L’Antitrust ha dato il suo benestare per il passaggio della Roma alla società veicolo Neep Roma Holding, controllata per il 60% dalla cordata america tramite la DiBenedettoAs Roma e per il restante 40% da Unicredit.
L’operazione comprende anche il passaggio alla nuova società di Brand Management che curerà la parte relativa a pubblicità dello stadio, merchandising e sponsorizzazioni e di Asr Real Estate che si occupa del complesso immobiliare di Trigoria.
Le lacrime di commozione e di tristezza per un’avventura giunta al capolinea sono lo specchio più vero e sincero dello stato d’animo di Rosella Sensi e della sua famiglia, presente in tribuna per l’ ultima partita da proprietari dell’ As Roma. Dal prossimo campionato, si vedrà la mano dell’ armata a stelle e strisce, del gruppo Di Benedetto e company.
E’ finita, così, un’ epoca, durata ben 18 anni in cui la sua famiglia, con il padre Franco Sensi in testa, ha lavorato per il bene della Roma, facendola ritornare grande ed ambiziosa, regalandole il terzo scudetto della sua storia, rinforzandola con colpi di mercato di primissimo livello, portando nella società giallorossa uno dei tecnici più vincenti di sempre, ossia Fabio Capello.
Ora Rosella Sensi sarà solo una semplice tifosa giallorossa, ma non rinuncerà a seguire attentamente le vicende della squadra. Il suo desiderio è che il nuovo corso inizi al meglio, con serenità ed entusiasmo, voltando pagina dalle difficoltà: “Sarò la prima tifosa dei nuovi proprietari, faranno bene, grandi cose. Glielo auguro, ma bisogna farli lavorare con serenità, calma e lucidità, non è facile lavorare sotto pressione. Gli auguro di raggiungere grandi successi “.
Ecco così che la dottoressa Sensi ricorda con affetto il saluto con Capitan Totti e De Rossi, che al termine della gara hanno tributato un abbraccio ed un omaggio floreale, a lei ed alla madre Maria, in segno di stima e di gratitudine per il suo lavoro e per il percorso intrapreso insieme in questi lunghi anni, che hanno consolidato un legame sincero di amicizia fraterna, anche in ricordo del suo papà che per Totti in particolare è stato un punto di riferimento assoluto nei primi anni di carriera.
Un ringraziamento, inoltre, Rosella Sensi lo rivolge anche ai tifosi giallorossi, anche quelli che hanno contestato in maniera civile, che la dottoressa Sensi definisce “unici”, perchè “vivono la squadra in modo speciale”.
La decisione di Maurizio Beretta di schierarsi con le medio-piccole nell’incresciosa negoziazione in Lega Calcio per la ripartizione dell’ultimo 25% dei diritti tv, aveva colto tutti di sorpresa provocando le infuocate proteste di Milan, Inter, Juventus e Napoli (non tantissime a dire il vero).
La Roma, ultima delle cinque sorelle, è stata inspiegabilmente muta ma a destare scalpore è stata la posizione di Beretta, da qualche mese uomo Unicredit. Un dipende che assume una decisione che penalizzerebbe la società che gli da lavoro? Strano, stranissimo, quest’oggi però il Corriere dello Sport svela un particolare colpo di scena che in parte spiegherebbe l’assenza di questi ultimi mesi degli americani e stravolgerebbe ulteriormente gli equilibri in Lega Calcio.
Gli americani già in contrasto con la Sensi per i rinnovi di Perrotta e Cassetti starebbero pensando di diffidare la Roma 2000, la società con cui la famiglia Sensi gestisce la Roma per la decisione di rinnovare l’accordo con la Figc per l’Olimpico per 1,2 milioni di euro annui e ben 2000 posti riservati e sopratutto la decisione di appoggiare le big nella lotta contro le medio piccole nella ripartizione dei diritti tv.
Le indagine di mercato infatti metterebbero la Roma in situazione di sostanziale pareggio secondo entrambi i metodi di ripartizione con la differenza che appoggiando le “medio-piccole” si otterrebbe un buon vantaggio competitivo sulle rivali in sede di calciomercato.
Tra poco meno di un ora la Sensi e Pallotta dovrebbero sedersi in tribuna per l’ultima partita della stagione e con questi nuovi spunti sarà interessante vedere se ci sarà il faccia a faccia.
