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  • Il Cosenza si abbona al pari. Con il Pisa è 0-0

    Il Cosenza si abbona al pari. Con il Pisa è 0-0

    Quarto pareggio in sei gare disputate, due sole vittorie arrivate con Juve Stabia e Lucchese, seconda migliore difesa del torneo dietro solo all’Atletico Roma e uno dei peggiori attacchi del Girone B di Prima Divisione con solo cinque reti all’attivo. Queste le cifre in pillole del Cosenza di questa prima parte di stagione. Se ad inizio campionato tutti parlavano di un super attacco ma di una difesa da valutare, il verdetto del campo ha completamente ribaltato ogni previsione perchè il problema del Cosenza, in questo momento, è proprio l’attacco che non riesce ad essere determinante per come era stato costruito. Sono tante le occasioni che la squadra di Stringara costruisce ogni domenica ma gli attaccanti continuano a peccare di sangue freddo sotto porta. Come successo oggi contro il Pisa.

    Al San Vito finisce 0-0 con un primo tempo nettamente di marca cosentina ed una ripresa nella quale gli uomini di Stringara concedono più del dovuto ai toscani. Senza Fiore e Biancolino (quest’ultimo partiva dalla panchina) è il giovane marocchino di scuola Juventus Essabr ad inventare giocate per i compagni.
    Nella prima frazione di gioco il Cosenza si rende pericoloso: De Rose coglie una traversa con un tiro dalla lunga distanza, poi è lo stesso Essabr a sfiorare il vantaggio di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione.

    Il Pisa si sveglia nella ripresa e concede davvero poco ai padroni di casa. Anzi i nerazzurri sciupano una palla gol clamorosa con Gimmelli; nell’occasione è bravo il numero uno rossoblu Petrocco a sventare il pericolo. Nel finale di gara i ritmi calano vistosamente, il pareggio, considerato quanto fatto vedere in campo dalle due squadre, è il risultato più giusto.

    Il tabellino
    COSENZA – PISA 0-0
    COSENZA (3-4-3): Petrocco; Musca, Raimondi, Di Bari; Roselli, De Rose, Coletti (55′ Fanucci), Giacomini; Daud (55′ Biancolino), Mazzeo, Essabr (82′ Gagliardi).
    A disposizione: De Luca, Wagner, Fanucci, Scarnato, Olivieri, Gagliardi, Biancolino.
    Allenatore: Stringara.
    PISA (4-4-2): Lanni; Ton, Gimmelli, Bizzotto, Calori; Tabbiani (78′ Anania), Obodo, Passiglia, Favasuli; Mosciaro (82′ Miani), Carparelli.
    A disposizione: Adornato, Cossu, Anania, Illari, Scampini, Saline, Miani.
    Allenatore: Cuoghi.
    Arbitro: Abbattista
    Ammoniti: De Rose (C), Favasuli (P), Tabbiani (P), Roselli (C), Passiglia (P)

  • Eto’o sveglia Milito, poker al Bari e vetta solitaria

    Eto’o sveglia Milito, poker al Bari e vetta solitaria

    L’Inter strapazza il Bari ritrova Milito e lancia il primo segnale alle dirette concorrenti provando il primo allungo in campionato. I nerazzurri senza lo stacanovista Zanetti rischiano solo in avvio contro la brutta copia del Bari di Ventura con un palo colpito dal solito Almiron, per poi uscire dal guscio ed esaltare la straordinaria forma di Eto’o e del Principe Milito.

    Il camerunese poco prima della mezzora lascia sul posto Pulzetti e serve un “pallone d’oro” a Milito. Stavolta il Principe non fallisce e rompe l’incantesimo firmando il primo centro stagionale. I nerazzurri amministrano ma nel primo tempo il raddoppio non arriva, nella ripresa però un intervento da volley di Marco Rossi permette ad Eto’o di chiudere la partita dagli undici metri. L’ex blaugrana aumenta il bottino personale con un altro rigore questa volta più dubbio prima che Milito su assist di Stankovic chiuda il poker.

    Benitez in appena due partite fa ricredere tutti i detrattori spazzando via le critiche e lanciano la prima fuga con ben cinque punti di distacco dal Milan.

