Una notizia tristissima e inattesa sconvolge il calcio italiano nel giorno prima del week end calcistico, è morto a soli 43 anni Francesco Mancini portiere del Foggia dei record e adesso preparatore atletico del Pescara di Zeman. L’ex portiere era un uomo di fiducia del tecnico boemo tanto da averlo voluto prima come giocatore nel Foggia con cui ha giocato per quasi 10 stagioni difendendo i pali nella scalata dalla serie C fino alla serie A diventando uno dei primi portieri da calcio moderno. Francesco Mancini infatti interpretava al meglio il modulo di Zeman trasformandosi spesso in libero uscendo alla disperata o comunque prendendosi l’onere di far ripartire l’azione da fuori l’area di rigore. Nella sua carriera agonistica oltre alla maglia del Foggia ha difeso per un breve periodo la maglia della Lazio prima delle importanti esperienze con la maglia del Bari e del Napoli. Diventando un pupillo dei tifosi, chiude la carriera agonistica al Fortis Trani dopo aver vestito anche le maglie di Pisa, Sambenedettese, Teramo, Salernitana e Martina.
Scoperto l’accaduto Zeman è scoppiato in lacrime mentre il presidente del Pescara affranto ha così commentato “Siamo sconvolti. Quando ho saputo la notizia, non volevo crederci. Pescara perde un ragazzo eccezionale e un professionista serio. Francesco era una persona dall’umanità incredibile. Aveva giocato ad alti livelli, ma fuori dal campo era una persona semplice ed umile. Un ragazzo da dieci e lode. Ci mancherà da matti”. La partita questo pomeriggio si giocherà ugualmente in quanto la Lega ha rigettato la richiesta di rinvio presentata dal Pescara e accettata dal Bari, squadra di cui Francesco Mancini è stato una bandiera.
Video Un piccolo ricordo di Francesco Mancini apparso in serata su Youtube
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Dopo le dichiarazioni ad effetto sulla volontà di sistemare la situazione pendente nei confronti del Fisco Italiano e divenire, poi, testimonial della lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese, con la conseguente risposta del direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera orientata ad un’apertura in tal senso, Diego Armando Maradona ritorna alla ribalta delle cronache per un episodio – quantomeno singolare – che lo ha visto protagonista negli Emirati Arabi, dove l’ex Pibe de Oro ed attuale tecnico della squadra locale dell’Al Wasl, ha vissuto una serata in stile “Hooligan”, abbandonando l’aplomb che il suo ruolo gli imporrebbe, ma solo per rispondere alle “ragioni del cuore”.
Dopo la sconfitta della sua squadra nella partita contro l’Al Shabab per 2 a 0, infatti, sugli spalti si sarebbe accesa una pesante discussione che ha coinvolto l’attaccante brasiliano Ciel, in forza all’Al Shabab, e l’entourage dello stesso Maradona: a seguito dell’alterco, i tifosi dell’Al Shabab hanno reagito insultando il tecnico argentino e la sua compagna Veronica, presente in tribuna ad assistere all’incontro, contribuendo ad accendere un forte clima di tensione sugli spalti.
Un’atmosfera divenuta incandescente e che ha richiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine, e che ha coinvolto anche un’altra donna presente in tribuna, ossia la moglie del calciatore dell’Al Wasl Juan Ignacio Mercier che sarebbe caduta dalle scale in tribuna.
Pertanto, visto il clima di grande tensione, Diego Armando Maradona al termine del match ha deciso di abbandonare la panchina per salire immediatamente in tribuna per difendere la sua fidanzata, proteggendola dagli attacchi verbali e dagli insulti di coloro che Maradona stesso ha definito “vigliacchi, che non hanno il coraggio di affontare altri uomini e se la prendono con le donne”.
Una spiegazione doverosa a margine della singolare vicenda, che Maradona ha ritenuto opportuno dover fornire ai tifosi della sua squadra, rivolgendo loro anche un invito a “non prendersela con me, ma con chi ha provocato tutto questo”.
Video Maradona litiga con i tifosi dell’Al Shabab per difendere Veronica
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Gli Indiana Pacers proseguono la loro marcia playoff, seppur con qualche alto e basso, ed hanno la meglio sui Washington Wizards. A trascinare la squadra gialloblu è il leader Danny Granger che piazza 25 punti e 7 rimbalzi. Al team della capitale invece non bastano nè la doppia doppia di Nenè (da 16 punti e 13 rimbalzi) nè i 20 punti di Jordan Crawford.