Prima che la situazione si tingesse di giallo DiBenedetto torna a parlare confermando la volontà di far una super Roma in grado di lottare per ogni obiettivo a cui sarà chiamata. L’americano in attesa del via libera dell’Antitrust per ricoprire la carica di presindente annuncia in modo ufficiale l’ingaggio di Walter Sabatini come direttore sportivo al posto di Daniele Pradè confermando l’attivismo sul mercato del club e la volontà di allargare i confini giallorossi con operazione di marketing ad hoc.
Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato dei viaggi dell’ex ds del Palermo in Croazia per visionare due giovani di belle speranze, adesso lo stesso Di Benedetto svela l’interesse per un giocatore americano “Stiamo seguendo giocatori ovunque, e siamo interessati anche ai prodotti americani – ha detto DiBenedetto -. Non posso fare nomi, ma vogliamo solo il meglio per la Roma”
I nomi più gettonati sono quello del centrocampista del Borussia Moenchengladbach Michael Bradley (attualmente in prestito all’Aston Villa) e della stella dei Los Angeles Galaxy Landon Donovan. Sabatini però starebbe monitorando anche Juan Agudelo (attaccante dei New York Red Bulls), Timothy Chandler (esterno destro del Norimberga), Brad Guzan (portiere dell’Aston Villa) e Sacha Kljestan (centrocampista dell’Anderlecht).
Per quanto riguarda la guida tecnica questa sera Baldini (anche lui ormai promesso sposo alla Roma) proverà l’ultimo assalto a Villas Boas, poi si valuteranno le soluzioni alternative con Ancelotti che scende e Mazzarri in forte ascesa.
Più tempo passa e più Daniele De Rossi si allontana da Roma. Il centrocampista giallorosso, che di recente si è reso protagonista di prestazioni in campo non all’altezza della sua fama e manifestato un nervosismo sfociato in reazioni violente che lo hanno portato a lunghe squalifiche, sia in Champions che in campionato, potrebbe lasciare la capitale nella prossima e imminente finestra di calciomercato.
Capitan futuro è sempre molto apprezzato in Premier League, in particolar modo a Manchester dove si profila un derby di mercato tra lo United e il City.
De Rossi infatti è entrato prepotentemente nel mirino sia di Sir Alex Ferguson sia di Roberto Mancini che farebbero carte false per averlo alle proprie dipendenze. I due manager potrebbero approfittare dell’incertezza in quale competizione europea giocherà il prossimo anno la Roma, se riuscirà a centrare il quarto posto Champions o doversi accontentare dell’Europa League, ma anche della strategia della nuova proprietà, con a capo l’americano Thomas DiBenedetto, di fare cassa con qualche pezzo pregiato della rosa per fare un mercato di primo piano.
A conferma di tutto ciò la presenza del futuro ds giallorosso Walter Sabatini, che sta già lavorando al progetto della nuova Roma, avvistato a Manchester probabilmente per porre le prime basi di una cessione di De Rossi. I siti inglesi scrivono che Red Devils e Citizens sono pronti a sborsare 14 milioni di sterline, circa 16 milioni di euro, mentre la Roma spera che si scateni una vera e propria asta intorno a lui per cercare di arrivare almeno fino a 20 milioni, prezzo fissato dal club capitolino per lasciare partire il forte centrocampista giallorosso e della Nazionale italiana che è seguito anche con estrema attenzione dal Real Madrid di Josè Mourinho che non ha fatto mai mistero di volerlo con sè nella capitale spagnola.
Nei giorni scorsi, nel clima di costante attenzione sull’ operazione di cessione dell’ As Roma alla cordata di imprenditori statunitensi guidati da Thomas Di Benedetto, e composta da James Pallotta, Richard D’Amore e Michael Ruane, ci si è soffermati soprattutto sul lato delle vicende presenti, sull’immediata attualità legata alla firma del contratto ed alle prospettive future della società, in termini di organizzazione aziendale e di strategie tecnico – calcistiche e di mercato, trascurando quale sia la reale situazione dell’As Roma gestita dalla “generosa” famiglia Sensi per 18 anni, non sempre, però, all’insegna della totale trasparenza e, soprattutto negli ultimi anni, all’insegna di una lunghissima serie di debiti, una vera e propria voragine nei conti.
