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  • NBA: Kevin Durant domina, i Thunder continuano a salire in classifica

    NBA: Kevin Durant domina, i Thunder continuano a salire in classifica

    I Charlotte Bobcats ottengono la quinta vittoria consecutiva guidati da Stephen Jackson autore di 24 punti e Raymond Felton che sfiora la tripla doppia (10 punti,11 assist e 8 rimbalzi). Ai Los Angeles Clippers non bastano i 24 punti di Baron Davis, il 106-98 finale è merito anche dell’impatto dei giocatori che entrano in campo dalla panchina (33 punti per i Bobcats, solo 11 per i Clippers).
    Il ritorno di LeBron James in campo dopo 2 partite di riposo coincide con una buona vittoria dei Cleveland Cavaliers a Philadelphia. “The King” mette a referto 23 punti e tanto basta a spezzare l’esile resistenza dei 76ers che hanno un contributo importante da Andre Iguodala (30 punti), Elton Brand (24), Thaddeus Young (15), ma molto poco dal resto della squadra, mentre per i Cavs l’attacco è stato molto ben bilanciato.
    Boston risorge contro Indiana: i 20 punti del capitano Paul Pierce trascinano i Celtics reduci dal pesante KO interno contro i Memphis Grizzlies; certamente i Pacers  (unica cosa positiva un Roy Hibbert in continua evoluzione tecnica da 23 punti) in questo momento non sono un test pienamente attendibile (difesa orrida nelle ultime uscite con quasi 120 punti subiti per partita!), ma l’importante è riuscire a portare a casa più vittorie possibili.

    Altra sconfitta per Chicago (e siamo arrivati alla settima consecutiva) questa volta in una partita importantissima per l’ottava piazza ad Est, contro Miami: Jermaine O’Neal (25 punti), Quentin Richardson (23) e Dwyane Wade (22) trascinano gli Heat alla vittoria, ai Bulls costano care le defezioni dei 3 migliori giocatori in squadra, ovvero Luol Deng, Derrick Rose e Joakim Noah per problemi fisici e molto probabilmente non riusciranno a strappare il pass per la post season.
    Piccola soddisfazione per i Detroit Pistons che battono i Washington Wizards grazie alle buone prove di Jason Maxiell (doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi), Will Bynum (ben 20 assist) e ai 18 punti a testa per Jonas Jerebko, Richard Hamilton e Tayshaun Prince. Ai poveri Wizards in forte caduta libera non è bastato il solito Andray Blatche da 23 punti e 10 rimbalzi, unico raggio di luce in quest’ultimo periodo buio.
    Se una squadra per caso sta passando un periodo di crisi, c’è solo una formazione che potrà risollevarle il morale concedendo una facile vittoria: stiamo parlando dei New York Knicks. Di scena a Memphis (dove i padroni di casa avevano perso sul parquet amico 8 partite disputate sulle ultime 9) i Knicks sfoderano una prestazione straordinariamente molle con i Grizzlies che prima di mettere in campo i sostituti dei sostituti arrivano sopra i 30 punti di vantaggio. Male Danilo Gallinari che segna solo 9 punti (ultimamente un andamento molto discontinuo per il giovane italiano), combatte sempre e solo David Lee (17 punti e 14 rimbalzi per l’ennesima doppia doppia stagionale), Tracy McGrady impalpabile (4 miseri punti), unica nota lieta sono le prestazioni di Bill Walker che arrivato da Boston solo per far quadrare il bilancio dello scambio con Nate Robinson, sta sorprendendo tutti con gare sempre positive. Per Memphis solita corposa prestazione per Zach Randolph (il migliore rimbalzista offensivo della Lega colleziona 24 punti e 11 rimbalzi). Nota di merito per la franchigia del Tennessee, che entra nella storia della NBA per essere la prima squadra che durante una regular season colleziona 7 sconfitte consecutive casalinghe ma anche 7 vittorie di fila in trasferta, impresa mai riuscita prima d’ora.

