativa non sarà agevole, sopratutto se i blaugrana di Guardiola si facessero avanti proponendo un’offerta irrinunciabile così come l’estate scorsa con Sanchez.

    MURIEL, VIDEO GOL IN ITALIA E IN NAZIONALE
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    MURIEL E LA SPLENDIDA RETE ALL’INTER
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  • Inter, Coutinho doppietta e l’Espanyol se lo gode

    Inter, Coutinho doppietta e l’Espanyol se lo gode

    In attesa di sapere quale sarà il futuro della prossima Inter, e di chi sarà il prossimo tecnico per il nuovo progetto di rifondazione nerazzurro, le migliori promesse interiste fioriscono lontano da Milano. Philippe Coutinho, baby talento brasiliano acquistato dall’Inter addirittura all’età di 16 anni, quando militava nelle file del Vasco da Gama, con un costo del cartellino di 3,5 milioni di euro, proprio lontano dai colori nerazzurri sta facendo intravedere le sue qualità migliori. Non avendo rispettato le aspettative dei tecnici interisti, è finito a gennaio in prestito alla seconda squadra di Barcellona, l’Espanyol guidato da Pochettino, cercando in questo modo di non perdere il treno per l’Olimpiade di Londra. Prestito che ha di fatto rigenerato un giocatore di qualità che ad Appiano Gentile durante gli allenamenti riusciva ad inventare giocate da grande campione, puntualmente mai ripetute in partite ufficiali. Qualche buono spunto nei match giocati in Serie A, trovando anche una bella rete contro il Cagliari, ma senza la fiducia e la continuità il giocatore non trova lo spazio adeguato a far esplodere le sue potenzialità. L’esperienza spagnola rappresenta un’enorme opportunità per dimostrare a tutti il suo reale valore, e Coutinho non se la lascia scappare dimostrando di essere un vero fuoriclasse.

    Philippe Coutinho © Jasper Juinen/Getty Images Sport

    Nell’ultimo match della Liga il suo Espanyol demolisce il Rayo Vallecano per 5 a 1, grazie anche a una sua doppietta che di fatto lo fa diventare uno degli idoli dei suoi sostenitori. Il primo gol arriva al minuto 9’ con la firma del raddoppio dopo il gol del vantaggio messo a segno da Uche (altro gioiellino arrivato in prestito nel mercato di gennaio), dove il talento carioca deve solo toccare in rete da due passi. La sua seconda marcatura invece è una perla di rara bellezza arrivata al minuto 22, quando da posizione defilata si incunea tra due avversari, riuscendo a dribblare con il sinistro e ad anticipare il portiere con un colpo di destro di precisione assoluta. Al minuto 73’ viene sostituito e si prende una standing ovation meritatissima, a testimoniare come sia entrato sin da subito nel cuore dei tifosi spagnoli. Nonostante la formula del prestito sia senza diritto di riscatto, con una formula secca, rimangono molti dubbi sul suo ritorno a Milano, proprio perché in Spagna sembra aver trovato l’ambiente più idoneo alla sua crescita calcistica.

    Da segnalare inoltre anche il primo gol di Khrin con la maglia del Bologna contro lo Lazio, a testimoniare nuovamente come forse prima di parlare di progetto e rifondazione la dirigenza nerazzurra debba guardarsi in casa propria anziché cercare lontano le nuove stelle. Destro ne è l’esempio lampante, poiché il giovane attaccante inforza al Siena, dopo aver fatto tutta la trafila nel settore giovanile nerazzurro sta dimostrando il suo valore in toscana, dopo essere stato ceduto al Genoa nell’affare Milito. Ora il ritorno di fiamma per Destro da parte dell’Inter  non fa altro che denotare come l’assenza di programmazione e di pazienza nel vedere i giovani maturare sia davvero un gesto di puro autolesionismo. La dirigenza nerazzurra si faccia una domanda e si dia una risposta.

     

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  • Genoa – Juventus 0-0, le pagelle. De Ceglie motorino

    Genoa – Juventus 0-0, le pagelle. De Ceglie motorino

    E’ finita a reti inviolate la partita tra Genoa e Juventus, una partita che ha lasciato dietro non poche polemiche per i torti arbitrali subiti, specie dalla Juventus, che questa volta però ha deciso di rifugiarsi dietro il silenzio stampa.
    La Juventus recrimina per due calci di rigore non concessi da Rizzoli, uno per una plateale trattenuta ai danni di Matri ma il primo a fare il fallo sarebbe stato l’attaccante bianconero, l’altra per un tocco di mano di Sculli; inoltre è stato annullato un gol in posizione regolare a Pepe per un fuorigioco inesistente. Il Genoa, per bocca del suo presidente recrimina invece per un presunto fallo da rigore di Pirlo su Rossi ma il centrocampista della Nazionale Italiana colpisce prima il pallone e poi la gamba del genoano.

