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  • NBA, Gregg Popovich eletto coach dell’anno

    NBA, Gregg Popovich eletto coach dell’anno

    Gregg Popovich, coach dei San Antonio Spurs, è il vincitore del “Red Auerbach Trophy” 2011/2012 premio riservato al migliore allenatore dell’anno NBA.

    Popovich, che ha già vinto il premio nella stagione 2002/2003, ha fatto registrare 467 punti, voti assegnati da una giuria di 119 giornalisti sportivi degli Stati Uniti e del Canada. Sono stati assegnati cinque punti per ogni voto da primo posto voto, tre punti per ogni voto da secondo posto e un punto per ogni voto da terzo posto. 

    All sua 16esima stagione come head coach di San Antonio, Gregg Popovich ha guidato il suo team al secondo miglior record della Lega dietro ai Chicago Bulls (stesso record di 50 vittorie e 16 sconfitte ma Chicago è stata premiata dal tie breaker)  Nella seconda metà della stagione gli Spurs sono stati la squadra più dominante della Lega, con un record strabiliante di 26-6 (0,813). Popovich ha guidato gli Spurs alla loro 15esima postseason consecutiva, che è la più lunga striscia attualmente nella NBA.

    Gregg Popovich © Ronald Martinez/Getty Images

    Gli Spurs hanno finito la stagione vincendo 10 partite di fila, e 24 delle  loro ultime 27. San Antonio ha vinto almeno 50 partite per la 13esima stagione consecutiva superando i Los Angeles Lakers (stagioni dal 1979-80 al 1990-91) per la più lunga striscia nella storia della NBA in questa categoria.

    Gregg Popovich è stato nominato allenatore del mese a febbraio e a marzo, portando a 14 i premi di coach del mese vinti in carriera. Attualmente è l’allenatore con più anni in panchina con la stessa squadra (ben 16) tra tutti i principali 4 sport professionistici americani. Con le sue 847 vittorie con gli Spurs è ora al secondo posto di tutti i tempi nella storia della NBA per il maggior numero di vittorie con una singola squadra (il recordman è Jerry Sloan, Utah Jazz, 1127 vittorie)

    Gregg Popovich succede a Thibodeau, coach dei Bulls che è arrivato secondo quest’anno. Terzo invece l’allenatore della squadra rivelazione della stagione Indiana Pacers, ovvero Frank Vogel.

  • NBA: Forman (Bulls) e Riley (Heat) premiati come Manager dell’anno

    NBA: Forman (Bulls) e Riley (Heat) premiati come Manager dell’anno

    La NBA ha reso noto che Pat Riley dei Miami Heat e Gar Forman dei Chicago Bulls sono i co-vincitori del premio di “Esecutivo dell’anno” categoria che rende onore al migliore staff manageriale della stagione.

    Riley si è distinto per aver costruito una squadra stellare grazie ai colpi in sede di mercato con le acquisizioni di LeBron James (il più forte giocatore in NBA al momento) dai Cleveland Cavaliers e di Chris Bosh dai Toronto Raptors oltre ad aver rifirmato il pilastro Dwyane Wade, star indiscussa della sua squadra. Le sue mosse sul mercato sono valse agli Heat un record di 58 vittorie e 24 sconfitte.

    Ancora meglio ha fatto Forman che ha costruito dei Bulls quasi perfetti riuscendo a far progredire la squadra dell’Illinois dalle 41 vittorie e 41 sconfitte della scorsa annata alle 62 di quest’anno (contro le sole 20 sconfitte), un incremento che non poteva essere ignorato dai votanti dato che Chicago ha avuto il miglior record NBA.
    Le sue scelte hanno pagato in toto: Tom Thibodeau, scelto come nuovo coach, ha vinto il premio di allenatore dell’anno, la squadra con i nuovi innesti è cresciuta così tanto che ha permesso a Derrick Rose di esprimersi al meglio e vincere il premio di M.V.P. della stagione, diventando il più giovane giocatore a ricevere questo premio.

