Tag: valentino rossi

  • Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Il motociclismo italiano (e non solo) da oggi ha un nome nuovo: è quello di Romano Fenati, sedicenne pilota del Team Italia FMI che milita nella classe Moto 3, ultima nata nel Motomondiale e che ha preso il posto della 125, la “ottavo di litro” andata in pensione con il Gran Premio della Comunità Valenciana dello scorso anno.

    Già vincitore del Campionato Europeo Velocità del 125 nel 2011, grazie al successo odierno nel Gran Premio di Spagna, ottenuto in condizioni pazze sul circuito di Jerez de la Frontera, il pilota marchigiano ha conquistato la sua prima vittoria dopo appena Motomondiale, sebbene anche dalla prima gara in Qatar, al suo esordio, avesse dimostrato di avere le doti giuste per affermarsi. Non solo, grazie al successo ottenuto in terra spagnola, Fenati riporta l’Italia sul gradino più alto del podio nella classe minore, successo che mancava da ben 49 gare, ultimo quello ottenuto da Andrea Iannone nel Gran Premio di Catalogna nel 2009.

    Semplicemente perfetta la sua condotta di gara in condizioni tutt’altro che semplici vista l’abbondante pioggia che aveva reso molto insidioso l’asfalto di Jerez. Insidie che hanno colpito i suoi principali rivali, ma non lui, che nonostante il grande vantaggio accumulato sui suoi diretti avversari ha continuato a  spingere portando a ben 40 secondi il distacco dal secondo classificato, statistica di cui non si ha ricordo nel motciclismo. Niente male per un esordiente di soli 16 anni che ha dimostrato di avere una maturità e un coraggio fuori dal comune.

    Romano Fenati © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Proprio per questa caratteristica oggi ha ricordato molto il nostro Marco Simoncelli, un “pazzo” del Motomondiale così come lo ha definito il Dottor Costa, uno che non si risparmiava mai in gara, un altro predestinato che siamo sicuri avrebbe dato ancora tanto al mondo delle corse e che ci è stato strappato via troppo presto. Per molti aspetti questi due piloti hanno molto in comune, anche se per fare simili paragoni è ancora molto presto, il giovane Romano Fenati è ancora all’inizio di un lungo cammino che si spera lo porti a togliersi tantissime soddisfazioni, ma certo è che questa storica affermazione lo pone insieme a tanti nomi illustri che hanno fatto la storia del motociclismo come quello di Valentino Rossi e con il quale i paragoni si sprecano, il pilota marchigiano ricorda infatti tantissimo anche il Rossi di inizio carriera per la “fame di vittoria” che dimostra già di possedere a questa giovane età.

    Intanto con un secondo ed un primo posto nelle prime due gare si gode il primato solitario in vetta alla classifica Mondiale con 45 punti, cosa impensabile fino a pochi mesi fa ma che di fatto lo lancia tra i protagonisti di questo sport.

    Video ultimo giro trionfale di Romano Fenati a Jerez

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”135796″]

  • MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    Casey Stoner si aggiudica il secondo appuntamento stagionale del Mondiale 2012 vincendo meritatamente il Gran Premio di Spagna. Il campione del mondo australiano conquista la sua prima vittoria sul circuito di Jerez de la Frontera, tana del nemico numero uno Jorge Lorenzo, anche un pò a sorpresa vista la non brillantissima prestazione delle qualifiche che lo hanno classificato soltanto in quinta posizione, oltretutto il tracciato spagnolo non è da sempre uno dei preferiti dall’australiano.

    Ma oggi il pilota della Honda ha dimostrato di saper difendersi alla grande anche su un circuito a lui ostico soprattutto quando nel finale le gomme hanno cominciato a calare di prestazione. A differenza del Qatar, dove perse di consistenza cedendo la prima e la seconda posizione a Lorenzo e a Pedrosa, l’australiano trova l’accelerazione definitiva negli ultimi giri della gara rendendo vani gli attacchi di Lorenzo che si era riportato prepotentemente su di lui e andando a conquistare il suo 40esimo successo in carriera.

    Allo spagnolo della Yamaha invece non riesce la stessa rimonta di Doha e deve accontentarsi della seconda posizione in casa sua, laddove gli anni scorsi aveva quasi sempre lasciato soltanto le briciole agli avversari. Il maiorchino è stato bravo a ridurre il gap da Stoner nella parte centrale della corsa ma lo sforzo notevole fatto fare alle gomme lo costringe nel finale a qualche lungo di troppo che gli impedisce di giocarsi la vittoria fino alla fine, ma che comunque non gli compromette la vetta della classifica con i suoi 45 punti.

