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  • Tracollo Cosenza, il Rimini espugna il San Vito 3-0

    Tracollo Cosenza, il Rimini espugna il San Vito 3-0

    Finisce come peggio non poteva con i fischi del pubblico del San Vito la prima di Glerean sulla panchina del Cosenza, umiliato dal Rimini che si porta a casa un prezioso successo in ottica playoff e l’intera posta in palio che consente ai romagnoli di scavalcare in classifica proprio i Lupi. Uno 0-3 senza repliche, la squadra di Melotti domina la gara, soprattutto nel primo tempo, in casa del nemico con le reti di Longobardi, Tulli e Giacomini.

    Il Rimini prende le redini del gioco sin dalle prime battute di gioco, il 4-2-1-3 messo in campo da Glerean è troppo squilibrato e consente agli ospiti di passare in vantaggio con Longobardi al 10′ che approfitta di una dormita generale della difesa rossoblu in area di rigore per trafiggere Gabrieli da distanza ravvicinata. E se il buongiorno si vede dal mattino la frittata è fatta. Alla mezz’ora taglio in profondità per Tulli, che poco prima aveva chiamato al miracolo Gabrieli con un tiro a giro sul secondo palo, la retroguardia silana sbaglia il fuorigioco permettendo all’attaccante romagnolo di raddoppiare.
    La reazione del Cosenza c’è ma è sterile, Danti di testa non inquadra la porta e La Canna svirgola la sfera dal limite dell’area da buona posizione; gli ospiti chiudono bene gli spazi e ripartono pericolosamente in contropiede: Nolè ha la possibilità di chiudere già il match al 36′ ma angola troppo il diagonale.
    Il tecnico del Cosenza capisce il momento di difficoltà dei suoi e cerca di tamponare le falle a centrocampo inserendo Giardina per Scotto al 38′ con l’intento di bilanciare meglio la squadra.

    La ripresa però non offre molte occasioni da gol perchè il Rimini difende bene il 2-0 conquistato nel primo tempo distendendosi in contropiede che è una meraviglia: Tulli e Nolè mancano il colpo del ko mentre Biancolino al 76′ si mangia l’occasione per riaprire la gara. Il San Vito comincia a rumoreggiare e ad invocare a gran voce il nome dell’ex tecnico Toscano, esonerato domenica scorsa dopo la sconfitta di Pescara. A 13 minuti dal termine il gol che chiude le ostilità: Giacomini porta palla da centrocampo e, avvicinatosi indisturbato quasi fino al limite dell’area, lascia partire un sinistro imparabile per Gabrieli. I tifosi di casa, delusi, amareggiati ed arrabbiati, accolgono con applausi ironici il 3-0 del Rimini.

    L’obiettivo dei playoff per il Cosenza sembra essere ormai sfumato, la Ternana domani nel posticipo contro il Ravenna ha l’occasione di portarsi a +5 in classifica prima dello scontro diretto in casa propria al Liberati di domenica prossima. Ma i Lupi ora devono preoccuparsi non solo di fare la corsa sui rossoverdi per le restanti 4 partite che rimangono al termine della stagione, ma anche sul Rimini che, con la vittoria ampiamente meritata di oggi e forte dei risultati favorevoli tra andata e ritorno ottenuti contro i rossoblu, si porta al sesto posto in classifica ai danni proprio del Cosenza. Per i silani si prospetta un’altra settimana difficile piena di contestazioni.

    Il tabellino
    COSENZA – RIMINI 0-3
    10′ Longobardi, 35′ Tulli, 77′ Giacomini
    COSENZA (4-2-1-3): Gabrieli; Musca, Porchia, Scognamiglio; De Rose, Marsili (60′ Virga); La Canna (90′ Olivieri); Danti, Biancolino, Scotto (38′ Giardina)
    A disposizione: Ameltonis, Ungaro, Giardina, Amico, De Pascalis, Olivieri, Virga.
    Allenatore: Glerean.
    RIMINI (4-1-4-1): Pugliesi; Catacchini, Vitiello, Lebran, Marchi; Rinaldi; Nolé (68′ Giacomini), Malaccari, Frara, Tulli; Longobardi.
    A disposizione: Tornaghi, Ischia, D’Antoni, Baccin, Giacomini, Kirilov, Matteini.
    Allenatore: Melotti.
    Ammoniti: Fanucci (C), Danti (C), Giacomini (R)

  • Rimonta Lazio, allontanato l’incubo retrocessione. Bologna ko 3-2

    Seconda vittoria consecutiva in trasferta per i biancocelesti che rimontano il Bologna nel secondo tempo dopo aver chiuso la prima frazione in svantaggio per 2-1.