Dallas torna a Miami, parquet dove lo scorso giugno festeggiò il titolo di campione NBA, ma questa volta non ci saranno dolci ricordi per i texani letteralmente dominati dagli Heat desiderosi di riscatto dopo le Finals 2011: dopo un primo quarto giocato discretamente i Maverciks cedono di schianto agli avversari e chiudono il match con un passivo di 21 punti, il migliore per gli ospiti è il solito Dirk Nowitzki che piazza 25 punti. Per i padroni di casa invece ci sono 19 punti e 9 rimbalzi (identico bottino) per Lebron James e Chris Bosh mentre Dwyane Wade porta alla causa 16 punti, così come Haslem in uscita dalla panchina.
Dopo i 22 punti di ieri, nella vittoria di Oakland contro i Warriors, prosegue il grande momento di forma del nostro Marco Belinelli che infila 27 punti (suo nuovo season high) ma la sua ottima prova non basta ai New Orleans Hornets per piazzare la seconda vittoria consecutiva in trasferta, a Portland. La guardia azzurra aggiunge anche 3 assist e 3 rimbalzi e trova un buon contributo dall’ala grande Carl Landry che arriva a quota 24 punti ma le rotazioni troppo corte della squadra (fuori 4 titolari su 5 ed i primi 2 panchinari!) condannano la franchigia della Louisiana che quantomeno dimostra di combattere in ogni partita al contrario di qualche altra squadra che perde intenzionalmente per avere più probabilità di arrivare alla prima scelta assoluta del prossimo Draft. I Blazers trionfano invece grazie a 6 giocatori in doppia cifra tra i quali il migliore è LaMarcus Aldridge con 25 punti, 12 rimbalzi e 5 assist, 18 punti provengono da Matthews e Felton sigla la doppia doppia da 12 punti e 10 assist. A margine della sfida il proprietario dei Blazers Paul Allen ha smentito le voci di cessione della squadra.
Infine nell’ultima gara della notte i Lakers cadono in casa al cospetto degli Oklahoma City Thunder: tanti applausi all’inizio del match per il grande ex Derek Fisher (passato qualche giorno fa ai Rockets che lo hanno tagliato e che ha firmato un contratto con i Thunder) che a Los Angeles ha trascorso 13 delle sue 16 stagioni NBA vincendo 5 titoli. I gialloviola iniziano alla grande ma si squagliano come neve al sole al cospetto del talento degli ospiti che ormai vengono universalmente dichiarati come i probabili vincitori del titolo NBA a giugno. Doppia doppia per l’asso Kevin Durant (21 punti ed 11 rimbalzi), gara pazzesca per Russell Westbrook che sigla 36 punti ed è decisivo nei momenti cruciali. I padroni di casa pagano ancora una volta le ostinazioni di Kobe Bryant che prende tiri in isolamento (un suicidio contro questi Thunder), per lui 23 punti ma con un orrido 7/25 dal campo, ottimo Andrew Bynum con 25 punti, 13 rimbalzi e 4 stoppate ma per dare fastidio ad Oklahoma City onestamente serve molto ma molto di più.
Risultati NBA 29 marzo 2012
Indiana Pacers-Washington Wizards 89-93 Ind: Granger 25, West 14, Hill 14 Was: Crawford 20, Nenè 16, Wall 13
Miami Heat-Dallas Mavericks 106-85 Mia: James 19, Bosh 19, Wade 16, Haslem 16 Dal: Nowitzki 25, Odom 12, Carter 11, Wright 11
L’assenza di Danilo Gallinari priva la sfida tra Toronto e Denver del derby azzurro con Andrea Bargnani, ma il lungo italiano non si fa distrarre da nulla e gioca la prima partita notevole dal rientro in campo dopo l’infortunio al polpaccio chiudendo con 26 punti. Agli ospiti invece non bastano i 26 punti e 9 assist di Lawson.
Nonostante le pesanti assenze di Stoudemire, Lin e Jeffries i New York Knicks travolgono i Magic giocando una grande partita: il protagonista del successo è Carmelo Anthony (anche lui in non perfette condizioni fisiche) capace di scrivere a referto 25 punti con 5 rimbalzi e 6 assist, prezioso come al solito il rookie Iman Shumpert (25 punti) ed ineccepibile la difesa di Tyson Chandler su Howard tenuto a soli 12 punti e 5 rimbalzi dal campo. I Knicks tornano ad avere più vittorie e meno sconfitte in classifica (26-25 il record).
Ancora una volta un fantastico Kevin Love da 40 punti e 19 rimbalzi guida i Timberwolves all’affermazione su Charlotte e non sembra poi così improbabile la sua elezione ad M.V.P. della regular season a fine anno. Per i Bobcats il top scorer è Maggette con 22 punti.