    Onoreficenze ampiamente meritate per i 2 manager che hanno portato le rispettive squadre al primo posto assoluto nella Lega (Bulls) ed al secondo posto nella Eastern Conference (terzo assoluto in NBA, per gli Heat).

  • NBA: LadyCats (Charlotte Bobcats) migliore dance-team della Lega

    NBA: LadyCats (Charlotte Bobcats) migliore dance-team della Lega

    Dopo aver assegnato i premi più importanti della stagione regolare di basket, la NBA ha reso noto anche il “dance team” migliore tra i 30 delle franchigie che partecipano al campionato.

    Il voto popolare degli appassionati ha eletto le LadyCats, le ballerine dei Charlotte Bobcats, come vincitrici di questa originale e speciale categoria. In finale le LadyCats hanno battuto sonoramente le Kings Dance Team (Sacramento Kings) con il 62% dei voti contro il 38% delle avversarie.

    E’ la seconda affermazione consecutiva per le ballerine dei Bobcats che già si erano imposte lo scorso anno.

    Dopo il premio di M.V.P. assegnato a Derrick Rose dei Chicago Bulls (leggi l’articolo), di miglior allenatore dell’anno assegnato a Tom Thibodeau sempre dei Bulls (leggi l’articolo), di miglior sesto uomo assegnato a Lamar Odom dei Los Angeles Lakers (leggi l’articolo), di giocatore più migliorato nella stagione assegnato a Kevin Love dei Minnesota Timberwolves (leggi l’articolo) e infine di miglior difensore dell’anno assegnato a Dwight Howard degli Orlando Magic (leggi l’articolo), arriva una piccola soddisfazione anche per Charlotte che rispetto allo scorso anno ha perso la qualificazione ai playoff, disputando un’annata piuttosto deludente.

  • NBA: Derrick Rose è l’M.V.P. della stagione, record per il play dei Bulls

    NBA: Derrick Rose è l’M.V.P. della stagione, record per il play dei Bulls

    Derrick Rose, playmaker dei Chicago, è stato eletto M.V.P. della stagione NBA, premio attribuito al “most valuable player” ovvero al migliore giocatore della regular season. Il numero 1 dei Bulls stabilisce anche un nuovo record per la Lega, diventando a soli 22 anni il più giovane atleta della storia del basket americano a riuscire nell’impresa.

    E’ il secondo riconoscimento in poche ore per la franchigia dell’Illinois dopo che il coach Tom Thibodeau è stato eletto allenatore dell’anno. E’ la 12esima volta nella storia della NBA che i premi di allenatore dell’anno e di miglior giocatore della stagione finiscono per essere attribuiti a 2 componenti della medesima squadra.

    Rose succede a LeBron James che aveva vinto il premio nelle 2 ultime stagioni. Ha viaggiato alla media di 25 punti, 4 rimbalzi, 1 recupero e quasi 8 assist a partita in 81 match disputati sugli 82 previsti.
    Era dai tempi di Michael Jordan (stagione 1998) che i Bulls non potevano fregiarsi di avere l’M.V.P. stagionale. Nella sua carriera NBA il playmaker ha anche conquistato un titolo di matricola dell’anno (rookie of the year) nella stagione 2008-2009, ovviamente la sua prima in NBA.
    E’ grazie a lui ed a coach Thibodeau se i Bulls hanno raggiunto il prestigioso traguardo di squadra con il miglior record della Lega (62 vinte e 20 perse) superando all’ultima giornata i San Antonio Spurs che guidavano il campionato fin dal primo turno, traguardo neanche lontanamente immaginabile ad inizio regular season dato che la squadra dell’Illinois aveva una buona squadra ma non contemplata tra le “Big” migliorando considerevolmente il record dell’anno precedente che era di 41 vittorie ed altrettante sconfitte raggiunto sotto la guida di coach Vinny Del Negro (incremento di 21 vittorie!).

