Tag: simone colombi

  • Intervista esclusiva: Simone Colombi, l’erede di Buffon

    Profilo

    E’ il portiere del momento. Purtroppo. Eh già, avete presente il video che ultimamente impazza su Youtube? Naturalmente parlo del rigore calciato da Ezequiel Calvente, giovane stella della nazionale spagnola under-19, con quello che, se non fosse per la magistrale finta, sarebbe stato battezzato come lo “strumentale” piede d’appoggio. Si tratta di un moderno ramake del penalty messo a segno da Reynoso con la maglia del Boca nel 91’(anno di nascita del baby iberico, che evidentemente ha studiato). Nella sua opera “Saggi sulla letteratura e sull’arte” Pasolini avrebbe apostrofato entrambi i gesti tecnici sotto il nome di poesia estetizzante. Al diciannovenne Simone Colombi (186 cm X 78 kg), malcapitato portiere di turno, sarebbe spettata la palma di prosatore sovente avvezzo all’epiteto, come è possibile constatare quando, appena battuto, rivolge “affettuosi complimenti” all’avversario. Parafrasando De Gregori potremmo dire “Simone non ti arrabbiare per non aver parato un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore”.

    Video
    [jwplayer mediaid=”106284″]


    Intervista

    Prima di cominciare, giuri di rimettere tutti i tuoi peccati comprese le parolacce che indirizzi allo spagnolo dopo il rigore?

    (N.d.R.) Ride.

    Partiamo proprio da quel rigore. Cosa si prova ad essere spettatore del destino di qualcun altro? Essere su un palcoscenico ma con i riflettori puntati da tutt’altra parte, così da essere sotto gli occhi di tutti e nel contempo rimanere comunque anonimo. Insomma, che vento tira dall’altra parte della gloria?

    E’ un vento tranquillo e pacato. Bisogna prenderla con filosofia; se il portiere subisce il gol è merito dell’avversario, mentre se lo para fa il miracolo.

    Non vorrei infierire, ma fatalmente quel penalty sancisce la fine delle velleità azzurre ad un europeo U-19 che onestamente ha lesinato soddisfazioni per l’Italia. Si tratta sicuramente di un brutto colpo sintomatico del fatto che il rinnovamento, tanto vaticinato e decantato, stenta a decollare. Cosa ci è mancato in Francia? E soprattutto la nuova leva è capace, a tuo avviso, di regalare un futuro più radioso del deprimente presente?

    Il fallimento della spedizione azzurra si spiega con una semplice quanto veritiera analisi: la rosa spagnola annoverava tra le sue fila calciatori che hanno collezionato complessivamente 84 presenze in Liga, mentre noi solo 8 in Serie A. Inoltre in Spagna le formazioni giovanili si schierano in campo con la medesima intelaiatura tecnico-tattica della prima squadra, il che agevola il loro inserimento nel progetto dell’allenatore. Tutto questo a 19 anni conta tantissimo: contro di noi sembrava che stessero giocando contro dei bambini. Tuttavia, in Italia ci sono grandi promesse, ma tocca ai club puntare su di loro lanciandoli senza timore alcuno.

    Quali prospetti di quest’under-19 potrebbero calarsi subito nel contesto under-21 cercando, con la qualificazione a Euro 2011, di risollevare le sorti del calcio nostrano?

    Borini, Destro, D’Alessandro e Caldirola hanno grandi qualità e un sicuro avvenire. Tutti e quattro giocano già ad alti livelli: Borini (attaccante) gioca nel Chelsea, Destro (attaccante) nel Genoa, Caldirola (difensore) nel Vitesse e infine D’Alessandro (attaccante) nel Bari dopo aver raccolto 30 presenze in serie B la scorsa stagione.

    A fronte della pessima figura rimediata dai ragazzi di Lippi in Sudafrica si parla tanto di rinnovamento e valorizzazione dei vivai. Secondo te, un giovane necessita di attrezzature, strutture sportive e quindi investimenti o solo di una società che lanci, indipendentemente dall’età, un giocatore se si dimostra meritevole?

