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  • Germania-Portogallo 1-0, Gomez incorna Ronaldo

    Germania-Portogallo 1-0, Gomez incorna Ronaldo

    Il match tra Germania-Portogallo termina come preventivato alla vigilia, ovvero con la vittoria dei tedeschi, ma la prestazione della squadra di Low lascia alquanto desiderare. Un 1-0 striminzito, che per quanto visto nei 90′ minuti dell’incontro grida vendetta per i portoghesi, autori di una discreta partita difensiva e sul piano dell’organizzazione di gioco. Due i legni colpiti dai lusitani nel corso della serata, con Pepe nel primo tempo e Nani nella ripresa. Per la Nazionale teutonica ci ha pensato Mario Gomez a incornare di testa il gol che al 72′ ha sancito il definitivo 1-0. La Germania raggiunge così in vetta al Gruppo B la Danimarca, che nel pomeriggio aveva sconfitto a sorpresa l’Olanda di Marwijk per 1-0 con la rete di Krohn Dehli.

    PRIMO TEMPO – La prima mezzora di gara ha visto la Germania prendere in mano il comando delle operazioni, lasciando le briciole ai portoghesi, arroccati in difesa, con l’unica carta del contropiede come unica freccia nel proprio arco (Paulo Bento ha studiato bene da Mourinho in questi anni). Il risultato però resta fermo sullo 0-0, dal momento che né PodolskiMuller faticano a trovare lo specchio della porta. Non così invece Pepe, che nel finale di tempo sorprende tutti e sugli sviluppi di un calcio d’angolo sfiora il clamoroso vantaggio per la propria Nazionale stampando il pallone sull’incrocio dei pali, pallone che poi ricade sulla linea di porta senza però oltrepassarla. Il legno colpito dal difensore Real chiude la prima frazione di gioco.

    manuel neuer | © Laurence Griffiths/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Nella ripresa l’equilibrio tra le due formazioni si palesa ancora maggiormente di quanto accaduto nei primi 45′ minuti. Nessuna delle due squadre sembra riuscire a trovare quel guizzo vincente capace di consegnare tre punti pesantissimi per la classifica del girone, isolando di fatto l’Olanda. E mentre Low si apprestava a sostituire SuperMario Gomez per il laziale Klose, ecco che l’attaccante del Bayern Monaco decide di vestire i panni di salvatore della patria, insaccando al 72′ un cross dalla destra di Khedira. E’ la rete che sblocca l’incontro e che si rivelerà decisivo al termine dei 90′. Prima del triplice fischio però, i tifosi presenti all’Arena Lviv hanno il piacere di ammirare le prodezze di Neuer. Il portiere del Bayern Monaco prima osserva il cross di Nani sbattere sulla traversa, poi salva il risultato sulla rasoiata del fuoriclasse Ronaldo e sulla conclusione ravvicinata di Varela. Due parate rese semplici dalla grandezza del numero 1 tedesco. Primi tre punti in questo Europeo per la Germania, strada in salita per i lusitani, i quali dovranno per forza di cose vincere fin dal prossimo match contro la Danimarca per sperare ancora nella qualificazione ai quarti.

    Pagelle Germania-Portogallo
    Neuer 7: l’estremo difensore della Germania blinda nel finale il risultato di 1-0, firmando due prodezze da Neuer, prima su Cristiano Ronaldo e poi sull’esterno sinistro del Porto Varela.
    Hummels 7: il giovane difensore del Borussia Dortmund gioca una partita da veterano, semplicemente impeccabile per tutti i 90′ minuti. Oltre a Neuer, è stato lui il protagonista della difesa tedesca.
    Muller 6,5: non esattamente la sua migliore partita con la maglia della Nazionale, ma rispetto ai compagni di reparto Ozil-Podolski, il 22 enne del Bayern Monaco è il più brillante e pericoloso.
    Gomez 6,5: stava per chiudere ingloriosamente la sua prima partita di Euro 2012, con Klose ormai pronto a sostituirlo. Per sua fortuna pochi secondi prima della sostituzione trova la rete che stravolge la valutazione negativa della sua gara.

    Pepe 6,5: in Ucraina il difensore del Real decide di mettere in mostra il suo reparto migliore, lasciando in Spagna stupidaggini e interventi fuori luogo che lo hanno reso famoso nel resto del continente. L’incrocio dei pali gli nega il gol nel corso della prima frazione di gioco.
    Nani 5: nella ripresa colpisce la traversa in maniera del tutto causale, quando i suoi compagni di squadra erano appena passati in svantaggio. Tra i peggiori di ieri sera nella Nazionale portoghese, non di certo uno dei migliori biglietti da visita per chi ha deciso di lasciare il Manchester United ed è in cerca di una nuova squadra.
    Cristiano Ronaldo 6: tanta grinta e determinazione per il fuoriclasse del Real. La caparbietà con cui gioca è il segno manifesto della voglia che pervade Ronaldo nel vincere un Europeo che gli consegnerebbe il Pallone d’Oro. C’è ancora Neuer però a dirgli di no.
    Postiga 4,5: dei 22 in campo l’ariete del Saragozza è decisamente il calciatore peggiore. Se il Portogallo fatica a trovare lo specchio della porta con regolarità è sopratutto perché lì davanti manca un bomber vero, da troppi anni ormai. Il 20 enne che lo sostituisce a venti minuti dal termine (Nelson Oliveira, Benfica ndr) lascia qualche speranza in tal merito.

    GERMANIA-PORTOGALLO 1-0, VIDEO
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  • Sorpresa Danimarca, Olanda ko e già a rischio eliminazione

    Sorpresa Danimarca, Olanda ko e già a rischio eliminazione

    La seconda giornata di Euro 2012 si apre con Olanda-Danimarca, partita che produce la prima grande sorpresa del torneo visto l’inaspettata vittoria della Danimarca per 1-0 firmata Michael Krohn-Dehli. L’Olanda perde all’esordio nella rassegna europea e adesso vede complicarsi il discorso qualificazione visto che nella prossima partita gli orange affronteranno la Germania. La Danimarca designata come vittima sacrificale del gruppo B di Euro 2012 si dimostra tutt’altro che tappetino e inguaia i sogni di gloria olandesi apparsi poco concreti sotto porta nella prima frazione e poco lucidi nella ripresa. Comincia nel peggiore dei modi quindi l’avventura dei ragazzi di Bert van Marwijk ad Euro 2012.