  • Lazio – Milan 1-1. Ibra non basta, Allegri in confusione

    Lazio – Milan 1-1. Ibra non basta, Allegri in confusione

    Siamo alla quarta giornata ma all’Olimpico questa sera Lazio e Milan hanno dato vita ad una partita di Primavera (ad esser buoni) tra due squadre che ormai non hanno nulla da chiedere al campionato. Reja schiera i suoi con un abbottonatissimo 4-5-1 con il solo Floccari in avanti e Mauri ed Hernanes (unica nota positiva) a supporto. Allegri abbandona il tridente inserendo Gattuso a protezione della difesa perdendo anche il brio in fase avanzata delle partite precedenti.

    Primo tempo sonnolente e secondo che si sveglia grazie all’ennesima zampata di Ibrahimovic nell’unico errore del mastino Dias. Partita in salita per la Lazio e in teoria più agevole per i rossoneri pronti a sfruttare il contropiede, Reja rompe gli indugi mettendo in campo prima Rocchi e poi Zarate e trova il pari grazie ad un virtuosismo di Hernanes e alla zampata di Floccari. Sul gol il Milan protesta per l’infortunio di Abate ma è proprio la gestione del laterale ad aumentare le responsabilità di Allegri oltre che l’autocontrollo del giocatore.

    Dopo il pari Rocchi va vicinissimo al sorpasso prima che Zambrotta tenti il tiro della “domenica” che però va a sbattere sulla traversa.

    IL TABELLINO
    LAZIO-MILAN 1-1
    Lazio (4-2-3-1):
    Muslera; Cavanda (42′ st Lichtsteiner), Biava, Dias, Radu; C.Ledesma, Brocchi; Foggia (28′ st Rocchi), Hernanes, Mauri (34′ st Zarate); Floccari. A disp.: Berni, Stendardo, Matuzalem, Bresciano. All.: Reja.

    Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate (38′ st Antonini), Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso (24′ st Flamini), Pirlo, Boateng; Seedorf (42′ st Robinho); Ibrahimovic, Ronaldinho. A disp.: Amelia, Sokratis, Yepes, Inzaghi. All.: Allegri.

    Arbitro: Banti
    Marcatori: 21′ st Ibrahimovic (M); 36′ st Floccari (L)
    Ammoniti: Gattuso (M)

  • La Roma cola a picco a Brescia. Le Rondinelle volano

    La Roma cola a picco a Brescia. Le Rondinelle volano

    Sull’orlo di una crisi di nervi. La Roma cade anche a Brescia e rimane ancorata in piena zona retrocessione, ferma a 2 punti in classifica frutto di due pareggi. Siamo solo alla quarta giornata, vero, ma la squadra di Ranieri sembra un cavallo impazzito, i nervi sono sul punto di saltare (se non sono già saltati) con una situazione che sta diventando insostenibile. Lo stesso tecnico rischia seriamente la panchina.
    C’è da dire però che a mettere i bastoni tra le ruote ci ha pensato anche il direttore di gara Russo che ha penalizzato e non poco i giallorossi: non ha ravvisato un rigore a Borriello mentre al Brescia ne ha regalato uno che consente alle Rondinelle di portarsi sul 2-0, reso ancora più pesante per l’espulsione di Mexes in occasione del fallo da rigore su Eder. Nel finale ha accorciato le distanze, inutilmente, Borriello che ha risposto a Hatemaj e Caracciolo.

    Il Brescia va subito avanti al 12′ con il gol del centrocampista finlandese Hatemaj su uno spiovente di Caracciolo. L’incubo per i giallorossi, orfani di capitan Totti e De Rossi rimasti a Roma, è solo all’inizio. La manovra degli uomini di Ranieri è lenta e prevedibile, Borriello prova a fare movimento in attacco ma gli arrivano pochi palloni giocabili; il nervosismo comincia a serpeggiare tra i giocatori giallorossi che vanno al riposo sotto di un gol.

    Nella ripresa Ranieri si gioca la carta Adriano, entrato al posto di Menez, per dare maggiore peso in attacco. Ma il Brescia si difende in maniera ordinata e riparte velenosamente in contropiede. E proprio su un contropiede che Eder si procura il calcio di rigore, discutibile, e la conseguente espulsione, per doppia ammonizione, di Mexes che fa esplodere tutta la rabbia del difensore francese che prima va a muso duro contro l’assistente di Russo poi va per scagliarsi contro il direttore di gara stesso con i compagni di squadra che lo trattengono a fatica. Dagli undici metri Caracciolo non sbaglia e raddoppia.
    La Roma si getta in avanti cercando il tutto per tutto: Borriello a sette minuti dal termine trova il gol che accorcia le distanze e al sesto minuto di recupero Sereni compie un’autentica prodezza su un colpo di testa da due passi di Adriano che poteva regalare il pareggio.

