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  • NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    La stagione NBA è alle porte (inizio fissato per il 26 ottobre) e da oggi inizia l’analisi delle squadre NBA che si apprestano a disputare la stagione 2010/2011.
    Il viaggio nel mondo del basket U.S.A. inizia dalla Atlantic Division (Eastern Conference) e dalle sue 5 squadre.
    Da molti questa divisione viene considerata la più facile e la più scontata, con una franchigia che vincerà il titolo divisionale a mani basse (Boston Celtics), ma più che per meriti propri per demeriti altrui, e le altre che hanno molto più interesse alla ricostruzione della squadra in vista del futuro. Philadelphia, New Jersey e Toronto si presantano ai nastri di partenza con obiettivi minimi, e saranno molto probabilmente destinate ad un’annata al disotto del 50% di vittorie e quindi con un record perdente, mentre i soli New York Knicks, visto l’arrivo del fortissimo Amar’è Stoudemire dai Phoenix Suns, sembrano poter avere un record vincente. Alle spalle dei soliti Celtics, che comunque non sono più la squadra tritasassi del 2007-2008 che vinse il titolo a mani basse per ovvi motivi anagrafici ma che comunque restano insidiosi per chiunque viste le qualità tecniche che possiedono i giocatori all’interno del suo roster.

    BOSTON CELTICS: Squadra un pò anziana, dicevamo, ma con indubbie qualità tecniche come dimostrato ampiamente nello scorso anno (finale NBA contro i Lakers che hanno avuto la meglio solo in gara 7 pur avendo il vantaggio del fattore campo). Il nucleo portante sarà formato dai soliti 4 giocatori: il capitano Paul Pierce, la guardia tiratrice più prolifica in NBA per quanto riguarda il tiro da 3 punti ovvero Ray Allen, un all-star come Kevin Garnett nel ruolo di ala grande che dovrà dimostrare che l’infortunio al ginocchio non lo condiziona oramai più ed infine Rajon Rondo, che sarà chiamato alla definitiva consacrazione visti i progressi mostrati in questi ultimi 2 anni tra regular season e playoff. Proprio Rondo sarà la chiave dei biancoverdi, il vero ago della bilancia e coach Doc Rivers punta tutto sulle qualità del suo playmaker per riuscire ad arrivare ai traguardi più alti in questa stagione (ci si aspetta un netto miglioramento nel tiro da fuori, soprattutto da 3, e nel jumper del numero 9 Celtics, forse unica vera lacuna del giocatore). Nel ruolo di centro visto l’infortunio di Kendrick Perkins ai legamenti del ginocchio, sono arrivati Shaquille O’Neal e Jermaine O’Neal che a rotazione dovranno mostrarsi degni sostituti del centro titolare. Sempre nel reparto lunghi sembra grave la perdita di Rasheed Wallace che alla fine dello scorso campionato ha optato per il ritiro. Per questo motivo è stato messo sotto contratto (dopo 2 anni di attesa dalla sua scelta al Draft del 2008) il turco Semih Erden, ex Fenerbahce. A dargli man forte per sostituire “Sheed” ci sarà Glen Davis e l’ancora acerbo Luke Harangody, rookie da Notre Dame che in pre-season non ha sfigurato.
    Nel reparto dei “piccoli” pesa invece la perdita di Tony Allen, migrato verso i lidi di Memphis, che causa un buco soprattutto per quanto riguarda la difesa. Per sostituirlo sono arrivati l’ex Delonte West, ma soprattutto Von Wafer di ritorno nella Lega dopo la sfortunata parentesi in Europa all’Olympiacos. Nate Robinson dovrà far rifiatare invece il play Rondo e Rivers dovrà lavorare soprattutto sulla testa del ragazzo per evitare i suoi proverbiali “colpi di testa”. Completano il roster Marquis Daniels (che dovrà specializzarsi nel gioco difensivo se vorrà trovare qualche minuto sul parquet) e la 19esima scelta assoluta Avery Bradley forse ancora troppo giovane (non ha ancora 20 anni) per trovare spazio nelle rotazioni.
    Ultima annotazione su Doc Rivers, che è rimasto sulla panchina più prestigiosa della Lega dopo le voci di un suo addio (anno sabbatico), ma che perde il suo più valido collaboratore, quel Tom Thibodeau, per molti il vero artefice del successo dei Celtics in questi anni grazie alla sua organizzazione difensiva. Thibodeau ha infatti accettato il posto offertogli dai Chicago Bulls, raccogliendo quindi la ben più difficile sfida di capo allenatore NBA. Per sostituirlo è arrivato Lawrence Frank, licenziato lo scorso anno dal ruolo di head coach dei Nets dopo un avvio disastroso ma che potrebbe dare una buona impronta difensiva alla squadra.
    Obiettivo vincere il titolo NBA 2011, ma contro Lakers e Miami Heat si prospetta veramente dura!

    Arrivi: Shaquille O’Neal e Delonte West(Cleveland Cavs), Jermaine O’Neal(Miami Heat), Von Wafer(Olympiacos).
    Partenze: Rasheed Wallace(Retired), Tony Allen(Memphis Grizzlies), Shelden Williams(Denver Nuggets), Michael Finley e Brian Scalabrine (FA)
    Scelte al draft: Avery Bradley (19th pick), Luke Harangody (52nd pick).
    Probabile quintetto base:Rajon Rondo (PG), Ray Allen (SG), Paul Pierce (SF), Kevin Garnett (PF), Kendrick Perkins (C)

    ROSTER

    Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Delonte West, Nate Robinson, Von Wafer, Marquis Daniels, Avery Bradley
    Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody
    Centri: Kendrick Perkins, Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden.
    HEAD COACH: Doc Rivers

