Scene degne di un film dell’horror quelle che si sono verificate nella scorsa notte durante la March Madness della Ncaa: Kevin Ware, guardia di Louisville si è spezzato la gamba in seguito ad una caduta nel tentativo di stoppare un avversario. Tyler Thornton era in procinto di mettere a segno la tripla del -1 è a quel punto che Kevin, nel tentativo di stopparlo cade male sul campo di gioco. Nell’impatto con il pavimento la gamba di Ware ha un movimento innaturale che fin da subito ha reso chiare le idee ai presenti sulla gravità dell’incidente.
La panchina e i giocatori tutti in campo, alla vista dell’orribile frattura hanno interrotto il gioco per permettere l’ingresso in campo dei soccorritori che sin da subito hanno sospettato si trattasse di una frattura in più punti dell’osso della gamba. La reazione di molti giocatori alla vista dello “scempio” è stata addirittura accompagnata da vomito e lacrime per l’accaduto. Il coach del Louisville, Rick Pitino, che era molto vicino all’accaduto, racconta: “E’ stata la cosa più orribile che io abbia mai visto. Non ho mai visto un osso uscire da uno stinco”.
Trasportato all’ospedale di Indianapolis Kevin Ware è stato sottoposto con urgenza ad un delicato intervento chirurgico perfettamente riuscito grazie all’inserimento di un chiodo endomidollare; i medici fanno sapere che nonostante la gravità dell’ infortunio il giocatore “potrà tornare a giocare anche se non prima di un lungo stop di oltre 6 mesi“, tuttavia il giocatore sarà trattenuto nella struttura ospedaliera almeno fino a domani 2 Aprile anche se le dimissioni saranno ufficializzate solo in base a come risponderà al recupero in queste ore.
Intanto i compagni di squadra con grinta e caparbietà hanno superato la prova difficile di concentrarsi nonostante l’accaduto vincendo la finale della Midwest Division contro Duke dedicando il trionfo allo sfortunato compagno di squadra.
ATTENZIONE Il VIDEO DELL’INFORTUNIO CONTIENE IMMAGINI MOLTO FORTI
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Le immagini dei soccorsi allo sfortunato Kevin Ware
Chi non hai ma sentito parlare, almeno una volta nell’ultimo mese dell’Harlem Shake? Se abitate in un’isola deserta, forse, potremmo credervi ma presto anche gli ultimi posti incontaminati del globo potrebbero essere presi d’assalto da questo nuovo fenomeno virale partito dal web. Ma andiamo con ordine e quindi spieghiamo ai pochi “sfigati” che ignorano ancora il fenomeno le origini di questo tormentone.
“Harlem Shake” è stata pubblicata da DJ Baueer nel 2012 ma solo con il nuovo anno la hit ha preso piede in tutte le radio, discoteche e, soprattutto, su YouTube dove il lyric video caricato dalla Mad Decent ha registrato in pochi mesi milioni di visualizzazioni. Ma il vero tormentone è la mania che sta spopolando ovvero quella di caricare sul Tubo i video che riprendono un gruppo di persone che si cimenta a ballare al ritmo dell’Harlem Shake. Tra i contagiati illustri ci sono, in Formula 1, i meccanici della scuderia Sauber, autori di una simpatica performance. I calciatori del Manchester City e persino LeBron Jamese l’intera squadra del Miami Heat hanno ceduto al fascino della danza e si sono cimentati in questo ballo creando un video dal risultato eccellente.
Ultimo contagio registrato è quello al Media Center di Vinovo durante la conferenza stampa della Juventus. Mentre Leonardo Bonucci, Paul Pogba, Arturo Vidal e Fabio Quagliarella erano impegnati in una conferenza stampa ecco che nella sala i quattro bianconeri vengono interrotti da una zebra con tanto di stereo a spalla. Da qui parte il divertimento scatenato: Pogba per l’occasione si traveste da Zorro, Bonucci da scalmanato scout, Quagliarella nei panni del personaggio dei cartoon Jhonny Bravo mentre il trono di re spetta tutto a Vidal. Nel bel mezzo del caos Shakerano irrompe davanti le telecamere un’inedita versione di Matri.
I video dell’Harlem Shake bianconero sono stati prontamente postati su Twitter dal giocatore più “social” della formazione Campione d’Italia, Leonardo Bonucci, che ha commentato il video con un “grosse risate“.
Catania Inter 2 a 3: non più clamoroso al Cibali, ma clamoroso al Massimino! L’Inter di Stramaccioni strappa 3 punti con le unghie e con i denti a un Catania che solo nel finale di primo tempo sembrava essere assoluto dominatore del campo. Una partita spettacolare, che regala emozioni ( e infarti) a tutti gli spettatori, lasciando molta amarezza agli etnei che avanti di due reti all’intervallo, non riescono a mantenere il vantaggio e si fanno rimontare dalla cattiveria e dalla grinta dei nerazzurri e di un Palacio in forma strepitosa. Sembra una partita già finita, con Bergessio e Marchese che puniscono una difesa interista fin troppo vulnerabile. Stramaccioni nella ripresa cambia Rocchi per Palacio, e l’Inter ritrova il suo punto di riferimento davanti, ritrovando quei 3 punti lontano da San Siro che mancavano da troppo tempo. Risultato? Terzo posto a -1 punto e morale alle stelle in vista della sfida contro il Tottenham.