    Sabato ultimo appello per i giallorossi: all’Olimpico arriva l’Inter, che stasera ha superato brillantemente il Bari. Perdere significherebbe ridimensionare tutti gli obiettivi prefissati ad inizio stagione, Champions compresa. Se la Roma piange, il Brescia è euforico: terza vittoria consecutiva in campionato che proietta le Rondinelle al secondo posto in classifica dietro solo l’Inter capolista.

    Il tabellino
    BRESCIA – ROMA 2-1
    12′ Hatemaj (B), 64′ Caracciolo (B), 83′ Borriello (R)
    BRESCIA (4-3-1-2): Sereni; Berardi, Bega, Martinez, Dallamano; Hetemaj, Cordova, Baiocco; Diamanti (68′ Kone); Eder (87′ De Maio), Caracciolo (72′ Possanzini).
    A disposizione: Arcari, Daprela, Budel, A. Filippini.
    Allenatore: Iachini
    ROMA (4-2-3-1): Julio Sergio; Rosi (30′ Cicinho), Mexes, Juan, Cassetti; Pizarro, Brighi; Menez (46′ Adriano), Perrotta, Vucinic (60′ Baptista); Borriello.
    A disposizione: Lobont, G. Burdisso, Greco, Simplicio.
    Allenatore: Ranieri
    Arbitro: Russo
    Ammoniti: Cassetti, Rosi, Julio Sergio (R), Eder (B)
    Espulsi: Mexes (R)

  • La Juve ritrova la vittoria e il sorriso. Poker all’Udinese

    La Juve ritrova la vittoria e il sorriso. Poker all’Udinese

    C’è voluta la terza giornata e l’aria di casa per bagnare la prima vittoria di Luigi Del Neri in Serie A sulla panchina della Juventus. Il tecnico bianconero infatti è di Aquileia, cittadina friulana che dista una quarantina di chilometri da Udine dove oggi la sua Juventus ha vinto e convinto rifilando un poker di reti ad un’Udinese in netta difficoltà ancora ultima in classifica e unica squadra ad non aver conquistato nessun punto. I gol della “rinascita” juventina sono stati messi a segno da Quagliarella, Marchisio e Iaquinta mentre aveva aperto le danze un autogol di Coda.

    In una sfida che contava tanti ex (Belardi, Motta, Pepe, Iaquinta, Quagliarella e Manninger) con Del Neri che, come scrivevamo, è nato a due passi da Udine, ci si attendeva una Juve stanca reduce dalle “fatiche” di coppa e un’Udinese più tonica e più preparata sotto il piano dell’aspetto atletico anche considerando l’ottima prestazione che la squadra di Guidolin ha fornito sette giorni fa a San Siro contro l’Inter. E invece è la Vecchia Signora a condurre il gioco e, spinta da un ottimo Krasic, indemoniato sulla fascia destra, chiude la pratica già nel primo tempo: al 18′ Coda manda la sfera nella propria porta cercando di evitare la conclusione facile a Bonucci e Chiellini ancora una volta appostati, come da veri bomber, in area di rigore e pronti a lasciare il segno.
    Pochi minuti di lancette più tardi e Krasic manda in gol Quagliarella che sorprende Handonovic con un pregevole tacco per il gol del 2-0. Il tris invece è opera di Marchisio che si esibisce in una splendida conclusione al volo di sinistro su un cross al bacio ancora del “biondo” serbo che ricorda tanto Nedved. Partita finita.

    Nella ripresa la truppa di Del Neri bada solo a controllare il risultato: arriva però il poker targato Iaquinta che fa esplodere tutta la sua rabbia nell’esultanza verso il pubblico di Udine che lo aveva fischiato dal momento del suo ingresso in campo al posto di Del Piero. Fischi un pò ingenerosi verso l’attaccante calabrese che tanto ha dato all’Udinese durante la sua militanza in Friuli, la cui reazione dopo il gol appare un pò esagerata. Partita in ghiacciaia e primi 3 punti della gestione Del Neri messi in tasca. La risalita della Juve può davvero partire da Udine ma bisogna dare, prima di tutto, una continuità di gioco che permetta una costanza di risultati.