    Più che investire sui giovani occorrerebbe scommettere su di loro lanciandoli il più presto possibile in prima squadra. Tante sono le presenze, tanta è l’esperienza cumulata che permette a un giovane di maturare.

    Qual è la tua top 5 dei portieri?

    In ordine ammiro Buffon, J.Cesar, Casillas, Cech e Frey. Mi piacciono anche i giovani titolari di Francia e Germania, rispettivamente Lloris e Neuer.

    Dopo l’esperienza al Pergocrema, 18 presenze condite da 25 reti subite, ritorni all’Atalanta. Credi che la società bergamasca ti offrirà la chance di continuare il tuo apprendistato altrove, o ti terrà in rosa? Infine, ritieni che il prestito in compagini calcistiche minori che offrono la possibilità di giocare con continuità possa effettivamente migliorare il livello di un giovane come te?

    Sinceramente è stata un’esperienza che mi è servita tanto, perché mi sono confrontato in un campionato difficilissimo. Fino a Febbraio sono stato titolare, per poi tornare nel ritorno dei playout. Per quanto concerne il capitolo Atalanta, credo che mi toccherà partire visto che in rosa sono al completo con Consigli e Frezzolini. La meta, tuttora, è ancora un mistero.

    Prova di maturità: secondo te sono i calciatori che guadagnano troppo o gli operai che guadagnano troppo poco?

    Questa è una domanda difficile. Io non so perché le cose vadano in questo modo, ma quello che so è che se ci sono dei meriti a questo mondo vanno riconosciuti a quelle persone che lavorano 10 ore al giorno per 1500 euro al mese.

    Quali sono i tuoi punti di forza, e cosa invece devi migliorare nelle tue performance tra i pali per arrivare ai vertici?

    Sui punti di forza lascio giudicare gli altri. (Stefano Buonaccorso, responsabile dell’ attività di base per l’Atalanta:”Colombi ha già molto per fare il portiere, ha una struttura fisica ragguardevole ed è ancora in crescita. Tecnicamente può migliorare, ma ha attitudini interessanti, deve lavorare sulla lettura delle situazioni di gioco e nelle uscite. Il merito della sua crescita è soprattutto del preparatore dei portieri Massimo Biffi”). Posso solo dire di essere in grado migliorare molto visto che ho 19 anni.

    C’è un dubbio metodico che mi attanaglia: quando Buffon appenderà le scarpette al chiodo come la mettiamo? Insomma, la fortuna di aver potuto contare sul miglior portiere della storia prescrive due future opzioni: o giochiamo col portiere volante o bisogna trovare qualcuno in grado di rilevarne onori e oneri. Probabilmente qualcuno prenderà il suo posto, ma nessuno sarà forse in grado di sostituirlo. Comunque io un idea ce l’avrei, tu?

    Io penso che ci sono portieri in grado di sostituirlo, uno su tutti Sirigu. Ma qual è la tua idea?

    Simone Colombi, lo conosci?