    NEW JERSEY NETS: sicuramente i Nets miglioreranno il pessimo record della stagione passata: quel 12-70 che ha rischiato seriamente di far diventare i Nets la peggior franchigia della storia della NBA, ma il peggio sembra ormai alle spalle. Il problema dei Nets è che ci si aspettava un’Estate fragorosa, visto che potevano partire in pole per aggiudicarsi il rookie-meraviglia John Wall che la Draft Lottery ha invece impacchettato e spedito a Washington, e visto che i Nets erano la franchigia con più spazio salariale per potersi accaparrare sul mercato i tanti fortissimi free agent sul mercato: ed invece niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors (come terza scelta assoluta del draft), quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.
    Ma le notizie non sono tutte negative perchè il talento accumulato negli ultimi anni dai derelitti Nets potrebbe portarli a diventare (fra qualche stagione, a meno di clamorose svolte) come una delle franchigie più forti del panorama NBA. Sotto la nuova guida di coach Avery Johnson, in queste ultime ore si sta tentando di arrivare al solito obiettivo di mercato, quel Carmelo Anthony che potrebbe cambiare le sorti della franchigia, ma le speranze sono ridotte al lumicino viste le esose richieste dei Denver Nuggets. La squadra sembra però ben quadrata (per quanto probabilmente non possa riuscire ad avere, almeno per questa stagione, un record vincente): Devin Harris è un playmaker di sicuro affidamento e Jordan farmar, bicampione a Los Angeles, potrebbe essere un valido cambio.
    Nel ruolo di guardia tiratrice, Terrence Williams (favorito visti gli strabilianti progressi degli ultimi mesi) ed Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, si divideranno minuti e palloni. Travis Outlaw occuperà il ruolo di ala piccola e sembra pronto al definitivo salto di qualità che gli è mancato a Portland ed ai Clippers con Stephen Graham come sostituto.
    Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere. L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets le sue doti a rimbalzo (10.2 a sera nel 2009/2010) e la sua capacità nel tiro da fuori con oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene fermo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.
    Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Un atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.
    Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale di Team U.S.A. (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza della competizione) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.
    Il suo ruolo dopo due anni nella Lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.
    Kris Humpries sarà chiamato a tappare i buchi nel reparto lunghi. Il tempo ci dirà dove possono arrivare questi Nets, dato che l’obiettivo stagionale è perlomeno quello di non sfigurare e levarsi qualche piccola soddisfazione contro squadre più quotate.

    Arrivi: Quinton Ross (Washington); Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro (Denver); Stephen Graham(FA); Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith(Atlanta); Damion Jones (Atlanta, via draft)
    Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston); Jordan Crawford (Atlanta, via draft), Tibor Pleiss (Oklahoma City, via draft)
    Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech, 3rd pick); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke); Tibor Pleiss (31 pick); Jordan Crawford (27 pick)
    Probabile quintetto base: Devin Harris (PG), Terrence Williams (SG), Travis Outlaw (SF), Troy Murphy (o Derrick Favors) (PF), Brook Lopez (C)

    ROSTER

    Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Anthony Morrow; Ben Uzoh
    Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
    Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.
    HEAD COACH: Avery Johnson

    NEW YORK KNICKS: La scorsa Estate il paventato arrivo a New York di LeBron James, avrebbe dovuto sancire la rinascita dei Knicks, troppo lontani dai palcoscenici che contano nel basket da molto, molto tempo. Ed invece James ha declinato la corte degli arancioblu lasciando i Knicks con un palmo di naso e costringendoli a ripiegare su seconde scelte che comunque permettono alla franchigia un netto miglioramento rispetto al passato. Probabilmente la stagione dovrebbe essere positiva, con un record finalmente vincente ma l’ambiente di New York (giornali, televisione ecc…) sono pur sempre una polveriera pronta ad esplodere e a farne subire le conseguenze alle squadre cittadine professionistiche.
    L’acquisto di Amar’è Stoudemire è un colpo ottimo, ma forse la power forward ex Phoenix Suns è stata pagata un pò troppo cara visto l’incedere della crisi dell’economia americana e l’inesorabile assottigliamento di anno in anno del salary cap: 100 milioni in 5 anni sono una grossa cifra che potrebbe poi portare all’immobilità nelle prossime sessioni di mercato, anche se il valore del giocatore resta ed è indiscutibile.
    Perso James, dicevamo, si è cercato di costruire la migliore ed equilibrata squadra possibile: in cabina di regia è arrivato Raymond Felton da Charlotte, non un fuoriclasse, ma un giocatore solido e dal rendimento costante su cui però in molti nella “Grande Mela” non sono pienamente convinti. Da Golden State, seppur sacrificando il miglior giocatore degli ultimi 3 anni, ovvero David Lee, sono arrivati 3 ottimi atleti: Ronny Turiaf come lungo, Kelenna Azubuike come guardia e Anthony Randolph, tra i 3 sicuramente il più interessante. Randolph infatti ha margini di miglioramento molto elevati, curioso il fatto che era proprio lui che i tifosi Knicks avrebbero voluto veder scelto dalla dirigenza arancioblu nel Draft in cui è stato scelto Danilo Gallinari con la sesta chiamata assoluta. Ed ora i 2 si ritrovano nella stessa squadra e rendono i Knicks una squadra molto interessante visto che se il nuovo numero 4 di New York manterrà le promesse che c’erano su di lui all’inizio della sua carriera NBA (e limitate in questi 2 anni dal “genio” di Don Nelson ai Warriors) il salto di qualità sarà garantito. A questo pacchetto di giocatori, sempre in entrata si devono aggiungere Roger Mason (tiratore sempre pericolosissimo) ed il centro Timofey Mozgov (visto all’opera negli ultimi mondiali). Dal Draft sono arrivate solo 2 scelte da secondo giro visto che negli anni passati la prima scelta dei Knicks era stata ceduta a Utah per uno scambio di giocatori scriteriato. Andy Rautins da Syracuse University da molti è stato etichettato come il miglior tiratore dell’intero Draft di quest’anno, Landry Fields abbina buone qualità di punti e rimbalzi e potrebbe essere il sostituto del nostro Danilo Gallinari.
    Completano il roster Wilson Chandler (che se non riesce a mettere in repertorio un tiro da 3 degno di questo nome sarà sicuramente mandato via da coach Mike D’Antoni) Eddy Curry (centro mal sopportato dall’allenatore newyorchese che sicuramente sarà mandato via visto il poderoso contratto in scadenza appetito da molte squadre che vogliono scaricare milioni di dollari di cap), il sophomore Toney Douglas, atteso alla riconferma dopo il buon anno da rookie, Bill Walker (che è stato una vera sorpresa lo scorso anno quando arrivò a metà stagione dai Celtics) ed il nostro Danilo Gallinari, con Stoudemire colonne basilari della prossima stagione agonistica. Gallinari sarà chiamato a continui miglioramenti che dovranno portarlo ad essere uno dei giocatori migliori della Lega: questo si augura D’Antoni ed altrettanto i tifosi del Madison Square Garden che sono legati da un filo invisibile alle prestazioni del numero 8 per poter avere di che esultare dopo tanti anni di buio. Le qualità dell’italiano ci sono tutte per sfondare definitivamente in U.S.A. ma serve attitudine al lavoro e tanto sacrificio per poter migliorare di giorno in giorno ed arrivare a diventare un All-Star.
    Obiettivo stagionale dei Knicks è sicuramente una stagione con record vincente (cosa ampiamente alla portata) e la riconquista dei playoff dopo anni da comprimari nella Lega.

    Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
    Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Miami Heat).
    Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
    Probabile quintetto base: Raymond Felton (PG), Wilson Chandler (SG), Danilo Gallinari (SF), Anthony Randolph (PF), Amar’è Stoudemire (C)

    ROSTER

    Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
    Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar’e Stoudemire, Ronny Turiaf.
    Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
    HEAD COACH: Mike D’Antoni

    PHILADELPHIA 76ERS: I Sixers ripartono da 2 nomi: Doug Collins come head coach ed Evan Turner (seconda scelta assoluta all’ultimo Draft). Sono queste le basi da cui ricostruire una franchigia che ha deluso più del dovuto nell’ultimo campionato.
    Baciati dalla fortuna nella notte della Draft Lottery che ha portato a Phila la scelta numero 2 utilizzata poi per accaparrarsi Turner, i Sixers hanno dovuto operare con oculatezza sul mercato dei free agent visto il poco spazio salariale a disposizione. Sono arrivati da Sacramento i lunghi Hawes e Nocioni (che tuttavia a dispetto di una buona altezza ricopre il ruolo di ala piccola e tira molto bene dal perimetro) acquisiti in cambio di Dalembert. Poi Da New Orleans sono arrivati Songaila e l’ala grande, rookie, Craig Brakins, alla sua terza squadra NBA senza avere neanche una presenza ufficiale nella Lega (scelto quest’anno da Oklahoma City, girato agli Hornets per Cole Aldrich ed ora a Philadelphia). E’ stato firnmato anche Tony battie, lungo con buona esperienza in regular season. L’ex Orlando Magic potrà dare un cambio all’intero reparto lunghi, potendo essere utilizzato sia da ala forte che da centro. Ma grazie alla sua esperienza sarà utilissimo nel ruolo di guida per i due giovani Marreese Speights e Spencer Hawes.
    Il nucleo portante sarà formato da Louis Williams, Jrue Holiday (probabile starter in regia), Thaddeus Young (chiamato a far vedere il suo vero talento e giocatore dal quale potrebbero dipendere le sorti della squadra a seconda della sua esplosione tecnica o meno), Elton Brand, che deve dimostrare il suo vero valore da quando si è trasferito in Pennsylvania dai Clippers, ed infine Andre Iguodala che potrebbe beneficiare dell’arrivo di Turner avendo meno pressione offensiva addosso. Il miglior giocatore dei Sixers paga a caro prezzo il fatto che le difese si chiudano interamente su di lui e l’arrivo di un compagno dotato offensivamente potrebbero portarlo ad avere più spazi e più pericolosità.
    Obiettivo far crescere i propri giovani ed amalgamare la squadra per il futuro, visto che difficilmente i Sixers quest’anno raggiungeranno un record vincente e di conseguenza si ritroveranno fuori dalla post season.

    ARRIVI: Tony Battie (FA), Craig Brackins (trade da New Orleans), Spencer Hawes (trade da Sacramento), Andres Nocioni (trade da Sacramento), Darius Songaila (trade da New Orleans).
    PARTENZE: Royal Ivey (FA), Willie Green (trade con New Orleans), Rodney Carney (FA), Jason Smith (trade con New Orleans), Samuel Dalembert (trade con Sacramento), Primoz Brezec (FA)
    DRAFT: Evan Turner (2a scelta)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Holiday (PG), E. Turner (SG), A. Iguodala (SF), E. Brand (PF) S. Hawes (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Jrue Holiday, Lou Williams, Evan Turner, Jodie Meeks, Chris Quinn
    ALI: Andre Iguodala, Thaddeus Young, Jason Kapono, Andres Nocioni, Craig Brackins, Elton Brand, Darius Songaila
    CENTRI: Spencer Hawes, Marreese Speights, Tony Battie
    HEAD COACH: Doug Collins

    TORONTO RAPTORS: Perso Chris Bosh, uomo franchigia degli ultimi anni, che si è unito a Wade e James agli Heat, c’è aria di rinnovamento a Toronto: o meglio a prima vista non sembrerebbe visto che il roster non è mutato tantissimo ma la situazione dei Raptors è sempre in evoluzione. Molti pensano che la squadra in Estate più che rinforzarsi abbia perso qualcosa. Sicuramente c’era più attesa lo scorso anno con lo stesso Bosh e l’arrivo di Turkoglu che avevano dato illusorie speranze di trionfo ai Canadesi che non in questi primi mesi di ripresa dell’attività agonistica. Bargnani quindi avrà molte più responsabilità e le ottime prestazioni offerte con la nazionale italiana fanno ben sperare i tifosi canadesi. Andrea dovrà ergersi a leader assoluto e smentire gli scettici NBA sul suo conto (che a quanto pare non sono solo i giornalisti ma anche gli stessi colleghi viste le ultime dichiarazioni di Shaquille O’Neal che esaltavano il talento di Gallinari ma che troncavano le potenzialità di Bargnani). Colangelo ha poi aggiunto il suo pallino Barbosa dei Suns e ha fallito nel portare anche Stoudemire, andato da Phoenix a New York. Il play titolare dovrebbe comunque essere Calderon (ma Jarrett Jack pare in rimonta straordinaria). Come guardia sarà chiamato ad esplodere un certo DeMar DeRozan che non potrà più solo concentrarsi sulle schiacciate spettacolari che esaltano il pubblico dell’Air Canada Centre. Andato via Turkoglu, il ruolo di ala piccola verrà occupato da Linas Kleiza che dopo una stagione in Grecia ed un ottimo mondiale, vorrà dimostrare che anche in NBA sa dire la sua. Amir Johnson dovrà invece dimostrare che i soldi che sono stati spesi per rinnovargli il contratto siano ben spesi. Molti dicono che Stoudemire non sia arrivato proprio per dare spazio ad Amir e permettergli di fare quel salto di qualità che ci si aspetta. Verrà affiancato da Bargnani che finalmente potrà avere le redini della squadra in mano, ma basteranno per portare la franchigia verso i migliori traguardi? Quest’anno sarà indicativo e ci darà sicuramente la risposta. In panchina a dare una mano al nostro centro ci saranno un uomo di esperienza (David Andersen arrivato da Houston) e d un rookie (Solomon Alabi, che ha nella stoppata il suo pezzo forte). Ci si aspetta un buon impatto dall’altro rookie scelto dai Raptors, la scelta del primo giro ovvero Ed Davis da North Carolina. Sonny Weems darà il cambio a Barbosa nel ruolo di guardia mentre Julian Wright è arrivato all’ultima chiamata della sua carriera dopo che è arrivato in Canada in cambio di Belinelli, visto che questi primi 3 anni di NBA sono stai una delusione a New Orleans: sarà il cambio di Kleiza ed avrà spazio necessario per mostrare il suo potenziale.

