Tag: Simone Pepe

  • La Juve non fa sconti e il Napoli sciupa l’occasione Champions

    La Juve non fa sconti e il Napoli sciupa l’occasione Champions

    La Juventus non molla mai, anche nella serata della festa scudetto, anche nel giorno in cui vengono schierate diverse seconde linee, i bianconeri non concedono nulla ad un Napoli che aveva un disperato bisogno di punti per cercare di tenere viva la corsa Champions. 

    Al fischio finale è 3-1 con il Napoli, davvero poco efficace nel primo tempo e che va sotto per il gol di Pereyra. Nella ripresa Benitez toglie un pessimo Higuain per Gabbiadini e la manovra ne trae beneficio. Dopo 5 minuti, Banti concede un rigore che Insigne sbaglia ma David Lopez ribadisce in gol. Sembra un momento buono per gli azzurri ma Sturaro prima, s’inventa il gol del 2-1, e Britos poi, testata a palla lontana in area a Morata con rosso e rigore trasformato da Pepe, permettono ai bianconeri di ottenere il successo e rendere la corsa del Napoli verso la Champions sempre più complessa.

    La festa Scudetto della Juventus | Foto Twitter
    La festa Scudetto della Juventus | Foto Twitter

    Veniamo al racconto della gara.

    Allegri, nel giorno della festa, opta per un turnover abbondante con tanti big in panchina e diverse seconde linee in campo, torna Asamoah in difesa, mentre in avanti si rivede Coman, a fianco di Morata.

    Benitez che ha di fronte una gara cruciale, a sorpresa esclude Hamsik e Gabbiadini. Alle spalle di Higuain infatti si posiziona il trio Mertens-Callejon-Insigne.

    La partenza mostra un Napoli aggressivo che prova a spaventare una Juve decisamente rilassata, l’unico pericolo arriva con un tiro di Insigne respinto da Buffon. I bianconeri crescono, prendono fiducia e al 13° passano: perfetta scucchiaiata di Coman per Pereyra che lascia rimbalzare il pallone e batte Andujar. Il gol sembra una vera e propria mazzata per il Napoli che non ha alcuna reazione nell’immediato. Ci prova con tanta generosità Mertens ma la sua conclusione esce oltre la traversa. Al 35° punizione dal limite di Pogba, palla fuori di niente. La prima frazione si chiude con la Juventus avanti per 1-0.

    Si riparte con Benitez che cerca di correre ai ripari inserendo subito Gabbiadini, ciò che stupisce è che ad uscire è Higuain. Al 49° Banti vede un tocco di mano di Asamoah in area e fischia rigore, parte Insigne, Buffon respinge ma David Lopez è lesto a ribadire in gol. La rete da fiducia al Napoli che prova subito a premere ma la Juventus è attenta e lascia pochi varchi. Coman pare imprendibile per la difesa del Napoli, il giovane francese però al momento dell’ultimo passaggio è impreciso. Al 69° David Lopez va vicino alla doppietta ma la sua bella conclusione al volo è salvata da Buffon che sul successivo corner chiude sul colpo di testa da vicino di Hamsik. La Juventus cresce pian piano e al 77° ritrova il vantaggio con una gran giocata di Sturaro che si libera come un vero attaccante e batte Andujar. La reazione del Napoli è rabbiosa, i partenopei si buttano in avanti a testa alta ma la difesa della Juventus tiene. Al 88° Buffon torna ad esser super neutralizzando un colpo di testa da vicino di Gabbiadini. Nel recupero, follia di Britos che in area nervosissimo rifila una testata a Morata. Banti non può esimersi da espellere il difensore del Napoli e concedere il rigore alla Juventus che Pepe trasforma per il 3-1 finale. Gioia Juve, parte la festa, per il Napoli la Champions si fa sempre più lontana.

     

    JUVENTUS – NAPOLI 3-1 (13° Pereyra (J), 49° David Lopez (N) 77° Sturaro (J), 93° Pepe (J))

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Padoin, Barzagli (46° Bonucci), Ogbonna, Asamoah; Pogba, Marchisio (71° Pirlo), Sturaro; Pereyra (78° Pepe); Morata, Coman.

