Vittoria che tiene ancora in gioco l’Udinese per un posto in Champions League quella maturata contro la Lazio. Un 2 a 0 firmato Di Natale e Pereyra ma nel finale succede di tutto: dalle tribune infatti parte un triplice fischio e i giocatori della Lazio, credendo che si tratti di quello dell’arbitro, si fermano. Pereyra invece continua ed insacca in rete con Marchetti a tre quarti campo, e quando l’arbitro convalida scoppia il putiferio: colpi proibiti tra le due panchine, Diasi espulso, Tare che scende dalla tribuna per gettarsi nella mischia e Marchetti che spintona vistosamente l’arbitro. Questo quanto accaduto in chiusura, anche se prima il match non è stato dei più esaltanti.
Guidolin come anticipato alla vigilia si gioca la carta Fabbrini dietro di Natale e a sorpresa schiera anche Abdi e Basta. Piu abbottonata la Lazio che presenta da primo minuto anche Garrido. Al 4’ ci prova Di Natale direttamente su calcio di punizione ma Marchetti si fa trovare pronto e respinge, in seguito ci prova anche Pinzi ma la palla si perde di poco a lato. Ed è ancora lui a provarci ma il portiere capitolino è attendo. L’Udinese gioca meglio e Basta, con un tiro deviato da Garrido, chiama ancora una volta all’intervento Marchetti. Intanto per Reja le cose si complicano visto che perde causa infortunio sia Matuzalem che Biava. Nonostante tutto Rocchi ha una ghiotta occasione di testa, ma Handanovic gli dice di no.
Ad inizio ripresa ci provano sia Asamoah che Di Natale, ma la mira non è delle migliori. La Lazio intanto continua ad arretrare e Basta in piena area potrebbe segnare ma calcia di poco a lato. Il gol comunque arriva al 24’: Domizzi dalla trequarti mette in area un pallone per Di Natale che al volo e in scivolata insacca in rete. La Lazio prova ad abbozzare una reazione ma non riesce a portare pericoli alla porta di Handanovic. Nel finale succede quello che è stato descritto in precedenza con il gol di Pereyra e il conseguente putiferio. I tre punti vanno all’Udinese.
Di Natale 7: In avvio di gara ci prova con una grande punizione ma è nella ripresa che dimostra tutte le sue abilità di bomber. Fabbrini 6: Non segna, è vero, ma corre tantissimo in lungo e in largo per cercare di aiutare al meglio Di Natale. Pinzi 6,5: Più volte prova la conclusione a rete ma nel complesso la sua gara è molto positiva vista la generosità che dimostra in campo, Handanovic 6,5: Deve compiere un solo vero intervento e si fa trovare prontissimo su Rocchi in chiusura di prima frazione. Rocchi 6: Predicatore nel deserto. Fa quel che può e per poco non gli riesce anche un grande gol. Marchetti 6,5: Se l’Udinese non chiude prima i conti è anche merito di qualche sua parata. Scaloni 5: Prova tutt’altro che eccezionale la sua. Da quella parte infatti l’udinese fa quello che vuole.
UDINESE (3-4-2-1): Handanovic 6,5; Benatia 5,5, Danilo 6, Domizzi 7; Basta 6, Pinzi 7, Asamoah 6,5, Pasquale 6; Abdi 5 (14′ st Pereyra 5,5), Fabbrini 6 (27′ st Fernandes 6); Di Natale 6,5 (33′ st Torje 5,5). In panchina: Padelli, Coda, Pazienza, Barreto. Allenatore: Guidolin
LAZIO (4-4-1-1): Marchetti 6,5; Konko 6,5, Dias 5,5, Biava 6,5 (42′ Diakité 6), Scaloni 5; Gonzalez 5,5, Ledesma 6, Matuzalem 6 (37′ Cana 5,5), Garrido 5 (25′ st Kozak 5,5); Mauri 5,5; Rocchi 6. In panchina: Bizzarri, Zauri, Zampa, Alfaro. Allenatore: Reja
Il motociclismo italiano (e non solo) da oggi ha un nome nuovo: è quello di Romano Fenati, sedicenne pilota del Team Italia FMI che milita nella classe Moto 3, ultima nata nel Motomondiale e che ha preso il posto della 125, la “ottavo di litro” andata in pensione con il Gran Premio della Comunità Valenciana dello scorso anno.
Già vincitore del Campionato Europeo Velocità del 125 nel 2011, grazie al successo odierno nel Gran Premio di Spagna, ottenuto in condizioni pazze sul circuito di Jerez de la Frontera, il pilota marchigiano ha conquistato la sua prima vittoria dopo appena Motomondiale, sebbene anche dalla prima gara in Qatar, al suo esordio, avesse dimostrato di avere le doti giuste per affermarsi. Non solo, grazie al successo ottenuto in terra spagnola, Fenati riporta l’Italia sul gradino più alto del podio nella classe minore, successo che mancava da ben 49 gare, ultimo quello ottenuto da Andrea Iannone nel Gran Premio di Catalogna nel 2009.
Semplicemente perfetta la sua condotta di gara in condizioni tutt’altro che semplici vista l’abbondante pioggia che aveva reso molto insidioso l’asfalto di Jerez. Insidie che hanno colpito i suoi principali rivali, ma non lui, che nonostante il grande vantaggio accumulato sui suoi diretti avversari ha continuato a spingere portando a ben 40 secondi il distacco dal secondo classificato, statistica di cui non si ha ricordo nel motciclismo. Niente male per un esordiente di soli 16 anni che ha dimostrato di avere una maturità e un coraggio fuori dal comune.
