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  • Pasticcio Buffon, Juventus – Lecce 1-1. Milan a -1

    Pasticcio Buffon, Juventus – Lecce 1-1. Milan a -1

    Annullato il primo match ball per la Juve, doveva essere la partita della vita, una partita da non sottovalutare, come chiedeva Conte e invece alla fine succede quello che non ti aspetti: Juventus in vantaggio contro un Lecce che non è mai stato in partita, contro una squadra ormai quasi retrocessa, costretta a giocare quasi tutto il secondo tempo in inferiorità numerica. Juventus Lecce finisce 1-1 riaprendo così il campionato a 2 partite dalla fine con il Milan che insegue ora solo a una lunghezza.

    In uno stadio gremito che sembra una bolgia, la Juventus parte al solito a 1000 ma già dal 6′ le cose non si mettono bene per Conte che è costretto ad effettuare il primo cambio per infortunio a de Ceglie con l’inserimento di Caceres. All’8 minuto i bianconeri si portano in vantaggio grazie alla rete siglata da Marchisio: su cross di Pirlo Marchisio riesce ad insaccare di testa con un tiro che non è irresistibile ma che beffa Benassi. Per il Principino il miglior modo di festeggiare le 200 presenze in serie A tra Juventus ed Empoli. Poco dopo due minuti dal vantaggio bianconero pronta arriva la risposta del Milan che risponde a Marchisio con il gol di Muntari sull’Atalanta. E poi comincia il solito gioco asfissiante dei padroni di casa che provano a testa bassa a chiudere la partita, ci prova ancora Marchisio, tra i più ispirati dei suoi, e ci prova Vidal che sbaglia clamorosamente il raddoppio calciando a fil di palo da posizione più che ghiotta.
    Il Lecce è assente e spaesato nel tentativo di contenere la furia bianconera ma, contro ogni previsione, riesce comunque nell’impresa di chiudere la prima parte della gara con un solo gol di svantaggio.

    Juventus Lecce – Gigi Buffon | © Valerio Pennicino/Getty Images

    La ripresa inizia con il boato per il riscaldamento di Del Piero anche se per vedere in campo il capitano si dovrà attendere 77′. Al 53′ l’episodio che cambia le sorti della partita: Cuadrado, il più vivace dei pugliesi, si fa espellere per doppia ammonizione dopo un fallo inutile quanto stupido su Caceres. Il Lecce rimane in inferiorità e, paradossalmente, a pagarne le conseguenze è la Juventus, che subisce un calo di concentrazione e permette all’avversario di ragionare ed organizzarsi.
    La Juventus, che è parsa più stanca del solito, ci prova comunque con Vidal che in serata no, calcia malissimo a tu per tu con Benassi. Ci prova anche Quagliarella con un gran tiro dalla distanza che esce di poco e infine ancora il portiere leccese nega la gioia del gol al neo entrato Matri. Buffon si accinge a disputare l’ennesima partita da spettatore non pagante, ruolo che ricoprirà fino a 5 minuti dal termine: un retropassaggio di Barzagli che il portiere stoppa male regala il pallone a Bertolacci per la rete dell’1-1 che ammutolisce lo Juventus Stadium e fa esplodere San Siro riaprendo il discorso scudetto. Eppure Conte lo aveva detto “niente cali di concentrazione il cammino è ancora lungo“, ma evidentemente non è stato troppo convincente con i suoi in questa settimana.
    Il Lecce nonostante il punto conquistato vede complicarsi la salvezza dato che il Genoa ha portato a casa i tre punti contro il Bologna aumentando il distacco dai giallorossi di altri due punti.

    JUVENTUS LECCE LE PAGELLE

    Buffon 4: Non avremmo mai pensato di dover dare un voto del genere a Super Buffon in questa stagione ma la superficialità con cui ha gestito quel pallone a 5 minuti dalla fine di una partita già vinta non ci permette di fare altro. Il suo erroraccio potrebbe costare le fatiche di una intera stagione, ma sicuramente GiGi saprà come riparare al danno, già dalla prossima partita.

    Barzagli 6,5: E’ il giocatore del reparto difensivo più continuo del campionato. Non ha colpe sul pasticcio che ha portato al gol di Bertolacci.

    Pirlo 7: L’assist che confezione per il gol che porterà al vantaggio bianconero è uno dei pezzi più belli del suo repertorio. Sul finale perde un po’ di lucidità come il resto dei suoi compagni.

