Valentino Rossi e la Ducati si dicono addio. Dopo due anni difficili con risultati non all’altezza del Dottore, le due parti si salutano. Ad annunciarlo è stata prima la casa di Borgo Panicale con un comunicato in cui annunciava la separazione alla fine del 2012 con il pilota italiano. A confermare il tutto è stata la Yamaha che ha ammesso l’arrivo di Vale alla scuderia giapponese con un contratto biennale (per le stagioni 2013 e 2014). Nessun colpo di scena insomma. Le voci circolate negli ultimi giorni si sono rivelate veritiere e l’annuncio che doveva essere dato per ferragosto è stato anticipato alla giornata odierna.
Si conclude così l’avventura di Rossi in sella alla Ducati. L’arrivo di Audi non è servito a convincere il pilota italiano che non è rimasto affascinato dal nuovo progetto della casa italiana, aiutata dai finanziamenti tedeschi e ha deciso di lasciare la Desmosedici. Due anni (non ancora conclusi) difficili, tante delusioni e poche soddisfazioni anche se proverà fino alla fine a salire almeno una volta sul gradino più alto del podio (cosa che non gli è ancora riuscita dall’inizio dell’avventura in Ducati).
Per il Dottore quindi si riaprono le porte della Yamaha, scuderia con la quale ha già corso per sette bellissimi anni dalla stagione 2004 a quella 2010, vincendo 46 gran premi e conquistando 4 titoli mondiali. E’ la moto che si sente più sua, essendo arrivato alla casa giapponese nel periodo più difficile per la stessa e riportando alla vittoria.
Due anni di contratto per il nove volte Campione del Mondo, che correrà con la Yamaha nel 2013 e 2014 e tornerà a far coppia con lo spagnolo Jorge Lorenzo. Valentino Rossi avrà la possibilità, grazie all’autorizzazione della Ducati, di provare la sua nuova moto nel test del 12 novembre a Valencia, il giorno seguente al gran premio spagnolo.
In casa Ducati invece è caccia al pilota. Si contendono il posto lasciato liberto dal Dottore, l’italiano Dovizioso e il britannico Crutchlow.
Termina con una caduta abbastanza strana, non la prima, a due giri dal termine il week-end nero di Valentino Rossi a Laguna Seca. Fortunatamente nessuna conseguenza seria è stata riportata dal 7 volte campione del mondo della classe regina ma se a livello fisico è tutto ok a risentirne è stato il morale. La caduta alla staccata del “Cavatappi” sembra sia stata la pietra tombale sul rapporto che lega il Dottore alla Ducati, la parola fine ad una storia mai decollata.
Nelle interviste del dopo gara anche lo stesso Rossi, che cerca di nascondere la sua delusione per la situazione di stallo che non accenna a sbloccarsi, conferma le voci che circolano nel paddock da diversi giorni, ovvero quella di una proposta della Yamaha che gli ha offerto la M1 ufficiale, per intenderci la moto che lascerà a fine stagione Ben Spies e quella che è stata sua per 7 anni. Ma se da un lato Rossi è affascinato dall’idea di un ritorno romantico dalla “sua amata”, dall’altro non vorrebbe che la sua avventura in Ducati venga ricordata come un completo fallimento.
Nei giorni scorsi Valentino si è incontrato con il presidente di Ducati Gabriele Del Torchio il quale gli ha presentato una proposta di rinnovo con la casa di Borgo Panigale: ingaggio ritoccato al rialzo di 17-18 milioni di euro all’anno secondo i ben informati, ritoccato al ribasso invece secondo il diretto interessato, per un contratto della durata pluriennale. Un accordo a lungo termine per tenersi ancora stretto il pilota simbolo dell’ultimo decennio e più del Motociclismo al quale vanno ad aggiungersi le garanzie tecniche assicurate dal nuovo proprietario di Ducati, Audi: «L’offerta economica è pluriennale ma ritoccata al ribasso ma comunque molto più alta di quanto offre Yamaha però per me i soldi per fortuna non sono così importanti e non incideranno sulla mia decisione. Sto pensando al mio futuro: in Ducati ora stanno cambiando tante cose c’è l’Audi e c’è tanta motivazione di tornare ai vertici e risolvere i problemi. Continuare a restare qui però significa fare una scommessa a lungo termine».
