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  • Lazio bloccata dal Catania, il Milan ringrazia

    Lazio bloccata dal Catania, il Milan ringrazia

    Poteva riportarsi vicinissimo al Milan approfittando del mezzo passo falso dei rossoneri al Marassi contro la Samp ma la Lazio non riesce a superare il Catania all’Olimpico nonostante un positivo secondo tempo. I capitolini affrontano la partita senza troppo mordente e per il Catania chiudersi e cercare le ripartenze è fin troppo semplice.

    Il primo tempo passa via al piccolo trotto per riavvivarsi nel finale, quando prima il Catania trova il vantaggio con una testata di Silverstre e in pieno recupero il profeta Hernanes trova il pari con un tiro dalla distanza. Il secondo tempo è più intenso con i padroni di casa alla ricerca del gol sblocca risultato ma Andujar si esalta su Zarate, trascinatore della squadra insieme al positivo Foggia.

    La Lazio resta seconda a tre punti dalla vette e con tre punti di vantaggio su Juventus e Napoli, per il Catania un punto importante che lo attesta a metà classifica a quota 18.

    IL TABELLINO
    LAZIO-CATANIA 1-1
    Lazio (4-2-3-1):
    Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma (21′ st Matuzalem); Hernanes, Floccari (39′ st Rocchi), Mauri (21′ st Foggia); Zarate. A disp.: Berni, Diakitè, Cavanda, Matuzalem, Foggia, Bresciano. All.: Reja.
    Catania (4-3-3): Andujar; Potenza, Silvestre, Terlizzi, Alvarez; Biagianti, Llama (8′ st Izco), Ledesma; Mascara (8′ st Martinho), Gomez, Morimoto (29′ st Antenucci). A disp.: Campagnolo, Sciacca, Capuano, Ricchiuti. All.: Giampaolo
    Arbitro: Gava
    Marcatori: 44′ Silvestre (C), 47′ Hernanes (L)
    Ammoniti: Hernanes (L); Silvestre, Morimoto (C)
    Espulsi:
    Note:

  • Juve sciupona, la Fiorentina strappa il pari all’Olimpico

    Juve sciupona, la Fiorentina strappa il pari all’Olimpico

    Nell’anticipo serale della 14esima giornata di Serie A una Juventus mai arrendevole impatta 1-1 contro la Fiorentina, che porta a casa un punto prezioso, sprecando una ghiotta occasione per accorciare le distanze in classifica sul Milan capolista, bloccato nel pomeriggio con lo stesso punteggio a Marassi con la Sampdoria.

    Nel gelo dell’Olimpico i bianconeri subiscono una doccia gelata già al 4′ quando la squadra di Mihajlovic passa in vantaggio: Vargas raccoglie sulla sinistra una respinta della difesa di casa e lascia partire un bolide che, con la deviazione determinante di Motta, conclude la sua corsa in rete alle spalle di Storari. Juve colpita ma non affondata, gli uomini di Del Neri cominciano ad aumentare i ritmi di gioco e alzano il baricentro, mossa questa che concede qualche contropiede di troppo alla Fiorentina che però non riesce a far male come vorrebbe con il solo Vargas a creare grattacapi alla retroguardia bianconera sulla fascia di competenza di Motta.
    Marchisio, per due volte, e Del Piero avrebbero la palla giusta per riportare il risultato in parità ma nè l’uno e nè l’altro sono fortunati nelle loro conclusioni.

    Nella ripresa la Fiorentina si rintana nella propria metà campo a difendere il vantaggio: Mihajlovic toglie Ljajic per dare maggiore freschezza con Marchionni, dall’altra parte Del Neri, considerando la serata opaca di Krasic, ridisegna una Juve a treazione anteriore con l’inserimento di Iaquinta, Pepe e Lanzafame al posto di Del Piero, Aquilani e Motta. Boruc si traveste da superman e si oppone, con il piede, da campione sull’attaccante bianconero appena entrato e su Chiellini mettendoci la manona, ma proprio quando i viola cominciano a sentire il profumo dei 3 punti è Pepe, direttamente su calcio di punizione, a beffare l’estremo difensore polacco che nulla può contro la conclusione a giro dell’esterno bianconero rendendo la doccia gelata agli avversari.
    Gli ultimi assalti bianconeri alla porta di Boruc si rivelano inefficaci, il risultato non cambia neanche con l’espulsione di Felipe che costringe la Fiorentina a giocare con un uomo in meno i minuti finali di gara.

