Tag: steve nash

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Bryant fa 40 e i Lakers vincono gara 1

    Più facile del previsto la vittoria dei Los Angeles Lakers sui Phoenix Suns in gara 1 della Finale di western Conference.
    Trascinati da un mostruoso Kobe Bryant i Lakers segnano ben 128 punti, lanciando un chiaro messaggio agli avversari. Alla fine il talento col numero 24 metterà a referto ben 40 punti (restando a riposo per quasi tutto l’ultimo periodo) nonostante prima della partita abbia accusato dei dolori al ginocchio che ne mettevano in dubbio l’impiego.
    L’inizio di match è di marca Suns (7-0) ma l’attacco dei Lakers inizia ad ingranare verso la fine del periodo e in un amen i gialloviola si portano sul +9. La contesa si mantiene viva fino al terzo quarto quando il duo Gasol-Bryant produce un 9-0 di parziale che spedisce i Lakers sul +19, legittimato dalle giocate di Odom e Artest e dalle triple dei “panchinari” Farmar e Brown che chiudono la partita anzitempo. I Los Angeles Lakers appaiono, per la prima volta in questi playoff, veramente di un altro pianeta.
    Gara senza storia ovviamente nell’ultimo quarto dove vanno in campo le seconde linee e si fissa il risultato finale sul 128-107.
    Straordinaria prestazione dal campo per i gialloviola che chiudono con il 58% dal campo (47% da 3 punti con un ottimo 8/17) e un oramai normale dominio a rimbalzo (42-34). Bryant con 40 punti, come già detto, è il top scorer del match, Gasol aggiunge 21 punti e un fenomenale Lamar Odom mette a segno 19 punti e 19 rimbalzi. Bene anche Artest con 14 punti. I problemi fisici invece limitano Bynum a soli 4 punti e 4 rimbalzi in 19 minuti di impiego.
    Per i Suns ci sono 23 punti di Stoudemire, 13 punti e 13 assist per Nash e 15 di Richardson, male il tiro da 3, vera arma in più dei Suns in stagione (5/22 per un bruttissimo 22%) ma ovviamente la prestazione di Phoenix, soprattutto difensivamente è da rivedere in ogni aspetto.
    Gara 2 è in programma sempre a Los Angeles, mercoledì 19 maggio.

    Risultati NBA del 17 maggio 2010

    Los Angeles lakers – Phoenix Suns 128-107
    –> Lak: Bryant 40, Gasol 21, Odom 19 – Pho: Stoudemire 23, Richardson 15, Lopez 14

    LE SERIE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Magic-Celtics 0-1
    Lakers-Suns 1-0

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Los Angeles Lakers – Phoenix Suns

    2 squadre molto diverse tra loro, che arrivano nel momento clou della stagione nel pieno della forma: sia Lakers che Suns hanno eliminato nelle serie precedenti i rispettivi avversari (Utah e San Antonio) con secchi 4-0 che non hanno ammesso repliche!
    Dicevamo di 2 squadre con modi diametralmente opposti di vedere il basket: gioco veloce e spumeggiante quello dei Suns, che predilige prendere gli avversari in contropiede e avere più possessi possibili nell’arco della gara, un gioco più manovriero quello dei Lakers, basato sul famoso “triangolo” di Phil Jackson che ha già reso noti a tutto il mondo i suoi risultati con i Bulls di Jordan e che ora sta riproponendo in questi anni a L.A. con i medesimi risultati e successi.
    I Lakers arrivano a questa sfida da campioni in carica e da favoriti per la vittoria finale del titolo già da inizio stagione, i Suns invece sono la sorpresa della stagione dato che in molti li pronosticavano addirittura fuori dai playoff e invece si ritrovano a giocarsi la Finale NBA.
    Dopo la poco convincente prestazione del primo turno dei playoff dove Oklahoma City ha letteralmente fatto sudare la qualificazione ai detentori del titolo, i Lakers hanno battuto agevolmente i Jazz, segno che i giovani Thunder avevano tutte le armi per passare il turno e hanno avvisato Kobe e compagni per il prossimo anno. Continuano a destare preoccupazione le condizioni di Bynum dato che il ginocchio sembra scricchiolare sempre di più.
    Dopo 4 anni Phoenix torna in finale di Conference. Nella stagione 2005-2006 furono i Mavericks a fermare la loro corsa verso l’anello. Ora ci riprovano da sfavoriti, nonostante l’ottimo record in stagione. E lo fanno dopo aver battuto al primo turno una squadra ostica come Portland, aiutata dai problemi fisici della squadra dell’Oregon e partendo con una sconfitta casalinga che aveva fatto storcere il naso ai critici.
    Nel secondo turno però è arrivato il capolavoro di Gentry e del suo team. Trovatisi di fronte alla loro bestia nera, i San Antonio Spurs, hanno dominato la serie portandola a casa in sole quattro gare e non dando alcuna chance di passare agli “Speroni”.
    Le gare sono state tutte quante tirate fino al termine, ma la sensazione, guardandole, è stata che i Suns avessero sempre nel loro arco una freccia nuova da potersi giocare per portare a casa la gara, cosa invece che è mancata alla squadra di Popovich.
    Per la serie contro i californiani Gentry potrà recuperare Lopez, importante soprattutto per dare sostanza in difesa contro i forti lunghi di Los Angeles. Di certo non potrà essere al top e giocare molti minuti, ma la sua presenza può dare fiducia ad un ambiente che già di suo pare essere libero mentalmente e pronta a giocarsi le sue carte.

    In stagione le sfide sono terminate a favore dei Lakers per 3-1, vincendo gare dai punteggi molto alti e dimostrando quindi di saper giocare anche ai ritmi elevatissimi degli avversari. L’unica vittoria stagionale da parte della squadra guidata da Nash è arrivata grazie ad una ottima prestazione da parte della panchina, mentre quella di Los Angeles è stata incapace di rispondere. Nelle vittorie di Los Angeles invece sottotono Nash e Richardson, mentre Bynum ha messo in crisi i lunghi di Phoenix. Le prime 3 gare hanno sempre avuto uno scarto superiore ai 15 punti, sia quelle portate a casa dai gialloviola che quelle vinte dagli arancioblu dell’Arizona.
    L’ultima gara è stata quella più equilibrata, con i Lakers che hanno avuto la meglio di 6 punti. E questa è stata probabilmente la gara più significativa per la serie, che sarà presumibilmente piuttosto incerta nei punteggi.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa di notizie certe su Bynum che se giocherà manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina. Poi ci sarà anche bisogno di Farmar Walton e Brown.
    Phoenix dovrebbe schierare questo quintetto: Steve Nash e Jason Richardson come guardie, Grant Hill e Amar’è Stoudemire come ali e Jarron Collins come centro. Dalla panchina entrerà subito in campo Channing Frye per rilevare Collins che non ha molto minutaggio e poi i vari Jared Dudley (uno dei migliori tiratori da 3 dell’intera Lega), Goran Dragic e Leandro Barbosa. Da valutare le condizioni di Robin Lopez (fratello del più noto Brook dei Nets) che potrebbe essere molto utile, vista l’altezza nel contrastare Gasol.