Detroit sbanca Cleveland grazie ai 29 punti di Prince. I Cavaliers, alla prima vera crisi della stagione, hanno 22 punti, 9 rimbalzi e 6 assist dal rookie prima scelta assoluta all’ultimo Draft Kyrie Irving.
Ottimo periodo di forma per i Boston Celtics che continuano a battagliare con i Sixers per il primo posto dell’Atlantic Divison: a guidare i biancoverdi alla vittoria contro Utah sono Garnett (doppia doppia 23 punti e 10 rimbalzi) e Pierce (20 punti) mentre ai Jazz non servono i 19 punti, 7 rimbalzi e 5 assist di Hayward ed i 18 punti e 12 rimbalzi di Jefferson.
Indiana crolla contro i Nets sotto i colpi di un ottimo Deron Williams che alla fine piazza 30 punti e 9 assist. Per i Pacers ci sono 22 punti di un sempre più positivo Paul George.
Chicago espugna Atlanta: ormai non serve più citare l’assenza di Derrick Rose perchè i Bulls giocano di squadra e riescono a sopperire a tutte le defezioni. Il top scorer dei rossoneri dell’Illinois è Deng con 22 punti seguìto da Boozer con 20. Gli Hawks hanno in Josh Smith il miglior realizzatore con 19 punti.
Bene anche San Antonio che infila l’ennesimo successo questa volta sul parquet non proprio facile dei Kings: finalmente si rivede a grandi livelli Manu Ginobili che chiude con 20 punti , doppia doppia per Parker (10 punti e 10 assist ai quali aggiunge 7 rimbalzi), fondamentali Duncan (18 punti) e Leonard (19). Per Sacramento super prestazioni del rookie Thomas (28 punti e 10 assist) e del centro Cousins (25 punti ed 11 rimbalzi).
Sorridono anche i Clippers che hanno la meglio contro Phoenix grazie ad un ritrovato Blake Griffin (27 punti e 14 rimbalzi) e ad un solido Chris Paul (15 punti e 15 assist). Nash brilla in cabina di regia (15 assist) ma è nocivo al tiro (solo 1 punto) e quindi non servono ai Suns i 23 punti di Marcin Gortat.
Successo esterno (ad Oakland) rotondo per i New Orleans Hornets con un Marco Belinelli in grande evidenza autore di una performance da 22 punti (con soli 13 tiri) e 6 assist. Fondamentali per gli ospiti anche i 20 punti a testa di Landry e Jack, mentre per Golden State l’unica prova di rilievo è quella di David Lee che chiude con 28 punti, 7 rimbalzi e 5 assist.
Si è concluso con un pareggio a reti inviolate il big match di San Siro fra Milan Barcellona, uno 0-0 che lascia intatte le speranze di qualificazione per i rossoneri. Nel Diavolo da lodare la prestazione dell’intero reparto difensivo, capace di mantenere la porta inviolata al cospetto dei blaugrana. Robinho fallisce l’ennesimo gol, Ibra tira in porta una sola volta. Tra i catalani non brilla la stella di Sanchez, mentre Xavi e Messi confermano la propria natura extra-terrestre.
Milan Barcellona 0-0, le pagelle
MILAN Abbiati 6,5: San Abbiati da Londra salva il risultato in più di un’occasione, non sempre in maniera legale però, come quando atterra Sanchez in area nel corso del primo tempo. L’arbitro Eriksson però lo grazia. Antonini 7,5: il sito dell’Uefa l’ha nominato man of the match di ieri sera, in virtù di due salvataggi prodigiosi prima su Sanchez e poi nel finale sul neo entrato Tello. E’ anche grazie a lui che il Milan può considerarsi ancora in gioco per un posto in semifinale. Mexes 6,5: il francese gioca una prova attenta, mostrandosi sempre lucido nei disimpegni. Mostrasse tale concentrazione anche nelle partite di campionato sarebbe un campione. Nesta 7: tornato dall’infortunio viene subito catapultato nella partita più difficile della stagione rossonera. Fino a quando le gambe lo sorreggono si erge a totem della difesa, senza far rimpiangere l’assenza di Thiago Silva. (75′ Mesbah 6) Bonera 7: conferma di attraversare un periodo di forma eccezionale, forse il suo migliore anno da quando è approdato al Milan. Prima a destra e poi al centro dopo l’uscita di Nesta, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Ambrosini 7,5: insieme ad Antonini il migliore in campo. Il capitano rossonero sfodera una prestazione tutta cuore, costruendo un muro invalicabile per l’attacco blaugrana. Insieme ai difensori centrali ferma Messi. Partita indimenticabile per il numero 23 del Diavolo. Seedorf 6,5: l’olandese disputa un buon primo tempo, durante il quale offre una bellissima palla ad Ibrahimovic che lo svedese spreca a tu per tu con Valdes. Cala nella