    ARRIVI: David Andersen (Houston Rockets), Leandro Barbosa (Phoenix Suns), Linas Kleiza (Olympiacos, via Denver), Julian Wright (New Orleans Hornets)
    PARTENZE: Hedo Turkoglu (Phoenix Suns), Marco Belinelli (New Orleans Hornets), Chris Bosh (Miami Heat), Antoine Wright (FA)
    DRAFT: Ed Davis (North Carolina, 13 pick), Solomon Alabi (50 pick)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Jack (PG), L. Barbosa (SG), L. Kleiza (SF), A. Johnson (o Ed Davis) (PF), A. Bargnani (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Marcus Banks, Jarrett Jack, Josè Calderon, DeMar DeRozan, Leandro barbosa, Sonny Weems
    ALI: Linas Kleiza, Julian Wright, Ed Davis, Amir Johnson, Reggie Evans, Joey Dorsey
    CENTRI: Andrea Bargnani, Solomon Alabi, Chris Andersen
    HEAD COACH: Jay Triano

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI SOUTHEAST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION

  • NBA, free agent: Le trattative concluse nel fine settimana [10-11 luglio]

    Movimenti di mercato in NBA anche nel fine settimana e, dopo il clamoroso colpo dei Miami Heat con la firma di LeBron James, passiamo in rassegna gli altri movimenti che sono avvenuti: i Phoenix Suns, dopo aver perso Amar’è Stoudemire partito per New York hanno acquisito Hedo Turkoglu dai Raptors in cambio di Leandro Barbosa. Inoltre hanno rilevato i diritti di Josh Childress dagli Atlanta Hawks che se non dovesse rimanere a giocare in Europa con l’Olympiacos farà ritorno in NBA con la franchigia dell’Arizona. Agli Hawks va una prima scelta al Draft, il compenso di Childress è stato fissato in 34 milioni di dollari per 5 anni.

    I Memphis Grizzlies prendono l’ex Boston Celtics Tony Allen con un contratto di 3 anni a 9,7 milioni di dollari. Allen avrebbe voluto rifirmare con i biancoverdi ma con un contratto di 3 anni, cosa che non era nelle intenzioni del G.M. Danny Ainge che ne offriva 2. Da qui la decisione di Allen di andare ai Grizzlies.

    Mike Miller, dopo l’offerta dei Lakers, ha deciso di firmare con i Miami Heat. Miller ha accettato un contratto di 5 anni a 30 milioni di dollari, le stesse cifre che proponevano i Lakers, ma la possibilità di giocare con Wade, James e Bosh ha convinto il giocatore ad andare in Florida.

    I Dallas Mavericks prolungano il contratto al centro Brendan Haywood per un compenso di 55 milioni di dollari in 6 anni. Haywood però potrebbe essere scambiato (si dice a Minnesota per arrivare ad Al Jefferson, ma su quest’ultimo stanno lavorando fortissimo anche i Cavs) visto che l’età non è più verdissima ma le potenzialità comunque non mancano.

    Tyrus Thomas ha trovato un accordo con i Bobcats per un contratto quinquennale a 40 milioni di dollari a stagione. Su di lui era forte l’interesse dei New Jersey Nets, ma Charlotte ha presentato l’offerta migliore.

    I New York Knicks acquisiscono il playmaker Raymond Felton svincolato proprio dai Charlotte Bobcats.

    I New Jersey Nets prendono il playmaker ex Lakers Jordan Farmar ma non sono stati resi noti i termini di durata ed economici del contratto. Anche Travis Outlaw giocherà il prossimo anno per i Nets.

    Ben Wallace ha prolungato il contratto con i Detroit Piston di altri 2 anni per quasi 2 milioni di dollari a stagione.

    Kyle Korver, come il suo compagno ai Jazz Carlos Boozer, sceglie di firmare per i Chicago Bulls.

    Jermaine O’Neal va ai Boston Celtics

    Ormai restano pochi free agent sul mercato ma la situazione in NBA si mantiene sempre interessante visto che comunque ci sono numerose voci sugli scambi di giocatori tra le franchigie che stanno movimentando il mercato.

  • NBA: La lista e l’analisi dei free agent per il mercato più interessante della storia della NBA

    Parte oggi il mercato della NBA, e sarà l’Estate più calda dell’intera storia della NBA: mai così tanti campioni si sono ritrovati nella condizione di essere free agent tutti nello stesso anno!
    Volendo, anche una franchigia dalle potenzialità modeste, attingendo al mercato di questi 2-3 mesi potrebbe diventare una squadra da titolo, se ha creato spazio salariale per firmare qualcuno di questi grandi nomi.

    Di seguito proponiamo una scala gerarchica in base ai rapporti di forza che si sono venuti a creare nell’ultima stagione con annessa analisi del giocatore in questione. Alla fine daremo anche i nomi di 2 atleti che sebbene abbiano ancora il contratto garantito, secondo le ultime voci avrebbero chiesto di cambiare squadra.