    Il tabellino
    UDINESE – JUVENTUS 0-4
    18′ aut Coda (U), 24′ Quagliarella (J), 43′ Marchisio (J), 77′ Iaquinta (J)
    UDINESE (3-4-2-1): Handanovic; Zapata, Coda, Domizzi; Isla (46′ Pinzi), Asamoah, Inler, Pasquale (46′ Armero); Sanchez (70′ Abdi), Floro Flores, Di Natale.
    A disposizione: Belardi, Cuadrado, Benatia, Corradi.
    Allenatore: Guidolin.
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta (76′ Legrottaglie), Bonucci, Chiellini, Grygera; Krasic, Felipe Melo (71′ Sissoko), Marchisio, Pepe; Del Piero (52′ Iaquinta), Quagliarella.
    A disposizione: Manninger, Ferrero, Aquilani, Amauri.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Bergonzi
    Ammoniti: Pepe, Marchisio, Melo, Iaquinta (J)

  • Pari noioso tra Bari e Cagliari

    Pari noioso tra Bari e Cagliari

    L’anticipo domenicale delle 12:30 della terza giornata di Serie A finisce a reti inviolate: Bari e Cagliari danno vita ad una gara soporifera nella quale non succede praticamente nulla. Sarà staton il caldo o la paura di vincere fatto sta che pugliesi e sardi si dividono la posta in palio e salgono entrambe a quota 5 in classifica.

    I pericoli, se così possiamo chiamarli, arrivano solo da tiri dalla lunga distanza a dimostazione della buona impostazione difensiva delle squadre e della scarsa vena realizzativa degli attaccanti: nel primo tempo Pinardi non inquadra due volte la porta, per i galletti fa altrettanto Kutuzov.
    Nella ripresa si assiste ad una maggiore pressione del Bari: Parisi ci prova ancora dalla distanza senza fortuna, Almiron e Ghezzal hanno sui piedi l’occasione del gol partita ma il primo sbaglia il tocco decisivo, il secondo spara alto a due passi da Agazzi.

    Il tabellino
    BARI – CAGLIARI 0-0
    BARI (4-4-2): Gillet; Raggi, A. Masiello, Rossi, Parisi; Alvarez, Donati (64′ Almiron), Pulzetti, Ghezzal; Barreto (85′ D’Alessandro), Kutuzov (70′ Castillo).
    A disposizione: Padelli, Belmonte, Rinaldi, Gazzi.
    Allenatore: Ventura
    CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Canini, Astori, Agostini; Biondini, Nainggolan, Pinardi (46′ Lazzari); Cossu; Matri (83′ Laner), Acquafresca (46′ Nené).
    A disposizione: Pelizzoli, Perico, Ariaudo, Ragatzu.
    Allenatore: Bisoli
    Arbitro: Gervasoni
    Ammoniti: Canini (C), Castillo (B)

  • Milan salvato da Inzaghi. Con il Catania è solo 1-1

    Milan salvato da Inzaghi. Con il Catania è solo 1-1

    La vittoria conquistata in Champions League mercoledì sera contro l’Auxerre doveva essere un nuovo punto di partenza dopo l’umiliante sconfitta di Cesena. E invece il Milan stecca di nuovo in campionato, fermato da un ottimo Catania che ha messo in difficoltà le “prime donne” rossonere passando addirittura in vantaggio con il gol da antologia di Capuano; a rimettere le cose a posto ci ha pensato poi l’eterno Pippo Inzaghi con il gol numero 156 in Serie A.

    Il Catania di Giampaolo parte forte e chiude le fonti di gioco rossonere con il pressing asfissiante di Biagianti e Carboni in mezzo al campo. Ma è Inzaghi ad avere tra i piedi una palla gol clamorosa, sprecata malamente a due passi da Andujar. Dopo una buonissima prima mezz’ora gli etnei vanno in vantaggio con il missile di Capuano da quasi 40 metri. Esecuzione perfetta quella del terzino rossoazzurro che conclude al volo una palla difficilissima da calciare trovando l’angolo giusto per battere Abbiati. Una rete da raccontare ai nipoti.
    Senza Pato, le chiavi dell’attacco rossonero sono affidate al duo stellare Ronaldinho e Ibrahimovic, molto in ombra stasera. Lo svedese è fuori dal gioco ma non viene neanche assistito bene dai compagni che spesso preferiscono le sortite offensive personali. Il Milan si sbilancia troppo e rischia il tracollo, il Catania non approfitta delle praterie e della superiorità numerica nei contropiedi concesse dalla retroguardia rossonera gettando alle ortiche la possibilità di raddoppiare.
    E come spesso accade nel calcio, gol mangiato – gol subìto: a vestire i panni dell’eroe stasera però non è Ibra ma Inzaghi che dalla sua posizione preferita, sul filo del fuorigioco, mette la zampata vincente allo scadere del primo tempo tramutando in oro un perfetto assist di Ronaldinho.