LA PARTITA
Nessuna novità alla lettura delle formazioni con Stramaccioni che lancia Rocchi dal primo minuto con alle sue spalle Alvarez e Guarin in mediana, mentre Maran si affida alla colonia argentina con i soliti noti, Bergessio, Castro e Gomez.
Sale subito in cattedra il Catania di Maran, che fa capire nel giro di pochi minuti chi abbia il pallino del gioco. Al 7’ arriva il primo gol dei padroni di casa: complice un erroraccio di Juan Jesus, che cercando la protezione del fallo di fondo, agevola il rientro di Bergessio. L’attaccante argentino in maniera molto furba gli soffia il pallone e anticipa Handanovic, portando i suoi in vantaggio. Inizio da incubo con un gol regalato e partita in salita. Reazione pressoché nulla, con il Catania che ribadisce la superiorità in campo trovando il gol del 2 a 0: Lodi calcia una punizione trovando sul secondo palo Marchese, che di testa incrocia e batte Handanovic. I nerazzurri sono totalmente in bambola, e solo nel finale di primo tempo c’è un accenno di reazione, dettato più dalla voglia di rimettere in piedi la partita che dalle idee di gioco.
La ripresa è un film con il finale più a sorpresa che non t’aspetti. Stramaccioni attua un doppio cambio con Stankovic al posto di Kuzmanovic e Palacio a subentrare per un impalpabile Rocchi. L’Inter comincia meglio e al 7’ riesce a trovare la rete del 2 a 1 con Palacio che si beve Rolin e trova la zuccata vincente di Ricky Alvarez. Partita riaperta e Inter che prova a crederci con più convizione. E’ proprio l’ingresso di Palacio a cambiare il volto della partita dei nerazzurri, con un calo fisico vistoso da parte del Catania. Sembrava impossibile, ma al 25’ l’Inter rimette il match sul pari, trovando la rete del 2 a 2, con Pereira che serve il cross perfetto a Palacio, e l’argentino anticipa Andujar trovando la via del gol. Non bastasse nei minuti di recupero succede l’impensabile, con Palacio che nelle vesti di vero uomo trascinatore, scambia con Cambiasso e trasforma la rete del 3 a 2, facendo impazzire le coronarie dei tifosi e di Stramaccioni.
PAGELLE CATANIA INTER
Bergessio 6,5 Furbissimo e rapace d’area nell’occasione del primo gol, con beffa ai danni di Juan Jesus. Meno preciso sull’occasione del 3 a 0 sprecata contro Handanovic. Troppo nervoso nel finale.
Gomez 6,5 è letteralmente la spina del fianco di tutta la retroguardia interista. Accelerazioni e dribbling sono il suo marchio di fabbrica. Nella ripresa cala come tutti i compagni.
Rolin 5,5 Marcare Rocchi è un conto, marcare Palacio è un altro. Rimandato.
Rocchi 4,5 Impalpabile. Vuoi che non tocca molti palloni, ma nemmeno se li va a cercare. Il cambio con Palacio è la fotografia della partita.
Palacio 8 L’argentino è l’ago della bilancia nerazzurra. Entrato lui si spostano tutti gli equilibri. Assist per il 2 a 1 e doppietta che ribalta il risultato. Tottenham avvisato.
Cambiasso 6,5 Intelligenza calcistica d’altri tempi. Entra nel finale, gioca appena 15 minuti e risulta decisivo, sfiorando un gol e servendo l’assist perfetto per Palacio.
Catania (4-2-3-1): Andujar 5; Alvarez 5,5, Spolli 5, Rolin 5, Marchese 6; Biagianti 6 (Almiron 77′ s.v.), Lodi 6,5; Izco 6,5, Castro 6,5, Gomez 6,5; Bergessio 6,5 (85′ Cani 5).
L’Inter torna dalla Transilvania con il sorriso sulle labbra, rifilando un secco 3-0 ai padroni di casa del Cluj, attuando inoltre un turn over “light” in vista del derby di domenica sera. Mancava da troppo tempo la vittoria fuori dalla mura casalinghe di San Siro, e ci volevano le giocate di Cassano e Alvarez per ritrovare quella qualità in mezzo al campo smarrita negli ultimi match. Certamente il Milan non è il Cluj (e la sfida con il Barcellona dimostra come i rossoneri in questo momento non siano inferiori a nessuno), ma Stramaccioni può comunque tornare a sorridere dopo le pesantissime critiche post Fiorentina. Sbrigata la pratica Europa League, con il tabellone che regala un gran big match negli ottavi, con Tottenham-Inter, rimangono un paio di giorni per studiare le mosse giuste per provare a giocarsi il derby alla pari. Cassano, Palacio, Guarin e Alvarez saranno le armi in più di questa Inter. Da segnalare un infortunio di Ranocchia nel finale che lascia un po’ tutto l’ambiente nerazzurro con il fiato sospeso in vista del derby.