    Il pareggio consente a Mihajlovic di tenersi aggrappato alla panchina viola mentre la Juventus, nonostante non abbia fatto bottino pieno come avrebbe voluto il suo allenatore Del Neri, dimostra di avere un bel caratterino.

    Il tabellino
    JUVENTUS – FIORENTINA 1-1
    4′ aut Motta (J), 82′ Pepe (J)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta (81′ Lanzafame), Bonucci, Chiellini, Grosso; Krasic, Felipe Melo, Aquilani (58′ Pepe), Marchisio; Quagliarella, Del Piero (58′ Iaquinta).
    Panchina: Manninger, Sorensen, Traorè, Sissoko.
    Allenatore: Del Neri
    FIORENTINA (4-2-3-1): Boruc; Comotto, Camporese (69′ Felipe), Gamberini, Pasqual; D’Agostino, Donadel; Santana, Ljajic (65′ Marchionni), Vargas; Gilardino (56′ Babacar).
    Panchina: Avramov, De Silvestri, Bolatti, Cerci.
    Allenatore: Mihajlovic
    Arbitro: Valeri
    Ammoniti: Bonucci, Marchisio, Pepe (J), Pasqual, Comotto (F)
    Espulsi: Felipe (F)

    LE PAGELLE

  • Ibra e Dinho portano il Milan agli ottavi

    Ibra e Dinho portano il Milan agli ottavi

    Missione compiuta. Con un Ibrahimovic sempre più decisivo e con un Ronaldinho tornato a giocare, a segnare e a sorridere il Milan rifila due reti a domicilio all’Auxerre e rientra a casa con la qualificazione agli ottavi di finale in tasca in concomitanza con la vittoria del Real Madrid sull’Ajax che estromette dai giochi definitivamente gli olandesi.

    Con il fantasma di 25 anni fa quando i rossoneri uscirono sconfitti dall’Abbè-Deschamps per 2-1, il Diavolo imposta bene la partita ma nel primo tempo non raccoglie praticamente nulla di quanto seminato: Ibrahimovic lì davanti è un brutto cliente per i centrali difensivi francesi che non riescono a marcarlo. Lo svedese viene cercato sempre e ovunque e lui ripaga i compagni di squadra mettendoli in condizione di battere a rete: succede così con Robinho e Seedorf, quest’ultimo sfiora la traversa con un destro potente da fuori area. Ma l’occasione più ghiotta di tutto il primo tempo capita sui piedi, non certo sopraffini, di Gattuso che servito dall’errore in disimpegno di Coulibaly, spara alto da ottima posizione.

    Nel secondo tempo tutti aspettano la mossa Ronaldinho e invece Allegri continua ad insistere sulla coppia Ibra – Robinho. Il brasiliano, servito da Abate, viene murato sbagliando un rigore in movimento, lo svedese invece ripaga il tecnico al 64′ con una magia degna della sua classe ma allo stesso tempo della sua potenza immensa con una bordata micidiale di prima intenzione a giro che prima passa attraverso le gambe di due avversari entrati in scivolata nel tentativo di contrastare il tiro per concludere la sua traiettoria nel sette alle spalle di Sorin. Un gol da Playstation.
    L’ora di Ronaldinho scocca all’85’ quando rileva lo sfiancato Ibrahimovic: il brasiliano impiega soltanto 5 minuti per ritrovare la via del gol con una conclusione mancina a giro e per far capire ad Allegri che può contare su di lui. E il Milan ha assolutamente bisogno anche del suo apporto per competere su due fronti.

    Il tabellino
    AUXERRE – MILAN 0-2
    64′ Ibrahimovic, 91′ Ronaldinho
    AUXERRE (4-4-1-1): Sorin; Hengbart (59′ Chafni), Coulibaly, Grichting, Dudka; Oliech, Pedretti, Ndinga, Birsa; Contout (82′ Traoré); Sammaritano (65′ Quercia).
    Panchina: Riou, Sidibe, Langil, Bourgeois.
    Allenatore: Fernandez
    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso (92′ Strasser), Ambrosini, Flamini; Seedorf (76′ Boateng); Robinho, Ibrahimovic (85′ Ronaldinho).
    Panchina: Amelia, Bonera, Yepes, Jankulovski.
    Allenatore: Allegri
    Arbitro: Skomina (SLO)
    Ammoniti: Ambrosini (M), Nesta (M)

    LE PAGELLE

  • Roma eroica con il Bayern. Borriello, De Rossi e Totti firmano l’impresa

    Roma eroica con il Bayern. Borriello, De Rossi e Totti firmano l’impresa

    Una Roma dai due volti compie una rimonta incredibile dallo 0-2 al 3-2 in appena 45 minuti contro i vice campioni d’Europa, e già qualificati, del Bayern Monaco. Vicino al baratro alla fine del primo tempo, i giallorossi ora si ritrovano ad un passo dal paradiso e dall’accesso agli ottavi di finale di Champions League. Di Borriello, De Rossi e Totti le marcature che fanno rendono inutile la doppietta di Gomez facendo esplodere letteralmente l’Olimpico.