Ed è proprio da quest’ultima affermazione che si intuisce nelle parole di Rossi la voglia di chiudere il capitolo Ducati e voltare pagina perchè a 33 anni non può permettersi altre stagioni come quelle trascorse con la casa bolognese per tornare sin da subito a lottare con i primi e tentare di vincere un altro titolo Mondiale prima di ritirarsi dalle corse per motivi anagrafici. La decisione sul suo futuro si saprà solo la pausa, i piloti e la MotoGP infatti andranno in vacanza. Tra tre settimane, il 19 agosto, ad Indianapolis un annuncio, per forza di cose, dovrà essere dato: ad oggi la pista più percorribile, ascoltando anche le dichiarazioni neanche tanto sibilline di Andrea Dovizioso nel dopo gara «L’anno scorso avevo deciso di andare in Tech 3 per conquistarmi una Yamaha ufficiale, ma sembra che non sia possibile perché Valentino é molto vicino e quindi valuterò anche altre soluzioni», è quella del ritorno di Rossi in Yamaha. Unica controindicazione la presenza ingombrante nel box di Jorge Lorenzo, pilota che si è riconfermato ai livelli di campione del mondo e sul quale la casa nipponica sta puntando tutto. Non praticabile la terza opzione, quella di un approdo nel team gestito da Fausto Gresini, che aveva offerto la sella della Honda clienti al pilota di Tavullia. Ad ogni modo il divorzio da Ducati pare essere la scelta più saggia da fare, continuare un altro anno, due ad annaspare nel mezzo del raggruppamento non gioverebbe a nessuno, nè a Rossi nè a Ducati.
Chi lo dava ormai per pensionato e privo di motivazioni deve ricredersi. Casey Stoner non ha nessuna intenzione di abdicare facilmente e darà battaglia fino alla fine per il titolo Mondiale ai suoi diretti rivali. Ne ha dato la dimostrazione nella gara di ieri, GP degli Stati Uniti, vinta a Laguna Seca con grande autorità dopo un duello neanche troppo acceso durato per tutta la corsa con Jorge Lorenzo, che alla fine non ha avuto la capacità di mantenere il ritmo del canguro australiano, ma si è accontentato di 20 punti importantissimi nell’economia del campionato.
Alle loro spalle un arrendevole Daniel Pedrosa che dopo aver dimostrato nelle prove libere di poter lottare per la vittoria si perde in gara lasciando il palcoscenico ai due protagonisti assoluti di questo mondiale. Ancora una volta malissimo Valentino Rossi, che cade al Cavatappi a 3 giri dalla conclusione del GP.
Diamo ora i voti ai protagonisti del GP:
Stoner 9,5: quasi perfetto per tutto il week-end, gli è mancata solo la pole al sabato ed è per questo motivo che non raggiunge il massimo dei voti. L’australiano dimostra a Lorenzo che non sarà facile togliergli la corona iridata e intanto con la gara di ieri gli recupera 5 punti che lo riportano nuovamente in lizza per la vittoria finale. Purtroppo per lui pesa come un macigno l’errore commesso al Sachsenring.
Lorenzo 9: sembra poter amministare la gara senza difficoltà anche perchè dopo gli attacchi iniziali di Stoner riesce ad allungare prendendosi un tantino di margine sull’australiano. La mescola dura scelta a inizio gara si somporta però come una morbida perdendo di consistenza nel finale, laciando pista libera al campione del mondo che si invola verso la vittoria. Il minore dei mali per il maiorchino visto che Pedrosa, diretto inseguitore nel mondiale, chiude terzo alle sue spalle e di conseguenza il suo vantaggio in classifica sul connazionale aumenta.
Pedrosa 8: capisce sin dai primi giri che non può lottare per la vittoria, anche se nelle prove libere aveva dimostrato tutt’altro. Resta vicino ai primi due ma facendo tanta fatica. Appena la gomma comincia a cedere decide di tenere la sua posizione fino alla fine visto che dietro di lui c’era praticamente il vuoto. Un pò troppo arrendevole.
Dovizioso 7,5: questa volta non è riuscito nell’impresa di ripetere il podio ma era praticamente impossibile tenere il passo dei primi tee. E’ comunque riuscito a vincere nuovamente il duello in famiglia con Crutchlow, il che è già una grande soddisfazione.
Crutchlow 6,5: buona la gara del pilota britannico che nonostante molti anni passati tra Supersport e Superbike non aveva mai corso su questo circuito. Ma come al solito le prende in gara dal compagno di squadra, che per l’ennesima volta lo beffa nel finale.