    Rose ha superato di gran lunga tutti i top player NBA, da James a Bryant, da Howard a Durant, quest’ultimo pronosticato da molti addetti ai lavori come possibile favorito per la conquista del premio (si è accontentato invece di essere per il secondo anno di fila il cannoniere del torneo) e reduce dallo strepitoso Mondiale disputato in Turchia dove ha letteralmente trascinato gli Stati Uniti al gradino più alto del podio e votato alla fine come migliore giocatore della manifestazione. Di quella formazione faceva parte anche Rose che però non ha brillato, cosa che non è successa invece da ottobre in poi quando ha letteralmente fatto faville nel campionato NBA con i suoi Bulls.
    I suoi sforzi e le sue giocate gli sono valse anche la prima convocazione per l’All Star Game di Los Angeles.
    I miglioramenti del prodotto di Memphis University, ma nativo proprio di Chicago (e che quindi il pubblico adora proprio perchè da sempre tifoso Bulls), sono tutti nelle percentuali da 3 punti: lo scorso anno furono solo 32 le bombe messe a referto contro le 128 di quest’anno, ma sono state un pò tutte le caratteristiche principali di questo splendido atleta ad essere progredite, prime fra tutte velocità ed equilibrio mentre cerca il tiro a canestro.

    Tanti gli attestati di stima alla notizia, da allenatori, a compagni di squadra e anche dagli avversari. Il primo fra tutti è proprio il suo coach Tom Thibodeau:

    • Il fatto che abbia talento è piuttosto ovvio. Ma a meno che non lo vediate ogni giorno, è impossibile capire quanto sia umile, è impossibile capire il modo con cui si comporta con i compagni, l’esempio che dà loro. Non si accontenta mai, vuole sempre migliorare e mette la squadra al primo posto in ogni situazione. E fa sempre quello che gli viene chiesto“.

    Ecco perchè, almeno per quest’anno, Rose è il numero 1 della Lega!

  • NBA: Tom Thibodeau eletto miglior allenatore della stagione

    NBA: Tom Thibodeau eletto miglior allenatore della stagione

    La notizia era nell’aria ma ora è diventata ufficiale da qualche ora: tom Thibodeau, allenatore dei Chicago Bulls, al primo anno come head coach su una panchina NBA (negli anni precedenti era stato l’allenatore difensivo dei Boston Celtics e primo assistente di Doc Rivers) ha vinto il premio di miglior allenatore della NBA.

    Thibodeau ha guidato i suoi Bulls ad ottenere il miglior record dell’intera lega: ben 62 vittorie a fronte di sole 20 sconfitte, sorpassando i San Antonio Spurs (in testa dall’inizio della stagione) nell’ultima giornata di regular season. Un risultato inaspettato visto che Chicago non ha il miglior roster della Lega e in più ha avuto diversi problemi di infortuni, su tutti quelli di Joakim Noah e Carlos Boozer. Ma la crescita (spaventosa oserei dire) di Rose e la solidità difensiva data alla squadra da Thibodeau ha permesso questo risultato straordinario, un miglioramento rispetto allo scorso anno di ben 21 vittorie dato che con coach Del Negro lo scorso anno in panchina i “Tori” chiusero a quota 41 vittorie e 41 sconfitte per una percentuale del 50% contro il 75% di questa annata.

    Thibodeau, 53 anni, ha eguagliato il record di Paul Westphal (Phoenix Suns, anno 1992-93) con il maggior numero di vittorie per un tecnico alla prima stagione da head coach. Grazie a lui Chicago è tornata a splendere con il primo posto in regular season cosa che non era più avvenuta dai tempi del mito Michael Jordan, giocatore universalmente riconosciuto come il più forte di tutti i tempi. L’impronta difensiva data alla squadra ha permesso il raggiungimento di questi risultati straordinari, proprio la difesa risulta essere la seconda della Lega (91,3 punti subito per incontro) dietro di poco a quella dei Celtics.