    San Antonio abbatte la poca resistenza messa in campo dai Minnesota Timberwolves (molto probabilmente già in vacanza e con la testa al prossimo Draft NBA che regalerà una scelta altissima). Privi di Kevin Love i T-wolves giocano una partita sottotono e gli Spurs si prendono il massimo con il minimo sforzo guidati dal trio Richard Jefferson, George Hill (19 punti a testa) e Tim Duncan inossidabile come sempre (15 punti).  Manu Ginobili si prende una giornata di riposo con soli 6 punti a referto ma nessuno se n’ è accorto.
    I Los Angeles Lakers sbancano Phoenix: partita che i californiani rischiano di buttare via all’inizio visto il grande vantaggio operato dai Suns, che viene recuperata e quasi vinta, prima degli ultimi fatidici minuti quando i padroni di casa riescono ad arrivare a -4 nell’ultimo minuto (96-100), dove una grande mano la dà il 2 volte MVP Steve Nash che butta via 2 palloni che avrebbero potuto portare la parità in casa Suns. Kobe ha poi sigillato il risultato dalla lunetta. E a proposito di Kobe Bryant va detto che ha fatto sul campo una super prestazione che ha sfiorato la tripla doppia (21 punti 10 rimbalzi e 8 assist), ben coadiuvato dai compagni Andrew Bynum (18 punti), Ron Artest, Derek Fisher e Pau Gasol (15 punti a testa per questi 3), mentre è rimasto in ombra Lamar Odom (solo 4 punti per lui). Vittoria importante per i californiani che tengono a bada i rinnovati e agguerriti Dallas Mavericks e i Denver Nuggets in forte rimonta e con calendari un pò più abbordabili rispetto a quello dei gialloviola campioni NBA in carica. Milwaukee inanella la quinta vittoria consecutiva (la undicesima nelle ultime 12, la diciassettesima sulle ultime 21) contro gli Utah Jazz, straordinario il rendimento dopo la sessione di mercato che ha portato ai rossoverdi del Winsconsin il realizzatore John Salmons (24 punti in questa partita), ben affiancato dall’ex Virtus Roma Brandon Jennings (23 punti) e dal centrone Croato-Australiano Andrew Bogut (16). I 3 stanno letteralmente trascinando i Bucks a livelli altissimi e daranno sicuramente filo da torcere a tutte le squadre che se li troveranno davanti. Plauso particolare per l’allenatore Scott Skiles che sta ottenendo dei risultati da sogno con una squadra che era pronosticata da molti per l’ennesima volta fuori dai playoff. E invece…! Utah paga la pessima (a dir poco!) serata al tiro da 3 (0/10) e un arbitraggio per la verità un pò casalingo (Carlos Boozer, che ha chiuso con l’ennesima doppia doppia stagionale da 26 punti e 14 rimbalzi è stato espulso per doppio fallo tecnico e anche coach Jerry Sloan non ha molto gradito l’arbitraggio e alcune decisioni della terna negli ultimi minuti). Jazz ora tallonati dai Thunder per il quarto posto ad Ovest che vorrebbe dire vantaggio del campo almeno nel primo turno playoff.