    Le chiavi della serie: Phoenix dovrà cercare di giocare al suo ritmo, fatto di corsa e di attacchi nei primi secondi dell’azione per evitare che la difesa di Los Angeles si schieri. Sarà inoltre importante trovare l’uomo libero oltre l’arco, mettendolo in ritmo per il tiro da tre, vera cartina tornasole del gioco dei Suns. Se il tiro dall’arco sarà efficace Phoenix riuscirà ad aprire la difesa dei Lakers e a dare due dimensioni entrambe pericolose al suo attacco, in caso contrario la squadra di coach Jackson avrà vita facile ad arginare la squadra dell’Arizona. I Lakers, invece, avranno dalla loro la versatilità su entrambi il lati del campo di Odom. E’ lui il vero ago della bilancia di Los Angeles all’interno di questa serie, potendo dare una grossa mano in difesa sui lunghi perimetrali avversari, sia in attacco, allargando a sua volta l’area per gli uno contro uno di Gasol con Stat e aiutandolo a rimbalzo.
    La vera svolta però nel vedere un Odom protagonista sarebbe anche la conseguenza importante di un Bryant non esageratamente egoista in attacco. Quando Kobe non è in versione one man show, infatti, Odom è uno dei primi a beneficiarne, potendo contare su più palloni giocabili e sugli scarichi dello stesso Kobe.
    Scontro importante sarà la battaglia tra ali grandi ovvero Amar’è Stoudemire dei Suns e Pau Gasol dei Lakers: chi riuscirà ad imporsi darà una grossa mano al suo team per passare alla finale di Conference, chi soccomberà costringerà la propria franchigia all’eliminazione.
    Nash avrà l’arduo compito di imporre il ritmo alla gara, cosa che Fisher dei gialloviola non può fare essendo più un uomo d’ordine: come ha già dimostrato Oklahoma City, più si fanno correre i Lakers, più si avrà la possibilità di batterli (e Utah questo non è riuscita a capirlo soccombendo sotto i colpi degli avversari). Altro aspetto importante sarà la probabile marcatura di Grant Hill su Kobe Bryant: limitare il numero 24 vorrebbe dire essere già a metà dell’opera per eliminare i campioni in carica e Hill, sebbene i 37 anni, sta vivendo una seconda giovinezza, migliorando di partita in partita. In pratica la serie vivrà su questi fattori!

    Si parte stanotte con gara 1 in programma alle 21.00 negli U.S.A. (le 3 di notte in Italia)
    Gara 1 Phoenix Suns @ Los Angeles Lakers lunedì 17 maggio 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 2 Phoenix Suns @ Los Angeles Lakers mercoledì 19 maggio 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 3 Los Angeles Lakers @ Phoenix Suns domenica 23 maggio 2010 8.30 PM (02.30 in Italia)
    Gara 4 Los Angeles Lakers @ Phoenix Suns martedì 25 maggio 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 5 * Phoenix Suns @ Los Angeles Lakers giovedì 27 maggio 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)
    Gara 6 * Los Angeles Lakers @ Phoenix Suns sabato 29 maggio 2010 8.30 PM (02.30 in Italia)
    Gara 7 * Phoenix Suns @ Los Angeles Lakers lunedì 31 maggio 2010 9.00 PM (03.00 in Italia)

    *se necessaria

  • NBA: Joe Johnson in trattativa con Miami, idea Tony Parker per i Knicks

    Stando alle ultime voci di mercato, la stella degli Atlanta Hawks, la guardia tiratrice Joe Johnson, sarebbe finita nel mirino dei Miami Heat.
    Dopo l’imbarazzante serie di playoffs contro Orlando, il numero 2 degli Hawks ha dichiarato che, da free agent qual’è, prenderà in considerazione tutte le opzioni possibili durante l’estate, compresa la possibilità di giocare a fianco di Dwyane Wade.

    Dopo Gara 3 contro i Magic si era discusso del suo valore effettivo; JJ è sicuramente un giocatore di prima fascia ma dopo le prestazioni contro i Magic, il suo contratto potrebbe essere ritoccato.
    Di oggi il rumor che dalla Florida è arrivata la notizia di un forte interessamento della compagine di Pat Riley: l’ex coach dei Lakers ha come priorità massima quella di riconfermare la sua stella Wade e come seconda quella di trovargli un alfiere di rilievo.
    Il “Miami Herald” riporta anche le parole del diretto interessato che non disdegna la meta:

    Sarebbe una grande opzione e un’ottima situazione per me!“.

    Riley ha detto che prima del primo di luglio non avrà l’occasione di parlare con le parti interessate, ma che farà di tutto per poter ri-portare Miami ad alti livelli. Da non dimenticare che lo stesso Riley sta pensando di tornare personalmente ad allenare gli Heat.

    Johnson ha affermato di non avere problemi ad accettare il ruolo di spalla all’uomo franchigia, descrivendo quindi la situazione salariale di Miami come molto interessante.
    In effetti non sono molte le squadre nelle condizioni degli Heat: se rifirmeranno Wade, avranno comunque altri 25 milioni liberi nel salary cap per portare in Florida almeno due free agents di livello.

    La priorità del presidente, dopo aver rifirmato Wade, è ovviamente quella di sondare il terreno per arrivare addirittura a LeBron James, ma la lista dei desideri non finisce qui: in mente ci sono Chris Bosh, Amar’e’ Stoudemire, Carlos Boozer oltre al sopracitato Johnson, tutti questi sono in pole position. E’ molto probabile che Wade incontrerà James, Bosh e Johnson per capire dove giocheranno la prossima stagione e progettare il proprio futuro. Saranno tutti tasselli quasi ad incastro!