    Ma le buone notizie per i Bulls potrebbero anche non finire qui: infatti a meno di clamorosi colpi di scena (i quali paiono piuttosto improbabili) quello per Thibodeau potrebbe non essere l’unico premio individuale assegnato a Chicago: l’annuncio per il premio di M.V.P. stagionale, ovvero il miglior giocatore della stagione regolare, è atteso per martedì, e Derrick Rose, playmaker sensazionale della squadra dell’Illinois, è il favorito numero 1.

    Nella classifica delle votazioni Thibodeau Thibodeau ha ricevuto 475 punti e 76 voti da ​​primo posto da un a giuria di giornalisti sportivi specializzati. Doug Collins dei Philadelphia 76ers ha preso 18 voti da ​​primo posto per un totale di 210 punti, mentre Gregg Popovich di San Antonio è arrivato terzo con 177 punti. Il “Red Auerbach Trophy” (trofeo intitolato appunto alla memoria del più grande allenatore NBA di tutti i tempi, ovvero Red Auerbach dei Boston Celtics) quest’anno ha un vincitore su cui non si può discutere.

  • Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    I Bucks espugnano il parquet dei Pacers e ringraziano la coppia Salmons-Jennings (rispettivamente 22 e 18 punti). Da segnalare anche la doppia doppia di Mbah a Moute da 10 punti e 15 rimbalzi. Ad Indiana non bastano i 19 punti a testa di Granger e Collison ed i 14 punti con 12 rimbalzi e 6 stoppate del centro Roy Hibbert.

    30 punti e 16 rimbalzi di Dwight Howard lanciano i Magic contro i Nets che si dimostrano ancora una volta troppo giovani e forse ingenui per approfittare delle debolezze dell’avversario. Vince Carter, ex di giornata, piazza 19 punti.

    Un grande Varejao da 23 punti e 12 rimbalzi ben coadiuvato da Mo Williams e Daniel Gibson (22 punti a testa) permette ai Cavs di espugnare Philadelphia. Ai Sixers non bastano le ottime prestazioni di Jrue Holiday al suo massimo in carriera con 29 punti e di Elton Brand con 20 punti.

    Prima vittoria stagionale per i Detroit Pistons guidati da un Ben Gordon da 20 punti. A farne le spese i Charlotte Bobcats, lontani parenti della bella squadra che lo scorso campionato raggiunse i playoff. Non servono i 28 punti di un infuocato Stephen Jackson.

    Secondo successo consecutivo per i Knicks che ritornano al Garden dopo i lavori per le perdite di amianto nell’impianto. Al Madison ancora protagonista Toney Douglas, che dopo i 30 punti di ieri a Chicago ne infila 19 con 10 rimbalzi. Bene Gallinari con 16 punti (4/9 da 3). I Wizards che ritrovavano proprio ieri sera, dopo la lunga sospensione inflittagli della lega, Gilbert Arenas (18 punti i soli 26 minuti sul parquet) hanno in Blatche il miglior marcatore con 22 punti. Leggermente in ombra la prima scelta assoluta John Wall con soli 13 punti (e 9 palle perse).

    Amaro ritorno al Garden di Boston per il coach dei Bulls Tom Thibodeau (assistente di Doc Rivers per 3 anni ed un titolo NBA) che viene battuto in overtime (l’ennesimo tra Bulls e Celtics degli ultimi anni) per 110-105. Allen segna 25 punti, Garnett 16 con 10 rimbalzi e Rondo guida la squadra con 10 punti ed 11 assist, mentre per i Bulls sono inutili i 26 punti di un ottimo Noah (anche 12 rimbalzi per lui). Bene anche Deng (20 punti) e Rose che chiude quasi in doppia doppia (18 punti e 9 assist) ma l’esperienza biancoverde è stata superiore.