    Allenatore: Allegri.

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez, Gargano (78° Jorginho); Insigne (68° Hamsik), Callejon, Mertens; Higuain (46° Gabbiadini).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Banti.

    Ammoniti: Asamoah (J)

    Espulsi: Britos (N)

  • Juve campione d’Italia, ora caccia ai 100 punti

    Juve campione d’Italia, ora caccia ai 100 punti

    La Roma perdendo col Catania aveva consegnato aritmeticamente lo scudetto ai bianconeri. Un bel regalo, certo, che però ha forse “rovinato” la festa dello Juventus Stadium: non il 5 maggio ma un giorno prima è arrivata la conquista del terzo titolo consecutivo. A questo punto la Juve punta a battere record su record: nel mirino particolarmente i 100 punti (vincendo con Roma e Cagliari si arriverebbe a 102, con un pareggio sarebbero 100 tondi tondi) e il record di 97 punti dell’Inter, che si può comodamente battere.

    Altro record impressionante della Juve è quello delle 18 vittorie su 18 in casa (con appena tre pareggi e due sconfitte fuori casa). Forse per preservare i giocatori importanti per la partita con la Roma, forse per far riposare i top players, Conte ha fatto molto turn-over in tutte le zone del campo, compresa la porta.

    Conte che festeggia con la figlia Vittoria
    Conte che festeggia con la figlia Vittoria

    La partita è stata dominata dai bianconeri ma l’Atalanta ha retto bene fino al 72°: tocco di Pogba, arriva da dietro Padoin che col destro la mette dentro. Gol dell’ex per lui, che trova il secondo gol in maglia bianconera (il primo era stato il pokerissimo nello 0-5 a Firenze di due anni fa).

    Da segnalare finalmente il ritorno in campo di Simone Pepe, che è subentrato a Lichtsteiner e ha giocato 5  minuti più recupero. In questa stagione il giocatore di Albano Laziale aveva totalizzato una presenza in Coppa Italia con l’Avellino e due presenze in Primavera (con Spezia Sampdoria, trovando anche il gol nella partita contro i liguri).

    Le pagelle del match:

    JUVENTUS: Storari 6, Barzagli 6, Ogbonna 6, Chiellini 6,  Lichtsteiner 6 (dall’85° Pepe SV), Padoin 6.5, Marchisio 6, Pogba 6, Peluso 6, Osvaldo 6 (dal 65° Tevez 6), Giovinco 6 (dal 45° Quagliarella 6.5)

    ATALANTA: Consigli 6, Bellini 6, Lucchini 5.5 (dal 46° Benalouane 5.5), Yepes 5.5 (dal 77° Nica SV), Brivio 6, Raimondi 5.5  (dal 64° Estigarribia 6), Baselli 6, Carmona 5, Bonaventura 6, Moralez 5.5, Denis 5.5

  • Simone Pepe si opera, stagione finita

    Simone Pepe si opera, stagione finita

    Era difficile ipotizzare una stagione maggiormente sfortunata di quella presente per Simone Pepe, centrocampista ventinovenne della Juventus, flagellato da ben quattro ricadute connesse all’infortunio al flessore della coscia sinistra che gli hanno finora impedito di scendere in campo, praticamente dall’inizio dell’anno, considerando che il suo calvario iniziò proprio su terreno di gioco dello stadio San Nicola di Bari, che anche nel mese di Agosto era in pessime condizioni, durante il Trofeo Tim in cui l’arbitro gli impose di togliere una protezione al flessore per questioni cromatiche. Da allora si sono succeduti miglioramenti e riacutizzarsi del problema, che gli hanno impedito di fatto di poter dare il suo contributo alla squadra in campo considerando che la sua ultima “apparizione” risale al mese di Novembre, ed in particolare nel corso della gara di campionato contro la Lazio allo Juventus Stadium in cui scese in campo per soli 21 minuti. Proprio per questo motivo, dopo diversi consulti medici e consulenze di luminari, dopo essersi sottoposto ad accurate analisi oggettive ed a seguito di un’attenta riflessione in merito, il centrocampista juventino ha comunicato quest’oggi la decisione di sottoporsi a intervento chirurgico per cercare di porre rimedio una volta per tutte al problema che lo affligge e per poter guarire definitivamente pur accettando di dover stare lontano dai campi ancora a lungo e, verosimilmente, fino all’inizio della prossima stagione.

