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  • LeBron James guida la rimonta di Miami sui Thunder

    LeBron James guida la rimonta di Miami sui Thunder

    In gara 3 delle NBA Finals 2012 i Miami Heat battono in rimonta gli Oklahoma City Thunder con il risultato di 91-85 ed ora conducono la serie per 2-1. Occasione sprecata per gli ospiti che erano in vantaggio in doppia cifra nel corso del secondo tempo ma sono stati incapaci di gestire il margine, venendo riacciuffati dagli Heat di un super James ed anche grazie a qualche decisione arbitrale un pò dubbia. A fare la differenza anche le palle perse dei Thunder, alcune veramente superficiali, che hanno permesso ai padroni di casa di poter sperare nella vittoria. E questa volta l’astro nascente Kevin Durant non ha potuto fare nulla nel quarto periodo, tenuto a soli 4 punti segnati nella frazione decisiva dalla difesa del team della Florida.

    Nel primo quarto Miami gioca meglio grazie ad una buona circolazione di palla e chiude in vantaggio di 6 punti (26-20). Il secondo periodo però sorride ai Thunder che grazie ad un ottimo Durant si riportano a contatto per chiudere ad una sola lunghezza di distanza dagli avversari (47-46).

    Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Il secondo tempo inizia con Oklahoma City più cinica e concentrata e pronta a punire ogni errore dei padroni di casa. A 3 minuti dalla fine della terza frazione i Thunder volano sul 65-56, ma dilapidano il consistente vantaggio con alcuni falli stupidi sui tiri da 3 punti di James Jones e Shane Battier che ricuciono il gap. Mentre il periodo va a concludersi ariva anche una tripla di LeBron James che riporta avanti gli Heat di 2 punti quando mancano solo gli ultimi 12 minuti da giocare (69-67). L’ultimo quarto si gioca punto a punto, con continui sorpassi e controsorpassi: nella guerra psicologica e di nervi, alla distanza, esce meglio Miami che con uno scatenato James piazza il parziale decisivo portandosi 86-79 a 2 minuti dalla sirena. Oklahoma City si gioca il tutto per tutto ed arriva nuovamente a contatto ma un fallo di Harden (un pò dubbio) permette a James di chiudere la contesa con i tiri liberi della sicurezza. Finisce 91-85 e per i Thunder i rimpianti sono molteplici. Gli Heat esultano ma sicuramente non possono stare tranquilli in vista del prosieguo della serie che sarà ancora lunga, tirata e molto sentita.

    Il top scorer del match nonchè M.V.P. della partita è sicuramente LeBron James autore di 29 punti con 14 rimbalzi, 3 assist ed un ottimo 11/23 al tiro. Essenziale nel successo della sua squadra anche la marcatura su Durant dove James ha dimostrato di poter essere molto più incisivo rispetto alle altre gare. A dare supporto alla stella di Miami ci hanno pensato in primis Dwyane Wade con 25 punti, 7 rimbalzi e 7 assist e Chris Bosh che ha chiuso in doppia doppia (10 punti ed 1 rimbalzi), bene anche Battier (9 punti). Ai Thunder non sono bastati i 25 punti e 6 rimbalzi di Kevin Durant, i 19 di Westbrook ed i 10 di Perkins. Male Harden con 9 punti ma 2/10 dal campo.

    Per gara 4 si resta in Florida con gli Heat che dovranno cercare di mantenere il vantaggio del fattore campo strappato agli avversari in gara 2, mentre Oklahoma City punterà ad una vittoria per riprendersi il ruolo di favorita in questa serie.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 17 giugno:

    Miami HeatOklahoma City Thunder 91-85
    Mia: James 29, Wade 25, Bosh 10
    Okl: Durant 25, Westbrook 19, Perkins 10

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-2 Heat

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Danimarca-Germania 1-2, tedeschi imbattibili danesi a casa

    Danimarca-Germania 1-2, tedeschi imbattibili danesi a casa

    Si è conclusa con la vittoria dei tedeschi per 1-2 la sfida Danimarca-Germania, valida per la terza giornata del Gruppo A. Risultato che ha sancito l’eliminazione dagli Europei dei danesi, mentre la Nazionale di Low ha confermato il primato nel girone. Tre vittorie su tre nel Gruppo più difficile, ribattezzato “della morte” dagli addetti ai lavori. Nove punti in tre partite. Già oggi sappiamo che nessuna delle altre squadre riuscirà a fare meglio, almeno in questa prima parte. La Germania di diritto si candida come la favorita numero uno per il successo finale. Ai quarti incontrerà l’incredibile Grecia di Santos. I pronostici li lasciamo al nostro esperto, anche perché quando c’è di mezzo la Grecia si rischiano brutte figure. Quella tedesca però sembra una formazione imbattibile.