    La Roma si giocava stasera gran parte della propria stagione: un ko avrebbe significato ennesimo fallimento nella competizione più importante d’Europa e gli uomini di Ranieri ci vanno vicinissimi quando al termine dei primi 45 minuti vanno negli spogliatoi sotto di ben due reti: i bavaresi passano poco dopo trascorsa la mezz’ora di gioco con Gomez imbeccato alla perfezione da Ribery per poi raddoppiare 6 minuti più tardi ancora grazie al gigante brasiliano naturalizzato tedesco servito da Muller. Accusato l’uno – due tremendo, i capitolini rischiano il tracollo se Julio Sergio non si fosse opposto da campione alla conclusione del giovane Kroos.
    Delusione, frustrazione e rabbia prendono il sopravvento nello stato d’animo dei tifosi giallorossi che a fine primo tempo fischiano la propria squadra .

    Al rientro dagli spogliatoi fa ingresso in campo un’altra Roma, più aggressiva e più motivata che trova subito la via del gol con Borriello al 48′ ma gran parte del merito va a Menez che si rende protagonista di una splendida discesa sulla destra che serve a centro area il bomber autore della rete del 2-1.
    La squadra di Ranieri ci crede e comincia un vero e proprio assalto alla porta difesa da Kraft che si deve superare su Simplicio e Brighi per salvare il risultato. Risultato che i tedeschi tengono fin quando Ranieri non decide di giocarsi la carta Totti che, a fine partita, risulterà determinante. E’ proprio dai piedi del capitano che scaturiscono i gol del pareggio e della vittoria: prima Totti trova il corridorio giusto per Riise che pesca, con un traversone rasoterra, in area a due passi dalla porta De Rossi che non deve fare altro che spingere la palla in rete e poi lancia in profondità Borriello che si procura il rigore trasformato dallo stesso numero 10 giallorosso.

    Ora alla Roma basterà non perdere in Romania contro il già eliminato Cluj nell’ultima giornata per ottenere il pass agli ottavi di finale. Un solo punto per continuare il sogno Champions League.

    Il tabellino
    ROMA – BAYERN MONACO 3-2
    33′ Gomez (B), 38′ Gomez (B), 48′ Borriello (R), 81′ De Rossi (R), 84′ rig Totti (R)
    ROMA (4-3-1-2): Julio Sergio; Cassetti, Mexes, Burdisso, Riise; Greco (46′ Simplicio), De Rossi, Brighi (74′ Totti); Menez; Borriello, Vucinic (82′ Pizarro).
    Panchina: Lobont, Juan, Cicinho, Adriano.
    Allenatore: Ranieri.
    BAYERN MONACO (4-2-3-1): Kraft; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Pranjic; Tymoshchuk, Ottl; Muller (73′ Contento), Kroos, Ribery (77′ Altintop); Gomez.
    Panchina: Butt, Breno, Braafheid, Alaba.
    Allenatore: Van Gaal
    Arbitro: Mallenco (SPA)
    Ammoniti: Greco, Mexes, De Rossi, Menez (R), Kroos (B)

    LE PAGELLE

  • Lazio bloccata a Parma, Floccari risponde a Crespo

    Lazio bloccata a Parma, Floccari risponde a Crespo

    Un Parma rinato e reduce da due vittorie consecutive in campionato ferma al Tardini una Lazio lanciatissima e antagonista inaspettata del Milan per la supremazia della Serie A. Ducali e biancocelesti fanno 1-1, utile ai primi per allontanarsi dalla zona calda della graduatoria meno ai secondi che ora vedono i rossoneri a allungare a +3. Succede tutto nel primo tempo, al gol dell’ex Crespo risponde Floccari al terzo minuto di recupero aiutato dalla deviazione nella propria porta di Antonelli.