LA PARTITA
Stramaccioni sorprende un po’ tutti evitando quel turn over che si poteva prevedere, schierando sia Cassano e sia Palacio dal primo minuto, con Alvarez e Guarin ad agire alle loro spalle. Il Cluj si affida a Maah e Rui Pedro davanti.
Nei minuti iniziali la squadra di Stramaccioni mostra ancora una volta quelle insicurezze che si erano palesate nel match contro i viola, subendo un paio di percussioni sulle corsie laterali e rischiando più del dovuto. Così nel buio del gioco nerazzurro ad accendere la luce ci pensa Ricky Alvarez: al 22’ dopo una grande giocata a centrocampo trova una verticalizzazione perfetta per Palacio, che serve a centro area Guarin per il tap in vincente. Il Cluj non reagisce e subisce il contraccolpo del gol fuori casa. Non bastasse ci pensa Felgueiras (il portiere dei padroni di casa) a complicare ulteriormente la partita dei suoi, quando nei minuti finali perde inspiegabilmente un pallone in uscita, facendosi rubare palla da Alvarez che cede l’assist a Guarin per la rete del 2 a 0.
Nella ripresa, riposo cautelare per Palacio, in vista del derby, al cui posto entra Benassi. Il Cluj è sfortunato in un paio di occasioni quando potrebbe trovare il gol della bandiera, anche grazie a splendide parate di Handanovic (tra cui una di viso, con una pallonata violentissima in faccia). Stramaccioni dosa le forze mandando a riposo anche Alvarez e Guarin disegnando un centrocampo classe ’94 con Kovacic, Benassi e Pasa. A dieci dal termine piove sul bagnato per i padroni di casa, perché Camora viene espulso per fallo da ultimo uomo su Benassi lanciato a rete. Proprio il giovanissimo centrocampista della primavera nerazzurra al 43’ trova la sua prima rete da professionista, ringraziando Cassano per lo splendido assist e allungandosi di punta per battere Felgueiras. Fischio finale e l’Inter tornando a vincere lontano da San siro chiude la pratica Europa League qualificandosi agli ottavi di finale.
PAGELLE CLUJ-INTER
Felgueiras 4 Inguardabile. Niente da dire sul primo gol, ma sul 2 a 0 il merito è tutto suo. Si fa sfuggire il pallone dalle mani come nei migliori video di Paperissima story
Maah 5,5 Corre come un forsennato, cercando di mettere in difficoltà Zanetti. Qualche volta ci riesce, ma non trova mai la percussione vincente.
Hora 6 Ci prova e in un paio di occasioni sfiora il gol della bandiera. La prima sparando sul viso di Handanovic da due metri, la seconda provando con un tiro da fermo a scavalcare il portiere nerazzurro, colpendo la traversa.
Alvarez 7,5 Ricky Maravilla fa valere una volta ogni tanto il suo soprannome argentino, meravigliando il pubblico locale con ottime giocate e due assist vincenti. È atteso per una conferma al derby.
Guarin 7 Doppietta personale senza troppi fronzoli, anche se non è stata la sua miglior partita
Cassano 7 Inventa e diverte, anche se troppo spesso cammina in campo, forse risparmiandosi per il derby. Geniali gli assist che regala a Benassi.
Benassi 6,5 Fa espellere un giocatore avversario e realizza il suo primo gol da professionista nei sedicesimi di finale di Europa League. Che vuoi di più dalla vita?
CLUJ(3-5-2): Felgueiras 4 ; Cadù 5 , Piccolo 5, Rada 5,5 (36′ Kapetanos 5); Ivo Pinto 6 , Muresan (9′ Hora 6 ), Goedemeche 5,5 , Spesi 6 , Camora 4,5 ; Maah 5,5, Rui Pedro 5 ,(71′ Valente 5,5)
La Fiorentina prende letteralmente a sberle l’Inter di Stramaccioni, rifilando ai nerazzurri un 4 a 1 che umilia pesantemente la squadra interista. Montella confeziona un piccolo capolavoro calcistico, disegnando una Fiorentina perfetta in stile Barcellona, trovando sulla propria strada un’Inter imbarazzante e inguardabile. Involuzione totale, per l’Inter più brutta della stagione, con una statistica che sicuramente parla da sé: sesta sconfitta in sette trasferte. Stramaccioni a una sola settimana dal derby, dimostra come le sue scelte siano assolutamente fuori luogo, e la sua squadra sia totalmente fuori tono e stanchissima. Poco turn over, scelte sbagliate e confusione tattica, sono il leit motiv delle ultime partite di questa Inter. A meno sette dal derby, rimane da capire se Stramaccioni guarderà il match dalla panchina o dalla tribuna.
LA PARTITA
Stramaccioni non cambia nulla rispetto alle previsioni, schierando un 4-3-2-1 con Guarin alle spalle di Palacio e Cassano, mentre Montella si gioca la partita con un 3-5-2 affidando a Jovetic e Ljajic il compito si scardinare la difesa nerazzurra.