    Partenza al fulmicotone per la compagine rossoblù che grazie a Guana riesce a portarsi in vantaggio al 12’ dopo un errore di disimpegno di Biava. Passano 5 minuti e su calcio d’ angolo Portanova raddoppia con un imperioso colpo di testa. La Lazio non sembra reagire subito ma riesce, ad un minuto dalla fine della prima frazione, ad accorciare le distanze con Mauri.
    Secondo tempo che si apre con la mossa giusta da parte di Reja che inserisce Rocchi al posto di Biava consentendo di avere un ottimo punto di riferimento in attacco. Pareggio raggiunto con Dias dopo un’ azione rocambolesca in area rossoblù al 53′ e rimonta completata cinque minuti dopo con il gol proprio di Tommaso Rocchi.

    Il Bologna sprofonda, quinta sconfitta consecutiva per la compagine di Colomba, con l’Atalanta, terz’ultima, che è distante quattro punti ma con lo scontro diretto da giocarsi in casa dei bergamaschi. La Lazio, invece, riacquista fiducia nei propri mezzi, importantissima per il derby previsto nella prossima giornata.

    BOLOGNA-LAZIO 2-3 (Primo tempo: 2-1)

    MARCATORI: Guana (B) al 12′ pt, Portanova (B) al 16′ pt, Mauri (L) al 44’pt, Dias (L) al 18′ st, Rocchi (L) al 23’st

    BOLOGNA (4-4-2): Viviano; Raggi, Portanova, Santos, Lanna; Buscé, Guana (dal 26’st Casarini), Mudingayi, Modesto (dal 29’st Gimenez) 6; Adailton, Di Vaio (dal 37’st Succi). (A disp.: Colombo, Zenoni, Bassoli, Mutarelli). All.: Colomba.

    LAZIO (3-4-2-1): Muslera; Dias, Stendardo, Radu; Biava (dal 38’pt Rocchi; dal 43’st Firmani), Brocchi, Ledesma, Kolarov; Zarate, Mauri; Floccari (dal 33’st Cruz). (A disp.: Berni, Diakite, Baronio, Del Nero). All.: Reja.

    ARBITRO: Rosetti di Torino

    NOTE: giornata soleggiata, terreno in buone condizioni, spettatori 28mila circa. Ammoniti: Zarate (L), Dias (L), Firmani (L, dalla panchina), Kolarov (L).

  • Barcellona stellare, 2-0 al Real Madrid al Bernabeu

    Barcellona stellare, 2-0 al Real Madrid al Bernabeu

    Il 160esimo clasico di Spagna va al Barcellona che vince in terra nemica al Bernabeu contro il Real Madrid per 2-0 dando alle merengues una vera e propria lezione di calcio. Le reti, una per tempo, sono state realizzate da Messi e Pedro che lanciano i blaugrana a +3 sugli storici rivali in classifica. E con questo successo salgono a 4 le vittorie consecutive del Barcellona contro il Real, 1-0 all’andata con gol partita di Ibrahimovic (oggi assente) e addirittura 2-6 l’anno scorso sempre al Bernabeu, una delle sconfitte più pesanti subite dai bianchi di Spagna in casa propria.

    Assenti di lusso Kakà e Ibrahimovic, due dei colpi più eclatanti dell’ultimo mercato, messi ko dai rispettivi infortuni. E allora ci pensa Messi a brillare sotto il cielo stellato di Madrid: dopo il poker servito all’Arsenal in Champions League, il Pallone d’Oro 2009 fa girare la testa alla retroguardia madridista vincendo nettamente il confronto ravvicinato con Cristiano Ronaldo a autore della prima rete blaugrana alla mezz’ora di gioco: Xavi pennella per La Pulce che di destro, non il suo piede preferito, beffa Casillas in uscita per il suo 27esimo gol in 28 partite nella Liga. Nel finale di primo tempo ghiotta occasione di Higuain che però calcia malamente e alto sopra la traversa della porta difesa da Victor Valdes.