    MISSION IMPOSSIBLE – L’incontro di ieri sera era una mission impossible per la Nazionale di Morten Olsen. Se poi un ct che ha quel nome e guida una squadra all’interno del girone della morte, secondo voi come poteva andare a finire? La partenza aveva sorpreso tutti, con la vittoria contro l’Olanda nella partita inaugurale. C’era già chi paragonava Eriksen e compagni alla Nazionale, quella che nel ’92in Svezia ribaltò i pronostici e andò a conquistare un titolo insperato. Le cose però sono andate diversamente, i miracoli d’altronde non sono sempre all’ordine del giorno. La sconfitta contro il Portogallo nell’incontro successivo lasciava poche speranze. Bisognava sperare almeno in un pareggio contro la Germania e un risultato favorevole nell’altra sfida del Gruppo, Portogallo-Olanda.

    lars bender | © PATRIK STOLLARZ/AFP/GettyImages

    RIFLESSO RONALDO – I tedeschi hanno da subito messo in chiaro le cose al 19′ minuto, quando Podolski segnava la sua prima rete in questi Europei. La Danimarca ha un sussulto d’orgoglio 5′ minuti più tardi, trovando la rete del pareggio con il colpo di testa del numero 9 Krohn-Dehli. L’illusione però dura pochi istanti, perché il Portogallo nel frattempo pareggiava i conti con Ronaldo, riportandosi così al secondo posto. Nel secondo tempo l’eliminazione, decretata prima dalla doppietta di Ronaldo e poi dal terzino tedesco Bender, che a dieci minuti dal termine infilava per la seconda volta Andersen.

    Pagelle Danimarca-Germania 1-2

    DANIMARCA

    Simon Kjaer 6,5: qualche tifoso giallorosso si starà chiedendo come mai non abbia giocato così anche quando era all’Olimpico. Misteri del calcio. Ci auguriamo per la nuova Roma di Zeman che il Kjaer formato Europeo possa durare anche per tutta la prossima stagione.
    Christian Eriksen 5: brutta partita della stella dell’Ajax, che già in passato tra le fila dei lancieri aveva dimostrato di non essere ancora un giocatore al top sotto l’aspetto mentale. La classe non si discute, il problema è che la si dovrebbe mettere a disposizione anche delle grandi platee, e non solo per l’Eredivisie o i soliti noti. Avrà modo di crescere comunque.
    Nicklas Bendtner 6,5: anche ieri prestazione positiva per l’attaccante dell’Arsenal (suo l’assist per il momentaneo 1-1). Solo Neuer gli impedisce la rete del clamoroso 2-1 al 76′, gol che sarebbe stato in ogni caso vano considerata la contemporanea vittoria del Portogallo.

    GERMANIA

    Hummels 6: non esattamente il miglior Hummels a cui ci eravamo abituati nei primi giorni. Il difensore del Dortmund soffre la prestanza fisica di Bendtner. Adesso viene il bello anche per lui, dovrà dimostrare di essere il miglior giovane difensore a questi Europei. Noi scommettiamo su di lui.
    Muller 7: propizia il primo gol di Podolski, si mangia qualche gol, ma è anche protagonista di una prestazione monstre. Il simbolo della Germania di Low.
    Gomez 5,5: il panzer della Baviera stavolta non trova la via della rete. E quando una punta come lui non segna, prevalgono più i difetti che i pregi a fine partita.

    CLASSIFICA FINALE GRUPPO B

    SPECIALE EURO 2012

    DANIMARCA-GERMANIA 1-2 HIGHLIGHTS
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  • Portogallo-Olanda 2-1, finalmente Ronaldo. Orange eliminati

    Portogallo-Olanda 2-1, finalmente Ronaldo. Orange eliminati

    E venne il giorno di Cristiano Ronaldo. Al Metalist Stadium Portogallo-Olanda termina 2-1 in favore dei lusitani che si qualificano per i quarti di finale come seconda del Gruppo B, il girone della “morte”. A morire sono proprio gli olandesi che chiudono gli Europei a quota zero. Non male per una Nazionale che soltanto due anni fa era arrivata in finale ai Campionati del Mondo di Sudafrica. Come dicevamo, protagonista assoluto del match è il fuoriclasse del Real Madrid. Ridicolizzato Van der Wiel, non il primo arrivato. Non fa meglio Willems, che contro Nani vive una serata da incubo. Ai quarti la squadra di Bento affronterà la Repubblica Ceca, prima del Gruppo A. Incontro in programma il 21 giugno a Varsavia. I tulipani si guarderanno i restanti match comodamente a casa.

    ZITTITI – Bene, dopo la gara di ieri sera sappiamo che Ronaldo non sarà il flop degli Europei. Le sue credenziali per la conquista del titolo meno ambito dai calciatori sono letteralmente crollate ieri sera. Il portoghese ha lasciato in buona compagnia Robben e Ibrahimovic, con il calciatore del Bayern avvantaggiato sullo svedese, perché quest’ultimo almeno un gol (inutile) l’ha pur sempre segnato. Dall’altra parte non sappiamo se Ronaldo è stato avvantaggiato dal fatto di avere difronte la brutta copia di Van der Wiel o meno (senza contare che l’Olanda di Marwijk è un pugno allo stomaco per gli esteti del calcio). Registriamo in ogni caso la doppietta con cui ha eliminato gli orange e il fatto di essersi preso sulle spalle la propria Nazionale nella partita fin qui più importante. Oltre ai due gol messi a segno (ricordiamo che l’Olanda si era illusa passando in vantaggio nei primi minuti con Van der Vaart), CR7 ha colpito anche due pali e fornito assist a gogò ai compagni di squadra, che hanno mostrato sciaguratamente il lato peggiore del Portogallo: forti sì, ma di segnare non ne vogliamo sapere. Menomale che Ronaldo c’è (non siamo in par condicio).

