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  • NBA Draft 2010: La lista completa delle scelte e l’analisi

    Ecco l’elenco completo del primo giro del Draft NBA 2010:

    1 Washington John Wall PG
    2 Philadelphia Evan Turner SG
    3 New Jersey Derrick Favors PF
    4 Minnesota Wesley Johnson SF
    5 Sacramento DeMarcus Cousins PF
    6 Golden State Ekpe Udoh PF
    7 Detroit Greg Monroe C
    8 LA Clippers Al-Farouq Aminu SF
    9 Utah Gordon Hayward SF
    10 Indiana Paul George SF
    11 New Orleans Cole Aldrich C (ad Oklahoma City)
    12 Memphis Xavier Henry SG
    13 Toronto Ed Davis PF
    14 Houston Patrick Patterson PF
    15 Milwaukee Larry Sanders PF
    16 Minnesota Luke Babbitt SF (a Portland)
    17 Chicago Kevin Seraphin PF
    18 Oklahoma City Eric Bledsoe PG (ai L.A. Clippers)
    19 Boston Avery Bradley SG
    20 San Antonio James Anderson SG
    21 Oklahoma City Craig Brackins PF (a New Orleans)
    22 Portland Elliot Williams SG
    23 Minnesota Trevor Booker PF (a Washington)
    24 Atlanta Damion James SF (a New Jersey)
    25 Memphis Dominique Jones SG (a Dallas)
    26 Oklahoma City Quincy Pondexter SF (a New Orleans)
    27 New Jersey Jordan Crawford SG (ad Atlanta)
    28 Memphis Greivis Vasquez PG
    29 Orlando Daniel Orton PF
    30 Washington Lazar Hayward SF (a Minnesota)

    Già fatta l’analisi delle prime 3 scelte in presa diretta durante il Draft (leggi l’articolo)ora possiamo concentrarci sulle scelte successive: al numero 4 i Minnesota Timberwolves hanno selezionato la migliore ala piccola pura dell’intero Draft (visto che Evan Turner volendo può spostarsi anche nel ruolo di guardia tiratrice) ovvero Wes Johnson di Syracuse.
    Alla numero 5 i Sacramento Kings hanno chiamato il fortissimo centro di Kentucky University ovvero DeMarcus Cousins che porta dei rischi però per la sua fragile tenuta mentale. Fisicamente però è un top player, con una struttura fisica simile a quella del centro più forte attualmente in NBA, Dwight Howard.
    I Warriors alla numero 6 hanno scelto Ekpe Udoh di Baylor University un pò a sorpresa visto che potevano selezionare qualche altro giocatore più funzionale al loro stile di gioco.
    Con il numero 7, Greg Monroe, da Georgetown, è stato chiamato dai Detroit Pistons, ala grande talentuosissima con mani dorate e un intelligenza cestistica fuori dal comune.
    Alla scelta numero 8 si è posizionato Al-Farouq Aminu, grande atleta e rimbalzista da Wake Forest, un’ala che può ricoprire entrambi i ruoli e che può essere la vera mina vagante di queste scelte dato l’enorme talento e la stazza fisica a disposizione: i Los Angeles Clippers non se lo sono lasciato scappare!
    Alla nona scelta si è piazzato Gordon Hayward che gli Utah Jazz hanno letteralmente soffiato alla squadra che sarebbe seguita, ovvero gli Indiana Pacers: Hayward, originario dell’Indiana, ha trascinato Butler University alla finale NCAA quest’anno e Larry Bird (presidente delle operazioni di mercato dei Pacers) aveva fatto più di un pensierino sul suo talento che a livello di tecnica di tiro sembra indiscusso. I Jazz però li hanno anticipati e così la franchigia dell’Indiana si è dovuta accontentare al decimo posto di Paul George che ha fatto vedere molti margini di miglioramento in questi ultimi tempi.
    La scelta più interessante è stata la numero 11 dove i New Orleans Hornets hanno selezionato Cole Aldrich, tremendo centro bianco con una predisposizione difensiva veramente eccezionale spedendolo subito agli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant che in cambio anche di Morris Peterson hanno ceduto alla squadra della Louisiana la scelta numero 21 e la 26 ovvero Craig Brackins e Quincy Pondexter (anche se su quest’ultimo sono in molti a scommettere per il futuro), ma la priorità dei Thunder di trovare un centro per completare il puzzle era impellente. Gli ex Seattle Sonics ora sembrano veramente completi e anche i Lakers campioni dovranno guardarsi le spalle dall’assalto dei ragazzini terribili di coach Scott Brooks.
    Da segnalare anche lo scambio tra Bulls e Nets: Chicago manda Hinrich e la 17esima scelta ai Nets per una seconda scelta futura per liberare spazio salariale in vista dell’Estate, inoltre i Minnesota Timberwolves cedono subito Luke Babbitt (selezionato al numero 16) e assieme a Ryan Gomes lo spediscono a Portland per Martell Webster.
    Da riportare anche un record: l’Università di Kentucky piazza ben 5 giocatori nel primo giro del Draft NBA: Wall alla 1, Cousins alla 5, Patterson alla 14, Bledsoe alla 18 e Orton alla 29.