    Marchisio 7: Festeggia nel migliore dei modi le sue 200 presenze in serie A. Ci prova più volte ad andare a segno nel secondo tempo ma con meno fortuna.

    Vucinic 5: Le ultime prestazioni sembrano un ricordo, confezione qualche bell’assist nel primo tempo ma non prova mai la via del gol.

    Benassi 6.5: viene preso controtempo in occasione del gol di Marchisio, frastornato esce a vuoto qualche minuto dopo rischiando di subire la seconda rete poi nella ripresa salva prima su Vidal, aiutato anche dalla conclusione debole del cileno, e soprattutto su Matri distendendosi e mandando la palla in angolo.

    Cuadrado 4.5: uno degli uomini più temibili a disposizione di Cosmi, commette una leggerezza imperdonabile facendosi espellere per un fallo inutile su Caceres lasciando i compagni in 10.

    Bertolacci 6.5: è ancora lui a far male alla Juventus, dopo la rete del 24 febbraio 2011 scorso in un Lecce – Juventus 2-0, il centrocampista romano entra e segna, ha il merito di crederci e andare in pressione su Buffon che sbaglia il controllo sul retropassaggio di Barzagli.

    Juventus (3-5-2): Buffon 4; Barzagli 6.5, Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 5.5, Vidal 5.5, Pirlo 7, Marchisio 7, De Ceglie sv (6′ Caceres 6); Quagliarella 6 (27′ st Matri 6.5), Vucinic 5 (33′ st Del Piero 6). Panchina: Storari, Padoin, Giaccherini, Borriello. Allenatore: Conte 6

    Lecce (3-5-2): Benassi 6.5; Tomovic 6, Carrozzieri 6, Miglionico 6; Cuadrado 4.5, Blasi 6, Obodo 6 (26′ st Bertolacci 6.5), Delvecchio 6, Brivio 6; Seferovic 5 (5′ st Muriel 6), Di Michele 5 (15′ st Giacomazzi 5.5). Panchina: Petrachi, Di Matteo, Giandonato, Bojinov. Allenatore: Cosmi 6

    VIDEO JUVENTUS – LECCE 1-1 

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  • Delio Rossi aggredisce Ljajic. Video

    Delio Rossi aggredisce Ljajic. Video

    Due settimane fa furono i tifosi del Genoa a far vergognare il mondo del calcio per costretto con la forza e le minacce i giocatori a consegnare la maglia. Domenica sera fu il Friuli di Udine ad ospitare la mega rissa di Udinese Lazio che coinvolse dirigenti e giocatori, questa sera la follia ha trovato sfogo invece a Firenze nel match tra Fiorentina Novara importantissimo per i viola in piena lotta salvezza. Gli ospiti già matematicamente retrocessi si trovavano alla mezzora sopra di due gol frutto dei gol di Jeda lasciato inspiegabilmente solo in mezzo all’area di rigore, e di Rigoni dagli undici metri. Delio Rossi allora nel tentativo di dar una scossa ai suoi al 32′ toglie un evanescente Ljajic per inserire Olivera, il giocatore serbo però non prende bene il cambio e risponde con un applauso ironico nei confronti del tecnico e a quanto pare qualche parola di troppo.

    Delio Rossi aggredisce Ljajic scagliandosi sul giocatore con una serie di manate al volto e in questo momento il video sta facendo il giro del mondo mettendo ancora una volta il nostro calcio sotto la lente di ingrandimento. Il tecnico comunque subito dopo ha ritrovato il solito self control riprendendo la gestione della sua squadra e portandola al pareggio grazie ad una doppietta di Riccardo Montolivo bandiera viola

    Video Delio Rossi aggredisce Ljajic
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  • Il Napoli vede la Champions, Roma la saluta

    Il Napoli vede la Champions, Roma la saluta

    Gli anticipi di ieri della 36 giornata di Serie A hanno visto la comoda vittoria del Napoli sul Palermo per 2-0 (Cavani e Hamsik nel primo tempo), mentre nel pomeriggio il pareggio per 0-0 tra Chievo e Roma, che di fatto ha escluso i giallorossi dalla lotta per l’Europa.

    In casa azzurra non sono mancate comunque le polemiche. Fa ancora discutere infatti il rigore assegnato dall’arbitro De Marco con cui i partenopei hanno sbloccato l’incontro. Non dorme sonni tranquilli nemmeno Mazzarri, che ancora una volta ha escluso dall’undici titolare l’idolo di casa Lavezzi, accolto da una standing ovation al momento del suo ingresso in campo al posto di un ottimo Pandev.