    Reja e Marino giocano la propria battaglia tattica l’uno con il trio esplosivo Hernanes, Zarate e Mauri dietro l’unica punta Floccari, l’altro con la decisione di dare maggiore peso offensivo con l’inserimento di Valdanito davanti.
    A passare in vantaggio per primo è il Parma: crosso preciso di Angelo dalla destra, appena entrato al posto di Morrone infortunato, e incornata di testa di Crespo che segna alla sua maniera il suo secondo gol in questo campionato.
    La Lazio non demorde e comincia a premere sull’acceleratore alla ricerca del pari prima della fine del primo tempo: pareggio che arriva sugli sviluppi di un calcio d’angolo sul quale il tocco di Floccari è trasformato in oro da Antonelli che manda nella propria porta alle spalle di un incolpevole Mirante.

    Nella ripresa entrambe le squadre non si risparmiano ma sono i laziali che hanno varie occasioni per far male: prima uno spento Zarate, poi Hernanes e infine Lichtsteiner, che in contropiede non riesce a servire al meglio Mauri ben piazzato, sprecano incredibilmente.

    Il tabellino
    PARMA – LAZIO 1-1
    23′ Crespo, 48′ pt Floccari
    PARMA (4-3-3): Mirante; Zaccardo, Paci, Lucarelli, Antonelli; Morrone (20′ Angelo), Dzemaili (43′ Dellafiore), Gobbi; Candreva, Crespo, Bojinov (57′ Marques).
    Panchina: Pavarini, Feltscher, Ze’ Eduardo, Pisano.
    Allenatore: Marino.
    LAZIO (4-2-3-1): Muslera; Lichtsteiner, Biava (75′ Diakité), Dias, Radu; Brocchi, Matuzalem; Mauri, Hernanes (71′ Ledesma), Zarate (81′ Rocchi); Floccari.
    Panchina: Berni, Garrido, Bresciano, Foggia.
    Allenatore: Reja
    Arbitro: Rizzoli

  • Il crollo degli invincibili. Il Chievo stende l’Inter, Benitez vacilla

    Il crollo degli invincibili. Il Chievo stende l’Inter, Benitez vacilla

    Doveva esser la partita del riscatto ma anche a Verona contro il Chievo l’Inter di Benitez dimostra l’involuzione di gioco e risultati rimediando la seconda sconfitta consecutiva che la fa sprofondare a meno nove dal Milan capolista.

    Gli infortuni e le condizioni di qualche giocatore possono esser più di una attenuante ma quel che lascia sconcertati è la mancanza di idee dell’undici campione d’europa aggrappatosi totalmente ad Eto’o e dimostrando ancora una volta scarsa confidenza con il gol da parte degli altri attaccanti.

    La partita vola via sotto una pioggia battente con Pandev capace di prender l’ennesimo palo a Sorrentino battuto e il Chievo bravo ad occupare gli spazi e trovare il vantaggio nella seconda metà del primo tempo con un terzo tempo del grandissimo Pellissier.Episodio da prova tv per Samuel Eto’o reo per aver colpito con una testata Cesar dopo un battibecco.

    Nella ripresa l’Inter parte con un piglio diverso ma dopo un bel cross di Santon che porta scompiglio nell’area clivense sono ancora i padroni di casa ad andare vicinissimo al gol con Stankovic ad esser decisivo a Castellazzi battuto. Sorrentino è super su Stankovic ed Eto’o e al 37′ Moscardelli con una capocciata trova il raddoppio, non è finita, prima del triplice fischio sempre Eto’o mette dentro la rete del 2-1. Non c’è più tempo e per i nerazzurri e Benitez si profila un’altra settimana di passione. Bene il Chievo, che in classifica si porta a un punto dagli avversari appena battuti.

    IL TABELLINO
    Chievo-Inter 2-1

    29′ Pellissier (C), 37’st Moscardelli (C), 47’st Eto’o (I)
    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Andreolli, Cesar, Mantovani; Fernandes, Rigoni, Marcolini (20’st Guana); Constant (42’st Bogliacino); Thereau, Pellissier (23’st Moscardelli). A disposizione: Squizzi, Mandelli, Granoche, Sardo. All.: Pioli.
    Inter (4-2-3-1): Castellazzi; Santon, Lucio, Cordoba, Zanetti; Stankovic (42’st Mancini), Cambiasso (10’st Nwankwo); Biabiany (23’st Alibec), Sneijder, Pandev; Eto’o. A disposizione: Orlandoni, Materazzi, Rivas, Natalino. All.: Benitez.
    Arbitro: Rocchi di Firenze
    Ammonito: Thereau, Fernandes, Rigoni (C), Cordoba, Stankovic (I)