  • NBA: Denver tratta per il rinnovo di Carmelo Anthony

    I Denver Nuggets si stanno muovendo per cercare di allungare di ulteriori 3 anni sulla scadenza il contratto della loro stella e uomo franchigia Carmelo Anthony.

    Anthony sarebbe stato free agent quest’Estate assieme agli altri top players usciti dal draft del 2003 come Dwyane Wade, Chris Bosh ma soprattutto LeBron James, solo che 2 stagioni fa l’ex talento dell’Università di Syracuse esercitò l’opzione di rinnovo a suo favore rimanendo legato quindi per un ulteriore anno rispetto agli altri suoi coetanei.

    L’idea dei Nuggets è quella di firmare quindi il giocatore per altre 3 stagioni facendo sì che Anthony diventi una bandiera e simbolo di Denver e della franchigia.

    Non ci sono ancora voci che danno l’affare sulla buona strada, di sicuro Denver dovrà investire già in questa Estate portando qualcun’altro in quel del Colorado per consentire ad Anthony di tornare almeno alle Finali di Conference, come nello scorso campionato dove si arresero solo ai Lakers poi campioni NBA.
    La situazione però appare molto difficile in quanto la crisi economica che attanaglia gli “States” permette solo a poche squadre di avere fondi da investire sul mercato e i Denver Nuggets non appaiono certo una di queste fortunate franchigie. Resta da vedere se ci sarà un ripensamento dirigenziale cercando di rinforzare la squadra che comunque appare già di un discreto livello, anche se quest’anno non ha fatto strada nella post season per via della sfortuna che ha colpito l’allenatore George Karl, ritrovatosi con un cancro alla gola a metà stagione e messo fuori gioco dalla panchina all’inizio dei playoff per le cure chemioterapiche.
    Utah, l’avversaria dei Nuggets ha approfittato della mancanza di guida di Karl ed ha eliminato la squadra del Colorado per 4-2.
    Nel mirino delle critiche quindi sono finiti i leader di squadra, soprattutto il leader vero: Carmelo Anthony.
    Melo ha disputato la solita regular season con 28.2 punti (30.7 nei Playoffs), 6.6 rimbalzi e 3.2 assist, ottima nelle cifre ma nella sostanza si è rivisto il vecchio Melo; quello da 30 punti con 30 tiri, molti e troppi 1 contro 1 forzando il più delle volte e una leadership all’interno dello spogliatoio non molto riconosciuta, basti vedere le polemiche interne con J.R. Smith quando lo stesso Anthony dopo il K.O. in Gara 4 nella serie contro Utah disse che non poteva far tutto da solo.

    Insomma una situazione in evoluzione che tra qualche settimana dovrà essere chiarita se i biancocelesti vorranno programmare nel migliore dei modi la prossima stagione.

  • NBA: La Draft Lottery premia Washington, seconda scelta per Philadelphia, solo terzi i Nets che avevano il peggior record

    Nella notte c’è stata la Draft Lottery NBA, uno degli eventi più seguiti negli Stati Uniti, che rende ufficiali tramite un sistema di lotteria, l’ordine delle squadre che al Draft potranno scegliere i migliori giocatori provenienti dalle Università e dall’Europa. Ovviamente partecipano a questa selezione solo le 14 squadre non qualificate per la post season, che ovviamente hanno bisogno di “aiuto” per riemergere dopo un anno da dimenticare. Dopo queste 14 squadre, infatti, l’ordine di scelta per chi ha ottenuto la qualificazione ai playoff, segue l’ordine del record di vittorie-sconfitte in stagione (esempio i Cavaliers avranno la 30esima scelta perchè hanno ottenuto il miglior record, Orlando la 29esima visto che è stata la seconda migliore squadra della Lega in stagione regolare, i Lakers la 28 esima e così via)

    C’era tanta attesa per i Nets che avevano avuto in stagione il peggior record (12 vittorie e 70 sconfitte), pronti a rifondare la squadra con la possibile prima scelta e con il mercato dei giocatori free agent visto l’enorme spazio salariale a disposizione.
    Identica situazione per Minnesota, che in regular season aveva ottenuto qualche vittoria in più rispetto ai disastrati Nets.

    E invece la “follia” delle palline nell’urna ha premiato una delle squadre più sfortunate nell’intero anno cestistico, ovvero i Washington Wizards, che tra cessioni illustri per motivi di bilancio (Antawn Jamison ai Cavaliers di James e Caron Butler ai Mavericks di Nowitzki) e guai con la legge per l’esuberanza di alcuni giocatori della franchigia capitolina (vedi caso Gilbert Arenas per la famosa faccenda delle armi da fuoco portate nello spogliatoio dei Wizards durante gli allenamenti della squadra, gesto che è costato sospensione per tutto l’anno sportivo più multa e ore di servizi sociali al numero 0 di Washington) ha invece ricevuto in dote dalla fortuna la serie di numeri che dà la possibilità di sceglier per primi nel prossimo Draft del 24 giugno. I Wizards avevano il quinto peggior record e hanno compiuto quindi un prodigioso balzo in avanti avendo solo l’8,8% di aggiudicarsi il primo posto, scavalcando New Jersey Nets, Minnesota Timberwolves, Sacramento Kings e Golden State Warriors.
    Altra squadra baciata dalla buona sorte sono stati i Philadelphia 76ers che hanno ottenuto la seconda scelta assoluta benchè la posizione di partenza fosse la sesta. Troppo esigue le percentuali dei Toronto Raptors di Andrea Bargnani (0,6%) di arrivare primi, veramente un’inezia al confronto degli altri.