    Dal canto loro, gli Hawks necessitano di un innesto importante per fare il salto di qualità, ma la firma di un free agent di livello passa chiaramente dalla conferma di Joe Johnson, senza di lui cadrebbe ogni tipo di interesse verso la franchigia di Atlanta da parte dei giocatori che si svincoleranno da giugno.

    Un’altra intrigante possibile destinazione per Johnson, anche se meno chiacchierata, potrebbe essere Phoenix: ritornerebbe a giocare con sui ex compagni Nash e Stoudemire in una squadra potenzialmente da titolo.

    Tra Tony Parker (playmaker di 27 anni, 28 da compiere il 17 maggio) e i San Antonio Spurs c’è aria di divorzio e i New York Knicks sono pronti ad approfittarne!
    Il “New York Daily News” trascrive l’interessamento della compagine di Donnie Walsh verso il francese, forte del fatto che anche la moglie di Parker, Eva Longoria, famosa attrice, gradirebbe un trasferimento nella “Grande Mela” per dare ancora più luce alla sua carriera cinematografica.
    Inoltre dal Texas arrivano sempre più voci che Gregg Popovich, capo allenatore degli “Speroni” abbia ormai lasciato il francese per abbracciare il nuovo fenomeno di squadra George Hill mentre Nicolas Batum, ala dei Portland Trail Blazers e compagno di Nazionale di Tony, ha rilasciato un’intervista dove dichiara che Parker non lascerà mai San Antonio.
    Dove sta la verità? le prossime settimane saranno cruciali per capirlo…

  • NBA: Ecco il miglior quintetto della stagione

    Sono stati resi noti i migliori quintetti NBA.
    Sostanzialmente non ci sono sorprese, con i migliori giocatori attualmente nella Lega a ricoprire i rispettivi ruoli.

    Come guardie sono stati selezionati Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers e Dwyane Wade dei Miami Heat, come ali Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder e LeBron James dei Cleveland Cavaliers e come centro Dwight Howard degli Orlando Magic.

    James è alla terza stagione consecutiva nella prima migliore squadra ed ha anche superato Larry Bird come migliore ala piccola in assist messi a referto in una singola stagione con la media di 8.6 in questa annata. Il numero 23 è anche stato nominato Giocatore della Eastern Conference per quattro volte questa stagione (e per di più consecutive tra novembre e febbraio) vincendo il secondo MVP di seguito.
    Howard, anche lui selezionato per la terza volta consecutiva è il primo a guidare il campionato sia in rimbalzi che in stoppate ed ha realizzato in questa stagione la bellezza di 64 doppie doppie di cui tre con 20punti e 20rimbalzi. Lui e James hanno ottenuto l’unanimità dei voti per il primo quintetto con 122 voti su 122.
    Bryant invece, selezionato per la quinta volta consecutiva, ne ha collezionate otto in carriera. Arrivato quarto in campionato per punti segnati (27 di media) con 5.4 rimbalzi e 5 assist è inoltre il secondo giocatore attivo insieme a Shaquille O’Neal con più presenze nel primo quintetto dietro solo a Duncan che ne ha collezionate nove.
    Durant, vera sorpresa stagionale, è invece al suo primo miglior quintetto dopo essere stato il giocatore più giovane a vincere la classifica dei marcatori con 30.1 punti di media per partita. Durant è stato anche giocatore del mese ad aprile dopo aver fatto almeno 30 punti in sette partite consecutive. Stagione straordinaria per il talento dei Thunder che ha bruciato tutte le tappe diventando in sole 3 stagioni una delle stelle più luminose del palcoscenico della NBA secondo solo all’irraggiungibile James.
    Al suo secondo miglior quintetto di fila, invece, Wade che assieme al solito LeBron James è l’unico dei vincitori del miglior quintetto NBA a comparire nella top 10 per punti, assist e rimbalzi con le medie di 26.5 punti, 6.5 assist e 4.8 rimbalzi a partita.

    Nel secondo miglior quintetto invece troviamo 2 giocatori di Phoenix (Stoudemire e Nash, segno di quanto abbia operrato bene il G.M. Steve Kerr nella costruzione della squadra che è tornata agli antichi splendori), poi una superstar come Melo Anthony e 2 grandissimi atleti come Deron Williams e Dirk Nowitzki.

    Di seguito riportiamo i 3 migliori quintetti con i voti ottenuti in totale tra parentesi:

    Primo quintetto All-NBA: LeBron James, Cleveland Cavaliers (610 punti); Kevin Durant, Oklahoma City Thunder (579 punti); Dwight Howard, Orlando Magic (610 punti); Kobe Bryant, Los Angeles Lakers (604 punti); Dwyane Wade, Miami Heat (520 punti)

    – Secondo quintetto All-NBA: Carmelo Anthony, Denver Nuggets (321 punti); Dirk Nowitzki, Dallas Mavericks (356 punti); Amar’è Stoudemire, Phoenix Suns (239 punti); Steve Nash, Phoenix Suns (366 punti); Deron Williams, Utah Jazz (343 punti)

    – Terzo quintetto All-NBA: Tim Duncan, San Antonio Spurs (125 punti); Pau Gasol, Los Angeles Lakers (94 punti); Andrew Bogut, Milwaukee Bucks (149 punti); Joe Johnson, Atlanta Hawks (118 punti); Brandon Roy, Portland Trail Blazers (87 punti)

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: I Cavs distruggono Boston a domicilio, Suns ad un passo dalla qualificazione

