Tag: stefano palazzi

  • Scudetto 2006, domani si decide. Stankovic si defila, il Brescia protesta

    Scudetto 2006, domani si decide. Stankovic si defila, il Brescia protesta

    Il fatidico 18 di Luglio sta per arrivare, domani il Consiglio Federale dovrà emettere il suo giudizio al lavoro svolto dal procuratore federale Stefano Palazzi decretando la revoca o la “non revoca” del titolo assegnato da Guido Rossi nel 2006.

    Il parere legale richiesto da Abete agli avvocati delle Federazione blocca in qualche modo le mani ai rappresentanti del Consiglio non avendo, a loro dire, possibilità di intervenire in tal senso. In realtà altri molti esperti di diritto da Sandulli fino al prof. Lubrano hanno criticato aspramente la volontà di non decidere del consiglio in quanto fu proprio Guido Rossi, presidente straordinario, ad assegnarlo.

    Nel mondo del calcio intanto i personaggi si dividono, ad Abbiati che rivendica quello scudetto ha risposto nei giorni scorsi Zanetti, ieri invece è toccato a Dejan Stankovic anche se il veterano nerazzurro pur dicendosi felice delle indiscrezioni che vogliono lo scudetto resti all’Inter non ha dato un parere personale Non ci penso. “È una questione fuori dalla nostra portata. È qualcosa di cui si devono occupare presidenti e giudici. Neanche lo so, perché non me ne intendo… È uscita una notizia secondo la quale lo scudetto resta a noi, quello che c’è dietro non mi interessa”

    Chi critica fortemente l’operato di Palazzi, accodandosi alla protesta di Moratti, è il Brescia che attraverso il proprio legale ha fatto pervenire all’Alta Corte una memoria di 42 pagine nella quale accusa il procuratore federale di un sostanziale abuso di potere avendo continuato indagini “prescritte”. L’avvocato Catalanotti, chiede oltretutto che venga cambiata la dicitura del lavoro di Palazzi non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte» sia cambiata in «perché i fatti segnalati (…) ove anche costituissero condotte disciplinarmente rilevanti, sono prescritti».(da corriere.it)

    In tal modo si eliminerebbe ogni macchia dall’operato di chi per causa ancora misteriose non è finito tra gli indagati della prima sentenza di Calciopoli. Il Brescia mira di fatto a togliere ogni coinvolgimento (Palazzi accusa il comportmento di Gorvenato) in modo da poter avere maggior credibilità nel processo a Napoli dove i lombardi sono di scena come parte civile ed hanno presentato richiesta danni.

  • Calciopoli i Della Valle in tackle su Auricchio

    Calciopoli i Della Valle in tackle su Auricchio

    © Filippo Monteforte/Getty Images
    Quando iniziarano ad uscire le intercettazione che rigurdavano l’Inter in molti, forse, non diedero credito al lavoro dei periti di Luciano Moggi o forse prima di prender posizione aspettavano di aver un parere ufficiale. Il lavoro del Procuratore Federale Stefano Palazzi ha di fatto alzato la cappa fumosa che aleggiava in questi anni su Calciopoli e adesso un pò tutti sono a chiedere perchè cinque anni fa si tenne fuori una parte consistente delle intercettazioni.   A porsi la domanda è anche la Fiorentina, una delle “protagoniste” della prima sentenza che alla luce dei nuovi fatti chiede con un deciso comunicato la verità su quello che è stato definito il più grande scandalo dello sport europeo. “Va fatta subito chiarezza su quanto è successo nell’estate del 2006 – si legge sul comunicato apparso sul sito ufficiale – anche alla luce delle novità emerse dal processo di Napoli e dal supplemento di indagine svolto dal procuratore federale, dottor Palazzi. E’ necessario che venga spiegato a tutti perché migliaia di telefonate, utili nel loro insieme a precisare il quadro della situazione, siano state accantonate dagli inquirenti, in particolare dal colonnello Auricchio, titolare dell’indagine”. La stoccata ad Auricchio L’ACF Fiorentina chiede con determinazione che il colonnello Auricchio, principale responsabile delle lacune e delle distorsioni emerse, spieghi immediatamente perché allora vennero prese certe decisioni e chi era al corrente delle decisioni prese. E in particolare perché venne selezionato il materiale probatorio a disposizione, ignorandone una parte consistente e rinunciando ad altri approfondimenti possibili e opportuni. E’ fondamentale anche sapere se i Pm Beatrice e Narducci fossero tenuti all’oscuro delle intercettazioni arbitrariamente considerate irrilevanti. E se i responsabili di allora del funzionamento della Federcalcio, il commissario straordinario Guido Rossi e gli organi di giustizia sportiva da lui nominati, fossero informati di una trasmissione solo parziale degli atti messi a loro disposizione”. La proposta. “L’ACF Fiorentina propone che, una volta ottenute queste spiegazioni, i presidenti di tutte le società interessate, direttamente o indirettamente, si siedano intorno a un tavolo, si confrontino a viso aperto e chiudano definitivamente questa questione con chiarezza e onestà reciproca e prima dell’inizio della prossima stagione sportiva”. Carabiniere pentito pronto ad incastrare Auricchio