    Poi nessun’altra sorpresa con i Nets appunto che sono scalati al terzo posto (con una grandissima delusione), Minnesota al quarto, Sacramento al quinto, Golden State al sesto e via dicendo.
    Grande opportunità quindi per Wizards e 76ers che si spartiranno i 2 migliori talenti Universitari, ovvero il fenomeno John Wall (talentuosissimo play-guardia di Kentucky University in odore di essere scelto come primo assoluto) ed Evan Turner (guardia-ala piccola tuttofare di Ohio State University che eccelle in ogni singola statistica di gioco, dai punti, agli assist, ai rimbalzi per finire alle stoppate e alle palle rubate). Sono loro i premi per Washington e Philadelphia che potranno tranquillamente ricostruire nel giro di pochi anni su questi 2 fenomeni!

    Di seguito riportiamo l’ordine di probabilità delle squadre di ottenere la prima scelta assoluta a seconda del loro (peggiore) piazzamento in stagione (che fa riferimento alla regular season 2009-2010):

    1 New Jersey Nets: 250 combinazioni, 25% di probabilità di poter avere la prima scelta
    2 Minnesota Timberwolves: 199 combinazioni, 19.9% di probabilità
    3 Sacramento Kings: 156 combinazioni, 15.6% di probabilità
    4 Golden State Warriors: 119 combinazioni, 11.9% di probabilità
    5 Washington Wizards: 88 combinazioni, 8.8% di probabilità
    6 Philadelphia 76ers: 63 combinazioni, 6.3% di probabilità
    7 Detroit Pistons: 43 combinazioni, 4.3% di probabilità
    8 Los Angeles Clippers: 28 combinazioni, 2.8% di probabilità
    9 Utah Jazz (ricevuta dai New York Knicks): 17 combinazioni, 1.7% di probabilità
    10 Indiana Pacers: 11 combinazioni, 1.1% di probabilità
    11 New Orleans Hornets: 8 combinazioni, 0.8% di probabilità
    12 Memphis Grizzlies: 7 combinazioni, 0.7% di probabilità
    13 Toronto Raptors: 6 combinazioni, 0.6% di probabilità
    14 Houston Rockets: 5 combinazioni, 0.5% di probabilità

    E ora riportiamo l’ordine del Draft dopo la “Lottery”:

    1. Washington Wizards
    2. Philadelphia 76ers
    3. New Jersey Nets
    4. Minnesota Timberwolves
    5. Sacramento Kings
    6. Golden State Warriors
    7. Detroit Pistons
    8. Los Angeles Clippers
    9. Utah Jazz
    10. Indiana Pacers
    11. New Orleans Hornets
    12. Memphis Grizzlies
    13. Toronto Raptors
    14. Houston Rockets

    Appuntamento al 24 giugno con il Draft, dunque, primo grande appuntamento per iniziare a capire i destini delle squadre per la stagione 2010-2011!

  • NBA: Joe Johnson in trattativa con Miami, idea Tony Parker per i Knicks

    Stando alle ultime voci di mercato, la stella degli Atlanta Hawks, la guardia tiratrice Joe Johnson, sarebbe finita nel mirino dei Miami Heat.
    Dopo l’imbarazzante serie di playoffs contro Orlando, il numero 2 degli Hawks ha dichiarato che, da free agent qual’è, prenderà in considerazione tutte le opzioni possibili durante l’estate, compresa la possibilità di giocare a fianco di Dwyane Wade.

    Dopo Gara 3 contro i Magic si era discusso del suo valore effettivo; JJ è sicuramente un giocatore di prima fascia ma dopo le prestazioni contro i Magic, il suo contratto potrebbe essere ritoccato.
    Di oggi il rumor che dalla Florida è arrivata la notizia di un forte interessamento della compagine di Pat Riley: l’ex coach dei Lakers ha come priorità massima quella di riconfermare la sua stella Wade e come seconda quella di trovargli un alfiere di rilievo.
    Il “Miami Herald” riporta anche le parole del diretto interessato che non disdegna la meta:

    Sarebbe una grande opzione e un’ottima situazione per me!“.

    Riley ha detto che prima del primo di luglio non avrà l’occasione di parlare con le parti interessate, ma che farà di tutto per poter ri-portare Miami ad alti livelli. Da non dimenticare che lo stesso Riley sta pensando di tornare personalmente ad allenare gli Heat.

    Johnson ha affermato di non avere problemi ad accettare il ruolo di spalla all’uomo franchigia, descrivendo quindi la situazione salariale di Miami come molto interessante.
    In effetti non sono molte le squadre nelle condizioni degli Heat: se rifirmeranno Wade, avranno comunque altri 25 milioni liberi nel salary cap per portare in Florida almeno due free agents di livello.