    Denver espugna New Orleans grazie alla straordinaria prestazione di Carmelo Anthony da 32 punti e 12 rimbalzi. I Nuggets possono altresì contare su un Chauncey Billups molto sostanzioso da 21 punti, agli Hornets non bastano i 30 punti di David West e i 23 di Marcus Thornton. Doppia doppia per Darren Collison con 17 punti e 10 assist. La franchigia della Louisiana è quasi fuori dai playoff ma si consola con i grandi progressi evidenziati dai suoi rookie che lasciano intravedere un futuro molto luminoso.
    Ancora un successo in trasferta per i Portland Trail Blazers che escono trionfatori dal parquet dei Sacramento Kings: l’aria della California fa bene a Brandon Roy che dopo i 41 punti di ieri ad Oakland ne mette altri 28, ben assistito da LaMarcus Aldridge (18 punti). I Kings hanno resistito fino a che hanno potuto e retto, poi Portland è scappata via e la partita è morta lì.
    Infine, 40esimo successo in stagione per gli Oklahoma City Thunder (alzi la mano chi si sarebbe mai aspettato un campionato così, da una squadra che negli ultimi anni era considerata la barzelletta dell’intera NBA), contro i New Jersey Nets. Risultato un pò bugiardo visto che gli ex Seattle Sonics hanno avuto un vantaggio quasi sempre in doppia cifra: i Nets hanno ricucito il gap solo negli ultimi 2 minuti quando i giovani Thunder credevano di aver oramai in pugno la partita ed hanno mollato un pò la presa permettendo agli avversari di rientrare sul -4 (100-96) con il pallone del possibile -2 a 30 secondi dalla fine (tiro sbagliato da Devin Harris, autore comunque di 19 punti e top scorer per la sua squadra). A parte l’errore di inesperienza per i giovani di Oklahoma (da tenere a memoria in vista dei play off dove squadre più navigate potrebbero approfittare di questa particolare condizione dei Thunder), la partita è stata fatta e condotta da Kevin Durant e compgni in ogni momento del match: a proposito di Durant, il giovane fenomeno della NBA è primo in una particolare statistica, quella dei giocatori in doppia doppia con almeno o più di 30 punti e almeno o più di 10 rimbalzi in partita, avendo fatto registrare proprio in questo incontro la quindicesima prestazione stagionale in questa categoria (ha chiuso con 32 punti e 12 rimbalzi).
    Solito apporto di Jeff Green (27 punti) un pò in ombra Russell Westbrook (11 punti + 10 assist) che si è dedicato alla regia rispetto alle giocate spettacolari ad alta quota. Gli ex Sonics ora sono ad una sola partita di distanza dai Jazz (sconfitti a Milwaukee) e sono in corsa per il quarto posto, posizione che ha una relativa importanza perchè potrebbe portare (come già detto in precedenza) il vantaggio del fattore campo almeno in una serie di playoff (più precisamente il primo turno). E visto che a scontrarsi saranno (oltre alle altre gare) anche quinta classificata (al momento i Thunder) contro quarta (posizione dei Jazz) ecco che questa posizione riveste una particolare importanza proprio per il destino delle 2 squadre. Sarà battaglia fino all’ultima gara. Sarà bello vedere come andrà a finire!

    Risultati NBA del 12 marzo 2010

    Charlotte Bobcats – Los Angeles Clippers 106-98
    (Cha: Jackson 24, Wallace 17, Diaw 16 – Cli: Davis 24, Butler 18, Gooden 16, Outlaw 16)
    Philadelphia 76ers – Cleveland Cavaliers 95-100
    (Phi: Iguodala 30, Brand 24, Young 15 – Cle: James 23, Williams 21, West 17)
    Boston Celtics – Indiana Pacers 122-103
    (Bos: Pierce 20, Rondo 16, Robinson 15, Davis 15 – Ind: Hibbert 23, Murphy 17, Granger 16)
    Miami Heat – Chicago Bulls 108-95
    (Mia: O’Neal 25, Richardson 23, Wade 22 – Chi: Johnson 20, Pargo 20, Miller 18)
    Detroit Pistons – Washington Wizards 101-87
    (Det: Prince 18, Jerebko 18, Hamilton 18 – Was: Blatche 23, Thornton 16, Foye 11)
    Memphis Grizzlies – New York Knicks 119-112
    (Mem: Randolph 24, Mayo 22, Gay 20 – NY: Walker 21, Douglas 19, Lee 17)
    Minnesota Timberwolves – San Antonio Spurs 85-103
    (Min: Ellington 17, A. Jefferson 13, Milicic 12 – SA: R. Jefferson 19, Hill 19, Duncan 15)
    New Orleans Hornets – Denver Nuggets 95-102
    (NO: West 30, Thornton 23, Collison 17 – Den: Anthony 32, Billups 21, Nenè 17)
    Milwaukee Bucks – Utah Jazz 95-87
    (Mil: Salmons 24, Jennings 23, Bogut 16 – Uta: Boozer 26, Okur 20, Miles 17)
    Phoenix Suns – Los Angeles Lakers 96-102
    (Pho: Stoudemire 29, Richardson 16, Nash 14 – Lak: Bryant 21, Bynum 18, Gasol 15, Artest 15, Fisher 15)
    Sacramento Kings – Portland Trail Blazers 94-110
    (Sac: Landry 18, Garcia 17, Thompson 15 – Por: Roy 28, Aldridge 18, Miller 15)
    Oklahoma City Thunder – New Jersey Nets 104-102
    (Okl: Durant 32, Green 27, Westbrook 11 – NJ: Harris 19, Hayes 16, Dooling 15)