Hayden 8: tira il massimo da una Ducati che più di cosi davvero non va. Il pubblico di casa magari gli da anche una mano ma lui ci mette tanto del suo, e grazie al suo sesto posto finale raggiunge in classifica il compagno di squadra Valentino Rossi. Non sarà più il mostro della Laguna, ma meglio di cosi non poteva proprio fare.
Rossi 5: riesce a girare più forte di quanto fatto in qualifica, ma non tanto forte per poter stare assieme agli altri piloti. Alla fine, come una premonizione di quello che potrebbe avvenire a fine stagione, la sua Ducati lo scaraventa a terra, terminando la sua gara al Cavatappi a 3 giri dal termine.
Spies 6,5: sufficienza ampiamente meritata per la gara che disputa fino alla caduta, cioè a 11 giri dal termine. Stava allungando sugli avversari andando a prendersi una quarta posizione che si sarebbe sicuramente meritato ma cade all’uscita del Cavatappi per un problema tecnico al forcellone della sua M1. Quest’anno non gliene va proprio una giusta.
Giù il cappello dinanzi a Casey Stoner, è ancora lui il “mostro della Laguna”. Dopo un digiuno durato quasi un mese il campione del mondo in carica, artefice di una gara strepitosa, torna a vincere e lo fa in un Gran Premio a lui caro, quello degli Stati Uniti, dove aveva già vinto lo scorso anno e nel 2007, portando quindi a 3 i trionfi a Laguna Seca diventando il pilota ad aver vinto più gare sul circuito californiano. Per l’australiano si tratta della quarta vittoria in stagione e la 37esima in MotoGP che gli permette di riaprire il campionato accorciando le distanze da Jorge Lorenzo, secondo al traguardo, ora a 32 lunghezze. A completare il podio la seconda Honda Repsol, quella di Dani Pedrosa che si mantiene al secondo posto nella classifica iridata. Male Valentino Rossi che cade in prossimità della staccata del “Cavatappi” a due giri dal termine quando si trovava in settima posizione ad un abisso di distanza dai primi.
Pronti via e Jorge Lorenzo, scattato dalla pole position, prende subito il comando della corsa davanti a Pedrosa e Stoner che imprimono alla corsa un ritmo forsennato facendo ben presto il vuoto dietro di loro. L’australiano, che è stato l’unico ad aver adottato una strategia diversa dagli altri montando una gomma morbida all’anteriore, scelta che si rivelerà azzeccata, comincia a pressare il compagno di team superandolo alla curva 3 portandosi negli scarichi dell’alfiere della Yamaha che continua a fare l’andatura e chiudendo tutti i varchi. Subito dietro è lotta per il quarto posto tra Ben Spies, Andrea Dovizioso, Cal Crutchlow e Stafan Bradl ai quali all’incirca a metà gara si aggiunge anche Nicky Hayden che di Laguna Seca è uno dei migliori interpreti avendoci vinto per due volte quando correva in Honda. Più staccato Valentino Rossi che non riesce a tenere il passo del compagno di box su un circuito sul quale ha fatto sempre fatica. Spies, che prima del week-end ha annunciato il suo addio velenoso alla Yamaha, è protagonista di una caduta anomala alla discesa del “Cavatappi” con la M1 che cede al posteriore finendo per terra nella via di fuga.
A 10 giri dal termine, dopo una fase di studio, Stoner decide che i tempi sono maturi e supera Lorenzo sverniciandolo letteralmente sul rettilineo. Lo spagnolo non riuscirà a tenere il passo dell’australiano che va a transitare in solitaria sotto la bandiera a scacchi dimostrando di poter dire ancora la sua nonostante molti addetti ai lavori sostengono che abbia mollato dopo l’annuncio del suo ritiro dalle corse a fine stagione. A seguire Lorenzo e Pedrosa mentre Dovizioso, che andava a podio da tre gare consecutive, vince per l’ennesima volta il duello tutto in famiglia con Crutchlow. Poi Hayden e Bautista. Rossi, come dicevano, conclude il suo week-end nero con un’altra caduta (era già finito per terra durante le libere) alla staccata del “Cavatappi” perdendo l’anteriore in frenata. Ducati distrutta contro le barriere, nulla di serio per il pilota di Tavullia a parte qualche livido.
La MotoGP ora va in vacanza. Si torna in pista tra 3 settimane per due impegni a distanza ravvicinata: il 19 agosto si va ad Indianapolis per il secondo Gran Premio degli Stati Uniti, sette giorni più tardi, il 26, a Brno per il Gran Premio della Repubblica Ceca.