  • Calcioscommesse: Interrogatorio fiume per Micolucci

    Calcioscommesse: Interrogatorio fiume per Micolucci

    “Interrogatorio fiume”, un termine per indicare una durata eccezionale di interrogatorio, uno di quelli da “film”, con tanto di lampadina puntata sul viso dell’imputato per convincerlo a parlare. Non ci è dato sapere se la lampadina fosse parte dello scenario, ma quello che ha riguardato Vittorio Micolucci, difensore dell’Ascoli coinvolto nello scandalo calcioscommesse, è stato realmente un “Interrogatorio fiume”.

    © Dino Panato/Getty Images
    Vittorio Micolucci, infatti, è stato sentito dagli uomini della procura federale, negli uffici di Via Po, dalle 18 alle 3 del mattino di ieri, e per altre tre ore nella mattinata odierna, soltanto con una piccola pausa fra le 22 e mezzanotte di ieri per cenare. L’accusa per Vittorio Micolucci è quella di aver costituito una figura “stabile” nell’organizzazione, manifestando la sua disponibilità ad agire per influenzare i risultati sportivi della sua squadra sul campo e adottando, volontariamente, atteggiamenti in campo atti ad offrire un rendimento agonistico negativo. In particolare, da quanto emerge, il tramite con cui Vittorio Micolucci avrebbe avuto contatti è Pirani, al quale il difensore dell’Ascoli avrebbe assicurato il suo “impegno” nel manipolare, in base alle sue possibilità, il risultato del campo. Il suo legale, Eduardo Chiacchio, invece, nella pausa – cena dell’interrogatorio di ieri ha dichiarato che tali “azioni” siano state solo una forma di leggerezza verbale, che non ha condotto, però, ad atti concreti nell’ influenzare le partite dell’ Ascoli coinvolte nello scandalo scommessopoli, ossia Livorno-Ascoli, Ascoli-Atalanta ed AlbinoLeffe-Atalanta. Domani, Giovedì 14 Luglio, Micolucci sarà nuovamente ascoltato, insieme ad altri giocatori, come l’attaccante Sergio Pellissier del Chievo e l’ex difensore del Livorno Fabio Galante. Nei prossimi giorni, invece, sarà il turno di Cristiano Doni dell’ Atalanta.

  • Radiazione? Moggi chiede la prescrizione

    Radiazione? Moggi chiede la prescrizione

    Lo scorso 15 giugno la Corte Federalle accogliendo totalmente le richieste del procuratore ferederale Palazzi ha deliberato per la radiazione di Luciano Moggi, Antonio Giraudo ed Innocenzo Mazzini. Ieri davanti alla Corte d’Appello i tre imputati di spicco del Processo a Calciopoli hanno continuato a ribadire la loro innocenza chiedendo però la prescrizione del procedimento di radiazione.