    Casey Stoner © CRISTINA QUICLER AFP/Getty Images

    Stesso podio del Qatar, solo con protagonisti invertiti, con Dani Pedrosa, terzo, che nel finale ha il suo bel da fare per difendersi dagli attacchi di un arrembante Cal Crutchlow, in crescita con la Yamaha del team Tech 3. Alla fine saranno pochi i millesimi che divideranno i due piloti al traguardo. Più staccato invece, ma stabilmente per tutta la gara in quinta posizione, Andrea Dovizioso, ancora una volta battuto dal suo compagno di squadra e in attesa di tempi migliori per ritornare a lottare con i primi.

    Sesto posto per la Honda Gresini di Alvaro Bautista davanti all’altra Honda del team LCR di Stefan Bradl. Il campione del mondo della classe Moto 2 riesce a beffare nel finale Nicky Hayden, ancora primo delle Ducati al traguardo. Lo statunitense è protagonista di una prima parte di gara strepitosa e coraggiosa al limite della guida che aveva fatto presagire ad un risultato diverso per la casa bolognese. E invece con il passare dei giri il ritmo del campione del mondo 2006  perde di consistenza, e complice anche un contatto con Crutchlow, finisce con il lottare nelle retrovie.

    Hayden riesce comunque a chiudere ancora una volta davanti al suo team-mate Valentino Rossi, mai nel vivo della gara e protagonista soltanto del duello con Barbera, che alla fine deve cedergli la posizione. Il Dottore è ancora alle prese con qualche problema di troppo sulla sua GP12 e alla fine sono tanti i 34 secondi di distacco dalla vetta ma probabilmente a pesare di più sono i 6 secondi di ritardo dal compagno di squadra.

    In difficoltà ancora una volta Ben Spies, che come in Qatar chiude con una prestazione deludente. L’americano, campione del mondo Superbike nel 2009, sembra un lontano parente del pilota ammirato in questi anni ma ha come attenuante il fatto di non essere in perfette condizioni fisiche. Alle sue spalle soltanto le CRT capitanate da Aleix Espargaro, fratello di Pol che ha vinto in Moto 2, seguito dai nostri Danilo Petrucci e Mattia Pasini.

    Penultimo, in 16esima posizione, Colin Edwards in mezzo a Ivan Silva e Karel Abraham. Ritiri soltanto per le CRT di Randy De Puniet, Michele Pirro, Yonny Hernandez e James Ellison.

     

  • Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    In attesa di ripetersi e salire sul gradino più alto del podio anche domani, Jorge Lorenzo fa 2 su 2 e, dopo quella conquistata a Losail in Qatar, fa sua anche la pole position del Gran Premio di Spagna, la 20esima in carriera in MotoGP. Sul circuito di Jerez de la Frontera lo spagnolo vice campione del mondo ha ingaggiato un duello a distanza entusiasmante e infuocato con il connazionale Dani Pedrosa per ottenere la pole, l’uno togliendo all’altro il miglior tempo giro dopo giro. Alla fine a spuntarla è stato il pilota della Yamaha che ha staccato uno strepitoso 1:39.532 con il quale ha preceduto di soli 135 millesimi l’alfiere della Honda, unico in grado di tenere il ritmo di Por Fuera vedendo i distacchi dal terzo in poi.