    Simone Pepe si opera, stagione finita | © Paolo Bruno/Getty Images
    Simone Pepe si opera, stagione finita | © Paolo Bruno/Getty Images

    La decisione di sottoporsi al piccolo intervento chirurgico è stata comunicata dallo stesso Simone Pepe ai microfoni di Sky Sport ed è stata valutata attentamente per permettergli di “rientrare il prima possibile” anche se i tempi di recupero, ovviamente, non possono ancora essere conosciuti con precisione.

    Nonostante il momento difficile e delicato anche dal punto di vista psicologico, fortunatamente sembra che Simone Pepe non abbia perso il suo proverbiale ottimismo che lo hanno reso uno degli uomini più importanti all’interno dello spogliatoio bianconero, anche in questi mesi di assenza dal terreno di gioco, considerando che Simone Pepe ha comunque continuato a restare vicino alla squadra, recandosi regolarmente a Vinovo per il programma di allenamento differenziato e partecipando attivamente, dal punto di vista del supporto morale, alla costruzione di quest’annata che lui stesso definisce “ottima” e nella quale la Juventus – a suo avviso – può sognare sia lo scudetto che la Champions League, soprattutto perchè “sognare non costa nulla e abbiamo dimostrato di essere una grande squadra in Italia e in Europa”. 

    Simone Pepe, dunque, non ha mai smesso di fornire il suo supporto motivazionale alla squadra e senza dubbio continuerà a farlo fino alla fine della stagione, anche se sarà costretto ad assistere dalla tribuna, ed è per questo motivo che anche la società, per voce dell’ad Beppe Marotta in persona, ha voluto tributargli parole importanti alla vigilia dell’intervento chirurgico al quale ha deciso di sottoporsi, esprimendo l’affetto del club bianconero nei confronti del giocatore che “ha dato molto alla Juventus nella passata stagione”, augurandosi che grazie all’operazione il suo calvario possa finire  e auspicando una pronta guarigione che gli possa consentire di tornare presto ad essere “uno dei nostri”.

  • Simone Pepe fuori dal tunnel, Conte ripropone il 4-3-3?

    Simone Pepe fuori dal tunnel, Conte ripropone il 4-3-3?

    La gara contro la Lazio di sabato pomeriggio alle 18 porterà in casa Juventus qualche novità, in particolare in un momento stagionale fitto d’impegni in cui è necessaria una giusta ed attenta rotazione per dosare al meglio le energie e le risorse disponibili. In tal senso, il primo gradito ritorno sarà quello di Simone Pepe, al rientro dopo aver percorso un tunnel buio e ricco di insidie.

    Dopo essere stato uno degli uomini più importanti della scorsa stagione, in termini di corsa, condizione atletica e duttilità tattica, dopo esser stato uno dei più “attivi” durante i festeggiamenti per lo scudetto conquistato, l’estate di Simone Pepe si è trasformata in un incubo, in una corsa ad ostacoli improvvisa, sia sul piano fisico che psicologico. Prima l’infortunio subito nel torneo Tim di Bari, con lesione di primo grado del muscolo semimembranoso della coscia sinistra, e poi – quando sembrava prossimo alla guarigione – problema al polpaccio. Il tutto condito dall’uragano scommessopoli che lo ha coinvolto al pari di Leonardo Bonucci e che si è concluso, poi, con l’assoluzione di entrambi: ma, mentre Bonucci è riuscito a rimanere concentrato sul campo e sulla preparazione estiva, Pepe è stato maggiormente turbato e distratto dalla vicenda e ciò ha condizionato anche i tempi di recupero dall’infortunio e la sua preparazione stagionale; a ciò si sono aggiunti anche il litigio con mister Conte e le voci di mercato che lo volevano in partenza. Un periodo nero, insomma, che avrebbe potuto piegare chiunque. Alla luce di questo, la stagione di Simone Pepe non è ancora iniziata “in campo” anche se, secondo Pulvirenti, sarebbe stato uno dei principali artefici della vittoria juventina a Catania, andando a protestare con il guardalinee per chiedere l’annullamento del gol di Bergessio: questa, però, è un’altra storia.

