Tag: uefa

  • Cori antisemiti, l’Uefa indaga sulla Lazio

    Cori antisemiti, l’Uefa indaga sulla Lazio

    Dopo la notte di paura a Campo de’ Fiori, la serata della vergogna dei cori antisemiti durante il match della Lazio all’Olimpico, all’insegna di cori e striscioni razzisti, quasi a solidarizzare con i violenti aggressori incappucciati. I due avvenimenti non sono necessariamente connessi, ma il filo che li lega non sembra poi così sottile.

    Quel che ha spaventato mercoledì notte, è stata la violenza inaudita esplosa nello splendido scenario della movida romana, laddove l’episodio di una lite in un pub potrebbe essere considerato un fatto di “ordinaria amministrazione” – considerando la frequenza con cui avvengono – ed, invece, la ferocia riversatasi all’interno del pub all’indirizzo del gruppetto di tifosi del Tottenham ha sconvolto tutti. Come in un film dell’orrore, d’improvviso, sono piombati all’interno ed hanno letteralmente preso d’assalto il locale, accanendosi contro il gruppo con ogni possibile mezzo da guerriglia urbana: mazze da baseball, tirapugni, cinghie, coltelli. In pochi minuti il locale si è trasformato in una pozza di sangue, volavano pezzi di sedie, tavoli, e tutti coloro che hanno assistito alla scena, anche da lontano, ne sono rimasti scioccati: uno degli inglesi “era tutto bianco, sembrava morto” come afferma una residente che ha osservato dalla propria finestra il tremendo spettacolo.

    La cronaca ha poi raccontato di una lesione all’aorta per uno dei colpiti – ma fortunatamente le sue condizioni stanno migliorando – e di altre ferite meno gravi per gli altri componenti del gruppo inglese, oltre che di un ultrà romanista arrestato per essere stato riconosciuto come “parte attiva” dell’aggressione. Il movente, come ipotizzato fin dalle prime ore, potrebbe essere l’antisemitismo, considerando che la squadra e la tifoseria del Tottenham tradizionalmente appartengono al quartiere ebraico posto a nord di Londra, adoperando come propri simboli anche la stella di Davide. Questo aspetto non fa che rendere ancora più deplorevole l’episodio, come ha sottolineato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, e la gravità è stata ulteriormente accentuata e sottolineata da quanto accaduto allo stadio Olimpico durante il match di Europa League fra Lazio e Tottenham.

    Curva Nord della Lazio
    Curva Nord della Lazio, striscioni e cori antisemiti | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Dalla paura alla vergogna, appunto: dopo quanto accaduto, era lecito aspettarsi un comportamento consono da parte dei tifosi presenti allo stadio ed, invece, è accaduto tutt’altro. Nella curva Nord della Lazio sono stati esposti striscioni con scritte pro-Palestina, e cori antisemiti ed offensivi nei confronti dei “Juden”, ossia Giudei, accompagnati da “bu” razzisti all’indirizzo dei giocatori di colore degli Spurs, in un clima di grandissima tensione nonostante la soddisfazione per il risultato ottenuto sul campo dalla Lazio, che ha conquistato la qualificazione ai sedicesimi di Europa League.

    Un risultato del campo che, però, potrebbe non essere definitivo considerando che – a seguito dei comportamenti tenuti da una parte della Curva Nord – l’Uefa ha deciso di aprire un’indagine disciplinare per verificare l’accaduto e che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe portare anche ad una penalizzazione della squadra di qualche punto togliendole qualche punto in classifica e costringendola a riconquistare la qualificazione all’ultima giornata. Alternativamente, se si scegliesse per una strada meno rigida, potrebbe esservi la squalifica del campo per le gare Europee, oppure l’obbligo di disputare le gare di Europa League a porte chiuse.

    Sulla decisione dell’Uefa potrebbe pesare significativamente il precedente della gara d’andata disputata a White Hart Lane, dove alcuni tifosi che hanno seguito la squadra di Petkovic nella trasferta londinese, hanno dato sfogo ad altri comportamenti razzisti sempre nei confronti dei calciatori del Tottenham oltre che, anche in quel caso, intonato cori antisemiti: sommando ciò che è accaduto nella gara di andata e ritorno, e senza considerare l’episodio di Campo de’ Fiori perchè avvenuto lontano dallo stadio e senza una diretta riconducibilità al club, il provvedimento potrebbe essere esemplare.