    La ripresa comincia ancora con la superiorità della squadra di Guardiola che raggiunge il gol del 2-0 al 55′: è ancora Xavi a pennellare in profondità per Pedro che con un piatto sinistro rasoterra sul secondo palo insacca in rete.
    Il Real però non si arrende a due minuti più tardi ci prova ancora con Higuain ma il suo tiro esce alla destra di Valdes, poi è Van der Vaart a trovarsi a tu per tu con il portiere catalano, bravo ad opporsi, approfittando di un fuorigioco sbagliato della difesa ospite. Le speranze del Real Madrid si spengono sul contropiede di Ronaldo che calcia troppo centralmente agevolando la respinta di Valdes.
    Infine il Barca rischia il tris con Messi ma questa volta Casillas è bravo a mettere in calcio d’angolo.

    La Liga ha il suo padrone, il Barcellona. Sarà così anche in Champions? L’Inter è avvertita.

    Il tabellino
    REAL MADRID – BARCELLONA 0-2
    33′ Messi, 56′ Pedro
    REAL MADRID (4-3-1-2): Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Garay, Arbeloa; Gago, Xabi Alonso, Marcelo (56′ Guti); Van der Vaart (69′ Raul); Higuain (79′ Benzema), Ronaldo.
    A disposizione: Dudek, Metzelder, L. Diarra, M. Diarra.
    Allenatore: Pellegrini.
    BARCELLONA (4-2-3-1): Valdes; Puyol, Piqué, Milito (79′ Marquez), Maxwell (63′ Iniesta); Busquets, Keita; Dani Alves, Xavi, Pedro; Messi.
    A disposizione: Pinto, Chygrynskiy, Yayà Touré, Henry, Bojan.
    Allenatore: Guardiola
    Arbitro: Mejuto Gonzalez
    Ammoniti: Xabi Alonso (R), Messi (B), Albiol (R), Xavi (B), Dani Alves (B), Maxwell (B), Sergio Ramos (R), Garay (R)

  • Inter bloccata a Firenze, 2-2 con la Fiorentina

    Inter bloccata a Firenze, 2-2 con la Fiorentina

    Finisce in parità una partita che sapeva di combine e che invece ha regalato emozioni a raffica a chi ha assistito: Fiorentina – Inter termina con il risultato di 2-2 che avvantaggia la Roma (impegnata domani all’Olimpico contro l’Atalanta) in ottica scudetto. Nerazzurri che hanno faticato e non poco prima di ribaltare il risultato fino al 2-1 per poi venire acciuffati pochi secondi dopo dal gol di Kroldrup.

    Mourinho presenta una squadra a trazione anteriore con Pandev, Eto’o, Milito e Sneijder (dietro le punte) in attacco mentre i viola scendono in campo senza Gilardino (in panchina) e, a far coppia con Jovetic in avanti, Keirrison; è proprio quest’ultimo che firma il vantaggio della squadra di casa all’11’: cross teso rasoterra di Comotto e l’attaccante, in linea con i difensori nerazzurri, mette la zampata vincente. La Fiorentina si difende bene e si distende meglio ma il gol del raddoppio non arriva. L’Inter invece cerca l’assalto un pò confusionario lasciando pochi uomini a difesa del portiere. Sneijder, il più pericoloso dei suoi, è sempre una minaccia quando arriva al limite dell’area con Frey che deve superarsi su un paio delle sue conclusioni prima del riposo.

    Nella ripresa Mourinho aumenta la spinta offensiva con l’inserimento di Balotelli al posto di Chivu lasciando praterie invitanti ai giocatori viola che però non sfruttano la miriade di contropiedi lasciati a disposizione da Cambiasso e soci. Ed ecco così, nel momento di migliore della Fiorentina, che arrivano i due gol nerazzurri, in fotocopia, nell’arco di 6 minuti che ribaltano la situazione: al 65′ sul cross teso di Maicon è Milito a mettere alle spalle di Frey con un piattone sinistro, poi è la volta di Eto’o, su cross a mezz’altezza di Balotelli, a portare in vantaggio l’Inter.
    Un colpo che avrebbe tagliato le gambe a qualsiasi giocatore ma non a quelli della Fiorentina che si mettono a caricare a testa bassa giungendo al 2-2 finale un minuto più tardi grazie alla girata in area di Kroldrup sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

    Un pari questo che può dare la svolta al campionato: domani la Roma ha l’opportunità di scalzare dalla vetta della classifica l’Inter che accusa sempre più la miriade di impegni tra Serie A e coppa. Le due squadre torneranno ad affrontarsi mercoledì per la semifinale di ritorno di Coppa Italia sempre al Franchi (all’andata finì 1-0 per i nerazzurri).