Proprio per questa caratteristica oggi ha ricordato molto il nostro Marco Simoncelli, un “pazzo” del Motomondiale così come lo ha definito il Dottor Costa, uno che non si risparmiava mai in gara, un altro predestinato che siamo sicuri avrebbe dato ancora tanto al mondo delle corse e che ci è stato strappato via troppo presto. Per molti aspetti questi due piloti hanno molto in comune, anche se per fare simili paragoni è ancora molto presto, il giovane Romano Fenati è ancora all’inizio di un lungo cammino che si spera lo porti a togliersi tantissime soddisfazioni, ma certo è che questa storica affermazione lo pone insieme a tanti nomi illustri che hanno fatto la storia del motociclismo come quello di Valentino Rossi e con il quale i paragoni si sprecano, il pilota marchigiano ricorda infatti tantissimo anche il Rossi di inizio carriera per la “fame di vittoria” che dimostra già di possedere a questa giovane età.
Intanto con un secondo ed un primo posto nelle prime due gare si gode il primato solitario in vetta alla classifica Mondiale con 45 punti, cosa impensabile fino a pochi mesi fa ma che di fatto lo lancia tra i protagonisti di questo sport.
Video ultimo giro trionfale di Romano Fenati a Jerez
Inter Cesena non era una partita facile e su questo era stato chiaro mister Stramaccioni alla vigilia. Il risultato premia i neroazzurri nonostante le enormi difficoltà manifestate durante i 90 minuti di gioco. Ciò che contava per il popolo interista erano i tre punti e alla fine così è stato.
Parte forte l’ Inter subito pericolosi nei primi minuti. Gli uomini di Stramaccioni aggrediscono con un pressing alto e i romagnoli stentano ad entrare in partita . Al 5′ primo tiro in porta della gara ad opera di Guarin, ma la conclusione è debole. Rispondono subito i romagnoli con Ceccarelli , ma il suo tentativo è facile preda di Castellazzi. Prende coraggio il Cesena, ma è l’Inter a rendersi ancora pericolosa con Sneijder e Alvarez. Ottima prova anche di Nagatomo, ispiratissimo sul settore sinistro.Gioca bene l’Inter ma è poco cinica sotto porta e al 20’ fallisce una clamorosa occasione con Pazzini che tira addosso ad Antonioli da pochi metri dalla linea di porta. Al 28′ ci prova Sneijder su calcio piazzato ma la palla finisce di poco alta sopra la traversa. Da sottolineare anche la vivacità di Ricky Alvarez autore di un ottimo primo tempo.
La ripresa vede il Cesena subito pericoloso con Vincenzo Iaquinta, il quale si invola in area avversaria ma calcia di poco alto sopra la traversa della porta difesa da Castellazzi. L’Inter riparte un po’ più compassata rispetto ai primi 45 minuti di gioco. Sneijder prova ad imbeccare Pazzini con un tocco delizioso in area, ma il solito Antonioli respinge. Immediato rovesciamento di fronte da parte del Cesena che colpisce la traversa con Iaquinta. Al 56′ primo colpo di scena della gara. Ceccarelli riceve palla e calcia sul secondo palo con la palla che si infila in rete dopo una netta deviazione di Nagatomo. Dura soltanto due minuti il vantaggio del Cesena perché l’inter pareggia al 58′ con un tiro da fuori area di Obi, al primo goal in maglia neroazzurra.
Dopo il pareggio Stramaccioni lancia Milito e Zarate per Alvarez e Pazzini e l’Inter riprende a macinare gioco. Al 72′ passano i neroazzurri: Guarin si mette in proprio e scodella dalla destra un traversone, sul quale Zarate impatta di testa per il 2-1 dei padroni di casa. Il finale serve ai neroazzurri per controllare agevolmente il risultato e balzare inaspettatamente al terzo posto in piena lotta Champions.
Le pagelle di Inter Cesena:
INTER
Nagatomo 6,5 : Solito pendolino sulla sinistra. Sfortunato nella deviazione nel goal di Ceccarelli. PILE DURACEL
Zarate 6,5 : La cura Stramaccioni funziona anche per lui. Il goal è di vitale importanza per la rincorsa al terzo posto dei neroazzurri. RINATO
Sneijder 6,5: Vera spina nel fianco della difesa romagnola, le sue iniziative sono fondamentali per il gioco nerazzurro. GENIO DELLA LAMPADA
CESENA
Antonioli 7: Evita una potenziale goleada da parte dei neroazzurri con diversi miracoli. Mica male a 41 anni. ETERNO
Ceccarelli 6,5: Prestazione sufficente, mezzo punto in più per il goal. STANTUFO
Mutu 5: Dovrebbero chiamare “Chi l’ha visto” dopo il match di quest’ oggi. Non entra mai in partita. FANTASMA
INTER :Castellazzi 6; Maicon 6, Lucio 6, Ranocchia 5.5, Nagatomo 6,5; Guarin 5.5, Cambiasso 6, Obi 6.5; Alvarez 6.5 (21′ st Zarate 6.5), Sneijder 6.5 (35′ st Poli sv); Pazzini 5 (15′ st Milito 6). .