  • Napoli deferito per illecito, ecco cosa rischia

    Napoli deferito per illecito, ecco cosa rischia

    La settimana terribile del Napoli. Come se non bastassero i due ko di fila contro la Juventus in campionato e il Dnipro in Europa League, i partenopei devono fare i conti con alcuni grattacapi di natura diversa. Quello decisamente più serio arriva dal filone napoletano del calcioscommesse con riferimento alla ormai famosa partita tra la Sampdoria e gli azzurri della stagione 2009/2010, allorquando il portiere Matteo Gianello insieme all’allenatore di base Gianluca Giusti, proposero a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, secondo quanto affermato dagli inquirenti, di alterare il risultato dell’incontro a favore della Sampdoria al fine di effettuare scommesse sicure, e offrendo per questo del denaro ai due compagni che però avrebbero rifiutato la proposta.

    Per questi motivi la Procura Federale ha deferito alla disciplinare Cannavaro e Grava per omessa denuncia mentre per Gianello e Giusti le accuse sono di illecito sportivo. Deferito allo stesso tempo anche il Napoli per responsabilità oggettiva. “Sono tranquillo perché quando c’è una persona che ha commesso un illecito, la giustizia sportiva per prassi deve deferire le parti. Si arriverà al dibattimento. Il Napoli è stato deferito per responsabilità oggettiva ma anche in questo caso è la prassi, sarà il dibattimento a definire la linea difensiva.

    E’ come quando devi fare un’operazione, prima si devono fare tutti gli esami del caso. La responsabilità sportiva è un caposaldo che c’è sempre stato, non si può eliminare ma si deve modificare” ” ha dichiarato in diretta radiofonica all’emittente Crc Enrico Fedele, procuratore sia di Cannavaro che di Grava, a Radio Crc. Per quanto riguarda le eventuali pene, qualora venisse accertata la sussistenza delle accuse nei confronti di Cannavaro, Grava, Gianello e Giusti le stesse sarebbero diverse a seconda dei casi. Cannavaro e Grava infatti rischierebbero uno stop di alcuni mesi, mentre più serie sono le posizioni di Gianello e Giusti i cui stop potrebbero essere ben più lunghi.

    Paolo Cannavaro
    Paolo Cannavaro © Ed Jones/AFP/GettyImages

    La società invece rischia un’ammenda con riferimento alle posizioni di Cannavaro e Grava ma anche qualche punto di penalizzazione per l’illecito tentato, ma che non si è concretizzato, riguardo alle posizioni di Gianello e Giusti. Ma i guai per i partenopei non finiscono qui: proprio oggi infatti la commissione disciplinare della Uefa ha multato per 150 mila euro la società campana minacciando allo stesso tempo la chiusura dello stadio San Paolo sino a che non verranno effettuati i lavori richiesti.

    La Uefa, a scopo precauzionale, aveva già avvisato il Napoli di queste problematiche tanto che per la prossima gara di Europa League in programma l’8 novembre contro il Dnipro è stata proibita la vendita dei tagliandi in alcuni settori dello stadio San Paolo, più precisamente 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11, 12, 17, 18, 23 e 24, e il settore riservato ai disabili, sul lato nord fra tribuna Posillipo e curva. Nel caso in cui non ci saranno i lavori di adeguamento richiesti, che dovranno essere certificati con delle fotografie, l’Uefa potrebbe procedere con la chiusura dello stadio San Paolo nelle gare europee che dunque dovrebbero svolgersi o in campo neutro o a porte chiuse. E il tempo tra l’altro stringe, visto che la Uefa ha indicato come data ultima il 6 novembre: non c’è pace dunque per il Napoli.

  • Chelsea-Juve, Conte “marcato stretto” dalla Uefa

    Chelsea-Juve, Conte “marcato stretto” dalla Uefa

    Il Sun aveva ragione, Antonio Conte durante il match tra Genoa e Juventus ha fatto dubitare parecchi dei presenti e, dopo le foto scattate dal giornalista inglese, inviato in gran segreto per presentare alla perfezione il match di Champions League contro il Chelsea, la Uefa ha deciso di tenerlo sott’occhio. Per questo motivo infatti durante la partita che si giocherà stasera, valida per il primo incontro del Girone E, il tecnico bianconero dovrà fare a meno di aiutare il proprio vice Massimo Carrera, sedendo in tribuna proprio come un vero tifoso.