ripresa, in ogni caso resta positiva la prestazione di mister Champions. Nocerino 6: svolge bene il compito di pressare il centrocampo blaugrana, senza però disdegnare qualche inserimento dei suoi in attacco, come in occasione del secondo tempo quando butta all’aria un pericoloso contropiede dei suoi compagni di squadra. Boateng 5,5: il ghanese non è al massimo della forma e si vede. E’ sua la prima clamorosa opportunità da gol, però il Boa si addormenta al momento di tirare. Da lì in poi il nulla. Allegri lo sostituisce con Emanuelson (5,5) alla metà della ripresa. Robinho 4,5: lontano anni luce dal giocatore capace di rifilare due gol all’Arsenal negli ottavi. Ciò che spreca al primo minuto è da suicidio sportivo. In seguito non fa nulla per farsi perdonare. Pochi minuti dopo l’inizio della seconda frazione lascia il posto ad El Shaarawy (6). Ibrahimovic 5: lo svedese offre un’altra prova insufficiente in campo internazionale. Contro i suoi ex compagni di squadra si fa vedere solo verso la metà del primo tempo, quando imbeccato ottimamente da Seedorf calcia debolmente di sinistro sui guanti del portiere blaugrana. Al Nou Camp il Milan avrà bisogno anche del suo apporto per ottenere il pass qualificazione.
BARCELLONA Valdes 6: deve compiere una sola parata nell’arco dei 90′ minuti, proprio quella sull’attaccante svedese. Per il resto ordinaria amministrazione nonostante i primi 10′ minuti non fossero stati del tutto piacevoli per l’estremo difensore del Barca. Dani Alves 7: si legge terzino ma è a tutti gli effetti l’attaccante aggiunto dei blaugrana. Uno dei migliori laterali al mondo. L’avversario più pericoloso? Il terreno di San Siro. Piqué Mascherano 6,5: seguono Ibrahimovic come un’ombra. Se non si trattasse di una partita di calcio le fidanzate sarebbero anche gelose del trattamento speciale riservato al bomber di Malmoe. Puyol 6: partita senza sbavature per il capitano del Barca, il quale può recriminare su una trattenuta subita in area di rigore e non vista dall’arbitro Eriksson. Xavi 7: un maestro del pallone, quello che fa con Messi e Iniesta è un qualcosa di sconosciuto ai più. Limited edition Barca. Sergio Busquets-Keita 6: scelti da Guardiola per fronteggiare la forza fisica dei rossoneri, svolgono discretamente il proprio compito. Senza infamia e senza lode. Iniesta 6,5: il gemello diverso di Xavi mostra tutta la sua classe anche su un campo così disastrato come San Siro. Qualcuno potrebbe gridare allo scandalo per il fatto che né lui né Xavi abbiano mai vinto il Pallone d’oro. Una spiegazione però c’è…(67′ Tello 6,5) Messi 7: ecco il motivo per il quale nessun calciatore può aspirare al trono di migliore al mondo. Quando ha la palla fra i piedi illumina la scena e crea sempre pericoli. Non nella sua versione migliore, tanto basta però per mettere paura alla Curva Sud rossonera. Sanchez 5: il cileno si accende solo a sprazzi. Meriterebbe il calcio di rigore dopo l’entrata a valanga di Abbiati. Ci pensa poi Antonini a rovinargli la serata con un recupero mozzafiato alla fine del primo tempo. (77′ Pedro s.v.)
MILAN BARCELLONA 0-0, ANDATA QUARTI CHAMPIONS LEAGUE, HIGHLIGHTS
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Un pò di emozione, la faccia pulita ma anche tanta determinazione. E’ così il primo giorno da tecnico dell’Inter di Andrea Stramaccioni, il giovane tecnico promosso dalla Primavera per dar una nuova sterzata alla stagione dell’Inter compromessa da molte scelte opinabili dalle società e dai tecnici che si sono succeduti. Promosso da stampa e tifosi Andrea Stramaccioni proverà a conquistarsi la conferma in questo ultimo scorcio di stagione cercando di conquistare più vittorie possibili e magari di intralciare la corsa verso lo scudetto del Milan alla penultima di campionato.
“E’ un bel sogno – esordisce Andrea Stramaccioni in conferenza stampa – perché siamo passati dalla vittoria di Londra, che ora sembra lontana qualche mese, a quello che è successo nelle ultime ore. E’ stata una chiamata totalmente inaspettata, un sogno che mi ha regalato il presidente Moratti e che spero di onorare. E’ un altro mondo, la prima squadra è distante anni luce dalla Primavera. Per me è un orgoglio allenare questi grandi campioni, il termine paura è inesatto, io penso solo al lavoro”.