ORDINE D’ARRIVO GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI – 1. Stoner (Honda), 2. Lorenzo (Yamaha), 3. Pedrosa (Honda), 4. Dovizioso (Yamaha), 5. Crutchlow (Yamaha), 6. Hayden (Ducati), 7. Bradl (Honda), 8. Bautista (Honda), 9. Espargaro (Art), 10. Abraham (Ducati), 11. De Puniet (Art), 12. Hernandez (Bqr), 13. Edwards (Suter), 14. Silva (Bqr)
CLASSIFICA PILOTI – Lorenzo 205, Pedrosa 182, Stoner 173, Dovizioso 121, Crutchlow 106, Bradl 84, Hayden 84, Rossi 82, Bautista 81, Spies 66, Barbera 60, De Puniet 33, Espargaro 33, Pirro 16, Pasini 13, Ellison 12, Edwards 11, Abraham 10, Hernandez 10, Di Carlo 9, Silva 7
E’ stata una battaglia sul filo dei millesimi ma alla fine a spuntarla è stato Jorge Lorenzo. Sul circuito di Laguna Seca dove nella sera italiana si correrà il Gran Premio degli Stati Uniti, decimo appuntamneto del Mondiale MotoGP, lo spagnolo della Yamaha si è aggiudicato la pole position numero 3 del 2012, che in stagione mancava dal 28 aprile scorso dal Gran Premio di Jerez, e la 21esima nella classe regina, ai danni di Casey Stoner che è uno dei migliori interpreti della pista situata nel deserto californiano avendoci vinto due volte (al pari di Nicky Hayden). Il crono di Lorenzo di 1:20.554, con il quale ha preceduto di soli 74 millesimi l’australiano della Honda nonchè campione in carica, è anche il tempo record del circuito che apparteneva proprio a Stoner (1:21.376) stabilito nel 2010 in sella alla Ducati.
La gara, che come da tradizione è riservata alla classe regina, sembra sia questione tra loro due poichè anche se a completare la prima fila c’è Dani Pedrosa, lo spagnolo della Honda è staccato di 3 decimi e mezzo dal miglior crono. Il vincitore del Sachsenring cercherà di rimanere il più possibile nella scia di Lorenzo e Stoner per approfittare del loro primo errore e inserirsi nella lotta per la vittoria finale. In quarta posizione ad aprire la seconda fila Ben Spies che nei giorni antecedenti il Gran Premio ha dato il suo addio ufficiale alla Yamaha al termine della stagione; mezzo secondo il ritardo dell’americano dal compagno di team Lorenzo con l’auspicio di poter battagliare per il podio. Quinto tempo per Cal Crutchlow e sesto per Andrea Dovizioso per una seconda fila tutta Yamaha, 7 decimi il gap del britannico, quasi un secondo per il forlivese che forse non si trova del tutto a suo agio sul magnifico circuito di Laguna Seca. Il pilota italiano precede la HondaGresini di Alvaro Bautista ma sarà arduo per lui centrare il quarto podio consecutivo.
Passiamo alla nota dolente: Valentino Rossi, che con il tempo di 1:22.544 non è riuscito a fare meglio della decima posizione. Pesantissimo anche il distacco del campione di Tavullia dal miglior tempo assoluto, quasi due secondi che non fanno ben sperare in vista della gara, ma soprattutto per un possibile prolungamento anche per il prossimo anno del rapporto tra Valentino e la casa bolognese che sembra ormai agli sgoccioli. Il pesarese ha chiuso alle spalle della Honda LCR di Stefan Bradl ed è staccato inoltre di ben otto decimi dalla prima delle Ducati, che è quella dell’idolo indiscudsso di casa Nicky Hayden in ottava posizione, che sul circuito Californiano ha già vinto le prime due edizioni. Il Dottore quindi di fatti è l’ultimo tra i piloti ufficiali e ha preceduto di soli tre decimi la ART di Randy De Puniet, che come al solito è il primo pilota ad aprire la colonia delle tantissime CRT, seguito da Aleix Espargaro e Colin Edwards.
Peggio di Rossi ha fatto Karel Abraham che con la moto prototipo si è piazzato in 14esima posizione alle spalle delle tre CRT ed è staccato do oltre tre secondi dalla vetta. Staccatissimi tutti gli altri; Michele Pirro ha chiuso in 16esima posizione davanti a Toni Elias, mentre Mattia Pasini non è riuscito a fare meglio della 18esima posizione davanti a Danilo Petrucci, autore anche di una caduta durante lo svolgimento del turno. La wild-card Steve Rapp ha chiuso il gruppo a 6 secondi e tre decimi di distacco dalla vetta.