    Pagelle Portogallo-Olanda 2-1, terza giornata Gruppo A

    portogallo-olanda
    cristiano ronaldo | ©Ian Walton/Getty Images


    PORTOGALLO
    Pepe 6,5: il difensore centrale del Real Madrid è in forma smagliante. Gioca da veterano nella linea a 4 impostata da Bento che può contare sulla spinta di Joao Pereira e Coentrato, anche ieri sera tra i migliori in campo. Contro la Repubblica Ceca Pepe ha già un avviso per Baros: amico, torna indietro.
    Joao Moutinho 7: classe infinita per il giocatore del Porto, e sopratutto come corre. Siamo sicuri che a Zeman sarebbe piaciuto un giorno allenarlo. Ora è troppo vecchio purtroppo (25 anni), e costa altrettanti soldoni.
    Nani 6,5: d’accordo, ha giocato una grande partita. Però non ha segnato quando ha avuto l’occasione (non solo una), e sopratutto davanti non aveva Paolo Maldini ma Willems, 18 enne del Psv Eindhoven. A quella età non si può essere già svezzati per un Campionato Europeo, specialmente se giochi nell’Olanda.
    Cristiano Ronaldo 8: ieri è stato il boss dei boss. Già dall’inizio ha fatto capire chiaramente che non ce n’era per nessuno. Ha umiliato Van der Wiel come se fosse l’ultimo arrivato, uno dei terzini destri più scarsi della storia del calcio, un Vitiello o un Oddo post 2006. L’hanno insultato, l’hanno sbeffeggiato, e infine si è mostrato. Meglio tardi che mai. Ora ci si aspetta il bis però.

    OLANDA
    Van der Wiel 4: giornate storte possono capitare a tutti, quindi anche a Van der Wiel. Sarà lo shock di aver visto la formazione del suo ct, sarà che Ronaldo ieri era qualcosa di sensazionale, però da un terzino della sua fama non ci si aspetta una prestazione così scarsa. La valutazione del lanciere sarà sicuramente scesa di qualche milione ieri sera.
    Van der Vaart 6: nel naufragio della squadra di Van Marwijk si è salvato solo lui. Eccezione più unica che rara di questi tempi. Segna il gol del momentaneo vantaggio olandese al 10′ minuto, non riuscendo però a tenere la barca a galla quando i portoghesi ripartivano. Anche per lui gli Europei sono già finiti.
    Robben 4: il calciatore del Bayern non ha attenuanti. Se i tifosi orange fossero potuti entrare in campo non vi assicuriamo che sarebbe poi uscito integro. Atteggiamento supponente, da primo della classe, quando invece i punti in classifica raccontavano una situazione completamente diversa. Robben saluta un 2012 niente male: secondo in campionato, umiliato in Coppa di Germania nella finale contro il Dortmund, sconfitta in Champions League nella finale contro il Chelsea, uscito nella Fase a gironi degli Europei totalizzando la bellezza di zero punti. Quando si dice che è l’anno…
    Van Persie 5: un’attenuante ce l’ha, per questo un voto in più se lo merita. Giocare nel ruolo di trequartista per il capocannoniere della Premier League non dev’essere stato proprio il massimo. E per questo deve ringraziare il ct Marwijk (voto 2), che in queste tre partite del girone ha fatto la figura del Polifemo, accecato. Accecato quando si trattava di mandare in campo la formazione, accecato al termine della prima partita, alla quale non ha voluto porre rimedio nel match successivo contro la Germania, confermando Van Bommel e De Jong mediani. Accecato quando si poteva cambiare modulo e non l’ha fatto, mai. L’ossessione del 4-2-3-1 alla fine è costata cara. Avanti un altro.

    CLASSIFICA FINALE GRUPPO B

    SPECIALE EURO 2012

    PORTOGALLO-OLANDA 2-1 HIGHLIGHTS
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  • Federer ko ad Halle, follia Nalbandian al Queen’s calcio al giudice

    Federer ko ad Halle, follia Nalbandian al Queen’s calcio al giudice

    Roger Federer perde una finale sull’erba ma il suo avversario non è Rafael Nadal ed il torneo non è Wimbledon. Lo svizzero cede infatti ad Halle, in Germania, un torneo vinto ben cinque volte dal fuoriclasse di Basilea che ha perso dal tedesco Tommy Haas.

    Ritorno alla vittoria per Tommy Haas dopo ben tre anni di digiuno con l’ultimo successo dell’ex numero uno del mondo tedesco, proprio ad Halle nel 2009 su un giovane Novak Djokovic.

    Sconfitta in due set per Federer, 7-6 6-4 in un match in cui lo svizzero è apparso ancora una volta poco concentrato in alcune fasi importanti del match commettendo degli errori gravissimi sui colpi di contro balzo vera e propria specialità della casa rosso crociata.

    Queste le parole di Haas dopo la vittoria inattesa:”Sono estasiato dal fatto di reggere fisicamente allo sforzo e spero che tutto cio’ duri a lungo. Solo quattro mesi fa non sapevo se sarei potuto tornare a questi livelli. Battere Federer sull’erba, in Germania, e vincere il 13o titolo potrebbe essere il modo migliore per ritirarsi. Ma non sono pronto”. Federer, dal canto suo, ha annunciato che dopo qualche giorno di riposo da giovedi’ sara’ a Wimbledon per tentare di portare a casa il 7o titolo dello Slam inglese.