    Per fortuna esiste il calcio giocato in campo dalle due formazioni che hanno regalato non poche emozioni e tanta intensità, ai punti la Juventus avrebbe sicuramente meritato la vittoria viste le tantissime occasioni da rete create in tutti i 90′ di gioco. Occasioni che si sono infrante sul muro del bravissimo Frey decisivo in almeno un paio di occasioni e dove non sono bastate le parate del portiere o i salvataggi dei difensori ci hanno pensato i legni della porta a fermare la Juventus con Vucinic che colpisce un palo e una traversa e Pepe. Lo stesso Pepe si vedrà annullare un gol per un fuorigioco inesistente.

    Oltre al portiere Frey il Genoa ha potuto contare sulla grandissima prova di Biondini e di Rossi che ormai ci ha abituato a essere sempre il migliore in campo quando gioca contro la Juventus, sarebbe così anche nelle altre partite sarebbe davvero da pallone d’oro.
    Per la Juventus oltre a Buffon, buona la prova dei due centrali di difesa, Vidal e Caceres, ma anche di De Ceglie, il solito Pirlo e Vucinic che oggi in campo è letteralmente salito in cattedra prendendo le redini del gioco.

    JUVENTUS

    Buffon 6,5: Salva in apertura su Palacio, e in altre circostanze come al solito ci mette una pezza.

    Lichtsteiner 6: Questa volta corre per tutti i novanta minuti ma accompagna poco l’azione.

    Caceres 6,5: Tiene bene le redini della difesa, sempre puntuale nelle chiusure.

    Vidal 6,5: Un solo errore in tutta la partita, quasi sempre in anticipo sugli attaccanti avversari.

    De Ceglie e Palacio © Gabriele Maltinti/Getty Images

    De Ceglie 7,5: Corre tantissimo appoggia l’azione in attacco e aiuta i difensori. Una spina nel fianco per i Genoani.

    Giaccherini 6,5: Nella prima parte di gara sembra imprendibile, cala con il passare dei minuti. (dal 42’st Borriello sv)

    Marchisio 6,5: Sfiora la rete in qualche occasione anche lui pare in crescita ma è ancora lontano dal giocatore di inizio stagione.

    Pirlo 7: Si prende la responsabilità di avviare l’azione con i soliti lanci precisi, si sacrifica in mezzo al campo e sfiora il gol.

    Pepe 6,5: E’ l’attaccante in più della Juventus, ha le occasioni più nitide e segna pure un gol regolare annullato, colpisce il palo ma questa volta non si parla di sfortuna ma di “gol divorato”. (dal 26’st Elia 5: Al limite dell’imbarazzante la sua prestazione, entra ma sbaglia praticamente tutti i movimenti oltre a faticare sulla posizione da tenere in campo)

    Vucinic 7: Il solito Vucinic per ogni giocata buona ne realizza un’altra non buona, ma almeno oggi non aveva l’aria del giocatore svogliato. Dai suoi piedi partono le giocate migliori e colpisce una traversa a portiere battuto.

    Matri 5,5: Qualche tiro che va a sbattere sui difensori avversari, un’attaccante deve segnare.(dal 30’st Del Piero 6: Inventa qualche buona giocata)

    GENOA

    Frey 8: Para tutto quello che c’è da parare sennò ci pensa la fortuna.

    Rossi 7: Chiude tutti i varchi si lancia alla ricerca del gol.

    Carvalho 6,5: Buona prova in difesa poche disattenzioni.

    Kaladze 6,5: Limita i danni in difesa e si divora un gol.

    Moretti 6,5: Deve limitare Pepe e ci riesce alla grande.

    Jankovic 5,5: Sbaglia qualche ripartenza appoggia poco l’azione (dal 61’st Costant 5,5 -Entra per difendere lo zero a zero).

    Kucka 5: Corre a vuoto si vede solo su calcio di punizione e per qualche fallo.

