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  • Messi giura amore eterno al Barcellona

    Messi giura amore eterno al Barcellona

    In un’intervista concessa a Sky Sport per la trasmissione “I Signori del Calcio“, il giocatore attualmente più forte al mondo Lionel Messi ha giurato fedeltà eterna al Barcellona respingendo con molto savoir faire l’interessamento del presidente dell’Inter Massimo Moratti da sempre suo grande estimatore e che sogna sempre di vederlo un giorno indossare la maglia nerazzurra.
    La stella del Barça si è raccontato a 360 gradi, dal paragone con Maradona alla sua nazionale, l’Argentina, dal suo approdo in blaugrana al rapporto con l’allenatore Guardiola con il rivale Cristiano Ronaldo e con l’ex compagno di squadra Ibrahimovic.

    La Pulce, Pallone d’Oro 2009 e 2010, ama la “sua” Barcellona fin da quando vi arrivò all’età di 12 anni grazie alla visione dell’allora direttore sportivo Rexach che gli offrì la possibilità di pagargli le cure per una particolare malattia che gli bloccava la crescita. La stella argentina ha espresso il desiderio di terminare la sua carriera calcistica nelle fila della squadra catalana ringraziando allo stesso tempo Moratti per l’interesse mostrato. Su Guardiola l’attaccante spende parole d’elogio definendolo come un tecnico che è riuscito ad unire un gruppo cambiando la mentalità dello spogliatoio: “Con Guardiola non abbiamo mai avuto problemi. E’ stato lui che mi chiesto di avanzare la mia posizione in modo che potessi giocare più vicino alla porta con ottimi risultati“.

    Inevitabili le domande sul confronto con Maradona: Messi è designato da tutti come il degno erede del Pibe de Oro, la somiglianza tra i due sia tecnica che fisica è sbalorditiva anche se il giocatore non si considera tale perchè come lui stesso spiega “Diego è Diego e ce ne può essere solo uno“. I due però non sono riusciti la scorsa estate a portare fino in fondo l’Argentina ai Mondiali sudafricani venendo eliminati ed umiliati dalla Germania nei quarti di finale. L’obiettivo ora però è la Coppa America che verrà giocata proprio in Argentina. Un appuntamneto che la Seleccion non può assolutamente fallire: “Vogliamo vincerla e sarebbe bellissimo conquistarla nel nostro paese“.

    Infine chiusura dedicata agli ex compagni Ronaldinho e Ibrahimovic e il suo principale antagonista Cristiano Ronaldo: “Dinho con me è stato fantastico, mi ha dato un sacco di consigli utili e lo ringrazierò a vita. Con Ibra avevamo una buona intesa, insieme abbiamo vinto la Liga. Ma lui ha avuto problemi non di natura tecnica di cui non voglio parlare e che lo hanno portato al divorzio con il Barcellona. Con Ronaldo ci rispettiamo, ci salutiamo quando ci incontriamo ma è tutto qui“.

  • Adriano: “Dio mi ha detto è meglio che torni in Brasile”

    Adriano: “Dio mi ha detto è meglio che torni in Brasile”

    Finalmente si fa chiarezza sul caso Adriano e sul suo addio alla società giallorossa. Dopo le ultime dichiarazioni del suo agente Gilmar Rinaldi: “senza di me non si firma nulla” seguenti alle parole del dirigente della Roma Montali, che aveva messo fine all’avventura romana del giocatore brasiliano, comunicando come la società e l’attaccante avessero raggiunto l’accordo per la rescissione consensuale del contratto. Il tutto è stato possibile perché Montali ha trattato l’uscita di Adriano con il suo agente italiano, Roberto Calenda. Lo stesso giocatore ha voluto spiegare le sue motivazioni ai microfoni di Sky: “Sto bene perché sto facendo una cosa veramente di cuore. Ho deciso, insieme alla società, di andare via, per un problema mio. In questa stagione non è andata così bene, mi sono infortunato tre volte, l’ultima è stata la più grave. Noi abbiamo parlato tantissimo insieme, abbiamo deciso di chiudere qua”.