    RIGORE GENEROSO – Su Napoli Palermo incide e non poco il rigore generosissimo fischiato da De Marco per un fallo di mani in area del difensore rosanero Milanovic su tiro di Pandev. Decisione che fa imbestialire la panchina dei siciliani e la moviola mostra chiaramente come il pallone sbatta prima sulla gamba del centrale difensivo e poi finisca sul braccio. A fine partita Bortolo Mutti si presenta in conferenza stampa piuttosto deluso per l’arbitraggio del direttore di gara, chiedendo più rispetto per il Palermo e i suoi uomini.

    napoli-palermo | © Tullio M.Puglia/Getty Images

    BRAVO PANDEV – Il macedone si sta rivelando come l’uomo in più del Napoli in questo finale di stagione. Da giocatore spaesato e involuto dell’inizio di stagione, Pandev ha trovato finalmente la sua dimensione. Ieri è stato decisivo sia in occasione del rigore che nell’assist del 2-0 che ha permesso ad Hamsik di realizzare il suo sesto gol ai rosanero.

    LAVEZZI GIÙ’ – Per un Pandev che sale c’è un Lavezzi che scende. Negli ultimi incontri infatti Mazzarri ha deciso di escludere il Pocho dalla formazione titolare, preferendogli  l’ex nerazzurro che offre maggiori garanzie in fase difensiva, rendendo la squadra partenopea più equilibrata. Il pubblico però non ha apprezzato la scelta del tecnico livornese, e l’ha fatto capire quando a 15′ minuti dal termine della partita l’argentino è entrato in campo. I maligni insinuano che il futuro di Lavezzi sia lontano dalla città partenopea. Per lui già da tempo ormai si è mossa l’Inter di Massimo Moratti.

    ADDIO EUROPA – Ben altri problemi a Roma, dove ormai anche la partecipazione alla prossima Europa League sembra essere svanita sul pantano di Verona. Un pareggio che non può sorridere ai giallorossi, fermi a quota 52 punti, distanti 3 punti dal trenino composto da Lazio, Udinese e Inter che hanno ancora una partita da recuperare. E quando mancano soltanto due match alla fine del campionato la situazione è palesemente drammatica.

    LUIS LASCIA? – Il tecnico spagnolo dice di aver deciso già da tempo quale sarà il suo prossimo futuro. I recenti striscioni dell’Olimpico non hanno di certo aiutato psicologicamente Luis Enrique, pronto a lasciare la capitale al termine della stagione. Non prima di un chiarimento con la stessa dirigenza giallorossa. Si discuteranno tabelle, forma fisica, numeri, e quant’altro. Le soluzioni però non arriveranno dall’asturiano, per quelle occorrerà un nuovo tecnico, e forse un nuovo progetto.

    VIDEO NAPOLI – PALERMO 2-0
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    VIDEO CHIEVO – ROMA 0-0
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  • Gallinari ancora ko contro i Lakers di Bryant, i 76ers sbancano Chicago

    Gallinari ancora ko contro i Lakers di Bryant, i 76ers sbancano Chicago

    Grazie ad un incredibile secondo tempo i Philadelphia 76ers sbancano Chicago e portano in parità la serie di primo turno dei playoff NBA, ora sull’1-1. I Sixers a fine partita fanno registrare un lusinghiero 59% complessivo dal campo che si rivela l’arma vincente di questa gara 2. A condurre al successo la formazione della Pennsylvania è il playmaker Holiday autore di 26 punti e 6 assist e dalla panchina Louis Williams aggiunge 20 punti, buono il contributo di Elton Brand (12 punti e 5 rimbalzi) e di Andre Iguodala (11 punti e 5 rimbalzi) ma va sottolineata la gara a tutto tondo di Evan Turner, partito in quintetto e risultato alla fine determinante con 19 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. I Bulls pagano l’assenza di Derrick Rose (ormai fuori per tutta la stagione ed indisponibile anche per il team U.S.A. in vista delle Olimpiadi di Londra per la lesione al legamento del ginocchio sinistro) e non basta la prova di Joakim Noah (21 punti, 8 rimbalzi e 5 assist). Malissimo Deng e Boozer, rispettivamente 8 e 9 punti che in combinata tirano 7/22 dal campo. La serie ora si sposta a Philadelphia per le prossime 2 partite ed i Bulls saranno obbligati a vincerne almeno una per non andare incontro ad una clamorosa eliminazione già al primo turno di post season dopo essere stati la migliore squadra della stagione regolare dell’intera NBA.