    CLASSIFICHE NBA

  • NBA: All Star Game 2010: Nash vince lo Skills Challenge

    Steve Nash si aggiudica lo Skills Challenge, categoria che premia il miglior giocatore nei fondamentali dell’intera Lega.
    Il campione Canadese succede nell’albo d’oro a Derrick Rose, che non è riuscito a difendere il titolo dagli attacchi dei suoi avversari. La finale è stata infatti una lotta a 2 tra Nash e Deron Williams degli Utah Jazz che ha visto primeggiare il 2 volte MVP dei Phoenix Suns.
    Riconoscimento meritato per un campione mai in declino e che nonostante un’età non più verdissima ha voluto far capire come ancora possa dare tanto al basket professionistico americano.

  • Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Cerimonia spettacolare con il dolore nel cuore

    Olimpiadi Invernali Vancouver 2010: Cerimonia spettacolare con il dolore nel cuore

    La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010 è stata a dir poco spettacolare, ma intrisa di commozione e dolore per la tragica morte (in una sessione di prove!), poco prima del grande evento, dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, sfortunato 21 enne che nel grande sogno di portare in alto i colori e lo spirito del suo Paese ha trovato, purtroppo, la fine del suo tempo in questo mondo.
    La Georgia, dal canto suo, sebbene con l’angoscia e il dolore nel cuore dei suoi atleti in Canada e della sua gente in Europa, ha deciso di portare avanti l’impegno Olimpico, e l’entrata nell’arena del Bc Place ha toccato gli animi di tutti i 60 mila presenti che si sono alzati in piedi per dare forza, sostegno, coraggio e solidarietà in un ideale abbraccio a tutta una nazione colpita da un dramma immane ed inaspettato. Immobile la bandiera dello sciatore, listata a lutto come le uniformi dei compagni di avventura di Norad presenti all’interno del BC Place. Nodar non c’è più, e loro con le lacrime agli occhi e una sciarpa nera al collo, seguono il loro portabandiera con la convinzione e la fierezza, ne siamo sicuri, di essere georgiani. Lacrime solcano il volto di qualche animo più sensibile sugli spalti, applausi scroscianti incoraggiano la delegazione che “sfila” nell’arena, non bastassero i problemi interni nel piccolo Paese dell’est Europeo, e i noti contrasti con la Russia, ora si aggiunge dolore che si accumula su già tanto dolore. Forza Georgia, il mondo intero ti è vicino, nel rispetto del tuo dramma e con un sorriso per aiutarti nel futuro.

    La macchina delle Olimpiadi quindi non si è fermata, la cerimonia è stata un grande show, ci sono voluti quattro anni di lavoro, otto gruppi composti dai rappresentanti di ogni etnia e culto religioso, simbolo della forte integrazione culturale e razziale del Paese Nordamericano, la missione di fornire un’identità attraverso le diversità. Su queste basi hanno lavorato David Atkins e Ignatius Jones, direttori artistici della cerimonia. Al centro del palcoscenico il nucleo concettuale della prima parte dell’evento: quattro enormi totem, gli elementi, a rappresentare i popoli nativi (Lil’Wat, Musqueam, Squamish e Tselil-Waututh); le braccia aperte al mondo come simbolo di integrazione fino al termine dello show musicale di Nelly Furtado e Bryan Adams, stelle ed “eroi” pop-rock nazionali (rigorosamente fatto in play-back).
    Poi un lungo omaggio alla storia del Canada per mezzo dei suoi simboli naturali (il ghiaccio, l’orso e la foglia d’acero), sociali-storico-culturali (gli aborigeni, l’era coloniale, la tolleranza e la libertà) e naturalmente sportivi (c’era anche Jacques Villenueve tra i sei che hanno portato la bandiera con i cinque cerchi e Donald Sutherland, famosissimo attore che ha scritto pagine importantissime ed indimenticabili della storia del cinema mondiale).
    Il via ai Giochi è stato dato da Michelle Jean, governatore della Columbia; tripode acceso da Wayne Gretzky, leggenda dell’hockey. Gli altri tedofori che hanno accompagnato il cammino della fiaccola sono tutti leggende sportive nazionali come Rick Hansen (atleta paralimpico notissimo da queste parti), poi Catriona LeMay Doan (pattinatrice), Steve Nash (cestista NBA per ben 2 volte MVP dell’intera Lega e che attualmente milita nei Phoenix Suns), Nancy Green (campionessa di sci alpino degli anni ’60). Il giuramento è stato letto dalla migliore giocatrice di hockey del mondo, Hayley Wickenheiser, sempre in compagnia di Wayne Gretzky.
    C’è stato anche un intoppo nell’accensione del tripode, ma tutto ciò non ha scalfito la spettacolarità dell’evento e della cerimonia, piena di coreografie spettacolari e giochi di luce che è stata seguita da 3 miliardi di telespettatori in tutto il mondo.