    Il discorso continua e Adriano spiega le sue scelte professionali e la rinuncia ai soldi che gli spettavano per il contratto, per tornare in Brasile accanto alla famiglia: “Potevo anche rimanere in Brasile quando mi hanno lasciato partire la prima volta,- ha spiegato il giocatore ex giallorosso- però non volevo comportarmi di nuovo come avevo fatto con l’Inter. A Milano avevo fatto lo sbaglio di non presentarmi e di parlare per risolvere la situazione, come ho fatto adesso con la Roma. Sto rinunciando a tantissimi soldi, però, come ho detto prima, per prima cosa voglio essere felice con la mia famiglia, con tutti, poi i soldi arrivano. Sono molto soddisfatto, oggi posso uscire di qui con la testa alta, qui non ho mai trattato male nessuno, ho sempre rispettato tutti”.

    Ancora una volta le parole dell’attaccante brasiliano mostrano la sua fragilità a livello emotivo, soprattutto la saudade, la nostalgia della sua terra che troppo spesso ha condizionato la sua vita a livello calcistico e non:  “Io sono una persona molto sensibile, la tristezza si impossessa spesso di me, quindi ho deciso di tornare in Brasile”.

    Nostalgia non solo del Brasile, ma soprattutto della famiglia, come spiega lui stesso con queste parole: “Ho due figli, non sono accanto alla madre, mi mancano troppo anche loro, sono molto attaccati a me. Quando parlo al telefono mi viene da piangere, io non posso più stare lontano da loro. Ormai ho 29 anni, mi devo curare da solo, le cose pesano tantissimo sulle mie spalle”.

    Sui vari motivi che l’hanno fortemente penalizzato in questa stagione alla Roma, e nel suo ritorno in Italia Adriano pensa che il peso maggiore in negativo l’abbiano avuto i continui infortuni subiti: “Penso di essere stato fortemente penalizzato dagli infortuni, non ho avuto fortuna in questa stagione. Quando ho iniziato a stare meglio e ad allenarmi bene, mi sono infortunato. La prima volta mi sono fatto male a un adduttore e sono stato fermo quasi due mesi. Poi sono tornato, ho giocato una partita,- continua l’attaccante brasiliano–  Ranieri ha visto che stavo facendo progressi, ma mi sono infortunato ancora a una caviglia e sono stato fuori ancora due mesi.”

    Il discorso diventa mistico religioso, in seguito con il giocatore che motiva la sua scelta di tornare in Brasile come un segnale divino:“ È difficile giocare quando succedono cose così. Nella mia vita non mi sono mai fermato tanto come in questa stagione, forse è un segno di Dio che dice: ‘Guarda, è meglio che torni in Brasile’. Dopo la caviglia mi ha ceduto una spalla. Ho giocato due partite abbastanza bene, contro il Milan e contro il Chievo, ma poi ho sentito dolore nuovamente. Sono cose che succedono nella vita, bisogna pensare che magari succedono perché devi fare una scelta, io ho scelto di tornare in Brasile”.

     

    (Fonte: Gazzetta dello Sport)

  • La Champions League nei dettagli con Sky HD

    La Champions League nei dettagli con Sky HD

    La tecnologia è entrata nelle nostre case e finalmente possiamo vedere il mondo sotto un'altra ottica. Poco tempo fa ho deciso insieme alla mia famiglia di far il gran salto di qualità passando dal vecchio televisore ad uno di nuova generazione, il negoziante mi ha convinto ad affidarmi all'HD in modo tale da veder immagini nitide e chiare e valorizzare i dettagli.

    Il Decoder My Sky HD


    Tutto questo è vero ma quel che si era dimenticato di aggiungere è che per valorizzare al meglio il mio nuovo televisore avrei avuto bisogno di un Decoder, l'opportunità c'è stata suggerita da Sky che dal normale ricevitore ci consigliò di passare a My  Sky HD. E adesso? Abbiamo scoperto un nuovo mondo.

    Proprio in questi giorni è ricominciata la Champions League con le appassionanti gare ad eliminazione e casa mia è diventata un ritrovo per la mia famiglia ed i miei amici estasiati per la qualità dell'immagine e la cattura dei dettagli dei giocatori preferiti. Vedere la maggiore competizione europea tutta in HD la rende ancora più bella e magica anche se mia mamma e mia sorella non saranno troppo contenti di averci sempre tra i piedi. 