    La Uefa ha quindi proibito allo squalificato allenatore bianconero qualsiasi tipo di contatto con la guida della Juventus e ovviamente con qualsiasi parte della squadra: vietato infatti il cellulare al mister e l’invio di sms da parte di altri per dare indicazioni su cambi e schemi. Di certo non sarà cosa facile per Conte restare a guardare senza poter fare nulla, soprattutto in una partita come questa dove la Juventus torna in Champions League dopo alcuni anni di non presenza.

    Antonio Conte © Valerio Pennicino/Getty Images

    Quel che è certo è che il club di Torino vuole evitare ogni altro tipo di sanzione. Per poter tener sotto controllo Antonio Conte la Uefa si è infatti munita di agenti speciali in grado di non farsi mancare alcun movimento del tecnico: di certo la Juve avrà bene a mente quando Wenger, beccato dall’obiettivo fotografico, venne squalificato ulteriormente per aver inviato alcuni sms ai collaboratori.

    “Abbiamo rivisto gli errori di Genova: in allenamento abbiamo lavorato per colmare certe lacune, contro il Chelsea non possiamo permettercele. Per quanto riguarda Antonio, con lui ovviamente ci siamo confrontati su molte cose per poter preparare al meglio la partita, mentre per quanto riguarda la formazione la decideremo oggi in giornata”.

    Con queste poche parole Massimo Carrera ha spiegato la situazione, precisando anche che la squadra è pronta ad affrontare il match nel migliore dei modi.

  • Blatter su Twitter riapre alla tecnologia contro gol fantasma

    Blatter su Twitter riapre alla tecnologia contro gol fantasma

    Ricredersi, a volte, può essere un segno di intelligenza, capacità di rivalutare e considerare le proprie idee nell’ottica dei tempi che cambiano e delle necessità che devono adeguarsi al progresso. Tutto questo si è concretizzato nel Twit di Joseph Blatter, dopo il gol di Devic annullato all’Ucraina nell’ultima partita del girone D contro l’Inghilterra e che, di fatto, ha condizionato le possibilità di qualificazione ai quarti dei padroni di casa: “dopo la partita di ieri sera, la tecnologia per la linea di porta non è più un’alternativa ma una necessità“.

    Un messaggio che, in verità, il massimo esponente del calcio mondiale porta avanti già dal 2010, l’anno dell’ improvvisa svolta “modernista” per lui, dal più ottuso conservatorismo all’apertura tecnologica, proprio per scongiurare i problemi legati ai gol fantasma. In quell’occasione, la scintilla che aveva indotto il suo cambio di impostazione era stata la rete di Frankie Lampard annullata all’Inghilterra ai mondiali Sudafricani e, da allora, Joseph Blatter è diventato più aperto all’applicazione del progresso tecnologico, dichiarando – qualche mese fa – che la rivoluzione tecnologica non può attendere a lungo.

    Dai Mondiali 2010 agli Europei 2012, in realtà, un cambiamento è stato fatto ma, a quanto pare, non è stato sufficiente a garantire una riduzione delle sviste: in Ucraina-Inghilterra, infatti, era presente il giudice di linea e, nonostante ciò, non si è stati in grado di valutare che la rete dei padroni di casa era regolare, così come ha poi confermato anche il responsabile Uefa degli arbitri Pierluigi Collina definendolo come “un errore di pochi centimetri”.

    Anche l’introduzione dei due arbitri di porta non è stato un “avvento” semplice nel calcio restìo al cambiamento (con la stagione di prova iniziale in Europa League e, poi, con l’estensione alla Champions League ed a Euro 2012, ndr)  ma, allo stato dei fatti, si è rivelato insufficiente proprio perchè continua ad affidarsi al fattore umano e, pertanto, soggetto ad errore per sua stessa natura: moltiplicare gli “occhi” può ridurre la probabilità di svista ma non azzerarla.

    Tutto risolto, dunque? No, sarebbe troppo semplice. Infatti, se da un lato il presidente Fifa è ormai favorevole sostenitore dell’applicazione della tecnologia a supporto degli arbitri, dall’altro lato il presidente Uefa Michel Platinì è contrario a tutto ciò, preferendo affidarsi esclusivamente ai “potenziamenti di organico arbitrale”, ossia ai giudici di linea, così come aveva confermato anche dopo il gol annullato a Muntari dopo Milan-Juventus del campionato italiano.