    A completare la prima fila una vera e propria sorpresa, Nicky Hayden con la Ducati. Lo statunitense è riuscito a portare al limite la sua Desmosedici, cosa che invece non è riuscita a Valentino Rossi in evidente difficoltà con la GP12 concepita e realizzata in base alle sue necessità e direttive ma che ha fatto ancora peggio dell’esordio chiudendo la qualifica con il 13esimo tempo, addirittura peggio della CRT (che montano un motore 800 cc) di Randy De Puniet e delle due Ducati clienti di Karel Abraham ed Hector Barbera. La giornata viene resa ancora più amara e disastrosa se si da uno sguardo ai tempi del Dottore, circa 3 secondi e mezzo dal leader e un secondo netto dalla Ducati di Barbera che lo precede in griglia. A questo punto ci si chiede come sia possibile che con la stessa e identica moto Hayden abbia raccolto un ottimo risultato piazzando la Ducati in prima fila e Rossi stenti non solo a trovare la prestazione ma anche un minimo di feeling con la moto. Domani il sette volte campione del mondo farà la danza della pioggia (attesa tra l’altro nella mattinata) dal momento che ieri Valentino sull’asfalto umido è stato uno dei migliori chiudendo con il secondo miglior tempo, difficile infatti che con pista asciutta come sul finale di qualifica il pilota italiano riesca a trovare lo spunto giusto per fare una gara decorosa.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Bene Cal Crutchlow che apre la seconda fila con la Yamaha Tech 3 privata di Poncharal perdendo l’opportunità di partire dalla prima di soli 7 millesimi. Attardato anche Casey Stoner: il campione del mondo in carica soffre ancora i nuovi pneumatici e non fa meglio del quinto tempo, staccato dalla vetta di 1 secondo e 45 millesimi. A seguire due Yamaha, quella “Factory” di Ben Spies e quella clienti di Andrea Dovizioso, rispettivamente in sesta e settima posizione. Ottavo tempo per Alvaro Bautista sulla Honda del team Gresini sulla soglia dei due secondio di ritardo da Lorenzo, poi Stefan Bradl (Honda LCR) e il primo delle moto CRT Randy De Puniet che, come riportato sopra, ha avuto il merito di portare la sua ART davanti a 3 Ducati 1000 cc.

    L’appuntamento è per domani alle 14:00 con il via al Gran Premio di Spagna, seconda prova del Motomondiale 2012.

  • MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    La prima giornata di prove libere sul circuito di Jerez dove in questo week-end si correrà il Gran Premio di Spagna, secondo appuntamento stagionale del Motomondiale, è stata influenzata dal maltempo. La pioggia infatti, caduta copiosamente sul tracciato al mattino, non ha permesso ai piloti di affrontare la prima sessione di prove preferendo rimanere ai box e aspettando che le condizioni meteo, e soprattutto quella della pista, migliorassero.

    Solo in pochi si sono cimentati in qualche giro di pista: a parte le due Honda clienti di Alvaro Bautista e Stefan Bradl, sono stati i piloti CRT i temerari. Il miglior tempo è andato a Ivan Silva sulla BQR-FTR, autore di un poco indicativo 1:48.674 ottenuto in condizioni di pista ancora accettabili, che ha preceduto di 6 secondi appunto Bradl e De Puniet, di 7 Bautista, di 8 Pasini e di oltre 10 Pirro, Hernandez ed Edwards. I big hanno preferito rimanare rintanati nei box evitando di prendere inutili rischi.

    Valentino Rossi © CRISTINA QUICLER/AFP/GettyImages

    Nella sessione pomeridiana, con le condizioni della pista che andavano progressivamente migliorando, a staccare il miglior tempo è stato Dani Pedrosa, lo spagnolo della Honda ha chiuso con il crono di 1:50.780 mettendosi in fila tutti gli altri. Exploit di Valentino Rossi con la pista umida, il sette volte campione del mondo della classe regina e la Ducati sembrano trovarsi a loro agio in queste condizioni di aderenza precaria portando a casa un ottimo secondo posto a 6 decimi dal leader, risultato che potrebbe far ben sperare per domani in qualifica e domenica in gara poichè le previsioni meteo promettono ancora pioggia.

    Rossi si è messo dietro i due super favoriti per la lotta al titolo Mondiale, Jorge Lorenzo e Casey Stoner, che hanno accusato entrambi oltre un secondo da Pedrosa e sono tallonati dall’altra Ducati ufficiale di Nicky Hayden ad un soffio dal pilota della Yamaha e della Honda. Più staccati Andrea Dovizioso, Alvaro Bautista e Cal Crutchlow che hanno chiuso rispettivamente con il sesto, settimo e ottavo tempo. Stesso crono per Ben Spies e Stefan Bradl, le CRT di Randy De Puniet e Mattia Pasini hanno fatto meglio delle Ducati di Karel Abraham e di Hector Barbera.

    Domani alle 10:10 la terza e ultima sessione di prove libere prima delle qualifiche che assegneranno la pole position a partire dalle 14:00.

  • Rossi riceve il Tapiro d’oro di Striscia

    Rossi riceve il Tapiro d’oro di Striscia

    Dopo la brutta figura rimediata in Qatar con il decimo posto sconsolante nel primo Gran Premio della stagione era inevitabile per Valentino Rossi essere “attapirato” e ricevere così il Tapiro d’Oro. Puntuale come un orologio svizzero il tapiroforo per eccellenza, Valerio Staffelli, ha consegnato al campione del motociclismo il famigerato “premio” del tg satirico di Antonio Ricci, Striscia La Notizia, nel servizio che verrà trasmesso nella puntata di stasera venerdì 13 aprile.