Appuntamento alla gara come di consueto alle ore 23 italiane in virtù del fuso-orario di nove ore in meno della California rispetto al nostro paese. Per quanto riguarda le condizioni atmosferiche invece non dovrebbero variare rispetto alle qualifiche quindi tutti i piloti potranno avere un quadro molto chiaro delle proprie potenzaialità sul passo di gara.
E’ stato Daniel Pedrosa il pilota più veloce nelle prime due sessioni di prove libere sul circuito di Laguna Seca, teatro del GP degli Stati Uniti dove domenica come di consueto soltanto le MotoGP prenderanno parte al decimo appuntamento del Motomondiale.
Il pilota spagnolo si è aggiudicato entrambi i turni di prove staccando il miglior tempo nella seconda sessione, conclusasi da pochi minuti, grazie al tempo di 1:21.088, inferiore soltanto al record della pista fatto segnare da Casey Stoner nel 2008 sulla Ducati (1:20.700). Il centauro della Honda si è inoltre concentrato nella messa a apunto delle due versioni della RC213V, la nuova, quella portata nei test del Mugello, e quella utilizzata finora.
Pedrosa ha preceduto il diretto rivale nella classifica mondiale Jorge Lorenzo, che si è piazzato alle sue spalle in entrambe le sessioni migliorando di poco il suo tempo nella seconda. Il maiorchino è staccato di oltre tre decimi dal connazionale ma ha preceduto, seppur di pochi millesimi, Casey Stoner, che al contrario del suo compagno di squadra ha preferito provare soltanto il nuovo motore sulla vecchia moto.
Alle spalle dell’australiano l’altra Yamaha di Ben Spies, cha ha da pochi giorni annunciato il suo divorzio dalla casa dei tre diapason a fine stagione, seguito dalle due Yamaha clienti di Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow. Da notare che le prime sei posizioni sono state pressochè identiche sia al mattino che al pomeriggio mentre in settima posizione troviamo la prima delle Ducati con Nicky Hayden, fresco di rinnovo contrattuale per un altro anno con la casa bolognese e da sempre idolo indiscusso dei tifosi della Laguna, che però paga un secondo e tre decimi di ritardo dalla vetta occupata dal suo ex compagno di team alla Honda Pedrosa.
L’americano ha scalzato in settima posizione il suo attuale compagno di team Valentino Rossi, che dalla settima piazza della mattinata è sceso alla nona del pomeriggio, a tre decimi da Hayden. Tra le due Ducati ufficiali si è classificata la Honda LCR di Stefan Bradl. Decima posizione a chiudere la top ten per la Honda Gresini di Alvaro Bautista, tornata a “vestire” di bianco già dal GP d’Italia al Mugello la scorsa settimana in memoria di Marco Simoncelli.
Più in difficoltà Toni Elias che dopo essere stato appiedato dal suo teamin Moto 2 è stato chiamato dalla Ducati Pramac per sostituire fino a settembre Hector Barbera, infortunatosi a tibia e perone nei test del Mugello. Il primo campione del mondo della Moto 2 si è classificato in 14esima posizione, alle spalle anche delle tre CRT di Aleix Espargaro, Randy De Puniet e Colin Edwards. Peggio di lui Karel Abraham che con la Ducati Cardion ha chiuso in 16esima posizione. Per trovare gli altri italiani dobbiamo scendere fino alla 17esima posizione dove troviamo MattiaPasini precedere MichelePirro. Ultima posizione invece per DaniloPetrucci.
Tante le cadute nella seconda sessione. Ne hanno fatto le spese prima Crutchlow con una brutta scivolata, seguito successivamente da Bautista e sul finire del turno anche da Rossi, al quale ancora una volta viene meno l’aiuto della ruota anteriore che perde aderenza scaraventandolo per l’ennesima volta contro le barriere di protezione, che a causa dei danni ricevuti, hanno causato anche la prima e unica bandiera rossa del turno per far si che venissero riparate. Gli ultimi minuti di prove dunque hanno visto quasi tutti i piloti scesi in pista nel tentativo di migliorare i tempi, senza successo visto che il traffico ha impedito loro di abbassare i tempi.
Domani si terranno le terze e ultime libere in attesa delle qualifiche che decreteranno la griglia di partenza per il GP di domenica che con il fuso orario in Italia andrà in onda alle ore 23:00.
