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  • Pescara, sei bellissimo. Padova umiliato in casa

    Pescara, sei bellissimo. Padova umiliato in casa

    Ricomincia con il botto il campionato di Serie B. Un Pescara stratosferico infatti esce dal periodo buio che lo stava caratterizzando surclassando con un altisonante 6 a 0 a domicilio un Padova irriconoscibile. Grazie a questi tre punti il Pescara sale a quota 65 in graduatoria, con un match, quello contro il Livorno, ancora da proseguire, riconquistando la terza posizione in attesa che il Sassuolo, fermo a 64, scenda in campo domani. Il Padova invece resta fermo a quota 56 a causa di questa seconda sconfitta di fila e domani vi è il serio rischio che i veneti rimangono addirittura fuori dalla zona play off.

    Qualche novità rispetto alle formazioni previste alla vigilia: Dal Canto lascia fuori Marcolini, Italiano e Cacia. Dentro Franco, Lazarevic e Succi. Dall’altra parte c’è Immobile che recupera dalla distorsione alla caviglia rimediata in settimana. Fuori Sansovini. Match che comincia nel ricordo di Piermario Morosini: note di Ligabue in sottofondo e tutti in campo, arbitri compresi, con la maglia numero 25, per ricordare il centrocampista del Livorno deceduto proprio una settimana fa contro il Pescara.

    Si comincia e la squadra di Zdenek Zeman è un vero e proprio rullo compressore. Dopo un tiro dal limite di Insigne ci prova Caprari, ma Perin risponde presente. Ancora Pescara pericoloso con un colpo di testa di Nielsen, palla di poco a lato. Lazarevic intanto prova un break ma sbaglia tutto sotto porta, come farà al 9’ Immobile che centra il portiere avversario Perin da buona posizione. Al 13’ clamorosa, doppia, occasione targata Insigne e Cascione ma sulla linea prima Perin poi Trevisan sventano la minaccia.

    Il portiere del Padova però continua a farsi trovare pronto e a cavallo del 20’ compie altri tre grandissimi interventi per due volte su Immobile e una su Insigne. E per poco non ci scappa la classica beffa: Lazarevic serve Ruopolo che presentatosi davanti ad Anania manca incredibilmente la palla del vantaggio. Insigne e Caprari chiamano in causa Perin sino a che, al 38’, Ruopolo non stende Cascione in area di rigore. Dal dischetto Immobile, stavolta, non sbaglia.

    Ciro Immobile © Claudio Villa/Getty Images

    Nella ripresa Dal Canto getta nella mischia sin da subito Marcolini ma è il Pescara a chiudere immediatamente i conti con Insigne, il quale nel giro di 4’ mette a segno due gol. Al 8’ sfrutta al meglio un assist di Immobile agganciando e calciando di destro, poi al 12’ lascia partire un tiro che si infila proprio sotto l’incrocio. Il Padova sotto di tre gol reagisce ma Portin, Cacia, entrato da poco, e Marcolini non hanno fortuna. Va meglio a Nielsen che al 25’ sfrutta un cross di Verratti insaccando.

    Dal Canto inserisce Dramè mentre Zeman nel giro di pochi minuti esaurisce la girandola dei cambi inserendo Gessa, Kone e Sansovini per Nielsen, Caprari ed Insigne. Al 38’ è proprio Sansovini che innesca Immobile il quale scattando sul filo del fuorigioco sigla la sua doppietta personale facendo scatenare l’ira del pubblico padovano contro i proprio giocatori. Nel finale c’è gloria anche per Cascione che fissa il punteggio su un clamoroso 0 a 6 con un tiro a giro sul secondo palo.

    Le azioni salienti di Padova Pescara 0-6:
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  • Varese – Pescara 2-1, Granoche acuisce la crisi degli abruzzesi. Video

    Varese – Pescara 2-1, Granoche acuisce la crisi degli abruzzesi. Video

    Centra il colpaccio il Varese che batte in rimonta un Pescara in piena crisi e consolida la propria posizione in ottica play off. Alla squadra di Zeman non basta la buona volontà per evitare il terzo ko di fila: merito di un Varese che ha risposto alla grande alle sollecitazioni del proprio tecnico Maran e che è riuscito a ribaltare la marcatura di Caprari grazie alla doppietta di Granoche. Per gli abruzzesi dunque c’è il rischio che le prime due posizioni si allontanino ancora di più adesso considerando che le altre contendenti devono ancora scendere in campo. Per i lombardi tre punti che al momento significano quinto posto e minacce delle altre formazioni, Sampdoria e Brescia su tutte, per ora respinte.

    Padroni di casa scesi in campo con la stessa formazione prevista alla vigilia: Neto Pereira dunque vince il ballottaggio con Plasmati e si schiera accanto a Granoche. Dall’altra parte Zeman sorprende tutti e si gioca la carta Caprari al posto di Sansovini. In panchina anche Romagnoli: al suo posto c’è Brosco. Il match si rivela subito scoppiettante con la formazione di Maran che per prima si fa viva dalle parti del portiere avversario: è il 13’ infatti quando Nadarevic serve Granoche il quale da buona posizione calcia male ma nonostante tutto la palla arriva a Kurtic che però non sa fare meglio del compagno. Pronta la reazione del Pescara vicinissimo al gol: Immobile approfitta di uno svarione di Bressan a seguito di un rinvio e prova a beffarlo di prima intenzione, ma l’estremo difensore dei lombardi è bravo a deviare la sfera sul palo.

