Come ogni dualismo che si rispetti, gli appassionati di tennis sono divisi da un po’ di tempo sull’ individuazione di chi sia il migliore tra Rafael Nadal e Roger Federer. Come da tradizione, ogni arco temporale ha i suoi dominatori, Mcenroe/Borg, Sampras/Agassi e le immancabili dispute su chi sia il più forte. Adesso è il turno dello spagnolo di Manacord e dello svizzero di Basilea.
Ovviamente l’ individuazione non può essere fatta in base al numero degli slam vinti, Federer comanda tutti con i suoi 16 slam, mentre Nadal, con la vittoria dell’ ultimo U.S. Open è salito a quota nove anche se il maiorchino ha davanti ancora molti anni.
Sicuramente il puro talento è prerogativa dello svizzero, unico in eleganza e completezza di colpi, il servizio è praticamente perfetto mix di potenza e precisione allo stato puro mentre, se proprio si dovesse individuare un difetto, quello è sicuramente la tenuta mentale, con lo svizzero che , ultimamente si lascia andare troppo spesso a pericolosi e continui alti e bassi di concentrazione nel corso della stessa partita; dal canto suo, lo spagnolo si fa preferire nell’impostazione del gioco, frutto dell’unicità a giocare con la mano sinistra e dal punto di vista caratteriale, infatti pochi al suo posto avrebbero cercato con tanto insistenza la vetta mondiale contro un avversario praticamente senza punti deboli come Federer e con il rischio di consumarsi dal punto di vista fisico primo del tempo naturale, situazione che lo spagnolo ha rischiato con l’ infortunio al ginocchio di tempo fa, ed anche quindi, se proprio di un difetto dovremmo parlare allora, rispetto allo svizzero vi è qualche punta di talento e di eleganza in meno.
Adesso, con Nadal tornato a pieno regime dal punto di vista fisico, la partita è di nuovo aperta a patto che Federer riesca a trovare gli stimoli necessari per mantenere viva questa rivalità che sicuramente verrà ricordata per molto tempo e che dividerà, come sempre, tutti gli appassionati di questo fantastico e crudele sport.
Rafa Nadal vince per la prima volta della sua carriera gli US Open entrando di diritto nell’Olimpo dei tennisti che hanno centrato il Grande Slam (Fred Perry, Donald Budge, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi e Roger Federer) con l’aggiunta di aver vinto tre tappe dello Slam in una sola annata preparandosi a stupire ancora tutti agli Australian Open di gennaio piazzando il poker.
Lo spagnolo, dato per finito da molti e non competitivo sul cemento, ha giocato un tennis spettacolare sotto il cielo di New York prendendosi la rivincita nella finale su lo spauracchio Djokovic in un match duro e spettacolare reso ancora più impervio dalla pioggia.
La cronaca:
In 50′ Nadal chiude il primo set sul 6-4, nel secondo Djokovic inizia a colpire la pallina come un forsennato portandosi sul 4-2, lo spagnolo si riporta sotto ma arriva l’acqua a cambiare le carte in tavola e permettere al serbo di rifiatare. Il set si chiude sul 7-5 per Djokovic (primo set perso da Nadal in tutto il torneo) ma poi Rafa non ha più soste e chiude sul 3-1 con un 6-4, 6-2.
A fine gara Djokovic incorona l’avversario “Nadal potrebbe diventare il più grande di sempre. Qui in America ha giocato il miglior tennis che abbia mai visto sul cemento, ha migliorato drasticamente il servizio, mantenendo ad altissimo livello tutto il resto. La cosa frustrante è che Rafa migliora ogni volta che l’affronti”.
La finale dell’ U.S. Open, edizione 2010, tra lo spagnolo Nadal ed il serbo Djokovic è stata rimandata ad oggi, lunedì, alle ore 22:30 italiane.
Oramai sembra diventata una tradizione la finale del Lunedì, infatti anche quest’anno, così come era accaduto nelle ultime due edizioni, il titolo agli US Open verrà assegnato con un giorno di ritardo. La pioggia che ha retto per tutto il torneo, disturbato comunque dal forte vento, non ha resistito un giorno di più e si è abbattuta sulla grande mela per tutta la giornata di domenica.