La conferenza stampa è stata poi interrotta dall’arrivo di Mario Balotelli adesso soltanto di passaggio alla Pinetina per un saluto agli amici di un tempo e al nuovo allenatore. La faccia di Andrea Stramaccioni è eloquente, chi sa se è un riavvicinamento per un clamoroso ritorno.
Video Balotelli interrompe la prima conferenza stampa di Andrea Stramaccioni
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Nella notte NBA sono state 7 le partite disputate, prosegue il buon momento di forma dei San Antonio Spurs che sbancano Phoenix, un grande Kobe Bryant (da record) guida i Lakers alla vittoria nel derby californiano contro i Warriors. Milwaukee resta viva nella lotta playoff ad Est con l’affermazione contro gli Atlanta Hawks, tutto facile per i Sixers che hanno la meglio sui Cleveland Cavaliers. Memphis supera Minnesota, i Thunder battono Portland mentre il derby texano tra Dallas e Houston va ai Mavericks.
Quasi 20 punti di scarto e successo facile facile per Philadelphia contro Cleveland. Mattatore dell’incontro è lo scatenato Jodie Meeks che fissa il suo nuovo career high a quota 31 punti. Per gli ospiti invece ci sono 14 punti di Anthony Parker ed un Irving da 12 punti che tira molto male (4/13 complessivo) a cui aggiunge 7 assist.
Vittoria vitale per i Milwaukee Bucks contro Atlanta in ottica playoff: inarrestabile Monta Ellis che infila 33 punti con 8 assist, ben coadiuvato da Jennings (18 punti ) e Gooden (16). Agli Hawks non basta la prova monstre di Josh Smith autore di 30 punti e 18 rimbalzi, delude invece Joe Johnson alla fine con soli 11 punti ed un pessimo 4/14 al tiro.
Anche senza uno dei pilastri della squadra, il centro Marc Gasol, i Memphis Grizzlies riescono a portare a casa la vittoria contro i Minnesota Timberwolves: il quintetto di partenza dei padroni di casa va tutto in doppia cifra, il migliore è Rudy Gay con 21 punti con Cunningham che piazza la doppia doppia da 13 punti e 14 rimbalzi. Per i T-Wolves come al solito brilla la stella di Kevin Love (28 punti ed 11 rimbalzi) ma le defezioni di Rubio (out per la stagione), Barea, Milicic e Pekovic (da valutare giorno per giorno le loro condizioni) fanno scivolare sempre più in basso le quotazioni della squadra che solo 2 settimane fa sognava i playoff.
Il derby texano tra Mavericks e Rockets va a Dallas che si impone nonostante un primo quarto non proprio all’altezza (30-19 per Houston). La rimonta dei Mavs arriva grazie a Nowitzki (21 punti), Beaubois (14) e Terry (12) mentre agli ospiti non bastano i 22 punti di Scola.
Ottimo periodo di forma per i San Antonio Spurs che inanellano la quinta vittoria consecutiva a spese dei Phoenix Suns: i cardini della squadra Tim Duncan (26 punti ed 11 rimbalzi) e Tony Parker (24 punti) guidano i texani alla vittoria, mentre per il team dell’Arizona sono inutili i 32 punti di Shannon Brown, i 21 punti con 14 rimbalzi di Gortat ed i 16 punti ed 8 assist di Nash.
I Thunder espugnano Portland e proseguono la loro corsa solitaria in testa alla Western Conference: 32 punti per Westbrook, 25 per Durant e 21 punti di un perfetto James Harden ottenuti prendendo solo 7 tiri! Ai Blazers non servono i 21 punti di Hickson ed i 20 di Aldridge.
Infine ottima vittoria per i Los Angeles Lakers che nel derby californiano giocato ad Oakland contro i Warriors trionfano trascinati dai 30 punti di Bryant (autore di alcuni canestri incredibili nei minuti finali) e dai 19 punti e 17 rimbalzi di Pau Gasol. Per GoldenState invece 3 giocatori scollinano oltre i 20 punti, Lee e Rush chiudono a quota 23 e Thompson ne piazza 20. Bryant inoltre diventa il secondo giocatore della storia NBA ad aver realizzato più punti con una sola squadra (al momento sono 29.283 quelli fatti con i Lakers), superato Michael Jordan (fermo a 29.277 con i Bulls), davanti c’è adesso solo Karl Malone che con i Jazz realizzò 36.374 punti.