Il primo tempo dei viola è un tripudio al gioco del calcio. Se non fosse che si gioca all’Artemio Franchi di Firenze, qualcuno avrebbe potuto scambiare la Fiorentina per il Barcellona: fraseggi stretti, squadra corta e possesso palla totale. La ricetta ideale per mettere al tappeto in pochi minuti una squadra stanca e senza una precisa idea di gioco come l’Inter. Passano subito in vantaggio i padroni di casa al 13’ con un gran cross di Pasqual, sul quale arriva indisturbato (marcatura dimenticata da Juan Jesus) Ljajic che da due passi schiaccia di testa in rete. Il contraccolpo è devastante, la reazione dell’Inter è praticamente nulla, ed è praticamente Fiorentina show in campo. Jovetic è in serata da magie, e al 33’ trova il gol del 2 a 0 con una conclusione dal limite dell’area che si insacca sotto l’angolino basso per un incolpevole Handanovic. La curva Viola impazzisce e gli stessi fratelli Della Valle ballano sugli spalti in preda alla gioia calcistica. Non bastasse la squadra di Montella continua a macinare gioco e a ‘prendere a pallonate’ Handanovic, che deve fare gli straordinari per non subire un passivo da vergogna. Un tiro al bersaglio.
Nella ripresa non cambia la musica. Anzi continua a suonare l’inno della Viola, con Stramaccioni che toglie Kovacic inserendo Alvarez, senza ottenere risultati. Stesso copione del primo tempo, l’Inter continua a sbagliare in difesa, e al 10’ Aquilani inventa un assist di tacco e Jovetic confeziona il gol del 3 a 0. Inter completamente in bambola, e senza una benché minima idea di gioco. Stramaccioni assolutamente in confusione combina gli ultimi cambi non sense con Pereira per Guarin e Schelotto per Palacio, mentre la Fiorentina continua a dilagare trovando al 22’ la rete del 4 a 0: Ljajic e Borja Valero giocano a torello nei pressi della difesa nerazzurra, e il serbo confeziona la sua doppietta personale con un tiro a giro. Nei minuti rimanenti è solo palleggio e passerella per la squadra di casa, con il gol a sorpresa inventato da Cassano al 42’ che quasi infastidito trova una conclusione violentissima dai 30 metri imprendibile per Viviano. Zero esultanza e umore sotto le stelle per tutta la banda Stramaccioni. Fischio finale che arriva per la felicità di tutta la squadra nerazzurra, sconfitta e umiliata.
PAGELLE FIORENTINA INTER
Jovetic 8 Devastante. Cerca il pallone sui piedi e inventa calcio con magie degne della sua qualità. Splendida la rete del 2 a 0, mentre assolutamente decisivo e freddo nell’occasione del suo secondo gol.
Rodriguez 7 Annulla ogni velleità offensiva della banda Stramaccioni, chiudendo ogni spazio ai vari Cassano e Palacio.
Ljajic 7,5 enfant prodige. Spacca in due la difesa dell’Inter e realizza una doppietta che avalla a pieno la scelta di Montella di schierarlo al fianco di Jovetic.
Borja Valero 7 Il dominatore del centrocampo. Costruisce e detta i tempi di gioco come ai tempi del Villareal. Geometra.
Palacio 5 Chi l’ha visto? L’argentino che dovrebbe sostituire Milito è evanescente e non aiuta mai i compagni dietro.
Juan Jesus 5 Nervoso e sbadato. Dimentica Ljajic sul primo gol e rischia il rosso su una gomitata contro Jovetic.
Ranocchia 5 Immobile in area per tutta la partita. Jo e Ljajic si divertono a prendersi gioco di lui
Cambiasso 4,5 Arriva continuamente in ritardo su ogni pallone. Assolutamente inutile per tutti i 90 minuti.
Come capitato nel girone di andata, dopo la caduta di Siena, l’Inter targata Stramaccioni si è subito rialzata, e nuovamente contro il Chievo ha ritrovato la vittoria e i tre punti. I nerazzurri dopo un periodo assolutamente grigio tornano a sorridere e a ritrovare le invenzioni geniali di Cassano (assoluto man of the match),compresa la spregiudicata concretezza di Milito che davanti si conferma un cecchino a sangue freddo. La difesa rimane un po’ il Tallone d’Achille di questa Inter, che non mostra più quella solidità mostrata nel girone appena concluso. Chiedere a Juan Jesus e Gargano in occasione del gol di Rigoni. Il Chievo si inchina, forse troppo presto, rinunciando a giocarsi la partita dopo aver incassato il secondo svantaggio. Ora la corsa Champions sembra tutta un’altra storia per l’Inter: Milan distanziato di due punti, e Lazio al terzo posto a soltanto una lunghezza. La partita contro la Fiorentina sarà il banco di prova prima del derby, per capire quanto siano giustificate le velleità europee di questa Inter.
LA PARTITA
Prime sorprese alla lettura delle formazioni con Stramaccioni che conferma sia la difesa a quattro che il tridente offensivo, lasciando però fuori Kovacic (indisponibile per una leggera distorsione alla caviglia), affidandosi a Cassano, Palacio e al ritorno di Milito. Corini accantona la difesa a cinque e schiera quattro uomini con Andreolli sulla corsia esterna. Davanti spazio al tandem Paloschi Thereau.