    Ma il Pescara è squadra molto temibile in avanti e al 25’ passa: Caprari, schierato a sorpresa da Zeman, raccoglie al meglio un assist di Immobile e davanti a Bressan, di destro, non sbaglia. Granoche, appena 4’ dopo, avrebbe la palla del pari, ma Verratti sulla linea bianca di porta gli dice di no. Spingono tanto i ragazzi di Maran fino a che, al 40’, non raggiungono il pareggio: Filipe lascia partire un cross per Granoche il quale stoppa e poi calcia di sinistro superando Anania. Prima della fine del tempo ecco le proteste della squadra di Zeman: Caprari viene atterrato in area da Kurtic ma l’arbitro lascia proseguire.

    Pablo Granoche © Marco Luzzani/Getty Images

    Comincia la ripresa e Granoche potrebbe trovare la rete del sorpasso ma non è letale davanti ad Anania dopo appena 3’. Lo stesso attaccante sudamericano non ci sta a al 13’ riesce nell’intento di gonfiare la rete: stavolta approfitta di una dormita di Capuano e fulmina Anania. Tutto da rifare dunque per il Pescara che si getta a capofitto nella metà campo lombarda e al 16’ manca di un soffio il pareggio: gran tiro di Insigne ma palla che centra in pieno il palo. La pressione degli ospiti sale, e Zeman si gioca anche la carta Soddimo al posto di Caprari.

    Al 32’ ci prova Cascione, ma Cacciatore è provvidenziale e sventa tutto. Il Varese a questo punto si chiude bene e manca il tris con De Luca. Finisce così con un successo prezioso dei lombardi che sperano adesso in alcuni risultati favorevoli dagli altri campi. Pescara in crisi nera: urge una svolta altrimenti la promozione diretta in Serie A rischia di diventare una chimera.

    La video sintesi di Varese Pescara:
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  • Reggina – Brescia 1-1, Bonazzoli beffa le Rondinelle. Video

    Reggina – Brescia 1-1, Bonazzoli beffa le Rondinelle. Video

    Una Reggina coriacea trova il pareggio allo scadere contro un Brescia che per oltre un’ora ha accarezzato l’idea di portare a casa l’intera posta in palio. Il gol di Jonathas infatti aveva spalancato la strada agli uomini di Calori grazie anche al rosso rifilato ad Emerson che ha costretto la Reggina a giocare con l’uomo in meno per oltre un tempo. Ed invece Bonazzoli al 90’ sale in cielo e permette ai calabresi di conquistare un pari che pur non permettendo di fare passi giganteschi fa si che la zona play off adesso disti un punto in meno e il Brescia non possa scappare. Match comunque molto nervoso, specie nel primo tempo, con la direzione di gara di Giacomelli contestata a lungo dai padroni di casa e dai tifosi occorsi al Granillo.

    Novità nel 3-5-2 di Gregucci, il quale lascia in panchina Zandrini preferendogli il più esperto Belardi, all’esordio stagionale con gli amaranto. Solo panchina per Nicolas Viola mentre Cosenza vince il ballottaggio con Melara. Davanti a Belardi dunque spazio allo stesso Cosenza insieme con Emerson e Angella. A centrocampo Armellino, Rizzo e Barillà agiscono in mezzo con Colombo e Rizzato esterni. In avanti si ricompone dopo diverso tempo la coppia formata da Campagnacci e Bonazzoli. Dall’altro lato Calori conferma le indicazioni della vigilia con una sola sorpresa: Rossi a centrocampo al posto di Mandorlini. Solo panchina per Piovaccari. Davanti ad Arcari agiscono Zoboli, De Maio e Caldirola. A centrocampo ecco Vass, Salamon e Rossi con Zambelli e Daprela laterali. In attacco El Kaddouri agisce in appoggio a Jonathas.

    Emiliano Bonazzoli © Maurizio Lagana/Getty Images

    Inizio di match senza grossi sussulti almeno sino al 8’ quando Bonazzoli, pescato da Barillà in area di rigore, manca di un soffio l’impatto con la palla da buona posizione. La Reggina sembra intenzionata a fare la partita ma fa fatica a concludere verso la porta del Brescia con una certa pericolosità. Alla prima occasione utile però le rondinelle passano: bella azione corale con Daprela che appoggia per Jonathas il quale insacca. Immediata la reazione della Reggina che 4’ dopo trova il pari: sugli sviluppi di un corner Arcari respinge di pugno e la sfera termina sui piedi di Angella che insacca. Ma l’arbitro annulla per un presunto fallo di Bonazzoli sull’estremo difensore lombardo. Ne nasce una mega rissa tra le due squadre che continua al 37’ quando Emerson, forse ancora nervoso, commette un fallaccio da rosso diretto su Rossi. La Reggina accusa il colpo e poco dopo Belardi salva ancora il risultato, ma gli animi sono molto tesi tra le due squadre.