Sicuramente il giorno extra di riposo ha fatto fatto felice Nole Djokovic, protagonista sabato di una vera e propria battaglia con Federer, suggellata da un quinto set memorabile per intensità e qualità di gioco; Nadal, dal canto suo, aveva sbrigato la pratica-Youzhny con molta tranquillità, e sicuramente le sue condizioni sarebbero state migliori di quelle del serbo.
Tutto rimandato, quindi, a questa sera con inizio previsto non prima delle 16:00 ora locale (le 22:00 in Italia). Pioggia permettendo naturalmente, anche perché le previsioni meteo, ancora una volta, preannunciano poco di buono. Per Nadal vi è la possibilità di conquistare per la prima volta in carriera lo slam a stelle e strisce, mentre Nole cercherà il suo secondo slam, dopo l’ open australiano del 2008 e la conferma di essere finalmente considerato alla pari dello spagnolo e del fenomeno svizzero.
La finale dell’ Open degli Stati Uniti sarà una storia tutta tra Rafael nadal e Novak Djokovic. Infatti, dopo lo spagnolo che aveva rispettato il pronostico, battendo con relativa tranquillità Mikhail Youznhy, è arrivata la sconfitta di Roger Federer che dopo aver mancato due match point ha perso contro Novak Djokovic per 5-7 6-1 5-7 6-2 7-5.
E’ stato uno dei match più belli dell’ anno. Primo set con lo svizzero che sembra in palla, nessun calo di concentrazione e con ottime discese a rete riesce a sorprendere il serbo, facendo sua la frazione per 7-5. Secondo set ed è tutta un’ altra storia, Federer cala vistosamente non riuscendo mai a trovare nè il servizio nè una buona continuità di rendimento dal fondo, risultato un 6-1 per il serbo senza nessun ulteriori commenti. La terza frazione risulta essere sulla falsa riga della prima con lo svizzero che si risveglia dalla pausa e sul 6-5 riesce a strappare la battuta a zero portandosi avanti 2 set a uno. Nuovo black out nel quarto, dove lo svizzero sparisce di nuovo dal match, consegnando il set al serbo, tuttavia perfetto, per 6 giochi a 2. Si arriva così al quinto set dove Djokovic si dimostra veramente maturato ad altissimi livelli, riuscendo ad annullare due match point sul 4-5 e poi sul 5 pari ed a strappare la battuta ad un Federer passivo e immobile. Nell’ultimo game dell’incontro Djokovic ha recuperato da 0-30 ed ha chiuso quando Federer ha commesso il 66° errore della partita, un dritto fatale.
Federer perde dunque una semifinale con match point come contro Safin all’Australian Open del 2005. S’interrompe la striscia di 6 finali consecutive che lo svizzero aveva giocato qui tra il 2004 e il 2009. Per Djokovic è la terza finale negli slam dopo la vittoria all’Open d’Australia del 2008 e la finale persa qui nel 2007.
Nell’ altra semifinale, tutt’ altra partita con lo spagnolo di manacord che batte in tre set il russo Mikhail Youzhny per 6-2 6-3 6-4. Lo spagnolo è sempre stato in pieno controllo del match, il russo ha tenuto bene il primo turno di battuta ma è capitolato sul secondo quando Nadal ha aumentato la profondità del colpi salendo 3-1. Youzhny ha tentato subito di reagire per rimanere attaccato al suo forte avversario ed e’ arrivato anche a procurarsi la palla del contro break che pero’ Nadal ha cancellato con un servizio vincente. E dopo 42 minuti Nadal aveva gia’ messo in cascina il primo parziale per 6-2. Nel secondo l’equilibro è durato fino all’ottavo game quando il numero uno del mondo ha strappato la battuta al russo andando a servire sul 5-3 e chiudendo per 6-4. Nadal ha poi fatto il break nel secondo gioco del terzo set, ma questo volta, sul 4-3, lo ha dovuto restituire. Sul 3-4, 30-30 Youzhny ha fatto un doppio fallo e Nadal si è ripreso il break di vantaggio chiudendo la contesa dopo 2 ore e 13 minuti.