    Si preannuncia, dunque, uno scontro “ideologico” ai piani alti, che potrebbe iniziare ufficialmente già dal prossimo 2 Luglio, quando l‘Ifab si pronuncerà sulla questione-tecnologia in occasione della riunione straordinaria in programma.

    Sepp Blatter | © MIGUEL ROJO/AFP/GettyImages)

    Nonostante la rigidità di Platinì, però, la sperimentazione della tecnologia applicata al calcio sta continuando senza intoppi dallo scorso mese di Marzo ed, allo studio, si hanno due alternative valide, basate su diverse impostazioni.

    La prima è il cosiddetto “Hawk-Eye“, tradotto come occhio di Falco, già utilizzato nel tennis, che basa il suo funzionamento sul riconoscimento ottico attraverso le telecamere; la seconda alternativa, invece,  è la Goal Ref che utilizza il pallone con all’interno un microchip.

    Il pensiero “retrogrado” di Michel Platinì, dunque, potrebbe esser costretto a cedere il passo al cambiamento, facendo buon viso a cattivo gioco per non intaccare il sodalizio con Blatter: ubi maior, minor cessat.

  • Platini vara la maxi Champions League

    Platini vara la maxi Champions League

    Le competizioni Europee per club, così come sono attualmente disegnate, dal 2016 potrebbero non esistere più: secondo quanto riportato dall’edizione on line della Bild, il famoso quotidiano tedesco, sembra che il presidente dell’Uefa Michel Platini stia studiando una soluzione alternativa, che possa eliminare l’Europa League, ed allargare la Champions League a ben 64 squadre. La ratio dell’iniziativa che potrebbe condurre, dunque, alla nascita della “Maxi Champions League” pare esser connessa allo scarso seguito attorno alla coppa minore, l’Europa League, cui approdano solitamente squadre di seconda fascia, oltre che le eliminate dalla Champions e, che inevitabilmente, viene snobbata – in particolar modo dalle compagini italiane – anche perchè garantisce introiti ridotti rispetto a quelli della “sorella maggiore”.

    Michel Platini © KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images

    Inoltre, l’iniziativa allo studio, con l’ampliamento del numero di partecipanti, garantirebbe l’ingresso anche a squadre appartenenti a Paesi “emergenti” dal punto di vista calcistico, in particolar modo quelli dell’Est Europa, come Lettonia, Slovacchia, Polonia, e contestualmente allargherebbe a sei il numero di partecipanti dai Paesi “maggiori”, ossia Italia, Germania, Inghilterra e Spagna. Le motivazioni di una particolare attenzione nei confronti dei Paesi emergenti pare essere di natura prettamente “geopolitica”, considerando che uno dei punti fermi della presidenza Uefa di Platini è sempre stato l’intento di garantire un allargamento del movimento, con un maggior coinvolgimento anche per le federazioni minori, e che proprio questa “chiave di volta” nel 2007 ha contribuito notevolmente a garantirgli l’elezione alla Presidenza.

    Di certo, oltre alla proposta rivoluzionaria, ci sarà da studiare una formula che possa consentire un’organizzazione snella del torneo, evitando gli “intasamenti” connessi all’aumento del numero di partecipanti che, di certo, non gioverebbero allo spettacolo, nè alla gestione della stagione da parte dei club: con tutta probabilità, se la proposta andasse in porto, potrebbe essere predisposta una fase iniziale con ben sedici gironi composti da quattro squadre ciascuno, per poi giungere ad una fase successiva con gare ad eliminazione diretta.

  • Il Barcellona denuncia San Siro, Galliani difende il Milan

    Il Barcellona denuncia San Siro, Galliani difende il Milan

    All’indomani del pareggio a reti inviolate nell’andata dei quarti di Champions League, Milan Barcellona continua a far parlare di sé. Non tanto per la spettacolarità dell’incontro, quanto per alcune decisioni arbitrali che non sono state accettate dai blaugrana ma sopratutto per le condizioni del terreno di gioco, giudicate improponibili sia dal Barca che dagli stessi dirigenti rossoneri. Galliani ha espresso l’intenzione di apportare una modifica sostanziale, trasformando San Siro da un campo di patate a un terreno di nuova concezione. Ha precisato inoltre che attende una risposta definitiva dai cugini dell’Inter, che insieme al Diavolo detiene il 50% dello stadio. Nel frattempo fa discutere la denuncia presentata all’Uefa da parte del Barcellona in merito al terreno di San Siro.