    E’ uno dei Tapiri più giusti della storia – ha detto Rossi “sorpreso” da Staffelli all’Autodromo di Monza dove in questo week-end il pilota pesarese sarà impegnato per una gara Gran Turismo al volante di una Ferrari 458 che lo stesso ha battezzato sul suo profilo Twitter “Ferrarino” – Sono molto attapirato perché non sono competitivo. Non riesco a guidare al 100%, mentre gli altri vanno più forte. Vorrei vincere e soffro quando sono così indietro.

    Valentino Rossi © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

    Rossi ai microfoni dell’inviato ha inoltre affermato che non ha nessuna intenzione di lasciare la moto di Borgo Panigale “Resterò alla Ducati. Ci riproveremo in tutte le gare, non ci arrendiamo. Ce la metteremo tutta per far funzionare l’accoppiata Rossi-Ducati” cercando in questo modo di tranquillizzare i suoi sostenitori e di mettere a tacere le voci riguardo ad un probabile divorzio dalla casa bolognese.

    Nei giorni seguenti il Gran Premio era circolata infatti l’indiscrezione secondo la quale Valentino Rossi avrebbe potuto chiudere il suo rapporto con la Ducati addirittura anticipatamente alla scadenza naturale del suo contratto prevista a fine 2012, considerate le difficoltà evidenziate dal pilota di Tavullia nel guidare la GP12 nonostante sia stata costruita sotto sue strette indicazioni, come la necessità del passaggio ad un telaio perimetrale in alluminio per la nuova moto seguendo le orme delle case giapponesi, stravolgendo in questo modo il progetto Desmosedici e l’identità storica della Ducati che ha sempre sfruttato la tecnologia del telaio a motore portante in fibra di carbonio.

  • Vezzali portabandiere olimpico? “Sarebbe un onore”

    Vezzali portabandiere olimpico? “Sarebbe un onore”

    Il ruolo prestigioso di portabandiere Azzurro alle prossime Olimpiadi di Londra 2012 sembra essere destinato ad una donna: dopo la proposta, poi declinata, di Federica Pellegrini, che qualche mese fa ha reso noto di non essere disponibile ad assumersi tale impegno che, oltre ad onori comporta anche oneri, un’altra “papabile” candidata potrebbe essere Valentina Vezzali, la pluricampionessa del fioretto che, dall’alto dei suoi 38 anni e delle sue sette medaglie olimpiche conquistate (tre ori consecutivi nelle ultime tre edizioni olimpiche, da Sidney 2000, ad Atene 2004 a Pechino 2008, ndr), vedrebbe tale riconoscimento come un “un orgoglio ed un grandissimo onore“, anche se “non dipende da me, è il Coni che sceglie e sono sicura farà la scelta migliore”. Per la Vezzali, che in questi anni è riuscita a conciliare egregiamente gli impegni sportivi ed agonistici con quelli familiari (è anche mamma, ndr) sarà la quinta partecipazione olimpica, e si presenterà nuovamente come l’atleta da battere nella sua specialità, soprattutto dopo la conquista del suo sesto titolo mondiale, un record assoluto, che – come la stessa Vezzali afferma – “le permette di affrontare le competizioni con ritrovata serenità e tranquillità”.

    La quinta Olimpiade cui si appresta a partecipare non sarà, però, molto differente dalle precedenti, perchè per la campionessa Jesina nonostante i successi ed i trionfi non è mai cambiato il modo di approcciarsi alle gare, sempre con assoluta concentrazione, nè il modo di valutare la forza delle avversarie, che la Vezzali tende a considerare “sempre fortissime”, intendendo tale aspetto come contemporaneo suo punto di forza e di debolezza, probabilmente perchè, in questo modo, riesce a mantenere sempre alta la guardia e la concentrazione in gara, riuscendo a porsi ancora tanti obiettivi ambiziosi, senza accontentarsi dei successi ottenuti, limitandosi – almeno per ora – a tenerli chiusi in un cassetto e cercando di guardare avanti per provare ad ottenerne altri.