    I Cleveland Cavaliers espugnano Boston con una prova autoritaria e si riprendono il vantaggio del fattore campo. Boston che subisce la sconfitta più pesante nella sua storia nei playoff NBA! Dopo la magra figura in gara 2 LeBron James ritorna sui consueti livelli e trascina i suoi compagni alla vittoria. Il numero 23 dei Cavs è assolutamente devastante nei primi 2 quarti, e nessuno degli avversari riesce a limitarlo, fornendo una prova di assoluto livello che fuga i dubbi anche sulle sue condizioni fisiche dopo gli ultimi giorni di apprensione per via dei dolori al gomito destro.
    Il primo periodo fa capire in che modo è indirizzata la partita e i Cavs sommergono i Celtics con un parziale di 37-19 dove James mette assieme più punti di tutti gli avversari (21-17!).
    Cleveland mantiene sempre la testa dell’incontro dal primo all’ultimo secondo, batte i Celtics in ogni singolo quarto, e non regala neanche le briciole, prova veramente di forza che manda chiari messaggi a chi aveva osannato Boston in gara 2 e dati per finiti i giocatori dell’Ohio.
    James chiude con 38 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, Jamison in doppia doppia con 20 punti e 12 rimbalzi, ottimo Delonte West con 14 punti, mentre Williams manda a referto 12 punti e 7 assist e O’Neal 12 e 9 rimbalzi segno che forse in gara 2 coach Brown lo ha tolto dai giochi con troppa fretta!
    Boston letteralmente annientati, uniche luci Garnett con 19 punti e Rondo con 18, poi poco altro con un Paul Pierce inguardabile.
    Il dominio dei Cavs è evidente in ogni statistica di gioco: 60% dal campo contro il 42% degli avversari, 41% da 3 contro un misero 27% dei biancoverdi, dominio a rimbalzo con 45 rimbalzi contro i 30 dei Celtics, insomma quasi un massacro tendente all’umiliazione per far capire chi è la vera squadra regina della Lega (i Cavs) e chi è il “Re” (LeBron James), non solo a Boston ma anche ad Orlando che in questi giorni sta strappazzando ben benino gli Hawks, e ai Lakers che guidano facilmente 2-0 la serie contro Utah. Gara 4 è in programma domenica e ovviamente si attende la reazione di Boston. una vittoria per i rossooro chiuderebbe quasi i conti e il ciclo dei Celtics di queste ultime stagioni.

    I Phoenix Suns espugnano San Antonio e mettono l’ipoteca sul passaggio del turno per la Finale di Conference, visto che nella storia della NBA mai nessuna squadra è riemersa da un 3-0 per poi vincere 4-3. A trascinare la squadra dell’Arizona un insospettabile Goran Dragic che in soli 17 minuti segna ben 26 punti, una prestazione da incorniciare per il talento europeo, una delle migliori da quando gioca in NBA e sicuramente la più importante visto il delicato match.
    Spurs che partono benissimo, attenti in difesa e concentrati in attacco che chiudono avanti di 9 lunghezze il primo quarto. Nel secondo periodo il divario arriva anche sulle 18 lunghezze, ma da quel momento arriva il lento ma inesorabile recupero per i Suns che chiudono a -6 il primo tempo. Nel terzo parziale Phoenix arriva a chiudere sul-1 grazie ai primi punti di Dragic che ad un solo minuto dalla fine piazza la prima tripla della sua formidabile gara. Quello che succederà nell’ultimo quarto di gioco entra di diritto nella storia del basket americano: 23 punti per il 24enne sloveno di Ljubiana che distrugge gli Spurs e uccide letteralmente l’incontro propiziando un parziale di 24 punti in meno di 6 minuti. Nash rientrerà solo a 3 minuti dalla fine con i Suns che hanno un comodissimo vantaggio di 11 punti. Ginobili è l’ultimo a volersi arrendere (ed anche uno dei pochi a giocare in verità come dimostrano cifre e immagini) ma la tripla di Frye, la schiacciata di Hill e l’ultimo tiro dall’arco infilato da Dragic chiudono il conto e probabilmente la serie. Fatale ai padroni di casa i 39 punti subiti nell’ultimo quarto, così come le pessime percentuali ai liberi, Ginobili (27 punti) ha provato a guidare i suoi compagni ma non è bastato, Duncan chiude con 15 punti e 13 rimbalzi, Parker solo 10 punti. Orrendo Jefferson che dopo questa prova molto probabilmente ha chiuso la sua avventura agli Spurs (4 punti con 1/9 dal campo).
    Ai Suns non è servito Stoudemire (7 punti e 8 rimbalzi), che ha potuto rilassarsi per una gara, visto che Nash con 16 punti, 8 rimbalzi e 6 assist e Richardson (21 punti) hanno tenuto a galla gli Spurs prima del tornado Dragic che con i suoi 26 punti (5/5 da 3 punti per la perfezione assoluta) si scatenasse nell’ultimo quarto. Grande ancora una volta l’apporto di Grant Hill con 18 punti. Gara 4 è in programma domenica con Phoenix che proverà a chiudere la serie per poter magari aver qualche giorno in più di riposo in vista dei Lakers.

    Risultati NBA del 7 maggio 2010

    Boston Celtics – Cleveland Cavaliers 95-124
    –> Bos: Garnett 19, Rondo 18, Robinson 11, Pierce 11 – Cle: James 38, Jamison 20, West 14
    San Antonio Spurs – Phoenix Suns 96-110
    –> SA: Ginobili 27, Duncan 15, McDyess 12 – Pho: Dragic 26, Richardson 21, Grant Hill 18

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-1
    Magic-Hawks 2-0
    Lakers-Jazz 2-0
    Suns-Spurs 3-0

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Suns sul 2-0. Guarda il video degli highlights

    Phoenix batte nuovamente gli Spurs e si porta 2-0 nella serie mantenendo il vantaggio campo. A trascinare i padroni di casa un Amar’è Stoudemire da 23 punti e 11 rimbalzi, ben assistito da Steve Nash e Jason Richardson (entrambi 19 punti). Essenziale nella vittoria la panchina di Phoenix con Dudley e Frye sugli scudi: 11 punti per il primo, 15 per il secondo con una precisione chirurgica dall’arco dei 3 punti (5/6). Ottima la prova, sia in attacco che in difesa, per un Grant Hill tornato sfavillante come quando era più giovane. Ben 18 punti conditi da 6 assist.
    Per San Antonio si è messo in evidenza il solito Tim Duncan con 29 punti e 10 rimbalzi, Parker ha contribuito con 20 mentre si è svegliato Richard Jefferson che ha chiuso in doppia doppia con 18 punti e 10 rimbalzi. Ginobili si è limitato all’assistenza per i suoi compagni (11 punti e 11 assist).
    Decisivi i 18 rimbalzi offensivi dei Suns (49-37 per gli arancioblu il totale) che tirano 9/19 da 3 e vanno in lunetta 37 volte contro le 22 degli Spurs. Non basta ai neroargento il 50% dal campo. Risultato molto simile a quello di gara 1 (111-102 nella prima partita, 110-102 ieri sera) con la serie che si trasferisce ora in Texas e gara 3 in programma venerdì 7 maggio. Agli Spurs serve necessariamente una vittoria per riaprire la serie. Un 3-0 Suns equivarrebbe a sicura eliminazione.