    Nella ripresa la Reggina dimostra tanta grinta e con Bonazzoli dopo appena 2’ sfiora il gol. Replica Rossi che da distanza ravvicinata, al 6’, manda alto. Ancora rondinelle pericolose prima con una punizione di Vass e poi con un contropiede di Rossi non finalizzato a dovere. Gregucci si gioca le carte Melara e Alessio Viola, ma fatica a creare pericoli dalle parti di Arcari. Dall’altro lato intanto Calori getta nella mischia Piovaccari al posto di un Rossi ficcante ma impreciso sotto porta. Al 35’ Reggina vicina al gol in più occasioni, ma l’assedio sembra non produrre effetti e anzi, il Pescara di rimessa va vicinissimo al gol: al 37’ Belardi si supera su El Kaddouri ed 1’ dopo si ripete su Piovaccari. Vass viene graziato per un fallo da tergo su Angella e quando tutto sembra finito ecco il pari: al 45’ Rizzato scodella un pallone a centro area con Bonazzoli che di testa anticipa Arcari per il gol dell’1-1. In pieno recupero episodio da moviola: De Maio travolge Viola ma Giacomelli lascia correre. Reggina Brescia finisce cosi 1-1  tra i fischi del Granillo indirizzati all’arbitro triestino.

    Video Reggina Brescia 1-1 highlights Youtube:
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  • Verona – Cittadella 3-2. Un super Gomez trascina gli scaligeri

    Verona – Cittadella 3-2. Un super Gomez trascina gli scaligeri

    Ricco di gol e spettacolo l’anticipo della trentatreesima giornata del campionato di Serie B. La spunta il Verona che al Bentegodi piega per 3 a 2 il Cittadella e si porta, momentaneamente, al secondo posto in classifica, scavalcando sia Pescara che Sassuolo in campo oggi pomeriggio. Sembrava un match in discesa per i gialloblu di Mandorlini che a poco più di un quarto d’ora dalla fine si trovavano avanti di tre gol. Invece il Cittadella cerca di rimettersi in carreggiata ma lo fa quando ormai è troppo tardi. Ancora sugli scudi per i veronesi Gomez, autore di una doppietta, e con lui in rete anche Tachtsidis, mentre un autogol di Abbate e una rete di Di Nardo hanno illuso i padovani. Torna in parità dunque il bilancio delle due squadre, che nei sei incontri disputati hanno vinto tre volte a testa.

    Partono meglio i padroni di casa: Berrettoni, schierato a sorpresa rispetto alle indicazioni della vigilia, serve un buon pallone in mezzo all’area dove Ferrari tenta la conclusione a rete ma Cordaz è prevo a negargli la gioia del gol. Passano pochi minuti però ed ecco che il risultato si sblocca: sugli sviluppi di un corner la palla finisce sui piedi di Tachtsidis che non ha problemi a girarsi e di sinistro ad infilare Cordaz. Busellato poco dopo chiama agli straordinari Rafael e per il Cittadella sfuma cosi l’occasione dell’immediato pareggio. Il Verona però continua a macinare gioco e alla mezz’ora raddoppia: sinistro a giro di Gomez dalla distanza e Cordaz non può far altro che raccogliere la palla in fondo al sacco.Nel finale Russo trova addirittura il tris, ma Nasca glielo annulla per posizione di fuorigioco.

    Ignacio Gomez © Marco Luzzani/Getty Images

    La spinta veronese non si placa nemmeno nella ripresa visto che dopo pochi minuti Ferrari sbaglia un gol clamoroso davanti a Cordaz, bravo a fermarlo. Al 11’ però ecco il tris: Gomez, superba la sua prova, scende palla al piede e al limite viene atterrato. Sugli sviluppi del calcio piazzato ancora lui riceve palla e in diagonale infila il portiere del Cittadella. I padovani hanno una reazione ma quando ormai è troppo tardi: a 20’ dalla fine infatti sul tiro di Paolucci c’è una deviazione di Abbate che inganna Rafael e permette al Cittadella di accorciare le distanze. La spinta dei padovani però da i suoi frutti troppo tardi: in pieno recupero infatti è Di Nardo, di testa, a sfruttare nel migliore dei modi un assist di Carra. Ma appena dopo Nasca fischia la fine: per il Verona tre punti d’oro. Per il Cittadella invece una sconfitta che incide poco su una classifica al momento piuttosto tranquilla.

    Il tabellino di Verona Cittadella:
    VERONA (4-4-2): Rafael; Abbate, Mareco, Maietta, Pugliese; Tachtsidis, Jorginho, Hallfredsson (19′ Russo); Berrettoni (69′ D’Alessandro), Gomez, Ferrari (83′ Pichlmann). In panchina: Frattali, Ceccarelli, Galli, Bjelanovic. Allenatore: Mandorlini
    CITTADELLA (4-3-3): Cordaz; Ciancio, Gasparetto (7′ Gorini), Pelizzer, Marchesan; Paolucci (75′ Carra), Schiavon. Busellato; Di Roberto (61′ Vitofrancesco), Di Nardo, Di Carmine. In panchina: Pierobon, Branzani, De Vito, Maah. Allenatore: Foscarini
    ARBITRO: Nasca di Bari
    MARCATORI
    : 15′ Tachtsidis (V), 30′ Gomez (V), 57′ Gomez (V), 71′ Abbate (V, aut.), 95′ Di Nardo (C)
    NOTE: Ammoniti: Schiavon (C), Marchesan (C).