    Immagini della Roma impegnata in Champions League

    Il compromesso però arriva ancora grazie a Sky che il prossimo 27 Febbraio manderà in diretta e ovviamente in Hd la notte degli Oscar su Sky Cinema 1.
    Se avete un televisore HD provate anche voi la piacevole esperienza di My Sky HD ne resterete folgorati.


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  • Mourinho ha nostalgia dell’Italia

    Mourinho ha nostalgia dell’Italia

    In una recente intervista rilasciata a Sky, il vate di Setubal, si racconta a 360 gradi, dalle motivazioni che l’hanno spinto a diventare uno dei migliori allenatori al mondo fino alla nostalgia del nostro paese.

    L’intervista condotta da Christian Panucci parte dagli esordi, ripercorrendo il percorso di studi del portoghese, laureato in Scienze Motorie e con alle spalle diversi anni di lavoro con ragazzi disabili:

    “Per me è stata un’esperienza incredibile perché tutto è psicologico là, tutto è affetto, tutto è emozione. Ti puoi preparare all’università per lavorare con loro, però poi quando arrivi lì, tutto è passione, cuore, è rapporto diretto, empatia”. Josè spiega quindi l’importanza fondamentale che questa esperienza ha dato alla sua vita: “Io ero molto giovane e nello stesso tempo in cui allenavo ragazzi di 14-15 anni, lavoravo nella scuola con questi bambini e bambine e per me questa è un’esperienza fantastica che dopo tu prendi per la vita e tante volte dico ai giocatori, quando loro non sono felici, che devono essere sempre felici e che ci sono tanti problemi nella vita e questi bambini ne sono un esempio”.

    Riferimenti anche al padre ex giocatore che gli ha fatto vedere il mondo del calcio in un’ottica diversa, con la consapevolezza di non essere un fenomeno con la palla al piede e la scoperta della vocazione nel saper dirigere al meglio una squadra: “Ho capito che non potevo essere un grandissimo giocatore: potevo essere un fenomeno quando giocavo con i miei amici vicino a casa mia, ma quando passavo al campionato organizzato diventavo un giocatore come tanti altri. Ho capito che anche da giovane ero più allenatore in campo che giocatore”.

    Si prosegue con i primi anni da assistente al Barcellona e gli splendidi rapporti con Robson e Van Gaal, l’uno l’opposto dell’altro ma entrambi capaci di insegnargli moltissimo. “Io dico sempre che Bobby mi ha dato un opportunità fantastica di andare a Barcellona, perché sono andato con lui, però poi Van Gaal mi ha dato un’autonomia e una fiducia che mi hanno preparato tanto”.

    L’intervista continua nei ricordi della prima panchina conquistata alla guida del Benfica, prima di arrivare a Leira a metà stagione e raggiungere un terzo posto che sa di miracolo sportivo.

    L’approdo al Porto è storia nota con la rifondazione della squadra con moltissimi giovani talenti portoghesi (tra cui ricordiamo Deco) e la conquista del campionato, una coppa Uefa  e addirittura una Champions League! La storia si ripete con il Chelsea dove il portoghese ha portato in bacheca due campionati consecutivi e sfiorato l’impresa in Europa, ponendo le basi per una squadra che ancora oggi mantiene quell’ossatura di giocatori.

    Le domande relative all’Italia arrivano sul finale di intervista, con una risposta che sicuramente gli affezionati apprezzeranno:

    “Dopo l’Inghilterra sono arrivato in Italia e ho trovato un mondo completamente diverso e molto più complesso. Però per me il peggio in Italia è il dopo partita. Non perché non mi piace, mi piaceva tanto parlare in tv, parlare con Gianluca Vialli, Arrigo Sacchi, gente con un’opinione sincera che ti fa pensare e che ti fa imparare. Però dopo una partita voi giocatori siete stanchi e anche noi allenatori lo siamo. Dopo la partita uno deve mangiare, andare a casa, riposare. Invece, dopo una partita, un’ora di tv era pesante ed era la cosa che meno mi piaceva in assoluto. Ma ricordo sempre quello che diceva Crespo quando io l’ho avuto al Chelsea. Hernan mi diceva tante volte, perché io gli facevo tante domande sull’Italia e lui mi diceva sempre : ‘Quando siamo in Italia siamo stanchi dell’Italia, quando non siamo in Italia, l’Italia manca’. . . ed è vero”.