    Risultati NBA del 5 maggio 2010

    Phoenix Suns – San Antonio Spurs 110-102
    –> Pho: Stoudemire 23, Nash 19, Richardson 19 – SA: Duncan 29, Parker 20, Jefferson 18

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 1-1
    Magic-Hawks 1-0
    Lakers-Jazz 2-0
    Suns-Spurs 2-0

    Guarda gli highlights di Phoenix Suns – San Antonio Spurs

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Boston domina a Cleveland, Suns OK

    Un incredibile terzo quarto dei Celtics rovina la festa al neo MVP della Lega, LeBron James, e permette ai biancoverdi di pareggiare la serie e di spostare il fattore campo dalla propria parte.
    Primi 2 periodi equilibrati, al ritorno in campo dalla pausa lunga però i Celtics sembrano molto diversi giocando con più aggressività e determinazione, lasciando ai Cavs solo le briciole e dimostrando a tutto il pubblico la loro pericolosità. Bagliori in alcuni frangenti della squadra che vinse il titolo quasi 2 anni fa, difesa impenetrabile (solo 12 punti concessi nell’intero terzo quarto) a fronte di un attacco più che mai efficace ben orchestrato da Rajon Rondo (ben 19 assist, record di franchigia nei playoff pareggiato). Celtics anche a +25 con gli spettatori increduli dello spettacolo davanti ai loro occhi.
    Cavs che si portano fino al -10 a 3 minuti dalla fine ma un super parziale di 11-3 congela la partita e permette a Boston di guardare con più fiducia al futuro.
    Come già detto, ottimo Rondo con 13 punti e 19 assist, Ray Allen mattatore con 22 punti, doppia doppia di un sostanzioso Kevin Garnett (18+10 rimbalzi), e finalmente esce dal letargo Rasheed Wallace che con 17 punti è il jolly della squadra di coach Doc Rivers.
    Male Cleveland, in tutti i suoi interpreti, da James (24 punti e 5 palle perse, mai decisivo quando bisognava prendersi la squadra sulle spalle e condurla alla rimonta) a Williams (4 miseri punti e 1/9 dal campo), per finire a coach Mike Brown (solo 18 minuti per O’Neal quando i lunghi di Boston hanno banchettato allegramente sotto i tabelloni vincendo la lotta a rimbalzo per 43-32).
    Ora si va tutti in Massachusetts per gara 3 e gara 4 dove i padroni di casa se non vorranno perdere l’enorme vantaggio accumulato ieri notte dovranno dare il meglio e portare a casa entrambe le partite.

    Partita molto emozionante in Arizona dove a spuntarla alla fine sono i padroni di casa di Phoenix.
    Partita fatta di parziali per sorpassi e controsorpassi, con momenti di dominio di una squadra e poi dell’altra. Sicuramente la serie più interessante tra le 4 per via di 2 filosofie di gioco completamente opposte.
    Alla fine si nota una curiosità, gli uomini in doppia cifra per le 2 squadre sono i cosiddetti “Big Three”, mentre i rispettivi compagni non riescono a raggiungere la doppia cifra di fatturato: per gli Spurs Ginobili piazza 27 punti, seguito a ruota da Parker con 26 e Duncan con 20 (a cui aggiunge 11 rimbalzi).
    I suns trovano in Nash il loro uomo chiave con il canadese che non delude e piazza 33 punti e 10 assist, poi Jason Richardson con 27 e doppia doppia per Stoudemire da 23 punti e 13 rimbalzi. Un pò anonimi i 2 Hill, Grant per i Suns con 7 punti e George per gli Spurs con 9, entrambi in 32 minuti di gioco abbondanti. Gara2 sempre a Phoenix è in programma mercoledì 5 aprile.

    Risultati NBA del 3 maggio 2010

    Cleveland Cavaliers – Boston Celtics 86-104
    –> Cle: James 24, Jamison 13, Hickson 13 – Bos: Allen 22, Garnett 18, Wallace 17
    Phoenix Suns – San Antonio Spurs 111-102
    –> Pho: Nash 33, Richardson 27, Stoudemire 23 – SA: Ginobili 27, Parker 26, Duncan 20

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 1-1
    Magic-Hawks 0-0
    Lakers-Jazz 1-0
    Suns-Spurs 1-0

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Phoenix Suns – San Antonio Spurs

    La sfida che metterà di fronte Phoenix Suns e San Antonio Spurs vivrà molto sulla rivalità nata in questi anni, dove in alcuni scontri playoff del passato si sono registrati alti momenti di tensione. Dei 5 precedenti scontri nella post season solo una volta i Suns si sono sbarazzati degli Spurs (nel 2000 precisamente), ma quest’anno l’occasione appare veramente ghiotta visto che la squadra dell’Arizona parte decisamente favorita.
    Le possibilità ci sono tutte, anche se questi Spurs, dopo avere eliminato da testa di serie numero sette i Mavericks, sono saliti di livello, come loro abitudine, proprio nel momento più importante della stagione.
    Epico lo scontro del 2007 che in pratica si risolse solo con il famoso fallo di Robert Horry su Steve Nash, mandato a sbattere sui cartelloni di bordocampo con una poderosa spallata: risultato fu la squalifica dell’ala degli Spurs e di Amar’è Stoudemire che reagì al fallo dalla panchina mettendo un piede sul parquet (cosa vietata dal regolamento NBA a coloro che stanno in panchina) e perciò squalificato per una partita con il risultato che Tim Duncan nella partita successiva distrusse Phoenix che non aveva la sua ala grande per contrastare il caraibico, match che incanalò la serie a favore dei texani che passarono il turno per andare a vincere poi il titolo di campioni NBA contro i Cavaliers di James.
    Quella serie non è stata dimenticata dalle parti di Phoenix e dintorni e ancora si ha sete di vendetta sportiva visto il gioco sporco messo sul parquet da parte di San Antonio in tutte le partite disputate.
    Dal punto di vista tecnico si affrontano 2 squadre con filosofie di gioco totalmente opposte: “run and gun” per i Suns ovvero tirare subito alla prima occasione buona, gioco molto più manovriero per gli Spurs che utilizzano al massimo quasi tutti i 24 secondi per cercare la via del canestro (un pò come i Blazers che hanno affrontato gli arancioblu nel turno precedednte uscendone sconfitti).
    Durante la stagione gli scontri diretti sono a favore di Phoenix con 2 vittorie ad una, ma in stagione regolare gli Spurs si sono evidentemente risparmiati per essere al top proprio in questo momento decisivo.
    Dal punto di vista di organico rispetto all’ultima battaglia nei playoff le 2 squadre sono cambiate moltissimo: il nucleo dei neroargento è rimasto invariato visto che Duncan, Ginobili e Parker sono ancora in Texas, ma sono stati aggiunti ottimi giocatori come George Hill, Richard Jefferson, Dejuan Blair, Antonio McDyess, tutta gente che dà apporti di sostanza ai “Big Three”. Anche i Suns sono cambiati e della squadra del 2007 sono rimasti solo Barbosa, Nash e Stoudemire. Jason Richardson però è un’ottimo acquisto, dalla panchina entrano tanti giovani di energia come Channing Frye, Jared Dudley e Robin Lopez. Ma la sorpresa più grande è la condizione fisica stratosferica di un vecchietto terribile che di nome fa Grant Hill!