La Juventus cala un altro poker e questa volta ad essere travolta dalla fame di scudetto dei bianconeri è il Novara. Al Piola, sotto gli occhi di due personaggi simbolo della gloria Juventina come Boniperti e Platini, la Vecchia Signora allunga le mani sul tricolore anche se il Milan non da segnali di resa e risponde con un perentorio 4-1 al 4-0 che gli uomini di Conte rifilano al Novara.
Parte subito forte la Juventus che sul sintetico di Novara ha il merito (rispetto alla gara di Cesena) di sbloccare subito il riusultato, d’altronde l’intenzione di Conte era evidente con l’inserimento tattico di Giaccherini al posto di De Ceglie e la scelta di dare nuovamente fiducia a Borriello galvanizzato dal gol di mercoledì che ha regalato i 3 punti d’oro contro il Cesena. Già al 16′ la Juve passa in vantaggio con un gioiello di Vucinic: su punizione di Pirlo il montenegrino si libera dalla marcatura e con un tocco vellutato infila all’incrocio della porta difesa da Fontana. I padroni di casa reagiscono nel peggiore dei modi al vantaggio degli ospiti lasciando loro ampia manovra e soprattutto lasciando libero Pirlo a dettare legge in mezzo al campo. Inizia l’assalto dalle parti di Fontana con i tentativi in rete di Marchisio, Pirlo, Lichtsteiner e Giaccherini, ma bisognerà attendere la mezz’ora del primo tempo per il raddoppio di Borriello: su cross di Giaccherini l’ex giallorosso è libero di infilare di testa l’estremo difensore del Novara siglando la sua seconda rete consecutiva in tre giorni. Il primo tempo si conclude con il doppio vantaggio della capolista.
Nella ripresa la musica non cambia, il Novara sembra rassegnato alla sua sorte mostrandosi come la brutta copia della squadra ben organizzata che mercoledì scorso aveva fatto capitolare la Lazio, mentre la Juve dimostra di avere ancora grinta e corsa nelle gambe per cercare la rete del 3-0 che chiuderebbe definitivamente la partita. Rete che puntuale arriva al 50′ con Vidal che raccoglie una respinta corta di Fontana su conclusione di Vucinic. Al 64′ c’è ancora spazio per la gloria per il montenegrino che segna la sua doppietta personale e il suo ottavo centro in campionato. L’attenzione è rivolta ormai al risultato di Siena sperando in un passo falso del Milan che però non arriva. Sul finale ci provano prima Pirlo, che su calcio di punizione colpisce il palo, e poi anche Elia che cerca gloria andando vicino alla rete per tre volte con l’obiettivo di essere il 19° giocatore bianconero ad andare a segno in questo torneo.
Il distacco tra le due pretendenti allo scudetto rimane invariato ma con una partita in meno da giocare. Mercoledì la Juve potrà avere il primo match point, in caso di vittoria e contemporanea sconfitta dei rossoneri sarà scudetto con due giornate d’anticipo, altrimenti si andrà ancora ad oltranza in caso di sconfitta o pareggio della Juve e di vittoria del Milan con la squadra di Conte che può permettersi un passo falso da qui fino alla fine della stagione e rimanere ancora in vetta (per il vantaggio negli scontri diretti, ndr). Novara ormai spacciato e ad un punto dall’aritmetica retrocessione anche se le decisioni della federazione in merito alle vicende del calcioscommesse potrebbero sconvolgere la classifica di Serie A e farlo sperare in un ripescaggio.
PAGELLE NOVARA JUVENTUS
NOVARA:
Fontana 5,5: Costretto ad affrontare l’assalto dei bianconeri senza un’adeguata assistenza dalla sua difesa. Incassa 4 reti ma di responsabilità ne ha poche.
Garcia 5: La sua partita è segnata dalla botta in testa nello scontro con Lichtsteiner. Evidentemente il colpo gli fa perdere l’orientamento perchè la sua gara sarà segnata da interventi fallosi e imprecisi.
Rigoni 6: L’unico dei piemontesi che prova a metter ordine, ma si trova solo a lottare contro gli avversari anche per l’atteggiamento difensivo adottato da Tesser.
Caracciolo 4,5: Se non avessimo letto il suo nome nella lista dei giocatori scesi in campo, non ci saremmo neanche accorti della sua presenza. Non tocca un pallone.
JUVENTUS
Barzagli 6.5: Oggi non ha avuto particolari apprensioni, ma nelle uniche due occasioni in cui si richiedeva il suo intervento si è fatto trovare pronto come al solito. Senza dubbio è il difensore bianconero più continuo della stagione che potrebbe essere coronata da un gol visto che è l’unico dei giocatori maggiormente utilizzati da Conte a non essere andato in rete.
Pirlo 7,5: Lui è il Direttore, i suoi compagni formano l’orchestra. In ogni azione che ha portato al gol c’è sempre la sua firma. Nel finale solo il palo gli nega la gioia del gol.
Vidal 7,5: Corre quanto il pallone. Lui è in ogni parte del campo, difende, recupera palloni attacca e segna. Sono 7 i centri stagionali del centrocampista cileno prelevato in estate dal Bayer Leverkusen per 12 milioni (ora ne vale almeno il doppio) e che di recente ha attirato le attenzioni del Real Madrid.
Vucinic 7,5: Apre le danze al poker al Novara con un gol che da solo vale il prezzo del biglietto. Particolarmente ispirato regala una doppietta ai suoi tifosi quasi a farsi perdonare i periodi di black out durante la stagione.