    Ecco dunque la lista dei free agent (con almeno 15 nomi di lusso). Occhio alla top ten che si preannuncia fenomenale:

    40) Zydrunas Illgauskas (Centro, 35 anni, Cleveland Cavaliers): L’età è quella che è, ma la mano resta sempre pericolosa, anche dai 5-6 metri. Potrebbe essere molto utile per quelle squadre che hanno dei giovani centri in squadra e devono fare esperienza, visto che i suoi consigli potrebbero risultare molto utili.

    39) Amir Johnson (Ala Grande, 23 anni, Toronto Raptors): Durante l’infortunio di Chris Bosh, quest’anno, si è trovato catapultato in squadra e non ha demeritato, portando alla causa tantissima difesa, energia e anche qualche punto. Ancora in crescita tecnica, le squadre che stanno ricostruendo potrebbero anche puntare su di lui per il ruolo di ala grande.

    38) Kris Humpries (Ala Grande, 25 anni, New Jersey Nets): Nella stagione fallimentare di New Jersey ecco una piccola luce nel buio: il sostituto di Yi Jianliang ha prodotto alcune prestazioni fuori dal normale, ma è la continuità che manca. Un posto da titolare in una squadra di medio-bassa classifica potrebbe lanciarlo sul grande palcoscenico della NBA, anche perchè di “lunghi” nella Lega c’è sempre bisogno.

    37) Richard Jefferson (Ala Piccola, 30 anni, San Antonio Spurs): Stagione quasi fallimentare a San Antonio, in cerca di rilancio dopo una vita passata ad essere una delle stelle dei New Jersey Nets assieme a Jason Kidd e Vince Carter. Gli ultimi 2 anni a Milwaukee e San Antonio non gli hanno fatto certo onore ma il talento c’è e va riportato in superficie. Sarebbe ottimo anche come sesto uomo di lusso nel ruolo di ala piccola.

    36) Josh Howard (Ala Piccola, 30 anni, Washington Wizards): Talento pazzesco, ma qui il limite sono gli infortuni e la fragilità delle sue ginocchia, motivo per cui i Dallas Mavericks lo hanno tradato a metà stagione ai Wizards. Molto difficile che ritrovi l’esplosività perduta assieme ai suoi legamenti, ma la mano non cambia neanche se si hanno 60 anni e Howard se riuscisse a riciclare il suo gioco un pò più lontano da canestro potrebbe ancora dire la sua.

    35) Kyle Korver (Ala Piccola, 29 anni, Utah Jazz): Tremendo tiratore da 3, quest’anno ha avuto quasi il 54% dalla lunga distanza. Squadre povere nel settore degli specialisti da dietro l’arco dovrebbero farci un pensierino per risolvere i loro problemi.

    34) Wes Matthews (Guardia Tiratrice, 23 anni, Utah Jazz): Compagno di squadra di Korver a Utah, ha sorpreso il mondo intero in questa stagione: non draftato (ovvero nel Draft 2009 è finito fuori dai primi 60!) ha avuto un’occasione con i Jazz e ha dato prova di costanza, applicazione e sacrificio, riuscendo a prendersi in breve tempo il posto in squadra e diventando pericolosissimo sia dalla lunga distanza che da dentro l’area vista anche la stazza non indifferente. Molto vicino comunque al rinnovo con i Jazz.

    33) Drew Gooden (Ala Grande, 28 anni, Los Angeles Clippers): Per anni ci si è chiesti dove fosse il talento di questo “omone” che ha fallito in ogni squadra dove ha giocato, prima di arrivare, nell’ultimo giorno di mercato della scorsa stagione, ai Los Angeles Clippers, dove accanto a Kaman ha trovato la sua dimensione e fatto intravedere ottime cose: il problema è che dopo un anno di inattività per guai al ginocchio, il posto di ala grande titolare nei Clippers, sarà preso dalla prima scelta assoluta dello scorso Draft, ovvero Blake Griffin e ciò potrebbe spingere Gooden a trovarsi una nuova sistemazione.

    32) Derek Fisher (Playmaker, 36 anni, Los Angeles Lakers): Nella regular season sembra essere sempre un corpo estraneo nei Los Angeles Lakers, ma quando sente aria di playoff, il playmaker gialloviola si scatena e diventa essenziale per Kobe e compagni (e lo ha dimostrato ampiamente nella sua lunga carriera). Dovrebbe rinnovare per un’altro anno con i bi-campioni NBA.

    31) Nate Robinson (Playmaker, 26 anni, Boston Celtics): 175 centimetri scarsi di esplosività, non per niente ha vinto le ultime 2 edizioni dello Slam Dunk Contest all’All Star Game. Ma la testa va “curata” visti i numerosi sbalzi di concentrazione durante le partite che possono anche pregiudicare la vittoria di una gara.

    30) Jason Williams (Playmaker, 34 anni, Orlando Magic): Tornato in NBA dopo un anno sabbatico, il playmaker bianco dei Magic si ritrova senza una squadra ma le possibilità che Orlando lo rifirmi sono comunque alte: la sua esperienza sarà fondamentale anche in futuro per ritornare in Finale NBA.

    29) Ronnie Brewer (Guardia Tiratrice, 25 anni, Memphis Grizzlies): Non sarà mai un grande realizzatore ma la sua difesa è sempre di primo piano: autentico rubapalloni, non faticherà a trovare un ingaggio, anche se i problemi fisici quest’anno lo hanno molto limitato rispetto al solito standard di livello di gioco a cui ci aveva abituati.

    28) Travis Outlaw (Ala Piccola, 25 anni, Los Angeles Clippers): Ala piccola di livello assoluto, con un’altezza da ala grande che gli permette di tirare in testa agli avversari senza possibilità di essere stoppato dai suoi pari ruolo (un pò come succede per il fenomeno degli Oklahoma City Thunder Kevin Durant). Se è in serata può letteralmente incendiare il canestro avversario a suon di triple e tiri dalla media distanza, il suo pezzo forte del repertorio, ma quando si intestardisce nei momenti in cui la palla non entra risulta a dir poco dannoso per sè e per la squadra. Va “curato” in questi particolari e potrebbe essere un “big player” nei prossimi anni.