    Video sintesi di Verona Cittadella:
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  • Lazio – Cagliari 1-0. Diakitè allo scadere lancia i biancocelesti

    Lazio – Cagliari 1-0. Diakitè allo scadere lancia i biancocelesti

    Vittoria preziosissima per la Lazio che batte di misura il Cagliari grazie ad un gol di Diakitè e allunga al terzo posto in classifica approfittando dei passi falsi di Napoli e Udinese. Successo sofferto però per i biancocelesti del presidente Lotito, arrivata ad appena 2’ dal termine, ma a parziale scusante c’erano le diverse assenze cui ha dovuto far fronte Reja, su tutte quella di Klose.

    Nel suo 4-3-2-1 Reja, squalificato e con Lopez in panchina al suo posto, schiera la formazione prevista alla vigilia con Marchetti in porta, Konko, Diakitè, Biava e Radu in difesa. Gonzalez, Ledesma e Brocchi agiscono davanti al pacchetto arretrato con Hernanes e Mauri alle spalle di Rocchi. Dall’altra parte Ficcadenti non rinuncia al suo 4-3-1-2 e davanti ad Agazzi schiera una difesa formata da Pisano e Agostini esterni, Ariaudo e Astori centrali. Ekdal, Conti e Nainggolan agiscono a protezione del reparto arretrato con Cossu dietro a Ibarbo e Pinilla.

    Match non brillantissimo, e la dimostrazione arriva dal primo tempo che praticamente regala emozioni con il contagocce. Al 22’ Ibarbo viene fermato da Marchetti, per i rossoblù irregolarmente, per l’arbitro Peruzzo no. Al 42’ invece è Rocchi a reclamare per un presunto fallo nei suoi confronti commesso da Ariaudo. Di occasioni da rete, però, nemmeno l’ombra. Ad inizio ripresa Reja capisce che per vincere la partita bisogna osare di più e per questo inserisce Kozak al posto di Mauri. Un compagno di reparto per Rocchi, apparso sin troppo isolato nei primi 45’. La Lazio comincia a dominare la scena, ma le azioni da gol latitano.

    Miobido Diakite © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Ci provano Rocchi e Alfaro, ma senza fortuna. A 2’ dal termine però ecco la svolta: traversone di Ledesma all’indirizzo di Diakitè che anticipa i difensori avversari e insacca. Il Cagliari reagisce ma serve un super Marchetti, ex di turno, per evitare che Ekdal metta la palla in rete. In pieno recupero Candreva centra il palo, ma la Lazio porta comunque a casa il successo.

    Le pagelle di Lazio Cagliari:
    Marchetti 6,5: Nelle poche volte in cui è chiamato in causa, risponde presente.
    Diakité 7: E’ lui l’uomo della partita. Al rientro non lascia spazi agli attaccanti del Cagliari e trova anche il gol decisivo.
    Hernanes 5,5: Forse un po’ stanco, non riesce ad incidere particolarmente sulla partita.
    Rocchi 6: Gioca troppo solo in avanti, ma non per questo lesina l’impegno.
    Ariaudo 5: La disattenzione in occasione del gol laziale costa carissima. Il tutto nonostante per il resto non abbia demeritato.
    Ekdal 6: Gioca bene in mezzo al campo, e se quel tiro, finito sul passo, fosse stato scagliato a qualche centimetro di distanza…
    Cossu 5: Dovrebbe dare un po’ di qualità in più alla squadra, ma non lo fa.
    Ibarbo 5,5: Corre tanto ma sotto porta spesso è impreciso.

    Il tabellino di Lazio Cagliari:
    Lazio (4-3-2-1): Marchetti 6,5; Konko 5,5, Diakité 7, Biava 6, Radu 5,5; Gonzalez 6, Ledesma 5,5, Brocchi 6; Hernanes 5,5 (35′ st Candreva 6), Mauri 5,5 (1′ st Kozak 5,5); Rocchi 6 (18′ st Alfaro 6). In panchina: Bizzarri, Zauri, Scaloni, Cana. Allenatore: Lopez 6
    Cagliari (4-3-1-2): Agazzi 6; Pisano 6, Ariaudo 5, Astori 6, Agostini 6; Ekdal 6, Conti 6, Nainggolan 5,5; Cossu 5 (33′ st Nené 5,5); Ibarbo 5,5 (17′ st Thiago Ribeiro 5,5), Pinilla 5. In panchina: Avramov, Perico, Gozzi, Bovi, Larrivey. Allenatore: Ficcadenti 6
    Arbitro: Peruzzo di Schio
    Marcatori: 43′ st Diakité

    Il video della partita:
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  • Palermo – Udinese 1-1. Torje nel finale beffa i rosanero

    Palermo – Udinese 1-1. Torje nel finale beffa i rosanero

    Un punto a testa che fa più felice l’Udinese nell’anticipo serale giocato al Barbera di Palermo. E’ il rumeno Torje, a sei minuti dalla fine, a salvare la squadra di Guidolin che intravedeva ormai la sconfitta dopo il gol messo a segno alla mezz’ora del primo tempo da parte di Miccoli. Una rete che consente comunque di muovere la classifica anche se per il terzo posto ancora ci sarà da sudare. E anche tanto. Rosanero che dal canto loro incassano un altro punticino pur non avendo grosse ambizioni di classifica.