  • Juve cinica e spietata: 2-0 al Genoa

    Juve cinica e spietata: 2-0 al Genoa

    L’anticipo della domenica all’ora di pranzo porta bene alla Juventus che dopo due pari consecutivi in campionato torna alla vittoria e lo fa contro un Genoa in ottima salute dopo il passaggio di consegne in panchina da Gasperini a Ballardini. A Marassi i bianconeri regolano il Grifone con due reti messe a segno nel primo tempo e a distanza di soli 4 minuti l’uno dall’altro mostrando le proprie doti di cinismo: decidono un autogol dell’estremo difensore rossoblu Eduardo e Krasic.

    La pasta mandata giù alle nove e mezza di mattina non risulta indigesta per gli uomini di Del Neri che trovano subito il giusto approccio alla gara. Il tecnico bianconero rischia il convalescente Krasic dal primo minuto, rientrato dall’infortunio a tempo di record, ed esclude Del Piero dall’undici titolare a favore del tandem d’attacco Quagliarella – Iaquinta. Ballardini risponde con un 3-4-3 con Mesto e Rafinha da un lato e Criscito e Rossi dall’altro a sostegno di Toni.
    Krasic non sembra accusare troppo lo stop forzato che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per 20 giorni e comincia a puntare ripetutamente Criscito che va subito in difficoltà. E’ da quel lato infatti che arriva il cross per Quagliarella, l’attaccante di sponda appoggia a Marchisio che si vede deviare il tiro da Eduardo sul palo. Sfortunatamente per il portiere la sfera tocca la spalla del portoghese ed entra in rete per il vantaggio bianconero.
    Il Genoa accusa il colpo e va sotto di due gol 4 minuti più tardi: Krasic ubriaca la difesa genoana e lascia partire una conclusione tesa sulla quale Eduardo non riesce ad intervenire perfettamente.
    Allora ci prova Criscito a scuotere i suoi con un missile dalla distanza che colpisce la traversa, poi è Toni che, furbescamente di mano, mette alle spalle di Storari. Gol giustamente annullato. Si va al riposo sul 2-0.

    Nella ripresa si vede un’altro Genoa, più aggressivo e offensivo con gli innesti di Kharja e Destro al posto di Ranocchia e dello spento Mesto. I padroni di casa guadagnano metri e mettono in difficolta i bianconeri che pensano a difendersi e a ripartire in contropiede. Ed è proprio in contropiede che la Juve sfiora, per ben due volte, il colpo del ko: prima Iaquinta si fa ipnotizzare da Eduardo poi Marchisio, su un coast to coast dell’ottimo Grosso, spara addosso all’estremo difensore rossoblu.
    Kharja porta a due il numero di legni colpiti dal Genoa che ha l’occasione, l’ultima, di accorciare le distanze con Destro ma Storari salva il risultato mandando in angolo.

    In classifica la Juve risale a quota 23 riportandosi a -6 dal Milan capolista e riscavalcando la Roma. Il Genoa invece, che registra la prima sconfitta della gestione Ballardini, rimane a 17 a metà classifica.

    Il tabellino
    GENOA – JUVENTUS 0-2
    18′ aut Eduardo (G); 22′ Krasic (J)
    GENOA (3-4-3): Eduardo; Ranocchia (46′ Kharja), Dainelli, Kaladze; Rafinha, (46′ Destro), Milanetto, Veloso (79′ Rudolf), Criscito; Mesto, Toni, M. Rossi.
    Panchina: Scarpi, Moretti, Zuculini, Modesto.
    Allenatore: Ballardini.
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; M. Motta (54′ Sorensen), Bonucci, Chiellini, Grosso; Krasic (61′ Sissoko), Melo, Aquilani (80′ Salihamidzic), Marchisio; Iaquinta, Quagliarella.
    Panchina: Manninger, Traoré, Lanzafame, Del Piero.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Morganti
    Ammoniti: Criscito (G), Krasic (J), Toni (G), Kaladze (G), Grosso (J), Rafinha (G), Milanetto (G)

  • Ferrara, buona la prima. Under 21 trascinata da Macheda

    Ferrara, buona la prima. Under 21 trascinata da Macheda

    Comincia con una vittoria contro la Turchia la nuova avventura di Ciro Ferrara alla guida dell’Under 21, chiamato dalla FIGC ad aprire un ciclo e che dovrà lavorare per “allevare” giovani talenti offrendo, nell’immediato futuro, il tanto declamato ricambio generazionale alla Nazionale maggiore. Tanti i volti nuovi convocati da Ferrara per questo primo impegno amichevole: da Pinsoglio e Giandonato della Juventus a Donati e Faraoni dell’Inter passando da Camporese, Caldirola, Tonelli, Misuraca, Rizzo, Romizi, Tattini e Gabbiadini.