    La priorità del presidente, dopo aver rifirmato Wade, è ovviamente quella di sondare il terreno per arrivare addirittura a LeBron James, ma la lista dei desideri non finisce qui: in mente ci sono Chris Bosh, Amar’e’ Stoudemire, Carlos Boozer oltre al sopracitato Johnson, tutti questi sono in pole position. E’ molto probabile che Wade incontrerà James, Bosh e Johnson per capire dove giocheranno la prossima stagione e progettare il proprio futuro. Saranno tutti tasselli quasi ad incastro!

    Dal canto loro, gli Hawks necessitano di un innesto importante per fare il salto di qualità, ma la firma di un free agent di livello passa chiaramente dalla conferma di Joe Johnson, senza di lui cadrebbe ogni tipo di interesse verso la franchigia di Atlanta da parte dei giocatori che si svincoleranno da giugno.

    Un’altra intrigante possibile destinazione per Johnson, anche se meno chiacchierata, potrebbe essere Phoenix: ritornerebbe a giocare con sui ex compagni Nash e Stoudemire in una squadra potenzialmente da titolo.

    Tra Tony Parker (playmaker di 27 anni, 28 da compiere il 17 maggio) e i San Antonio Spurs c’è aria di divorzio e i New York Knicks sono pronti ad approfittarne!
    Il “New York Daily News” trascrive l’interessamento della compagine di Donnie Walsh verso il francese, forte del fatto che anche la moglie di Parker, Eva Longoria, famosa attrice, gradirebbe un trasferimento nella “Grande Mela” per dare ancora più luce alla sua carriera cinematografica.
    Inoltre dal Texas arrivano sempre più voci che Gregg Popovich, capo allenatore degli “Speroni” abbia ormai lasciato il francese per abbracciare il nuovo fenomeno di squadra George Hill mentre Nicolas Batum, ala dei Portland Trail Blazers e compagno di Nazionale di Tony, ha rilasciato un’intervista dove dichiara che Parker non lascerà mai San Antonio.
    Dove sta la verità? le prossime settimane saranno cruciali per capirlo…

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Avanzano Lakers e Magic

    Ancora un altro “sweep” per gli Orlando Magic, unica squadra imbattuta in questi playoff.
    Atlanta deve cedere il passo nei confronti di una squadra in cui tutto gira a meraviglia.
    Hawks dominati come al solito con il tiro da 3 punti e gara mai in discussione, condotta dall’inizio fino alla fine.
    4 triple a testa per Lewis (17 punti, 6 rimbalzi, 5 assist), Carter (22 punti), e Pietrus (12 punti) con quest’ultimo che nell’intera serie ha infilato 11 tiri dalla lunga distanza. Per gli Hawks è una brutta eliminazione, la fatica prodotta nella serie contro Milwaukee ha inciso in modo determinante. Altra pessima serata al tiro (40%) con un Joe Johnson molto deludente che chiude gara 4 con 5/15 dal campo e la serie con 17/57. Dall’altra parte, Dwight Howard (13 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate) ha sbagliato solo 5 tiri (27/32) nella serie. Bene anche Nelson con 16 punti e 9 assist.

    Dopo l’enorme fatica nel turno precedente contro i Thunder di Kevin Durant in cui si è rischiata fortemente gara 7, i Lakers spazzano via con un “cappotto” i Jazz.
    Nel primo quarto la partita si mantiene su un sottile equilibrio, prontamente spezzato da 2 schiacciate di Shannon Brown a cavallo tra fine primo e inizio secondo periodo. Il +9 Lakers si trasforma in un clamoroso +22 con un Gasol dominante su tutti e 2 i lati del campo che trascina i suoi sul 57-35. Utah non molla e grazie all’inventiva di Williams ritorna sul -5 con la giocata di Boozer nella seconda metà del terzo quarto. Ma è solo un’illusione visto che 2 canestri di Bryant e la tripla di Odom riportano i Lakers sulla doppia cifra di vantaggio. All’inizio del quarto parziale l’esperienza di Fisher porta alla causa 6 punti con una tripla e tre liberi consecutivi. Utah risponde con il solito e mai arrendevole Williams ma le triple di Brown ed il dominatore Gasol di questa gara 4 chiudono l’incontro.
    Lo spagnolo chiude con 33 punti e 14 rimbalzi, Bryant ne segna 32, bene Brown dalla panchina (12 punti) e l’impatto di Odom sulla gara (10 punti). Fondamentale anche l’esperienza di Fisher nei momenti delicati.
    Per i Jazz 21 punti a testa per Williams (ma 0/7 da 3) e Millsap, Miles ne aggiunge 15 e Boozer va in doppia doppia con 10 punti e 14 rimbalzi, ma contro questi Lakers non basta. Onore ad Oklahoma City che nel turno precedente aveva fatto sembrare i campioni un pò bolliti: invece L.A. ha dimostrato il contrario, a dimostrazione che i Thunder se avessero preso qualche altra squadra nel primo turno sarebbero passati perchè è una franchigia in rapida crescita ed una delle più forti della Lega.
    Ad Attendere i gialoviola ora ci sono i Suns per una serie che si presenta veramente interessante.