    Mutti mette in campo una squadra quasi obbligata, considerando i tanti infortuni hanno costretto il tecnico siciliano a schierare in difesa Labrin, Milanovic e Mantovani. A sorpresa invece la scelta di lasciare Ilicic in panchina. Dall’altro lato non sorride nemmeno Guidolin che però rilancia Basta dopo un lungo periodo d’assenza. Fuori, almeno inizialmente, Armero. La prima chance, su punizione, è targata Miccoli, con Handanovic che sventa il pericolo. I rosanero insistono e alla mezz’ora vengono premiati: lancio in verticale di Barretto che pesca il solito Miccoli il quale in diagonale beffa Handanovic. Nel finale di tempo i padroni di casa reclamano un rigore per un presunto tocco con il braccio di Abdi su punizione di Miccoli.

    Esultanza Udinese © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Guidolin capisce che bisogna cambiare e lascia in panchina gli evanescenti Basta e Pasquale giocandosi le carte Pereyra e Armero. Il predominio dell’Udinese è sterile ma Guidolin ha l’asso nella manica: è Torje, entrato a 24’ dalla fine. A 8’ dal termine Di Natale va vicino al pari ma davanti a Viviano si divora il pari. Delusione che si trasforma in gioia al 39’: Torje serve Pereyra il quale si infila nella difesa palermitana restituendo il pallone al rumeno il quale insacca alle spalle di Viviano. Il gol di fatto chiude un match che, a livello spettacolare, preannunciava molto di più. Ma le assenze e la fatica della parte finale di stagione, evidentemente, hanno avuto il loro peso.

    Le pagelle di Palermo Udinese:
    Miccoli 7.5: Nel primo tempo fa di tutto: un gol, un quasi gol e per poco non si conquista un calcio di rigore. Il solito trascinatore.
    Barreto 7: Tre le note positive dei rosanero. Corre tanto e serve anche l’assist a Miccoli per il gol del vantaggio.
    Hernandez 5.5: Alterna buone giocate a conclusioni da dimenticare. La continuità non è il suo forte.
    Handanovic 6.5: Solita gara con interventi decisivi, in particolare sulla punizione di Miccoli.
    Ekstrand 4.5: Va bene che è un giovane e che si era in emergenza, ma una squadra in lotta per la Champions non può fare certi errori.
    Torje 7: L’arma segreta di Guidolin. Un gol importante in un momento davvero molto delicato, quando le speranze sembravano venir meno

    Il tabellino di Palermo Udinese 1-1:
    Palermo (3-5-2): Viviano 6; Labrin 6, Milanovic 6,5, Mantovani 5,5; Pisano 6, Migliaccio 6, Donati 6, Barreto 7 (43′ st Della Rocca sv), Balzaretti 6 (36′ st Aguirregaray sv); Hernandez 5,5 (25′ st Ilicic 5.5), Miccoli 7,5. In panchina: Tzorvas, Acquah, Vazquez, Budan. Allenatore: Mutti 6
    Udinese (3-5-1-1): Handanovic 6,5; Coda 6, Danilo 5, Ekstrand 4.5; Basta 4,5 (1′ st Pereyra 6,5), Pinzi 6, Pazienza 6 (21′ st Torje 7), Asamoah 6, Pasquale 6 (1′ st Armero 6); Abdi 6; Di Natale 5,5. In panchina: Padelli, Fernandes, Neuton, Vydra. Allenatore: Guidolin 5,5
    Arbitro: Damato di Barletta
    Marcatori: 31′ pt Miccoli (P); 39′ st Torje (U)

    Il video con la sintesi di Palermo Udinese 1-1:
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  • Coppa Italia, Napoli – Siena 2-0. Azzurri in finale dopo 15 anni

    Coppa Italia, Napoli – Siena 2-0. Azzurri in finale dopo 15 anni

    Sarà il Napoli di Walter Mazzarri a sfidare la Juventus nella finale di Coppa Italia in programma il 20 maggio allo stadio Olimpico di Roma. Gli azzurri infatti hanno superato per 2 a 0 il Siena di Sannino, ribaltando così la sconfitta per 2 a 1 patita all’andata. Un pizzico di fortuna ha aiutato i partenopei, capaci di trovare il vantaggio grazie ad un autogol e a raddoppiare in contropiede con Cavani. A nulla valgono i tentativi dei toscani, i quali vedono sfumare un traguardo storico. Traguardo che il Napoli ritrova cosi a distanza di quindici anni. Per quanto riguarda le squadre scese in campo Mazzarri recupera Maggio e Lavezzi schierando così l’undici titolare che bene ha fatto in questa stagione sia in campionato che in Champions. Il Siena dal canto suo fa tanto turnover rinunciando a molti titolari. Le uniche novità rispetto alla vigilia sono gli inserimenti di Pesoli e Brienza.