    Contro la Lazio, dunque, potrebbe ritornare a calcare il manto erboso, e mister Conte potrebbe ritrovare una pedina fondamentale per il suo scacchiere tattico, ritornando a quel modulo 4-3-3 tanto caro al mister salentino, in cui Simone Pepe interpreta alla perfezione il ruolo di esterno destro offensivo, non disdegnando gli inserimenti ed il tiro che, nella scorsa stagione, spesso è andato a buon fine come, ad esempio, proprio nella gara contro la Lazio disputata allo Juventus Stadium lo scorso 11 Aprile. La possibilità di adottare il 4-3-3 potrebbe, all’occorrenza, fornire quel pizzico di necessaria imprevedibilità al gioco juventino che, dopo un anno e mezzo, molti allenatori avversari hanno studiato ed imparato a conoscere anche se, in realtà, solo pochi hanno saputo contrastare.

    Simone Pepe al rientro con la Lazio | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Ma, anche senza il 4-3-3, la presenza di Pepe potrebbe rivelarsi molto preziosa per la duttilità tattica che lo scorso anno gli ha consentito di giocare in quattro diversi ruoli: da esterno destro e sinistro, da mediano al posto di Marchisio, e anche da seconda punta: Simone Pepe è, dunque, quel che si definisce un “valore aggiunto” all’interno di una squadra, e potrebbe esserlo ancor di più facendo leva sulla sua voglia di riscattare le difficoltà subìte e di recuperare il tempo perduto.

    Il ritorno di Simone Pepe non sarà, però, l’unica novità in campo sabato pomeriggio: a causa della squalifica di Andrea Pirlo, infatti, Antonio Conte sembra intenzionato a concedere nuovamente fiducia a Paul Pogba, dopo i ritardi in allenamento, l’esclusione dalla trasferta di Pescara e le scuse del giovane francese. Giocando da vice-Pirlo il suo compito non sarà affatto agevole ma il suo processo di crescita e formazione passa anche da questo e, pertanto, dovrà dimostrare di poter essere un valido sostituto puntando sul suo indiscutibile talento. In attacco, invece, tornerà Mirko Vucinic che ha ormai superato la botta al polpaccio rimediata contro l’Inter e proverà a ritrovare la via del gol casalingo.

  • E’ piccola Juve in Europa. In attacco le lacune maggiori dei bianconeri

    E’ piccola Juve in Europa. In attacco le lacune maggiori dei bianconeri

    Il pareggio in casa del modesto Nordsjaelland ha fatto tornare alla ribalta i vecchi, e forse pochi in proporzione ad altre squadre, difetti di una Juventus che in campionato va come un treno ma che in Champions stenta, e pure parecchio. Per primeggiare anche in Europa c’è la necessità di qualche aggiustamento nell’organico a disposizione di Antonio Conte. Quello più evidente riguarda l’attacco: anche in Danimarca si è creato tantissimo ma si è concretizzato solo il gol di Vucinic. Quasi trenta tiri verso la porta avversaria ed un solo gol. C’è evidentemente qualcosa che non va.

    E non sono solo le parate di Hansen, ma più in generale la mancanza di freddezza sotto porta. Ieri sera è stato decisivo Vucinic, visibilmente debilitato da uno stato influenzale che dura ormai da diversi giorni ma abile a trasformare in gol l’unico pallone utile che gli sia capitato tra i piedi. C’è da dire però che il montenegrino nelle due precedenti gare europee non aveva brillato. Per il resto la situazioni non è delle migliori. Matri ha ancora una volta dimostrato tutti i propri limiti lontano dall’Italia: qualche colpo di testa su calcio piazzato e nulla più. Sembra aver perso quello smalto e quell’istinto del gol che aveva sino all’inizio della passata stagione. Giovinco, nonostante si dimeni tantissimo su tutto il fronte offensivo, sembra si sia dimenticato come si fa gol: le occasioni lui le ha, ma non riesce mai a concretizzarle, innervosendosi di conseguenza.