Jorge Lorenzo vince il Gran Premio d’Italia sul circuito del Mugello. Lo spagnolo si aggiudica la sua quinta vittoria della stagione proprio al giro di boa del campionato, alla nona tappa del Mondiale dando un segnale forte agli avversari che lo seguono nella cvlassifica iridata. Il pilota della Yamaha riscatta, anche se non per colpa sua, le qualifiche di ieri in cui ha dovuto rinunciare alla pole per un problema elettronico sulla sua M1, dominando la gara dall’inizio alla fine forte di un passo gara inarrivabile per gli avversari messo in mostra sin dalle libere del venerdi.
Questa volta non basta la solita paretenza razzo di Daniel Pedrosa che deve accontentrasi della seconda posizione a oltre cinque secondi di ritardo sul traguardo dal connazionale. Il pilota della Honda prova per tutta la gara a stare nei tubi di scarico del maiorchino che si prende la prima posizione dopo sole due curve e impiega poco per accumulare un vantaggio rassicurante nei confronti della concorrenza. La gara si spacca subito in due tronconi con Lorenzo a fare l’andatura, Pedrosa ad inseguire e Andrea Dovizioso e Stefan Bradl a lottare per la terza posizione. Più indietro Casey Stoner deve battagliare con Nicky Hatden che dopo le prime battute di gara abbasstanza arrembanti deve cedere il passo ai piloti più veloci. Hecto Barbera, scattato terzo perde la posizione anche nei confronti di Valentino Rossi e Cal Crurchlow. Ben Spies come al solito trova più difficoltà del previsto e subisce il sorpasso tanto inaspettato quanto clamoroso della CRT di Randy De Puniet.
Contro questo Lorenzo è praticamente impossibile competere e il vantaggio nei confronti di Pedrosa aumenta con il passare dei giri, lo spagnolo della Honda ragiona in ottica mondiale accontentandosi della seconda posizione che comunque gli fa perdere altri cinque punti nei confronti del rivale in classifica Mondiale. La lotta per la terza posizione la vince ancora una volta Andrea Dovizioso, bravo a recuperare su Stefan Bradl e a superarlo nel momento decisivo di gara. Il forlivese conferma ancora una volta il suo ottimo periodo di forma bissando il risultato del Sachsenring conquistando il suo secondo podio consecutivo e quarto stagionale, unico pilota di un team clienti ad esserci riuscito. Bradl invece devve accontentarsi della quarta posizione ma il tedesco campione del mondo della Moto 2 cresce ad ogni garae sta dimostrando che l’ottima prestazione nel GP di casa non è stato un episodio isolato.
Alle loro spalle in quinta posizione un convincente Valentino Rossi, che nel GP in cui ha vinto più di ogni altro pilota, sette successi in 16 anni di carriera, non poteva non fare bella figura. Il campione di Tavullia dopo una grande rimonta dalla 12esima posizione riesce ad arrivare sino ai piedi del podio, ad un secondo dalla terza posizione di Dovizioso. Per il Dottore si tratta del miglior risultato della stagione sull’asciutto , bisognerà vedere se il Mugello resterà un episodio isolato oppure si darà una continuità ai progressi mostrati oggi. La risposta a Laguna Seca nel prossimo GP degli Stati Uniti in programma il 29 luglio.
Alle spalle di Valentino Rossi la Yamaha di Cal Crutchlow, stretto nella morsa delle Ducati ufficiali con Nicky Hatden in settima posizione. Ottavo un deludente Casey Stoner autore di un diritto nella ghiaia a metà gara che lo porta fuori dalla lotta per le prime posizioni. Per l’australiano si tratta molto probabilmente dell’addio definitivo alle sue speranze mondiali e alla riconferma come campione del mondo prima del suo ritiro a fine stagione.
Chiudono la top -ten la Ducati Pramac di Hector Barbera e Alvaro Bautista con la Honda del team Gresini ritornata bianca in memoria di Marco Simoncelli. Soltanto 11esimo Ben Spies, sempre più in crisi di risultati, davanti soltanto alle CRT guidate da Randy De Puniet con il quale lotta per tutta la gara. Bandiera nera invece per Michele Pirro, rientrato ai box da una zona illegale nelle prime fasi di gara per un problema alla moto.
Con un tempo stratosferico Dani Pedrosa si assicura la pole position del Gran Premio d’Italia, nono appuntamento del Mondiale MotoGP 2013, la prima in stagione e la 19esima in totale nella classe regina. Al Mugello il pilota spagnolo, rivitalizzato dal rinnovo del contratto con Honda per le prossime due stagioni, ferma il cronometro sull’ 1:47.284 che gli vale anche il giro record del circuito toscano battendo il precedente stabilito lo scorso anno da Jorge Lorenzo di oltre un secondo.