Parte col botto l’Inter che al 2’ trova subito la rete del vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo sulla respinta della difesa gialloblu, Cassano dalla trequarti calcia forte in porta, trovando la papera di Puggioni che vede la palla finire alla sue spalle. Il Chievo non si abbatte e prima con Acerbi spreca un gol incredibile, per poi trovare il pari al 21’ con Luca Rigoni, che sfrutta un’amnesia imbarazzante di Gargano per staccare di testa e battere Handanovic. Stramaccioni è una furia in panchina. L’Inter si sveglia subito, quasi avesse bisogno di essere pungolata: è Ranocchia a portare i suoi nuovamente in vantaggio, su azione da calcio d’angolo, il difensore nerazzurro stacca altissimo e batte con un gran colpo di testa Puggioni, insaccando nell’angolino. I nerazzurri sono sfortunati nel finale di primo tempo quando Gargano su punizione trova una traiettora perfetta, con il pallone che colpisce il palo e termina fuori, facendo tirare un sospiro di sollievo al portiere degli ospiti.
Nella ripresa nessun cambio per entrambe le squadre. Torna a sorridere il PrincipeDiego Milito, che al 5’ ritrova la via del gol: assist perfetto di Cambiasso e l’attaccante nerazzurro stoppa e calcia battendo Puggioni per la rete del 3 a 1. Il Chievo stavolta è passivo e non reagisce, subendo un contraccolpo psicologico davvero evidente. Capitano ancora sui piedi degli attaccanti nerazzurri due ottime occasioni di segnare, prima con Gargano e poi in un paio di occasioni con Palacio, che vengono neutralizzate da un reattivissimo Puggioni. C’è spazio anche per il ritorno in campo di un senatore della vecchia guardia come Stankovic, che ritrova una standing ovation assolutamente meritata. Passerella finale per i nerazzurri che chiudono il match sul punteggio di 3 a 1 sotto gli applausi del proprio pubblico.
PAGELLE INTER CHIEVO
Gargano 6 Un voto in meno per l’amnesia difensiva con la quale si perde Rigoni e regala il gol del pari agli ospiti. Poi si carica di responsabilità e tira fuori una prestazione da leone. Sfortunato quando colpisce il palo su punizione.
Cassano 7 Uomo partita. Inventa, crea e diverte. Segna un altro gol dopo il digiuno, con la complicità di Puggioni, e poi serve un numero infinito di assist per i compagni. È tornato Fantantonio
Milito 6,5 Un rientro migliore non se lo sarebbe aspettato nemmeno lui. Talismano portafortuna. Torna lui, segna e l’Inter torna a vincere.
Puggioni 6 Dopo una papera iniziale, si riscatta in ogni modo possibile, prima contro Gargano, e poi contro Palacio evitando un passivo che sarebbe stato sicuramente più punitivo.
Andreolli 5,5 Non brilla, ma sicuramente incide il fatto di giocare fuori ruolo, e contro la sua prossima squadra già da giugno.
Rigoni 6,5 Si insinua nelle maglie della difesa nerazzurra con tempismo perfetto e beffa tutti trovando la rete dell’1 a 1.
Paloschi 5 Non è serata, non si vede molto e non riceve quasi nessun pallone giocabile.
Inter (4-3-3): Handanovic 6; Zanetti 6,5, Ranocchia 6,5, Juan Jesus 6, Nagatomo 6,5; Gargano 6, Kuzmanovic 6 (39′ st Schelotto sv), Cambiasso 6 (30′ st Stankovic sv); Cassano 7, Milito 6,5 (20′ st Alvarez 6) , Palacio 5,5.
Bastano soli 45′ alla Juventus per battere la storica rivale viola, allo Juventus Stadium i bianconeri lanciano il secondo segnale positivo alle inseguitrici: “Stiamo bene“, periodo buio definitivamente passato, almeno stando alle ultime due prestazioni. Il match ha visto nettamente predominare la capolista infliggendo agli ospiti un netto 2-0. Tante le notizie che giungono nuove dallo Stadium: la prima è che la Fiorentina per la prima volta non segna neanche una rete fuori casa, la seconda è che le due reti della Juventus arrivano per “piede” di due attaccanti e la terza è che Matri, con la 5° rete nelle ultime 7 gare, può definirsi il miglior finalizzatore del reparto.
Le premesse su cosa la Fiorentina dovesse aspettarsi a Torino erano state fin troppo chiaramente illustrate per mezzo di un video dal sito ufficiale della Juventus, “l’inferno”, e a vedere l’avvio dei bianconeri i ragazzi di Montella devono essersi sentiti in qualche modo protagonisti di una delle tre cantiche del celebre poema di Dante.
Entrambi i due allenatori costretti a rinunciare a qualche pedina importante, come Bonucci per Conte o Aquilani per Montella, ma mentre il reparto difensivo dei bianconeri guidati da un super Barzagli non ha risentito delle assenze, qualche problema in più l’ha avuto il centrocampo e la difesa viola.