    Napoli che comincia subito ad attaccare e al 5’ su cross basso di Zuniga tocca a Cavani concludere verso la porta di Brkic. Palla che però si perde sul fondo. Al 10’ il vantaggio dei partenopei: punizione di Lavezzi dalla trequarti lato destro, a centro area Vergassola tenta di anticipare gli avversari ma gonfia la rete della propria porta. La reazione del Siena è immediata ma l’ex di turno Mannini sfiora il pareggio, con Campagnaro che è bravo a sventare il pericolo in scivolata. Pronta la risposta di Cavani su assist di Lavezzi, ma Brkic è attento e para. Campani che continuano a tenere in mano il pallino del gioco ma che curiosamente alla mezz’ora trovano il gol del raddoppio in azione di contropiede: Cavani fa ripartire la squadra allargando per Lavezzi, quest’ultimo serve Hamsik il quale continua nella propria corsa servendo a centro area l’accorrente Cavani per il 2-0. Inler va subito vicinissimo al tris, ma è ancora una volta Brkic a sventare il pericolo. Unico neo nel primo tempo del Napoli l’infortunio, l’ennesimo, capitato a Maggio. Al suo posto c’è Dossena.

    Esultanza Napoli © Paolo Bruno/Getty Images

    Ad inizio ripresa il Siena capisce che bisogna osare un po’ di più per puntare a conquistare, quanto meno, i tempi supplementari. Ma nonostante tutto le occasioni da rete latitano. Dal canto suo Mazzarri cambia, inserendo Dzemaili al posto di Gargano in modo da dare maggiore dinamicità in mezzo al campo. Sannino getta nella mischia i centimetri di Bogdani, ma per lui i palloni giocabili saranno pochi. A 12’ dalla fine ci prova Lavezzi, servito da Hamsik, ma la conclusione è da dimenticare. Brienza invece tenta di incunearsi in area di rigore e dopo aver vinto un rimpallo si fa anticipare dalla difesa campana. Di contro Hamsik non sfrutta a dovere un contropiede. Nel finale tanto possesso palla ma occasioni inesistenti per il Siena. Alla fine fa festa solo il Napoli.

    Le pagelle di Napoli Siena
    Cavani 7: Il solito trascinatore. E’ lui ad iniziare e concludere l’azione del raddoppio. Una prova maiuscola la sua visto che quando c’è da dare una mano dietro lo fa senza problemi.
    Campagnaro 6.5: Se la difesa dei partenopei non rischia mai nulla è anche grazie a lui. Sempre pulito e preciso, non commette mai errori.
    Inler 6.5: Sfiora il tre a zero che avrebbe evitato la sofferenza finale, ma la sua qualità in mezzo al campo si fa sentire.
    Lavezzi 6.5: Gli manca solamente il gol, poiché è molto attivo tanto che i difensori del Siena fanno fatica a frenarlo.
    Brkic 7: Grazie ad un paio di sue parate il Siena continua a rimanere in vita. Sui gol non può fare veramente nulla
    Terzi 5: Soffre maledettamente la tecnica e la rapidità degli attaccanti campani. Una serata da dimenticare per lui.
    Vergassola 5.5: Tanta sfortuna sicuramente, ma il suo autogol spiana la strada al Napoli.
    Brienza 6.5: E’ l’unico, davanti, a fare qualcosina di buono, anche se non riesce mai a trovare la porta difesa da De Sanctis.

    Il tabellino di Napoli Siena
    Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 6; Campagnaro 6.5, Cannavaro 6, Aronica 6; Maggio sv (41′ Dossena 6), Inler 6.5, Gargano 6 (18′ st Dzemaili 6), Zuniga 6; Hamsik 6.5, Lavezzi 6.5 (38′ st Pandev sv); Cavani 7. In panchina: Rosati, Britos, Fernandez, Vargas. Allenatore: Mazzarri 6.5
    Siena (4-3-2-1): Brkic 7; Pesoli 5.5, Terzi 5, Contini 5, Belmonte 5.5 (21′ st Bogdani 6); Vergassola 5.5, Parravicini 5.5, Rossi 6; Mannini 6 (32′ st Sestu sv), Brienza 6.5; Larrondo 6 (34′ st Gonzalez sv). In panchina: Farelli, Vitiello, Codrea, Gazzi. Allenatore: Sannino 5.5

    Video Napoli Siena Coppa Italia highlights Youtube
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  • Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Che sarebbe stata una partita importantissima lo avevano fatto capire i due tecnici alla vigilia, Juventus e Milan si sono dati battaglia per ben 120′, regalando emozioni a tutti i tifosi. Alla fine ad uscire col sorriso dallo Juventus Stadium è Antonio Conte che porta i suoi ragazzi in finale di Coppa Italia migliorando le statistiche (2 vittorie e 2 pareggi) a suo favore contro il rivale Allegri.
    In uno stadio che come prevedibile ha registrato il tutto esaurito è la Juventus che si dimostra più squadra compatta e tenace, grazie al prezioso lavoro dei singoli, grazie ad un capitano che risponde sempre nel migliore dei modi quando il Mister lo chiama. Grazie a quello che si sta rivelando l’uomo in più di queste ultime partite e che risponde al nome di Mirko Vucinic.

    Allegri prova a giocarsi il tutto per tutto recuperando un febbricitante Ibrahimovic, affidandosi all’esperienza di Seedorf e alla sicurezza difensiva di Thiago Silva. Conte invece parte con Alex Del Piero e Mirko Vucinic, affidando la regia del centrocampo a Pirlo con Giaccherini e Vidal a supporto. In difesa si rivede Chiellini.