    Il tabellino
    FIORENTINA – INTER 2-2
    11′ Keirrison (F), 65′ Milito (I), 71′ Eto’o (I), 72′ Kroldrup (F)
    FIORENTINA (4-4-1-1): Frey; Comotto, Natali, Kroldrup, Pasqual (50′ Felipe); Bolatti, Santana (64′ De Silvestri), Montolivo, Gobbi; Jovetic; Keirrison (60′ Gilardino).
    A disposizione: Seculini, Donadel, C.Zanetti, Marchionni.
    Allenatore: Prandelli.
    INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (46′ Balotelli); Zanetti, Cambiasso; Pandev (66′ Muntari), Sneijder, Eto’o; Milito.
    A disposizione: Orlandoni, Cordoba, Quaresma, Materazzi, Mariga.
    Allenatore: Mourinho
    Arbitro: Bergonzi
    Ammoniti: Pasqual, Kroldrup, Natali, Bolatti (F), Chivu (I)

  • Juve, ci risiamo: l’Udinese schianta i bianconeri e Champions più lontana

    Juve, ci risiamo: l’Udinese schianta i bianconeri e Champions più lontana

    La solita Juve, impacciata, senza capo ne coda rimedia un’altra sconfitta, l’ennesima di questa travagliata stagione (con questa sono 12 i ko in campionato, record in negativo del club in 113 anni di storia) ad Udine dove i padroni di casa, che a classifica non se la passano meglio, si impongono per 3-0 annientando sul piano del gioco i bianconeri.

    Si mette subito in salita la gara per Juventus che al 9′ è già sotto di un gol: Sanchez approfitta di una dormita di De Ceglie in area che consente all’attaccante friulano di ribadire in rete la sfera ribattuta dal palo su un gran tiro di Di Natale, in forma smagliante come al solito.
    La squadra di Zaccheroni, invece di reagire, si disunisce al cospetto di un’Udinese più aggressiva e ben organizzata: ci prova Pasquale dalla distanza ma Manninger si fa trovare pronto, il primo tempo si chiude senza nessun tiro in porta degli ospiti.

    Nella ripresa la musica non cambia, la Juve tenta una timida reazione nei primi minuti ma è solo un fuoco di paglia con Amauri troppo solo li davanti che spreca quei pochi palloni giocabili che gli arrivano mentre l’Udinese è squadra viva e al 65′ raddoppia con Pepe bravo a raccogliere la respinta di Manninger dal limite dell’area e ad insaccare a porta sguarnita. L’ex Zaccheroni, che ad Udine ha lasciato bei ricordi, vede la sua squadra sciogliersi come neve al sole lasciando praterie invitanti a Di Natale e compagni; ed è proprio quest’ultimo a mettere la parola fine al match dopo un bel gioco di gambe in area che disorienta Cannavaro e Legrottaglie depositando di giustezza in rete la palla del 3-0. Nemmeno gli inserimenti di Giovinco e Iaquinta riescono a dare una scossa ad una squadra che sembra sul punto di esplodere defintivamente.

    Fallito il tentativo di agganciare Palermo, sconfitto a Catania, e Sampdoria al quarto posto: questa Juve vede allontanarsi sempre di più la qualificazione in Europa. Come se non bastasse la società ha deciso di chiudersi in silenzio stampa. L’Udinese prende una bella boccata d’ossigeno riportando tra se e l’Atalanta terz’ultima 4 punti di distacco.