    Sorridono anche i Boston Celtics che espugnano Atlanta ed impattano la serie contro gli Hawks sull’1-1. I padroni di casa giocano molto bene ma vengono penalizzati dall’uscita dal campo di Josh Smith per problemi al ginocchio in uno scontro di gioco (apparso fortuito) con Kevin Garnett a centro area nel corso del quarto periodo. Boston ne approfitta e non lascia scampo agli avversari già in sofferenza nel reparto lunghi per l’assenza di Al Horford. L’eroe della serata biancoverde è Paul Pierce autore di una sontuosa doppia doppia da 36 punti e 14 rimbalzi (anche se con 8 palle perse), doppia doppia anche per Kevin Garnett (15 punti e 12 rimbalzi) e Bradley sostituisce lo squalificato Rajon Rondo infilando 14 punti. Ai padroni di casa non serve quindi a molto la buona prestazione di Joe Johnson con 22 punti, 4 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi, Jeff Teague compie alcune giocate d’autore arrivando a quota 18 punti e 5 assist mentre Josh Smith prima di uscire dalla gara piazza la doppia doppia da 16 punti e 12 rimbalzi. Boston conquista il vantaggio del fattore campo ed avrà la possibilità di disputare in casa i prossimi 2 incontri per tentare l’allungo nella serie mentre gli Hawks restano in ansia per le condizioni di Smith che si sottoporrà agli accertamenti di rito al ginocchio infortunato.

    Kobe Bryant © Harry How/Getty Images

    Niente da fare per Danilo Gallinari ed i Denver Nuggets anche in gara 2 della serie che il team del Colorado sta disputando contro i Los Angeles Lakers: i gialloviola si affidano completamente ad un immarcabile Kobe Bryant (38 punti al termine) che trova un supporto importante da Andrew Bynum (27 punti) che chiude gli spazi a centro area agli avversari. Bene anche Pau Gasol (13 punti e 10 rimbalzi) mentre per gli ospiti il top scorer è Ty Lawson (in netta ripresa rispetto a gara 1) che chiude con 25 punti. Denver ha 6 uomini in doppia cifra ed oltre al già citato Lawson c’è Faried che va in doppia doppia (14 punti e 10 rimbalzi) e Danilo Gallinari che segna 13 punti con 8 rimbalzi. Alla fine però tutto inutile, i Lakers si dimostrano ancora una volta superiori e volano sul 2-0 nella serie che ora si sposta in Colorado per le prossime 2 partite dove i Nuggets saranno costretti a centrare 2 vittorie per mantenersi in vita.

    RISULTATI PRIMO TURNO NBA PLAYOFF 2012, 1 maggio

    Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 92-109
    Chi: Noah 21, Lucas 15, Watson 12
    Phi: Holiday 26, Williams 20, Turner 19

    Atlanta Hawks-Boston Celtics 80-87
    Atl: Johnson 22, Teague 18, Smith 16
    Bos: Pierce 36, Garnett 15, Bradley 14

    Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 104-100
    Lak: Bryant 38, Bynum 27, Sessions 14
    Den: Lawson 25, Faried 14, Gallinari 13, Brewer 13

    LE SFIDE DEL PRIMO TURNO PLAYOFF:

    Eastern Conference:

    1) Chicago Bulls vs 8) Philadelphia 76ers serie 1-1
    2) Miami Heat vs 7) New York Knicks serie 2-0 Heat
    3) Indiana Pacers vs 6) Orlando Magic serie 1-1 
    4) Boston Celtics vs 5) Atlanta Hawks serie 1-1 

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 8) Utah Jazz serie 1-0 Spurs
    2) Oklahoma City Thunder vs 7) Dallas M avericks serie 2-0 Thunder
    3) Los Angeles Lakers vs 6) Denver Nuggets serie 2-0 Lakers
    4) Memphis Grizzlies vs 5) Los Angeles Clippers serie 0-1 Clippers

    GLI HIGHLIGHTS:

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  • Pescara – Vicenza 6-0, spettacolo Zemanlandia

    Pescara – Vicenza 6-0, spettacolo Zemanlandia

    E’ indigestione di gol allo stadio Adriatico di Pescara per la sfida tra i padroni di casa di Zdenek Zeman e gli ospiti di Gigi Cagni, al ritorno sulla panchina veneta proprio in questa giornata: Pescara – Vicentza termina con punteggio tennistico, 6-0 per gli abruzzesi, confermando lo stato di forma eccezionale degli adriatici che nelle ultime tre partite ha conquistato 9 punti con 13 reti all’attivo e zero al passivo.