    Biondini 7,5: Recupera una gran quantità di palloni e corre in ogni zona di campo. (dal 88’st Belluschi, sv)

    Sculli 5: Non era in perfette condizioni fisiche e si vede. (dal 46’st Mesto 6 – Si preoccupa della fase difensiva).

    Gilardino 6,5: Pochi palloni ma li sfrutta tutti.

    Palacio 6,5: Si vede poco ma quando è in possesso palla crea sempre panico agli avversari.

    Arbitro Rizzoli 4,5 – Come direbbe Nicchi è in buona fede, ma è anche un’arbitro scarso per la serie A.

    HIGHLIGHTS GENOA – JUVENTUS 0-0

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  • Lazio – Bologna 1-3, le pagelle. Matuzalem ingenuo, Diamanti trascinatore

    Lazio – Bologna 1-3, le pagelle. Matuzalem ingenuo, Diamanti trascinatore

    Successo meritato, quello del Bologna, all’Olimpico di Roma. Tra gli emiliani in evidenza Gillet, Khrin e Diamanti: il primo blinda il punteggio, gli altri due invece regalano giocate eccezionale. Male la Laziom in particolare dietro, e gli unici a crederci sembrano essere Mauri e Klose.

    Lazio
    Diakitè 5: Un serata da dimenticare per lui: in costante difficoltà gli avversari gli sfuggono da tutte le parti.
    Garrido 5: Non ne combina una giusta, perde palloni importanti e in più non riesce a spingere in alcun modo.
    Matuzalem 4: Ingenuità gigantesca nel caso dell’espulsione. Con la squadra sotto di due gol, spegne ogni speranza con un’ora di anticipo.
    Mauri 6: Sebbene non giochi in una posizione a lui congeniale si adatta bene ed è l’unico dei suoi ad impensierire il portiere avversario Gillet..
    Gonzalez 4.5: Quando la squadra ricomincia a crederci lui spegne ogni speranza con un cartellino rosso che lascia i suoi in nove. Per il resto fa poco o nulla.
    Klose 6: Predica nel deserto: prova a fare qualcosa di buono ma gli arrivano pochi palloni giocabili.

    Alessandro Diamanti e Miroslav Klose © Paolo Bruno/Getty Images

    Bologna
    Gillet 7: Ancora una bella prova per il portiere francese che si esalta, in particolar modo, su Mauri nel corso della ripresa.
    Portanova 6.5: Giornata dove corre pochi pericoli e si toglie anche la soddisfazione di bucare la squadra per la quale da sempre fa il tifo.
    Khrin 7: Il suo gol permette al Bologna di mettere in cassaforte la vittoria, ma nel complesso dimostra tanta qualità distribuendo bei palloni all’indirizzo dei compagni di squadra.
    Ramirez 6.5: Si procura l’espulsione di un avversario e gioca una gara dove regala anche belle incursioni.
    Diamanti 7: E’ il trascinatore dei suoi. Realizza un gol a porta sguarnita, centra una traversa e con le sue giocate manda completamente in tilt la difesa di Edy Reja.

    Lazio-Bologna, le pagelle del match
    Lazio
    (4-2-3-1): Marchetti 5,5; Zauri 5 (1′ st Alfaro 5), Diakité 5, Dias 5, Garrido 5; Ledesma 5,5, Matuzalem 4; Gonzalez 4. 5, Hernanes 5,5 (42′ st Kozak sv), Mauri 6 (27′ st Candreva 5,5); Klose. In panchina: Bizzarri, Salustri, Sbraga, Zampa. Allenatore: Reja 5,5
    Bologna (3-4-2-1): Gillet 7; Raggi 6, Portanova 6,5, Antonsson 6; Garics 6, Krhin 7, Mudingayi 6, Rubin 6; Ramirez 6.5 (39′ st Taider sv), Diamanti 7 (22′ st Kone 6); Acquafresca 6,5 (32′ st Di Vaio sv). In panchina: Agliardi, Sorensen, Cherubin, Pulzetti. Allenatore: Pioli 7

    HIGHLIGHTS LAZIO – BOLOGNA 1-3

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  • Milan – Lecce 2-0, le pagelle. Mastro Van Bommel, Bojinov pesante

    Milan – Lecce 2-0, le pagelle. Mastro Van Bommel, Bojinov pesante

    Il Milan batte il Lecce 2-0. Una partita di ordinaria amministrazione, prendendo spunto dalle parole di Arrigo Sacchi, confermate dallo stesso Allegri nell’intervista del dopo gara. Con un Ibrahimovic così diventa tutto più semplice in campionato. Per Nocerino è il nono gol in campionato. Oddo rimane abbagliato dai suoi vecchi compagni di squadra, impietrito difronte alla sapienza tattica di Van Bommel. Tra i giallorossi il migliore in campo è il portiere Benassi. Il colombiano Muriel dimostra di avere numeri importanti, mentre Bojinov è lontano parente di quel ragazzo arrivato in Salento non ancora ventenne.