Borriello 7: Paradossalmente il centravanti ha dimostrato di avere un feeling particolare con il sintetico visto che gli unici due gol della stagione (gol pesanti e decisivi) li ha siglati a Cesena e Novara in meno di 4 giorni. Grande lottatore in campo.
Novara (4-3-1-2): Fontana 5,5; Dellafiore 5 (1′ st Da Silva 5), Lisuzzo 5,5, Paci 5, Garcia 5; Porcari 5, Pesce 5,5, Gemiti 5,5; Rigoni 6; Mazzarani 5,5 (22′ st Radovanovic 5,5), Caracciolo 4,5 (6′ st Morimoto 5). A disp.: Coser, Centurioni, Jensen, Mascara. All.: Tesser 5
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6,5, Bonucci 6, Chiellini 6,5; Lichtsteiner 6, Vidal 7,5 (8′ st Padoin 6), Pirlo 7,5, Marchisio 6,5 (15′ st De Ceglie 6), Giaccherini 6,5; Borriello 7, Vucinic 7,5 (20′ st Elia 6). A disp.: Storari, Caceres, Del Piero, Quagliarella. All.: Conte 7
VIDEO NOVARA JUVENTUS 0-4
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Un poker di rimpianti per i rossoneri dopo Siena Milan e il rammarico che forse più del famoso gol di Muntari a pesare sulla conquista del campionato siano state le assenze di Cassano e Boateng. Allegri quest’oggi seppur senza pedine importanti come Thiago Silva e Nesta in difesa trova una dignitosa prestazione su un campo notoriamente difficile per chiunque rispolverando la grinta di Gattuso in mediana ma lanciando sopratutto il tridente titolare in attacco. Cassano seppur ancora a corrente alternata è la medicina giusta per vitalizzare uno spento Ibrahimovic e i tagli di Boateng, così come le sue conclusione dalla distanza, sono pane necessario per vivacizzare la manovra e renderla imprevedibile per difese attente e troppo chiuse. Oltre alla coppia Cassano Ibrahimovic è da segnalare ancora una volta Antonio Nocerino partito questa volta dalla panchina e autore della sua decima rete in campionato dimostrando di esser fondamentale per i rossoneri.
Al via i playoff NBA 2012 con 4 partite disputate nella notte.
I Chicago Bulls battono i Philadelphia 76ers ma la gioia della vittoria è mitigata dalla perdita di Derrick Rose che nel corso di un’azione di gioco sul finale di partita si procura una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Accompagnato in ospedale per gli esami di rito, l’esito non lascia scampo, per lui post season già finita dopo gara 1 di primo turno. Una vera sfortuna quella che ha attraversato (e sta tuttora attraversando) il talento di Chicago, M.V.P. della scorsa stagione ma che non ha avuto dalla sua parte la buona sorte in questo campionato (quasi 30 le partite saltate in regular season per vari problemi fisisci). E’ proprio lui a trascinare al successo i Bulls con una gara quasi da tripla doppia (23 punti, 9 rimbalzi e 9 assist), Hamilton e Deng aggiungono rispettivamente 19 e 17 punti e Noah chiude in doppia doppia (12 punti e 13 rimbalzi). Agli ospiti non bastano i 19 punti di Brand ed i 16 di Holiday, nonostante l’infortunio di Rose i Sixers non sembrano avere possibilità per il passaggio del turno.
Miami disintegra New York, seppellita sotto uno scarto di ben 33 punti. Gara a senso unico, dominata dagli Heat grazie ad un LeBron James da 32 punti ed un Wade da 19. Assolutamente nulli i Knicks con Anthony in doppia doppia (11 punti e 10 rimbalzi) ma autore di una partita pessima con un plus-minus di -35! Il top scorer bluarancio è Smith con 17 punti mentre brutte notizie arrivano dall’infermeria: il rookie Shumpert, pedina fondamentale soprattutto in difesa per le eventuali marcature su James e Wade, si procura nel corso dei primi minuti del secondo tempo la rottura del legamento del ginocchio sinistro e la rottura parziale del menisco dello stesso ginocchio. Sarà operato immediatamente e per lui i tempi di recupero si aggirano tra i 6 e gli 8 mesi. In bocca al lupo allo sfortunato giocatore.
La sorpresa della notte arriva da Indianapolis dove gli Orlando Magic, dati per spacciati da molti esperti, sbancano il parquet dei Pacers con un parziale di 11-0 nel finale di gara. Sotto per 70-77 a 3 minuti dalla sirena sono decisive 2 triple consecutive di Jason Richardson (5 per lui in totale) che portano avanti i Magic sul 78-77. Indiana non ha più le energie per recuperare e cede nonostante i 19 punti di West ed i 17 di Granger. Orlando sorride con i 17 punti del già citato Richardson, i 17 punti e 9 assist di Nelson e la doppia doppia di Glen Davis.
Nell’ultimo match della notte i Thunder faticano tantissimo contro i Mavericks ma alla fine ottengono un successo che vale doppio. Le tante difficoltà di Oklahoma City sono evidenziate dal tabellino dato che solo 5 giocatori riescono a segnare: Durant infila 25 punti, Ibaka 22 (per lui anche 5 stoppate), Westbrook 28 ed il rientrante Harden 19. Il resto lo scrive a referto Sefolosha (solo 5 punti) degli altri non riesce a segnare più nessuno. Dallas invece gioca di squadra e sfiora il colpaccio con i 25 punti di Nowitzki, i 20 di Terry ed i 17 di Marion. Partita decisa ad un secondo e mezzo dalla fine da Kevin Durant con il jumper del definitivo 99-98 nonostante la splendida marcatura di Marion (per il 35 dei Thunder anche parecchia fortuna con la palla che rimbalza su ferro e tabellone e poi si infila dentro).