Un buco che ha costretto gli acquirenti a stelle e strisce ad un immediato esborso di circa settanta milioni di euro, nell’acquisto del 67 % delle azioni e nell’ effettuare un aumento di capitale, per far fronte alle perdite di oltre 36 milioni di euro.
Sulla pagina web del quotidiano “La Repubblica”, si è approfondito il contenuto del ” Legal due diligence report”, il documento redatto dall’advisor dei venditori di “As Roma” il 23 novembre del 2010, che consente di comprendere le profonde ragioni di una trattativa tanto complessa ed articolata che, nei giorni in cui la firma definitiva non arrivava a suggelare l’accordo, appariva alla stregua di una soap opera a puntate: una fotografia ben poco edificante della gestione passata della società, fra “pagherò”, contenziosi e debiti di ogni genere nei confronti di dipendenti, enti terzi ed ex calciatori.
Dal report, in primis emerge che sulla società “As Roma” grava attualmente un contenzioso giudiziario di ammontare compreso fra i 50 e i 60 milioni di euro, che riguarda direttamente gli ex giocatori giallorossi, Gabriel Omar Batistuta, il quale chiede 9 milioni, Gustavo Bartelt, che chiede anche 9 milioni, Ivan Helguera, al quale un tribunale Spagnolo ha già riconosciuto un indennizzo di 185 mila euro, Mauro Esposito, per una cifra di circa 475 mila euro, Sebastiano Siviglia, che pretende la differenza di stipendio che deve ricevere a distanza di dieci anni.
Ma non sono soli gli excalciatori a vantare pagamenti dovuti ma non effettuati nei confronti della ex società della famiglia Sensi.
La Due diligence, infatti, riassume anche tutte le altre posizioni per le cause di valore superiore ai 100 mila euro, ed in esse è ricompresa anche la posizione dell’avvocato Filippo Lubrano, ex componente del cda della società giallorossa, in causa a Milano per una cifra di 2,5 milioni di euro. Inoltre, vengono annoverate anche le posizioni dell’ex medico sociale ed attuale consigliere regionale Mario Brozzi, della società di marketing “Dls”, per una cifra di 2 milioni e mezzo di euro, la casa di cura “Villa Stuart”, dove si recano solitamente i calciatori giallorossi infortunati, nei confronti della quale le fatture non saldate giungono ad 1 milione e 300 mila euro.
Ma non basta: il 18 Ottobre scorso, come riporta l’articolo di Repubblica, i sindacati hanno recapitato una lettera di messa in mora della società, denunciando i vari e continui ritardi nel pagamento degli stipendi, l’uso frequente di lavoro straordinario, il mancato rispetto dei piani di ferie, delle norme sulla privacy e degli accordi sui bonus.
Una conduzione della società ben al di là della definizione di sana amministrazione, dunque, così come testimoniano anche i 402 contratti a tempo determinato firmati dalla società negli ultimi cinque anni nei confronti di professionisti, a volte anche pensionati, per mandati difficilmente comprensibili, che si aggiungono alla questione del rinnovo dei contratti da 15 mila euro al mese dei giardinieri dei campi di Trigoria, scaduti e rinnovati tacitamente da tempo. Così come appare a dir poco insolito che una società che fatichi a pagare gli stipendi ai dipendenti possa concedere un prestito di circa 200 mila euro, in scadenza nel 2012, nei confronti di Bruno Conti, ad oggi restituito per metà.
Alla luce di tutto questo, dunque, ai Paperoni statunitensi spetterà il compito – tutt’altro che agevole – di reindirizzare la gestione della società sui binari della regolarità.
In questi mesi abbiamo imparato a conoscere Thomas DiBenedetto, lo “zio Tom” sbarcato dall’America per conquistare l’Italia e l’Europa proprio grazie alla Roma calcio ma in molti sono pronti a girurare che il vero punto di forza della cordata italoamericana che da venerdì è proprietaria della Roma è James “Jim” Pallotta leggenda degli Hedge Fund, comproprietario dei Boston Celtics tornati alla vittoria proprio con la sua scalata all’Nba.