    Atlanta vince anche a Minneapolis ed infila la sesta “W” consecutiva restando l’unica squadra imbattuta nella Eastern Conference. 22 punti di Jamal Crawford ma soprattutto la superba prestazione di Josh Smith da 20 punti (9/13 al tiro) con 8 rimbalzi, 6 assist 2 steal e 5 stoppate (specialità nella quale continua ad essere leader con oltre 4 a partita) a fronte di nessuna palla persa permettono ai “Falchi” di continuare a volare alto e stare davanti ai tanto osannati Miami Heat in classifica. Per Minnesota 18 punti a testa per 3 giocatori: il rookie Wes Johnson, Love e Brewer.

    I New Orleans Hornets di Marco Belinelli danno una lezione ai Miami Heat di Wade e James e restano imbattuti in stagione con 5 successi e nessuna sconfitta. Okafor devastante per i “Calabroni” con 26 punti e 13 rimbalzi, Paul segna solo 13 punti ma distribuisce ben 19 assist e mette a referto ben 5 recuperi. Solo 8 punti per Belinelli che nei 31 minuti in campo ha fornito un’ottima prova contro avversari di livello sicuramente superiore. Per gli Heat ci sono i 28 punti e 10 rimbalzi per Wade e i 20 punti e 10 assist per James.

    I tiri liberi condannano i Memphis Grizzlies ad una bruciante sconfitta dopo 2 overtime a Phoenix. Troppi i liberi sbagliati nei momenti decisivi, sul finire dei tempi regolamentari: Gay fa 1/2 per il 97-99 che permette poi a Richardson di mandare il match al prolungamento e nel primo supplementare un nuovo 1/2, questa volta di Conley, nega la possibilità del possibile vantaggio a 5 secondi dalla fine con Nash che sbaglia l’ultimo tiro. Nel secondo overtime poi la maggior esperienza dei Suns ha fatto la differenza. Richardson strepitoso con 38 punti, 25 sono di Nash. Per Memphis ritorno sul parquet per una pedina molto importante, Zach Randolph che chiude con 12 punti e 14 rimbalzi, Gay e Gasol ne mettono 26 a testa mentre sono 23 quelli di Mayo. Nonostante la sconfitta a Memphis si può sorridere visto il recupero di Randolph ed una squadra che cresce comunque di partita in partita. I playoff sono alla portata.

    Dopo la vittoria contro Oklahoma City i Clippers tornano sulla terra. Carmelo Anthony con 30 punti si prende il palcoscenico, a poco servono i 26 punti e 10 rimbalzi del sempre più convincente rookie Blake Griffin che se continua su questi ritmi e livelli non farà certo fatica a portarsi a casa il premio di matricola dell’anno.

    Continua la marcia inarrestabile dei campioni in carica dei Los Angeles Lakers che battono allo Staples Center i Toronto Raptors di Andrea Bargnani (14 punti ma prova incolore per l’italiano): Gasol con 30 punti e Bryant con 23 guidano i gialloviola al sesto successo in stagione. Barbosa ne mette 17 per i Raptors ma la squadra sembra veramente molto debole, sarà un anno molto difficile in Canada.

    I Warriors si confermano la sorpresa di questo inizio di stagione e battono i Jazz di un Deron Williams da 23 punti. Doppia doppia per Jefferson da 16 punti e 15 rimbalzi. Per Golden State 23 punti per il numero 1 tra i marcatori, Monta Ellis, 20 per Curry (al rientro dopo l’infortunio), 14 e 15 rimbalzi per Lee ed infine solo 8 punti ma conditi da ben 20 rimbalzi per un Andris Biedrins in netta crescita. Stupisce il punteggio molto basso (85-78) tra 2 delle formazioni più offensive della Lega e che molte volte vanno sopra (abbondantemente) i 100 punti segnati per partita.