    Nella ripresa il Catania abbassa di molto il suo baricentro pensando soltanto a difendere, con le unghie e con i denti, l’ottimo risultato fin li maturato mentre il Milan si getta in avanti alla ricerca del gol della vittoria. Inutilmente perchè i difensori etnei sono perfetti e non lasciano respirare il gigante svedese mentre Ronaldinho trova traffico dalle sue parti. L’ultimo ad arrendersi è il motorino di centrocampo Boateng che sta entrando sempre più nel cuore dei tifosi rossoneri. Piedi buoni e una grinta da far paura, un centrocampista di un dinamismo impressionante.

    Finisce così, 1-1. Una vittoria, un pareggio e una sconfitta: questo il bottino di inizio stagione delle stelle rossonere di Allegri. Troppo poco se si considera che sono maturati con Lecce, Cesena e Catania. Anche qui, come in tante altre piazze, sarebbe opportuno mettere il cartello “Lavori in corso”.

    Il tabellino
    MILAN – CATANIA 1-1
    27′ Capuano (C), 45′ Inzaghi (M)
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Bonera, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Boateng, Pirlo, Seedorf (90′ Gattuso); Inzaghi (85′ Oduamadi), Ibrahimovic, Ronaldinho.
    A disposizione: Amelia, Zambrotta, Yepes, Abate, Papasthatopoulos.
    Allenatore: Allegri
    CATANIA (4-3-1-2): Andujar; Potenza (83′ Alvarez), Silvestre, Spolli, Capuano; Biagianti, Izco, Carboni (75′ Delvecchio); Ricchiuti (60′ Ledesma); Lopez, Mascara.
    A disposizione: Campagnolo, Terlizzi, Gomez, Antenucci.
    Allenatore: Giampaolo
    Arbitro: Morganti
    Ammoniti: Boateng, Pirlo (M), Biagianti, Capuano (C)

  • La Lazio espugna Firenze. Mihajlovic è già in bilico

    La Lazio espugna Firenze. Mihajlovic è già in bilico

    Potrebbe essere giunta già al capolinea l’avventura di Mihajlovic sulla panchina della Fiorentina, il tecnico serbo infatti rischia grosso dopo aver perso la seconda partita su 3 disputate, l’ultima nell’anticipo del pomeriggio di Serie A contro la Lazio. I biancocelesti, corsari all’Artemio Franchi, con il 2-1 conquistato grazie alle reti di Ledesma e Kozak, che ribaltano il momentaneo vantaggio viola arrivato su penalty trasformato da Ljajic, si ritrovano primi in classifica in coabitazione con il Chievo, in attesa delle altre gare della terza giornata, a quota 6 punti.

    E pensare che la partita per la Fiorentina si mette bene perche al 19′ l’arbitro Damato vede una trattenuta in area di rigore di Ledesma ai danni di Cerci decretando, abbastanza generosamente, il calcio di rigore che il giovane talento serbo Ljajic non sbaglia, realizzando così la sua prima rete in A e la prima con la maglia viola.
    Il tecnico biancoceleste Reja, costretto a far fronte all’indisponibilità di Floccari, deve affidarsi alle giocate di capitan Rocchi li davanti considerata anche l’esclusione di Mauro Zarate dagll’11 titolare. Il pari però arriva dai piedi di Ledesma, epurato di Lotito nella passata stagione e tornato pilastro del centrocampo laziale quest’anno: l’argentino raccoglie da dentro l’area una palla vagante e, aiutato da una deviazione, trafigge Frey. Si va al riposo sull’1-1.

    La pessima serata di Montolivo, beccato dal pubblico di casa per le ultime vicende contrattuali del centrocampista viola, incide negativamente sul gioco della squadra di Mihajlovic. Che va al tappeto al 67′ quando Kozak raccoglie una respinta corta di Frey, su conclusione non irresistibile di Hernanes, siglando la rete della vittoria biancoceleste che al momento vale il primato. Gli ultimi attacchi disperati della Fiorentina verso la porta avversaria si rivelano inefficaci: Babacar, entrato al posto di Ljajic, ha una grossa chance di pareggio, conclusa però troppo centralmente e che diviene facile preda di Muslera.