    E’ tornata Zemanlandia, gol e spettacolo a profusione, con dominio imbarazzante e difesa sigillata (i detrattori del boemo gridano al miracolo) su un Vicenza davvero derelitto. L’immagine di Gigi Cagni in piedi davanti alla propria panchina mentre assiste al naufragio dei suoi è una metafora che dice molto di più dei battibecchi dello stesso tecnico biancorosso con i giornalisti nella mixed zone. Ciro Immobile al 26 gol stagionale (capocannoniere incontrastato di Serie B), Capitan Sansovini con un ruolo ‘alla Altafini’, il ‘nuovo Pirlo’ alias Marco Verratti ma soprattutto Lorenzo Insigne, della stirpe dei piccoli fuoriclasse, sono i mattatori del 6-0.

    Zdenek Zeman © Giusepep Bellini/Getty Images

    Al 15’ Pescara in vantaggio: Lorenzo Insigne è lanciato in profondità da Verratti e batte Pisoglio con un preciso tocco che non lascia scampo all’estremo ospite in uscita. Al 33’, Insigne firma la doppietta personale ed il raddoppio biancazzurro con un pallonetto beffardo che non lascia scampo al portiere veneto (in precedenza annullata una splendida rete in sforbiciata allo stesso numero 11 pescarese). Il terzo gol abruzzese arriva al 15’ quando c’è sfortunata la decisiva deviazione di Pisano nella propria porta su torre aerea di Ciro Immobile a conclusione di grande azione manovrata.

    Al minuto 18 Sansovini sigla  il poker e la propria rete personale numero 15 in stagione aggirando anche Pinsoglio in uscita e depositando in rete a porta sguarnita. Ciro Immobile al 21’ trova la cinquina di giornata ed il goal personale numero 26 al 23’ con uno splendido pallonetto che mortifica il Vicenza. La sesta rete biancazzurra è firmata dal danese Matti Lund  Nielsen al 36’ che conclude una nuova azione spettacolo della Zeman’s Band con la propria rete stagionale numero 2. Il danese sembra avere conti in sospeso con le squadre venete: dopo il Padova, infatti, castiga anche il Vicenza.  E’ calcio spettacolo a Pescara, uno show made in Zemanlandia che non appare troppo severo per quanto visto in campo ma perfettamente aderente alle prestazioni offerte dai due team : naufraga sulle rive del mare Adriatico il Vicenza di Cagni mentre il Pescara di Zeman salpa a vele spiegate verso mete agognate e fantastiche.

    VIDEO PESCARA VICENZA 6-0

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  • Morto Alexander Dale Oen, argento a Pechino nei 100 rana

    Morto Alexander Dale Oen, argento a Pechino nei 100 rana

    Un’altra drammatica notizia scuote il mondo dello sport. Dopo Vigor Bovolenta, campionissimo della pallavolo italiana, Piermario Morosini, calciatore del Livorno e Veronica Gomez, pallavolista del Lokomotiv Baku, questa volta è toccato ad un nuotatore rimanere vittima di un arresto cardiaco: Alexander Dale Oen, argento alle Olimpiadi di Pechino nei 100 rana e oro ai Mondiale di Shanghai dello scorso anno nello stesso stile precedendo il nostro Fabio Scozzoli, è deceduto ieri sera (nella notte italiana, ndr) colto da un malore, stroncato da un infarto, mentre stava facendo la doccia dopo aver effettuato i consueti allenamenti quotidiani.

    Il corpo del nuotatore norvegese, 26 anni, è stato ritrovato privo di sensi nel bagno della sua stanza d’albergo a Flagstaff in Arizona negli Stati Uniti dove si trovava per un training camp con la sua nazionale. A nulla sono valsi tutti i tentavi per rianimarlo, sia quello immediato, al ritrovamento del corpo, del medico della nazionale sia quelli in ospedale dove i medici, dopo un’ora di rianimazione, purtroppo non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

    Alexander Dale Oen © MARK RALSTON/AFP/Getty Images

    Considerato uno dei più grandi ranisti di sempre, Dale Oen si stava allenando in vista delle Olimpiadi di Londra 2012 alle quali avrebbe partecipato con la sua nazionale, la Norvegia, per confermarsi sul podio e vincere medaglie olimpiche. Ultimamente aveva subito un infortunio alla spalla dal quale stava recuperando abbastanza velocemente.