    Risultati NBA del 5 novembre 2010

    Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 90-94

    • Ind: Granger 19, Collison 19, Hibbert 14; Mil: Salmons 22, Jennings 18, Mbah a Moute 10, Maggette 10

    Orlando Magic-New Jersey Nets 105-90

    • Orl: Howard 30, Nelson 20, Carter 19; N.J.: Outlaw 17, williams 15, Harris 14

    Philadelphia 76ers-Cleveland Cavaliers 116-123

    • Phi: Holiday 29, Brand 20, Louis Williams 16; Cle: Varejao 23, Mo Williams 22, Gibson 22

    Detroit Pistons-Charlotte Bobcats 97-90

    • Det: Gordon 20, Hamilton 16, Prince 14; Cha: Jackson 28, Wallace 13, Augustin 12

    New York Knicks-Washington Wizards 112-91

    • N.Y.: Douglas 19, Stoudemire 18, Gallinari 16; Was: Blatche 22, Arenas 18, Wall 13

    Boston Celtics-Chicago Bulls 110-105 (overtime)

    • Bos: Allen 25, Garnett 16, Davis 15; Chi: Noah 26, Deng 20, Rose 18, Gibson 18

    Minnesota Timberwolves-Atlanta Hawks 103-113

    • Min: Wes Johnson 18, Love 18, Brewer 18; Atl: Jamal Crawford 22, Smith 20, Bibby 15

    New Orleans Hornets-Miami Heat 96-93

    • N.O.: Okafor 26, West 15, Paul 13, Ariza 13; Mia: Wade 28, James 20, Bosh 15

    Phoenix Suns-Memphis Grizzlies 123-118 (2 overtime)

    • Pho: Richardson 38, Nash 25, Turkoglu 18; Mem: Gay 26, Gasol 26, Mayo 23

    Denver Nuggets-Los Angeles Clippers 111-104

    • Den: Anthony 30, Harrington 18, Afflalo 16; Cli: Griffin 26, Gordon 21, Craig Smith 18

    Los Angeles Lakers-Toronto Raptors 108-103

    • Lak: Gasol 30, Bryant 23, Blake 14; Tor: Barbosa 17, DeRozan 15, Bargnani 14, Calderon 14

    Golden State Warriors-Utah Jazz 85-78

    • G.S.: Ellis 23, Curry 20, Lee 14; Uta: Deron Williams 23, Jefferson 16, Miles 12, Millsap 12

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  • NBA, free agent: Boozer va ai Bulls, Durant rinnova con i Thunder [8 luglio 2010]

    Dopo il colpaccio di Miami che è riuscita a trattenere in squadra la sua stella Dwyane Wade e ad affiancargli un’altra superstar come Chris Bosh, strappato ai Toronto Raptors di Bargnani (Leggi l’articolo), si vanno delineando sempre di più i roster per la prossima stagione. Questa sera ci sarà l’annuncio di LeBron James in diretta TV che comunicherà la sua nuova squadra (e potrebbero essere, secondo fonti vicine al giocatore, proprio gli Heat di Wade e del neo acquisto Bosh!), ma le altre franchigie non stanno certo a guardare: i Chicago Bulls infatti hanno firmato il free agent, svincolato dagli Utah Jazz, Carlos Boozer.
    Per lui contratto quinquennale a 80 milioni di dollari.
    Ottima aggiunta per la squadra del nuovo coach Tom Thibodeau che copre il buco di ala grande che in questi ultimi anni aveva dato parecchi problemi alla franchigia dell’Illinois.

    Anche Ray Allen ha una squadra per il prossimo anno e saranno sempre i Boston Celtics. L’accordo è stato trovato sulla base di 2 anni ma le cifre ancora non sono state rese pubbliche anche se si vocifera di un contratto da 10 milioni di dollari all’anno.