    David Nalbandian ©Clive Brunskill/Getty Images

    Incredibile anche quello che è successo al Queen’s, torneo Atp250 come quello tedesco di Halle in cui in finale si trovavano l’argentino David Nalbandian ed il croato Marin Cilic. Protagonista in senso assolutamente negativo è proprio l’argentino che, dopo aver vinto al tie break il primo set, perde letteralmente la testa facendosi espellere dalla finale. Infatti, dopo avere subito il break sul 3-3 del secondo parziale, Nalbandian ha preso a calci un pannello pubblicitario che contornava la sedia del giudice di linea. Il malcapitato ha riportato un taglio all’altezza della tibia che ha iniziato a sanguinare copiosamente. Il giocatore è apparso imbarazzato e si è subito scusato con la sua vittima, ma questo non è bastato ad evitargli la squalifica immediata per condotta antisportiva. Il supervisor Tom Barnes ha immediatamente deciso di squalificare Nalbandian, che ha lasciato il campo fra le proteste e i fischi del pubblico. La vittoria è andata ovviamente a Cilic che ha comunque dichiarato, durante la premiazione, di non essere assolutamente contento della vittoria ottenuta grazie alla follia di Nalbandian.

    IL VIDEO

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  • Rossi e Hayden cadute fotocopia a Silverstone. Video

    Rossi e Hayden cadute fotocopia a Silverstone. Video

    Come se i noti problemi che attanagliano ormai da oltre un anno la casa di Borgo Panigale non bastassero, a rendere ancora più complicato il week-end del Gran Premio di Gran Bretagna in casa Ducati sono le due brutte cadute, per fortuna senza conseguenze, che hanno visto protagonisti Valentino Rossi e Nicky Hayden durante la sessione di qualifiche che li ha visti piazzarsi rispettivamente in decima e settima posizione. Niente di strano se non fosse che i due piloti sono cascati esattamente nello stesso punto della pista e con le medesime dinamiche. Un fatto alquanto inusuale.

    E’ toccato prima al Dottore, seguito qualche minuto più tardi dall’americano, assaggiare l’asfalto di Silverstone alla staccata della “Vale Curve“, una chicane sinistra-destra che immette nella “Club”. Dopo aver affrontato la “Stowe” si scende a gran velocità in prossimità della variante. In questo tratto del circuito le disconnessioni dell’asfalto sono più accentuate che in altri punti della pista; una frenata decisa, forte e brusca su queste deformazioni può far piantare l’anteriore in terra in maniera innaturale con conseguente perdita d’aderenza. In prima analisi, sembrerebbe proprio questa la causa delle cadute “fotocopia” di Rossi e Hayden.

    Valentino Rossi © ADRIAN DENNIS/AFP/GettyImages

    Dalle immagini si appura come i due piloti in staccata subiscano il sollevamento del posteriore che genera la perdita d’aderenza sull’anteriore praticamente con moto ancora dritta proprio qualche istante prima in cui cercano di impostare la chicane. Problema che preoccupa e non poco in previsione gara dal momento che l’nconveniente è sorto soltanto ai due ducatisti ufficiali. Che sia colpa di un sistema di molle non in grado di assorbire le oscillazioni provocate dalle disconnessioni di quel punto specifico della pista necessarie per mantenere stabile la moto? In Ducati si dovrà lavorerà anche su questo per capire se si tratta di problema tecnico o di pura casualità. Un grattacapo in più che si aggiunge alla grande mole di lavoro che dovranno fare i tecnici per dare ai due piloti una moto equilibrata e performante che riesca a fare meglio di quanto visto durante il week-end.

    VIDEO CADUTA ROSSI

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    VIDEO CADUTA HAYDEN

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  • Ucraina-Francia 0-2, Menez e Cabaye affondano gli ucraini

    Ucraina-Francia 0-2, Menez e Cabaye affondano gli ucraini

    Finisce con la vittoria per i ragazzi di Blanc il match tra Ucraina-Francia. Cominciato nei peggiori dei modi, l’incontro viene infatti sospeso dopo soli 4′ di gioco per il forte nubifragio che si è avventato sulla Donbass Arena e che ha tenuto negli spogliatoi i giocatori per oltre un’ora. Poi la partita è ripresa e la Francia è riuscita a conquistare un’importantissima vittoria mettendo a segno due reti ai danni degli ucraini, portandosi così a quota 4 punti in classifica e aprendo così le possibilità di passare il turno.

    LA PARTITA: Si apre con una Francia grintosissima il match tra i ragazzi di Blokhin e i francesi di Blanc ma a stroncare momentaneamente l’animo dei transalpini è la pioggia che si abbatte sullo stadio di Donetsk facendo necessariamente sospendere l’incontro. Dopo un’ora le squadre tornano in campo e il match riprende con una Francia sempre più convinta di potere e soprattutto dovere far sua la partita, cercando di bloccare l’Ucraina che vuole spingere con le ripartenze in contropiede.

    I ritmi alti visti nelle fasi iniziali finiscono però poco dopo, con il gioco che si fa lento e i giocatori che creano a loro volta poche occasioni importanti. L’Ucraina tenta di mettere la testa avanti con Shevchenko e Yarmolenko ma i due sciupano tre grandi occasioni; non da meno la Francia che arriva vicino alla rete con Mexes il quale prende perfettamente una palla di testa ma non riesce a superare Pyatov. Così il primo tempo si conclude sullo 0-0 con un match che si rivela equilibrato e con nessuna delle due che vuole cedere un minimo spazio all’avversaria.