    L’Italia ha avuto in Giorgio Di Centa il portabandiera della delegazione azzurra, in un elegantissimo completo grigio, bianco e blu. Il fondista (2 ori ai Giochi di 4 ani fa) ha detto:

    È un’emozione indescrivibile, solo ora mi rendo conto di quanto sono orgoglioso di rappresentare questa Italia: ringrazio chi mi ha fatto questo regalo. Ho tenuto questa bandiera non pensando solo a me, ma a tutta la squadra e mi auguro che ora anche la gente che sta lontano ci sostenga. Entrando in questo stadio, con tutto il bianco a ricordare la neve, ho pensato a un mondo libero, e a questo le Olimpiadi devono far pensare“.

    A chiudere la sfilata delle 82 nazioni partecipanti è stato il Canada, e subito dopo, un minuto di silenzio per lo sfortunato atleta georgiano.

    Il fuoco brucerà fino al 28 di febbraio quando calerà il sipario su questa 21esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali, che per la terza volta saranno ospitati dal Canada (in passato ci sono state Montreal ’76 e Calgary ’88). Giochi però sui quali è passata la fredda mano della morte e la sua nera ombra, colpendo in tutta la sua atrocità un ragazzo che sognava i Giochi e non li riuscirà a vivere.

  • NBA: All Star Game 2010: Skills Challenge

    Lo Skill Challenge è una specialità per molti versi interessante.
    Innanzitutto avrà luogo sabato durante l’All Star week end 2010.
    Ma più propriamente in che cosa consiste? La spiegazione è molto semplice: i quattro partecipanti dovranno tirare a canestro, dribblare gli ostacoli mantenendo il possesso di palla, centrare dei cerchi con i loro passaggi e dovranno fare il tutto nel minor tempo possibile.
    Inutile dire che per riuscire a trionfare in questo gioco servono palleggio, velocità, sensibilità, precisione e, più in generale, trattamento della palla. Servono mani veloci, concentrazione e, naturalmente, talento.
    Cosa che ai 4 selezionati per l’evento non mancano per niente, abbiamo infatti: Derrick Rose (Chicago Bulls), Steve Nash (Phoenix Suns), Brandon Jennings (Milwaukee Bucks), Deron Williams (Utah Jazz).
    Rose è il campione uscente e dovrà sudare parecchio per respingere gli attacchi dei suoi sfidanti.
    Se qualcuno volesse imparare i cosiddetti fondamentali del basket basta guardare questa competizione e i 4 meravigliosi atleti scelti per disputarla.

  • NBA, All Star Game 2010: Ufficializzati i roster dell’Est e dell’Ovest

    Sono stati ufficializzati i roster delle squadre della Eastern Conference e della Western Conference.
    Come ogni anno infortuni e acciacchi dell’ultimo momento hanno comportato leggere variazioni nei team: la squadra dell’Est avrà a disposizione: David Lee (New York Knicks), Dwayne Wade (Miami Heat), LeBron James (Cleveland Cavaliers), Kevin Garnett (Boston Celtics), Dwight Howard (Orlando Magic), Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Joe Johnson (Atlanta Hawks), Paul Pierce (Boston Celtics), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats), Chris Bosh (Toronto Raptors), Al Horford (Atlanta Hawks). Allenatore: Stan Van Gundy (Orlando Magic).
    In questa squadra David Lee è stato chiamato per sostituire Allen Iverson che causa infortunio non sta giocando neanche con Philadelphia, sua attuale franchigia.
    La squadra dell’ovest invece potrà contare su: Steve Nash (Phoenix Suns), Jason Kidd (Dallas Mavericks), Carmelo Anthony (Denver Nuggets), Tim Duncan (San Antonio Spurs), Amar’è Stoudemire (Phoenix Suns), Deron Williams (Utah Jazz), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Zach Randolph (Memphis Grizzlies), Chris Kaman (Los Angeles Clippers). Allenatore: George Karl (Denver Nuggets). Qui invece Kidd sostituisce l’infortunato Kobe Bryant, mentre Williams e Kaman rimpiazzeranno rispettivamente Chris Paul e Brandon Roy.
    Domenica sera l’attesissimo match che promette tanto tanto spettacolo!