    Non era un giocatore in scadenza (lo sarebbe stato la prossima Estate) ma su di lui la fila di pretendenti era già diventata chilometrica. Per questo motivo il suo General Manager, Sam presti, ha deciso di giocare d’anticipo e proporre un lungo e sostanzioso rinnovo alla sua stella più luminosa, Kevin Durant, nuovo fenomeno del basket NBA che quest’anno ha condotto gli Oklahoma City Thunder ai primi playoff della loro giovane storia (dopo il trasferimento da Seattle) e che si è laureato più giovane miglior marcatore della storia della Lega professionistica americana con 30.1 punti per partita.
    L’accordo è stato trovato sulla base di 5 anni (il massimo di durata per la fascia di età in cui è compreso Durant) ma il numero 35 di OKC ha dimostrato che non vuole soldi ma poter vincere: il suo contratto non è stato fatto al massimo salariale (percepirà 85 milioni di dollari), lasciando qualche milioncino alla società per poter rifirmare anche i suoi giovani compagni, che sono tanti e se non sono talentuosi come lui poco ci manca. Uno dei grandi problemi di Oklahoma è che a livello di budget non può competere con le grandi città americane e necessariamente la dirigenza vorrebbe restare sotto le soglie della luxury tax per non pagare fondi extra alla NBA. Il probelma è evidente se si pensa che prossimi ai rinnovi saranno in primis Jeff Green e Russell Westbrook, altre 2 pietre miliari della franchigia, poi si tratterà anche con James Harden e Serge Ibaka, per non parlare degli altri giocatori di contorno che sono sempre giovani sui 20 anni ma promesse sulla via dell’esplosione. Ecco che quindi in questa ottica si vede il rinnovo di Durant, che prima di tutto sente i suoi compagni di squadra come amici dentro e fuori dal campo e che assieme a loro vorrebbe costruire qualcosa di veramente importante che possa restare nella storia della NBA. I Thunder sono molto accreditati di dare fastidio a chiunque il prossimo anno, visto il progetto in piena evoluzione ed esplosione.
    L’annuncio è stato dato nei modi più semplici possibili, con ringraziamenti a famiglia, amici e compagni di squadra. Senza dirette TV o altre trovate megalomani…

  • NBA: Danny Ferry via da Cleveland, a Chicago arriva Thibodeau

    Dopo 5 anni come General Manager, anche Danny Ferry lascia i Cleveland Cavaliers: non aveva infatti approvato l’idea di licenziare coach Mike Brown e non si sentiva più spalleggiato dalla proprietà. Al suo posto, il lavoro di GM verrà svolto dal suo vice, Chris Grant.
    Questa la laconica dichiarazione dell’ex giocatore e General manager dei Cavs:

    • E’ stata la mossa giusta prendere questa decisione

    Intanto il proprietario Dan Gilbert fa sapere che in breve tempo verrà scelto il nuovo coach, che dovrà essere sempre, come Brown, un allenatore “difensivo”. Il perchè lo spiega direttamente l’owner della franchigia orogranata:

    • Non si può vincere il titolo senza un buon coach difensivo!“.

    Certo che anche prolungare la permanenza di Lebron a Cleveland potrebbe aiutare in questo intento!

    Comunque, il miglior coach difensivo sulla piazza non andrà ai Cleveland Cavaliers: Tom Thibodeau, attualmente impegnato nelle Finals come assistente per i Celtics, ha firmato con i Chicago Bulls per 3 anni. L’artefice della grande difesa biancoverde, la migliore di tutta la Lega, andrà così ad affrontare la sua prima esperienza in assoluta come capo allenatore in uno spogliatoio tutt’altro che facile e pieno di insidie. Un lavoro che evidentemente non spaventa l’ex allenatore della difesa di Boston. Thibodeau aveva ricevuto un’offerta anche dai New Orleans Hornets.

    E proprio a proposito di Hornets, Monty Williams, vice allenatore dei Portland Trail Blazers, ha firmato un contratto di 3 anni per il ruolo di capo allenatore della franchigia della Louisiana. Ex giocatore NBA, pare che sia stato caldamente consigliato alla dirigenza da Chris Paul che è rimasto entusiasta e soddisfatto del suo arrivo!