    Valentina Vezzali | © Getty Images

    Oltre che dell’argomento olimpico, nel corso dell’intervista rilasciata a Sky Sport, la Vezzali ha spaziato su altre questioni “calde” dell’attualità sportiva, soffermandosi, in particolare, a commentare il momento di due sportivi italiani molto in vista, per differenti ragioni. In primis, il pluricampione di motociclismo Valentino Rossi, che sta attraversando un momento tutt’altro che semplice con la sua Ducati: secondo Valentina, il suo “omonimo” resta sempre “il numero uno“, che probabilmente ci ha abituati troppo bene in questi anni, al punto da far risultare le sue vittorie “come una passeggiata”. In tal senso, è umano che si possa attraversare un momento negativo e, per superarlo, è essenziale che Rossi ritrovi al più presto la serenità interiore.

    Da Valentino Rossi a Mario Balotelli, nell’occhio del ciclone per la sua assoluta indisciplina in campo che, nella recentissima gara contro l’Arsenal, lo hanno portato ad incassare l’ennesima espulsione stagionale, facendo infuriare il suo coach Roberto Mancini. Sulla questione, la Vezzali adopera l’arma della diplomazia nei confronti degli atteggiamenti immaturi di Balotelli, giustificandoli parzialmente con l’attenuante della giovane età, che spesso rende complesso “reggere la pressione mediatica”. In tal senso, secondo la Vezzali, è importante dargli “una seconda possibilità, perchè l’importante è dagli sbagli si impari, perchè servono per farci crescere”.

  • Rossi e Ducati, è l’inizio della fine. Il divorzio la soluzione migliore

    Rossi e Ducati, è l’inizio della fine. Il divorzio la soluzione migliore

    L’esito del week-end in Qatar, primo appuntamento stagionale del Motomondiale, potrebbe aver aperto una voragine incolmabile tra Valentino Rossi e la Ducati. Il responso della pista nella notte di Losail è netto, chiaro e crudo, il feeling tra il Dottore e la Desmosedici non c’è. Pilota e moto sono agli antipodi, sono gli opposti che non si attraggono come ci insegna la fisica da secoli ma si respingono. Il binomio tutto italiano che doveva far sognare milioni di tifosi e appassionati delle due ruote si è rivelato al momento un qualcosa di fallimentare, un matrimonio quello tra Rossi e la Rossa nel quale non è mai sbocciato veramente l’amore e la parola divorzio comincia già a risuonare con una certa insistenza dalle parti di Tavullia e Borgo Panigale.

    Decimo al traguardo con oltre mezzo minuto accumulato dal vincitore in 22 giri di gara, dodicesimo in griglia a due secondi dalla pole e ultimo delle 1000 cc, più lento non solo del compagno di team Nicky Hayden che dispone di una Ducati GP12 ufficiale ma anche di Hector Barbera che si ritrova tra le mani una GP12 non evoluta. Numeri inesorabli che non possono, per ovvie ragioni, far contento Rossi che nelle interviste post gara ha espresso tutta la sua amarezza per il deludente risultato conseguito ieri sera nel Gran Premio d’apertura di quella che doveva essere la stagione del riscatto ma che, da quanto si è visto, rischia di essere ancor più disastrosa della precedente. Sul viso del 7 volte campione del mondo della classe regina si legge lo sconforto di chi ormai le ha tentate tutte e sta per alzare bandiera bianca, la “bestia da gara” che è sempre riuscita a rimediare alle pessime qualifiche sfornando il giorno dopo prestazioni brillanti (per quanto brillanti si possano definire la sfilza di quinti e sesti posti collezionati lo scorso anno per un pilota abituato a salire sul gradino più alto del podio, ndr) si è smarrita in quel di Losail.

    Rossi e Ducati © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

    Il duro sfogo non è dettato da un eccesso di emotività nè frutto di un commento fatto troppo “a caldo”, Rossi è consapevole delle sua azioni e dice sempre quel che pensa: “Abbiamo perso le speranze, non è la moto che volevo io, non sono un ingegnere e non posso risolvere i problemi, ma solo dare indicazioni – aggiungendo – Dopo il duro attacco di Barbera e l’uscita di pista ho pensato di tornare ai box e ritirarmi, ho continuato perchè sono un professionista“.

    La stoccata del Dottore è portata dritta al cuore della Ducati che, attraverso il team manager della scuderia Vittoriano Guareschi e il direttore generale Filippo Preziosi, si assume tutta la responsabilità di tale situazione “Vale non ha colpe, siamo noi che dobbiamo metterlo nella condizione per fargli esprimere tutto il suo talento” ma allo stesso tempo rimane spiazzata dalle parole forti e cariche di amarezza del pilota.