RISULTATI PRIMO TURNO NBA PLAYOFF 2012
Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 103-91 Chi: Rose 23, Hamilton 19, Deng 17 Phi: Brand 19, Holiday 16, Young 13
Miami Heat-New York Knicks 100-67 Mia: James 32, Wade 19, Chalmers 11 N.Y.: Smith 17, Anthony 11, Davis 10
Indiana Pacers-Orlando Magic 77-81 Ind: West 19, Granger 17, Hill 11 Orl: Nelson 17, Jason Richardson 17, Davis 16
Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 99-98 Okl: Westbrook 28, Durant 25, Ibaka 22 Dal: Nowitzki 25, Terry 20, Marion 17
LE SFIDE DEL PRIMO TURNO PLAYOFF:
Eastern Conference:
1) Chicago Bulls vs 8) Philadelphia 76ers serie 1-0 Bulls
2) Miami Heat vs 7) New York Knicks serie 1-0 Heat
3) Indiana Pacers vs 6) Orlando Magic serie 0-1 Magic
4) Boston Celtics vs 5) Atlanta Hawks serie 0-0
Western Conference:
1) San Antonio Spurs vs 8) Utah Jazz serie 0-0
2) Oklahoma City Thunder vs 7) Dallas M avericks serie 1-0 Thunder
3) Los Angeles Lakers vs 6) Denver Nuggets serie 0-0
4) Memphis Grizzlies vs 5) Los Angeles Clippers serie 0-0
Doveva essere la partita del riscatto per la Roma ed in un certo qual modo lo è stata, purtroppo per i giallorossi il pari, acciuffato in extremis, non serve a molto se non a dare fiducia agli uomini di Luis Enrique, che nel primo tempo del match di ieri e dopo il black out valso il ribaltone del Napoli, hanno dimostrato di essere in grado di fornire prestazioni di ottima qualità.
Il posticipo serale dell’Olimpico è la sintesi di tutta la stagione di entrambe le squadre, la Roma a tratti spettacolare ma inconcludente e molto fragile psicologicamente, mentre il Napoli sornione e cinico, ma troppo distratto e ingenuo su palloni vaganti. Due squadre quelle a confronto che danno dimostrazione di avere un ottimo impianto di gioco, ma che per diventare grandi dovranno studiare ancora molto.
I padroni di casa ci tengono a far bella figura davanti al proprio pubblico per riappacificarsi con i tifosi e soprattutto per dimostrare che il progetto che ha come condottiero il tecnico spagnolo è vivo e ha la massima fiducia di tutta la società. Effettivamente la rabbia agonistica mostrata nel primo tempo fa presagire ad una nottata a forti tinte giallorosse, i romanisti, infatti, dopo aver concesso un paio di occasioni agli avanti partenopei, si scatenano portando avanti con rabbia un vero e proprio assedio, collezionando in 4 minuti, esattamente tra il 25° e il 29°, tre nitide palle gol, la più clamorosa è quella che capita sui piedi di Gago, che da pochi passi riesce a sbagliare un gol praticamente già fatto, su una conclusione di Totti respinta alla bene e meglio da De Sanctis, il centrocampista argentino sul tap-in manda fuori da metri zero. Ci prova poi Bojan a scaldare le mani dell’estremo difensore napoletano con una bella bordata da fuori e sempre il piccolo canterano a fornire un bel assist al compagno Marquinho che di testa spedisce alto, ma per il centrocampista, arrivato a gennaio, l’appuntamento col gol è solamente rimandato, a pochi minuti dalla fine del primo tempo, infatti, il numero 7 porta in vantaggio meritatamente i padroni di casa finalizzando al meglio un ottima manovra sviluppatasi sulla sinistra sull’asse Totti-Rosi, che ha portato quest’ultimo a mettere un ottimo pallone in mezzo per l’accorrente compagno che di esterno sinistro non lascia scampo a De Sanctis.
Si va a riposo con i padroni di casa avanti e sostenuti dal loro pubblico.
Al rientro dall’intervallo ci si aspetta un’ovvia reazione del Napoli che è stato del tutto assente nella prima frazione ed eccola che questa non si fa attendere, passano appena 3 minuti e Zuniga, che durante i primi 45′ era stato impalpabile e completamente sovrastato da Rosi, s’inventa un gol straordinario scagliando un bolide da 30 metri che batte l’incolpevole Lobont e riporta la gara in parità. Un minuto dopo Marquinho, ancora lui, prova ad emulare l’avversario e dalla parte opposta prova a sorprendere De Sanctis con un bel mancino che finisce poco a lato.
E’ l’ultimo sussulto giallorosso che poi per mezz’ora crolla e subisce la pressione degli azzurri che con l’ingresso di Pandev, adesso, provano a vincere la partita creando grossi pericoli alla porta di Lobont fino ad allora quasi mai impegnato, clamorosa l’occasione di Maggio che a tu per tu con l’estremo romanista si fa ipnotizzare e sbaglia clamorosamente. Due minuti dopo però ecco che si consuma la beffa per i padroni di casa, quando Cavani, 22 gol per lui in questa stagione, s’inventa un gol da cineteca, con un tiro a giro sul secondo palo sul quale il numero uno giallorosso nulla può. Sembra il colpo del K.O. per la Roma, per la Champions e per il progetto tanto declamato dall’inizio dell’anno.