    La Norvegia ha perso un eroe dello sport. Questo giorno è oscurato dalla tragica notizia. Un piccolo paese ha perso un grande atleta. Il mio pensiero va alla famiglia” queste le prime parole del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg appresa la notizia della morte del nuotatore.

    Alexander Dale Oen nella sua breve carriera ha conquistato la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008, quella d’oro ai Mondiali di Shanghai del 2011, 2 ori e 4 argenti in tre Europei ai quali ha preso parte (Budapest 2006, Eindhoven 2008 e di nuovo Budapest  2010), medaglia di bronzo ai Mondiali in vasca corta di Shanghai del 2006 e 1 oro e 2 bronzi agli Europei in vasca corta (Helsinki 2006 e Stettino 2011).

    VIDEO ALEXANDER DEN OEN FINALE MONDIALI SHANGHAI 100 RANA

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  • Ayrton Senna, 18 anni fa moriva il più grande pilota di tutti i tempi

    Ayrton Senna, 18 anni fa moriva il più grande pilota di tutti i tempi

    Cade oggi il 18esimo anniversario della morte di Ayrton Senna, immenso campione della Formula 1 scomparso l’1 maggio del 1994 durante il Gran Premio di San Marino e che negli anni in cui ha corso ha scritto la storia di tutto l’automobilismo sportivo.

    Quel giorno si correva a Imola, terzo appuntamento del Mondiale. Il week-end sammarinese iniziò con infausti presagi, nelle prove del venerdi Rubens Barrichello fu protagonista di un brutto incidente che per poco non diede fine alla sua carriera agonistica. Accadde lo stesso il giorno dopo a Roland Ratzenberger, sebbene con destino diverso. Il pilota austriaco perse il controllo della sua vettura, una Simtek Ford, alla curva intitolata a Gilles Villeneuve andando a schiantarsi contro il muretto e morendo sul colpo.

    Senna, in pole position dopo le qualifiche per la terza volta consecutiva su tre GP, aveva lasciato la McLaren per prendere il posto del suo nemico numero 1, il “Professore” Alain Prost alla guida della Williams Renault, campione del mondo in carica. Al settimo giro della corsa il brasiliano, messo sotto pressione da un giovanissimo Michael Schumacher che gli stava guadagnando terreno alla guida della Benetton Ford e vincitore dei primi due Gran Premi, perse il controllo della sua vettura al Tamburello a causa del cedimento del piantone dello sterzo, finendo violentemente e ad una velocità elevatissima contro le barriere di protezione.

    La gara fu subito interrotta e i soccorsi furono tanto immediati quanto inutili. Il trasporto in ospedale non servì a salvargli la vita tanto erano gravi le ferite e i traumi riportati soprattutto alla testa. Quel giorno la F1 perse uno dei protagonisti più amati nel mondo del circus capace come pochi di entusiasmare gli animi degli appassionati di questo sport.

    Ayrton Senna © Mike Hewitt/Getty Images

    Gli anni particolarmente più gloriosi sono sicuramente quelli passati con la McLaren con la quale ottenne la sua consacrazione definitiva vincendo i suoi tre titoli Mondiali nel 1988, 1990 e 1991. Gli anni nella casa di Woking furono caratterizzati anche dalla grande competizione con il suo compagno-rivale Alain Prost con il quale diede vita a duelli entusuasmanti culminati spesso con grandi imprese da parte del brasiliano. Oltre ai tre titoli iridati Ayrton Senna vanta anche un particolare record, è infatti il pilota ad aver ottenuto più pole position (67) in relazione ai Gran Premi disputati (161). Solo il sette volte campione del mondo Michael Schumacher è riuscito nell’impresa di battere questo record con 68 partenze dalla prima posizione, sebbene abbia disputato quasi il doppio dei GP con 288 gare sulle spalle, ed è terzo nella storia della F1 per numero di vittorie, 41, dietro proprio al campione tedesco, che primeggia con 91 successi, e Prost con 51.

    Senza quel maledetto 1 maggio del 1994 oggi Ayrton avrebbe 52 anni. Uomo dalle grandi doti umane non solo per il suo impegno nel sociale, di cui tutti siamo a conoscenza, ma forse in pochi ricorderanno il soccorso prestato ad un pilota che aveva subito un incidente durante le prove del Gran Premio del Belgio nel 1992 schizzando fuori dalla sua McLaren senza pensarci su due volte e al rischio che avrebbe corso con la vettura incidentata in mezzo alla pista, pilota dalla grandissima caratura e di forte personalità, anche se non particolarmente attivo con le telecamere a causa del suo carattere schivo e riservato. Non per questo non può essere considerato uno dei piloti più forti che la Formula 1 abbia  mai avuto, forse il più grande di sempre, il suo ricordo è da sempre vivo nella memoria di tutti gli appassionati di questo sport e non solo, mito della Formula 1 al quale le nuove generazioni dell’automobilismo che cominciano sin da piccoli ad avvicinarsi a questo sport si ispirano perchè Ayrton Senna non era un semplice pilota ma “il” pilota.