    La prescrizione, che in questi giorni è tornata alla ribalta e per molti è stata decisiva nel salvare l’Inter e Moratti da giusta penalizzazione e squalifica, torna alla ribalta ma questa volta per non uscire definitivamente dal mondo del calcio

    A difendere Moggi c’era ancora una volta l’ormai famoso avvocato Prioreschi che durante la sua arringa ha ribadito “Noi riteniamo che la radiazione per Moggi sia prescritta. I fatti di Calciopoli si sono aperti nel 2004/2005 e a seguito delle sentenze l’ultimo termine è quello del 30 giugno 2010. Ci rivolgiamo anche noi alla norma usata dal procuratore l’altro giorno. Il termine per noi era già decorso e questo è un principio e segnalo il caso Agricola come precedente. Chiediamo quindi che venga dichiarata la prescrizione per termini”. Sulla stessa linea anche gli avvocati di Mazzini e Giraudo.

    Immediata e tempestiva la replica di Palazzi “Questo non è un deferimento come le difese intendono. In questo caso bisogna tenere presente qual è il tema di questo procedimento, ossia l’aggiunta di sanzione in un caso di fatti particolarmente gravi”. Il nuovo codice di giustizia sportiva non ha disciplinato i casi ancora pendenti. Questa non è una norma ad personam ma riguarda altri 40 casi, è una norma transitoria e procedimentale. Non c’è stato un esaurimento del rapporto perché si tratta di fatti ancora pendenti. In più non esiste prescrizione per la radiazione per questo respingiamo questa tesi e qualora volessimo prendere in considerazione tale ipotesi i termini si esaurirebbero nel 2013 visto che il procedimento è stato aperto nel 2008″.

    Quest’oggi dovrebbe arrivare il verdetto che comunque stando alle indiscrezioni dovrebbe confermare la radiazione tanto che lo stesso Moggi ha anticipato la sua battaglia fino a Strasburgo, se sarà necessario.

  • Scudetto 2006, il consiglio si divide. La revoca diventa un giallo

    Scudetto 2006, il consiglio si divide. La revoca diventa un giallo

    Ho il timore che si decida di non decidere” con queste parole ieri il presidente Agnelli ha sintetizzato al meglio le indiscrezioni che vogliono una spaccatura in seno al Consiglio Federale con chi non vuol prendersi gli oneri di una decisione che per forza di cose provocherà nuovi asti.  

    dal web
    Dopo la ricostruzione di Palazzi la revoca dello scudetto all’Inter sembra un atto dovuto, ma c’è chi all’interno della Lega non vuol predersi questa responsabilità e pare che legali interpellati da Abete dubitino sulla competenza del Consiglio a decidere di tali argomenti. Oggi Piero Sandulli, presidente del consiglio federale ai tempi di Calciopoli, dalle pagine della Gazzetta dello Sport avvalora la tesi di Abete e crede che il consiglio possa decidere. Per Sandulli, l’errore è stato nell’assegnare lo scudetto adesso però inquadrando il procedimento come un atto amministrativo la Federcalcio può tornare sui suoi passi revocando lo scudetto divenuto illegettimo invocando il meccanismo di autotutela.   L’Inter in tal caso non avrebbe comunque il diritto di contrattidorio trattandosi di errore amministrativo ma comunque andranno le cose la Figc dovrà prepararsi alla possibilità di nuove cause. In casa bianconera infatti pare stiano preparando il ricorso alla giustizia ordinaria avendo adesso in mano le prove e chiedendo i danni. I nerazzurri dal canto loro per tutelare la propria immagine ricorrerebbero ai gradi di giudizio per impugnare la decisione presa sulla ricostruzione di un pm e senza passare attraverso i normali gradi di giudizio sportivo.

  • Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Moratti rompe con la Gazzetta “non la leggo più”

    Incredibile ma vero anche l’Inter rompe con la Gazzetta dello Sport. Il patron Moratti in un lungo sfogo concesso ad Inter Channel ha continuato a ribadire la sua indignazione nei confronti del procuratore Palazzi per la lunga e pesante accusa nei confronti dei nerazzurri e sopratutto di Giacinto Facchetti. Il patron dell’Inter è però andato oltre annoverando al lungo elenco di nemici del calcio italiano anche la rosea, da sempre giornale di riferimento dei tifosi nerazzurri e principale accusatore della Juventus e di Calciopoli nel 2006.

    © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    “La replica dei tifosi è stata istintiva, la cosa non è calcolata ma istintiva. Lo scudetto è un fatto fermo ma secondario, quello che è grave è che sia attaccata così una persona che non c’è più, che non può difendersi giuridicamente dall’accusa di un PM”. Moratti più che lo scudetto tiene a ribadire la totale estranietà dagli illeciti di Giacinto Facchetti persona la cui moralità non può esser messa in discussione sia da pm che dai giornali. “E’ una cosa di pessimo gusto, ciò non toglie che nei confronti di Facchetti rimarrebbero sospese queste accuse – prosegue Moratti ai microfoni di ‘Inter Channel’ -. Un colpo a Facchetti che è sbagliato, noi lo conosciamo e non c’è bisogno neanche di conoscerlo per sapere chi fosse Giacinto. Sapevamo di non avere tanti amici, ma non mi aspettavo di avere nemici da chi in città come un quotidiano rosa da sempre vicino ai tifosi dell’Inter si è schierato dall’altra parte, mentre portava da sempre avanti una battaglia pro-Facchetti con l’Inter. La Gazzetta ha fatto un attacco calcolato contro di noi, non lo leggerò più. Sarebbe di cattivo gusto da parte mia continuare a soffrire in questa maniera. Quella loro non è un’opinione, ma è una politica calcolata da una direzione del giornale, sono liberissimi di farlo ma anche io di non leggerla più. Io faccio tutto questo per i tifosi dell’Inter, non mi passa neanche per la testa di fare la vittima o abbandonare”.

  • La Russa “Palazzi cavalca l’anti-interismo”

    La Russa “Palazzi cavalca l’anti-interismo”

    Tifoso interista doc il Ministro della Difesa Ignazio La Russa non poteva sottrarsi dal commentare il lavoro del procuratore federale Palazzi che ha inserito prepotentemente l’Inter nello scandalo Calciopoli.

    Ignazio La Russa | © Roberto Serra/Getty Images
    “Da Palazzi mi sembra ci sia una vendetta postuma, la vendetta di alcuni ambienti che non hanno mai apprezzato il grande apporto dell’Inter in questi anni al calcio italiano: senza il “triplete” l’Italia avrebbe perso tante posizioni nel ranking internazionale”. Il coordinatore del Pdl accusa Palazzi di aver cavalcato l’onda antinterista del calcio italiano “È un atteggiamento di sottile anti-interismo di tutto il calcio italiano, persino peggiore dell’antiberlusconismo, perchè più sottile e invisibile” La Russa parla poi dello scudetto del 2006 “Premetto che io per quello scudetto non ho mai festeggiato, ma trovo veramente vergognoso l’attacco a Facchetti, una persona di grande onestà intellettuale e trasparenza. In quei giorni del 2006 – ricorda La Russa – Facchetti era disperato per il disonore di cui si era ricoperto il calcio italiano. Quando gli chiedevo perchè l’Inter aveva tante difficoltà a vincere, lui mi diceva che ‘combattiamo contro qualcosa che non si capisce, qualcosa di invisibilè. Se vuole, il Consiglio federale mi chiami pure”. Palazzi secondo La Russa esercita in maniera scorretta il proprio ruolo perchè emette un parere su qualcosa di prescritto e sul quale non ci può esser contraddittorio. Il ministro comunque ribadisce la sua solidarietà al patron Moratti anche se a suo dire ha votato Pisapia.

  • Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le intercettazioni che incastrano Facchetti e l’Inter

    Le 72 pagine della relazione consegnata da Palazzi al Consiglio Federale che adesso dovrà prendere la decisione di revocare o meno lo scudetto assegnato da Guido Rossi all’Inter in quella torbida estate del 2006. Il risultato dell’analisi dle procutatore federale suonano come un boomerang, come un tentativo di salvare una parte del calcio italiano distruggendo le altre. Perchè queste intercettazioni non finirono sul tavolo di Palazzi? Chi le occultò? Con quale scopo? Sono queste le domande più ricorrenti in queste ore che stridono terribilmente con chi per anni si è profetizzato onesto ricorrendo ai vestiti bianchi e coniando slogan “Noi vinciamo senza rubare”.