    Milan Lecce 2-0, le pagelle.

     

    MILAN
    Abbiati 6,5: un pomeriggio tutto sommato tranquillo per l’eroe di Londra. Soltanto Muriel lo desta dal sonno intorno alla metà del primo tempo, mentre in avvio di ripresa è da applausi il tuffo con il quale neutralizza l’unico tiro in porta del Lecce, firmato Bojinov.
    Thiago Silva 6,5: ha visto avversari peggiori durante la sua carriera. Muriel viene preso in consegna da Bonera (6,5), al brasiliano tocca un impacciato Bojinov. Risultato? Un solo tiro in porta nell’arco dei 90′ minuti.
    Van Bommel 7: uno dei migliori calciatori che Milanello abbia visto negli ultimi 10 anni. Raiola l’ha portato in braccio da Monaco in un freddo gennaio dell’anno passato. In meno di 6 mesi è riuscito a scavalcare Pirlo nelle preferenze di Allegri. Anche ieri l’olandese perfetto direttore d’orchestra. Che c’abbia visto giusto il tecnico rossonero?
    Nocerino 7: nono gol in campionato per il centrocampista arrivato da Palermo l’estate scorsa praticamente gratis. A fine partita ha ammesso che se non giocasse con Ibra forse non farebbe tutti questi gol. Noi però crediamo che pochi centrocampisti in Italia abbiano i tempi di inserimento dell’ex rosanero.

    zlatan ibrahimovic | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Robinho 6: è tornato a divorarsi i gol davanti alla porta. Fin quando però fa assist (vedi il secondo gol) ed entra in quasi tutte le azioni decisive (primo gol), lo si può anche perdonare. Quest’oggi i demeriti di Binho vanno anche spartiti con i meriti di Benassi.
    Ibrahimovic 7,5: se riuscisse a mostrare questa strapotenza fisica e tecnica anche in Europa, il Milan potrebbe davvero rappresentare una delle sorprese in Champions League. Purtroppo però lo svedese riserva il formato maxi soltanto in Serie A, esclusivamente con le piccole. Ai rossoneri basta e avanza, anche perché un vecchio proverbio diceva pressapoco così: “lo scudetto si vince con le piccole”.

    LECCE
    Benassi 7: il portiere rosanero si arrende alla deviazione di Miglionico in occasione del gol di Nocerino e alla straordinaria conclusione di Ibra. Nel resto della gara invece compie diverse prodezze che gli consegnano a pieno diritto la palma di migliore fra i suoi compagni di squadra.
    Carrozzieri 5: impotente difronte ad un Ibrahimovic così straripante. Il voto dell’ex rosanero è quello di tutta la difesa leccese, inerme per buona parte dell’incontro.
    Oddo 4,5: tornava per la prima volta da avversario a San Siro. Non è stato sicuramente il ritorno che si aspettava. All’andata riuscì a firmare il classico gol dell’ex nella cocente sconfitta per 3-4 dopo essere stati in vantaggio sul 3-0. L’emozione gli gioca un brutto scherzo, e il vice di Cosmi (quest’ultimo squalificato ndr) lo sostituisce all’intervallo.
    Giacomazzi 4,5: spaesato, quasi timido. Quando ha visto Van Bommel forse avrà sperato un giorno di diventare come lui. Ormai il tempo stringe, 34 primavere sono già passate.
    Muriel 6: magari il paragone con il Fenomeno brasiliano è un po’ azzardato, ma le movenze sono quelle del Ronaldo d’annata. E’ il protagonista dell’azione più pericolosa del Lecce in tutta la partita. Da ieri forse già sogna un futuro in una grande squadra, gli estimatori di certo non mancano al talentuoso colombiano.
    Bojinov 5: ha 26 anni, atleticamente però ne dimostra almeno 5 in più. Appesantito, macchinoso, il bulgaro è quasi irriconoscibile da quel calciatore ventenne capace di vestire maglie prestigiose come quelle della Juventus e del City.

