Stefano Borgonovo non ce l’ha fatta. L’ex calciatore si è dovuto arrendere nella giornata di oggi alla terribile Sla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica che lo ha colpito nel settembre del 2008. Appena 49 anni compiuti a marzo, Borgonovo non si è mai arreso al terribile destino lottando contro la malattia che nel corso degli anni ha colpito diversi calciatori. Tanto da creare una Fondazione che porta il suo stesso nome con lo scopo di poter sconfiggere questo male attraverso la ricerca. Attaccante rapido e tecnico, Borgonovo esordisce ad appena 17 anni con la maglia del Como, società nella quale milita sino al 1988 tranne una parentesi alla Sambenedettese. Veste poi le maglie di Fiorentina (dove conosce quel Roberto Baggio cui rimarrà legato anche durante il periodo della Sla), Milan, Pescara, Udinese e Brescia, collezionando anche tre presenze con la maglia della Nazionale.
Appesi gli scarpini al chiodo all’età di 36 anni, si dedica ai più giovani allenando prima i Pulcini, poi gli Allievi e infine la Primavera del Como. Nel 2008 annuncia di essere stato colpito da questa malattia e di non essere in grado di parlare se non per mezzo di un sintetizzatore vocale, ma nonostante tutto anziché abbattersi lotta con i denti, grazie anche al supporto della moglie Chantal e dei figli Andrea, Alessandra, Benedetta e Gaia. Diverse le partite attraverso le quali si sono raccolti dei fondi per la ricerca come Fiorentina-Milan o Genoa-Sampdoria o quella tra le vecchie glorie di Milan e Real Madrid. Nel 2010 prima della semifinale di Tim Cup tra Fiorentina e Inter gli viene conferito il “Fiorino d’oro”, massima onorificenza per un cittadino non fiorentino. Tanto l’affetto dimostrato nei suoi confronti da giocatori e tifosi nel corso degli anni. Ai quali ora non resta che piangere la scomparsa di un vero e proprio lottatore, dentro e fuori dal campo.
I tedeschi del Bayern Monaco rappresentano un avversario classico per le squadre italiane nelle competizioni europee con numerosi e storici doppi confronti, anche se il primo confronto dei bavaresi con una italiana in Coppa dei Campioni si è registrato per la prima volta soltanto nel 1990. (altro…)
Questa volta è l’Inter ad uscire contenta dal Franchi. La formazione di Josè Mourinho si è guadagnata il pass per la finale con una partita accorta e intelligente gelando i tifosi viola e la Fiorentina che sperava di poter guadagnare l’Europa da una porta secondaria.
L’Inter parte con un insolito 4-4-2 con Maicon sulla linea dei centrocampisti e difesa bloccata con Cordoba terzino destro. Viola con i recuperati Marchionni e Vargas a supporto di Gilardino, il ritmo dei padroni di casa è veemente ma sono dell’Inter le occasioni migliori con Maicon e Balotelli nel primo tempo. La Fiorentina come tre giorni fa cerca di creare problemi alzando i ritmi ma questa volta la difesa nerazzurra non sbaglia, Chivu e Materazzi si immolano nelle occasioni più ghiotte sui piedi di Gilardino.
Nella ripresa, l’Inter arriva tardi e forse innervosisce i viola che sbagliano un fuorigioco e vengono puniti dal solito Eto’o, assist di Thiago Motta. Mourinho cambia ancora l’Inter sperimentando una difesa a cinque e praticamente addormenta la partita fino al fischio finale. Inter in finale e giorno 21 conoscerà l’avversaria che uscirà dalla gara di ritorno tra Roma e Udinese.
Ospite speciale alla partita è stato Stefano Borgonovo insignito dal sindaco di Firenze del Fiorino d’oro.
Uscirà domani in tutte le librerie il libro di aforismi di Antonio Cassano nel quale il Pibe de Bari si racconta, dalla sua infanzia fino all’avventura nella Sampdoria di Garrone e Marotta. Tutti gli introiti delle vendite saranno devoluti alla Fondazione Borgonovo, nel libro “Antonio Cassano: io in Sud Africa ci vado di sicuro” con la solita semplicità e schiettezza confessa di mantener intatta la voglia di Nazionale e di partecipare al mondiale ma allo stesso tempo dice “Se Lippi non mi porterà al Mondiale, farò un safari con Carolina“.
Oggi attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport Stefano Borgonovo ha inviato una lettera aperta ad Antonio Cassano omaggiandolo del titolo di Fenomeno dei fenomeni e ponendolo come simbolo per i giovani.
Per chi odia il calcio. Antonio Cassano: un fenomeno. Per chi odia il calcio. Per chi, guardando una partita, sbadiglia. Per chi, guardando una finale del Campionato del Mondo, esclama: “Ma guarda quei ventidue rincoglioniti che corrono dietro ad una palla!”. Per chi il giuoco del calcio non lo capisce. Bè, a tutti loro consiglierei di accomodarsi in poltrona e di osservare giocare il fenomeno dei fenomeni… Antonio Cassano. Lui avrà sicuramente pazienza e qualità per rendere il calcio più semplice. Perché il calcio è semplicità e intuizione: tali sono i fattori che rendono un calciatore più o meno bravo. Vi assicuro che Antonio Cassano in questo è il primo in assoluto… Credo che guardare il FENOMENO giocare possa avvicinare molte persone, bambini soprattutto, al calcio.
Cosa dovrei dire di più, su Cassano? Una cosa soltanto: quando lo guardo in tv mi diverto nel cercare di capire il colpo o la giocata che farà… Ma non c’è proprio verso di anticipare le sue grandi intuizioni. Antonio, gioca e divertiti ancora per molti anni… Minimo fino a che l’Inter non vince la Champions.
Circa 5000 persone hanno assistito al Trofeo Telecom organizzato tra el vecchie glorie rossonere e del Real Madrid per raccogliere fondi per la fondazione onlus Viva la Vita per combattere il terribile male che costringe Stefano Borgonovo alla carrozzina. Tributo speciale per l’ex attaccante rossonero quello concesso dai pochi tifosi accorsi allo stadio (incasso 57 mila euro) e tanta dimostrazione di gioia e di affetto dalle tante vecchie glorie che hanno fatto la storia dei due club. Borgonovo accompagnato sul terreno di gioco da Maldini ha assistito alle buone giocate di Weah, Boban e Lentini da una parte e Butragueno e Sanchis da bordo campo, le reti di Simone e Fuser regalano il successo al Milan, ma quel che è importante è aver dato un calcio alla SLA.