    Troppe le diversità che separano pilota e moto, lo stile di guida di Rossi non si adatta a quello della Ducati e viceversa. Lui ama le moto che si lasciano guidare e tendono ad avere una maggiore precisione nell’inserimento in curva e una ciclistica migliore rispetto alla potenza del motore, lei invece fa le bizze e non si lascia addestrare tanto facilmente, è più potente ma scorbutica in uscita di curva quando è necessario spalancare al massimo la manopola del gas. Lo scenario futuro non è per niente roseo e non ci vuole di certo un indovino per  intuire che il rapporto tra marito e moglie è ormai logoro e sta per giungere alla conclusione. Per tali ragioni il divorzio pare essere la soluzione migliore, sia per l’uno che per l’altra per evitare che entrambi continuino a farsi del male. Resta da determinare quando ciò avverrà, se a fine stagione alla scadenza naturale del contratto quando gli accordi di tutti i big scadranno per un mercato piloti che è già in fermento o addirittura anche prima, con Rossi che potrebbe essere ingaggiato da un team satellite della Honda (Team Gresini?) se le cose non dovessero migliorare nell’immediato. Salvo miracoli. Ma se la “resurrezione” del binomio Ducati – Rossi non è avvenuta nel giorno di Pasqua è difficile che possa accadere da qui a breve.

     

    Rossi e Ducati, esiste una soluzione?

    • No, divorzio immediato (80%, 269 Voti)
    • Si, continuare nello sviluppo della GP12 (20%, 69 Voti)

    Totale Votanti: 338

  • MotoGP, pagelle GP Qatar. Disastro Rossi – Ducati

    MotoGP, pagelle GP Qatar. Disastro Rossi – Ducati

    Jorge Lorenzo vince il primo Gran Premio del Mondiale 2012 MotoGP a Losail in Qatar davanti ai due piloti Honda Dani Pedrosa e Casey Stoner. A ridosso del podio si piazzano Cal Crutchlow e Andrea Dovizioso, Valentino Rossi inizia la stagione malissimo, decimo. Le pagelle ai protagonisti del GP del Qatar 2012.

    Lorenzo 9: grande calcolatore, è consapevole che al momento possiede la moto, la Yamaha, più equilibrata del lotto e la più “gentile” con i nuovi pneumatici, che da quest’anno entrano subito in temperatura ma finiscono anche molto prima. Adotta la migliore tattica, quella dell’attesa: segue a distanza Stoner e quando intuisce che l’australiano non ne ha più affonda il colpo portando l’attacco decisivo che gli consegnerà i primi 25 punti della stagione.

    Stoner 7: il campione in carica sbaglia la sua strategia di gara preferendo sin dall’inizio spremere i nuovi pneumatici imprimendo un ritmo impressionante tentando l’allungo su Lorenzo e Pedrosa che invece preferiscono risparmiarli per il gran finale. Solo il gradino più basso del podio per il padrone del GP del Qatar (4 vittorie sulle 6 edizioni disputate).

    Pedrosa 8: al contrario di Stoner, Dani usa la testa e preserva le gomme fino all’ultimo. Solo così Camomillo potrà arrivare fino in fondo e giocarsi il titolo Mondiale con Jorge e Casey, evitando di lasciare punti preziosi per strada. Rimedia alla pessima qualifica (settimo beccandosi oltre un secondo dal tempo della pole).

    Crutchlow 8: il primo dei “terrestri”, il pilota inglese della Yamaha ha il merito di aver vinto l’estenuante battaglia per il quarto posto contro il compagno di team Andrea Dovizioso. Oltretutto nelle qualifiche guadagna la prima fila scattando dalla terza piazza in griglia.

    Dovizioso 7.5: nonostante sia stato battuto nel duello da Crutchlow, per il Dovi il quinto posto non è assolutamente da buttare via. Vedremo se il passaggio dalla Honda ufficiale alla Yamaha clienti del team Tech3 di Poncharal sarà traumatico oppure no.

    Valentino Rossi © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

    Rossi 4: l’entusiasmo mostrato dopo i primi giri di pista con la nuova GP12 aveva lasciato subito spazio ad una sorta di preoccupazione nei test invernali. Al termine del primo week-end la preoccupazione, a sua volta, lascia spazio al pessimismo più nero per un’altra stagione anonima. Rossi e Ducati è un binomio che non funziona, è vero che la Ducati da qualche anno a questa parte non è il massimo della competitività, ma vedere Hayden che gira mezzo secondo al giro più forte del Dottore, essere l’ultimo delle “mille” e transitare sotto la bandiera a scacchi in decima posizione davanti solo a Spies e alle CRT significa che tra il 7 volte campione del mondo della classe regina e la Desmosedici non c’è proprio feeling. In una semplice e concisa parola, un disastro! Non riesce a tirare fuori neanche la “bestia da gara” che è in lui.