    Si chiude come peggio non poteva, tra i fischi di tutto il pubblico viola indirizzati a giocatori e tecnico che da lunedì potrebbe non essere più al suo posto. Troppo poco il punto in classifica per questa Fiorentina, abituata a ben altri risultati e ad altre prestazioni in campo.

    Il tabellino
    FIORENTINA – LAZIO 1-2
    19′ rig Ljajic (F), 32′ Ledesma (L); 67′ Kozak (L)
    FIORENTINA (4-2-3-1): Frey; De Silvestri, Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Zanetti, Montolivo; Cerci (46′ Marchionni), Ljajic (68′ Babacar), Vargas; Gilardino.
    A disposizione: Boruc, Felipe, Comotto, Donadel, Santana.
    Allenatore: Mihajlovic
    LAZIO (4-4-1-1): Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Mauri (86′ Gonzalez), Ledesma, Matuzalem, Bresciano (46′ Brocchi); Hernanes; Rocchi (60′ Kozak).
    A disposizione: Berni, Stendardo, Cavanda, Zarate.
    Allenatore: Reja
    Arbitro: Damato
    Ammoniti: Radu (L), Gamberini (F)

  • Europa League: il Napoli delude alla prima. Con l’Utrecht finisce 0-0

    Europa League: il Napoli delude alla prima. Con l’Utrecht finisce 0-0

    Dopo 16 anni, al San Paolo si ritorna a respirare profumo d’Europa e, per l’occasione, gli “addobbi” e la cornice di pubblico sono quelli dei grandi appuntamenti.

    Napoli-Utrecht apre ufficialmente il nuovo cammino degli azzurri nella fase a gironi della Europa League.

    Mazzarri getta nella mischia Yebda e Sosa, concedendo un po’ di riposo ad Hamisk e Maggio, quest’ultimo sostituito sull’out destro dal colombiano Zuniga. Da segnalare, in difesa, il ritorno in campo di Fabiano Santacroce.

    Al sesto minuto va subito al tiro il “principito” Sosa, ma è l’esterno Mertens, in contropiede, a spaventare De Sanctis, che si salva con i piedi. Quattro minuti dopo, rapida incursione in area di Cavani su invito del sempre mobile Zuniga e sugli sviluppi dell’azione, gran tiro di Gargano da fuori che mette in difficoltà il portiere Vorm.

    Il velocissimo Mertens però punge ancora al 16esimo e al 19esimo, andando pericolosamente al tiro da fuori. Di nuovo bravo De Sanctis a ribattere la minaccia con l’aiuto di Santacroce, che anticipa Demouge da due passi.

    Al minuto 33 altra palla gol per gli olandesi con Van Wolfswinkel, che di testa mette di poco a lato un velenoso cross dell’ormai incontenibile Mertens.

    Il primo tempo si chiude con i fischi del San Paolo per un Napoli lento ed incerto e più volte sofferente al cospetto della velocità degli olandesi.

    Nella ripresa, la musica non cambia e nonostante l’ingresso in campo di Hamsik per uno spentissimo Sosa, il Napoli continua ad essere confusionario e disordinato. In tribuna, l’espressione di De Laurentiis è l’emblema della delusione.

    Entra anche Maggio, al posto di un inguardabile Dossena, ci prova Lavezzi con un tiro a pelo d’erba al 72esimo, ma il risultato non si sblocca.

    Mazzarri si affida a Lucarelli, che rileva lo spaesato Yebda, proponendo così un Napoli super offensivo, che comunque non incide e rischia ancora qualcosa in contropiede.

    All’83esimo Maggio entra in aria passando in mezzo a due, ma si lascia cadere e l’arbitro lo ammonisce per simulazione.

    Allo scadere, invece, prima Lavezzi e poi Cavani cercano di mettere scompiglio nei sedici metri avversari, ma senza fortuna. Sono gli ultimi “sussulti” di un Napoli ancora in netta difficoltà fisica, abulico e incapace di proporre trame di gioco decenti.

    Finisce 0-0 e tornano, immancabili e giusti, i fischi del San Paolo.