    Poi c’è Bendtner, arrivato in assenza del top player ma che di quest’ultimo ha veramente poco. E’ vero, ha giocato poco e forse per i tifosi juventini c’è stato più modo di vederlo con la sua nazionale contro l’Italia che in bianconero, ma per parola di Angelo Alessio ancora deve inserirsi nei meccanismi della squadra. Inoltre ha avuto una ghiotta chance contro il Nordsjaelland con la sua specialità preferita, il colpo di testa. Ma gli esiti sono stati davvero disastrosi. Finiamo poi con Quagliarella: il gol con il Chelsea e la successiva doppietta in campionato lo avevano fatto tornare nel giro dei titolari, ma dopo due gare brillanti è tornato nell’anonimato, anche se ieri sera è finito fuori, presumibilmente, per motivi derivanti da un’intervista.

    Insomma nel reparto offensivo juventino sembra mancare quel centravanti in grado di garantire gol con una certa costanza e sbloccare gare che poi sfociano inesorabilmente in passi falsi come quello di ieri sera. A gennaio in questo senso si dovrà assolutamente intervenire sul mercato, anche se in ottica Champions potrebbe essere molto tardi: il girone eliminatorio infatti terminerà a dicembre. Sino ad allora ci sarà da soffrire per i tifosi della Juventus che potranno sperare sui gol degli altri reparti, come accaduto con Vidal a Londra e Bonucci in casa contro lo Shakhtar. Ma se l’attacco ha le sue responsabilità e la società dovrebbe muoversi in tal senso, per una grande Juve anche in Europa sembrano necessari anche altri correttivi.

    Alessandro Matri
    Alessandro Matri © Jonathan/Getty Images

    A partire dalla difesa: in campionato i bianconeri hanno il miglior reparto arretrato, non avendo subito reti in quattro degli otto incontri sin qui giocati. E vi è da dire che i quattro match in cui Buffon è stato superato (Udinese, Genoa, Roma e Siena) sono stati comunque vinti dai piemontesi, rendendo inutili le reti avversarie. In Europa invece il discorso è diverso: in tre gare la Juventus ha sempre subito reti, quattro per la precisione. Il Nordsjaelland, prima di affrontare la squadra di Conte, non aveva mai fatto gol. Dati che dovrebbero indurre la dirigenza bianconera ad investire qualcosa per rinforzare un reparto che se in Italia sembra non avere eguali, in Europa ancora non sembra essere sufficiente. L’innesto di Lucio infatti non sembra aver dato gli esiti sperati, per questo in futuro bisognerebbe affiancare un difensore di spessore continentale a quelli già presenti.

    Altre lacune arrivano poi dagli esterni. Lichtsteiner è l’unico che ha un rendimento costante. Lo stesso Asamoah, che sta facendo grandi cose in Italia, nei primi due match europei non ha regalato spunti particolari, anche se vi è da dire che quello non è il suo ruolo originario. Entrambi ieri sera erano fuori per infortunio, e la cosa si è notata. Per il resto infatti c’è davvero molto poco. De Ceglie ha fatto intravedere qualcosa di buono ma non sembra in grado di poter fare la differenza o comunque giocare sempre su grandi livelli in Europa. Isla sembra lontano anni luce dallo sgusciante laterale di Udinese mentre la questione riguardante Pepe assume sempre più i connotati di un mistero: infortunato da quest’estate sembra sempre in procinto di rientrare ma non lo fa mai.

    Poteva essere un’arma in più, ma sinora è uno dei grandi misteri di questa Juve. Caceres, che esterno non è, ogni qualvolta viene chiamato in causa fa il suo e forse anche più come visto contro il Napoli. Ieri doveva partire titolare ma misteriosamente gli è stato preferito Isla. A conti fatti servono almeno tre innesti, ma quello riguardante l’attacco sembra essere più urgente: per una grande Juve in Europa servono grandi giocatori a livello continentale.

  • 10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    10 mesi per Antonio Conte. Assolti Pepe e Bonucci

    Continua il calvario giuridico mediatico per l’allenatore della Juventus Antonio Conte che si è visto confermare dalla Corte di Giustizia Federale, la squalifica di 10 mesi emessa dalla Commissione Disciplinare in primo grado.