    Hayden 7: paga una partenza non proprio eccezionale, il pilota statunitense è comunque il primo ducatista in qualifica (quinto) e in gara (sesto). La sua guida è di gran lunga migliore rispetto a quella mostrata da Valentino Rossi ma il podio al momento rimane lontanissimo.

    Bradl 7.5: buon ottavo posto per il tedesco campione del mondo in carica della Moto2 al suo esordio nella classe regina, conduce in sesta piazza per tanti giri prima di accusare la fatica non essendo ancora abituato alle “mille”.

    Barbera 7: avrebbe meritato molto di più ma sul suo voto non può non pesare l’errore alla staccata della prima curva nei giri finali di gara, messo sotto pressione da Hayden. Primo dei ducatisti fino a tre quarti di gara, nulla di strano se non fosse in sella all’unica Ducati GP12 non evoluta e per giunta portata al traguardo davanti a quella ufficiale evoluta di Valentino Rossi.

    Spies 4: l’ultimo arrivato in sella ad una 1000 cc, paga le due cadute durante il week-end e i problemi di chattering in gara che non gli consentono di guidare al meglio la sua Yamaha.

    Ducati 4: dallo storico telaio a motore portante in fibra di carbonio al telaio perimetrale in alluminio di quest’anno nulla è cambiato. La rivoluzione epocale della casa bolognese non ha dato i suoi frutti, il rischio che questa sia un’altra stagione fallimentare è elevatissimo e concreto. Cosa si inventeranno a Borgo Panigale?

  • MotoGP, Lorenzo vince a Losail. Rossi decimo

    MotoGP, Lorenzo vince a Losail. Rossi decimo

    Jorge Lorenzo vince il primo Gran Premio di MotoGP dell’anno sul circuito di Losail in Qatar. Lo spagnolo, partito dalla pole position, interrompe lo strapotere sul tracciato qatariano del suo più accreditato nemico per la lotta al titolo mondiale Stoner, che aveva collezionato ben quattro vittorie su cinque edizioni disputate, andando a conquistare una vittoria più che meritata che converte decisamente tutti i favori del pronostico e che porta a quota 38 i successi in carriera.

    Perfetta la strategia di gara di Lorenzo, che sfrutta tutto il potenziale della sua M1 per portarsi davanti nelle fasi decisive della corsa, grazie anche ad una migliore gestione delle gomme che la Yamaha sembra trattare più delicatamente rispetto alla Honda. Inversamente Stoner, in testa per 3/4 di gara, deve arrendersi per il troppo degrado degli pneumatici e per un problema all’avambraccio che lo ha frenato nel finale, quando tutti i piloti cominciavano ad accusare la stanchezza. Al canguro australiano non è bastato dunque avere un motore super in rettilineo, che comunque in configurazione da gara sembra dare meno gap a quello della Yamaha, per mantenere la vetta della classifica.

    La doppia beffa per Stoner viene dal fatto che il compagno di squadra Daniel Pedrosa, dopo delle libere e delle qualifiche quasi disastrose, riesce a trovare il set-up giusto della moto nel warm-up, risorgendo in gara che lo ha visto assoluto protagonista. Lo spagnolo infatti corre per tutta la gara davanti, componendo un terzetto con Stoner e Lorenzo, cosa che forse non si sarebbe aspettato neanche lui alla vigilia, ma alla fine riesce a strappare una seconda posizione che da morale e punti preziosi per un mondiale che si preannuncia molto combattuto, almeno tra questi tre piloti.

    Jorge Lorenzo © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

    Ai piedi del podio le due Yamaha Monster del team Tech 3, con Andrea Dovizioso che non riesce a vincere il bellissimo duello in famiglia con il compagno Cal Crutchlow che ci mette tutta la sua bravura per conquistare il suo Gran Premio personale arrivando davanti al forlivese. In definitiva le due Yamaha clienti sembrano essere le uniche possibili outsider capaci di entrare nel gruppetto dei primi per contendere almeno il podio ai primi tre, a dimostrazione questo di quanto sia efficace quest’anno la moto giapponese.