    Phoenix dovrebbe schierare questo quintetto: Steve Nash e Jason Richardson come guardie, Grant Hill e Amar’è Stoudemire come ali e Jarron Collins come centro. Dalla panchina entrerà subito in campo Channing Frye per rilevare Collins che non ha molto minutaggio e poi i vari Jared Dudley (uno dei migliori tiratori da 3 dell’intera Lega), Goran Dragic e Leandro Barbosa.
    San Antonio risponderà con Tony Parker e George Hill come guardie (ma nella serie contro Dallas Ginobili è partito titolare con Parker sesto uomo di lusso), Richard Jefferson e Tim Duncan come ali e Antonio McDyess come centro. Importante sarà l’apporto (se dalla panchina o meno lo vedremo tra qualche ora) proprio di Ginobili che nell’ultimo mese tra regular season e playoff ha tenuto medie quasi da MVP, di Dejuan Blair e di Roger Mason.
    Il numero 21 dei neroargento scenderà incerottato sul naso per la frattura rimediata nella durissima e fisica serie contro gli odiati Mavericks, infortunio che però non sembra limitarlo.

    Steve Nash sarà, molto probabilmente, la chiave della serie: per tutto il primo turno ha sofferto a causa di un infortunio all’anca ma, se è al meglio, sarà come al solito un vero rompicapo per gli Spurs.
    San Antonio, però, nel ruolo di point guard può rispondere, quest’anno, con ben due opzioni di livello: non solo Tony Parker, che contro Dallas è entrato alla grande nel clima playoff, ma anche con George Hill, che ormai parte stabilmente in quintetto e sta giocando alla grande, con una maturità inaspettata. Loro 2 potrebbero, alternandosi, riuscire a limitare Nash e a svoltare la serie per la propria squadra.
    Altro scontro importante sarà la battaglia tra ali grandi ovvero Amar’è Stoudemire dei Suns e Tim Duncan degli Spurs: chi riuscirà ad imporsi darà una grossa mano al suo team per passare alla finale di Conference, chi soccomberà costringerà la propria franchigia all’eliminazione.
    La vera variabile per i Suns potrebbe essere Jason Richardson, soprattutto se continuerà a mantenere le medie di tiro dalla lunga distanza (52%) che ha mantenuto nella serie contro Portland. Inoltre in difesa dovrebbe marcare il peperino Ginobili anche se coach Alvin Gentry potrebbe opporre all’argentino la ferrea marcatura del rinato Grant Hill.
    Dall’altro lato sarà invece l’altro nuovo arrivato importante, Richard Jefferson, ad essere fondamentale: si è visto nella serie contro i Mavs (soprattutto nella decisiva gara 2 a Dallas) che quando gira Jefferson, girano più facilmente tutti gli Spurs.

    Il via di questa serie è fissato per stanotte alle 4.30. Questo il programma completo:
    Gara 1: San Antonio Spurs @ Phoenix Suns lunedì 3 maggio 10.30 pm (4.30 italiane)
    Gara 2: San Antonio Spurs @ Phoenix Suns mercoledì 5 maggio 9.00 pm (03.00)
    Gara 3: Phoenix Suns @ San Antonio Spurs venerdì 7 maggio 9.30 pm (03.30)
    Gara 4: Phoenix Suns @ San Antonio Spurs domenica 9 maggio 8.00 pm (2.00)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Phoenix martedi 11 maggio
    Gara 6: @ San Antonio giovedi 13 maggio
    Gara 7: @ Phoenix domenica 16 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Phoenix Suns – Portland Trail Blazers

    Sicuramente l’accoppiamento tra Phoenix Suns e Portland Trail Blazers è quello più intrigante tra tutte le 8 sfide playoff. Il motivo è molto semplice in quanto stiamo parlando di 2 squadre con filosofie di gioco totalmente opposte: “run and gun” per i Suns ovvero tirare subito alla prima occasione buona, gioco molto più manovriero per i Blazers che utilizzano al massimo quasi tutti i 24 secondi per cercare la via del canestro.
    Phoenix è la squadra che corre di più, che segna di più (110 punti a partita) che tira meglio dal campo (49,2%) e da tre (41,2%). Alla prima occasione buona, come già detto, si tira.
    Portland soprattutto vorrebbe avere un’identità difensiva, condizionale d’obbligo perché lo slow pace imposto da McMillan falsa un po’ le conclusioni: Blazers terzi per punti concessi (solo 94,8), e migliori in assoluto per rimbalzi finiti nelle mani degli avversari (38,1) ma sono anche tra i peggiori in quanto a recuperi e permettono un 46,4% dal campo che è nient’altro che la media di Lega. Ma l’arrivo di Camby ed il ritorno in forma di Batum hanno migliorato sensibilmente la situazione nella propria metà campo, dando molta più solidità alla difesa.
    I Suns alla vigilia della stagione regolare non erano neanche pronosticati ai playoff e invece hanno strappato il terzo posto nella Western Conference.
    Grandi meriti anche a Portland, capace di una stagione a quota 50 vittorie nonostante l’impressionante sequenza di infortuni: Oden, Przybilla, Roy, Batum e Rudy Fernandez hanno saltato complessivamente 200 partite! E anche Outlaw ha giocato solo 11 partite prima della cessione a febbraio. Vista questa situazione molti addetti ai lavori hanno definito coach Nate McMillan “Miracle worker” ovvero tradotto letteralmente lavoratore del miracolo, perchè in pratica di questo si tratta, di un piccolo miracolo sportivo.
    Durante la regular season il bilancio è di 2 vittorie ad una per i Blazers (tra tutte le otto sfide del primo turno playoff questa è l’unica in cui la squadra che dispone del fattore campo a favore ha perso la serie nella stagione regolare). Altra particolarità è da rilevare nel fatto che la vittoria dei Suns è arrivata con punteggio bassissimo (cosa che non accade mai), mentre le 2 di Portland  sono avvenute quando si sono superati i 100 punti (cosa molto rara quando gioca la franchigia dell’Oregon).
    La tegola dell’ultima ora per gli oregoniani è l’infortunio al ginocchio di Brandon Roy, uomo simbolo dei rossoneri, che dovrà operarsi e termina, di fatto,  la stagione. Brutta notizia per McMillan che dovrà inventarsi nuove soluzioni offensive.