  • NBA: Impresa di Sacramento a Chicago, Cleveland sbanca Phoenix

    Risultati NBA del 21 dicembre 2009

    Notte molto movimentata quella appena trascorsa nella NBA. Unica partita senza emozioni è stata quella che ha messo di fronte San Antonio Spurs e Los Angeles Clippers che ha visto la vittoria dei padroni di casa neroargento per 103-87. Milwaukee espugna Indiana grazie ad un Andrew Bogut in serata di grazia da 31 punti e 18 rimbalzi. Finale molto tirato ma che alla fine vede trionfare i Bucks per 84-81. Anche Orlando vince in volata contro gli Utah Jazz per 104-99 grazie a Dwight Howard che mette a segno 21 punti, 9 rimbalzi e 5 stoppate. Si interrompe invece la striscia vincente dei Phoenix Suns tra le mura amiche. Dopo ben 19 vittorie consecutive gli arancioblu cadono contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James che aiuta i suoi compagni con 29 punti. Ma la partita che ha dell’incredibile si è giocata a Chicago, dove i Bulls hanno subito una rimonta impressionante da parte dei Sacramento Kings: ad 8 minuti dalla fine del terzo quarto Sacramento era sotto di ben 35 punti, alla fine della partita ha vinto di 4 punti (102-98) rimontando 39 punti in meno di 20 minuti di gioco. Certamente non una cosa che si è abituati a vedere ogni giorno (o ogni notte, dipende dai punti di vista).

    • Indiana Pacers – Milwaukee Bucks 81-84
      (Ind: Hibbert 16, Murphy 14, Hansbrough 11 – Mil: Bogut 31, Jennings 16, Redd 14)
    • Orlando Magic – Utah Jazz 104-99
      (Orl: Howard 21, Redick 20, Lewis 18, Carter 18 – Uta: Millsap 20, D. Williams 18, Boozer 17)
    • Chicago Bulls – Sacramento Kings 98-102
      (Chi: Deng 26, Rose 24, Hinrich 14, Salmons 14 – Sac: Evans 23, Udoka 17, Udrih 16)
    • San Antonio Spurs – Los Angeles Clippers 103-87
      (SA: Parker 19, Duncan 13, Mason 12 – Cli: Kaman 23, Butler 18, Davis 11)
    • Phoenix Suns – Cleveland Cavaliers 91-109
      (Pho: Nash 18, Stoudemire 14, Frye 13 – Cle: James 29, Williams 24, Varejao 13)

    CLASSIFICHE NBA

  • NBA: Gli Houston Rockets sbancano Los Angeles

    NBA: Gli Houston Rockets sbancano Los Angeles

    Aaron BrooksSono 4 le partite giocate nella notte NBA.

    I Dallas Mavericks espugnano il campo dei Detroit Pistons. Come al solito è il tedesco Dirk Nowitzki il trascinatore dei Mavs con 25 punti, aiutato a sorpresa dal rookie francese Rodrigue Beaubois che ne mette 14. Ai Pistons non bastano le buone prove di Stuckey (28 punti) e Bynum (27). La partita finisce 95-90.

    I Los Angeles Clippers vanno a vincere per la quarta volta consecutiva ad Oklahoma City: 101- 93 il finale con Kaman che segna 25 punti e il “Barone” Davis che ne mette altri 24 (compreso l’importantissimo tiro da 3 punti che ha dato il +4 ai Clips a pochi secondi dalla fine). Ai giovani Thunder, in costante miglioramento di partita in partita, non è bastata la grande prova di Kevin Durant autore di 40 punti (quinta volta in carriera che arriva o supera questa cifra, a soli 21 anni).