    PRIMO TEMPO – Inizia la partita su ritmi blandi. Sono gli olandesi a fare il ritmo mentre la Danimarca si dispone con i blocchi di difesa e centrocampo molto compatti. Al 17esimo minuto grande occasione per Arjen Robben, che dopo aver ricevuto palla dal disimpegno errato di Andersen si invola verso la porta cercando l’assist ma una decisiva diagonale di Jacobsen salva la Danimarca. Cinque minuti dopo ci prova Robin van Persie a sbloccare il risultato ma il suo diagonale esce di poco a lato. I danesi controllano bene le offensive orange e provano a colpire in contropiede. Proprio i ragazzi di Morten Olsen trovano il vantaggio a sorpresa al 24′ quando Poulsen si invola sulla fascia e mette al centro trovando il rimpallo olandese che finisce sui piedi di Michael Krohn-Dehli, il quale entra in area, sorprende la difesa orange e buca con un tiro rasoterra un non impeccabile Stekelenburg. L’Olanda accusa il colpo e non riesce a reagire fino al 36′ quando Robben con un tiro mancino colpisce il palo danese. La Danimarca non sta a guardare e prova qualche offensiva senza recare troppi pericoli al reparto difensivo orange. Nel finale ci provano Afellay il cui tiro al 39′ vola alto sopra la traversa e Van Persie che al 43′ tutto solo in area non riesce a superare il portiere Andersen. Si chiude la prima frazione di gioco a Kharkiv con il sorprendente vantaggio della Danimarca firmato Krohn-Dehli, classe 1983 militante nel Brondby.

    Michael Krohn-Dehli in azione © SERGEI SUPINSKY/AFP/GettyImages

    SECONDO TEMPO – Parte bene l’Olanda, la prima grande occasione della ripresa capita al solito Van Persie, che al 50′ servito alla perfezione da Sneijder non trova il pallone al momento del tiro da posizione molto favorevole. Un minuto dopo ci riprova l’attaccante dell’Arsenal con un tiro in scivolata parato da Andersen. E’ un assedio vero e proprio quello prodotto dagli olandesi nella fase iniziale del secondo tempo. Ci prova due volte da fuori area Afellay senza andare a segno, prima della botta di Van Bommel mandata in angolo da Andersen. I danesi con un pò di fortuna riescono a mantenere la porta inviolata e provano ad affacciarsi nella metà campo avversaria senza però dare la convinzione di voler affondare il colpo. Al minuto 62 è Robben a cercare il gol del pareggio incornando di testa un cross dalle tre quarti di Sneijder, tuttavia il pallone termina a lato. Al 67′ prima ammonizione dell’incontro assegnata dall’arbitro a Mark van Bommel che poche settimane fa ha lasciato dopo un anno e mezzo il Milan per tornare a giocare in Olanda al Psv. Al 70′ il ct olandese van Marwijk corre ai ripari sostituendo De Jong e Afellay con Van der Vaart e Huntelaar. Il centravanti dello Schalke ha subito l’occasione per risultare decisivo ma tutto solo in area di rigore non riesce a superare il portiere danese Andersen. I due cambi sembrano incidere poco, allora il ct olandese tenta il tutto per tutto all’84’ quando sostituisce il terzino Van der Wiel con Dirk Kuyt. Ma anche quest’ultima mossa disperata risulta poco incisiva visto che nella fase finale di gara i vice campioni del mondo pungono poco e nulla. La partita termina 1-0 in favore dei danesi. Decisivo il gol al 24′ di Krohn-Dehli.

    PAGELLE

    Van Persie 6: Era l’osservato speciale nell’esordio olandese ad Euro 2012. L’attaccante dell’Arsenal però non impressiona più di tanto così come del resto i suoi compagni di squadra. I movimenti prodotti sono quelli visti nell’arco della stagione ma sotto porta l’attaccante olandese delude e non poco perchè da un giocatore come lui ci si aspetta sempre la zampata vincente. Il 6 è di fiducia in vista delle prossime due partite dove il centravanti gunners vorrà rifarsi certamente.

    Sneijder 6,5: Saranno contenti i sostenitori nerazzurri visto che Sneijder ha confermato di essere in netta ripresa. Sarà meno contento lui visto la sconfitta in cui è incappata la sua nazionale. Il numero 10 olandese è stato il migliore per i suoi anche se è ancora lontano dal giocatore ammirato 2 anni fa ai mondiali. I passaggi filtranti però funzionano a meraviglia e i maggiori pericoli per la difesa danese sono nati proprio dai piedi del cecchino.

    Stekelenburg 5: Poco impegnato durante la partita odierna. Unica pecca essersi fatto beffare dal tiro rasoterra di Krohn-Dehli. Decisivo in negativo.

    Willems 5,5: Petro Willems, terzino sinistro classe 1994 in forza al Psv. Tanta corsa e buoni piedi. Fase difensiva da registrare ma considerata l’età giovane può solo che migliorare. Unica nota lieta della sua serata è un nuovo record che lo vede protagonista. Con l’esordio di oggi infatti è diventato il giocatore più giovane (18 anni e 70 giorni) ad esordire agli Europei. Il ragazzo si farà.

    Robben 5: Non è la sua miglior stagione e non lo scopriamo oggi. Ma da un giocatore del suo calibro ci aspettiamo sempre un gol che non arriva per colpa del palo danese che nega a lui la gioia del gol e agli olandesi un pareggio tanto inseguito invano. Da rivedere.

    Krohn-Dehli 7: Voto più alto per il giocatore decisivo della sfida tra Olanda e Danimarca. L’ala del Brondby si dimostra molto concreto nel momento giusto e il suo tiro vincente regala ai danesi più di una possibilità per una qualificazione ai quarti a cui nessuno credeva fino a poche ore fa.

    Eriksen 6: Era il più atteso nella fila danesi. Tuttavia nonostante il risultato positivo e insperato raccolto dai suoi, il trequartista dell’Ajax non si fa notare più di tanto. In effetti la tattica impostata dai danesi non prevedeva tante occasioni per mettersi in mostra ma il talento danese può fare sicuramente di meglio.