Purtroppo la delusione, dal punto di vista dello spettacolo è arrivata nella finale femminile che ha visto il trionfo di Kim Clijsters che ha rivinto per la terza volta, la seconda consecutiva, l’Open degli Stati Uniti battendo in finale la russa Vera Zvonareva per 6-2 6-1 in 60 minuti esatti.
Partita senza storia, dominata dall’esperienza della belga che ha sfruttato in pieno l’emozione della russa che fino a questo momento aveva giocato un grande torneo ma come a Wimbledon, si scoglie in finale concedendosi letteralmente senza lottare alla sua avversaria.È stata in termini di tempo (dal 1980) la finale più corta della storia degli Us Open, al pari dei 60 minuti che furono necessari a Martina Navratilova per vincere l’edizione del 1986 su Helena Sukova (6-3 6-2 lo score).
Stasera intanto, a partire dalle 22.30 ore italiane, chiusura con la finale maschile tra il favorito Rafael Nadal e Novak Djokovic. Sono 14 a 7 i precedenti favorevoli allo spagnolo che comanda 4-0 negli slam e 4-0 nelle finali. Sul cemento all’aperto invece è avanti Djokovic 5-2 che ha vinto l’ultima sfida giocata nel round robin del Masters finale di Londra nel novembre scorso.
Sarà Russia contro Belgio nella finale americana degli U.S. Open, infatti Vera Zvonareva e Kim Cljisters si contenderanno il titolo dopo aver sconfitto rispettivamente la testa di serie n. 1, la danese Caroline Wozniacki e l’ americana Venus Williams in semifinale.
Nella semifinale più nobile, la campionessa uscente Kim Clijsters ha vinto in rimonta su Venus Williams per 4-6 7-6 6-4. È stato un match giocato ad alto livello da entrambe le contendenti; l’americana ha forzato il ritmo sin dall’inizio mettendo a segno un delicato break nel settimo gioco che le ha consentito di vincere la prima frazione per 6-4. Nel secondo set la reazione della belga non si è fatta attendere, costringendo l’ americana ad andare sotto prima 3-0 e poi 5-2, ma Venus reagisce conquistando il break e portando la belga al tie break che però non gioca bene finendo per perderlo per 7-2. Nel terzo set Venus ha avuto la palla del 2-0, ma Kim è salita 3-1. Sul 4-3 la belga ha ceduto il servizio commettendo doppio fallo sul 30 pari e nel game dopo è stata Venus a fare l’identico errore che ha mandato Kim a servire per il match. La belga, che non perde qui a Flushing Meadows dal 2003, ha mantenuto agevolmente il servizio volando in finale.
Nell’altra semifinale, vittoria contro pronostico della russa Vera Zvonareva. La moscovita, che ha superato per 6-4 6-3 la danese Caroline Wozniacki, prima testa di serie del torneo. I due set hanno avuto la stessa condotta, con la russa che conquista il break nei primi game dei rispettivi set e non lasciando quasi mai spazio al rientro della danese, che tuttavia, è apparsa sotto tono rispetto alle precedenti prestazioni. La russa centra la sua seconda finale consecutiva dopo quella persa poco più di due mesi a Wimbledon. È anche la quarta russa di sempre a centrare la finale all’Open degli Stati Uniti dopo Svetlana Kuznetsova, Elena Dementieva e Maria Sharapova. Per la Wozniacki, che era testa di serie numero 1, doppia amarezza, oltre alla finale deve dire l’addio anche alla prima posizione mondiale che avrebbe conquistato ai danni di Serena Williams vincendo il torneo.
Oggi alle 18 (ora italiana) prima semifinale maschile tra Nadal e Youzhny, poi alle 20.45 la seconda tra Federer e Djokovic. All’una di notte finale femminile tra Clijsters e Zvonareva.