    Indignados, questo il sentimento espresso dalla stampa iberica il giorno dopo la sfida europea contro il Milan. Indignados per il rigore non concesso dall’arbitro svedese Eriksson nel corso del 16′ minuto del primo tempo, quando Abbiati ha travolto in area Alexis Sanchez lanciato a rete. Il direttore di gara ha fatto cenno al blaugrana di rialzarsi, e l’azione è poi proseguita senza ulteriori patemi d’animo per la difesa rossonera. Un altro episodio, forse meno pubblicizzato rispetto a quello dell’ex Udinese, è stato quello che ha coinvolto Lionel Messi durante il finale di gara. L’argentino è stato bloccato a sandwich dal doppio intervento dei centrali difensivi del Milan, anche in questa occasione l’arbitro non ha intravisto gli estremi per un penalty in favore della squadra blaugrana.

    Già nel mirino dei giocatori catalani nel corso della partita, con un Dani Alves letteralmente furibondo contro il manto erboso di San Siro, e messo sotto accusa nel post partita anche da Guardiola, il campo rossonero è stato ufficialmente denunciato dal Barcellona. La società spagnola ha sporto reclamo all’Uefa per le condizioni ritenute proibitive del terreno di gioco. Non si è fatta attendere la risposta del Milan, attraverso un comunicato ufficiale pubblicato sul sito ufficiale della società nel primo pomeriggio:

    adriano galliani | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

    In riferimento alla protesta ufficiale inoltrata alla Uefa dal FC Barcellona relativamente alle condizioni del campo di San Siro, AC Milan comunica che:
    1) L’innaffiatura del campo, da farsi entro un’ora prima dell’inizio della partita come concordato nella riunione organizzativa di ieri mattina e come da Regolamento della Uefa Champions League al punto 14.15, non è stata effettuata viste le condizioni di elevata umidità del campo stesso;
    2) Le condizioni generali del campo, sul quale il FC Barcellona si era regolarmente allenato la sera prima senza sollevare alcun problema, sono state ritenute idonee sia dagli arbitri sia dai Delegati Uefa nel corso del sopralluogo di ieri mattina.

    Infine anche Galliani è voluto intervenire in merito al terreno di gioco di San Siro. Nel corso dell’intervista ai microfoni di Mediaset Premium, l’ad rossonero ha svelato che la società del Milan ha già inviato una richiesta formale all’Inter per eliminare definitivamente il problema di un campo troppo spesso teatro di spiacevoli infortuni e magre figure a livello internazionale. Queste le parole di Galliani: “L’idea è quella di passare ad un terreno di gioco naturale sopra e sintetico sotto. Stiamo aspettando un ok dell’Inter che non è ancora arrivato”. A tal proposito il dirigente rossonero ha chiuso con una battuta affermando che qualora i nerazzurri non avvallassero la proposta, il Milan sarebbe disposto ad installare il sintetico nella metà campo della Curva Sud, quella dei tifosi del Diavolo.

    Tutto Milan Barcellona

    Milan Barcellona 0-0, video e pagelle
    Il tiki taka non paga, Milan Barcellona a reti bianche

  • Finale Champions a Milano nel 2016, allo Juventus Stadium l’Europa League

    Finale Champions a Milano nel 2016, allo Juventus Stadium l’Europa League

    Manca solo il comunicato della Uefa per rendere ufficiali due date importanti per il calcio italiano. Secondo la Gazzetta dello Sport, il massimo organismo europeo ha scelto infatti come sede della finale di Champions League 2016 Milano mentre Torino due anni prima ospiterà quella di Europa League.

    San Siro quindi ospiterà l’atto conclusivo della competizione più importante a livello europeo a distanza di 15 anni. La finale di Champions infatti manca dalla ‘Scala del calcio’ dal 2001 quando a vincere il prestigioso trofeo fu il Bayern Monaco guidato da Ottmar Hitzfeld che ebbe la meglio soltanto dopo la lotteria dei calci di rigore il Valencia di Hector Cuper dopo che i tempi regolamentari e quelli supplementari erano finiti sull’1-1 con due penalty trasformati da Mendieta per gli spagnoli ed Effenberg per i tedeschi.