La quiete prima della tempesta. Volti distesi e sorrisi tirati hanno caratterizzato la vigilia di Milan Barcellona. Domani a San Siro andrà in scena la sfida più affascinante dei quarti di Champions League. Allegri da una parte e Guardiola dall’altra hanno sciolto gli ultimi dubbi di formazione, o quasi.
Milan Barcellona vedrà anche il duello a distanza fra Ibrahimovic e Messi, con lo svedese pronto a confermare le parole entusiastiche di Mino Raiola rilasciate nella giornata di ieri.
Gli ultimi precedenti non depongono a favore dei rossoneri, ma a Milanello si respira aria di impresa. Davide contro Golia? Forse, però nel calcio nulla può essere dato per scontato.
BINHO O MAXI – Allegri è atteso dal rebus Robinho. Dopo aver saltato gli ultimi 3 incontri, il brasiliano è tornato a disposizione del tecnico in vista del big match di domani. Dietro Binho, che rimane comunque favorito, scalpitano Maxi Lopez ed El Shaarawy. Il primo è dato in ottima condizione e formerebbe con Ibrahimovic una coppia di ex avvelenati, mentre la velocità del Faraone potrebbe mettere in difficoltà i centrali difensivi blaugrana (la lezione di Pato al Nou Camp non è in bianco e nero). A spuntarla però dovrebbe essere ancora una volta Robinho, in quanto costituisce insieme ad Ibra la coppia d’attacco più collaudata.
RIECCO IL BOA – Un rientro fondamentale sarà quello di Boateng, che si riprenderà il ruolo di trequartista, affidato nelle ultime giornate di campionato ad un sorprendente Emanuelson. Il ghanese partirà dal primo minuto, determinato a ripetere le prestazioni casalinghe contro Arsenal e lo stesso Barcellona durante la fase a gironi. Allegri ritrova quel calciatore che in più di un’occasione ha rappresentato l’autentico spartiacque delle ultime due stagioni rossonere, dimostrando di esaltarsi proprio nelle sfide più difficili. Contro i blaugrana il Boa delizierà i suoi tifosi con una delle sue magie?
SENZA THIAGO – La difesa del Milan sarà orfana di Thiago Silva, dopo Ibrahimovic il leader indiscusso della formazione rossonera. Toccherà alla coppia Mexes-Nesta cercare di fermare gli attacchi di Messi e compagni, con il difensore romano che rientra da un lungo stop. Difficile immaginare Bonera al centro della difesa, sopratutto perché si presenterebbe un problema non di poco conto sulla corsia di destra. Bonera al fianco di Mexes costringerebbe Allegri a schierare Antonini sulla destra, lasciando Mesbah a sinistra. L’algerino però ha dimostrato anche nell’ultimo impegno di Champions contro l’Arsenal di non essere ancora pronto per calcare palcoscenici così importanti, sconsigliandone quindi un suo eventuale impiego proprio contro la squadra attualmente più forte del mondo. Discorso a parte per Zambrotta, il quale contro la Roma ha evidenziato una forma fisica a dir poco sconcertante, che indurrebbe qualunque allenatore a concedergli una salutare pausa di riflessione.
IBRA vs MESSI – Solo quest’anno insieme hanno messo a segno qualcosa come 84 gol. La cosa che però fa più rabbrividire è il confronto fra i due. Leo doppia Zlatan, nonostante quest’ultimo stia attraversando la sua migliore stagione da quando gioca in Italia. Il blaugrana ha segnato fino ad oggi 55 reti, 12 in Champions, dove ha raggiunto lo storico traguardo di cinque reti segnate nell’arco dello stesso incontro. Lo svedese viaggia a una media di un gol a partita in Serie A, 22 reti in 23 partite, mentre in Europa ha già raggiunto il suo migliore score personale, con 5 gol negli 8 match fin qui disputati.
CAPITOLO GUARDIOLA – Oltre a Messi, il numero 11 rossonero rivedrà Pep Guardiola. Non è un segreto che il rapporto fra i due sia ormai del tutto compromesso, e lo stesso Ibrahimovic ha confermato che con ogni probabilità non stringerà la mano al suo ex allenatore. Dall’altra parte lo spagnolo ha elogiato lo svedese, ricordando come lo stesso attaccante svedese sia stato fondamentale durante la Liga del 2009, dove il suo apporto fu prezioso per raggiungere il traguardo incredibile di 99 punti in 38 partite.