    Cabaye © Ian Walton/Getty Images

    Nella ripresa Blokhin decide di inserire Devic al posto di Vorovin, cercando di dare una scossa ai suoi e di aiutare Shevchenko nella fase d’attacco. Le due squadre rientrano decise in campo creando buone occasioni ma al 53′ è la Francia che riesce ad insaccare la rete per prima con Menez che fa passare la palla sotto le gambe di Ribery e infila in porta la rete dello 0-1.

    Dopo essere passata in vantaggio la Francia si scatenata e, dopo soli 3 minuti arriva il raddoppio con Cabaye che, su passaggio di Benzema, supera Pyatov con un diagonale sinistro incrociato. L’ennesima rete francese spegne l’Ucraina che non tenta nemmeno più di avanzare, quasi impaurita di subire un’altra rete. Il match si conclude quindi con un 0-2 che regala alla Francia la possibilità di non essere completamente eliminata per il passaggio ai quarti di finale.

    Pagelle Ucraina-Francia

    Ucraina (4-4-2): Pyatov 7, Gusev 5.5, Khacheridi 5, Mykhalyk 5, Selin 4, Yarmolenko 6.5 (23′ st Aliyev), Nazarenko 5 (15′ st Milevskyy 5), Tymoshchuk 6, Konoplyanka 5; Shevchenko 7, Voronin 6 (1′ st Devic 6). All.: Blokhin

    Francia (4-3-3): Lloris 6, Debuchy 6, Rami 6.5, Mexes 7, Clichy 5.5, Diarra 7, Cabaye 7 (23′ st M’Villa), Menez 6 (28′ st Martin), Nasri 5.5, Ribery 6.5, Benzema 7.5 (31′ st Giroud). All.: Blanc.

    CLASSIFICA GRUPPO D

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO UCRAINA-FRANCIA 0-2

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  • Magia Welbeck, Svezia-Inghilterra 2-3. Ibrahimovic a casa

    Magia Welbeck, Svezia-Inghilterra 2-3. Ibrahimovic a casa

    Le vittorie inglesi sui vicini scandinavi non sono poi così frequenti. Svezia-Inghilterra termina 2-3 per la Nazionale di Roy Hodgson, risultato che elimina matematicamente la squadra svedese. Ibrahimovic torna a casa, e adesso non potrà prendersela nemmeno con Mellberg, ieri autore di una doppietta, ma siamo sicuri che qualcun’altro con cui prendersela riuscirà a trovarlo. I Leoni d’Inghilterra, passati in vantaggio con Carroll, si sono fatti rimontare nel secondo tempo dalle due reti del difensore centrale, salvo poi svegliarsi con l’ingresso di Walcott. L’ala dei Gunners ha prima firmato il gol del momentaneo 2-2, per poi servire a Welbeck la palla del definitivo sorpasso. Festa grande a Londra e dintorni. Il dopo Giubileo è dolce sul Tamigi.

    LA MOSSA – Dopo un’ora di gioco qualche inglese aveva già fatto le valige per tornare in patria. Il 2-1 condannava di fatto gli inglesi ad un’eliminazione quasi certa. Poi ecco che entra Theo Walcott, che 6 anni fa diventò il più giovane calciatore ad aver indossato la maglia dell’Inghilterra (17 anni e due mesi). In questi Europei aveva corso appena 60 secondi, quando con la Francia venne utilizzato più per perdere tempo attraverso il gioco delle sostituzioni che per altro. Ieri no, serviva qualcosa di geniale, che riuscisse a stravolgere la partita.

    Theo Walcott segna il 2-2 | © Christopher Lee/Gett Images

    Roy Hodgson, in un attimo di lucidità calcistica, ha pensato bene di far entrare il giocatore dell’Arsenal, considerata la debolezza della difesa scandinava su un fondamentale come la velocità (non ce ne vorrà Milner uscito per fare spazio al ragazzo di Londra). Trascorrono soltanto 3′ minuti e Theo si inventa un destro dal limite che sorprende Isaksson, beffato dalla traiettoria del pallone. E’ il 2-2 che da la svolta all’incontro. Meno di un quarto d’ora più tardi e Walcott è ancora il protagonista assoluto. Riceve palla da Johnson sulla fascia destra, mette il turbo umiliando la coppia Jonas Olsson-Larsson, servendo a Welbeck un assist che il giocatore dello United mette in rete con un fantastico colpo di tacco. La festa è a Londra, Stoccolma insieme a Ibrahimovic non hanno più nulla da festeggiare.