La Roma però ha il carattere del proprio allenatore e non vuole mollare dimostrando che è ancora viva e allora ecco che dal protagonista che non ti aspetti viene fuori una splendida giocata, parliamo di quella del giovanissimo Tallo che fatto fuori un avversario sul lato corto dell’area mette dentro un pallone invitante sul quale si avventa Simplicio, bravo e opportunista il brasiliano che sigla il punto del pari salvando Lucho e tutta la baracca.
Un risultato tutto sommato giusto per quello che si è visto in campo, con due squadre che per larghi tratti si sono equivalse e che hanno ancora tanto da migliorare specie nella fase difensiva e di non possesso palla. Un pari però che potrebbe avvantaggiare le dirette concorrenti per il posto Champions, specie l’Inter che oggi affronterà in una gara alquanto semplice un Cesena già retrocesso e che non ha niente da chiedere a questo campionato.
Pagelle Roma
Rosi 6: un primo tempo spettacolare presente sia in fase offensiva, suo l’assist per Marquinho, che in fase difensiva, aggiudicandosi il duello con Zuniga. Poi nel secondo tempo un crollo vertiginoso che lo porta a sbagliare anche le cose più banali.
Gago 6: ha sulle spalle un clamoroso errore che difficilmente dimenticherà e che avrebbe potuto cambiare la partita, ma nel complesso è autore di una buona prova regalando ordine al centrocampo della propria squadra.
Bojan 6: nel primo tempo corre e si danna l’anima, provando anche a rendersi pericoloso, nelle ultime uscite sta cercando di riscattare un campionato nettamente al di sotto di tutte le aspettative d’inizio stagione.
Totti 6: nel primo tempo mette lo zampino in tutte le azioni pericolose della propria squadra, poi cala vistosamente, ma è pur sempre il capitano e al momento la squadra non può prescindere dalla sua presenza in campo.
Marquinho 7: arrivato come oggetto misterioso del mercato di gennaio, si sta rivelando un ottimo acquisto, sigla il gol del vantaggio e arriva più volte vicino al raddoppio, prezioso anche in fase d’interdizione.
Pagelle Napoli
Fernandez 5,5: il sostituto di Campagnaro nella prima frazione di gioco non brilla in difesa e troppo spesso si fa infinocchiare dagli avversari, nel secondo tempo riesce a prendere le misure anche se dalla sua parte arriverà il cross per il punto del pareggio romanista
Zuniga 6: vale lo stesso discorso fatto per Rosi, nel primo tempo subisce la pressione dell’avversario e si schiaccia troppo, al rientro in campo prima si riscatta con un gol strepitoso, approfittando poi dell’entusiasmo e respingendo tutti gli attacchi che arrivano dalla sua parte, nel finale però si fa anticipare troppo facilmente da Simplicio.
Dzemaili 6: nelle ultime gare ha sempre dimostrato di meritare più spazio, in questa si è limitato a svolgere il compitino, senza infamia e senza lode.
Cavani 6,5: quando è in serata è devastante, quando non lo è sparisce dal gioco, la gara di ieri è a mezza via, nullo nel primo tempo, nel secondo s’inventa un gol da cineteca e poi lascia spazio ad un più fresco Lavezzi.
Hamsik 5,5: sembrava essere tornato ai suoi vecchi standard ma ieri sera è stato troppe volte assente dal gioco, bravo in un sola occasione che però Lobont respinge con relativa semplicità.
Termina 1-1 l’attesissimo derby di Sicilia della 35^ giornata di Serie A. Palermo Catania si affrontano a viso aperto senza pressioni di risultato. Rosanero a quota 41 punti ad un passo dalla matematica salvezza. Rossoazzurri a quota 46, oramai lontani da obiettivi europei.
Non si registra il tutto esaurito allo Stadio RenzoBarbera, scenario insolito per il derby isolano. Bortolo Mutti, non rivoluziona la squadra affidandosi ai soliti undici. Montella recupera diversi infortunati e si affida al solito 4-3-3 con Gomez e Barrientos al sostegno dell’ unica punta Bergessio. Partono forte gli etnei, vicinissimi al goal dopo soli 40 secondi con un colpo di testa ravvicinato di Motta, a lato di poco. Il Palermo paga la mancanza di qualità tecnica in mezzo al campo; i rossoazzurri mantengono il pallino del gioco rendendosi ancora pericolosi in due occasioni prima con Bergessio, poi con El Papu Gomez, ma in entrambe le occasioni Viviano risponde presente.
Al 25′ primo episodio cruciale del match. Sciabolata in area di rigore Rosanero da parte di Gomez, sponda di testa di Barrientos e tapin vincente di Legrottaglie da zero metri, 1-0 ospite! Il Palermo prova ad aumentare il ritmo, ma la gabbia etnea funziona perfettamente e i padroni di casa appaiono in serie difficoltà. Ci prova Miccoli a ridosso della mezz’ ora, ma il suo tiro termina alto sulla traversa della porta difesa da Carrizo. La prima frazione termina qui, ottimo Catania, male il Palermo.