    CLASSIFICA GRUPPO B

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO OLANDA-DANIMARCA 0-1 

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  • La Grecia beffa la Polonia, a Lewandoski risponde Salpingidis

    La Grecia beffa la Polonia, a Lewandoski risponde Salpingidis

    Termina 1-1 il primo incontro di questi Campionati Europei di calcio 2012, Polonia-Grecia. I padroni di casa erano partiti subito forte, passando in vantaggio al 17′ minuto grazie al colpo di testa del bomber Lewandowski. Quando la partita sembrava in mano ai polacchi, sopratutto anche dopo l’espulsione frettolosa di Sokratis per doppia ammonizione, nella ripresa arriva la risposta della Nazionale di Santos. Il ct portoghese indovina la mossa Salpingidis, entrato ad inizio ripresa al posto di Ninis. Lo stesso giocatore del Paok trova il pareggio al 51′, per poi guadagnarsi il calcio di rigore al 70′, facendo espellere anche il portiere dell’Arsenal Szczesny. Il capitano Karagounis però fallisce il penalty e così la partita si trascina lenta fino al 90′ senza ulteriori sorprese.

    PRIMO TEMPO – Rispetto alle formazioni annunciate nell’immediata vigilia del match, il ct greco Santos lascia in panchina la stella dello Schalke 04 Papadopoulos e Salpingidis, inserendo a sorpresa Sotiris Ninis, che nella prossima stagione giocherà con la maglia del Parma. Sono i padroni di casa a impadronirsi da subito del pallone, mettendo in seria difficoltà la fascia sinistra greca grazie alla catena del Dortmund Piszczek-Blaszczykowski, capace di confezionare pericoli in serie alla retroguardia ellenica. Ed è proprio da una di queste azioni che la Polonia trova il gol del vantaggio al 17′ minuto, con il terzino destro che crossa dall’out di destra un pallone sul quale si avventa il bomber polacco, nonché compagno di club, Robert Lewandowski. Il capocannoniere del Dortmund sigla così la prima rete di questi Europei di calcio. Nella prima mezzora di gioco la Grecia non trova contromisure valide per arginare l’offensiva dei polacchi, che potrebbero raddoppiare al 35′ se il centrale difensivo Perquis non fallisse la più facile delle occasioni. Nel finale del primo tempo l’incontro si incattivisce dopo l’inspiegabile espulsione decretata dal direttore di gara (lo spagnolo Velasco Carballo) ai danni del difensore centrale Sokratis (ex Milan e Genoa) per doppia ammonizione al 43′. La moviola mostra come la trattenuta sia in realtà inesistente, e da qui le vibranti proteste dello stesso Sokratis insieme alla panchina greca. Pochi secondi più tardi un altro episodio contrario alla Nazionale di Santos, che si vede negare un calcio di rigore solare (mani in area di Perquis).

    SECONDO TEMPO – Ad inizio ripresa il commissario tecnico della Grecia decide di sostituire uno spento Ninis per Salpingidis. Il neo entrato cambia il corso del match, rivoltandolo come come un calzino, sorprendendo gli uomini di Smuda. Al 51′ l’esterno destro del Paok sfrutta al meglio un’indecisione della coppia Szczesny-Perquis, potendo ribadire in rete indisturbato il pallone dell’1-1. I padroni di casa accusano il colpo e vanno in bambola. La Grecia potrebbe addirittura passare in vantaggio a metà ripresa, quando l’arbitro fischia un penalty in favore degli ellenici per l’atterramento di un indiavolato Salpingidis da parte del Gunners Szczesny, che nell’occasione viene anche espulso. Dal dischetto si presenta il centrocampista Karagounis (ex Inter), ma la conclusione del capitano viene neutralizzata dal neo entrato Tyton (di proprietà del Psv), che salva così il risultato. Una volta ristabilita la parità numerica in campo, il pubblico dello stadio Varsavia assiste ad una partita equilibrata, dove nessuna delle due squadre riesce a trovare il gol della vittoria. Termina così in parità la partita inaugurale di Euro 2012, 1-1 tra Polonia e Grecia.

    robert lewandowski | © ARIS MESSINIS/AFP/GettyImages

    Pagelle Polonia-Grecia 1-1

    Szczesny 4: il peggiore dei suoi. Nonostante sia una delle stelle di questa Nazionale, il portiere dell’Arsenal incappa in una serataccia. In occasione del primo gol è colpevole insieme a Perquis di una topica, che consente a Salpingidis di concludere facilmente a porta sguarnita. Trascorrono venti minuti e il Gunners si fa espellere lasciando i propri compagni di squadra in 10 uomini. E per fortuna che c’è Tyton.
    Perquis 4,5: il difensore centrale del Sochaux non è da meno rispetto al suo compagno di reparto. Fallisce clamorosamente il raddoppio nel corso del primo tempo, quando il risultato era sull’1-0 per la Polonia, mentre nella ripresa è il più in bambola dei suoi, mostrando tutti i limiti difensivi della Nazionale di Smuda.
    Blaszczykowski 6,5: l’ala destra del Dortmund è tra i più pericolosi dei polacchi. Dalla sua fascia arrivano i pericoli maggiori per la Nazionale ellenica nella prima mezzora di gioco. Nel secondo tempo paga l’involuzione dei suoi compagni.
    Lewandowski 6,5: schierato come unica punta dal ct Smuda, il capocannoniere polacco timbra subito il tabellino grazie all’incornata vincente al 17′ minuto del primo tempo. Non riesce a prendersi sulle spalle la squadra quando cala vistosamente nel secondo tempo.

    Chalkias 5: sconosciuto ai più, il 38 enne del Paok Salonicco è il titolare a sorpresa della Nazionale greca. Si presenta agli Europei con un’uscita completamente sballata in occasione della prima rete di Lewandowski.
    Sokratis 5,5: non ci sentiamo di colpevolizzare l’ex rossonero per il cartellino rimediato poco prima dell’intervallo, in quanto entrambi i cartellini gialli rifilati a suo carico sono una punizione troppo eccessiva per il difensore del Werder.
    Karagounis 6: d’accordo, sbaglia il rigore che avrebbe consegnato un’insperata vittoria per i propri compagni, considerato l’andamento del match nel corso del primo tempo, ma il centrocampista del Pana è l’anima della Nazionale, di cui è capitano, e ne guida la riscossa nella ripresa.
    Salpingidis 7: il migliore in campo è l’esterno destro del Paok. Subentrato ad inizio secondo tempo al posto di Ninis, il 30 enne attaccante destro cambia da solo l’andamento della gara. E’ suo il gol del pareggio al 51′, che riporta fiducia nel clan greco, per poi guadagnarsi il penalty del possibile successo a metà ripresa, quando lascia in 10 uomini i polacchi. Con un Salpingidis in tale forma difficile per Ninis poter ripresentarsi da titolare nella prossima partita.