    Milan Lecce 2-0, tabellino
    Milan (4-3-1-2): Abbiati 6,5, Abate 6, Thiago Silva 6,5, Bonera 6,5, Antonini 6, Nocerino 7, Muntari 5,5 (17′ s.t. Aquilani 6), Van Bommel 7, Emanuelson 6, Ibrahimovic 7,5, Robinho 6 (33′ s.t. El Shaarawy s.v.).
    A disposizione: Amelia, Yepes, Zambrotta , Ambrosini, Inzaghi. Allenatore: Allegri 6,5

    Lecce (5-3-2): Benassi 7, Oddo 4,5 (1′ s.t. Obodo 6), Esposito 5, Miglionico 5, Carrozzieri 5 (30′ s.t. Giandonato s.v.), Brivio 5, Blasi 5, Giacomazzi 4,5, Bertolacci 5,5 (35′ s.t. Di Matteo s.v.), Muriel 6, Bojinov 5.
    A disposizione: Petrachi, Seferovic, Piatti, Corvia. Cosmi: 5,5

    HIGHLIGHTS MILAN LECCE 2-0
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  • Ibrahimovic, lite con una giornalista dopo Milan – Lecce

    Ibrahimovic, lite con una giornalista dopo Milan – Lecce

    Post partita infuocato quello di Milan Lecce. La vittoria dei rossoneri (2-0 grazie alle reti di Nocerino e Ibrahimovic), rischia di passare in secondo piano difronte all’ennesimo show dello svedese fuori dal campo.

    Durante un’intervista ai microfoni di Mediaset Premium, Ibra si è rivolto in modo deplorevole nei confronti di una giornalista presente nel terreno di gioco. Dopo averle gentilmente chiesto “Che c…vuoi?”, l’attaccante svedese le ha lanciato il ferma-capelli addosso, per poi essere congedato dal giornalista di Premium. Il gesto di cui il numero 11 rossonero si è reso protagonista non è stato frutto del caso, sebbene ciò non giustifica in alcun modo il suo comportamento.

    zlatan ibrahimovic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Prima dell’intervista con Alessio Conti (il giornalista di Mediaset ndr), all’attaccante era stata chiesta la sua versione circa il presunto strappo avuto con l’allenatore Massimiliano Allegri all’indomani della sfida europea di martedì scorso contro l’Arsenal. I media avevano parlato di un Ibrahimovic furioso contro il tecnico rossonero, a causa del tridente schierato in campo a Londra che avrebbe avuto un effetto particolarmente deleterio sulla prestazione del bomber di Malmoe. Lo stesso calciatore ha risposto per le rime a tale insinuazione, affermando che la categoria dei giornalisti farebbe meglio a stare in silenzio piuttosto che parlare.

    La giornalista presa di mira dallo svedese aveva in precedenza “osato” parlare del suo litigio con Allegri, domandando ad un Ibra sempre più stizzito man mano che proseguiva l’intervista se oggi fosse contento dopo la presunta arrabbiatura con il mister martedì scorso. Il calciatore le risponde che, come altri, anche lei fa parte di quelli che parlano troppo senza sapere, per poi chiudere bruscamente l’intervista. Forse non contenta della risposta, la giornalista avrebbe insistito, continuando a fissare l’attaccante milanista. A questo punto lo svedese ha perso la pazienza, dote per la quale non si segnala di certo come esempio edificante, prima scagliandosi verbalmente per poi lanciarle il ferma-capelli con un lancio degno di un giocatore da pallacanestro.

    1) VIDEO INTERVISTA IBRAHIMOVIC
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    2) VIDEO INTERVISTA IBRAHIMOVIC
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  • Palermo – Roma 0-1, le pagelle. Borini super, Munoz un disastro

    Palermo – Roma 0-1, le pagelle. Borini super, Munoz un disastro

    La Roma torna alla vittoria dopo le due sconfitte consecutive con Atalanta e Lazio grazie alla rete del solito Borini al 3′, autore di un’altra prestazione maiuscola. Tre punti che alimentano le speranze europee giallorosse che danno anche un pò di tranquillità a tutto l’ambiente dopo i mugugni da parte dei tifosi delle ultime settimane. Per il Palermo si tratta del terzo ko di fila, dopo un primo tempo da dimenticare nella ripresa c’è stata la reazione, Mutti dovrà ripartire dai secondi 45 minuti per far ritrovare ai rosanero la via del successo.