La ripresa si apre con un colpo di scena. Altro Palermo, altro ritmo da parte dei padroni di casa, subito in goal con Miccoli al 47′. Scatto fulmineo dell’ attaccante salentino, sinistro a fil di palo e “palla in buca”, 1-1 e tutto da rifare per gli ospiti. Il Palermo cambia marcia e affonda il piede sull’ acceleratore , il Catania bada a difendersi e alle ripartenze. Il finale serve solo per sancire il pareggio tra le due squadre. Finisce così, Palermo Catania 1-1. I rosanero agguantano quata 42 punti in classifica, il Catania consolida il record di punti in Serie A volando a quota 47.
Le Pagelle:
PALERMO
Viviano 6,5: Tornato su grandi livelli, sventa le minacce etnee da ogni angolo possibile. Incolpevole sul goal di Legrottaglie. DI QUI NON SI PASSA
Silvestre 7: L’ex di turno, “il traditore”, per vederla in ottica rossoazzurra. Prestazione di grande livello. Trasmette sicurezza all’ intero reparto. MURAGLIA ARGENTINA
Miccoli 7,5 : Il capitano non si arrende mai e ne da la prova anche nella partita più “sentita” dell’anno! Decisivo il suo goal per le definitive certezze salvezza dei rosanero. ETERNO
CATANIA
Motta 5,5 : Si divora il possibile vantaggio etneo dopo soli 40 secondi. Soffre gli inserimenti di Miccoli dalla sinistra. RIMANDATO
Lodi 6: Solito geometra del centrocampo. Paga le rapide ripartenze dei rosanero, ma riesce comunque a cavarsela egregiamente. PIEDE CALDO
Gomez 7: Scheggia impazzita nella difesa Palermitana. Non lo prendono mai. Salta l’uomo con estrema facilità. Unico neo la poca freddezza sotto porta. FURETTO
Tutte le cose hanno un inizio e una fine. E anche per il Barcellona firmato Guardiola è arrivato il giorno dell’addio. Dopo oggi il calcio non sarà più lo stesso. In questi 4 anni abbiamo forse visto la squadra più forte mai esistita. E il merito non può essere attribuito soltanto a un Messi oppure a un Xavi. Il vero Pallone d’oro dei blaugrana sedeva in panchina. Lascia perché non ha più gli stimoli e motivazioni di un tempo. Il presidente Rosell, subito dopo l’addio di Pep, avrebbe dichiarato: siamo fregati. Eccessivo sì, ma del tutto comprensibile. E a chi già iniziava a scommettere sul nuovo allenatore del Barcellona sarà rimasto spiazzato dall’annuncio di Rosell. Il prossimo anno Messi e compagni saranno guidati da Tito Vilanova, il vice del tecnico spagnolo.
MI FERMO – Guardiola ha detto basta. Lascia la panchina del Barca che in questi anni aveva trasformato nella squadra più forte di sempre. Mancano gli stimoli, le motivazioni per andare avanti. Niente Milan, né Inghilterra, né qualunque altro club. Il tecnico spagnolo starà fermo per un po’. Quanto? Non si è dato scadenze o limiti predefiniti. Il suo è un arrivederci. Un anno, sei mesi, neanche lui ora può saperlo. Una cosa però è certa: tornerà. Perché lo ha confermato oggi, e perché lo richiede il calcio.
L’EREDE – Stupore nella sala del Barcellona quando Rosell e Zubizarreta hanno annunciato il nuovo tecnico per il prossimo anno. Un nome a cui in pochi alla vigilia avevano immaginato. Sarà infatti Tito Vilanova a guidare i blaugrana nel 2012-2013. Scelta coraggiosa da parte della dirigenza spagnola. Definita come “l’unica” dal leggendario portiere spagnolo. In casa Barca si vuole proseguire lungo la strada tracciata da Guardiola. Chi meglio allora del tecnico in seconda? Non sarà però così semplice. I dirigenti blaugrana lo sanno, come anche Tito. E’ anche vero che il proverbio dice: chi non risica non rosica (leggi Berlusconi-Sacchi).
Riviviamo i momenti più belli dei quattro anni di Pep.
SUBITO TRIPLETE – Guardiola si presenta al mondo intero conquistando alla sua prima stagione un memorabile triplete. Il duello con il Real Madrid viene stravinto dai blaugrana, che conquistano il successo nella Liga con 9 punti di vantaggio sui Blancos guidati da Juande Ramos (subentrato al tedesco Schuster durante il girone d’andata). Non c’è solo la Liga però. La cavalcata del Barca registra altri due successi. Da una parte la Copa del Rey vinta agevolmente contro l’Athletic Bilbao, dall’altra il successo in Champions League. Roma, la città eterna, ospita la sfida tra il Barca e il Manchester United. Eto’o e Messi firmano il successo, l’Europa conosce i suoi nuovi padroni.
SGAMBETTO MOU – Al secondo anno sulla panchina del Barcellona, Guardiola conferma di essere un personaggio unico nella storia del calcio. A dicembre 2009 sale sul tetto più alto del mondo. I catalani hanno bisogno di 120′ minuti per avere ragione dell’Estudiantes. Decisivo Messi. Fin troppo semplice il successo in Liga, 99 punti in 38 partite. Abbattuto ogni record. A rovinare la festa blaugrana l’eliminazione dalla Champions League in semifinale contro l’Inter di Mourinho. Una sconfitta però che non avrebbe arrestato la favola catalana.