    San Siro

    In realtà la città meneghina avrebbe voluto anticipare tale data prenotando la finale del 2014 o quella del 2015, giacchè quella di quest’anno e quella del 2013 sono state già assegnate all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, casa del Bayern, e al Wembley di Londra, l’Uefa ha rigettato la richiesta poichè in concomitanza rispettivamente con la finale di Europa League a Torino e con l’Expo che si terrà nel capoluogo lombardo tra 3 anni.

    Lo Juventus Stadium sarà il teatro della finale di Europa League 2014, il nuovissimo impianto torinese, il primo in Italia di proprietà di un club, infatti non possiede i requisiti richiesti dalla Uefa in termini di capacità minima per ospitare una finale di Champions League (necessari 50 mila posti a sedere mentre lo ‘Stadium’ ha una capienza massima di 42 mila spettatori, ndr) dovendosi accontentare così della finalissima della “sorella minore”. Nonostante tutto un bel traguardo per la nuova casa bianconera dal momento che è stata designata dalla Uefa ad ospitare la finale di Europa League del 2014, la prima in assoluto, a soli pochi mesi dalla sua inaugurazione avvenuta lo scorso 8 settembre 2011.

  • Euro 2012, Uefa riduce squalifica Rooney

    Euro 2012, Uefa riduce squalifica Rooney

    Dopo l’amarezza per la clamorosa e precoce eliminazione avvenuta ieri sera del suo Manchester United che, dopo il disastro del 2005, concede il bis a 6 anni di distanza fallendo la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League perdendo lo scontro diretto a Basilea, Wayne Rooney può abbozzare un mezzo sorriso.

    Wayne Rooney | © FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

    Stamattina infatti la Uefa ha ridotto all’attaccante inglese, che prima di rientrare in patria con la sua squadra ha fatto tappa a Zurigo per presentarsi davanti alla commissione disciplinare del massimo organismo calcistico europeo per il verdetto, la squalifica di 3 giornate che gli era stata comminata in un primo momento dopo l’espulsione rimediata in Montenegro – Inghilterra concedendogli uno sconto di una giornata. Rooney, che avrebbe saltato tutta la prima fase a gironi dell’Europeo della prossima estate con la sua nazionale e per questo motivo ha rischiato seriamente di non essere convocato dal ct Fabio Capello, dovrà così saltare le prime due gare, quella d’esordio, suggestiva, con la Francia e la seguente, insidiosa, con la Svezia per poi rientrare nella terza e ultima gara che l’Inghilterra giocherà con l’abbordabile, ma padrone di casa, Ucraina il prossimo 19 giugno a Donetsk.

    L’attaccante dei Red Devils aveva rimediato un rosso sciocco per un fallo proibito da tergo sul difensore montenegrino Miodrag Dzudovic nel match giocato a Podgorica il 7 ottobre scorso e valido per le qualificazioni a Euro 2012 pareggiato per 2-2 (inglesi in vantaggio di due reti e riagganciati a tempo ormai scaduto). La memoria difensiva presentata dai legali della nazionale di sua maestà ha convinto i giudici della disciplinare a non classificare il gesto di Rooney sanzionabile con le 3 giornate di squalifica.
    Un grosso sospiro di sollievo per il ct della nazionale dei Tre Leoni Fabio Capello, consapevole che il cammino europeo dell’Inghilterra senza la sua stella sarebbe stato molto più difficle e complicato per chi ha come obiettivo la finale di Kiev in programma il primo luglio prossimo.

  • Scudetto 2006, la Uefa chiede chiarimenti alla Figc

    Scudetto 2006, la Uefa chiede chiarimenti alla Figc

    Michel Platini in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport qualche settimana fa aveva in qualche modo criticato la scelta della Juventus di inviare un esposto all’Uefa per chieder una supervisione sull’operato della Figc in merito all’assegnazione dello scudetto 2006. L’Uefa però, quest’oggi, per tutelarsi e tutelare la credibilità della Champions League e di tutte le squadre partecipanti ha scritto alla Figc per chieder chiarimenti in merito alle sollecitazioni della Juventus dando come tempo massimo il 18 ottobre.