    Sospiro di sollievo, per il momento, per Simone Pepe e Leonardo Bonucci, assolti anche nel secondo grado della giustizia sportiva e sconto di due mesi (squalifica di otto ridotta a sei) per Angelo Alessio vice di Conte alla Juventus ed al Siena in merito all’omessa denuncia della presunta combine della partita Albinoleffe – Siena.

    Dopo una lunghissima Camera di Consiglio, la Corte di Giustizia Federale ha quindi così confermato la squalifica di 10 mesi per l’allenatore bianconero. I giudici hanno evidenziato la loro indecisione sulla sorte di Conte essendo rimasti sino all’una di notte per prendere comunque una decisione che farà molto discutere. Non si capisce infatti perché ridurre la squalifica ad Angelo Alessio, vice di Conte anche al Siena, e confermare i 10 mesi di stop al tecnico leccese, saranno quindi molto interessanti le motivazioni che i giudici Federali presenteranno nei prossimi giorni.

    Antonio Conte ©ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Respinti quindi i ricorsi della Procura Federale relativi a Pepe, Bonucci, Belmonte e Salvatore Masiello, che restano prosciolti per Udinese-Bari. Respinto anche l’appello per Portanova e Di Vaio in relazione a Bologna-Bari (restano i sei mesi per omessa denuncia a Portanova). Il Lecce ha visto la conferma della sua esclusione dal campionato di B mentre è stato accolto il ricorso del Grosseto che resta nella serie cadetta. Confermato il proscioglimento di Vives mentre non è stato accolto il ricorso di Pesoli che si era incatenato sotto la Federcalcio. Per lui resta la squalifica di primo grado.

    Adesso per Antonio Conte rimane il ricorso al Tnas (Tribunale nazionale dell’arbitrato sportivo) dove la FIGC non sarà più organo inquirente e giudicante (anomalia assurda nel panorama della giustizia sportiva), ma sarà semplicemente parte con il sospetto che il giudici d’appello non abbiamo apportato lo sconto di pena a Antonio Conte in questo grado di giudizio, convinti invece di una forte riduzione che comunque ci sarà nel terzo grado davanti al CONI ed evitare così una clamorosa assoluzione del tecnico bianconero che avrebbe il sapore di beffa per la giustizia sportiva italiana, desiderosa come non mai di vedersi confermata una “condanna” esemplare.

  • Pepe e Bonucci presenti. Ecco perchè Palazzi crede a Masiello

    Pepe e Bonucci presenti. Ecco perchè Palazzi crede a Masiello

    Seconda giornata all’ostello della Gioventù del Foro Italico in Roma, luogo in cui si decidono i destini sportivi di numerosi calciatori e società in merito alle vicende del calcioscommesse emerse dalle indagini della Procura di Bari.

    Dopo lo show messo in atto ieri dai legali di Antonio Conte con una Giulia Bongiorno agguerritissima e desiderosa di smontare pezzo dopo pezzo il puzzle accusatorio messo in arte dal procuratore federale Stefano Palazzi e sostanzialmente basato sulle dichiarazioni del pentito Filippo Carobbio, oggi è il turno di Simone Pepe e Leonardo Bonucci che dovranno cercare di confermare la sentenza di assoluzione ottenuta in primo grado dalla Commissione Disciplinare.

    Stefano Palazzi intende far affermare l’attendibilità di Andrea Masiello, altro pentito di lusso, attendibilità che la Commissione Disciplinare in primo grado non ha assolutamente ravvisato ribaltando completamente con delle clamorose assoluzioni, le richieste di condanna di Palazzi. Come Giulia Bongiorno ieri, oggi è il turno di Gian Pietro Bianchi, legale di Bonucci, a cui viene affidato il compito di minare la credibilità di Andrea Masiello.