    Le squadre

    Nettamente al di sotto della sufficienza la prestazione degli azzurri. Si salva il solo De Sanctis, bravo a sventare i pericoli creati da un Utrecht che si dimostra squadra veloce e ben organizzata.

    Migliore in campo l’esterno Mertens, una vera e propria spina nel fianco per la squadra di Mazzarri.

    IL TABELLINO

    Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Santacroce, Cannavaro, Aronica; Zuniga, Gargano, Yebda (75’ Lucarelli), Dossena (68’ Maggio); Sosa (55’ Hamsik), Lavezzi; Cavani.

    Utrecht (4-4-2): Vorm; Cornelisse, Schut, Wuytens, Nesu; Duplan, Silderbauer, Lensky, Mertens; Demouge, Van Wolfswinkel

    Ammoniti: Van Wolfswinkel, Demouge, Silderbauer, Yebda, Cavani, Gargano, Maggio, Santacroce

  • La magia di Del Piero non basta. Juve – Lech Poznan 3-3

    La magia di Del Piero non basta. Juve – Lech Poznan 3-3

    Dal 3-3 contro la Samp al 3-3 di stasera. La Juventus pareggia anche nella prima giornata di Europa League contro il Lech Poznan suicidandosi letteralmente nel primo tempo e subendo il gol del definitivo pari con un tiro dalla distanza del protagonista assoluto della serata, l’attaccante lettone Rudnevs autore della tripletta che tiene i bainconeri ancora a secco di vittorie da inizio campionato.

    Un primo tempo disastroso quello dei bianconeri che già dopo una mezz’ora si trovano sotto di due gol: Rudnevs realizza su rigore, netto per fallo abbastanza ingenuo di Felipe Melo su Peszko, poi raddoppia su una dormita colossale della difesa juventina che si “diletta” a guardare gli avversari fino a quando su un batti e ribatti in area di rigore la palla non entra in porta. Blackout totale all’Olimpico.
    Ad accendere la luce però è Chiellini proprio allo scadere della prima frazione di gioco che approfitta di un errore della difesa polacca per mettere di testa il pallone del 2-1.

    Il gol ridà nuova linfa alla squadra di Del Neri che entra in campo per i secondi 45 minuti con un altro piglio: dopo appena 5 minuti infatti il difensore bianconero mette a segno la sua personale doppietta confermando di avere un ottimo fiuto del gol. Partita che si rimette sui binari giusti, la Juve ci crede e sfonda a destra con Krasic; poi sale in cattedra Del Piero che completa la rimonta con un tiro di sinistro di rara bellezza da distanza siderale, elegante ma potente al tempo stesso che va ad infilarsi nell’angolo più lontano alla sinistra del portiere. Impressionante la facilità con la quale il capitano bianconero calcia con entrambi i piedi.
    Tutto sembra andare per il verso giusto, la Juve ha buone occasioni per arrotondare il risultato con Krasic, ottima la sua prova, e Motta che tira troppo centralmente dopo una corsa di 45 metri; e invece la volontà divina ha deciso che questa deve essere la serata magica di Rudnevs che al 91′ lascia partire un bolide da fuori area che beffa Manninger per la terza volta per lo sconforto di giocatori e tifosi bianconeri permettendo così al Lech di conquistare un punto a Torino più che meritato. Anzi, che alla formazione guidata da Zielinski sta stretto.

    Il tabellino
    JUVENTUS – LECH POZNAN 3-3
    13′ rig Rudnevs (L), 30′ Rudnevs (L), 47′ pt Chiellini (J), 50′ Chiellini (J), 68′ Del Piero (J), 47 st’ Rudnevs (L)
    JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, De Ceglie (45′ Motta); Lanzafame (54′ Pepe), Sissoko, Melo, Krasic; Iaquinta (78′ Marchisio), Del Piero.
    A disposizione: Storari, Bonucci, Rinaudo, Giannetti.
    Allenatore: Del Neri
    LECH POZNAN (4-2-3-1): Kotorowski; Wojtkowiak, Djurdjevic, Arboleda, Henriquez; Krivets, Injac; Kikut (80′ Wilt), Stilic (80′ Tshibamba), Peszko (73′ Wichniarek); Rudnevs.
    A disposizione: Bieszczad, Gancarczyk, Drygas, Bosacki.
    Allenatore: Zielinski
    Arbitro: Bezbodorov
    Ammoniti: Melo (J), Sissoko (J), Arboleda (L), Peszko (L), Krivets (L), Wojtkowiak (L)