    I Toronto Raptors cadono a Phoenix. Partita tiratissima fino alla fine. La decidono un gioco da 3 punti di Steve Nash (sorpasso 101-100 per i Suns) e l’errore di Turkoglu nell’ultimo possesso con la palla che gioca con il ferro del canestro ed esce. Stoudemire ne segna 30, per i Raptors 25 di Bosh, un buon Bargnani da 17 punti e una bella prestazione anche di Marco Belinelli con 11 punti.

    Perdono ancora una volta i Los Angeles Lakers, questa volta ad opera degli Houston Rockets. 101-91 il risultato e per Houston ci sono 33 punti di Brooks. Rockets ancora una volta sorprendenti visti gli infortunati di lungo corso. Per i gialoviola prova opaca per Bryant con soli 18 punti (e per lui un orribile 5/20 dal campo), si salvano Artest (22), e il sempre più migliorato Andrew Bynum (21 punti e 11 rimbalzi). Situazione preoccupante per L. A. visto che questo è il secondo stop casalingo. Urge recuperare Gasol al più presto dall’infortunio.

  • NBA: Risultati e classifiche del 15 novembre 2009

    Risultati NBA del 15 novembre 2009

    • Detroit Pistons – Dallas Mavericks 90-95
      (Det: Stuckey 28, W. Bynum 27, Villanueva 13 – Dal: Nowitzki 25, Beaubois 14, Marion 11, Gooden 11)
    • Oklahoma City Thunder – Los Angeles Clippers 93-101
      (Okl: Durant 40, Westbrook 17, Krstic 10 – Cli: Kaman 25, B. Davis 24, A. Thornton 20)
    • Phoenix Suns – Toronto Raptors 101-100
      (Pho: Stoudemire 30, Nash 23, Frye 20 – Tor: Bosh 25, Turkoglu 20, Bargnani 17)
    • Los Angeles Lakers – Houston Rockets 91-101
      (Lak: Artest 22, A. Bynum 21, Bryant 18 – Hou: Brooks 33, D. Andersen 19, Landry 15)

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  • NBA: Risultati e classifiche del 12 novembre 2009

    Risultati NBA del 12 novembre 2009

    Miami Heat – Cleveland Cavaliers 104-111
    (Mia: Wade 36, Beasley 24, J. O’Neal 15 – Cle: L. James 34, M. Williams 25, Hickson 18)
    Los Angeles Lakers – Phoenix Suns 121-102
    (Lak: Bryant 29, A. Bynum 26, Powell 14 – Pho: Dudley 14, Nash 13, Amundson 10, Clark 10)

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  • NBA: Ai Los Angeles Lakers il big match contro i Phoenix Suns

    NBA: Ai Los Angeles Lakers il big match contro i Phoenix Suns

    Kobe BryantIl big match della notte NBA è stata la sfida al vertice tra i Los Angeles Lakers e i Phoenix Suns. Da testare erano soprattutto le capacità della squadra dell’Arizona di poter competere coi gialloviola non solo per il predominio della Pacific Division ma anche per i vertici NBA.

    La partita non è mai stata in discussione con i Lakers che sono partiti subito forte e hanno preso un bel margine di vantaggio che hanno aumentato in ogni quarto di gioco. Questi i parziali a testimonianza del dominio della squadra di casa: 31-24, 28-21, 33-26, 29-31 per il 121-102 finale.

    Phoenix rimandata al prossimo test. Se la squadra bluarancio ben si era comportata sul parquet di Boston, espugnandolo con una grande prestazione, a Los Angeles gli errori sono stati molti. Stoudemire è stato nullo con soli 8 punti frutto di un pessimo 2/15 al tiro.Si sono distinti solo Nash (13 punti), Dudley (14) e infine Amundson e Clark con 10 punti e 9 rimbalzi a testa. Los Angeles,che ha avuto il solito Bryant (29 punti) e uno straordinario Andrew Bynum (26 punti, 15 rimbalzi e 3 stoppate) non sembra risentire affatto dll’infortunio di un giocatore cardine come Gasol. Tutto scorre liscio durante le partite e ben si capisce come mai siano proprio loro i campioni. Boston al completo era stata battuta dai Suns, a domicilio. I californiani invece nonostante l’importante assenza dell’ala-centro spagnola hanno avuto il pieno controllo della partita. Sarà dura per tutti riuscire a spodestare i campioni.