    PAGELLE SVEZIA-INGHILTERRA 2-3

    zlatan ibrahimovic | © Martin Rose/Getty Images


    SVEZIA
    Granqvist 5: il difensore del Genoa gioca una partita disastrosa, tanto da essere sostituito al 66′. Però c’è un’attenuante, e piuttosto consistente anche. Ricopre un ruolo non suo, quello di terzino. Chi entra al suo posto (Lustig ndr) non fa meglio.
    Mellberg 7: quasi non ci credeva nemmeno lui per quella doppietta. Che storia, due gol per eliminare gli inglesi e sognare la qualificazione ai quarti. Il difensore però faceva bene a non crederci, infatti dopo 180 secondi la partita era già sul 2-2, salvo poi concludersi come tutti sappiamo.
    Elm 5: un’altra delle mosse incomprensibili del ct Hamrén è stata quella di posizionare Elm sulla fascia sinistra, con il 35 enne Svensson a centrocampo. Voi ci avete capito qualcosa? Noi no, e difficilmente capiremo il motivo di tale scelta.
    Ibrahimovic 5: l’Europeo del rossonero dura solamente due partite, neanche una settimana. Tutta fatica sprecata quindi, ritiro, allenamenti, riunioni e quant’altro. Nel primo tempo è un Ibrahimovic imbarazzante, passeggia, gioca a centrocampo, addirittura come mediano basso, il tutto per prendersi il pallone come se fosse al campetto con altri bambini che non gli passano mai il pallone. Oggi è il 16 giugno, scommettiamo che fra meno di una settimana l’attuale capitano della Svezia dirà di nuovo addio al suo Paese?

    INGHILTERRA

    theo walcott e dany welbeck dopo il 2-3 | © CARL DE SOUZA/AFP/GettyImages

    Terry 6,5: il difensore del Chelsea avrà pure perso la fascia di capitano, ma resta un giocatore monumentale della propria Nazionale. Ferma Ibrahimovic e annulla Elmander, con l’esperienza di chi ha vissuto mille battaglie. Dopo la Champions sarà il suo anno?
    Gerrard 6,5: insieme a Parker mostra a tutti il cartello “vietato l’accesso”. Roy Hodgson deve sperare che non si infortuni nessuno dei due nel proseguo dell’avventura, perché lì in mezzo al campo la carenza di uomini è piuttosto allarmante.
    Walcott 8: l’eroe della serata, man of the match con distacco rispetto a tutti gli altri. Gol e assist in 30′ minuti giocati, di più difficile chiedere. Nella sfida decisiva contro l’Ucraina non crediamo che Hodgson lo lascerà in panchina come fatto con Francia e un ora ieri sera.
    Carroll 7: quanto è mancato un giocatore così all’Inghilterra. Alto 191 cm, non avrà l’altezza di Crouch ma rispetto al giocatore dello Stoke City, sa anche giocare a pallone, dettaglio non trascurabile.

    CLASSIFICA GIRONE D

    SPECIALE EURO 2012

    SVEZIA-INGHILTERRA 2-3 HIGHLIGHTS
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  • Super Torres, la Spagna travolge l’Irlanda 4-0. Trap eliminato

    Super Torres, la Spagna travolge l’Irlanda 4-0. Trap eliminato

    A seguire, dopo la partita dell’Italia contro la Croazia, si è giocato il match tra Spagna ed Irlanda, le rimanenti squadre del Girone C; il match è finito con la vittoria della Spagna che è andata subito a rete con Torres e la conseguente eliminazione da questi Europei 2012 per la squadra di Trapattoni.  Il mezzo passo falso degli azzurri ha incoraggiato gli spagnoli ad entrare subito decisi in campo e, senza perdere tempo, el Nino ha insaccato la rete neanche dopo aver fatto trascorrere 5′ dal fischio d’inizio. La supremazia della Spagna si nota tutta infatti le altri reti non tardano ad arrivare: nella ripresa è prima Silva, poi nuovamente Torres ed infine Fabregas ad insaccare la rete irlandese chiudendo il match con un netto 4-0.

    LA PARTITA: Si apre con un cambio tra gli undici titolari della scorsa partita molto importante per Del Bosque che, al posto di Fabregas, a rete contro l’Italia, inserisce Fernando Torres nonostante la brutta prestazione proprio contro gli azzurri. Fa bene il ct spagnolo a dar fiducia a El Nino: a 5′ dall’inizio l’attaccante si avventa infatti su un pallone vagante nell’area avversaria, supera di slancio Stephen Ward e lascia partire un destro potente che si insacca sotto la traversa di Shay Given portando la Spagna a condurre sull’1-0. Il primo tempo è tutto delle furie rosse che creano azioni di gioco importanti, senza però riuscire a finalizzare, grazie ad alcuni buoni interventi del portiere irlandese Given. L’Irlanda appare troppo impostata e, contro le prodezze dei giocatori spagnoli, si trova sempre in svantaggio.

    Fernando Torres © Alex Grimm/Getty Images

    Nella ripresa il ct dell’Irlanda Trapattoni opta per il cambio: inserisce infatti Walters al posto di Cox ma questo non basta alla squadra in casacca verdebianca a cambiare il ritmo del match. La Spagna si rivela nettamente superiore e continua a creare situazioni di possibile rete finchè Silva, in mezzo a tre difensori nell’area irlandese, piazza un rasoterra vincente alla destra del portiere, portando le furie rosse sul 2-0. Con il risultato quasi al sicuro Del Bosque decide quindi di effettuare il primo cambio: ad uscire è Alonso che lascia spazio a Martinez; pochi minuti dopo è nuovamente Torres ad andare a segno, superando il portiere avversario su contropiede.

    Subito dopo la doppietta de El Nino, Del Bosque decide che per oggi può bastare e inserisce Fabregas al posto di Torres. La risposta arriva subito da Trapattoni che inserisce il giovane Mcclean al post di Duff, cercando almeno di arginare la sconfitta. Nei minuti finali spazio anche allo spagnolo Cazorla che viene inserito al posto di Iniesta e all’irlandese Green che sostituisce Whelan. Ma ancora una volta a farla da padrona è la Spagna che, con un tiro di Fabregas pieno di forza e rabbia, insacca la rete e metto a segno il 4-0 finale.