  • 10 nomi per il prossimo mercato

    10 nomi per il prossimo mercato

    Michele CriscitielloLo scorso anno ci abbiamo provato e l’esito è stato soddisfacente. Il 70% dei giovani calciatori che segnalammo a fine marzo adesso ha trovato la ribalta che pronosticammo. Il Santon che oggi conoscono anche a Manchester, per merito di Mourinho, ieri a malapena lo riconoscevano ad Appiano Gentile.
    Un anno dopo ci riproviamo, sperando di avere la stessa fortuna. Un mix di sudamericani ed italiani, perché se proponiamo sempre stranieri per il mercato del futuro (vedi la rubrica il volto nuovo) tanti genitori di giovani calciatori non apprezzano. E hanno ragione. Anche se va detto che, a volte, acquistare in Brasile ed Argentina conviene molto di più; non per una questione prettamente tecnica, bensì economica. Prendete un pezzo di carta e la penna. Partiamo dall’Italia, perché ogni domenica sui campetti di provincia ci sono dei giovanotti fantastici.
    Come accade da qualche anno a questa parte, l’Atalanta è una miniera di giovani di valore. Dopo aver lanciato in serie A Consigli, tra i pali, si fa strada un altro prodigio. Simone Colombi, buona posizione ed ottima tecnica: classe 1991. A Bergamo non hanno solo i portieri di valore, per l’attacco Carlo Osti tiene d’occhio un altro ’91, Simone Zazza, scovato nella provincia di Matera. Forse ancora non è pronto per la prima squadra, ma il prossimo anno una serie B di livello nessuno gliela potrà togliere. Non lo scopriamo certo oggi, il C.T. della Nazionale Under 21 Casiraghi lo tiene in considerazione già da diversi mesi: il portiere della Fiorentina (1990) Andrea Seculin, convocato per i prossimi impegni in azzurro. Palermo, Reggina, Inter e Juventus: non a caso non abbiamo citato il Milan, che da un po’ di anni fatica a proporre giovani di valore al calcio italiano ed alla prima squadra. Povero Evani, ma soprattutto poveri Braida e Buriani. Walter Sabatini, d.s. del Palermo, si aspetta molto da Gianvito Misuraga (1990), centrocampista con propensione offensiva, dotato di grande tecnica. Il futuro è suo. Se Mourinho vorrà vincere un’altra scommessa con i giovani, sarebbe il caso di puntare su Antonio Esposito, Primavera nerazzurra, ex Spezia prelevato dopo il fallimento del club ligure. Anche lui è un ’90, posizione privilegiata esterno destro di centrocampo, perfetto per un tridente od anche per un 4-4-2. E’ la nostra scommessa del 2009-2010, un anno dopo Santon. Molti giovani italiani, vedi Petrucci, hanno preferito l’Inghilterra. Speriamo non sia il caso di Alberto Libertazzi, 1992, della Juventus. Attaccante con fisico possente. A quell’età ha margini di crescita, tecnica e fisica. Nel giro della Primavera bianconera, più che una scommessa sarebbe un azzardo. Ha bisogno, però, di un altro anno nelle giovanili. Ultima puntata, se consentita, su un italiano dal cognome austriaco. Più che un calciatore ricorda uno sciatore: lo abbiamo pescato in seconda divisione, Lega Pro, Manuel Fischnaller, esterno destro dell’Alto Adige, dotato di gran corsa. E’ del 1991 e varrebbe la pena visionarlo.
    I talenti del futuro, come detto, spesso arrivano dal Sudamerica. Immaginate un Milan nel 2012 con coppia d’attacco composta da due brasiliani: Pato->b>Keirrison, spettacolo! Il nuovo bomber del Palmeiras ha fatto innamorare il suo Paese, prima nel Coritiba (21 gol in 31 giornate) ed adesso con il Palmeiras capolista (12 gol in campionato e 4 in Libertadores). Sempre nel Palmeiras c’è Cleiton Xavier, trequartista dell’83, con un passato nel Figuerense. Tre gol finora nel Paulistao. Prima dei saluti, tre scommesse. Una per reparto. Difesa: Sebastian Coates (1990) del National Montevideo. Alto circa 190 centimetri, gioca di più con la sua Nazionale, Uruguay, che con il club. Centrocampo: in Argentina troverete nell’Independiente un 19enne terribile, Federico Mancuello. Ha esordito a dicembre, adesso nel giro della prima squadra e già nazionale argentina under 20. Vi manca la ciliegina sulla torta. Colombiano di 18 anni, attaccante del Boyaca Chico, capitano della Nazionale Under 20 e protagonista nel Sub 20. Rapido e potente, fiuto del gol ed iniziativa da grande bomber. Giusto, volete il nome: Marcos Perez.
    Egregio Presidente Lotito, Le fornisco un assist: Perez è tifosissimo della Lazio. Adesso, tocca a lei fare gol.

    Michele Criscitiello su Tuttomercatoweb