ANCORA CHAMPIONS – Nella stagione 2010-2011 arriva il terzo successo consecutivo nella Liga e il secondo trionfo europeo in due anni. Spazzato via il Real Madrid dell’ex nerazzurro Mourinho. Il triplete non si concretizza perché gli eterni rivali Blancos riescono a vincere la finale-battaglia della Copa del Rey.
LA FINE – Il 2012 è l’anno del declino. L’ultima gioia nel Mondiale per Club contro il Santos di Neymar, letteralmente annichilito. Il nuovo anno solare però conosce un Barcellona stanco, sopratutto mentalmente. La resa nello spazio di tre giorni. Il Camp Nou fa da teatro sia allo scatto del Real di Mourinho nella Liga, sia all’incredibile trionfo del Chelsea. Guardiola sapeva già che questo sarebbe stato l’ultimo anno. E’ stato di parola anche questa volta.
Il video della conferenza stampa d’addio di Pep Guardiola al Barcellona
Nella notte si è conclusa la regular season NBA, una stagione leggermente più corta rispetto al normale (invece delle canoniche 82 partite per ogni squadra ne sono state giocate 66 per via del lockout che ha tenuto tutti fermi fino al giorno di Natale del 2011). Con le magnifiche 16 franchigie che parteciperanno ai playoff già designate restavano da definire solo alcune posizioni per determinare gli accoppiamenti della post season. In programma quindi 13 partite, turno di riposo solo per Indiana Pacers, Oklahoma City Thunder, Los Angeles Clippers e Phoenix Suns che hanno giocato ieri la loro ultima partita di campionato regolare.
Toronto batte i Nets: per la squadra di Andrea Bargnani (infortunato) un discreto arrivederci al prossimo anno quando i canadesi saranno chiamati al salto di qualità.
Pochi stimoli per i Sixers a Detroit che chiudono all’ottavo posto della Eastern Cionference. Per Philadelphia quindi difficile serie di playoff contro i Chicago Bulls.
Boston supera Milwaukee ma nonostante ciò giocherà il primo turno playoff contro Atlanta con lo svantaggio del fattore campo. I Bucks guardano invece già al prossimo torneo dove dovranno riscattare questa annata un pò deludente.
Ancora una vittoria per i Wizards che raggiungono quota 20 vittorie (6 successi consecutivi) e guardano con più ottimismo al futuro. Washington approfitta del riposo forzato dei Big Three di Miami e trionfa in scioltezza.
I Charlotte Bobcats sono ufficialmente la peggiore squadra della storia NBA: con la sconfitta patita contro i New York Knicks il team del North Carolina supera i Sixers edizione 1972-1973 (percentuale di vittorie 0.109), per loro un poco onorvole 0.106. per la felicità (si fa per dire) del proprietario Michael Jordan che sarà ricordato come il più grande giocatore di basket di tutti i tempi ed ora anche come il peggior proprietario della storia, almeno fino a quando qualche altra squadra non farà peggio.
Atlanta batte agevolemnte Dallas e si prende il vantaggio del fattore campo nel primo turno palyoff da giocare contro Boston. Per i campioni in carica texani invece ci saranno gli Oklahoma City Thunder ed una probabile eliminazione al primo turno della post season.
Chicago per la seconda stagione consecutiva è la migliore formazione della Lega: 50-16 il record, lo stesso degli Spurs che però vengono condannati dal tie-breaker NBA. Cleveland, avversaria di giornata, si arrende facilmente allo strapotere dei “Tori”.
Memphis supera Orlando ed ottiene il vantaggio del fattore campo nella sfida del primo turno della post season contro i Los Angeles Clippers.
Ultima gara della stagione con sconfitta per Marco Belinelli (9 punti a fine match) ed i New Orleans Hornets che vengono battuto a Houston, sorride invece Danilo Gallinari che travolge con i suoi Denver Nuggets i Minnesota Timberwolves: per l’ala Azzurra 17 i punti a fine partita. Ora sotto con i Los Angeles Lakers nel primo turno playoff.
I Jazz hanno la meglio dei Blazers consolidando l’ultima piazza per la post season ad Ovest, vince San Antonio ma nonostante lo stesso record dei Bulls i neroargento devono accontentarsi della seconda posizione nella classifica genarale della NBA per il fattore tie-braker. Spurs però primi nella Western Conference e con il possibile vantaggio del fattore campo fino alla Finale di Conference.
Sconfitta indolore dei Lakers a Sacramento (terzo posto ad Ovest già in tasca da qualche giorno). Kobe Bryant non scende in campo e lascia strada libera a Kevin Durant per il titolo di miglior realizzatore del torneo (terza affermazione di fila per il fenomeno dei Thunder in questa graduatoria). A Bryant sarebbero bastati una quarantina di punti per balzare al primo posto ma coach Brown ha pensato bene di farlo riposare in vista dei playoff.
Risultati NBA 26 aprile 2012
Toronto Raptors-New Jersey Nets 98-67 Detroit Pistons-Philadelphia 76ers 108-86 Boston Celtics-Milwaukee Bucks 87-74 Washington Wizards-Miami Heat 104-70 Charlotte Bobcats-New York Knicks 84-104 Atlanta Hawks-Dallas Mavericks 106-89 Chicago Bulls-Cleveland Cavaliers 107-75 Memphis Grizzlies-Orlando Magic 88-76 Houston Rockets-New Orleans Hornets 84-77 Minnesota Timberwolves-Denver Nuggets 102-131 Utah Jazz-Portland Trail Blazers 96-94 Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 113-96 Golden State Warriors-San Antonio Spurs 101-107