    LA CLASSIFICA DEL GIRONE A

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO POLONIA GRECIA 1-1

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  • Usain Bolt vince anche alla Diamond League

    Usain Bolt vince anche alla Diamond League

    Dopo aver vinto al Golden Gala di Roma una settimana fa Usain Bolt torna a vincere i 100 metri e questa volta lo fa nel meeting di Oslo, quinta tappa della Diamond League. Qui l’alieno giamaicano supera nuovamente Asafa Powell con un 9’’79 rispetto al secondo tempo del connazionale di 9’’85; terzo posto per l’altro giamaicano Lerone Clarke che raggiunge il traguardo in 10’’10. In questa quinta tappa della Diamond League è presente anche l’unico italiano Fabio Cerruti che si piazza al settimo posto con un 10’’52.

    Parte sicuramente meglio Asafa Powell che sembra volersi rifare dalla gara disputatasi a Roma mentre come sempre il pluricampione Usain Bolt non parte benissimo: fino alla linea dei 70 metri Powell è davanti ma poi crolla sul finale quando il giovane Bolt lo supera tagliando il traguardo per primo.

    Il campione, presa velocità nel conquistare questo traguardo, superato quest’ultimo non riesce a fermarsi prontamente e finisce col travolgere la bella signorina che aspettava il velocissimo Bolt con fiori e bandiera diretti al vincitore. I riflessi però come ben conosciamo non mancano al pluricampione che, con la stessa velocità con cui travolge la bella, riesce a prenderla al volo prima che arrivi a toccare terra.

    Bolt vince al Diamond Leauge AFP PHOTO / DANIEL SANNUM LAUTEN/ Getty

    Ad Oslo inoltre viene stabilito il primato mondiale stagione per Javier Culson nei 400 metri dove il portoricano taglia il traguardo in 47’’92 superando Jehue Gordon, Justin Gaymon e David Greene, ex campione del mondo. Altro record stagione nel giavellotto dove il ceco Vitezslav Vesely si aggiudica la miglior prestazione con un lancio pari a 88,11 metri, superando di due metri il proprio miglior risultato.

    Importanti traguardi anche per il keniano Kiprop che ha conquistato la vittoria del 1609 metri con un 3’49’’22 e per la keniana Chemos che ha migliorato il proprio record nel 3000 siepi abbassando il proprio tempo a 9’07’’14. Nei 5000m Dejen Gebremeskel riesce a scendere sotto i 13’ correndo in 12’58’’ nella gara dove Tariku Bekele ha preceduto il fratello Kenesisa in quarta posizione.

    Il video della prestazione di Usain Bolt al Diamond League

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  • LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    LeBron James show a Boston, Celtics KO. Miami è ancora viva

    Doveva rispondere a giornalisti, analisti, critici e detrattori che dopo la super prova di Kevin Durant nella serie contro gli Spurs lo davano ormai come perdente. Doveva (se ce ne fosse stato ancora bisogno) dimostrare di non essere secondo a nessuno. Doveva riprendersi ciò che stava svanendo lentamente ma anche inesorabilmente. E lo ha fatto con una prova mostruosa. Questo è LeBron James che nella possibile notte dell’ennesima abdicazione personale ed eliminazione di una sua squadra dai playoff, tira fuori dal cilindro una prestazione da laggenda: per lui 45 punti e 15 rimbalzi ma come sempre (e come già detto ieri per Durant), i numeri alcune volte non dicono tutto. Da solo, in sostanza, stritola Boston che dopo il colpo esterno di gara 5 vedeva sempre più le Finals NBA a portata di mano. Serie di Finale di Eastern Conference pareggiata sul 3-3, i Celtics si sono dovuti inchinare. James non ci teneva ad uscire per la terza volta in 4 anni a testa bassa dal Garden di Boston dopo le cocenti delusioni dei playoff del 2008 e del 2010 in cui i Verdi eliminarono i Cavaliers di LeBron. Ed infatti la storia è andata diversamente. Tuttavia gli Heat nonostante si siano salvati avranno un altra difficile partita nella serata di sabato, tutto si deciderà infatti in gara 7 in programma a Miami. Partita da dentro o fuori, vivere o morire. Celtics ed Heat si daranno battaglia fino all’ultimo decimo di gioco per raggiungere gli Oklahoma City Thunder in Finale.

    Boston solo in avvio, precisamente nei primi secondi di gioco, riesce a mettere la testa avanti, poi gli ospiti prendono le redini del match e non mollano più la leadership del risultato. Il primo quarto si chiude sul 26-16 ma gli Heat continuano a spingere forte. James, dopo aver sbagliato il primo tiro dell’incontro ne infila 11 consecutivi e ad un certo punto sui 32 punti totali di squadra lui ne ha griffati la metà ovvero 16! Boston riesce solo a limitare i danni non riuscendo ad arrivare in scia agli avversari ed il primo tempo si chiude sul 55-42.

    Ritmi bassi in avvio di ripresa, Miami però tocca anche il +18 con un parziale di 6-1 (61-43). I padroni di casa con l’orgoglio però riescono a tornare sul -10 e costringono coach Spoelstra a chiamare timeout. La pausa giova a Wade e compagni che si portano nuovamente sul +15 (67-52) anche grazie alla bomba di Mario Chalmers. Il terzo quarto va in archivio sul risultato di 72-59.

    LeBron James, Miami Heat | © Jim Rogash Getty/Images Sport

    Ultima frazione di gioco senza storia: 2 canestri di Wade ed una tripla di Battier siglano il +18 (81-63), poi arriva anche il massimo vantaggio della gara sul +25 per gli Heat, messo a segno da Lebron James per i suoi ultimi 2 punti dal campo prima di sedersi in panchina per gli ultimi 5 minuti e mezzo dell’incontro. Nel garbage time i Celtics rosicchiano qualche punto ma il punteggio resta lo stesso impietoso: 98-79.