    VIDEO TRIBUTO AYRTON SENNA

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  • Psg cade a Lille, Ancelotti addio Ligue1?

    Psg cade a Lille, Ancelotti addio Ligue1?

    Dopo il ko contro il Lille, terminato con il punteggio di 2-1, Ancelotti non molla la presa e crede ancora nello scudetto da parte del suo Psg. Quattro le partite da giocare, Montpellier a +5, solo un miracolo potrebbe permettere ai parigini di conquistare il titolo francese. Più che al primo posto, Ancelotti dovrebbe salvaguardarsi dall’assalto del Lille alla seconda posizione, attualmente distante solo 2 punti. Secondo posto che garantirebbe l’accesso diretto alla prossima Champions League.

    Lille – Psg è stata una partita accesa e combattuta. Pastore al 27’ scheggia la traversa su destro al volo. Immediata la risposta di Hazard che con una rasoiata dal limite trova il palo interno e il pallone finisce sul fondo dopo aver attraversato tutta la porta. La ripresa vede ancora Pastore sugli scudi, il quale trova il gol del momentaneo vantaggio parigino su perfetto colpo di testa, su cross dalla destra di Gameiro. Il Lille accusa il colpo e incassa come un pugile in difficoltà.  Tuttavia i parigini si complicano la vita. Sakho, commette fallo da ultimo uomo in area di rigore, espulsione e penalty per i padroni di casa. Dagli undici metri Hazard non sbaglia, 1-1!. Il raddoppio arriva solo dopo pochi minuti.  Hazard inventa una fantastica rabona, colpo di testa di De Melo in sponda su Roux, che mette dentro il punto del sorpasso.

    Carlo Ancelotti | © FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images

    Ancelotti visibilmente affranto a fine gara ha affermato di credere ancora nello scudetto. Il cammino dei parigini non è dei più solari, 5 punti di distacco a quattro giornate dalla fine non sembrano essere una facile passeggiata. Tuttavia anche  la capolista Montpellier ha dalla sua un calendario assai complicato, quindi i giochi sembrano ancora virtualmente aperti.

    Intanto la dirigenza parigina ha sondato il terreno per due campioni del Real Madrid, Kakà e Higuain. Che sia un modo per tentare l’assalto a qualcosa di concreto per la prossima stagione? Spesso spendere tanto non equivale a vincere tanto, questo concetto forse non è chiaro ad alcuni sceicchi improvvisati manager di calcio.

    VIDEO LILLE – PSG

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  • I tre fischi di Udinese – Lazio, ecco perchè protestano le aquile

    I tre fischi di Udinese – Lazio, ecco perchè protestano le aquile

    I minuti finali di Udinese Lazio rimarranno alla storia per la concitazione, la confusione ed il parapiglia che ha coinvolto i protagonisti in campo, dopo il secondo gol dell’Udinese, segnato da Pereyra a porta sguarnita. Un episodio che, scene deplorevoli a parte, necessita di un maggiore approfondimento, perlomeno nelle “cause” che lo hanno scatenato. Al Friuli di Udine – sul risultato di 1 a 0 per i padroni di casa (gol di Di Natale, ndr) – il tempo di gioco non era ancora scaduto, ma improvvisamente si avverte distintamente un triplice fischio, proveniente dagli spalti, simile a quello che da lì a poco il signor Bergonzi avrebbe effettuato. Ciò induce molti calciatori a fermarsi, ritenendo che la gara fosse terminata, così come ha fatto lo stesso portiere laziale Federico Marchetti, avvicinandosi al centrocampo, sconfortato per la sconfitta: molti si sono fermati, ma non tutti. Non Pereyra, l’autore del gol Udinese, non il direttore di gara che fa segno di proseguire, non il guardalinee che continua a seguire l’azione: così, dopo la rete messa a segno dai friulani e poi convalidata, accade di tutto.