    Risultati NBA del 10 maggio 2010

    Atlanta Hawks – Orlando Magic 84-98
    –> Atl: Crawford 18, Josh Smith 16, Johnson 14 – Orl: Carter 22, Lewis 17, Nelson 16
    Utah Jazz – Los Angeles Lakers 96-111
    –> Uta: Williams 21, Millsap 21, Miles 15 – Lak: Gasol 33, Bryant 32, Brown 12

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-2
    Magic-Hawks 4-0 (Magic alla Finale di Conference)
    Lakers-Jazz 4-0 (Lakers alla Finale di Conference)
    Suns-Spurs 4-0 (Suns alla Finale di Conference)

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Lakers e Magic vanno sul 3-0

    Partita senza storia ad Atlanta dove i Magic spazzano via gli Hawks per la terza gara di fila.
    30 punti il divario, dovuto alle basse percentuali di Atlanta dal campo (35% da 2, 26% dalla lunga distanza) e dal dominio a rimbalzo degli avversari (51-34).
    Top scorer è Rashard Lewis con 22 punti, mentre Howard ne piazza 21 con 16 rimbalzi. Nelson si ferma a quota 14.
    Per gli Hawks gli unici a non arrendersi sono Crawford (22 punti) e Josh Smith (15+11 rimbalzi).
    Gara 4 in programma il 10 maggio potrebbe sancire la matematica qualificazione per la Finale di Conference da parte dei Magic.

    A Salt Lake City gara tiratissima dove i Lakers ancora una volta riescono a spuntarla nel finale. Utah parte forte e nei primi 2 quarti riesce ad allungare facilmente ma i gialloviola sebbene in difficoltà riescono a stare a galla. Il ritorno di Kirilenko permette ai Jazz di riuscire a contrastare meglio gli avversari sui rimbalzi (che alla fine saranno 42-39 per Los Angeles ma senza netto dominio come nelle precedenti 2 gare della serie). La svolta arriva a 8 minuti dala fine del terzo quarto quando un tiro da 3 di Bryant porta L.A per la prima volta in vantaggio sul 60-59. Da quel momento la partita viene giocata punto a punto fino al convulso finale: sul 103-102 per i Laker una tripla di Korver ad 1 minuto dalla fine sembra poter dare l’inerzia dell’incontro ai Jazz che però subiscono la tripla di Bryant per il pareggio a quota 106 a 47 secondi dalla fine. Williams riporta avanti i padroni di casa sul 108-106 ma ancora una tripla di Fisher manda avanti i gialloviola 109-108. Si arriva così agli ultimi 6 secondi sul 111-110 per gli ospiti che hanno il pallone in mano sulla rimessa che può chiudere i conti. Bryant però consegna il possesso ai Jazz sbagliando la rimessa che è preda di Korver. Dell’ultimo tiro si incarica Williams ma senza fortuna tocca il ferro, il rimbalzo è per Matthews che corregge ma quando tutto sembra andare per il verso giusto incredibilmente la palla esce e i Lakers portano a casa il punto del 3-0. Ottimo Bryant con 35 punti, ben assisstito da artest e Fisher (20 punti). Gasol solito dominatore sotto i tabelloni (14 punti e 17 rimbalzi, quasi la metà di L.A.).
    A Utah non sono bastati un grande Williams (28 punti) e un ottimo Korver (23) con Boozer che ha aggiunto 14 punti e 14 rimbalzi.
    Gara 4 in programma lunedì ma ormai la Finale di Conference aspetta solo l’ufficialità perchè sarà tra Lakers e Suns.

    Risultati NBA dell’8 maggio 2010

    Atlanta Hawks – Orlando Magic 75-105
    –> Atl: Crawford 22, Josh Smith 15, Horford 11 – Orl: Lewis 22, Howard 21, Nelson 14
    Utah Jazz – Los Angeles Lakers 110-111
    –> Uta: Williams 28, Korver 23, Boozer 14 – Lak: Bryant 35, Artest 20, Fisher 20

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-1
    Magic-Hawks 2-0
    Lakers-Jazz 2-0
    Suns-Spurs 3-0

  • NBA: Ecco il miglior quintetto della stagione

    Sono stati resi noti i migliori quintetti NBA.
    Sostanzialmente non ci sono sorprese, con i migliori giocatori attualmente nella Lega a ricoprire i rispettivi ruoli.

    Come guardie sono stati selezionati Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers e Dwyane Wade dei Miami Heat, come ali Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder e LeBron James dei Cleveland Cavaliers e come centro Dwight Howard degli Orlando Magic.

    James è alla terza stagione consecutiva nella prima migliore squadra ed ha anche superato Larry Bird come migliore ala piccola in assist messi a referto in una singola stagione con la media di 8.6 in questa annata. Il numero 23 è anche stato nominato Giocatore della Eastern Conference per quattro volte questa stagione (e per di più consecutive tra novembre e febbraio) vincendo il secondo MVP di seguito.
    Howard, anche lui selezionato per la terza volta consecutiva è il primo a guidare il campionato sia in rimbalzi che in stoppate ed ha realizzato in questa stagione la bellezza di 64 doppie doppie di cui tre con 20punti e 20rimbalzi. Lui e James hanno ottenuto l’unanimità dei voti per il primo quintetto con 122 voti su 122.
    Bryant invece, selezionato per la quinta volta consecutiva, ne ha collezionate otto in carriera. Arrivato quarto in campionato per punti segnati (27 di media) con 5.4 rimbalzi e 5 assist è inoltre il secondo giocatore attivo insieme a Shaquille O’Neal con più presenze nel primo quintetto dietro solo a Duncan che ne ha collezionate nove.
    Durant, vera sorpresa stagionale, è invece al suo primo miglior quintetto dopo essere stato il giocatore più giovane a vincere la classifica dei marcatori con 30.1 punti di media per partita. Durant è stato anche giocatore del mese ad aprile dopo aver fatto almeno 30 punti in sette partite consecutive. Stagione straordinaria per il talento dei Thunder che ha bruciato tutte le tappe diventando in sole 3 stagioni una delle stelle più luminose del palcoscenico della NBA secondo solo all’irraggiungibile James.
    Al suo secondo miglior quintetto di fila, invece, Wade che assieme al solito LeBron James è l’unico dei vincitori del miglior quintetto NBA a comparire nella top 10 per punti, assist e rimbalzi con le medie di 26.5 punti, 6.5 assist e 4.8 rimbalzi a partita.