    Prestazione da leggenda per LeBron James, cifre semplicemente spettacolari, 45 punti, 19/26 al tiro, 15 rimbalzi, 5 assist e un primo tempo da 30 punti con 12/14 al tiro e 10 rimbalzi. Proprio i sui 30 punti nel primo tempo si avvicinano ai 35 di sua maestà Michael Jordan ottenuti nel primo tempo di gara 1 delle Finals del 1992 contro i Portland Trail Blazers, prestazione che contribuì a scrivere il suo nome nella leggenda. James inoltre è il primo giocatore da 25 anni a questa parte in NBA a sfoderare una performance da 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist nei playoff. Solo Wade riesce ad arrivare in doppia cifra per Miami con 17 punti, poi le briciole per gli altri con Chalmers che si ferma a 9 punti (tutti ottenuti da dietro l’arco (3/4 per lui) e Bosh che gioca 28 minuti con un bottino di 7 punti e 6 rimbalzi. Ai padroni di casa non sono bastati i 21 punti e 10 assist di Rondo (unico a salvarsi) ed i 12 a testa di Garnett e Bass, male il capitano Paul Pierce con 9 punti ottenuti con ben 18 tiri presi (0/6 da 3).

    Per gara 7 si torna a Miami. Come già detto gara da vita o morte, sperando che lo spettacolo sia di livello assoluto.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 7 giugno:

    Boston Celtics-Miami Heat 98-79
    Bos: Rondo 21, Bass 12, Garnett 12
    Mia: James 45, Wade 17, Chalmers 9

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 3-3

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Contro questi Thunder c’è poco da fare: Oklahoma City batte per la quarta volta consecutiva i San Antonio Spurs, si aggiudica gara 6 e chiude i conti della Finale di Western Conference vincendo la serie per 4-2. I neo campioni dell’Ovest sono la prima squadra a qualificarsi per la Finale NBA dei playoff 2012, un risultato che dopo le prime 2 partite della sfida vinte dai texani sembrava quasi sfumato. Ma il talento, la forza fisica e mentale, la determinazione del team di coach Scott Brooks alla fine sono emerse prepotentemente e non hanno lasciato scampo ai neroargento che si sono dovuti inchinare al cospetto degli avversari.

    Si tratta della prima Finale NBA nella storia della giovane franchigia dell’Oklahoma, nata nel 2008 dalle ceneri dei Seattle SuperSonics, la quarta complessiva (un titolo vinto nel 1979) se si considera invece la storia unificata delle 2 città (l’ultima dei Sonics risale alla stagione 1996 conro i Chicago Bulls di Michael Jordan persa per 4-2). E proprio come il grande M.J. che fece grandi quei Bulls, ora è il turno di Kevin Durant a prendersi lo scettro di “Re” della NBA, un talento puro, un fenomeno che alla guida dei giovani Thunder rischia seriamente di usurpare il trono di sua altezza Jordan. A soli 23 anni (classe 1988, compirà 24 anni a fine settembre), nessuno nella Lega può mettersi al pari del numero 35 di Oklahoma City che sembra proprio destinato a dominare la NBA nelle prossime 10 stagioni.

    Il match è in sostanza una sintesi della serie: gli Spurs scappano via nei primi 2 quarti ma vengono ripresi e poi superati nella ripresa. Tony Parker in avvio è scatenato ed in 12 possessi texani firma 7 canestri e 5 assist, guidando i suoi compagni al provvisorio +18 (48-30), prima di andare al riposo lungo in vantaggio di 15 punti (63-48). I neroargento giocano bene, Duncan è il perno a centro area e Stephen Jackson è chirurgico dalla distanza (9/15 nelle triple per gli ospiti alla fine del primo tempo) e la truppa di coach Popovich sembra essersi ritrovata dopo i 3 KO di fila.

    Il secondo tempo però è un monologo dei Thunder e di Durant: dopo aver concesso 63 punti in 24 minuti, nei successivi 24 la difesa di Oklahoma City tiene a soli 33 punti dal campo l’attacco neroargento, K.D. inizia a segnare da ogni posizione ed in ogni modo, sciorinando il suo vasto repertorio di attaccante di razza, semplicemente inarrestabile per qualsiasi difensore. Il primo parziale in avvio di terzo periodo fa capire quanto le cose siano cambiate: 11-2 Thunder per ritornare a contatto, solo 18 punti per San Antonio nel terzo quarto ed il punteggio torna in equilibrio (81-80 per gli ospiti).

    Match punto a punto fino a 3 minuti dalla sirena, poi Harden e Fisher portano l’inerzia dalla parte dei padroni di casa, con 2 triple, per il provvisorio +6. A 75 secondi dalla fine Parker firma il 99-103 che restituisce qualche speranza agli uomini di Popovich, che però sbagliano i 3 tiri successivi (tra cui una tripla di Jackson, perfetto fino a quel momento dalla lunga distanza con uno stupefacente 6/6). E così Perkins, con una schiacciata a 24 secondi dal termine, può sigillare il trionfo dei Thunder (107-99 il risultato).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Michael Heiman/Getty Images

    M.V.P. del match senza ombra di dubbio è Kevin Durant autore di 34 punti, 14 rimbalzi 5 assist 2 stoppate con 9/17 al tiro, 4-8 da 3 e 12-15 ai liberi, ma i numeri non riescono neanche a spiegare la sua bravura, la sua completezza tecnica (superiore) ed il suo essere sempre decisivo nei momenti cruciali della partita, una caratteristica che lo accomuna ancora di più con il suo illustre predecessore Jordan! Il segreto del suo successo sta nella testa, un ragazzo dal cuore d’oro, educato e disponibile, legato profondamente alla mamma (come sempre a bordo campo per ogni sua gara) con la quale ancora vive assieme. Non siamo di fronte al solito “esaltato” giocatore NBA, ma ci troviamo davanti ad una persona che non gradisce le luci della ribalta se non quelle del parquet, il suo habitat naturale. A dare supporto al numero 35 dei Thunder ci pensano i soliti Westbrook (25 punti) ed Harden (16), ma importanti sono anche i 10 punti di Ibaka (e la sua difesa) ed i 9 punti di Fisher. Agli Spurs non basta Parker (29 punti e 12 assist), nè Duncan (25 punti e 14 rimbalzi) e neanche un chirurgico Jackson (23 punti e 6/7 da 3), opaco Ginobili con soli 10 punti.