    27) Jermaine O’Neal (Ala Grande, 31 anni, Miami Heat): In forte parabola discendente come si è potuto vedere nell’ultimo anno disputato ad Indiana per poi essere ceduto prima a Toronto e poi a Miami. Il motivo di tutto ciò è oscuro, coi Celtics nei playoff ha avuto una percentuale realizzativa che ha sfiorato il ridicolo, ma il giocatore ammirato nei primi anni a Portland e in seguito ai Pacers non può essere scomparso nel nulla: serve dargli fiducia e non mortificarlo al primo errore, anche perchè è uno dei pochi “lunghi” che può abbinare classe e talento sia in attacco che in difesa vista la tecnica di tiro non indifferente.

    26) Shaquille O’Neal (Centro, 38 anni, Cleveland Cavaliers): Sull’orlo dei 40 anni, ormai più utile per far numero che per altri scopi, ha scritto la storia della Lega nei suoi anni ad Orlando, Lakers e Miami. Ma Shaq potrebbe ancora essere decisivo se centellinato con sapienza visto che la sua stazza sotto i tabelloni può risultare ancora decisiva per qualsiasi squadra.

    25) Mike Miller (Guardia Tiratrice, 30 anni, Washington Wizards): Ecco uno dei giocatori più completi dell’intera NBA: grandissimo tiartore dalla lunga distanza, ottimo passatore e anche efficace rimbalzista (quest’anno ha sfiorato più volte la tripla doppia, e nei Wizards sarebbe stata un’impresa di non poco conto!), appetito da diverse squadre non solo per le doti già elencate prima ma anche per un’intelligenza cestistica molto elevata, altruista quando serve, ma anche pronto a prendersi le sue responsabilità nei momenti difficili del match. Un jolly da non lasciarsi sfuggire, piace ad Orlando che lo portò nella Lega scegliendolo al Draft.

    24) Tracy McGrady (Guardia Tiratrice, 31 anni, New York Knicks): Lontano anni luce dal fenomeno che ha monopolizzato l’NBA negli anni passati tra Orlando Magic e Houston Rockets, visibilmente ingrassato, è in cerca di una squadra da titolo con campioni veri per fare il gregario (prima volta nella sua carriera) ed aiutare i suoi eventuali nuovi compagni a conquistare l’NBA.

    23) Raymond Felton (Playmaker, 26 anni, Charlotte Bobcats): Piccolo playmaker dalle mani buone ma con poca sapienza in regia, tuttavia sarebbe un’ottimo cambio per chi già possiede un buon regista per fargli tirare il fiato nei momenti di stanca delle partite. Se non sviluppa la sua visione di gioco non potrà ambire ad essere un titolare fisso e un uomo franchigia come più volte espresso nelle sue interviste. Comunque il talento non manca e neanche i suoi corteggiatori.

    22) Al Harrington (Ala Piccola, 30 anni, New York Knicks): Giocatore tuttofare, segna da 2 e da 3, prende rimbalzi e contribuisce, se tutto va per il verso giusto, alle vittorie di squadra. Ma se le cose vanno male finisce molto spesso con il perdersi nel marasma generale senza riuscire a trascinare i compagni, è questo il vero limite di un giocatore che avrebbe potuto sicuramente dare di più al mondo del basket americano. Tuttavia ci sono ancora almeno 5 anni di carriera, si attendono progressi nella sua tenuta mentale.

    21) Channing Frye (Ala Grande, 27 anni, Phoenix Suns): Reduce dalla migliore stagione della sua carriera ha mostrato evidenti miglioramenti, soprattutto mettendo in piedi un tiro da 3 letale che nessuno si aspettava da un quasi centro come lui. Ala grande che Portland ha mandato a Phoenix ma visti i problemi nel settore lunghi con gli infortuni di Oden e Przbylla avrebbe fatto meglio a tenere. Non mancano le pretendenti per lui ma i Suns vorrebbero tenerlo, sempre a cifre ragionevoli.

    20) Brendan Haywood (Centro, 30 anni, Dallas Mavericks): Centro da non sottovalutare, non spettacolare ma molto concreto, ha cambiato marcia ai Mavs quest’anno con il suo arrivo dai Wizards in cambio di Josh Howard. Peccato che i texani non abbiano sfruttato il secondo posto ottenuto in regular season ma le sue quotazioni sono in ascesa e non avrà difficoltà a trovare una squadra in vista del nuovo anno agonistico.

    19) J.J. Redick (Guardia Tiratrice, 26 anni, Orlando Magic): In ombra per un paio d’anni nella panchina degli Orlando Magic, è letteralmente esploso quest’anno: guardia bianca con un tiro letale, ha mostrato oltre alla sua tecnica di tiro e ai punti che può mettere assieme in una serata, anche un notevole progresso nella tenuta mentale. Molte volte ha salvato i Magic con le sue “bombe”, è chiamato alla riconferma per stabilizzarsi nella cerchia dei migliori tiratori NBA.

    18) Udonis Haslem (Ala Grande, 30 anni, Miami Heat): Sempre molto concreto e tenace, standard di rendimento molto stabile, non accusa cali a livello mentale. Può essere molto utile sia da titolare in ala grande che uscendo dalla panchina vista la grande disponibilità che dà al coach e alla squadra. Prezioso, a cifre ragionevoli Miami potrebbe tenerlo, visto che punta a creare una squadra con 3 “big free agent” per competere immediatamente per il titolo.

    17) Linas Kleiza (Ala Piccola, 25 anni, Olympiacos Pireo): Può sembrare strano vederlo così in alto, ma basta pensare alle ultime 2 stagioni di Denver per capire il perchè: anno 2008-2009 (con il lituano) e Denver dà filo da torcere ai Lakers in Finale di Conference. Anno 2009-2010 (con Kleiza all’Olympiacos) e i Nuggets vengono distrutti dai Jazz al primo turno dei playoff. Se inserito nel giusto roster è un tassello a cui non si può rinunciare, a Denver farebbero carte false per riaverlo ed accoppiarlo a Melo Anthony nei ruoli di ala (sempre che Anthony resti ai Nuggets!)

    16) Josh Childress (Ala Piccola, 27 anni, Olympiacos Pireo): Compagno di squadra, quest’anno, all’Olympiacos di Kleiza, è pronto a ritornare in NBA, ma bisogna dare tanti soldi a questo atleta che sa fare tutto ma che in alcuni momenti spegne la lampadina nella sua mente.