Pedrosa beffa proprio il connazionale della Yamaha che ha visto svanire la pole all’ultimo tentativo imboccando la corsia dei box sul rettilineo finale anzichè andare a tagliare il traguardo dopo aver fatto registrare i tre migliori intermedi a causa di un problema di elettronica accusato sulla sua M1. Nonostante l’inconveniente però Lorenzo rimane il favorito numero uno per domani in gara come dimostra il passo gara di oggi e il dominio nelle prove libere odierne e di ieri. Completa la prima fila uno straordinario Hector Barbera con la Ducati clienti del team Pramac relegando in seconda fila un altro ducatista, ufficiale però, che risponde al nome di Nicky Hayden i quali domani hanno tutte le carte in regola per salire sul podio e autori di tempi interessantissimi: solo 281 i millesimi di ritardo da Pedrosa per lo spagnolo, 387 quelli dell’americano. A stridere con la prestazione di Barbera e Hayden quella di Valentino Rossi, ancora in ritardo e che non è riuscito a fare meglio del decimo tempo ad un secondo e due decimi dalla pole, lui che del Mugello è il maestro per eccellenza avendo vinto sul circuito toscano per ben sette volte. Nonostante il nuovo casco con su scritto il famoso motto di Gianni Morandi “Stiamo Uniti” con tanto di foto del cantante bolognese in bella vista, quasi a voler caricare l’ambiente in un periodo molto difficile, Rossi e Ducati continuano a non prendersi. Per il Dottore domani si prospetta un’altra, l’ennesima, gara tutta in salita.
Sottotono anche Casey Stoner che da quando ha annunciato il suo ritiro non è riuscito più ad essere incisivo come lo è stato negli ultimi anni. Per il campione del mondo in carica solo il quinto tempo con dei tempi quasi fotocopia con le due Yamaha clienti del team Tech3 di Hervè Poncharal, Cal Crutchlow e Andrea Dovizioso che domani scatteranno rispettivamente dalla sesta e settima piazzola della griglia. La terza fila è completata da Stefan Bradl e da Ben Spies sulla Yamaha ufficiale. Per quanto riguarda le “mille” peggio di Valentino Rossi ha fatto solo Alvaro Bautista con la Honda che fu di Simoncelli (oggi i genitori di Marco erano all’autodromo per ricevere a nome della Fondazione Marco Simoncelli dalla Honda due moto che il Sic ha utilizzato e che verranno esposte all’interno del museo a lui dedicato).
A guidare il gruppo delle CRT, le 800 cc, Aleix Espargaro (12esimo) che ha preceduto il compagno di team Randy De Puniet. Poi il nostro Michele Pirro con Mattia Pasini in 17esima posizione mentre per trovare Danilo Petrucci dobbiamo scorrere tutta la griglia, il ternano è in ultima posizione. Domani partenza alle 14:00 preceduta come di consueto dalle gare della Moto3 alle 11:00, pole a Maverick Vinales, e della Moto2 alle 12:20 con Pol Espargaro che scatterà davanti a tutti.
Nelle prove libere del venerdì al Mugello, teatro domenica del Gran Premio d’Italia, dominio assoluto di Jorge Lorenzo che fa sua sia la prima sessione che la seconda. Sul circuito toscano il pilota spagnolo ha portato la sua Yamaha davanti a tutti ipotecando la pole position di domani. Al mattino Por Fuera ha fermato il cronometro sull’1:48.141 mettendosi davanti le due Honda Hrc di Casey Stoner e Dani Pedrosa, fresco di rinnovo contrattuale con la casa giapponese, staccati rispettivamente di mezzo secondo e 7 decimi.
Quarto tempo per Nicky Hayden con la prima delle Ducati, il pilota statunitense, che ha pagato 8 decimi, è sì lontano dal leader ma molto vicino alle due Honda ufficiali. Seguono le due Yamaha clienti Tech3 di Cal Crutchlow e Andrea Dovizioso, il forlivese ha preceduto di soli 36 millesimi Valentino Rossi che ha chiuso a sua volta con un 1:49.074 che gli è valso il settimo miglior tempo della mattinata. In difficoltà invece Ben Spies e Stefan Bradl: il secondo pilota ufficiale Yamaha non è andato oltre il nono tempo mentre il tedesco campione in carica della Moto2 della Honda del team LCR va a chiudere la top ten.