    PAGELLE SPAGNA-IRLANDA

    Spagna (4-3-3): Casillas 6; Arbeloa 5.5, Piqué 6, Ramos 6, Jordi Alba 6, Busquets 6, Xabi Alonso 6 (65′ Martinez 5.5), Xavi 6; Silva 6.5, Iniesta 6.5 (80′ Cazorla), Fernando Torres 7 (72′ Fabregas). All. Del Bosque 7.5

    Irlanda (4-4-1-1): Given 4; O’Shea 4.5, St. Ledger 4.5, Dunne 5, Ward 5; Andrews 5.5, Whelan 5.5 (81′ Green); Duff 5 (88′ McClean), McGeady 5.5; Robbie Keane 6, Cox 5.5 (46′ Walters 5). All. Trapattoni 5

    CLASSIFICA GIRONE C

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO SPAGNA-IRLANDA 4-0

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  • Italia-Croazia 1-1, Pirlo non basta la qualificazione si complica

    Italia-Croazia 1-1, Pirlo non basta la qualificazione si complica

    Al Municipal Stadium di Poznan buona prova a metà per la Nazionale di Cesare Prandelli che, dopo il pareggio del match contro la Spagna, inciampa in un altro pareggio contro la Croazia fermandosi quindi a quota 2 punti in classifica. Italia-Croazia termina 1-1, risultato che non giova agli azzurri di Prandelli che erano alla ricerca della vittoria. La prima rete è quella dell’Italia che, con un magnifico calcio di punizione di Andrea Pirlo nel primo tempo, porta in vantaggio al 39′ gli azzurri. La rete del pareggio arriva al 72′ con Mandzukic che tutto solo davanti alla porta, si trova a distanza ravvicinata con Buffon, stoppa il pallone ed insacca la rete sul primo palo.

    LA PARTITA: Il ct italiano Cesare Prandelli decide di confermare l’undici iniziale contro la Spagna dando quindi un ulteriore possibilità a Balotelli che, in coppia con Cassano, va a formare la fase offensiva azzurra. Scelta fisica e tattica dunque quella per l’Italia che, di fronte ai fisici possenti dei croati, sceglie il gioco di velocità. Stessa formazione anche per la Croazia di Bilic che, dopo aver vinto con un netto 1-3 contro l’Irlanda, rimanda in campo la squadra vincente.

    Si apre con i fischi dei tifosi croati sull’inno italiano il match tra Italia-Croazia preannunciando una partita calda e grintosa. Gli azzurri si rivelano infatti essere scesi in campo con la giusta determinazione e nei primi 20′ di gioco sono tante le occasioni buone create dall’Italia nell’area croata ma gli azzurri peccano di mancanza di coraggio nei momenti cruciali. Da qui in poi la Croazia guadagna metri e possesso palla, facendo soprattutto molta pressione su Balotelli e Pirlo, punti forti dell’Italia. Torna ad alzare il rimo nei minuti finali del primo tempo l’Italia e, con Cassano che verticalizza per Marchisio, gli azzurri sfiorano la rete impegnando due volte Pletikosa senza riuscire però a superarlo. Gli azzurri continuano ad impegnare la difesa croata ed è proprio Pirlo che al 39′ mette a segno su calcio di punizione procurato da Balotelli una rete meravigliosa, la decima in maglia azzurra, che porta in vantaggio l’Italia.

    Italia-Croazia ©Christof Koepsel/Getty Images

    Tra il primo ed il secondo tempo l’unico cambio effettuato è quello che effettua Buffon con le sue scarpe; i due ct decidono infatti di riprendere il match con le stesse formazioni. Alcune palle buone da entrambe le parti caratterizzano la ripresa ma l’Italia non riesce ad insaccare la palla del raddoppio e dall’altra la Croazia non trova la via della rete per il pareggio. Prandelli decide quindi di inserire Montolivo al posto di Thiago Motta e Bilic opta per l’inserimento di Pranjic al posto di Perisic.

    Il ct azzurro decide di effettuare quindi lo stesso cambio fatto nell’incontro con la Spagna:  fuori quindi Balotelli e dentro Di Natale. E arriva proprio pochi secondi dopo questo cambio il pareggio della Croazia con Mandzukic che solo in area stoppa la palla e insacca la rete superando il vicinissimo Buffon. Ancora una volta quindi l’Italia si è fatta rimontare dopo essersi portata in vantaggio come nel match contro la Spagna. Nel terzo ed ultimo cambio Prandelli decide di inserire il piccolo Giovinco al posto di Cassano, oggi decisamente sottotono. Nei minuti finali l’Italia cerca di creare qualche occasione per andare a rete, ma i 5′ di recupero non bastano agli azzurri per segnare ed il match si conclude con l’ennesimo pareggio per i ragazzi di Prandelli.