    A Fermo splende la stella di Federico Macheda, attaccante del Manchester United, che trascina gli azzurrini al successo sulla Turchia Under 21 con una doppietta: l’attaccante romano porta avanti l’Italia al 41′ grazie ad un uno-due con capitan Fabbrini; il raddoppio arriva dopo 11 minuti della ripresa su un invito in profondità di D’Alessandro. Il gol turco arriva nel finale con Ismail su errore di Camporese.
    Il ct, nella seconda frazione di gioco, ha dato spazio a tutti gli uomini a sua disposizione che hanno subito messo in mostra un grande impegno e la voglia di dare il loro contributo alla causa dell’Under 21.

    Il tabellino
    ITALIA U.21 – TURCHIA U.21 2-1
    41′ Macheda (I), 56′ Macheda (I), 89′ Ismail (T)
    ITALIA U.21 (3-4-1-2): Seculin (46′ Perin); Crescenzi (68′ Biraghi), Brosco (16′ Camporese), Caldirola (76′ Faraoni); Donati (76′ Tonelli), Romizzi (76′ Rizzo), Soriano (46′ Giandonato), D’Alessandro (60′ Tattini); Fabbrini (68′ Misuraca); Destro (46′ Borini), Macheda (60′ Gabbiadini).
    Allenatore: Ferrara
    TURCHIA U.21 (4-2-3-1): Ozkan; Sakib (80′ Musa), Mahmut (31′ Serdar A.), Baris, Yusuf; Haktan, Alper Potuk; Burak (60′ Umut), Emre (60′ Anil), Alper Uludag (46′ Serdar E., 68′ Ismail); Sahin (80′ Soner).
    Panchina: Emirhan, Onur.
    Allenatore: Cetiner
    Arbitro: Bertolini
    Ammoniti: Soriano (I), Yusuf (T)

  • Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Juve e Roma non si fanno male. Totti risponde a Iaquinta

    Finisce 1-1 all’Olimpico l’anticipo serale tra Juventus e Roma in uno dei tre big match che offre in questo weekend la scoppiettante 12esima giornata di Serie A. Bianconeri e giallorossi, che domani assisteranno comodamente in poltrona al derby della Madonnina tra Inter e Milan, si dividono la posta in palio rimandando al prossimo impegno l’appuntamento con la vittoria. Forse non era questa la serata adatta per pensare ad un’eventuale aggancio al vertice della classifica, considerato che entrambe le squadre godono di una buona salute, ma ci si aspettava, sia da una parte che dall’altra, un pizzico di incisività in più per tentare il colpaccio. Le reti, tutte nel primo tempo, portano le firme di Iaquinta e Totti.

    Era la partita dei due ex Del Neri e Ranieri, quest’ultimo più avvelenato nei confronti della Vecchia Signora per l’esonero subito a sole due giornate dalla fine del campionato stagione 2008-2009. Ma era soprattutto la partita che vedeva lo scontro tra le due bandiere, nonchè capitani, dei rispettivi club, Totti e Del Piero. Confronto mancato perchè Del Neri preferisce Iaquinta a Pinturicchio che parte inizialmente dalla panchina mentre il Pupone va ad affiancare regolarmente in attacco Menez e Vucinic.
    La Juve, alle prese con l’infermeria piena ma che piano piano va svuotandosi (recuperati Amauri e Traorè), si presenta nuovamente con Grosso sulla corsia sinistra di difesa e con Sorensen nel’inedita posizione di terzino destro, buona nonostante tutto la prova del giovane centrale difensivo.