PRECEDENTI – Gli ultimi scontri fra le due squadre sono terminati quasi sempre a favore del Barcellona. Dal 2000 ad oggi il Milan ha battuto i catalani soltanto in due occasioni. Il successo a San Siro manca dal lontano 20 ottobre del 2004, quando i rossoneri guidati da Ancelotti sconfissero i blaugrana per 1-0 nel gruppo F della fase a gironi grazie alla rete dell’ucraino Shevchenko. Quest’anno i due club hanno già avuto modo di affrontarsi durante il girone eliminatorio. All’andata i rossoneri riuscirono nell’impresa di pareggiare 2-2 in Spagna grazie all’inzuccata di Thiago Silva nei minuti di recupero, dopo che i rossoneri si erano fatti rimontare il gol del vantaggio iniziale di Pato. Partita completamente diversa nel ritorno a San Siro, dove la squadra di Allegri giocò una partita coraggiosa, facendo dimenticare ai propri tifosi l’imbarazzante prestazione del Nou Camp. Ibrahimovic e Boateng risposero colpo su colpo ai catalani, i quali riuscirono ugualmente a vincere grazie al gol di Xavi per il 3-2 finale, che consegnò a Guardiola la vetta del girone.
Milan Barcellona, probabili formazioni Milan (4-3-1-2): Abbiati, Bonera, Nesta, Mexes, Antonini, Ambrosini, Seedorf, Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, Robinho.
Panchina: Amelia, Yepes, Mesbah, Emanuelson, Aquilani, El Shaarawy, Maxi Lopez. Allenatore: Massimiliano Allegri
Nella notte NBA 9 le gare in programma e la sorpresa arriva direttamente da Chicago dove i Bulls padroni di casa vengono stesi dai Denver Nuggets pur privi di Danilo Gallinari. Nessun problema per gli Orlando Magic (contro i Toronto Raptors di Andrea Bargnani) e per i Boston Celtics (contro i derelitti Charlotte Bobcats), i Detroit Pistons vanno a vincere a Washington. Seconda sconfitta di fila (ed anche pesante) per i Miami Heat al cospetto dei Pacers, Utah travolge i Nets mentre va ai New York Knicks l’importante sfida contro i Bucks per l’ultimo posto playoff della Eastern Conference. Belinelli e gli Hornets si inchinano ai Clippers ed infine rimonta vincente degli Houston Rockets contro i Sacramento Kings (KO in overtime).
Partita pessima per Andrea Bargnani (8 punti, 3/11 dal campo e solo 3 rimbalzi) ed i Magic vincono a Toronto guidati dai 28 punti di Anderson e dai 23 con 10 rimbalzi di Howard.
Grazie ad un parziale tremendo nell’ultimo quarto (26-15) i Pistons espugnano Washington: Stuckey è il top scorer di Detroit con 24 punti, per i padroni di casa bene Crawford con 20 punti e tripla doppia sfiorata per Wall (14 punti, 9 assist e 7 rimbalzi per lui).
Vittoria scontata dei Boston Celtics sul parquet dei derelitti Charlotte Bobcats sempre più proiettati verso l’ultimo posto in classifica: superlativa la performance del capitano biancoverde Paul Pierce che infila 36 punti ed aggiunge 10 rimbalzi con Garnett che arriva aquota 24 punti. Tra le fila dei padroni di casa ancora una prestazione eccellente di Gerald Henderson che chiude la sua gara con 21 punti.
Dopo la sconfitta di ieri ad Oklahoma City, arriva un altro KO per i Miami Heat che vengono superati ad Indianapolis dai Pacers: Indiana trova il break decisivo nel terzo quarto e ringrazia i 25 punti di Granger, i 20 di Collison e le doppie doppie di West (10 punti e 12 rimbalzi) e George (16 punti e 10 rimbalzi). Non bastano agli Heat i 24 punti ciascuno della coppia Wade-James.
Dopo i 4 overtime giocati ad Atlanta (persi contro gli Hawks) gli Utah Jazz dimostrano di non accusare la fatica e battono nettamente i Nets: a guidare i suoi compagni ci pensa Millsap con una doppia doppia da 24 punti e 13 rimbalzi, bene Jefferson (19 punti) mentre il rookie Burks ne piazza 15. New Jersey, ormai destinata ai bassifondi della classifica, trova 20 punti da Green e 17 punti ed 11 assist di Deron Williams.
Successo di importanza capitale in ottica playoff quello ottenuto dai New York Knicks sui Milwaukee Bucks (le 2 squadre si contendono al momento l’ottavo ed ultimo posto per la post season ad Est): i bluarancio giocano ridotti ai minimi termini per le assenze di Stuodemire (stagione finita?) e Lin ma vengono trascinati alla vittoria da un Anthony che seppur a mezzo servizio per i postumi dell’infortunio patito qualche settimana fa riesce a segnare 28 punti con 12 rimbalzi. J.R. Smith tira male (9 punti con 3/13 dal campo) ma aggiunge 10 rimbalzi mentre per gli ospiti prova decisamente negativa per Monta Ellis (4 punti e 2/14 al tiro), top scorer Bucks è il ritrovato Dunleavy con 26 punti.