PRIMO TEMPO: Passano appena dieci minuti dall’inizio del match e Marchisio sfodera un tiro da fuori che passa a pochi centimetri dal palo. Qualche minuto più tardi è Vucinic ad aver una buona opportuntà davanti Viviano bravo a chiudergli lo specchio della porta. Un minuto più tardi è Jovetic ad impegnare Buffon che con i piedi salva la porta.
Al 20′ da una punizione di Pirlo malamente respinta da Roncaglia nasce il vantaggio bianconero con Vucinic bravo a raccogliere la respinta corta del difensore. Il montenegrino potrebbe ripetersi qualche minuto più tardi quando rubato il pallone dai piedi di Rodriguez si divora il gol del raddoppio a tu per tu con Viviano.
Per chiudere la partita basta il primo tempo: Vidal stoppa un pallone con una magia di tacco, accelera e serve per Matri che tutto da solo in ara punisce e manda all’inferno i viola siglando la rete del 2-0 anche senza lo scarpino.
Secondo tempo che vede sempre la Juve padrona del campo a gestire e fare possesso. Due le note negative per Conte: le ammonizioni rimediate da Marchisio e Peluso (autore quest’ultimo di una buona prestazione) che valgono lo stop forzato contro la Roma. A inizio ripresa si fanno male De Ceglie e Vucinic, per loro apprensione in prospettiva Glasgow.
Juventus-Fiorentina Le pagelle
Barzagli 7:Un vero colosso della difesa bianconera, dove c’è lui non si passa. Sono davvero pochi gli errori commessi dal gigante negli ultimi 18 mesi. Standing Ovation.
Vidal 7: Corre, propone, regala giocate magiche come l’assist con stop di tacco per Matri. Il guerriero è tornato, con un Vidal così è difficile per tutti.
Matri 7: Sesta rete stagionale per l’attaccante che questa volta la mette dentro al primo tentativo pur senza una scarpa…
Vucinic 7: Apre le danze su bell’invito di Roncaglia peccato per aver sciupato il raddoppio
Fiorentina
Roncaglia 4,5: Su entrambe le due reti binconere c’è il suo zampino. Bocciato
Rodriguez 4,5: Pessima prova la sua, perde tutti i duelli con gli attaccanti bianconeri.
Jovetic 5: Deludente anche la prova del montenegrino, certo con un Barzagli superbo che non ti lascia toccare neanche mezzo pallone dei pochi arrivati, non dev’essere cosa facile per nessuno…
JUVE-FIORENTINA 2-0
Juve (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 7, Marrone 6,5, Peluso 6; Lichtsteiner 6, Vidal 7, Pirlo 6,5, Marchisio 6,5, De Ceglie 6 (15′ st Caceres 6); Vucinic 7 (17′ st Giovinco sv), Matri 7 (30′ st Pogba sv). A disp.: Storari, Rubinho, Padoin, Giaccherini, Quagliarella, Anelka. All. Alessio 6,5
Fiorentina (3-5-2): Viviano 5,5; Roncaglia 4,5, Rodriguez 4,5, Savic 5 (1′ st Tomovic 5); Cuadrado 5, Romulo 5, Pizarro 5, Borja Valero 5,5, Pasqual 5; Jovetic 5 (29′ st Ljajic sv), Toni 5 (12′ st El Hamdaoui 5). A disp.: Neto, Lupatelli, Compper, Bernardeschi, Wolski, Capezzi, Llama, Larrondo. All.: Montella 5,5.
Arbitro: Mazzoleni
Marcatori: 20′ Vucinic, 41′ Matri
Ammoniti: Cuadrado, Viviano, Pizarro (F), Marchisio, Peluso (J)
Espulsi: –
Si aprono purtroppo nel peggiore dei modi i mondiali di sci alpino a Schladming in Austria, L’americana Lindsey Vonn cade rovinosamente nel salto distruggendosi il ginocchio e procurandosi anche la frattura del setto nasale ed una leggera commozione cerebrale. Sicuramente è stato uno dei supergiganti mondiali più tormentato e drammatico della storia dello sci che ha sicuramente regalato delle fortissimi emozioni anche in casa Italia con il sorprendente quarto posto per l’esordiente e giovane azzurra Sofia Goggia che sfiora la medaglia di bronzo per soli cinque centesimi. Medaglia d’oro tanto per cambiare per la dominatrice dell’intera stagione, la slovena Tina Maze con l’argento alla svizzera Lara Gut ed il bronzo all’americana Julia Mancuso che è sempre presente, ed anche fortunata, nelle competizioni che contano.
Tantissime emozioni come detto in questa prima gara iridata sulle veni austriache, si parte alle 14:30 dopo quasi quattro ore di attesa per la nebbia che ha avvolto l’intero tracciato costringendo gli organizzatori a rimandare di volta in volta la partenza. Perfetta discesa della slovena che vince la sua prima medaglia d’oro iridata in supergigante ma purtroppo siamo tutti con il morale a terra per la terribile caduta di Lindsey Vonn, che era in lotta per il titolo, ma che purtroppo si è procurata la rottura dei legamenti crociati e della tibia mediale, un infortunio che potrebbe costare addirittura anche la carriera alla fuoriclasse americana se non le olimpiadi di Sochi del prossimo anno visto che questo tipo di infortunio richiede almeno un anno di stop.