    15) Tyrus Thomas (Ala Grande, 24 anni, Charlotte Bobcats): Il problema per questo atleta dai mezzi fisici straordinari è il prezzo che richiede per il nuovo contratto: a Charlotte non sono disposti ad investire così tanto anche se lui ha trovato nel North Carolina la sua dimensione reale dopo il fallimento ai Bulls. Situazione in evoluzione, dopotutto è stato sempre una seconda scelta assoluta!

    14) John Salmons (Guardia Tiratrice, 30 anni, Milwaukee Bucks): Dopo la strepitosa metà stagione (febbraio-maggio) dopo il suo arrivo a Milwaukee che è stata trascinata ai playoff da questo folletto dalla mano sartoriale, ecco che le ambizioni di Salmons iniziano a venire a galla: vuole una squadra da titolo e probabilmente i Bucks lo perderanno, ecco perchè la franchigia del Wisconsin si è cautelata prendendo dai Golden State Warriors il suo sostituto naturale Corey Maggette.

    13) Luis Scola (Ala Grande, 30 anni, Houston Rockets): Uno dei giocatori più graditi a qualsiasi General Manager NBA, grazie alla sua applicazione e alla sua durezza nel gioco fisico anche contro avversari molto più quotati e grossi. Houston tentenna nella decisione se rinnovare il contratto e l’argentino rischia di allontanarsi inesorabilmente dal Texas.

    12) David Lee (Ala Grande, 27 anni, New York Knicks): Straordinario rimbalzista che nell’ultima stagione si è scoperto anche realizzatore. Molte volte vicino ai 20 punti e 20 rimbalzi, altre volte ha toccato e superato queste cifre riuscendo ad attirare l’attenzione su di sè di oltre mezza NBA. Portland farebbe carte false per prenderlo ed affiancarlo a Camby, Aldridge e Oden per il settore lunghi più forte e completo dell’intera Lega. Lui vorrebbe restare a New York se si realizzasse il sogno LeBron James, ma il suo desiderio contrasta con i soldi che richiede alla dirigenza arancioblu per i suoi servigi.

    11) Ray Allen (Guardia Tiratrice, 35 anni, Boston Celtics): Il tiratore più forte attualmente in NBA (in questi giorni c’è anche la discussione su chi tra lui e il grande numero 31 degli Indiana Pacers, tal Reggie Miller, che bruciava la retina avversaria suon di triple, alcune volte impossibili, sia più forte dalla lunga distanza) ha il contratto scaduto con i Celtics e vorrebbe restare sempre in una squadra da titolo, se non con i biancoverdi almeno con franchigie di pari livello. Il record di tiri da 3 punti segnati in una gara di Finale NBA (ben 8 bombe quest’anno in gara 2 contro i Lakers) potrebbe giocare a suo favore e dargli un’altra possibilità in un club pronto a diventare campione.

    10) Rudy Gay (Ala Piccola, 23 anni, Memphis Grizzlies): Atletismo incredibile e talento in esplosione per il capitano dei Memphis Grizzlies. A soli 23 anni è uno dei pezzi pregiati di questo mercato e i Minnesota T-Wolves farebbero follie per portarlo in squadra. In rampa di lancio per diventare un All Star al pari di altri campioni, potrebbe spostare gli equilibri della Lega con un eventuale trasferimento, almeno così sperano i Timberwolves…

    9) Yao Ming (Centro, 29 anni, Houston Rockets): Sarebbe uno dei top five tra i free agent di questa Estate, ma i dubbi sulle sue condizioni fisiche (caviglie e piedi visto il grande peso che sono costretti a sopportare quando scende giù dopo ogni salto) sono un’incognita da non sottovalutare. Probabilmente resterà a Houston, visto che è vicinissimo ai 30 anni ed è stato una vita intera in Texas,  ma New York un pensierino lo farebbe volentieri al centrone cinese per ritornare in alto e ai fasti di Pat Ewing che ha scritto la storia dei Knicks nel ruolo di centro.

    8) Carlos Boozer (Ala Grande, 28 anni, Utah Jazz): Etica del lavoro e forza mentale sono i punti forti di questa ala grande scelta qualche anno fa dai Cleveland Cavaliers addirittura al secondo giro del Draft e che in pochi anni è diventato uno dei lunghi più forti della Lega, che andando ai Jazz ha scomodato anche il paragone con il grandissimo Karl Malone, assieme a John Stockton la storia della franchigia di Salt Lake City. Le mani sono ottime anche dai 6 metri, la potenza devastante e anche se manca qualche centimetro è superlativo anche a rimbalzo arrivando sempre abbondantemente sopra la doppia cifra. Teoricamente sarebbe quasi da 20 punti e 20 rimbalzi a serata, gran colpo per chi vorrà metterlo sotto contratto visto che i Jazz e la politica al risparmio della dirigenza non sembrano dargli conferma nello Utah.

    7) Joe Johnson (Guardia Tiratrice, 29 anni, Atlanta Hawks): Voci contrastanti su questa guardia tiratrice dalla stazza fuori dal normale: proprio questo è il punto di forza di Johnson che sfrutta i centimetri e i chili in più per fare ciò che vuole contro i diretti avversari. C’è chi lo da in partenza, chi invece lo conferma agli Hawks visto che la squadra ha già un’ossatura molto forte. Molto difficile capire cosa farà, certamente Atlanta per tenerlo dovrà fare un super contratto al suo leader se non vorrà diventare una squadra da Draft Lottery il prossimo anno.

    6) Paul Pierce (Ala Piccola, 32 anni, Boston Celtics): Teoricamente il capitano dei Celtics sarebbe libero sul mercato, ma in realtà non è proprio così perchè dopo una vita passata in biancoverde basterà sedersi ad un tavolo e trovare un accordo tramite 2 parole tra amici di vecchia data per la permanenza di “The Truth” nel Massachusetts. Le sorprese sono escluse, almeno apparentemente…

    5) Amar’è Stoudemire (Ala Grande, 27 anni, Phoenix Suns): La novità dell’ultim’ora per questa ala grande dallo strapotere fisico quasi imbarazzante, dal talento meraviglioso e dalla capacità di essere un “finisher” devastante è che si è riavvicinato ai Phoenix Suns e nelle prossime ore ci potrebbe essere la tanto attesa firma per la permanenza nell’Arizona. I problemi sorgerebbero qualora non si giunga al lieto fine con Stoudemire che non gradirebbe l’ennesima trattativa saltata e potrebbe voltare le spalle alla franchigia arancioviola.