    Il solito Mourinho, mai una risposta banale!

  • Tutta la Champions nelle mani di Sky. Murdoch annienta Mediaset

    Tutta la Champions nelle mani di Sky. Murdoch annienta Mediaset

    Ieri si sono aperte le buste per l’assegnazione dei diritti tv della Uefa Champions League per il triennio 2012/2015 e con molto stupore si è scoperto che Sky ha presentato un offerta fuori mercato che la renderà l’unica piattaforma a trasmettere la massima competizione europea.

    La tv di Murdoch ha acquisito per una cifra superiore ai 100 milioni di euro l’esclusiva sia via satellite che digitale terrestre per il prossimo triennio pagando una cifra spropositata per aver qualcosa in meno. Dal 2012 l’Italia infatti avrà due squadre alla fase a gironi più la terza ai preliminari, con l’obbligatorietà di trasmettere in chiaro la partita del mercoledi la piattaforma satellitare praticamente si è svenata per una sola partita esclusiva.

    La mossa strategica è fatta proprio contro Mediaset per togliere potere di contrattazione facendosi preferire anche per il campionato seppur a prezzi più alti. Da quest’altro comunque non stanno a guardare e già ieri è partito un ricorso all’antitrust per abuso di posizione dominante:

    “Mediaset prende atto che, ancora una volta, Sky ha abusato della propria posizione dominante accaparrandosi tutti i diritti televisivi pay di una rilevante competizione calcistica internazionale. Il valore offerto è infatti al di fuori di ogni logica economica e motivato esclusivamente dalla volontà di eliminare qualunque tipo di concorrenza. E privare i telespettatori della scelta di quale offerta in pay tv guardare”

  • Diritti tv: rigettato il ricorso di Conto Tv. Il campionato è salvo

    Arriva il verdetto del Tribunale e arride a Sky e alle società di calcio. Il ricorso presentato da Conto Tv viene rigettato e il campionato è salvo.

    Conto Tv contestava il contratto di assegnazione – che vale anche per i prossimi due anni – tra la Lega Calcio e Sky che alle squadre di Serie A e B garantiva 1.140 milioni di euro per gli introiti legati ai diritti Tv e gran parte del loro fatturato.

  • Diritti tv, il Tar dà ragione a Conto Tv. La Lega Calcio trema

    Il Tar ha accolto il ricorso presentato da Conto Tv per l’annullamento della delibera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dello scorso 18 gennaio. E’ stata considerata nulla la delibera con cui l’Antitrust aveva valutato l’istruttoria per abuso di posizione dominante in merito alle modalità organizzative della gara per l’assegnazione dei diritti satellitari per i campionati di Serie A delle stagioni 2010/11 e 2011/12.

    La Lega Calcio potrebbe adesso esser costretta a rivedere l’accordo chiuso con Sky per i prossimi due campionati per 1,2 miliardi di euro. E’ chiaro che sarebbe un ulteriore colpo basso per le squadre di calcio già sull’orlo del baratro e tenute in vita solo dai diritti tv.

  • Diritti tv: il re del porno sfida Sky, anche Conto tv interessata alla serie A

    Il patron di Conto Tv Marco Crispino da tempo aveva dichiarato guerra alla Lega Calcio e a Sky sulla vendita degli interi diritti per la trasmissione criptata del campionato di serie A e per il momento pare che abbia vinto la prima battaglia. Il Tribunale di Milano infatti ha bloccato l’assegnazione dei diritti televisivi satellitari della Serie A 2010-2012 assegnati a Sky e ha vietato alla Lega Calcio di procedere nell’esecuzione del contratto a favore dell’emittente di Rupert Murdoch.