    Il tabellino
    UDINESE – JUVENTUS 3-0
    9′ Sanchez, 65′ Pepe, 77′ Di Natale
    UDINESE (4-4-2): Handanovic; Ferronetti (80′ Badu), Zapata, Lukovic, Pasquale; Isla, Inler (48′ Sammarco), Asamoah, Pepe; Di Natale (81′ Floro Flores), Sanchez.
    A disposizione: Belardi, Cuadrado, Siqueira, Corradi.
    Allenatore: Marino
    JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Zebina, Legrottaglie, Cannavaro, De Ceglie; Camoranesi (66′ Giovinco), Felipe Melo (88′ Candreva), Sissoko, Marchisio; Del Piero (61′ Iaquinta), Amauri.
    A disposizione: Pinsoglio, Grygera, Grosso, Trezeguet.
    Allenatore: Zaccheroni.
    Arbitro: Rocchi
    Ammoniti: Ferronetti, Lukovic, Sanchez, Pasquale (U), Felipe Melo, Del Piero (J)

  • Pescara – Cosenza 3-1: i biancazzurri si portano a -2 dal Verona

    Pescara – Cosenza 3-1: i biancazzurri si portano a -2 dal Verona

    Il Pescara ‘Grandi Firme’ batte il Cosenza allo stadio ‘Adriatico-Cornacchia’ e coglie il terzo successo consecutivo portandosi a meno due, in compagnia del Portogruaro, dall’Hellas Verona che perde a Marcianise. Primo tempo noioso (leggera ma sterile supremazia pescarese con due occasioni da rete firmate da Sansovini e Medda contro la sola opportunità ospite capitata sui piedi di Danti) e ripresa vivace che regala quattro gol ed un’espulsione.

    Minuto chiave il ventiduesimo quando il Cosenza resta in dieci per l’espulsione di Chianello reo di aver affossato in area Sansovini: l’arbitro Zanichelli decreta il penalty e Ganci dagli undici metri non sbaglia. Seconda e terza rete pescarese nell’arco di un minuto: Sansovini al 33’ interrompe il suo lunghissimo digiuno mandando in visibilio il pubblico locale ed al 34’ Bonanni sigla un bellissimo gol dalla distanza prima di lasciare il campo per infortunio. Biancolino a 3 minuti dalla fine pone la sua firma nel tabellino con il suo undicesimo gol in stagione (42’st).

    Grande soddisfazione in casa Pescara e grande prova di sagacia tattica di mister Di Francesco, che nel momento topico della partita indovina il cambio Soddimo-Tognozzi con conseguente accentramento di Dettori e spostamento sull’out mancino di Bonanni nel suo ruolo naturale mentre il collega Toscano ha l’alibi delle numerose assenze che lo hanno costretto a presentare una squadra rimaneggiatissima che ha pagato dazio ad un Pescara più in forma e determinato.

    Il tabellino
    PESCARA – COSENZA 3-1
    MARCATORI: 23’ st Ganci su rig. (P), 33’ st Sansovini (P), 34’st Bonanni (P), 42’st Biancolino (C)
    PESCARA (4-4-2): Pinna, Medda, Sembroni, Mengoni, Petterini, Bonanni (35’ st Gessa), Tognozzi (15’st Soddimo), Coletti, Dettori, Ganci, Sansovini(35’ st Zizzari). ALL Di Francesco
    COSENZA (3-4-1-2): Gabrieli, Di Bari,Scognamiglio,Musca,De Rose, Roselli (40’ st De Pascalis),Bernrdi,Chianello,Virga(32’ st Fiore), Danti (42’st Scotto), Biancolino. ALL Toscano
    Ammoniti: Tognozzi per il Pescara e Bernardi per il Cosenza
    Espulso: Chianello del Cosenza
    ARBITRO: Sig. Enrico Zanichelli di Genova coadiuvato dagli assistenti Romei e Pedrini
    NOTE: all’andata, Cosenza-Pescara 2-1

  • La Roma non molla l’Inter, espugna Bari con Vucinic

    La Roma non molla l’Inter, espugna Bari con Vucinic

    Una Roma cinica porta a casa 3 punti fondamentali in chiave scudetto espugnando il San Nicola di Bari per 1-0. A decidere il match è stato un gol di Vucinic al 19′ del primo tempo che ha permesso alla squadra di Ranieri di rimanere per circa 10 minuti, fino al gol di Thiago Motta che ha portato in vantaggio l’Inter, in vetta alla classifica e di respirare aria scudetto.

    Il tridente messo in campo dal tecnico giallorosso con Toni, Vucinic e Totti, al rientro dopo un mese di assenza, non entusiasma ma è terribilmente spietato nell’occasione del gol della vittoria che li vede coinvolti: l’azione parte dai piedi di Totti che serve al limite dell’area Toni, il bomber giallorosso protegge bene la sfera e la tocca per Vucinic che in corsa fulmina il portiere pugliese Gillet.
    Poco dopo è Toni ad avere sui piedi l’opportunità del raddoppio ma invece di servire Totti tutto solo in mezzo spara alto sulla traversa.