    La spinta di Marchetti all’indirizzo di Bergonzi, le proteste veementi di Dias e Scaloni, oltre che le urla dell’addetto stampa della Lazio e lo scontro fra Igli Tare ed un dirigente dell’Udinese non sembravano, però, esser giustificate dal rapporto causa-effetto: in molti, infatti, si sono chiesti il perchè di proteste tanto veementi in una partita che la Lazio – con o senza il triplice fischio fantasma – avrebbe perso comunque, lasciando strada ad una diretta concorrente per il terzo posto. Le motivazioni, in realtà, ci sono anche se reazioni tanto accese non sono giustificabili in alcun modo, anche perchè – razionalmente – porteranno soltanto conseguenze negative al club biancoceleste, considerando che il giudice sportivo provvederà a comminare lunghe squalifiche ai protagonisti di tali episodi.

    Antonio Di Natale| © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Premesse a parte, ecco quali potrebbero essere le ragioni strettamente calcistiche che hanno generato tante recriminazioni in campo. In primis, la differenza reti che, se il campionato dovesse terminare con classifica avulsa, risulterebbe essere decisiva nell’assegnazione del terzo posto valido per l’accesso in Champions League. In secondo luogo, la violazione del regolamento della Figc che, all‘articolo 5 delle Regole del Giuoco Calcio prevede che, qualora “uno spettatore emette un fischio e l’arbitro considera che tale fischio abbia interferito col gioco, l’arbitro interromperà il gioco e lo riprenderà con una propria rimessa dal punto in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto, a meno che il gioco sia stato interrotto all’interno dell’area di porta, nel qual caso l’arbitro effettuerà la propria rimessa sulla linea dell’area di porta parallela alla linea di porta, nel punto più vicino a quello in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto“.

    I biancocelesti, dunque, invocavano proprio l’applicazione di tale regola e, dunque, che il gioco venisse fermato e si ripartisse con lo scodellamento del pallone, considerando anche che il tempo di gioco era in via di esaurimento. L’aspetto più clamoroso è proprio questo, considerando l’errore tecnico del direttore di gara: il regolamento in questione potrebbe concedergli un “appiglio”, in virtù del fatto che il signor Bergonzi potrebbe sostenere di aver valutato che il triplice fischio “non abbia interferito con il gioco”, ma – attenendosi anche solo alle immagini del campo – sarebbe inverosimile sostenerlo.

    Video scontri Udinese-Lazio

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  • Del Piero da Fazio “Addio alla Juve? Ad oggi si”

    Del Piero da Fazio “Addio alla Juve? Ad oggi si”

    Alessandro Del Piero non pensa al futuro, almeno non per ora!  E’ questo il messaggio principale rilasciato dal capitano bianconero ai microfoni della trasmissione “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio, in onda ieri sera sulla terza rete.

    L’ icona bainconera, simbolo del calcio italiano e mondiale, ha parlato del suo nuovo libro “Giochiamo ancora”, scritto in collaborazione con Maurizio Crosetti, dove si racconta la vita del numero 10 bianconero e l’amore per il calcio fin da quando era bambino.

    Durante l’ intervista Fazio ha punzecchiato il capitano della Juventus con la solita domanda di rito: “Andrai via dalla Juventus”? Domanda alla quale Del Piero non ha risposto in modo deciso e chiaro, soffermandosi sul fatto più importante dell’ attuale stagione bianconera, ovvero quella di pensare esclusivamente alle tre partite di campionato che rimangono di qui alla fine del torneo. Quindi a quanto detto, l’immediato futuro del capitano sarà la gara di mercoledì sera contro il Lecce! “Pensare allo scudetto mette i brividi, ma la strada è ancora lunga”. Sono queste le uniche affermazioni del capitano sull’ attuale posizione in classifica della Juventus, parole che suonano come un richiamo alla massima concentrazione per tutto l’ambiente bianconero.

    alessandro del piero | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Del Piero è stato abile nel dribblare le domande del presentatore, affermando esclusivamente che del suo futuro se ne riparlerà dopo il 20 maggio,  giorno dopo la finale di Coppa Italia contro il Napoli. “Ad oggi le cose stanno così, il 30 giugno mi scade il contratto”. Serviranno queste parole per far riflettere la dirigenza bianconera? Staremo a vedere!

    Il capitano juventino si è poi soffermato sul racconto di alcune parti del libro, ricordando il suo passato da bambino, quando una sedia e un divano del salotto emulavano una porta e una barriera. E’ in questi frangenti che nacque  la prima “punizione alla Del Piero”. Non solo il popolo juventino, ma l’intero panorama calcistico si augurano che Del Piero possa rimanere ancora a lungo la bandiera della Juventus.

    Video Del Piero a Che Tempo Che Fa

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