    Vucinic e Del Piero protagonisti di Juventus Milan Coppa Italia | ©Getty Images

    Al fischio d’inizio è il Milan che prova a fare la partita per ribaltare il risultato d’andata mentre i bianconeri sviluppano il gioco sulle ripartenze. Per il primo guizzo della gara si dovrà aspettare il 20′, quando è Ibrahimovic ad impensierire Storari con un tentativo di cross che si trasforma poi in tiro. Il portiere tocca quel tanto per far cambiare traiettoria al pallone. Al 28′ capovolgimento di fronte, Pirlo lancia Lichtsteiner dalla trequarti, lo svizzero crossa per il capitano che si fa trovare pronto e superando Amelia ribadisce in rete. E’ l’1-0 che accende gli animi dei tifosi sugli spalti, quello di Allegri che reclama per il modo in cui Del Piero si libera di Mexes e soprattutto accende quello dell’undici di Conte che a testa bassa continua a spingere per trovare il colpo del ko. I rossoneri soffrono sopratutto le ripartenze di Vucinic, infatti dai suoi piedi partono tutte le occasioni più importanti della gara. Il Milan accusa il colpo e si non contiene il nervosismo, ne sono prova i brutti interventi di Aquilani su Vucinic e di Muntari su Lichtsteiner. Al 45′ si va negli spogliatoi con la Juventus in vantaggio per 1-0 e la qualificazione in pugno.

    Nella ripresa è tutta un’altra partita. Ibrahimovic non rientra dagli spogliatoi e al suo posto ritroviamo Maxi Lopez. Ma al 6′ è Mesbah che, dimenticato da Pepe, trova la rete del pareggio con un colpo di testa su cross di Mexes. La Juventus sembra accusare il colpo, il Milan trova lo spirito giusto per la rimonta pur non essendo mai veramente pericoloso. Anzi al 68′ è ancora la Juve a rendersi pericolosa con Vucinic il cui tiro va fuori di poco. Al 73′ Conte decide di concedere la standind ovation a Del Piero, acclamato e applaudito da tutto lo stadio che intonerà fino alla fine del match “Un Capitano…”. A prendere il posto del numero 10 sarà Borriello. Allegri risponde alla mossa del collega prelevando Aquilani per Nocerino. All’81’ toccherà a Maxi Lopez impietrire lo Juventus Stadium: dribbling su Bonucci dal limite gran tiro sotto il sette che diventa imparabile per Storari. Allo scadere la palla che potrebbe chiudere il match è per Borriello che sfuma una ghiotta occasione di contropiede concludendo su Amelia. Sul capovolgimento di fronte è Inzaghi a impensierire i 40mila supporters della Vecchia Signora ma il suo tiro viaggia per tutta l’aria piccola bianconera prima di essere spazzata via dalla difesa. I 90′ si chiudono con il vantaggio rossonero.

    L’inizio dei supplementari è tutto per la Juventus che dimostra ancora una volta quanto ha a cuore prenotare la finale a Roma. Va vicina al gol in due occasioni, la prima con Marchisio che sciupa una ribattuta di Amelia su gran tiro di Vucinic, e la seconda con Giaccherini che si fa anticipare in uscita da Amelia. A questo punto è ancora Vucinic che sale in cattedra siglando la rete del 2-2 che da l’accesso alla finale: il montenergino riceve palla sulla trequarti e con un gol capolavoro da 30 metri trova la strada per il boato dello Juventus Stadium. Il Milan è battuto, non nel risultato, non nella qualificazione alla Finale del Cup Tim, ma nella resistenza tra le due squadre a non mollare mai. I rossoneri sono stati cinici come al solito nello sfruttare le due occasioni ghiotte, la Juventus, nel confermarsi una sciupona in fase offensiva dimostra ancora una volta di avere grande forza, carattere e cuore.

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  • Fiorentina Juventus 0-5, Vucinic finalmente decisivo

    Fiorentina Juventus 0-5, Vucinic finalmente decisivo

    Fiorentina Juventus era una partita attesa per molti motivi, in primis per la rincorsa al Milan, poi per spegnere le critiche sulla carenza di gol della squadra allenata da Conte. La Juve ha centrato entrambi gli obiettivi: una cinquina ai Viola che ora si inguaiano nella zona calda della classifica e un chiaro segnale al Milan di non voler mollare nella lotta al tricolore.

    Al Franchi il big match della 28° giornata di campionato inizia tra i fischi per gli ospiti, con i supporters viola che, come annunciato alla vigilia, si sono dotati di parrucche viola per schernire Antonio Conte. Quei fischi già sul finale del primo tempo erano indirizzati al palco d’onore che ospitava la dirigenza fiorentina.

    Parte con il tridente la compagine bianconera che vede tra le fila Matri, Vucinic e Pepe. E anche questa volta, ma con più fortuna rispetto a Genova, è Vucinic a salire in cattedra e a guidare i compagni alla vittoria. Il montenegrino ci prova subito al 6′ con un destro dal limite dell’aria che trova la via del palo. Le premesse per il proseguo della gara non sembrano buone ma appena dieci minuti più tardi è lo stesso Vucinic a portare in vantaggio la Vecchia Signora: Pirlo tocca di prima per Marchisio che serve Vucinic, questa volta il destro del montenegrino è preciso e si infila laddove Boruc non può arrivare.