    Il procuratore Federale Stefano Palazzi ©ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Queste sono le sue parole dopo l’arringa difensiva: “Andrea Masiello si contraddice più volte e non dice la verità, come rilevato dalla Commissione Disciplinare. Leonardo Bonucci è una persona credibile e non è mai stato ascoltato perché indagato, ma solo come persona informata sui fatti. La combine di Udinese-Bari, per Masiello, spunta solo il 4 aprile, quando ammette di aver parlato con Bonucci sul campo di allenamento prima della partenza del compagno per il ritiro con la Nazionale, salvo poi modificare ancora la propria versione, precisando di aver parlato con Bonucci a Udine, sul pullman. Come può la Procura ritenere coerente e credibile Masiello?”

    Come per la situazione di Conte che fa parte del filone della Procura di Cremona anche per quella di Pepe e Bonucci che invece fa parte del filone della Procura di Bari, i verdetti saranno attesi a giorni infatti, Il presidente della Corte di giustizia federale, Gerardo Mastrandrea, ha annunciato che la Corte si riunirà in camera di consiglio già dal primo pomeriggio di oggi.

  • Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Calcioscommesse, Antonio Conte punta al proscioglimento

    Inizia oggi il processo d’appello del secondo processo sul calcioscommesse che vede come protagonista ed imputato d’eccezione, l’allenatore della Juventus Antonio Conte. Chiamati a difendersi anche il vice di Antonio Conte, Angelo Alessio nonché i giocatori della Juventus, Simone Pepe e Leonardo Bonucci, quest’ultimi assolti in primo grado dalla Commissione Disciplinare ma richiamati in causa dall’Appello presentato da Stefano Palazzi.

    Sarà un appello velocissimo, il tutto si dovrà concludere necessariamente prima dell’inizio del Campionato e le difese avranno oggi, cinque o al massimo dieci minuti di tempo per tentare di ammorbidire le sentenze di primo grado.

    Ovviamente la difesa più attesa sarà quella di Antonio Conte che più che difendersi vuole assolutamente giocare in attacco puntando addirittura al proscioglimento. L’allenatore della Juventusè fermamente deciso ad andare fino in fondo dopo la rottura con gli avvocati juventini che hanno puntato sin da subito ad un patteggiamento.

    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images

    L’allenatore bianconero non vuole pagare per colpe, secondo lui, non sue e non vuole, ovviamente pagare in quanto sopratutto allenatore della Juventus. Gli avvocati della Vecchia Signora hanno attuato sino ad ora la stessa strategia usata durante lo scandalo Calciopoli che ha finito poi per essere una tattica suicida considerate le intercettazioni uscite anni dopo.  Adesso l’avvocato di punta per Antonio Conte sarà Giulia Bongiorno, esperta di diritto penale che tenterà di trovare la via giusta per ottenere l’assoluzione dell’allenatore leccese puntando in primis sulle numerose contraddizioni del pentito Filippo Carobbio nelle sue dichiarazioni. Anche l’accusa non starà certo a guardare, il procuratore federale Stefano Palazzi è fermamente deciso a dare un senso alle sue attività avendo in proprio possesso, dei nuovi elementi a sostegno delle tesi dell’accusa.

    Oggi quindi spazio alle difese con Antonio Conte in aula, mentre le sentenze d’appello dovrebbero arrivare tra due giorni in tempo per l’inizio del Campionato di serie A che avverrà sabato 25 agosto.

  • Da Stephan Lichtsteiner i soldi per il top player

    Da Stephan Lichtsteiner i soldi per il top player

    Quando lo sceicco chiama è difficile non rispondergli. Il Paris Saint Germain torna ancora una volta in Italia a caccia di nuovi obiettivi per completare il già faraonico organico per puntare dritti alla vittoria della Champions League. La nuova richiesta di Carlo Ancelotti è un terzino destro e Leonardo, come sempre pronto ad accontentarlo, questa volta vuol far breccia nella dirigenza bianconera per strappare il si per Stephan Lichtsteiner. Il terzino, adattatosi egregiamente nella scorsa stagione al nuovo ruolo di esterno di centrocampo, è stato uno dei giocatori determinanti per la conquista dello scudetto abbinando al solito dinamismo grande qualità nei cross dal fondo e denotando un apprezzabile senso della posizione.

    Arrivato nella scorsa stagione dalla Lazio il ventottenne difensore svizzero potrebbe andare a completare il dream team costruito da Leonardo al Paris Saint Germain allettato oltretutto dalla faraonica proposta di un quadriennale da 4,8 milioni di euro a stagione.