    Il Bari non sfigura, anzi a tratti è superiore all’undici di Ranieri. Riise, nella ripresa, salva sul nuovo entrato Rivas, poi è Barreto ad avere la ghiotta occasione di portare in parità il risultato ma l’attaccante brasiliano grazia Julio Sergio da due passi.
    La Roma si limita a controllare la gara e a non correre rischi difensivi, al fischio finale è gioia grande per gli oltre 10 mila tifosi giallorossi che sono scesi dalla capitale per sostenere ed incitare i propri beniamini. L’Inter rimane ad un punto in classifica, serve sangue freddo nelle prossime partite per cercare di approfittare di un eventuale passo falso dei nerazzurri.

    Il tabellino
    BARI – ROMA 0-1
    19′ Vucinic
    BARI (4-4-2): Gillet; Belmonte, A. Masiello, Bonucci, S. Masiello; Alvarez, De Vezze (88′ Allegretti), Gazzi, Kamata (46′ Rivas); Barreto, Castillo (80′ Sestu).
    A disposizione: Padelli, Stellini, Parisi, Koman.
    Allenatore: Ventura.
    ROMA (4-4-2): Julio Sergio; Cassetti, Juan, Burdisso, Riise; Taddei, De Rossi, Pizarro, Vucinic (64′ Baptista); Totti (72′ Brighi), Toni.
    A disposizione: Doni, Tonetto, Andreolli, Mexes, Cerci.
    Allenatore: Ranieri.
    Arbitro: Rizzoli
    Ammoniti: Castillo (B), Pizarro (R), Rivas (B)

  • Tra Arsenal e Barcellona termina con un 2-2 spettacolare. Ibrahimovic non basta

    Tra Arsenal e Barcellona termina con un 2-2 spettacolare. Ibrahimovic non basta

    Un inno al bel calcio il quarto di finale tra Arsenal e Barcellona, due candidate alla vittoria finale della Champions League e che ha visto la rimonta inglese negli ultimi 20 minuti di gara dopo lo stradominio spagnolo: alla doppietta di Ibrahimovic ci pensano Walcott e Fabregas su calcio di rigore a riportare le cose in parità. Gara giocata sempre ad altissimi livelli con un primo tempo in cui domina la squadra di Guardiola, sempre ottima nel possesso palla, e ripresa che termina in perfetta parità con i Gunners che prevalgono nella seconda metà del secondo tempo.

    Il Barcellona parte subito a razzo, come è consuetudine, schiaccando l’avversario nella propria area di rigore e registrando almeno 6 palle gol nel primo quarto d’ora di gioco con Almunia chiamato a fare gli straordinari su Busquets, Messi e Ibrahimovic e Xavi. Per arginare il monologo blaugrana, Wenger toglie Arshavin inserendo Ebouè per dare maggiore copertura alla sua squadra che pare far acqua da tutte le parti.
    Intorno alla mezz’ora la prima conclusione in porta degli inglesi con un tiro a giro di Nasri che lambisce il palo alla sinistra di Victor Valdes. Da li in avanti la gara rimane in sostanziale equilibrio con gli spagnoli a tessere il gioco e i Gunners a ripartire velocemente.

    Nella ripresa la doppietta di Ibrahimovic: prima lo svedese su un lancio lungo di Piquè beffa con un pallonetto Almunia in uscita poi realizza la seconda rete con un destro su assist di Xavi che fulmina l’estremo difensore inglese. Ma l’uno-due blaugrana invece di tagliare le gambe alla squadra di Wenger, la carica e comincia a macinare gioco chiudendo nella propria area di rigore il Barca. Wenger si gioca così la carta Walcott, unico inglese in campo per il club londinese, che ripaga la fiducia del tecnico con il gol che accorcia le distanze: palla in profondità e un Victor Valdes non proprio perfetto che si fa bucare dal suo piattone.
    L’Arsenal crede nella rimonta che viene completata quando Fabregas, atterratto in area di rigore da Puyol, si guadagna il penalty: il difensore si becca l’espulsione per fallo da ultimo uomo e il centrocampista, rammaricato per aver rimediato un giallo che gli farà saltare la gara di ritorno al Camp Nou, lui che è cresciuto nelle fila del Barcellona, realizza con freddezza il tiro dagli undici metri per il 2-2 finale rimettendo il discorso qualificazione ancora in gioco per l’Arsenal anche se senza la sua guida sarà più arduo dare risultato in Spagna. Barcellona che, d’altro canto, si presenterà alla sfida tra sette giorni senza Puyol e Piquè squalificati.