    La Juve parte forte e già dopo una manciata di minuti ha l’occasione per passare in vantaggio: Quagliarella lancia Iaquinta che a tu per tu con Julio Sergio si allarga troppo sparando addosso al portiere giallorosso. La Roma si riorganizza e risponde con una conclusione a giro di Menez che Storari manda in angolo. La squadra di Ranieri conduce la gara e palleggia bene a centrocampo mentre la Juve assume lo stesso atteggiamento attendista sfoggiato contro il Milan lasciando l’iniziativa all’avversario per poi colpirlo in contropiede, sistema con il quale Del Neri stese all’Olimpico i giallorossi per 2-1 nella passata stagione quando guidava la Samp e che in quella occasione costò lo scudetto alla Roma.
    Al 24′ altra occasione gol per i bianconeri: su un cross di Aquilani, romano doc che stasera affrontava i suoi ex compagni, prima Quagliarella non riesce a dare il giusto impatto con la sfera e poi Iaquinta manca incredibilmente l’appuntamento con il gol da due passi con la palla che gli sfila davanti. La Juve riparte velocissima in contropiede e alla mezz’ora su un altro traversone, questa volta di Pepe, è Julio Sergio a togliere letteralmente la sfera dalla testa di Iaquinta che altrimenti sarebbe andato a colpo sicuro. E’ il preludio al gol che arriva 5 minuti più tardi con una deliziosa giocata di Aquilani, sempre più indispensabile per il centrocampo juventino, che prima beffa con tunnel Greco e poi con un cross ben calibrato pesca alla perfezione Iaquinta che in girata volante trafigge Julio Sergio.
    La Roma però non subisce il colpo e continua a spingere soprattutto con Menez, il migliore dei suoi stasera. Il pari giunge nell’unico minuto di recupero del primo tempo decretato da Rizzoli per un fallo di mani di Pepe in area di rigore su una punizione calciata da Totti; è lo stesso capitano poi che va a trasformare il penalty procurato tra le proteste, inutili, dei bianconeri. Pochi secondi prima la Roma aveva reclamato un altro rigore per atterramento di Chiellini ai danni di Mexes, rigore che sembra starci.

    Nel secondo tempo, che vede l’esordio di Traorè subentrato all’acciaccato Grosso, i capitolini mostrano una maggiore grinta agonistica e aumentano la loro aggressività nell’aggredire il portare di palla bianconero, risultato che produce l’effetto sperato, quello di continuare a non far giocare la Juve così Del Neri corre ai ripari inserendo Del Piero a 35 minuti dal termine al posto di Iaquinta. La sfida a distanza con Totti dura però poco più di un quarto d’ora perchè Ranieri decide di richiamare il capitano giallorosso in panchina per giocarsi la carta Borriello aumentando il peso offensivo in un attacco che stasera è stato poco incisivo negli ultimi 20 metri.
    Le occasioni più ghiotte però capitano ancora alla Juve prima con Aquilani che, ben servito dal “rimorchio” di Felipe Melo, vede Burdisso immolarsi sulla traiettoria altrimenti piazzata nell’angolino basso e poi con Quagliarella che sforna una delle sue pregevoli conclusioni balistiche dalla lunga distanza ma che trova pronto Julio Sergio. Non succede più nulla, gli ospiti tengono saldamente in mano il pallino del gioco ma non producono pericoli verso la porta difesa da Storari.

    In classifica la Juve agguanta l’Inter a quota 20 mentre la Roma segue ad una sola lunghezza ma domani il derby di Milano e la sfida importante tra Lazio e Napoli può rimescolare le carte.

    Il tabellino
    JUVENTUS – ROMA 1-1
    35′ Iaquinta (J), 49′ pt rig Totti (R)
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso (46′ Traoré); Pepe, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio (76′ Amauri); Quagliarella, Iaquinta (54′ Del Piero).
    Panchina: Costantino, Salihamidzic, Sissoko, Lanzafame.
    Allenatore: Del Neri.
    ROMA (4-4-2): Julio Sergio; Cassetti (46′ Rosi), Méxes, N. Burdisso, Riise; Greco (75′ Brighi), De Rossi, Simplicio, Menez; Totti (68′ Borriello), Vucinic.
    A disposizione: Lobont, Perrotta, Baptista, Adriano.
    Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli
    Ammoniti: Menez (R), Pepe (J), Greco (R), Burdisso (R)

    LE PAGELLE

  • Juve rimandata a Brescia, 1-1. Eurogol di Diamanti

    Juve rimandata a Brescia, 1-1. Eurogol di Diamanti

    A Brescia era importante non perdere ulteriore terreno in classifica dalle prime della classe tenendo conto anche della sfida impegnativa di sabato sera con la Roma. E invece la Juventus continua con la sua altalena di risultati strappando un punto alle Rondinelle che in fin dei conti si può ritenere guadagnato per la truppa di Del Neri perchè l’1-1, per quanto fatto vedere in campo, sta stretto alla squadra di Iachini. Succede tutto nella ripresa: al gol di Quagliarella risponde con un magnifico sinistro Diamanti che festeggia nel migliore dei modi il suo secondo centro in campionato.