    Vucinic scatenato in Fiorentina Juventus | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Al 16′ la Juventus si porta già sull’ 1-0 e pochi minuti più tardi, esattamente al 20′, ci sarà l’episodio che delineerà le sorti del match, Cerci infatti perderà la lucidità rifilando un calcetto nel “di dietro” a De Ceglie reo di averlo strattonato. Questa volta Bergonzi è aiutato dal suo assistente che segnala l’accaduto e per l’attaccante il rosso è inevitabile. La Fiorentina sarà costretta a giocare per più di un’ora in dieci uomini. La Juventus forse più cinica della stagione ne approfitta e infatti al 29′ Vucinic lavora una gran palla per per Vidal che colpisce al volo, Boruc respinge ma nulla può sul secondo tentativo a rete dello stesso giocatore cileno. 2-0 e si va negli spogliatoi. Al rientro in campo, dopo un timido tentativo di reazione d’orgoglio per i Viola con le numerose discese di Vargas che si traducono in un nulla di fatto è  Marchisio che al 56′ spegne le speranze viola e innesca le proteste sugli spalti all’indirizzo dei Della Valle. Anche in questo caso la rete trova la firma di Vucinic servendo il “principe” che nient’altro può fare se non mettere comodamente in rete di testa. Una timida reazione della Fiorentina si ha sul tiro di sinistro di Lazzari che Buffon devia quel tanto che basta per fargli scheggiare il palo. Pericolo passato per la Juve che ancora a testa bassa riacutizza i dolori dei toscani già impegnati sugli spalti a contestare squadra, tecnico e dirigenza, con la quarta rete. Vucinic questa volta serve Pirlo che con un tocco sotto batte Boruc. Nel finale c’è gloria per il primo gol bianconero di Padoin entrato a rilevare Vidal. Un tiro deviato del centrocampista bresciano si trasforma in assist per l’ex atalantino che da due passi infila in rete per il risultato definitivo di 5-0.

    Conte voleva una reazione dei suoi che hanno accontentato nel migliore dei modi le richieste del tecnico. Il segnale per il Milan è chiaro, la Juve non molla e si appresta ad arrivare ai prossimi due importanti appuntamenti (con il Milan in Coppa Italia e con l’Inter in campionato) con il morale alto ed una ritrovata condizione fisica.
    Per la Fiornetina invece si aspetta una reazione repentina per uscire fuori dal pericolo zona calda che rimane a 7 punti dalla terzultima. Già nel pomeriggio è fondamentale guardare il risultato di Lecce-Palermo.

    Video Fiorentina Juventus 0-5 highlights Youtube
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  • Italia Under 21 bene anche in Francia. Rapace Paloschi, Verratti leader

    Italia Under 21 bene anche in Francia. Rapace Paloschi, Verratti leader

    Esce indenne anche dalla difficile trasferta in Francia l’Italia Under 21 di Ciro Ferrara dimostrando di esser oramai matura e pronta a competere per i traguardi più prestigiosi. Senza Borini promosso dopo l’expolit con la Roma nella nazionale maggiore Ciro Ferrara si affida inizialmente al collaudato tandem Destro Gabbiadini che però incappano in una giornata non esaltante mentre Insigne seppur vivace sbaglia nel finale il gol della possibile vittoria. La Francia, pur con tanti giovani promettenti non è mai pericolosa dalle parti di Bardi che subisce l’unico tiro in porta solo in occasione del gol firmato da Lacazette con la complicità di Santon e Capuano.

    Under 21 Francia Italia 1-1, Italia la svolta dalla panchina. La forza degli azzurrini di Ferrara sta proprio nel fatto di aver più scelte di qualità tra i reparti. Nella giornata no di Gabbiadini e Destro rinvigoriscono l’attacco azzurro gente come Paloschi ed El Shaarawy bravi a toglier punti di riferimento alla difesa transalpina nel secondo tempo.

    Alberto Paloschi | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Il primo tempo azzurro è migliore dei precendenti anche se Ferrara dovrà insistere per far entrare i suoi subito in partita ed evitare di dover sempre rincorrere gli avversari. La Francia infatti trova il vantaggio quasi per caso con il bomber Lacazette ma di fatto non riesce mai a sfruttare la qualità dei suoi talenti in organico.

    Paloschi torna al gol, Verratti già leader. Serata importante per Alberto Paloschi che ritrova un importante gol in azzurro dimostrando che dopo un periodo di appannamento può riprendersi la maglia da titolare. Benissimo Verratti subito a suo agio in mediana e autore di una prestazione su alti livelli. Il talento pescarese inseguito da Genoa e Roma è insieme a Florenzi il migliore in campo. Soddisfatto Ferrara al termine del match “Ho avuto delle conferme da parte di tutto il gruppo. E’ stata una grandissima prestazione, non era facile venire qui e avere tante occasioni da rete. Abbiamo giocato contro una squadra forte”.

    Contento per il gol anche Alberto Paloschi “Siamo consapevoli di essere un bel gruppo. Ci mettiamo grande impegno quando veniamo chiamati in causa e speriamo di continuare così. La Francia è forte, sono primi come noi nel loro girone, potevamo anche vincere, le occasioni le abbiamo avute ma va bene anche così. Siamo tanti lì davanti e tutti bravi, ci aiutiamo a vicenda e questo è importante”.

    Under 21 Francia Italia 1-1 video highlights
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