    Crispino accusa la Lega Calcio di aver creato un solo pacchetto per la vendita dei diritti della seria A per il satellitare cosa invece che non è avvenuta con il digitale terrestre avvantaggiando cosi Sky per le sue enormi potenzialità economiche. Il patron di Conto Tv in un intervista concessa a Repubblica (leggi) senza svelare quali siano i suoi piani fa capire di poter esser interessato all’acquisizione della pay tv facendo ipotizzare un misterioso finanziatore alle sue spalle. Nega però che ci possa esser Berlusconi dietro di lui, come ripicca per i rapporti tesi tra Sky e Mediaset degli ultimi periodi“Si vede che non mi conoscono, non conoscono Marco Crispino: dietro di me non c’è Berlusconi. E poi, scusi, tutti dicono che il Presidente del Consiglio non sia in grande sintonia con il tribunale di Milano”.

  • Mediaset e Sky nella bufera. Gli abbonati accusano Caressa, Bergomi e Longhi e Piccinini di esser filo interista

    Nelle rete rimbalza ormai da un paio di giornate la protesta degli abbonati alla pay-tv di Mediaset Premium e Sky sul modo di commentare le partite, la coppia di Sky composta da Caressa e Bergomi e i telecronisti principe di Mediaset Longhi e Piccinini vengono accusati di esser filo interisti nella loro telecronaca condizionando la posizione dei tifosi e generando cosi una sorta di idea di vittimismo in essi.

    Gli episodi di discussione sono gli stessi per le due emittenti si va dalla prima giornata: quando i telecronisti non hanno enfatizzato la mancata espulsione di Materazzi e un rigore inesistente concesso a Milito contro il Bari, mentre è stata vivisezionata la rete annullata alla Lazio contro la Juventus. Il turno infrasettimanale ha poi contribuito ad alzare il tenore della polemica, se avete la possibilità di rivedere le telecronache in Inter-Napoli il gol in fuorigioco di Milito viene passato subito da regolare, per poi passare a dubbio e alla fine difficile da vedere. In maniera diversa viene valutato il gol regolare di Iaquinta che solo all’ennessima moviola si è potuto dire che forse l’attaccante era avanti con il braccio.

    Siamo solo alla quinta giornata e la polemica è già alle stelle con i protagonisti tutt’altro che orientati a placare i toni, Ferrara protesta per i gol annullati contro il Genoa, Mourinho sceglie il silenzio per manifestare la sua disapprovazione ma è Materazzi a voler fare il moralizzatore richiamando il presidente Nicchi ad una equità di comportamenti nel descrivere gli episodi e polemizzando sulla mancata espulsione di Felipe Melo per insulti all’arbitro.

    Dite la vostra partecipando al nostro sondaggio e lasciando i vostri commenti:

    Sky e Mediaset sono filo interista?

    • si (74%, 17 Voti)
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    Totale Votanti: 23

  • Roma: la prima di Ranieri commentata da Spalletti

    Roma: la prima di Ranieri commentata da Spalletti

    Luciano SpallettiChiusa la dieci giorni delle nazionali riprende il campionato con novità importanti: in casa Roma non c’è piu Luciano Spalletti ma in panchina siederà il romano Claudio Ranieri. C’è molta curiosità per vedere i cambiamenti tattici apportati dall’ex tecnico juventino; messo in soffitta il 4-2-3-1, tanto caro a Spalletti, per il piu pragmatico e coperto 4-4-2 tanto chiaro a Ranieri.

    I giallorossi recuperano il brasiliano Juan che farà coppia in mezzo alla difesa con il francese Mexes, sulla destra è probabile il primo cambio importante tra i due tecnici, Ranieri infatti sembra orientato a schierare il difensore puro Burdisso al posto del piu mobile Motta. A centrocampo confermatissimi i centrali De Rossi e Pizarro, Taddei dovrebbe giostrare sulla destra, a sinistra altro dubbio per il nuovo tecnico  tra Guberti e Menez, attacco titolare con il capitano Totti e Mirko Vucinic recuperato e a segno ieri con la sua nazionale.

    Ma la novità più divertente dovrebbe arrivare nel dopo partita dove Luciano Spalletti, passato dal terreno di gioco alle poltroncine sky, potrebbe trovarsi nel difficile e curioso compito di commentare la Roma e magari porre qualche domanda tecnica al suo subentrato Ranieri.