Roma spera che le sue intuizioni sportive possano davvero tramutare le grandi promesse che in questi giorni si sentono e che galvanizzano i tifosi con sogni sul mercato e propositi di vittorie in breve tempo. Pallotta intervistato da la Repubblica non fa mistero di voler puntare dritto allo scudetto primo obiettivo della nuova Roma e per far questo si dovranno rivedere le scelte societarie e per questo non si escludono addii eccellenti (De Rossi?).
Oggi è Tullio Camiglieri, portavoce di DiBenedetto, ad alimentare l’entusiasmo “La Roma può puntare ad essere una squadra che esca dai confini cittadini per competere a livello internazionale su più fronti”. Puntando dritti alla costruzione dello stadio e a consolidamento della società.
In Italia però c’è molta diffidenza e al monito di Berlusconi nei giorni scorsi si aggiugono quelli dei diffidenti Zamparini e Lotito. Il presidente del Palermo rivendica la bravura degli imprenditori italiani “DiBenedetto? Siamo tutti attenti a vedere quello che succede, perchè io sono un pò incredulo che un americano voglia investire e perdere nel calcio italiano. Io ho investito 80 milioni di mia liquidità più altri impegni per le fideiussioni, ma non ho visto nulla, magari vedrò qualche ritorno quando andrò via da Palermo. Noi italiani non siamo addormentati, siamo ottimi imprenditori”.
Mentre Lotito in perfetto clima derby dubita sulle reali potenzialità della cordata “Non voglio fare i conti in tasca agli altri ma il bilancio è pubblico e alla fine loro chiuderanno la stagione con 40 milioni di debiti. Poi dovranno immettere ancora altro denaro per comprare e fare la squadra. Se portano idee nuove ben vengano, ma quella dello stadio non lo è, perchè io ne parlo da sette anni. Non è che arriva l’americano e fa lo stadio. Stiamo a Roma, e non in America, le paludi burocratiche italiane le conoscono tutti”.
Arrivata ieri la conferma della firma di Thomas Di Benedetto, in casa Roma si respira aria nuova e le intenzioni di tutti, giocatori e allenatore, sono quelle di accogliere con una vittoria il nuovo presidente. Vittoria importante anche e soprattutto per continuare ad inseguire l’obiettivo quarto posto. Montella che si è detto tranquillo sul suo futuro, dovrà correre ai ripari per ovviare all’emergenza difesa, in settimana ha provato l’inedita coppia centrale Loria-Burdisso, con il primo chiamato a sostituire lo squalificato Juan, probabilmente dovrebbero essere loro a partire dal primo minuto, affiancati sugli esterni da Cassetti e Riise. Sulla linea mediana del campo agiranno il solito duo Pizarro-De Rossi, con Taddei, Rosi, Menez, favoriti su Vucinic e Perrotta per una maglia da titolare, per agire dietro Totti, che dopo aver trascinato la squadra nella trasferta di Udine, proverà ad accorciare ulteriormente le distanze dai cugini laziali e a livello personale da Roby Baggio distante solo due gol nella classifica dei bomber di serie A.
Roma (4-2-3-1) Doni; Cassetti, Loria, N. Burdisso, Riise; Pizarro, De Rossi; Taddei, Menez, Rosi; Totti
A disposizione: Lobont, Castellini, Simplicio, Brighi, Perrotta, Vucinic, Borriello.
In casa Palermo c’è, ovviamente, voglia di riscatto dopo il pessimo pareggio ottenuto con il Cesena, nello scorso turno di campionato. Rosi dovrà cercare di ridare morale ad una squadra che sembra ormai allo sbando, il tecnico rosanero è alle prese con i problemi fisici di Bovo che però dovrebbe stringere i denti ed essere regolarmente in campo, in caso contrario sarebbe Goian a sostituirlo, a fianco all’ex romanista dovrebbero comunque giocare Cassani a destra, Munoz in mezzo e Balzaretti a sinistra. A centrocampo l’unico dubbio riguarda il ballottaggio tra Liverani e Bacinovic, con il primo favorito sul secondo, a completare il reparto i soliti Nocerino e Migliaccio. Il trio d’attacco dovrebbe essere formato da Miccoli e Pinilla, con Pastore ad agire alle loro spalle.