    Con la nuova rabbia degli sportivi sono tornati in auge i contenuti delle intercettazioni che riguardano i nerazzurri e in particolar modo Giacinto Facchetti all’epoca presidente dell’Inter e secondo la ricostruzione di Palazzi elemento cardine nella ricerca di favori da parte dei designatori arbitrali.

     

    Di seguito vi riportiamo il colloquio tra Facchetti e Bergamo scelto oggi dalla Gazzetta dello Sport precedente ad un Inter Juventus della stagione 2005
    Facchetti: “Senti, per domenica allora…” .
    Bergamo: “Ma senti, per domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente… quindi, sono quattro, tutti Il n ° 1 dei fischietti informa il patron dell’Inter sulla designazione di Gabriele in Coppa e quattro possono fare la partita. C’è…”.
    Facchetti: “Ma metti dentro qualche…” .
    Bergamo: “Collina… Ma tutti internazionali, Giacinto… Così perlomeno non c’è discussione perché c’è dentro Collina, c’è dentro Paparesta, c’è dentro Bertini, c’è dentro Rodomonti. Quindi sono tutti internazionali, abbiamo evitato che ci fossero anche troppi giovani per esempio” . Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino” .
    Bergamo: “Con chi?” .
    Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino, anche l’anno scorso là a Torino e anche in un paio di altre partite… abbiamo avuto qualche problema con Bertini” .
    Bergamo: “Mah, se mai sfortunatamente fosse così, ci parlo. Perché… anzi, semmai… è meglio, ti devo dire, capito?” .
    Facchetti: “Non so… Volevo dirtelo” . Bergamo: “Hai fatto bene, hai fatto bene, hai fatto bene”.

    Ma gli esempi possono esser tanti altri:

  • La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”

    Se le indagini hanno avuto seguito e la parte nascosta delle intercettazione che ha dato vita a Calciopoli 2 è venuta fuori sostanzialmente è per merito suo, Luciano Moggi, sin dal 2006, quando per tutti era il capo indiscusso della cupola lui sosteneva invece di un sistema consolidato e condiviso da più fronti. La relazione di Palazzi toglie la coltre di fumo sotto una vicenda nata male e condotta ancor peggio da chi era chiamato ad esser giusto ed imparziale.

    Moggi con Giraudo e Capello | © Carlo Baroncini/Getty Images
    Palazzi accusa l’Inter, Facchetti e Moratti di aver cercato di ottenere favori in cambio di imprecisati regalini e con l’utilizzo assiduo delle conversazioni telefoniche nelle ore pre e post la disputa dei match. Oggi è il giorno di Luciano Moggi e l’ex dg bianconero non perde l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco l’intervista concessa a Tuttosport. Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ste co­se. La ritiene una sua vitto­ria? No, nessuna vittoria. Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmen­te mi godo il fatto che qual­cuno mi ha ascoltato. Pec­cato che sia tardi… Io certe cose le dicevo nel 2006 Moratti deve rinunciare alla prescrizione? “Io al suo posto avrei evita­to di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quel­le frasi sono ancora più stridenti alla luce della re­lazione di Palazzi. E, co­munque, se lui pensa di es­sere davvero così onesto, allora rinunci alla prescri­zione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori del­l’Inter che cantano: “vincia­mo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso” Questa nuova pagina di Calciopoli è uscita fuori per merito suo per chi l’ha fatta? Per me, è ovvio. Per i tifo­si juventini che continuano a volermi bene e che meri­tavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri dia­voli di arbitri che sono fini­ti triturati in questa fac­cenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata ro­vinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo… E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse? Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contra­rio dell’Inter, almeno se­condo quanto si legge nella relazione Palazzi… D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Ju­ventus. O quando l’assi­stente Coppola dice in tri­bunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. In­somma Lei vuol far capire che la mancata difesa della Ju­ventus fa parte di quel di­segno? No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli al­l’improvviso. E che la man­cata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggia­to l’atteggiamento giusti­zialista dell’estate 2006. A questo punto lei conti­nua nella sua battaglia: sta preparando la richie­sta della revisione ex arti­colo 39? Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tut­ta però, il pacchetto com­pleto. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti. Ma, dica la verità, si aspet­tava una relazione di Pa­lazzi così dura nei con­fronti dell’Inter dopo tut­to quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni? Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse ma­le e poi perse troppo tem­po. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a gal­la. Effettivamente sono tante le battaglie che sta com­battendo dal punto di vi­sta legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, ve­nerdì sarà a Roma davan­ti alla corte di giustizia fe­derale per l’appello con­tro la radiazione… E’ sapete una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cin­que anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano! A cosa penserà questa se­ra prima di addormentar­si? Che io ho ricevuto moltis­simo dal mondo del calcio italiano e al mondo del cal­cio ho dato anche tantissi­mo, per esempio, una na­zionale campione del mon­do costruita con i miei gio­catori. Insomma, è un pa­reggio. Alla fine vorrei pa­reggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembre­rebbe

  • Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti

    E’ il periodo dei colpi di scena in casa Inter, lo è stato con Leonardo passato all’improvviso dalla panchina dei nerazzurri alla scrivania del Paris Saint Germain e lo è stato ancor di più ciò che ha scritto il procuratore Palazzi nelle 72 pagine di motivazioni con cui tira in ballo pesantemente Moratti, Facchetti accusandoli di aver violato l’articolo 1 e l’articolo 6 del codice di Giustizia Sportiva.

    Giacinto Facchetti | © inter.it
    Il cauto ottimismo palesato venerdi dopo l’archiviazione per prescrizione è sfociato ieri in rabbia e amarezza tanto per il coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli quanto e sopratutto per la pesante accusa a Giacinto Facchetti. Il patron nerazzurro lascia la sua amarezza in un comunicato apparso sul sito ufficiale dove appare una gigantesca fotografia di Facchetti   “Il peso che dò io è brutto, perché mi sembra di essere tornato nel clima, nel bruttissimo clima, che vivevo quando c’era Calciopoli, quando nessuno lo sapeva o faceva finta di non saperlo. La trovo uguale come cosa. Queste accuse sono brutte. Sinceramente, ‘taglio’ la mia persona, che è di conseguenza, ma che Facchetti minimamente venga considerato così come è stato considerato è una cosa grave, offensiva, stupida. I tifosi dell’Inter lo conoscono perfettamente. I signori che saranno seduti attorno a quel tavolo per decidere, non so che cosa, lo conoscono perfettamente. Io credo che questa sia stata proprio… Non c’è nessun elemento nuovo, cose che altri avevano già giudicato come del tutto poco consistenti. Mi è sembrato un attacco molto grave, pesante, nei confronti della società: inaccettabile. Totalmente inaccettabile. E posso dire chiaramente: Palazzi si sbaglia. Si sbaglia proprio. Questo è un attacco del pm e, vabbè, senza processo, su questa cosa ognuno può dire ciò che vuole. Io non accetto nella maniera più assoluta, l’Inter non accetta questa cosa e quello che fa di tutto un cattivissimo gusto è il fatto che sia coinvolto Facchetti. E non lo faccio perché è un modo di dire, perché è stata coinvolta una persona che non c’è più, che io ammiro e stimo, per la sua onestà. Siccome, in questo momento, Facchetti viene visto diversamente, io non stimo per niente chi ha fatto questa cosa”. Come si muoverà adesso l’Inter? “Molto tranquillamente, non vi preoccupate”. Presidente, queste cose le fanno venire voglia di abbandonare questo ambiente? “Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente lì”. Pensa che la relazione di Palazzi possa avere conseguenze in merito all’esposto della Juventus? “No, quella è finita come cosa. Però adesso s’incontreranno quelli della Federazione e decideranno quello che vogliono”.