Nelle libere del pomeriggio Jorge Lorenzo si è ripetuto stampando in pratica lo stesso tempo ottenuto la mattina migliorandolo di un niente, 1:48.076 contro 1:48.141. Ma se nella prima sessione il distacco dal suo più immediato inseguitore era abissale, in questa lo spagnolo campione del mondo 2010 ha preceduto di soli 31 millesimi Pedrosa e di 81 un Hayden in palla e che potrebbe inserirsi nella lotta al podio. Gran tempo anche quello di Hector Barbera a poco meno di due decimi dal leader e che ha fatto meglio di Dovizioso e Stoner a testimonianza che la Ducati al Mugello può dire la sua. Il pilota di punta di casa Borgo Panigale, Valentino Rossi, però non è riuscito a replicare il tempo fatto registrare dai compagni di marca terminando la sessione con il nono tempo alle spalle del duo Yamaha Spies e Crutchlow. Il Dottore deve sobbarcarsi quasi un secondo di ritardo da Lorenzo. Decimo e undicesimo tempo per la Honda LCR di Bradl e quella Gresini di Alvaro Bautista, mentre a guidare il plotone delle CRT è Aleix Espargaro con la ART del team Aspar.
Strano come il futuro di un pilota possa cambiare radicalmente nel giro di poche settimane. Se fino a poco tempo fa il divorzio, figlio di molte incomprensioni tra il pilota e il team, a fine stagione tra Valentino Rossi e la Ducati era pressocchè scontato, oggi emerge un nuovo scenario per il futuro prossimo del pilota di Tavullia e la casa di Borgo Panigale, impensabile fino a pochi giorni fa: il matrimonio, destinato ad interrompersi con buona pace dei sostenitori del connubbio tutto italiano, continua. O almeno dovrebbe. Il condizionale è d’obbligo per cautelarci da qualche altra sorpresa improvvisa.
A farlo intendere è stato lo stesso Rossi subito dopo il Gran Premio di Germania, corso sul circuito del Sachsenring, nel quale è riuscito a portare a casa un buon sesto posto nonostante le mille difficoltà in cui va incontro sistematicamente ormai in ogni week-end. Il Dottore ha confidato di aver già parlato con la nuova proprietà della casa bolognese, ovvero Audi, ammettendo l’esistenza di un progetto tecnico di cui egli stesso, nelle intenzioni della casa tedesca, fa parte: «Ho parlato con Audi, loro sono molto interessati a continuare per aiutare la Ducati a tornare competitiva, è un progetto ambizioso che a me fa molto piacere. E hanno intenzione di farlo con me». Allo stesso tempo però Rossi rimane cauto circa la riuscita di questo progetto: «Non bisogna pensare che arriva l’Audi e cambia tutto. Audi fa le macchine e non cambia le moto».
A quanto pare la volontà di Audi di riportare la Rossa nelle prime posizioni della griglia c’è tutta, altrimenti risulterebbe incomprensibile l’investimento importante fatto solo pochi mesi fa acquisendo il marchio Ducati per l’enorme cifra di 860 milioni di euro. La rottura insanabile quindi tra Valentino e Ducati derivata da un anno e mezzo di continue e costanti delusioni sembra essersi ricucita grazie all’intervento del colosso tedesco e i nuvoloni neri carichi di tempesta diradati. Ma guai a pensare che tutti i problemi potrebbero essere risolti con delle semplici dichiarazioni: quello di cui hanno bisogno Ducati e Rossi in questo momento sono un pilota e un gruppo di ingegneri e tecnici che la pensino tutti allo stesso modo circa la progettazione della nuova Desmosedici che scenderà in pista nel 2013; se ognuno dovesse continuare a percorrere la propria strada, come accade da diverso tempo nonostante Ducati abbia accontentato Rossi sul telaio perimetrale in alluminio abbandonando quello a motore portante in fibra di carbonio, risulterebbe tutto inutile ed entrambi continuerebbero solo a farsi del male. Altre annate come queste, improbabile infatti che nella seconda parte della stagione si registri un notevole passo in avanti, sarebbero solo deleterie per l’uno e per l’altra.
Stando quindi a quanto dichiarato da Rossi nelle prossime settimane, quando il mercato piloti per il 2013 entrerà nel vivo dando vita ad un valzer di selle mai visto prima, potremmo aspettarci l’annuncio del rinnovo contrattuale. Solo il tempo potrà dirci se questa sia la decisione giusta.