    PAGELLE PALERMO – ROMA

    PALERMO

    Munoz 4.5: fatale il doppio errore sull’azione che ha deciso la partita, prima sbaglia il disimpegno servendo Lamela e poi sull’assist dell’attaccante argentino non sale come dovrebbe tenendo in gioco il match winner Borini. Nel primo tempo appare frastornato, quando viene puntato da Lamela va sempre in confusione.

    Mantovani 6: schierato da Mutti al centro della difesa per l’assenza di Silvestre lui che non è un centrale puro, disputa un match attento. Molto meglio del compagno di reparto.

    Acquah 6: il giovane ghanese, che avrebbe dovuto partire dalla panchina, fa il suo dovere tamponando in mezzo al campo. Giocatore di grande quantità e dal futuro assicurato.

    Zahavi 4.5: Mutti lo preferisce ad Ilicic, l’israeliano non ripaga la fiducia concessagli dall’allenatore non riuscendo a combinare nulla di buono nei primi 45 minuti di gioco. All’intervallo Mutti, giustamente, lo lascia negli spogliatoi per far spazio allo sloveno.

    Ilicic 6: bocciato dal primo minuto per il suo recente scarso rendimento, il trequartista viene chiamato in causa dal tecnico ad inizio secondo tempo per cercare di raddrizzare la partita. Con il suo ingresso in campo il Palermo gira meglio e, anche se non si rende particolarmente pericoloso, almeno fa vedere di avere una gran voglia di fare bene.

    Miccoli 6: il bomber tascabile svaria su tutto il fronte offensivo ma cade spesso nella trappola del fuorigioco. Ammonito per uno screzio avuto con Heinze, salterà la sfida di settimana prossima a Lecce contro la sua squadra del cuore.

    Fabio Borini © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    ROMA

    Lobont 7: grandi riflessi quando si oppone da terra sul tiro a botta sicura di Miccoli dopo essersi scontrato con un compagno di squadra. Si fa trovare sempre pronto sulle conclusioni da fuori, un paio di queste insidiose, non facendo rimpiangere Stekelenburg.

    Kjaer 6: il danese ex della gara, uscito ultimamente dalle rotazioni di Luis Enrique, è chiamato a sostituire Juan. Compito difficile per il difensore che esegue i suoi compiti ottenendo la sufficienza in pagella.

    Greco 6.5: schierato a sorpresa da Luis Enrique, il centrocampista fa una grande gara sia in fase di contenimento che in quella propositiva. E’ il migliore del reparto.

    Totti 6: il capitano giallorosso si sacrifica molto scalando a centrocampo per dare man forte ai compagni di squadra. Nel finale la sua abilità di tenere palla è  fondamentale per guadagnare minuti preziosi.

    Lamela 7: primo tempo straordinario per l’attaccante argentino, assist per Borini e finte ubriacanti per Munoz che va in difficoltà. Nella ripresa per poco non segnava con un coast to coast di circa 60 metri, la stanchezza poi prende il sopravvento e cala con il passare dei minuti.

    Borini 7.5: è lui l’uomo del momento della Roma, l’attaccante ex Chelsea firma il suo nono centro in campionato, il settimo nelle ultime nove partite, decidendo il match. E non è la prima volta che toglie le castagne dal fuoco al tecnico asturiano. La rivelazione del campionato. Nessuno, a parte Luis Enrique, si sarebbe aspettato un tale rendimento. Dopo la chiamata di Prandelli per l’amichevole contro gli Stati Uniti, meriterebbe al momento di far parte della spedizione azzurra agli Europei.

    PALERMO (4-3-1-2): Viviano 6; Pisano 5.5, Munoz 4.5, Mantovani 6, Balzaretti 5.5; Barreto 5.5, Donati 6, Acquah 6 (87′ Vazquez sv); Zahavi 4.5 (46′ Ilicic 6); Budan 5 (46′ Hernandez 5.5), Miccoli 6. Allenatore: Mutti 5.5.

    ROMA (4-3-1-2): Lobont 7; Rosi 6, Kjaer 6, Heinze 6.5, José Angel 6.5; Greco 6.5 (78′ Marquinho 6), De Rossi 6, Gago 6 (87′ Simplicio sv); Totti 6; Lamela 7 (80′ Bojan 6), Borini 7.5. Allenatore: Luis Enrique 6.