Non doveva essere una delle gare più attese per la nazionale azzurra ma la sorpresa è arrivata dalla giovanissima Sofia Goggia che, scesa con il pettorale 33, sfiora il podio per soli cinque centesimi con l’azzurra al traguardo incapace di decidere se gioire o disperarsi per il bronzo perso di un soffio. Ottima anche la gara di Daniela Merighetti, settima, mentre deludenti sia Elena Curtoni che Nadia Fanchini con quest’ultima che dimostra di non aver ancora recuperato in pieno dopo il lungo stop per infortunio.
L’Inter affonda contro il fanalino di coda Siena con un sonoro 3-1. La caduta stavolta fa davvero male, perché mette in evidenza tutti i limiti di una rosa assolutamente poco competitiva e di un allenatore che forse non è più così sicuro di allenare per molto l’Inter. Si è a lungo parlato di assenza di qualità in mezzo al campo, ma come è stato visibile oggi, nonostante i nuovi innesti in mediana, è mancata l’intensità di gioco, la velocità di esecuzione e ancora una volta la solidità difensiva. Schelotto ha fatto la sua comparsa sulla fascia solo per un tempo, mentre Kuzmanovic e Kovacevic non hanno assolutamente giocato come ci si aspettava. Il Siena di Iachini invece ha brillato di luce propria, sapendo sfruttare le ripartenze in velocità e le praterie lasciate sulle fasce dai nerazzurri, colpendo con Sestu e il rookie Emeghara che ha impressionato positivamente tutti i tifosi della Robur. L’Inter deve interrogarsi. Terzo posto a tre punti e rischio aggancio del Milan in serata. Una cosa è certa: non basterà il rientro di Milito per tappare tutte le falle della gestione Branca Moratti Stramaccioni.
LA PARTITA
Novità alla lettura delle formazioni, con entrambi i tecnici che usufruiscono dei nuovi arrivati dal mercato di gennaio: Stramaccioni lascia in panchina Kovacic ma schiera dal primo minuto, Schelotto e Kuzmanovic, (preferito a Gargano) mentre Iachini inserisce subito Della Rocca in mediana e Emeghara davanti al posto di Bogdani.
La partita è una girandola di emozioni continue, regalando gol a grappoli nella prima frazione di gioco. I nerazzurri nei primi minuti devono scontrarsi contro una buona organizzazione difensiva del Siena, per essere colpiti nel momento migliore. Sono proprio i padroni di casa al 21’ a trovare il gol del vantaggio con una splendida azione di contropiede, nata da una percussione devastante di Rubin a sinistra a servire l’assist vincente a Emeghara che deve solo appoggiare in rete da due passi. La partita è caldissima e solo un minuto dopo è l’Inter a trovare la rete del pari con cross da sinistra di Cassano che viene quasi deviato da Nagatomo beffando Pegolo e finendo in rete. Non bastasse al 25’ è ancora il Siena a passare in vantaggio con una rete da cineteca di Sestu che calcia a giro, sorprendendo Handanovic un po’ troppo fuori dai pali, per la rete del 2 a 1. L’Inter ci prova ma senza riuscire a trovare la rete de pari, anzi soffrendo più del previsto sulla corsia presieduta da Schelotto, dove Rubin e Sestu a turno trovano intere praterie.
È proprio Schelotto ad uscire nella ripresa lasciando spazio a Kovacic con la difesa che passa a quattro con l’arretramento di Nagatomo in difesa. Non cambia il copione con il Siena che continua a spingere e addirittura al 10’ trova un rigore a proprio favore con Chivu che stende in area Emeghara, concedendo ai padroni di casa il penalty e la superiorità numerica con un rosso diretto. Rosina dagli undici metri non perdona: Siena avanti 3 a 1. Inter in totale confusione. Ci prova Cassano senza fortuna, colpendo la traversa dopo una splendida percussione di Guarin. Sempre meno spazi per la squadra nerazzurra con l’uomo in meno e poche idee in campo. È spaventosamente palese come la manovra nerazzurra sia lentissima e prevedibile. Il match termina sul punteggio di 3 a 1, con Stramaccioni che ne avrà molte da dire in conferenza stampa.
PAGELLE SIENA INTER
Emeghara 7 Il giovane attaccante ultimo arrivato dal mercato di gennaio impressiona tutti. Segnando la rete del vantaggio e conquistandosi il rigore del 3 a 1.
Sestu 7,5 Fa impazzire tutta la difesa nerazzurra, realizzando un gol bellissimo, complice anche un posizionamento errato di Handanovic.
Rubin 6,5 Sulla sua corsia macina km, trovando anche l’assist per il primo gol di Emeghara.
Schelotto 4,5 Assolutamente inconsistente. Davanti non si vede, dietro non esiste proprio. Bocciatura completa.
Chivu 5 Svolge il suo compito bene fino a quando non stende in area Emeghara chiudendo di fatto ogni velleità di rimonta nerazzurra, lasciando i suoi in dieci.