    Nel secondo miglior quintetto invece troviamo 2 giocatori di Phoenix (Stoudemire e Nash, segno di quanto abbia operrato bene il G.M. Steve Kerr nella costruzione della squadra che è tornata agli antichi splendori), poi una superstar come Melo Anthony e 2 grandissimi atleti come Deron Williams e Dirk Nowitzki.

    Di seguito riportiamo i 3 migliori quintetti con i voti ottenuti in totale tra parentesi:

    Primo quintetto All-NBA: LeBron James, Cleveland Cavaliers (610 punti); Kevin Durant, Oklahoma City Thunder (579 punti); Dwight Howard, Orlando Magic (610 punti); Kobe Bryant, Los Angeles Lakers (604 punti); Dwyane Wade, Miami Heat (520 punti)

    – Secondo quintetto All-NBA: Carmelo Anthony, Denver Nuggets (321 punti); Dirk Nowitzki, Dallas Mavericks (356 punti); Amar’è Stoudemire, Phoenix Suns (239 punti); Steve Nash, Phoenix Suns (366 punti); Deron Williams, Utah Jazz (343 punti)

    – Terzo quintetto All-NBA: Tim Duncan, San Antonio Spurs (125 punti); Pau Gasol, Los Angeles Lakers (94 punti); Andrew Bogut, Milwaukee Bucks (149 punti); Joe Johnson, Atlanta Hawks (118 punti); Brandon Roy, Portland Trail Blazers (87 punti)

  • NBA: James con il solito dolore al braccio, Bynum non vuole operarsi

    Non accenna a diminuire il dolore al braccio destro di LeBron James che per precauzione è stato sottoposto a nuovi esami. Per questo motivo il numero 23 dei Cavs ha saltato l’ultimo allenamento.
    LBJ si è sottoposto ancora ad un altra radiografia al gomito in quanto il dolore è ancora presente e alquanto fastidioso (in gara 2 contro i Celtics si è notato che qualcosa non andava, vedendo alcune sue giocate).
    Coach Mike Brown ha cercato di distogliere le attenzioni dei suoi nei confronti della sua superstar:

    Ho detto ai miei ragazzi di pensare a quello che è successo in gara 2 e come risollevarci“.

    In merito alle condizioni fisiche di James, Brown non ha voluto indagare:

    Mi fido dello staff medico e dei giocatori, non voglio sapere niente“.

    A parlare è stato anche il primo alfiere di James, Mo Williams, un fantasma in gara 2 con soli 4 punti a referto, che ha dichiarato:

    Lui non dice mai nulla, anche se il dolore fosse stato insopportabile, avrebbe giocato. Non andate a chiedergli se vuole riposare o sedersi in panchina. Dobbiamo comunque pensare a noi e dare di più cosicché non lo costringeremo a fare numeri e forzare ulteriormente la situazione del suo gomito

    James scenderà in campo in gara 3 a Boston, la corsa al titolo è più importante di qualsiasi altra cosa.

    Il centro dei Los Angeles Lakers Andrew Bynum soffre, come già detto nei giorni scorsi, di una microfrattura al menisco del ginocchio destro, ma rifiuta l’operazione.
    Malgrado i medici abbiano consigliato al giocatore di sottoporsi al trattamento, facendogli capire quanto sia necessario onde evitare guai peggiori vista la situazione molto delicata delle sue ginocchia, Andrew non vuole perdere tempo:

    Stringerò i denti e giocherò, posso sopportare il dolore, per l’operazione ci sarà tempo dopo!

    Aggiungendo infine:

    Il medico mi ha assicurato che non rischio seri problemi (ma qui abbiamo qualche dubbio!), quindi finché il dolore non sarà irresistibile, io giocherò“.

    Decisione veramente rischiosa e pericolosa per l’ex allievo di Kareem Abdul-Jabbar che già in passato ha avuto problemi di non poco conto col ginocchio.

    Sempre a proposito di Lakers, i rivali dei gialloviola nelle semifinali di Western Conference, gli Utah Jazz hanno reso noto che Andrei Kirilenko potrebbe rientrare già dalla prossima gara contro i campioni in carica che si disputerà sul parquet amico di Salt Lake City. Il recupero del russo è importantissimo visto che Okur, infortunatosi nella serie contro Denver, ha finito la stagione per la rottura del tendine d’achille e il reparto lunghi piange, messo sotto tra l’altro dai lunghi di Los Angeles nelle prime 2 gare della serie. Gara 3 sarà vitale per i Jazz che sperano nel recupero di Kirilenko per avere qualche chance in più di battere gli avversari.