    PAGELLE ITALIA-CROAZIA

    ITALIA (3-5-2): Buffon 6 Bonucci 6, De Rossi 6, Chiellini 5, Maggio 5.5, Marchisio 6.5, Pirlo 7, Thiago Motta 5.5 (17 st Montolivo 5.5), Giaccherini 5, Balotelli 6 (23′ st Di Natale 5.5), Cassano 5 (37′ st Giovinco). All. Prandelli 5.5

    CROAZIA (4-3-1-2): Pletikosa 6, Srna 6, Corluka 5.5, Schildenfeld 5, Strinic 6.5, Rakitic 7, Vukojevic 5.5, Perisic 5 (22′ st Pranjic 6), Modric 6.5, Jelavic 5 (37′ Eduardo) Mandzukic 6.5 (48′ st Kranjcar). All.: Bilic 6

    CLASSIFICA GIRONE C

    SPECIALE EURO 2012

    VIDEO ITALIA-CROAZIA 1-1

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  • Miami sbanca Oklahoma City, serie sull’1-1

    Miami sbanca Oklahoma City, serie sull’1-1

    Miami batte un colpo e risponde “presente”: in gara 2 delle NBA Finals 2012 gli Heat sfoderano una prova di orgoglio, di cuore, di quantità e di qualità e sbancano il parquet (finora imbattuto) degli Oklahoma City Thunder per 100-96 pareggiando la serie sull’1-1. Una vittoria davvero meritata per gli ospiti, capaci di restare in vantaggio per tutta la partita sin dal primo secondo di gioco. Qualche apprensione nel finale, quando i Thunder hanno avuto la palla per pareggiare il match per la prima volta nel corso dell’incontro ma stranamente Durant ha fallito il tiro e così Miami ha arpionato il successo. LeBron James il protagonista di questa gara 2, le prodezze del numero 6 del team della Florida (4 punti nei momenti caldi sul finire dell’ultimo periodo) interrompono una striscia positiva degli avversari sul campo di casa, nel corso dei playoff, che durava da ben 9 incontri ed il record dei Los Angeles Lakers (arrivati a quota 11) per questa stagione è salvo.

    Miami parte fortissimo e piazza un parziale di 18-2 che annichilisce Oklahoma City che alla fine del primo quarto riesce a segnare appena 15 punti subendone 27. Gli ospiti riescono ad amministrare bene anche nella successiva frazione ed al riposo lungo si va sul 55-43.

    Nella ripresa, come al solito, si assiste al gran ritorno dei Thunder: Westbrook inizia a fare sul serio, alle sue giocate ripsonde però un grande James che tiene avanti la sua squadra di 11 punti (78-67) alla fine del terzo periodo. La scossa per i padroni di casa arriva da Durant che nei 12 minuti conclusivi a suon di canestri riporta sotto i Thunder pur marcato da un eccellente difensore come James. Sul +5 Miami (98-93 con 40 secondi circa da giocare) il fenomeno di Oklahoma City punisce una banale palla persa di Wade con una tripla che regala il provvisorio -2 (98-96). Gli Heat sembrano in bambola e rischiano di essere raggiunti a 7 secondi dalla sirena ma Durant (che si lamente di un fallo di James in marcatura) sbaglia il canestro del possibile pareggio. E’ proprio LeBron dall’altra parte a chiudere la contesa con i tiri liberi del +4 che regalano il definitivo 100-96 ed il successo agli ospiti.

    LeBron James, Miami Heat | © Ronald Martinez/Getty Images

    Per Miami splende la stella di LeBron James, autore di una gara da 32 punti (per la quinta partita di fila in questi playoff il “Prescelto” segna più di 30 punti) aggiungendo 8 rimbalzi e 5 assist, si rivede ad alti livelli anche Dwyane Wade (che finora non ha giocato una post season degna del suo nome) che porta alla causa 24 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. Bene anche Chris Bosh (schierato titolare da coach Spoelstra per la prima volta dopo l’infortunio contro i Pacers) che piazza 16 punti ma soprattutto conquista 15 rimbalzi con 2 stoppate, positiva la prova di Shane Battier che replica lo score di gara 1 con 17 punti frutto per la maggior parte della quasi chirurgica precisione nel tiro dalla distanza (5/7 da 3 punti per lui). Il resto della squadra produce solo 11 punti ma bastano per avere la meglio degli avversari.

    E passiamo ai Thunder: Kevin Durant arriva a quota 32 punti e nell’ultimo periodo porta i suoi compagni a sfiorare la clamorosa rimonta, ottimo Russell Westbrook con 27 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, torna a fornire una prova eccellente James Harden (21 punti con 7/11 dal campo), forse però poco lucido in alcune giocate del quarto periodo. Poi il vuoto, poco o nulla il contributo del resto del team, solo Serge Ibaka si fa notare nel boxscore per i suoi 7 punti conditi da 5 stoppate.

    La serie si trasferisce ora a Miami, all’AmericanAirlines Arena, per le prossime 3 partite: i Thunder dovranno cercare di vincere almeno una volta in Florida per riprendersi il vantaggio del fattore campo e poter tornare a giocare in casa. Gli Heat invece non dovranno sbagliare nulla risultando perfetti, difficilmente infatti, se la serie tornerà ad Oklahoma City, James e compagni potranno ripetere l’exploit della notte appena passata contro una squadra che sul parquet della Chesapeake Arena ha perso appena 8 partite in tutta la stagione.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 14 giugno:

    Oklahoma City Thunder-Miami Heat 96-100
    Okl: Durant 32, Westbrook 27, Harden 21
    Mia: James 32, Wade 24, Battier 17

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-1

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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