    Oklahoma City diventa campione della Western Conference, un trionfo meritato (anche se ora va completata l’opera) che parte da lontano, esattamente da Seattle, anno 2007, con la fortunata Lottery che assegna ai SuperSonics la scelta numero 2 al Draft, spesa per chiamare Kevin Durant (ad oggi i Blazers si mangiano le mani per aver chiamato con la numero 1 assoluta Greg Oden). Nell’anno seguente a Seattle arrivano le scelte di Westbrook ed Ibaka (il congolese è lasciato un altro anno a giocare in Spagna), il team si trasferisce tra mille polemiche (ancora non completamente finite, e forse non finiranno mai!) ad Oklahoma City ed aggiunge un’altro talento grazie al Draft, quello di James Harden. Sam Presti, il G.M., costruisce una vera e propria corazzata, il resto è storia recente. Ed a Seattle (per la franchigia) e in maniera minore a Portland (per Durant), lo sconforto è grande e lascia solo l’amaro in bocca. Non ad Oklahoma City dove la gente è completamente innamorata ed impazzisce per questi Thunder da 10 e lode.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 6 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 107-99
    Okl: Durant 34, Westbrook 25, Harden 16
    S.A.: Parker 29, Duncan 25, Jackson 23

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Play off, Sampdoria – Varese 3-2. Gastaldello bomber dei blucerchiati

    Play off, Sampdoria – Varese 3-2. Gastaldello bomber dei blucerchiati

    Va alla Sampdoria di Beppe Iachini la prima delle due finali play off per accedere In Serie A. Varese battuto per 3 a 2 al termine di una sfida bellissima, ricca di emozioni e che ha regalato tanti gol agli spettatori presenti con un bomber d’eccezione, il difensore Gastaldello, il quale ha aperto e chiuso le marcature. Il successo permetterà ai doriani, nella gara di ritorno, di poter contare su due risultati, la vittoria e il pareggio, per ritornare dopo appena un anno di Serie B, nella massima categoria. Varese che invece sarà obbligato a vincere.

    Doriani che così sfatano il tabù Varese, squadra con la quale avevano sempre perso quest’anno. Per farlo hanno dovuto sudare: due volte avante, i liguri si sono fatti subito agguantare e quando la sfida sembra destinata a terminare in parità ecco il gol doriano che a 10’ dalla fine ha chiuso i giochi. Per quanto riguarda le due formazioni scese in campo, se la Samp da un lato si presenta al completo, dall’altro il Varese deve rinunciare a Terlizzi. Al suo posto c’è Camisa.

    Daniele Gastaldello © Valerio Pennicino/Getty Images

    L’equilibrio iniziale è rotto dopo appena 20’ da Gastaldello, il quale con una precisa incornata riesce a superare il portiere ospite Bressan. Il Varese tuttavia non accusa il colpo e ci mette appena 4’ a pareggiare: merito di Rivas il quale converge verso il centro e lascia partire un destro sul quale Romero nulla può. Si va quindi al riposo sul punteggio di parità ma si ha l’impressione che nella ripresa tutto potrà accadere.

    E cosi, infatti, è. Dopo appena 2’ infatti Troest commette un’ingenuità dando il via libera a Pozzi il quale non si fa pregare due volte e insacca in rete. Il gol, ancora una volta, non abbatte il Varese, che pareggia appena 10’ dopo con De Luca il quale sfrutta magistralmente un assist di Cacciatore. Per la Sampdoria è un brutto colpo questa seconda rimonta consecutiva nel giro di pochi minuti, e sembra non riuscire più ad avere la solita brillantezza sotto porta.

    Iachini prova a dare brio al proprio centrocampo inserendo Soriano e Juan Antonio al posto di Munari e Foggia. Dall’altra parte invece Maran sembra accontentasi del pareggio e getta nella mischia Martinetti e Nadarevic per Neto Pereira e Rivas. Il match tuttavia non si sblocca, nemmeno quando Iachini tenta il tutto per tutto buttando nella mischia un altro attaccante Pellè, al posto di Obiang. O almeno così sembra visto che a 9’ dalla fine ci pensa ancora una volta Gastaldello, sempre di testa, ad infilare l’estremo difensore avversario Bressan per il 3 a 2.

    Stavolta è veramente troppo per il Varese che non riesce a rientrare in gara e la Samp riesce a portare a casa questo importante successo che le permetterà, al Franco Ossola, di giocare per due risultati. Il Varese visto al Ferraris, tuttavia, è cosciente di poter vincere tra le mura amiche e coronare il proprio sogno quasi 40 anni dopo l’ultima volta. Si prevede dunque una grande sfida.

    Le immagini di Sampdoria Varese:
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  • Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    2 serie parallele, quelle delle Finali di Conference dei playoff NBA 2012: come ieri Oklahoma City, dopo essersi trovata sotto per 2-0 dopo le prime 2 partite giocate contro gli Spurs, ha rimontato e si è portata in vantaggio per 3-2 nel computo totale della sfida, la stessa cose è accaduta nella Finale dell’Eastern Conference dove i Boston Celtics, sotto per 2-0 dopo gara 2, hanno trovato la forza e le energie fisiche e mentali per ribaltare completamente la situazione, che ora vede i Verdi del Massachusetts in vantaggio per 3-2 dopo il colpo esterno in quel di Miami sul parquet degli Heat ai quali non è bastato neanche il ritorno in campo di Chris Bosh. Una sconfitta pesante per il team della Florida (94-90 il risultato finale) che è sull’orlo del baratro, una situazione impensabile pochi giorni fa. Al contrario i Celtics vedono la Finale NBA e per quanto si è visto finora nella serie il punteggio è meritato. Un parallelismo, quello dei risultati di Thunder e Boston, che lascia presagire che saranno con ogni probabilità queste 2 franchigie a giocarsi il titolo a partire dalla prossima settimana.

    Bosh parte dalla panchina, per precauzione, ma gli Heat sembrano lo stesso in palla prendendo la leadeship del match. Gli ospiti però non demordono ed in breve si riportano sotto, a soli 2 punti di distacco. E’ il momento di Bosh che entra in campo e trova 5 punti consecutivi che regalano il provvisorio 24-16 che chiude il primo quarto.

    Il margine si dilata ad inizio del secondo periodo con 3 canestri in fila di James (tra cui una tripla) per il provvisorio +13 (31-18). Boston reagisce con l’energia di Garnett e la splendida regia di Rajon Rondo che guida i suoi compagni di nuovo sul -2 all’intervallo lungo (42-40).

    Wade parte forte all’inizio della ripresa e la strada sembra in discesa per Miami. Sembra, appunto, perchè un controparziale di 15-1 dei Verdi permette a Boston di mettere il naso avanti quando mancano solo gli ultimi 12 minuti da giocare (65-60).