    Michel Platini ©Getty Images
    Il documento firmato da Pierre Cornu, consigliere capo degli affari legali ribattezzato da Tuttosport come il Narducci di Svizzera, tiene a precisare che allo stato attuale non può dubitare del comportamento tenuto dalla Figc ma in modo da dirimere ogni dubbio sarebbe opportuno che lo stesso organo di garanzia italiano sia a rispondere. La lettera, pur al momento non cambiando le carte in tavola è raccolta con soddisfazione dalla Juventus mettendo ancora a disagio i vertici della Federazione che dopo essersi lavati le mani “con la decisione di non decidere” si trova a riaprire il caso. di seguito vi riportiamo il testo della missiva firmata da Cornu tratta dalla Gazzetta dello Sport

    “Signor presidente e signori della Federazione italiana giuoco calcio, trovate allegato alla presente una copia della corrispondenza che ci ha spedito il 2 settembre 2011 il presidente della Juventus. Come potete constatare, la Juventus si duole che il titolo di campione d’Italia per la stagione 2005-2006 le sia stato tolto, ritiene che l’Internazionale di Milano abbia commesso dei fatti dello stesso genere durante la stessa stagione, protesta perché quest’ultimo club non è stato sanzionato e domanda all’Uefa 1) di pronunciarsi sulle modalità con cui la Figc ha svolto l’inchiesta sui fatti che riguardano la Juventus e – soprattutto – l’Internazionale di Milano; 2) di sanzionare l’Internazionale Milano dichiarando che il club non ha il diritto di partecipare all’Uefa Champions League 2011.12; 3) di informare la Juventus sulle misure che prenderà contro l’Internazionale Milano e la Figc; La Juventus domanda in sostanza all’Uefa di verificare che la Figc abbia svolto bene il suo lavoro. A priori, noi non abbiamo alcuna ragione di dubitarlo. Comunque, sarebbe probabilmente utile che voi ci facciate parte della vostra posizione su quanto la Juventus ha dichiarato, in maniera di dissipare tutti gli eventuali malintesi. Avremo bisogno di conoscere la vostra risposta entro il 19 ottobre. Poi vedremo cosa è opportuno fare. Vi ringraziamo in anticipo e restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore ragguaglio. I nostri migliori saluti sportivi, Pierre Cornu, consigliere capo degli Affari legali”.

  • Platini respingerà ricorso Juve su esclusione Champions dell’Inter

    Platini respingerà ricorso Juve su esclusione Champions dell’Inter

    Le vicende di Calciopoli devono restare un problema Italiano. E’ chiaro il messaggio emerso dalla conferenza Uefa riunita a Cipro, tale per cui l’organismo calcistico non entrerà nel merito delle vicende delle singole Federazioni Nazionali e, dunque, non si occuperà del ricorso presentato dalla Juventus in merito alle irregolarità sulle indagini svolte e sulle decisioni prese nel 2006.

    © Ian Walton/Getty Images
    In particolare, il presidente Andrea Agnelli si era rivolto direttamente al presidente Uefa Michel Platini, il classico “santo in Paradiso” che il club bianconero voleva sfruttare, ma che, invece, non vuole intervenire nel merito, come si apprende da un articolo della Gazzetta dello Sport e ripreso dal sito Goal. Pare che il ricorso della Juve finalizzato a chiedere l’esclusione dell’Inter dalla Champions League verrà presto respinto. A tale vicenda, poi, si aggiunge anche il caso Sion, il club svizzero che è stato escluso dall’Europa League dopo aver vinto i preliminari contro il Celtic, ma accusato di aver schierato in campo alcuni giocatori acquistati durante il mercato estivo, violando l’embargo che aveva predisposto l’Uefa per punire il club svizzero per il trasferimento del portiere El Hadary in modo irregolare, inducendolo a rescindere il contratto col club di appartenenza, l’Al Ahly. A causa di questo, il Celtic aveva presentato ricorso contro il Sion ottenendone l’esclusione. Un episodio che ha causato una vera e propria crisi diplomatica, alla luce del fatto che il club ha presentato ricorso alla giustizia ordinaria, e che la Svizzera, o meglio il Canton Vallese, ha minacciato di sospendere i benefici fiscali di cui godono in terra elvetica Fifa e Uefa. Una situazione complessa e molto delicata, di fronte alla quale Platini ed i vertici Uefa difficilmente potranno continuare a ritenersi estranei e non interessati.