    Phoenix dovrebbe schierare questo quintetto: Steve Nash e Jason Richardson come guardie, grant Hill e Amar’è Stoudemire come ali e Jarron Collins come centro. Dalla panchina entrerà subito in campo Channing Frye, ex di turno, per rilevare Collins che non ha molto minutaggio e poi i vari Jared Dudley (uno dei migliori tiratori da 3 dell’intera Lega), Goran Dragic e Leandro Barbosa.
    Portland dovrebbe rispondere con Andre Miller e Rudi Fernandez come guardie (lo spagnolo sostituirà Brandon Roy), Nicolas Batum e LaMarcus Aldridge come ali e Marcus Camby come centro. Dalla panchina arriverà l’energia e la forza fisica di giovani come Bayless, Martell Webster, Jeff Pendergraph e Dante Cunningham e l’esperienza del veterano Juwan Howard.

    La chiave della serie sarà imporre il proprio stile di gioco e la propria filosofia cestistica. Chi ci riuscirà sicuramente uscirà vittorioso dalla serie. Inoltre se Lamarcus Aldridge confermerà i progressi fatti vedere in questo finale di stagione e si ergerà a leader di questo gruppo (soprattutto ora con l’assenza di Roy) Portland potrebbe avere buone possibilità di passare il turno. Ma se il talento dei Blazers non riuscirà a limitare lo strapotere fisico di Amar’è Stoudemire allora per Portland si potrebbe fare molto dura e i Suns rappresenterebbero un ostacolo insormontabile.

    Gara1 è in programma domenica notte, alle 4.30 italiane. Questo il programma completo:
    Gara 1: Portland Trail Blazers @ Phoenix Suns domenica 18 aprile 10.30 pm (4.30 italiane)
    Gara 2: Portland Trail Blazers @ Phoenix Suns martedì 20 aprile 10.00 pm (4.00)
    Gara 3: Phoenix Suns @ Portland Trail Blazers giovedì 22 aprile 10.00 pm (4.00)
    Gara 4: Phoenix Suns @ Portland Trail Blazers sabato 24 aprile 4.30 pm (22.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Phoenix lunedì 26 aprile
    Gara 6: @ Portland giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Phoenix sabato 1 maggio

  • NBA: Durant manda KO i Suns, Bargnani e Gallinari ancora sconfitti

    28 punti di Danilo Gallinari (5/10 da 3) non bastano ai Knicks per espugnare Orlando. I Magic esplodono 15 bombe nel canestro arancioblu e i 25 punti a testa di Vince Carter e Dwight Howard (per lui anche 13 rimbalzi) danno la 56esima vittoria stagionale a coach Stan Van Gundy e la corsa al secondo posto assoluto nella Lega, dietro ai soli Cavs, continua.

    Vittoria dei Bucks a Philadelphia con uno straordinario Carlos Delfino da 23 punti. i 76ers hanno l’occasione di mandare la gara in overtime ma la tripla di Jrue Holiday va sul ferro a soli 8 secondi dalla fine. Per Phila ottima la gara di Andre Iguodala (21 punti) ma non basta ad evitare il sesto KO consecutivo.

    I 15 punti di Andrea Bargnani ( ma con 17 tentativi!) non servono ai Raptors per avere la meglio sugli Hawks: Atlanta recupera lo svantaggio iniziale grazie ad un favoloso secondo quarto (45-22 il parziale) e mantiene poi sempre la testa avanti anche grazie ai 25 punti di Jamal Crawford e alla buona prestazione del tuttofare Josh Smith (17 punti, 10 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate). Toronto paga molto cara, come al solito, la non difesa in vari frangenti di gioco e un ottimo Amir Johnson (sostituto di Chris Bosh) da 18 punti e 13 rimbalzi non serve a portare a casa il risultato. Ottava piazza ancora per i Canadesi vista la sconfitta di Chicago in quel di New Jersey e domenica scontro diretto in Canada sicuramente decisivo.

    Boston viene piegata in casa dai derelitti Washington Wizards: in alcuni momenti i Celtics vengono addirittura umiliati dagli avversari che toccano il +28 di vantaggio, salvo poi rientrare nel finale quando ormai le cose sono compromesse. Andray Blatche mette a referto 31 punti e 11 rimbalzi, Shaun Livingston sembra aver trovato la squadra giusta dopo il gravissimo infortunio alla gamba che 2 anni addietro poteva costargli l’amputazione dell’arto (25 punti per il playmaker). Per Boston brilla solo Rajon Rondo con 17 punti e 12 assist, poi poco altro e terzo posto che forse sfuma in maniera definitiva.

    Successo prestigioso per gli Indiana Pacers sul parquet dei Cleveland Cavaliers: privi di 3 pedine fondamentali come Antawn Jamison, LeBron James e Mo Williams (ma solo il primo risulta essere infortunato!) i Cavs subiscono la quinta sconfitta interna della stagione e non basta uno splendido J.J. Hickson da 21 punti e 10 rimbalzi. I Pacers si affidano a Danny Granger che non tradisce le attese dei compagni e piazza 36 punti di cui 7 nell’ultimo minuto (frutto di una bomba da 3 punti e 4 liberi) che ricacciano indietro i vani tentativi dei Cavs di rientrare in partita. A coach Mike Brown valutare ora se è più utile tenere i giocatori migliori a riposo in vista dei playoff, oppure farli giocare affinchè non perdano il ritmo partita (cosa che è già successa molte volte quest’anno per Cleveland).

    Dopo 9 vittorie di fila gli Heat cadono sul parquet amico al cospetto dei Detroit Pistons: gran serata per Ben Gordon che chiude con 39 punti e 7 triple nel canestro avversario, ben coadiuvato dal solito Tayshaun Prince con 28 punti. Miami ha un Dwyane Wade leggermente sottotono (19 punti e 9 assist) e forse, vista la contemporanea vittoria dei Bucks, perde la possibilità di arrivare quinta nella Eastern Conference.