    4) Dirk Nowitzki (Ala Grande, 32 anni, Dallas Mavericks): Il leader indiscusso dei Dallas Mavericks ha deciso un pò a sorpresa di uscire dal contratto non esercitando la sua opzione di rinnovo. La mossa è di difficile comprensione ma dovrebbe rifirmare per i Mavs anche perchè per accontentare il tedesco la proprietà, con Mark Cuban in testa, proverà a far arrivare in Texas il fenomeno LeBron James. Difficile, ma per Cuban niente appare impossibile.

    3) Chris Bosh (Ala Grande, 26 anni, Toronto Raptors): L’ala grande più talentuosa di tutta l’NBA è stanca del Canada e tra tutti i giocatori in scadenza e senza contratto è quello più sicuro di non rifirmare per la squadra di appartenenza. Le opzioni sono chiare: o firmare per una squadra texana (visto che lui è nativo di Dallas) per riavvicinarsi a casa, oppure andare a Miami, Chicago o New York assieme a James e Wade per vincere subito il titolo NBA. C’è anche l’opzione Lakers ma per averlo, attraverso un “sign and trade” coi Raptors, i gialloviola campioni dovrebbero mettere sul piatto della bilancia Lamar Odom ed Andrew Bynum! Difficile, ma per accontentare Kobe Bryant non ci si pone limiti.

    2) Dwyane Wade (Guardia Tiratrice, 28 anni, Miami Heat): Guardia tiratrice dal talento smisurato, la migliore della Lega. Wade è di Chicago ma ultimamente le voci su di un suo passaggio ai Bulls si sono affievolite, a Miami è a casa e si trova ottimamente. Se gli Heat, che hanno il monte salari più basso della Lega, riuscissero ad affiancargli altri 2 fenomeni tra i free agent che sono sul mercato, allora Dwyane non si muoverebbe, altrimenti restano vive le opzioni New York e forse anche Clippers per via dello scenario Hollywoodiano che Wade gradisce particolarmente essendo fenomeno sia dentro che fuori dal campo.

    1) LeBron James (Ala Piccola, 25 anni, Cleveland Cavaliers): Il primo posto è suo, il free agent più ambito nella storia della Lega. Più di mezza NBA è in fila per assicurarsi i suoi servizi sul parquet, giocatore a dir poco devastante che ha solo 25 anni, su cui si può costruire la fortuna di una franchigia. All around player, sa fare tutto e con estrema naturalezza, punti, rimbalzi, assist, stoppate, palle rubate, attacco e difesa più una leadership indiscussa all’interno dello spogliatoio vista la sua forte personalità! stupisce che a Cleveland non sia riuscito ad arrivare sinora al bersaglio grosso, ovvero il titolo di campione NBA. M.V.P. delle ultime 2 stagioni, Chicago smonterebbe la squadra per firmarlo e farne l’erede di Michael Jordan, i Clippers documenti falsi per contrastare lo strapotere dei cugini gialloviola dei Lakers e del mito Kobe Bryant, New York ne farebbe la pietra miliare per il prossimo decennio per vincere più titoli possibili e farne uno degli atleti più ricchi del Mondo intero grazie ai guadagni di una grande città come la “Grande Mela”, Cleveland invece punta a convincerlo dandogli carta bianca per comporre lui stesso la squadra con atleti a lui graditi, e staff dirigenziale e tecnico, facendo leva anche sul fatto che James è nativo di Akron, cittadina a pochi chilometri da Cleveland, e che in Ohio LeBron è riverito più di un Imperatore. Situazione molto fumosa e ingarbugliata, una città intera soffre, spera e attende la sua decisione che potrebbe cambiare il destino della franchigia. L’impressione è che Cleveland resti la prima opzione ma mai come questa volta le certezze potrebbero prima vacillare e poi crollare da un momento all’altro! Non resta che attendere…

    Menzioni speciali per 2 atleti che non si liberano dagli attuali contratti, ma che hanno manifestato, come già detto all’inizio, il desiderio di cambiare aria, e sono:

    1) Chris Paul (25 anni) dei New Orleans Hornets, assieme a Deron Williams il più forte playmaker della Lega e che è in partenza per altri lidi, visto anche il progetto degli Hornets che sta ricostruendo partendo dai giovani. Non che Paul sia vecchio, anzi ha solo 25 anni, ma avendo raggiunto già un certo status nella Lega, ha voglia di vincere e non può farlo certamente con una squadra che puntando sui giovani sarà competitiva al massimo tra 4-5 anni. Lakers, Blazers, Mavericks sono alla finestra, ci vogliono ottime contropartite ma gli Hornets non precluderanno i sogni del numero 3. La sua permanenza pare veramente difficile.

    2) Carmelo Anthony (26 anni): La situazione qui è un pò complicata perchè Anthony ha esercitato (non come i suoi colleghi Bosh, James, Wade, scelti tutti nello stesso anno al Draft) l’opzione di rinnovo per un ultimo anno ma i Nuggets, benchè abbiano proposto anche il rinnovo per altre 3 stagioni dopo il 2011, non vorrebbero perdere la loro stella a parametro zero come rischiano ora i Cavaliers, gli Heat e i Raptors. Ecco perchè oltre al rinnovo da 65 milioni di dollari, la dirigenza di Denver sta guardando a possibili scambi con altre franchigie in modo che se Anthony non dovesse firmare l’estensione, sarebbe ceduto all’istante per continuare ad essere competitivi grazie ad una trade che lasci inalterato il livello di talento della squadra. Situazione in evoluzione, Anthony è legato a Denver e ai Nuggets ma non si opporrebbe ad una cessione per far guadagnare qualcosa alla sua squadra.

  • NBA, mercato: Marcus Camby a Portland

    Visti i gravi infortuni di Greg Oden e Joel Przybilla (out per tutta la stagione entrambi) i Portland Trail Blazers hanno deciso di operare sul mercato una trade che ha portato Marcus Camby in Oregon e Steve Blake e Travis Outlaw ai Clippers.
    Tutto questo per ovviare all’emergenza sotto canestro che ormai era diventata cronica per i rossoneri.
    Curiosamente le 2 squadre si sono scontrate nella notte NBA ma nessuno dei 3 giocatori interessati ha messo piede sul parquet. Per la cronaca i Blazers hanno stracciato i Clips.