    HIGHLIGHTS PALERMO – ROMA 0-1

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  • Napoli – Cagliari 6-3, le pagelle. FantaNapoli, super Lavezzi

    Napoli – Cagliari 6-3, le pagelle. FantaNapoli, super Lavezzi

    Fuochi d’artificio al San Paolo nella serata di ieri, con un Napoli scatenato ma un po’ troppo distratto in difesa, anche se mai in difficoltà contro un Cagliari che se si eccettuano Larrivey ed Ibarbo non è mai sceso in campo.

    Napoli

    Cannavaro 6,5: il capitano dei partenopei è una sicurezza per il reparto difensivo e non disdegna le sortite offensive che in questo match gli valgono l’ambito premio del gol, il secondo per i suoi.

    Campagnaro 6: la sufficienza è soltanto perchè dopo un 6-3 non si può non essere magnanimi, ma si perde per ben tre volte Larrivey che lo punisce senza pietà e non ce ne voglia l’attaccante argentino che del Bati ha mostrato di avere proprio poco.

    Gargano 7: è il motorino inesauribile del centrocampo azzurro, recupera palloni a destra e a manca e poi lo ritrovi in attacco a sostenere la manovra, splendida l’azione del suo gol, cominciata con un preciso lancio per Cavani e conclusa con un bel tiro incrociato che  s’insacca alle spalle di Agazzi.

    Hamsik 7: finalmente una prestazione sopra le righe e non da sparring partner, il centrocampista slovacco apre le danze nella serata del San Paolo, con una bella rasoiata dal limite che rompe l’equilibrio e spiana la strada ai partenopei.

    Lavezzi 7,5: sta attraversando un momento di forma splendido, è sempre presente nelle maggior parte delle azioni pericolose dei suoi, fornisce l’assist a Cannavaro, propizia l’autogol di Astori e si procura e realizza il rigore del 4-1. Imprescindibile. 

    Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 5,5; Campagnaro 6, Cannavaro 6,5, Aronica 6; Zuniga 6, Gargano 7 (28′ st Vargas 5,5), Inler 6,5, Dossena 6; Hamsik 7 (18′ st Maggio 6,5), Lavezzi 7,5 (14′ st Cavani 6,5); Pandev 6.
    A disp.: Rosati, Fideleff, Fernandez, Ammendola.

    Ezequiel Lavezzi| © gettyimages

    Cagliari

    Agazzi 5: a fine partita e crediamo anche dopo avrà avuto gli incubi, sognando maglie azzurre arrivare da tutte le parti. Incolpevole su tutti i sei gol subiti alla mezz’ora visto l’andazzo si sarà certamente messo l’anima in pace.

    Astori 5: maldestro nel infilare il proprio portiere alla mezz’ora sul cross teso di Lavezzi, per il resto del match non ci mette le mani come tutto il resto del reparto arretrato. Sa e può dare di più.

    Canini 5: un’ammonizione che ne condiziona la partita non lo esime dal commettere un ingenuo fallo da rigore su Lavezzi all’inizio del secondo tempo, proprio quando sembrava che i suoi potessero creare qualche problema ai napoletani.

    Larrivey 7: una tripletta al San Paolo non è da tutti, peccato che serva a poco ai fini del risultato. Ma almeno avrà la soddisfazione di poterlo raccontare ai nipotini di aver siglato tre reti nello stadio che fu di Maradona.

    Ibarbo 7: il ragazzo è un vero portento, offre due assist al bacio e in fotocopia al compagno di reparto Larrivey ed è sempre una spina nel fianco della difesa di casa.

    Cagliari (4-3-1-2): Agazzi 5; Pisano 5 (1′ st Perico 5), Canini 5, Astori 5, Agostini 5; Dessena 5,5 (21′ st Gozzi 5,5), Conti 5,5, Nainggolan 5,5 (30′ Thiago Ribeiro 5); Ekdal 5,5; Larrivey 7, Ibarbo 7. A disp.: Avramov, Cossu, Ariaudo, Nené.

    HIGHLIGHTS NAPOLI – CAGLIARI 6-3

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  • Tragedia nello Ski Cross, muore il canadese Nick Zoricic

    Tragedia nello Ski Cross, muore il canadese Nick Zoricic

    Ancora una volta la tragica fatalità colpisce il mondo sportivo e dopo le numerose tragedie del 2011, anche il 2012 diventa funesto e triste per lo sport internazionale con l’incidente che ha colpito il 29enne canadese Nick Zoricic che ha perso la vita durante una gara di Ski Cross a Grindewald, in Svizzera.