    Stephan Lichtsteiner vicino al PSG | ©Getty Images
    La Juventus nonostante reputi il giocatore uno delle pedine cardine dello schieramento di Antonio Conte non sembra indifferente all’offerta del club francese tanto che in molti nelle ultime ore parlano di trattativa possibile. Marotta per strapparlo a Lotito nella scorsa stagione arrivò a pagare 10 milioni di euro per il cartellino e quindi adesso si aspetta dal Paris Saint Germain un’offerta congrua e come spesso si usa dire “irrinunciabile”. Le indiscrezioni che arrivano dagli ambienti vicini alla Juventus raccontano di un accordo possibile intorno ai quindici milioni di euro mentre tra il giocatore e il club transalpino l’intesa è praticamente totale.

    Da Stephan Lichtsteiner i soldi per il top player Chi sostituirebbe Stephan Lichtsteiner nell’out destro della Juventus? Nelle idee della società (Conte che ne pensa?) l’organico bianconero dispone già delle alternative allo svizzero: Martin Caceres e Mauricio Isla. L’uruguaiano ha già dimostrato nella passata stagione di sapersi adattare anche al ruolo di esterno destro con una difesa a tre, mentre Isla dopo il brutto infortunio della scorsa stagione con la maglia dell’Udinese è dato finalmente in recupero. All’occorrenza poi potrebbero occupare quel ruolo Simone Pepe (squalifica permettendo) e Simone Padoin . Il ricavato dell’operazione Lichtsteiner allora verrebbe investito per arrivare al tanto agognato top player per l’attacco.

  • Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Palazzi crede a Masiello, impugnate le sentenze della Disciplinare

    Ci avevano creduto. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha aspettato gli ultimi cinque minuti utili per impugnare le sentenze della Corte Disciplinare presieduta da Sergio Artico costringendo così gli avvocati di Ferdinando Coppola, Roberto Vitiello, Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte, Salvatore Masiello, Daniele Portanova, Marco Di Vaio, Giuseppe Vives ad un ferragosto di lavoro. Il procuratore a differenza da quanto sostenuto dalla Disciplinare ritiene attendibile le confessioni (spontanee e non) di Andrea Masiello sullo scandalo calcioscommesse e di conseguenza alle prove di combine delle partite AlbinoLeffe-Siena (del filone di Cremona), Udinese-Bari, Bologna-Bari e Bari-Lecce (del filone di Bari). L’appuntamento per tutti è all’ex Ostello della Gioventù dove lunedì inizierà il processo d’appello dinanzi alla Corte di Giustizia federale presieduta da Gerardo Mastrandrea.

    Stefano Palazzi riapre il processo calcioscommesse
    Bonucci e Pepe ancora nell’occhio del ciclone Non c’è nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria della Supercoppa Italiana che per Leonardo Bonucci e Simone Pepe torna l’incubo della squalifica. Come detto in precedenza Stefano Palazzi crede fedelmente alle dichiarazioni di Andrea Masiello rimettendo al vaglio la partita Udinese-Bari e chiedendo quindi la squalifica dei tesserati. Cadono a questo punto le indiscrezioni sulla tesi difensiva dell’avvocato Giulia Buongiorno per la difesa di Antonio Conte. Nella giornata di ieri infatti, sui social network e forum bianconeri si era sparsa la voce della volontà di utilizzare i proscioglimenti di Pepe e Bonucci per evidenziare la disparità di trattamento con mister Conte. I 10 mesi di squalifica secondo il collegio difensivo (ma anche per molti opinionisti) sono eccessivi rispetto al capo d’imputazione a carico dell’allenatore bianconero che ricordiamo è solo per omessa denuncia e non per illecito sportivo.

    Dall’attendibilità di Andrea Masiello passerà anche il futuro di Marco Di Vaio e Daniele Portanova tirati in ballo per la presunta combine durante la partita Bologna-Bari. Palazzi poi, chiede di rivalutare, anche il coinvolgimento di Vives ritenuto determinante nella combine nel derby Bari-Lecce e di conseguenza la società salentina rischia un ulteriore coinvolgimento per responsabilità oggettiva