    Per non dimenticare poi Ben Spies, in 11esima posizione, praticamente ultimo delle moto prototipo e apparso molto opaco oggi per le varie cadute delle prove che gli hanno causato qualche problema fisico di troppo, ma sicuramente quest’anno, in condizioni normali, avrà un ruolo da protagonista nelle prime posizioni.

    Nicky Hayden, sesto e ancora una volta primo delle Ducati con la GP12 , autore di una gara più che accettabile con una moto che non sembra ancora al top della condizione, anzi. Lo statunitense  guida il quartetto formato da Alvaro Bautista, Stefan Bradl e Hactor Barbera, che butta al vento una bella prestazione esagerando la staccata alla prima curva nel tentativo di sorpasso ad Hayden e finendo inevitabilmente lungo rovinando la sua gara. Da segnalare anche la prestazione dell’iridato Moto 2 Stefan Bradl con la Honda LCR, che ha viaggiato oer gran parte di gara stabilmente in sesta posizione.

    In difficoltà ancora Valentino Rossi, al quale non può certamente bastare l’entrata nella top-ten con la decima posizione per sentirsi soddisfatto. Il Dottore fa una grande fatica nella prima parte di gara a tenere il ritmo delle “moto di categoria”, per poi migliorare nel finale con serbatoio più vuoto e con gomme quasi finite, ma di fatto il nove volte campione del mondo chiude la sua prima gara penultimo, considerando che dalla 12esima alla 18esima posizione troviamo soltanto le CRT capitanate dal solito Colin Edwards che riesce a chiudere degnamente la gara ad appena un secondo dalla Yamaha ufficiale di Spies.

    Tra i tre ritirati troviamo i due italiani Michele Pirro con la FTR Gresini e Danilo Petrucci. Ritiro anche per Karel Abraham su Ducati

  • MotoGP, Lorenzo pole in Qatar. Male Rossi, 12°

    MotoGP, Lorenzo pole in Qatar. Male Rossi, 12°

    Jorge Lorenzo centra la prima pole position stagionale sul circuito di Losail, teatro del primo Gran Premio stagionale in Qatar. Lo spagnolo si conferma ancora il più veloce dopo le terze libere del pomeriggio che avevano fatto presagire ad una sua possibile candidatura alla prima piazza, fermando il cronometro sull’1:54.634, staccando il suo principale rivale Casey Stoner, che deve accontentarsi della seconda posizione a due decimi di ritardo.

    L’australiano non è affatto contento della sua Honda e lamenta i soliti problemi di chattering sull’anteriore che non gli permettono di guidare come lui vorrebbe. Al contrario la Yamaha è in ottima salute e piazza ben tre moto nelle prime quattro posizioni con Cal Crutchlow a chiudere la prima fila con la moto clienti del team Monster Tech 3 e Ben Spies immediatamente alle sue spalle che deve mangiarsi le mani per aver chiuso le sue qualifiche con una caduta nel momento in cui girava per il tempo migliore a quattro minuti dalla fine.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    In quinta posizione la migliore delle Ducati è ancora una volta quella di Nicky Hayden, capace di strappare un ultimo giro davvero eccezionale e di chiudere le sue qualifiche ad un secondo di distacco dalla vetta, anche se il gap dai primi rimane ancora troppo alto, basta vedere la prestazione del compagno di squadra Valentino Rossi, che non va oltre una deludente 12esima posizione ad oltre due secondi dalla testa resa ancora più amara dal fatto di essere l’ultima moto prototipo, davanti soltanto alle CRT 800 guidate da Colin Edwards in 13esima posizione. E’ chiaro che il feeling tra la Rossa e il Dottore pare non essere ancora nato ma bisogna aspettare la gara di domani, in cui le qualità di Rossi emergono alla grande, per dare dei giudizi più precisi.

    Sesta posizione alle spalle di Hayden per Andrea Dovizioso che chiude le sue qualifiche davanti a Daniel Pedrosa, in chiara difficoltà con la sua “vibrante” RC213V che non esalta il suo stile di guida e che sembra soffrire anche le basse temperature del tracciato notturno di Losail che non sclada a sufficienza le gomme. Il pilota spagnolo accusa infatti un secondo e due decimi di distacco dalla vetta e a fatica precede di pochi centesimi  il suo connazionale Hector Barbera con la Ducati Pramac GP zero utilizzata nei test da Rossi e Hayden.

    Completano la classifica dei primi dieci l’iridato della Moto 2 Stefan Bradl con la Honda LRC e Karel Abraham con la Ducati Cardion, che per pochi ddecimi scalza la Honda Gresini di Alvaro Bautista dalla top-ten.