    Il tabellino
    ARSENAL – BARCELLONA 2-2
    46′ Ibrahimovic (B), 59′ Ibrahimovic (B), 69′ Walcott (A), 85′ rig Fabregas (A)
    ARSENAL (4-3-3): Almunia; Sagna (66′ Walcott), Clichy, Vermaelen, Diaby; Fabregas, Nasri, Gallas (45′ Denilson), Song; Arshavin (28′ Eboue), Bendtner.
    A disposizione: Fabianski, Campbell, Rosicky, Eduardo.
    Allenatore: Wenger
    BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Alves, Puyol, Piqué, Maxwell; Busquets, Xavi, Keita; Pedro, Ibrahimovic (76′ Henry), Messi (86′ Milito).
    Arbitro: Busacca
    Espulsi: Puyol (B)
    Ammoniti: Arshavin (A), Song (A), Fabregas (A), Eboue (A), Diaby (A), Piqué (B)

  • La Juventus torna a vincere, battuta l’Atalanta 2-1. Decide Felipe Melo

    La Juventus torna a vincere, battuta l’Atalanta 2-1. Decide Felipe Melo

    Torna al successo la Juventus che interrompe così una serie di risultati negativi; dopo l’eliminazione dall’Europa League, le sconfitte consecutive contro Napoli e Sampdoria negli scontri diretti per il quarto posto e il pareggio-suicidio di 3 settimane fa contro il Siena, i bianconeri battono in un Olimpico semi deserto l’Atalanta per 2-1. Il gol che decide le sorti del match arriva dall’uomo, quando meno te lo aspetti, più contestato dalla tifoseria juventina, quel Felipe Melo insultato e fischiato continuamente che dopo il gol si è reso protagonista di un bellissimo gesto di riappacificazione verso i tifosi, congiungendo le mani come a chiedere scusa. Il pubblico apprezza applaudendo il centrocampista. Pace fatta?

    Passando ad analizzare la partita, la Juventus è stata premiata per averci creduto fino in fondo a differenza delle precedenti uscite. Dopo una prima parte di studio di entrambe le squadre, Trezeguet si vede annullare, giustamente, un gol per posizione di fuorigioco, poi è Tiribocchi a provare a dare la carica ai bergamaschi con una conclusione bloccata da Manninger.
    Il gol del vantaggio arriva dal calcio di punizione tirato con maestria da Del Piero, una parabola a scendere all’incrocio dei pali imparabile per Consigli. Gol numero 302 con la maglia bianconera per il capitano della Juventus. Ma le solite disattenzione difensive sono dietro l’angolo e puntualmente arrivano poco prima del fischio finale del primo tempo: lancio di Valdes, Legrottaglie si dimentica completamente di Amoruso che, solo davanti a Manninger, firma il classico gol dell’ex. Uno a uno e spettatori, davvero pochi, che ricominciano a rumoreggiare. Da segnalare l’infortunio numero 69 di questa maledetta stagione questa volta capitato a Diego che è costretto ad uscire dal campo.

    Nella ripresa l’Atalanta, rivitalizzata dal gol di Amoruso, comincia a crede nel colpaccio prendendo in mano la partita. La Juve, come successe nella gara di Napoli, rimane con la testa e le gambe negli spogliatoi e in balia dell’avversario fino a 20 minuti dal termine. Buffon capisce il momentaccio e scende dagli spalti nel tunnel degli spogliatoi per sostenere e incitare i suoi compagni, Zaccheroni si gioca le cartuccie Amauri e Felipe Melo ed è proprio quest’ultimo che regala ai tifosi la gioia della vittoria andando a staccare di testa beffando Consigli sul secondo palo. Tre punti che alla Juventus in questo momento fanno più che comodo, ma bisogna ritrovare il giusto spirito per affronatare il resto delle partite come se fossero delle finali. La classifica, certo, non è delle migliori ma i bianconeri rimangono comunque in corsa per la qualificazione in Champions League.
    L’Atalanta invece resta ancorata al terz’ultimo posto; i nerazzurri non possono permettersi altri passi falsi, situazione delicata per il tecnico Mutti.