    La Juve che è sempre alle prese con un’infermeria piena (ben 11 gli indisponibili) sembra una squadra formata da reduci di guerra: la stanchezza, vuoi o non vuoi, giocando quasi sempre gli stessi giocatori, si fa sentire. Il Brescia invece è in crescita e con il morale alto dopo il pari, ampiamente meritato, di San Siro conquistato contro i campioni d’Italia dell’Inter.
    Le Rondinelle, sulle ali dell’entusiasmo, fanno la partita e, in particolar modo con Diamanti, fanno sudare più del dovuto mediani e centrali bianconeri. Storari si vede bersagliato da missili dalla distanza da tutte le parti: ci prova Diamanti per ben due volte, in apertura di gara e sul finire del primo tempo ma prima trova la ripsosta dell’estremo difensore juventino, la seconda conclusione fa la barba al palo. In mezzo il bolide di Eder, conclusione stilisticamente bellissima, coordinazione perfetta ma a dire no al brasiliano ci pensa la traversa. Per vedere la Juve ci vuole la mezz’ora del primo tempo che si fa viva con Quagliarella di testa per il primo vero pericolo verso la porta difesa da Arcari che evita il gol con un colpo di reni alzando la sfera sopra la traversa.

    Nella ripresa la musica non cambia, Juve e Brescia suonano lo stesso disco del primo tempo: Motta è spaesato in marcatura, gli avversari gli sgusciano da tutte le parti e non riesce mai a spingere sulla sua corsia di competenza; addirittura la Juve si trova a spingere meglio con Grosso, alla sua seconda partita in campionato dopo il reintegro in rosa deciso da Del Neri per sopperire agli infortuni; Sissoko sbglia una miriade di passaggi, Aquilani manca di smalto e Del Piero, che ieri ha spento 36 candeline, non entra mai in partita. Ecco perchè Del Neri opta per l’avvidendamento del capitano con Iaquinta con l’intenzione di dare più profondità alla manovra bianconera. Infatti l’attaccante neo entrato riesce a tenere alta la squadra e al minuto 70 serve a Quagliarella un assist al bacio al centro dell’area, la sua conclusione però colpisce il palo. Insiste la Juve in questo frangente e fa bene perchè 120 secondi più tardi su un cross rasoterra di Grosso è sempre l’attaccante ex Napoli, in linea con la sfera, a mettere dentro di rapina. Ma non c’è neanche il tempo di mettere a fuoco che Diamanti con una magia pareggia: l’ex West Ham lascia partire una conclusione tesa di esterno mancino esattamente dal vertice sinistro dell’area di rigore bianconera che sfiora le gambe di Sissoko, la testa di Chiellini e si va ad insaccare nell’angolino più lontano, imparabile per Storari per lo stupore e l’incredulità di Del Neri in panchina.
    Ma è la Juve nel finale a rischiare il colpo: cross del solito Grosso e girata di prima intenzione di Quagliarella la cui conclusione sorvola di poco la traversa. Finisce 1-1, la Juve si mantiene ad un punto sotto di distanza dall’Inter ma vede il Milan allontanarsi, il campionato del Brescia invece, dopo le 5 sconfitte consecutive, deve ripartire dalle ottime partite di San Siro e di stasera.

    Il tabellino
    BRESCIA – JUVENTUS 1-1
    71′ Quagliarella (J), 73′ Diamanti (B)
    BRESCIA (4-3-2-1): Arcari; Berardi, Zebina, Martinez, Daprela; Hetemaj, Cordova, Baiocco (76′ Vass); Diamanti (86′ Possanzini), Eder (63′ Kone); Caracciolo.
    Panchina: Leali, Bega, Budel, Zambelli.
    Allenatore: Iachini
    JUVENTUS (4-4-2): Storari; Motta, Bonucci, Chiellini, Grosso; Pepe (79′ Salihamidzic), Sissoko, Aquilani (76′ Lanzafame), Marchisio; Quagliarella, Del Piero (58′ Iaquinta).
    Panchina: Costantino, Sorensen, Camilleri, Giandonato.
    Allenatore: Del Neri
    Arbitro: Damato
    Ammoniti: Pepe (J), Motta (J), Grosso (J), Caracciolo (B), Berardi (B)