Kuzmanovic 5 Tocca mille palloni, ma non aiuta in nessun modo i suoi, soprattutto considerando come la difesa in troppe occasioni è poco supportata dal centrocampo.
Video Gol e Highlights Siena Inter
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Bella risposta della Juve al Napoli che nel lunch match domenicale della 23° giornata di campionato espugna il Bentegodi battendo il Chievo per 2-1. Dunque mantiene le distanze dalla diretta avversaria al titolo e si riprende la vetta della classifica. I Bianconeri chiudono nei primi 45′ il match con le reti di Matri e di un super Lichsteiner ma a riaprire i giochi ci pensa Thereau, l’uomo più in forma della compagine di Corini.
Alessio, alla guida della squadra al posto dello qualificato Conte, costretto a rinunciare a delle pedine fondamentali come Marchisio, Bonucci e Vucinic, ritrova dal primo minuto Pirlo a fare reparto insieme a Vidal, come sempre motorino inesauribile, e Pogba. In attacco la coppia Giovinco-Matri ma il vero uomo partita è senza dubbio Lichtsteiner, autore di una prova superba con km e km macinati in campo, diversi assist all’occhiello e la firma alla seconda rete.
Per sbloccare la partita bastano 10′ quando grazie ad un assist al bacio di Vidal, Matri batte Puggioni al volo di sinistro. Pochi minuti dopo è Giovinco a provarci dalla distanza con un nulla di fatto, stessa sorte al 20’quando il suo tiro non trova la porta di poco.
La risposta del Chievo arriva qualche minuto più tardi con Paloschi che prova a sorprendere Buffon sul primo palo, ma per fare male a questa Juve ci vuole davvero di più. Juventus che è padrona del campo capace come al solito di creare tanto ma di concretizzare poco sottoporta. Al 42′ azione da manuale in contropiede per i Padroni di casa al termine di un’azione combinata tra Matri-Giovinco e Lichtsteiner con quest’ultimo che batte Puggioni dopo l’assist di tacco della Formica Atomica. Si conclude sul 2-0 il primo tempo.
La deludente la prestazione dei padroni di casa costringe Corini a rivedere il 5-3-2 trasformandolo in un 4-3-1-2. Dentro Seymour per Sampirisi e Acerbi per Cesar. Il cambiamento è evidente anche perchè l’inizio della ripresa è tutto per i gialloblu. Al 7′, complice anche una deviazione di Caceres, Thereau riapre i giochi. La Juve perde lucidà e per almeno 15′ minuti viene messa alle strette dai padroni di casa bravi a non far ripartire gli ospiti. Corini capisce il buon momento dei suoi e inserisce anche la terza punta, Pellissier. Dall’altro lato Alessio invece richiama Giovinco per l’inserimento di Quagliarella che coincide con la ripresa di fiducia della capolista. Ma questa domenica non è come le ultime trascorse, la rimonta non c’è stata e la Juventus, in vista dei prossimi importanti impegni, può mantenere i 3 punti di distacco dal Napoli.
Chievo-Juve Le Pagelle
Lichtsteiner 7,5: E’ uomo partita, la locomotiva umana corre per tre, inventa, propone dispensando assist ai suoi compagni. La bella prestazione è ripagata anche dal gol che, almeno per il primo tempo, chiude la partita.
Matri 7: Buona la prova dell’attacante che ritrova il gol con un sinistro a volo. Bravo ad imbeccare Giovinco nella costruzione di gioco che porterà al raddoppio con Lichsteiner. Anelkà è avvisato….
Giovinco 6: Avvio scoppiettante per la Formica Atomica che continua ad essere poco incisivo sottoporta. Splendido tacco a liberare il tiro di Lichtsteiner che gli vale la sufficienza della prestazione.
Thereau 6,5: Si conferma uomo più pericoloso della squadra gialloblu, segna il gol che riapre le speranze del match ma non basta.
Cesar 4,5: Prova disastrosa per il difensore clivense che viene saltato puntualmente da Lichtsteiner. Rimedia anche un’ammonizione.
Puggioni 6: Dopo la bella gara contro la Lazio il numero uno regala una buona prestazione, sempre attento nulla può sulle due reti subite.
CHIEVO-JUVE 1-2
Chievo (5-3-2): Puggioni 6; Sampirisi 5 (1′ st Seymour 5,5), Dainelli 5,5, Andreolli 6, Cesar 4,5 (1′ st Acerbi 6), Jokic 6; Hetemaj 6, L. Rigoni 6, Cofie 6 (29′ st Pellissier sv); Thereau 6,5, Paloschi 6. A disp.: Squizzi, Ujkani, Vacek, Frey, Papp, Farkas, Spyropoulos, Guana, Stoian. All.: Corini 6 Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6,5, Marrone 6,5, Caceres 6,5; Lichtsteiner 7,5 (34′ Padoin sv), Vidal 6,5, Pirlo 6,5, Pogba 6,5, De Ceglie 6,5; Matri 7 (44′ st Isla sv), Giovinco 6 (13′ st Quagliarella sv). A disp.: Storari, Rubinho, Peluso, Giaccherini, Anelka. All.: Alessio 6,5