    Il tabellino
    JUVENTUS – ATALANTA 2-1
    30′ Del Piero (J), 45′ Amoruso (A), 84′ Melo (J)
    JUVENTUS (4-3-2-1): Manninger; Zebina, Legrottaglie, Cannavaro, Grosso; Candreva (58′ Melo), Sissoko, Marchisio; Diego (35′ Giovinco); Del Piero, Trezeguet (71′ Amauri).
    A disposizione: Pinsoglio, Grygera, Marrone, Paolucci.
    Allenatore: Zaccheroni.
    ATALANTA (4-4-1-1): Consigli; Garics, Bianco, Manfredini, Peluso (84′ Volpi); Ferreira Pinto (88′ Ceravolo), Padoin, De Ascentis, Valdes; Amoruso, Tiribocchi.
    A disposizione: Coppola, Capelli, Radovanovic, Caserta, Gabbiadini.
    Allenatore: Mutti
    Arbitro: Gervasoni
    Ammoniti: De Ascentis, Peluso (A), Zebina, Giovinco (J)

  • Tripletta di Miccoli e Bologna ko. Il Palermo è da Champions

    Tripletta di Miccoli e Bologna ko. Il Palermo è da Champions

    Vittoria fondamentale per il Palermo che batte al Barbera il Bologna per 3-1; travolgente Miccoli autore di una tripletta che continua a far sognare i rosanero, il quarto posto e la conseguente qualificazione in Champions League non sono più un sogno. In attesa di sapere i risultati delle dirette inseguitrici di domani la squadra di Delio Rossi prende, per il momento, il largo salendo a quota 51 punti e staccando la Sampdoria di 4 punti e Napoli e Juventus di 6. Il Bologna invece rimane, nonostante la sconfitta, in una posizione abbastanza tranquilla di classifica, a +7 sulla zona retrocessione.

    Con una formazione abbastanza rimaneggiata (out tre quarti della difesa titolare e senza Cavani) Rossi imposta una gara d’assalto con Liverani e Pastore in cabina di regia che danno vita ad un grandissimo match. Ma il vero protagonista è lui, il bomber tascabile Fabrizio Miccoli che porta in vantaggio al 10′ i siciliani con un bel diagonale su assist del fantasista argentino.
    Il Bologna non si scompone e raggiunge il pareggio con il solito Adailton che pennella una parabola deliziosa direttamente su calcio di punizione. Prima del riposo però al 43′ il rigore per atterramento in area di Hernandez che scatena le ire dei felsinei: dal dischetto Miccoli non sbaglia chiudendo il primo tempo sul risultato di 2-1.

    La ripresa riprende da dove si era chiusa la prima parte di gara con il Palermo a divertirsi in campo e il Bologna che non molla ma che manca di lucidità negli ultimi 16 metri. Colomba si gioca il tutto per tutto inserendo altre due punte (Gimenez e Zalayeta) e ridisegnando la sua squadra secondo un 4-2-4 che non da i suoi frutti perchè al 79′ i rosanero chiudono definitivamente il match ancora con Miccoli ma è splendido il lancio di Liverani che innesca l’azione dell’attaccante salentino.

    Il tabellino
    PALERMO – BOLOGNA 3-1
    10′ Miccoli (P), 38′ Adailton (B), 43′ rig. Miccoli (P), 79′ Miccoli (P)
    PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani, Migliaccio, Goian, Calderoni (76′ Celustka); Bertolo (87′ Blasi ), Liverani, Nocerino; Pastore; Miccoli, Hernandez (83′ Budan).
    A disposizione: Benussi, Tedesco, Cappelletti, Giovio.
    Allenatore: Rossi.
    BOLOGNA (4-4-1-1): Viviano; C. Zenoni (62′ Jimenez), Portanova, Britos, Lanna; Busce’, Mudingayi, Guana (70′ Mingazzini), Casarini (76′ Zalayeta); Adailton; Di Vaio.
    A disposizione: Colombo, Santos, Pisanu, Succi.
    Allenatore: Colomba.
    Arbitro: Russo.
    Ammoniti: Zenoni, Britos, Mudingayi (B), Calderoni (P).