    Ancora una volta il destino decide, inesorabilmente, di giocare un brutto scherzo diventando molto crudele con lo sfortunato sciatore canadese che non è riuscito ad evitare le barriere di protezione finendoci a sbattere violentemente il capo.

    La dinamica dell’incidente è molto chiara: Nick Zoricic  è pienamente in corsa nella gara svizzera e nel tentativo di sopravanzare i suoi avversari, perde il controllo dopo un salto andando a sbattere violentemente contro le barriere di protezione. La sequenza è drammatica, per il canadese Zoricic, l’impatto risulta essere violentissimo e le sue condizioni sono da subito apparse gravissime.

    Nick Zoricic © Streeter Lecka/Getty Images

    Come succede in queste situazioni, ed ancora freschi risultano purtroppo essere gli attimi di attesa per il povero Marco Simoncelli durante il maledetto gran premio della Malesia di motogp, la sensazione del dramma e della tragedia è apparsa sin da subito evidente, inutili sono risultati i tentativi di rianimare il povero canadese che muore per un grave trauma cerebrale alle 12.35 con la notizia che viene appresa attraverso il comunicato ufficiale della federazione internazionale. Tuttavia, come dimostrano le immagini, il salto è molto pericoloso e risulta veramente incomprensibile la mancanza assoluta di vie di fuga nel tracciato svizzero. Ovviamente la gara è stata annullata, Zoricic aveva cominciato la sua carriera nello sci alpino per poi passare allo Skicross, 36 le gare disputate nel circuito di Coppa del mondo i risultati sportivi più importanti rappresentati da un sesto posto assoluto raggiunto nel 2011 ed  un 8° posto ai mondiali del 2001 a Deer Valley nello Utah.

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  • Ranieri in lacrime Chievo Inter 0-2

    Ranieri in lacrime Chievo Inter 0-2

    La vittoria dell’orgoglio, la reazione di un gruppo vero ad un momento difficile. L’Inter torna alla vittoria dopo 47 giorni superando il Chievo al Bentegodi ritrovando entusiasmo e convinzioni in vista dell’importantissimo match di Champions League in programma martedì a San Siro contro il Marsiglia in cui servirà una prestazione super per ribaltare il risultato e continuare a dar un senso ad una stagione al momento decisamente compromessa. Ranieri in lacrime nel finale sconfessa in qualche modo il suo credo tattico dando finalmente riposo a Cambiasso dopo la contestazione ma affidando sopratutto a Sneijder le chiavi del gioco nerazzurro. L’olandese risponde con una ottima prestazione impreziosita dai suoi soliti assist illuminanti e una traversa.

    Ranieri in lacrime Chievo Inter | ©Dino Panato/Getty Images
    Chievo Inter 0-2, la partita I nerazzurri ritrovano vittoria e gioco nel giorno del 104° compleanno confermando di aver ancora orgoglio e voglia di riacciuffare una stagione nata male e quasi compromesse. Al Bentegodi l’Inter gioca da Inter comandando per tutto l’arco del match la gestione della palle e lasciando al pur ostico Chievo solo qualche ripartenza. Sneijder guida il gioco nerazzurro ma è l’intera squadra a voler dare dimostrazione di impegno e determinazione ai tifosi e alla società tutta. Tante le occasioni create nel primo tempo la più ghiotta dagli undici metri con Milito, il principe però non angola troppo e Sorrentino tiene partita i suoi. Il rigore sbagliato poteva esser un altro segnale di una annata decisamente no ma l’Inter questa volta non si disunisce e nel finale di partita trova un incoraggiante doppietta con Samuel e Milito. Ottima la prestazione di capitan Zanetti che risponde alle contestazione dimostrando tutto il suo valore.

    Chievo Inter 0-2 le pagelle
    Sneijder: 7
    L’olandese dopo tanti infortuni e prestazioni incolori dimostra di star ritrovando la condizione e sopratutto la determinazione dei giorni migliori.
    Sorrentino: 7 ci prova in tutti i modi a tener in partita il Chievo, respinge un calcio di rigore.
    Zanetti: 6,5 Il capitano non si discute. Risponde alle critiche con la solita determinazione.
    Pellissier: 5Il capitano inizia a perder colpi. Poco lucido e quasi mai pericoloso.
    Forlan: 5,5 Gira spesso a vuoto
    Andreolli: 5 Crolla nel finale dimenticandosi prima Samuel e poi Milito

    Video Chievo Inter highlights
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