    Paul Pierce, Boston Celtics | © Mike Ehrmann/Getty Images

    In 4 minuti dall’apertura dell’ultima frazione gli Heat capovolgono nuovamente la situazione e la bomba di James firma il 74-72 per i padroni di casa, passano altri 2 minuti ed a metà del periodo i rossoneri arrivano sul +6 (78-72) ma qui emerge prepotentemente il cuore ed il proverbiale orgoglio Celtics: Pietrus e Garnett ribaltano l’inerzia del match e a 3 minuti dalla sirena Boston è di nuovo avanti (81-80). La giocata dell’incontro la firma il capitano biancoverde, “The Truth” Paul Pierce che a 52 secondi dal termine spara in faccia a LeBron James la tripla del provvisorio 90-86 che taglia le gambe a Miami. Con la forza della disperazione i padroni di casa si portano sul -2 a 9 secondi dalla fine (92-90), Garnett subisce fallo ma è glaciale dalla lunetta ed infila i tiri liberi del definitivo +4 (94-90).

    Solo 2 giocatori in dopia cifra per gli Heat, James segna 30 punti con 13 rimbalzi e Wade invece 27 punti, poi il vuoto con Chalmers e Bosh a quota 9 punti (ed il lungo di Miami sparisce via via con il passare dei minuti rispetto al promettente avvio). Percentuali terribili per la squadra della Florida con il 39% complessivo (26% da 3 punti) e non basta il dominio a rimbalzo (49-39 sugli ospiti). Boston invece si affida alla regia esemplare di Rondo che capisce sin da subito che non è una serata felice al tiro e si dedica agli assist per i compagni (7 punti, 6 rimbalzi, 13 assist e 4 recuperi il suo score), meraviglioso Garnett (doppia doppia da 26 punti ed 11 rimbalzi), eroico Pierce con i suoi 19 punti e la tripla decisiva. Ma importante è anche l’apporto di Ray Allen (13 punti), di Bass (10 punti) e di Pietrus (13 punti fondamentali dalla panchina).

    Ora per gara 6 si torna a Boston e per i Celtics ci sarà il primo match point, occasione da non farsi sfuggire. Gli Heat sull’orlo del baratro sono chiamati a dimostrare il loro valore: un’eventuale eliminazione porterebbe quasi sicuramente ad una rivoluzione della squadra.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 5 giugno:

    Miami Heat-Boston Celtics 90-94
    Mia: James 30, Wade 27, Bosh 9, Chalmers 9
    Bos: Garnett 26, Pierce 19, Allen 13, Pietrus 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Colpaccio esterno degli Oklahoma City Thunder che in gara 5 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012 battono in Texas i San Antonio Spurs e ribaltano l’esito della serie che dopo le prime 2 partite vedeva i neroargento in vantaggio per 2-0. La situazione infatti ora è sul 3-2 per la squadra di coach Brooks che è veramente ad un passo dalla prima Finale NBA della sua giovane storia, dato che per gara 6 i Thunder potranno sfruttare il sostegno del pubblico amico di Oklahoma City.

    E’ con ogni probabilità la partita della svolta, questa gara 5, anche perchè mai in questa stagione gli Spurs avevano subìto 3 KO consecutivi (anzi erano reduci da 20 vittorie di fila), un dato rilevante e che deve far riflettere coach Popovich, che negli ultimi 3 incontri è stato dominato dal collega Brooks, in grado di portare (dopo le prime 2 sconfitte della sua squadra) gli aggiustamenti necessari per sovvertire l’esito della serie.

    Per dare un segnale forte Popovich fa partire Ginobili titolare e dopo 6 minuti i texani sono sul 13-6, ma la rimonta di Oklahoma City è inesorabile ed il primo quarto va in archivio sul 26-21 per gli ospiti.

    Un immnso Ginobili prova a trascinare la sua squadra ma la forza fisica dei Thunder è impressionante e con facilità Durant e compagni riescono ad andare al riposo lungo sul +8 (52-44).

    Ad inizio ripresa Ginobili sembra aver messo indietro le lancette del tempo di 10 anni e grazie ai suoi canestri i texani riassaporano la leadership dell’incontro (57-56 dopo 4 minuti di gioco nel corso del terzo periodo). E con triple a ripetizione l’argentino guida un super parziale che porta San Antonio sul 67-61. A riportare sotto i Thunder ci pensa Kevin Durant con alcune giocate magistrali ed a 2 minuti dalla fine della terza frazione ecco il controsorpasso Oklahoma City (72-71). I ragazzi di Brooks continuano a premere l’acceleratore ed arrivano a toccare il provvisorio +9 alla fine del quarto (81-72).

    Gregg Popovich, San Antonio Spurs | © Tom Pennington/Getty Images

    Il cuore dei neroragento però è grande e minuto dopo minuto, azione dopo azione, Duncan, Ginobili e Parker trascinano il team neroargento a sole 2 lunghezze di distanza dagli avversari (103-101) quando sul cronometro mancano solo 50 secondi. A spezzare le gambe alla rimonta dei padroni di casa è la tripla di James Harden (106-101) a 28 secondi dalla sirena. Gli Spurs provano con la forza della disperazione quantomeno a pareggiare il match per andare in overtime ma sul 106-103 la tripla di Ginobili (dopo un recupero di palla di Leonard ai danni di Sefolosha) non va abuon fine ed i Thunder chiudono i conti con i tiri liberi del definitivo 108-103.

    Ancora una volta Kevin Durant è monumentale con 27 punti ed il 52% al tiro, a dare una grande mano al leader di Oklahoma City sono i soliti Westbrook (23 punti e 12 assist) e James Harden (20 punti e 3 triple assassine nei momenti caldi del match). Agli Spurs non bastano i 34 punti, 6 rimbalzi e 7 assist di un Ginobili in stato di grazia, Parker tira male ma piazza comunque 20 punti mentre Duncan segna 11 dei suoi 18 punti totali nell’ultimo periodo chiudendo in doppia doppia (per lui infatti anche 12 rimbalzi). Non serve neanche la buona prova difensiva di Leonard, nè i 13 punti di Jackson dalla panchina,

    L’impressione è che San Antonio non abbia più nè le forze, nè le energie per contrastare i più giovani ed atletici Thunder. Troppa la differenza di età tra le colonne portanti dei giocatori di Oklahoma City (Durant-Westbrook-Ibaka-Harden) e quelle dei texani (Duncan-Ginoibili-Parker). La neonata franchigia dell’Oklahoma riesce a piazzare la vittoria esterna nel momento migliore ed ora può chiudere tranquillamente i conti in casa nella bolgia della Chesapeake Arena domani notte, dove quasi 20mila persone accorreranno in massa per essere testimoni della probabile pagina di storia NBA scritta dai loro beniamini. Impresa disperata per gli Spurs, apparsi sconfortati e quasi arresi alla fine di questa gara 5 al cospetto del talento dei Thunder.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 4 giugno:

    San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 103-108
    S.A.: Ginobili 34, Parker 20, Duncan 18
    Okl: Durant 27, Westbrook 23, Harden 20

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-2

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Ganz, Valoti il Milan sorprende la Juve

    Ganz, Valoti il Milan sorprende la Juve

    E’ terminata la prima due giorni delle Final Eight Primavera 2012. La sorpresa più grande è quella del Milan di Dolcetti, che nei quarti ha superato la Juventus per 2-0, staccando così il pass per le semifinali, dove incontrerà l’Inter, che nel pomeriggio aveva battuto senza troppe difficoltà la selezione del Palermo. Dall’altra parte del tabellone ritroviamo come da pronostico Roma e Lazio, che si sfideranno in un derby di fuoco già nella giornata di domani, stracittadina che dirà chi fra le due squadre approderà alla finalissima del 9 giugno a Foligno. Vediamo ora nel dettaglio le azioni salienti di ogni singolo match, e per ciascun incontro il video. Ricordiamo infine che potrete seguire le semifinali e la finale qui sul Pallonaro con la diretta live delle partite.

    ROMA VARESE 4-0 – Le Final Eight si aprono con il remake della finalissima 2011, che aveva visto i ragazzi di Alberto De Rossi trionfare 3-2 nei tempi supplementari contro la squadra allenata da Devis Mangia, trasferitosi poi a Palermo. Quest’anno la musica non è cambiata, anzi. I giallorossi infatti hanno mostrato tutta la propria superiorità nei confronti del Varese guidato da Tomasoni, chiudendo di fatto il match già nel corso del primo tempo, segnando con il centrocampista centrale Mattia Ricci (splendida conclusione nel sette) e l’esterno di destra Ciciretti, servito ottimamente da Piscitella. In completo controllo della partita, ad inizio ripresa la Roma sfiora più volte il terzo gol. Trascorrono i minuti però e il Varese si sveglia dal torpore, colpendo anche una traversa al 56′ sugli sviluppi di un corner. Alberto De Rossi decide di dare una scossa alla squadra facendo entrare la talentuosa punta uruguaiana Nico Lopez, che nel finale lo ripaga andando a segnare il 3-0. Nei minuti di recupero la festa giallorossa è completa con il 4-0 realizzato dal neo entrato Marco Frediani.

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    TORINO LAZIO 1-2 – In serata i biancocelesti rispondono ai cugini battendo i granata di Antonino Asta per 2-1, grazie alla doppietta del nigeriano Sani. L’attaccante della Lazio non perdona la difesa avversaria e trascina i suoi compagni di squadra in semifinale, dove incontreranno proprio la formazione di De Rossi. E’ partita subito a mille la Lazio, giocando una prima mezzora di altissimo livello, grazie ad una manovra di gioco veloce e un tridente pericolosissimo composta da Rozzi, Barreto e lo stesso Emmanuel Sani. Passano 4′ minuti e il nigeriano trova subito la via della rete, superando il portiere avversario Gomis. E’ l’estremo difensore granata poi a negare in più di una circostanza il raddoppio dei ragazzi di Bollini. Il Toro però riesce a tirare fuori la testa dopo una mezzora trascorsa nella propria  metà campo, e sopratutto sulla fascia destra con la catena umana Diarra-Verdi mette in apprensione la difesa biancoceleste. Nella ripresa invece i biancocelesti tornano ad avere saldamente il pallino del gioco ed i granata non riescono più a rispondere in maniera efficace. A siglare il raddoppio per la Lazio è ancora Emmanuel Sani, al 56′, a conclusione di un’ottima giocata dei suoi compagni di squadra (assist di Barreto). A nulla serve il gol della bandiera del neo entrato Pinelli al 91′, i granata salutano le Final Eight.

    INTER PALERMO 2-0 – Tutto facile o quasi per la squadra di Bernazzani, campione in carica delle Next Generation Series con l’allora tecnico Andrea Stramaccioni. Quasi perché c’è voluto un gol a tempo ormai scaduto nella prima frazione di gioco del difensore Mbaye per passare in vantaggio, tra le furibonde proteste dei rosanero, che hanno pagato a caro prezzo la loro rabbia con l’espulsione del portiere Micai, restando in 10 uomini per tutto il secondo tempo. Grande prestazione del giovane Simone Longo, che sulla sinistra puntava e superava regolarmente il suo diretto avversario, creando i pericoli maggiori per il Palermo. A dieci minuti dal termine l’Inter è riuscita a trovare il raddoppio ancora con il difensore Mbaye, bravo a deviare in rete una punizione di Benassi. L’unica nota negativa nerazzurri è l’espulsione dell’attaccante Livaja, il quale rimbrotta qualcosa all’arbitro al momento della sostituzione, con il direttore di gara che non si fa pregare un attimo per estrarre il cartellino rosso all’indirizzo del giovane interista. Assenza importante quella di Livaja in vista della semifinale di mercoledì contro il Milan.

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    simone ganz dopo l'1-0 | © acmilan.com

    MILAN JUVENTUS 2-0 – Sono proprio i rossoneri a timbrare la prima sorpresa di queste Final Eight. Infatti la squadra di Dolcetti è riuscita a sovvertire i pronostici della vigilia, battendo per 2-0 la corazzata bianconera. Nonostante i ragazzi di Baroni abbiano comandato la partita, il Milan ha approfittato della serata no del difensore Gouano, che ha dato il là sia al gol nel primo tempo di Simone Andrea Ganz, sia al raddoppio di Mattia Valoti nel secondo tempo, quando ha atterrato in area di rigore l’attaccante Comi, regalando di fatto il penalty al Diavolo. Sulla battuta si presenta lo stesso Gianmario Comi, bomber della regular season, che clamorosamente si fa parare il tiro dal portiere Branescu (clamorosamente perché l’attaccante rossonero non falliva un rigore da due anni). Il rumeno però commetto un’ingenuità pazzesca, esultando per la prodezza appena effettuata dimenticandosi letteralmente del pallone, che finisce tra i piedi di Valoti che insacca per il 2-0 definitivo. In semifinale il Milan incontrerà l’Inter, per un derby della Madonnina versione Primavera.

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