Sorpresa a Chicago dove i Bulls, migliore squadra della Lega, vengono superati dai Denver Nuggets incerottati e privi di Danilo Gallinari: ad incidere di più sul risultato sono Afflalo (22 punti) e Lawson (27), dall’altra parte pesa sempre di più l’assenza di Rose ed a nulla servono i 17 punti del suo sostituto Watson.
Rimonta vincente per gli Houston Rockets che trovano il successo contro i Sacramento Kings in overtime: il texano Patterson (nuovo career high in punti con 24) pareggia il match a quota 99 ma poi Sacramento con Thornton sbaglia il tiro della possibile vittoria a fil di sirena. Nel supplementare Dragic (14 punti e 10 assist) e Parsons mettono i canestri della sicurezza. Ai Kings non serve la prova monstre del centro DeMarcus Cousins da 38 punti e 14 rimbalzi.
I Clippers stendono gli Hornets di Marco Belinelli (7 punti per l’Azzurro) grazie ai 25 punti di Paul ed ai 20 di Griffin.
Risultati NBA 26 gennaio 2012
Toronto Raptors-Orlando Magic 101-117 Tor: Forbes 21, Kleiza 18, James Johnson 13 Orl: Anderson 28, Howard 23, Nelson 18
Washington Wizards-Detroit Pistons 77-79 Was: Crawford 20, Wall 14, Seraphin 12 Det: Stuckey 24, Prince 18, Monroe 10
Charlotte Bobcats-Boston Celtics 95-102 Cha: Henderson 21, Mullens 18, Brown 16 Bos: Pierce 36, Garnett 24, Bass 15
Indiana Pacers-Miami Heat 105-90 Ind: Granger 25, Collison 20, George 16 Mia: Wade 24, James 24, Bosh 14
New Jersey Nets-Utah Jazz 84-105 N.J.: Green 20, Deron Williams 17, Wallace 14 Uta: Millsap 24, Jefferson 19, Burks 15
New York Knicks-Milwaukee Bucks 89-80 N.Y.: Anthony 28, Chandler 13, Davis 13 Mil: Dunleavy 26, Jennings 15, Udrih 9
Chicago Bulls-Denver Nuggets 91-108 Chi: Watson 17,Boozer 14, Lucas 14, Korver 14 Den: Lawson 27, Afflalo 22, Harrington 17
Alla vigilia di un match al cardiopalma in Champions League e in piena corsa per la conquista del 19° titolo nazionale Adriano Galliani ed Ariedo Braida trovano anche il tempo per pianificare il calciomercato Milan per la prossima stagione. La nuova filosofia societaria è oramai chiara ed orientata ad acquistare giocatori giovani e di prospettiva al fianco di parametri zero e colpi low cost di gente esperta e pronta ad esser rigenerata dall’entusiasmo di Milanello. Gli esperimenti vincenti di Van Bommel ed Emanuelson lo scorso inverno e il colpaccio Nocerino questa estate hanno convinto la società di poter abbassare i costi rastrellando il mercato alla ricerca di giocatori in scadenza di contratto.
Se Luis Muriel è al momento un sogno le certezze sembrano esser due parametri zero accostati con insistenza nelle ultime ore alla società di via Turati. Il primo colpo del calciomercato Milan 2012 è Bakaye Traoré centrocampista maliano dal Nancy classe ’85 bravo a far legna in mediana e con una discreta esperienza è stato bloccato ma potrebbe esser utilizzato per qualche scambio sopratutto se venissero rinnovati i contratti di Massimo Ambrosini e Mark Van Bommel.
Il nome più interessante è quello di Jordi Alba duttile esterno sinistro di grandissime qualità che in scadenza di contratto sta attirando su di se l’interesse di tanti club d’Europa. Il Valencia in realtà sembra aver un’opzione di prolungamento di contratto per un’altra stagione ma difficilmente verrà esercitata senza aver la sicurezza di un rinnovo nella prossima stagione. Jordi Alba è un classe ’89 e dovrebbe esser l’ennesima scommessa per il ruolo di terzino sinistro del Milan 2012/13 anche se nel Valencia viene spesso utilizzato come esterno di centrocampo e molto spesso anche come esterno d’attacco.
Video Bakaye Traoré in gol durante la Coppa d’Africa
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Video assist all’esordio con la Spagna per Jordi Alba
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