    Tutto facile per i Lakers a Minneapolis: pur senza Kobe Bryant tenuto a riposo per la seconda gara di fila, i campioni in carica sbrigano la pratica già nel primo tempo grazie ad un monumentale Pau Gasol da 29 punti e 15 rimbalzi. I T-wolves provano a rientrare in partita (Kevin Love trascinatore con 12 punti e 18 rimbalzi, coadiuvato da Johnny Flynn con 19 punti) e arrivano anche al -4 a pochi minuti dalla fine ma il solito spagnolo e l’all around player Lamar Odom (13 punti e 12 rimbalzi) chiudono la partita regalando ai gialloviola la testa di serie numero 1 dell’intera Western Conference in vista dei playoff.

    Periodo strano per i Chicago Bulls che dopo aver battuto la squadra migliore della Lega ieri, cadono invece sul parquet della peggiore: i Nets si impongono dopo 2 overtime grazie ad uno stratosferico Terrence Williams che chiude in tripla doppia (la prima della sua carriera) mettendo a referto 27 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. Fondamentale anche l’apporto del centro Brook Lopez che chiude con 26 punti e 14 rimbalzi e il tiro sulla sirena finale che ha impattato la partita per andare ai supplementari. Per i Bulls torna a brillare Brad Miller con 27 punti mentre Derrick Rose chiude con 25 ma non sono sufficienti alla franchigia dell’Illinois.

    Utah continua a mostrare il suo favoloso attacco ed espugna New orleans: Deron Williams top scorer per i Jazz con 27 punti e 16 assist, Carlos Boozer ne aggiunge 19 con 10 rimbalzi e Paul Millsap chiude in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi. A New Orleans non basta il rookie Darren Collison che piazza 28 punti. Jazz che continuano a cullare il sogno secondo posto nella Western Conference.

    Charlotte perde a Houston ed in base agli altri risultati sembra destinata ad affrontare i Magic nel primo turno dei suoi primi playoff. Vincono i Rockets con Aaron Brooks che s’accende nel finale segnando 10 dei suoi 23 punti nel quarto periodo con Trevor Ariza vicino alla tripla doppia (19 punti, 9 rimbalzi e 8 assist). Charlotte tiene a riposo Stephen Jackson con l’attacco che ne risente parzialmente. 90 punti realizzati con il 43% dal campo e 18 punti a testa per Boris Diaw e Gerald Wallace.

    Brutta sconfitta casalinga per gli Spurs che si fanno sorprendere dai Memphis Grizzlies e scendono all’ottavo posto ad Ovest accoppiandosi per i playoff con i Lakers. Grande gara di Zach Randolph che segna 28 punti con 15 rimbalzi mentre in casa texana Manu Ginobili festeggia amaramente l’estensione di contratto con 26 punti per il dodicesimo KO interno della stagione.

    I Suns cadono adf Oklahoma City: Amar’è Stoudemire segna 24 punti conditi da 15 rimbalzi, Steve Nash ne fa 11 con 12 assist, ma ad essere decisivo è il solito fenomeno Kevin Durant, autore di 35 punti e 9 rimbalzi per gli ex Seattle Sonics. Jeff Green è la solita spalla ideale con i suoi 15 punti, Serge Ibaka una presenza non solo più in difesa (3 stoppate) ma anche in attacco (15 punti) e Russell Westbrook sempre vicino alla tripla doppia con 8 punti, 8 rimbalzi e 10 assist. Su queste basi gli ex Sonics potranno dire la loro nei prossimi playoff che ora li vedono al sesto posto nella Conference. Durant sempre più solo e sempre più leader della classifica marcatori con 30 punti di media.

    40 punti di uno straordinario Dirk Nowitzki permettono ai Mavs di battere a domicilio i Blazers. LaMarcus Aldridge ha provato in tutti i modi a rispondere all’asso tedesco di Dallas ma si è dovuto arrendere alla fine (27 punti per lui). Portland ha pagato molto cara la pessima serata al tiro di Brandon Roy con 13 punti in 14 tentativi dal campo.

    Risultati NBA del 9 aprile 2010

    Orlando Magic – New York knicks 118-103
    (Orl: Dwight Howard 25, Vince Carter 25, Anderson 19 – NY: Gallinari 28, Duhon 13, Rodriguez 13)
    Philadelphia 76ers – Milwaukee Bucks 90-95
    (Phi: Iguodala 21, Louis Williams 15, Holiday 13 – Mil: Delfino 23, Ridnour 18, Jennings 16)
    Atlanta Hawks – Toronto Raptors 107-101
    (Atl: Crawford 25, Joe Johnson 18, Josh Smith 17 – Tor: Weems 18, Amir Johnson 18, Bargnani 15)
    Cleveland Cavaliers – Indiana Pacers 113-116
    (Cle: Hickson 21, Telfair 21, Anthony Parker 17 – Ind: Granger 36, Brandon Rush 16, Watson 16)
    Miami Heat – Detroit Pistons 99-106
    (Mia: Wade 19, Haslem 16, Dorell Wright 15 – Det: Ben Gordon 39, Prince 28, Villanueva 11)
    Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers 88-97
    (Min: Flynn 19, Sessions 16, Gomes 15 – Lak: Gasol 29, Odom 13, Farmar 13)
    New Jersey Nets – Chicago Bulls 127-116 (2 overtime)
    (NJ: Terrence Williams 27, Brook Lopez 26, Devin Harris 19 – Chi: Brad Miller 27, Rose 25, Deng 19)
    New Orleans Hornets – Utah Jazz 103-114
    (NO: Darren Collison 28, David West 19, Marcus Thornton 15 – Uta: Deron Williams 27, Matthews 20, Boozer 19)
    Houston Rockets – Charlotte Bobcats 97-90
    (Hou: Aaron Brooks 23, Ariza 17, Budinger 12, Scola 12 – Cha: Gerald Wallace 18, Diaw 18, Hughes 16, Felton 16)
    San Antonio Spurs – Memphis Grizzlies 99-107
    (SA: Ginobili 26, Bonner 19, Duncan 15 – Mem: Randolph 28, Gay 21, Conley 19)
    Oklahoma City Thunder – Phoenix Suns 96-91
    (Okl: Durant 35, Jeff Green 15, Sefolosha 15, Ibaka 15 – Pho: Stoudemire 24, Jason Richardson 12, Nash 11)
    Portland Trail Blazers – Dallas Mavericks 77-83
    (Por: Aldridge 27, Roy 13, Fernandez 11 – Dal: Nowitzki 40, Caron Butler 18, Jason Terry 12)

    CLASSIFICHE NBA