    A proposito di infortuni, si registra un problema alla caviglia per Mickael Pietrus degli Orlando Magic.
    Il francese si è slogato la caviglia destra in un allenamento. Non è la prima volta in stagione che l’ex Golden State si sloga la caviglia, nella prima occasione fu costretto a saltare 3 partite, in questi playoff l’ala viaggia a 9.0 punti, 1.30 rimbalzi e 0.3 assist in 18.8 minuti d’impiego medio.

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Orlando distrugge Atlanta, Bryant porta i Lakers sul 2-0

    Gara 1 tra Magic ed Hawks finisce con una disfatta per gli ospiti, sommersi sotto 43 punti di scarto. Margine che tocca anche il massimo sul +46 per i padroni di casa che devono tenere testa ad Atlanta solo nel primo periodo terminato 25-23. Nei successivi 2 periodi però la pessima giornata al tiro dei ragazzi di Woodson (34%) e la grande difesa di Orlando fanno si che i rossoblu della Georgia mettano assieme solo 21 punti. Dominio sotto i tabelloni per i neroazzurri della Florida (53-35 a rimbalzo, 56-34 i punti nel pitturato), con un Howard tornato a grandi livelli (21 punti, 12 rimbalzi e 5 stoppate). Buono l’apporto di Carter e Nelson rispettivamente con 20 e 19 punti. Horford, come al solito quando si trova davanti centri di assoluto livello, fornisce una prova a dir poco imbarazzante con 4 punti (1/7 dal campo) e 6 miseri rimbalzi. Solo 3 uomini in doppia cifra per Atlanta: Josh Smith 14, Johnson 10 e Pachulia 12. Gara 2 è in programma giovedì 6 maggio sempre all’Amway Arena di Orlando.

    I Lakers battono nuovamente i Jazz e si avvicinano all’ennesima finale di Conference. Gara senza storia perchè i gialloviola ne tengono il comando per tutta la durata, tranne nel quarto quarto quando Utah si rifà minacciosa arrivando sul -4.
    Ma qui Kobe Bryant si ritrova nella fase preferita della sua partita e la chiude segnando 8 punti. Alla fine saranno 30 i punti per il numero 24, ben supportato da Gasol (22 punti e 15 rimbalzi) e Bynum (17+14 rimbalzi e 4 stoppate). Bene anche Artest con 16 punti e Odom in doppia doppia da 11 punti e 15 rimbalzi (con 4/4 dal campo). Ai Jazz non bastano i 26 punti e 11 rimbalzi di Millsap e i 20 e 12 rimbalzi di Boozer. Ottimo Miles che chiude anche lui a quota 20 punti, mentre Williams passa una serata un pò anonima mettendo a referto 15 punti e 9 assist. Ora si va tutti a Salt Lake City e se Utah vorrà riaprire la serie sarà costretta a vincere entrambe le partite. Gara 3 è in programma sabato 8 maggio.

    Risultati NBA del 4 maggio 2010

    Orlando Magic – Atlanta Hawks 114-71
    –> Orl: Howard 21, Carter 20, Nelson 19 – Atl: Josh Smith 14, Pachulia 12, Johnson 10
    Los Angeles Lakers – Utah Jazz 111-103
    –> Lak: Bryant 30, Gasol 22, Bynum 17 – Uta: Millsap 26, Boozer 20, Miles 20

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 1-1
    Magic-Hawks 1-0
    Lakers-Jazz 2-0
    Suns-Spurs 1-0

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Los Angeles Lakers – Utah Jazz

    2 squadre che si conoscono alla perfezione, 2 allenatori che nella post season hanno fatto la storia della NBA come possono dimostrare le finali del 1997 e del 1998 con Sloan inamovibile sulla panchina di Salt Lake City e Phil Jackson a guidare gli imbattibili Chicago Bulls di Michael Jordan prima di approdare nella “città degli angeli”.
    Lakers e Jazz si sono sfidati anche nei play-off del 2008 (secondo turno, vittoria di Bryant e compagni 4-2) e del 2009 (primo turno, ancora Bryant & co. vincitori, stavolta 4-1).
    Insomma tra le 2 franchigie non esistono segreti e testimonianza ne sono anche le parole di un fenomeno come Kobe Bryant:

    Nè noi nè loro abbiamo bisogno di studiare il rispettivo avversario e le sue tattiche. Noi conosciamo la loro organizzazione offensiva e difensiva, così come loro conoscono la nostra. Abbiamo giocato gli uni contro gli altri tante volte, anche nel periodo di pre-stagione. Siamo estremamente coscienti di ciò a cui andremo incontro

    Negli ultimi tre anni queste due squadre hanno mantenuto quasi inalterati i propri roster, continuando a puntare su giocatori che forniscono ampie garanzie di rendimento.
    Certamente i risultati dei gialloviola sono migliori rispetto a quelli dei Jazz (finale NBA nel 2008, campioni NBA nel 2009) ma bisogna considerare anche che a fare la differenza è la capacità di investimento della proprietà, con i Lakers che non badano a spese e Utah a centellinare i centesimi da spendere pur mantenendo una squadra di livello altissimo.
    La serie però non è così scontata come in molti possono pensare per via di molteplici letture ed analisi dei particolari

    In stagione regolare Los Angeles ha battuto i rivali per 3-1 negli scontri diretti ed è stata una delle poche franchigie ad andare ad espugnare il difficilissimo campo di Salt Lake City.
    Tuttavia saranno da valutare le condizioni di Andrew Bynum che soffre per un guaio al menisco: lo staff medico preferirebbe operarlo e risolvere il problema che potrebbe portare poi parecchie noie in futuro, il giocatore vuole giocare fino all fine dei playoff ma va incontro a grandi rischi. Vedremo come sarà decisa la questione che non appare di poco conto perchè avendo i Jazz Okur fuori gioco, l’assenza di Bynum riequilibrerebbe un pò i valori sotto canestro visto che con il giovane centro in campo abile e arruolato ci sarebbero possibilità minime per la franchigia dello Utah.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa di notizie certe su Bynum che se giocherà manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina. Poi ci sarà anche bisogno di Farmar Walton e Brown.
    Utah dovrebbe proporre questo quintetto: Deron Williams e Wes Matthews come guardie, C.J. Miles (che sostituisce ancora l’infortunato Andrei Kirilenko che comunque dovrebbe essere agli sgoccioli del suo infortunio) e Carlos Boozer come ali e Kirilo Fesenko come centro. Dalla panchina l’energia di Paul Millsap sarà preziosa e l’apporto di Ronnie Price e i tiri da 3 di Kyle Korver saranno le chiavi per scardinare la difesa dei Lakers. Per dare fiato a Fesenko (vero punto debole purtroppo per i Jazz) si alzerà Kosta Koufos che ha dimostrato di poter dare un buon apporto alla causa giocando almeno con applicazione rispetto all’ucraino.

    Le chiavi della serie (a parte la presenza o meno di Bynum di cui abbiamo già parlato) saranno principalmente 3: per i Lakers bisognerà fermare Deron Williams (e Fisher non sembra in grado di farlo così come non è stato capace con Westbrook dei Thunder). Il playmaker dei Jazz è uno dei giocatori più in forma dell’intera Lega. La sua squadra non avrebbe mai potuto eliminare i Nuggets al primo turno, se non avesse ricevuto un apporto così decisivo da parte del suo leader.
    Le cifre parlano chiaro con 26 punti e 11 assist, con un lavoro in regia quasi perfetto ed una capacità di trovare il canestro che fa veramente paura (50% dal campo per lui). Williams è un playmaker forte e veloce, e può mettere in grande difficoltà i Lakers, che soffrono giocatori di questo tipo.
    Quale sarà la contromossa di Phil Jackson? Probabilmente, in Gara 1, sarà comunque Derek Fisher ad occuparsi del temibile avversario. Se poi Fisher dovesse risultare inadeguato, allora con tutta probabilità verrà chiesto a Kobe Bryant di occuparsi della marcatura (stesso iter usato per Westbrook nel turno precedente).
    Poi bisognerà che Artest e Odom salgano di livello, non tanto in difesa (Artest ha limitato, nella serie contro Oklahoma, molto bene il capocannoniere della Lega Kevin Durant, quanto in attacco perchè nel turno precedente contro i Thunder ciò non si è verificato e i Lakers hanno avuto parecchie difficoltà nel gioco offensivo (tranne in gara 5). Soprattutto Artest è chiamato a migliorare il suo 18% dall’arco da 3 punti nella serie appena conclusa!
    I problemi di Utah vengono dalla rotazione corta per via degli infortuni: Utah avrà a disposizione solo 7 uomini realmente competitivi: Williams, Matthews, Miles, Boozer, Korver, Millsap, Price. Fesenko e Koufos si alterneranno nel ruolo di centro ma sono di livello inferiore rispetto agli altri anche se il greco si è dimostrato più competitivo rispetto allo statico ucraino. Kirilenko potrebbe rientrare in questa serie, anche se non prima di Gara-3.
    Non è una bella situazione. Già nella serie coi Nuggets questi ragazzi hanno fatto un grande sforzo a livello fisico, e ora saranno costretti a giocare contro dei Lakers che, comunque, muovono molto la difesa avversaria e portano sempre a spendere energie.
    Inoltre, finchè mancherà Kirilenko mancherà anche il giocatore più adatto a marcare Kobe Bryant. Sotto canestro, invece, sia Boozer che Millsap rischiano di soffrire la verticalità di Gasol, la capacità di mettere palla a terra da parte di Odom e la potenza di Bynum (se sarà sul parquet).

    Gara 2 sarà questa notte alle 10.30 pm, le 4.30 italiane.
    Questo il programma completo:
    Gara 2: Utah Jazz @ Los Angeles Lakers martedì 20 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Los Angeles Lakers @ Utah Jazz sabato 8 maggio 8.00 pm (2.00)
    Gara 4: Los Angeles Lakers @ Utah Jazz lunedì 10 maggio 10.30 pm (4.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Los Angeles mercoledì 12 maggio
    Gara 6: @ Utah venerdì 14 maggio
    Gara 7: @ Los Angeles lunedì 17 maggio