Pato Corinthians, non è fantacalcio. Il club brasiliano, fresco vincitore del Mondiale per Club dopo la finale vinta contro il Chelsea, vuole regalarsi un campione. Le piste portano tutte ad Alexandre Pato, talento cristallino (fragile) del Milan, che anche quest’anno vive una stagione nell’anonimato a causa dei vari infortuni che lo perseguitano da due anni. L’offerta del Timao è di quelle importanti, viste le difficoltà del giocatore a trovare continuità. Si parla di 15 milioni di euro. Tanti, troppi per una punta che ha dimostrato di avere grandi numeri, ma che fisicamente mostra ancora dei limiti importanti. Galliani già si frega le mani, intravedendo la possibilità di cederlo per poter tentare l’assalto al suo sogno proibito. Mario Balotelli. Ma, l’ostacolo principale è sempre lo stesso ed ha un nome e un cognome, Silvio Berlusconi.
Dettagli – Lascia perplessi constatare che i 15 milioni di euro offerti dal Corinthians siano per l’acquisto del 50% del cartellino del giocatore, che valuta quindi Pato circa 30 milioni di euro. E’ possibile? A quanto pare si, visto che le maggiori testate giornalistiche, riportano questo dettaglio molto importante.
Tra Milano e Brasile – Ma il giocatore che ne pensa? Pato è tentato dall’idea di tornare in patria e cercare di riconquistare condizione fisica e autostima nei proprio mezzi, ma soprattutto sul proprio recupero fisico. Nonostante ciò, non vorrebbe lasciare la città lombarda, dove ha trovato l’amore (la figlia del presidente, Barbara Berlusconi). A questo punto dovrà decidere tra amore e carriera.
La trattativa è solamente alla fasi iniziali e non viene escluso niente. Il Milan potrebbe decidere anche di cedere il giocatore in prestito semestrale per poi riportarlo a Milano per la prossima stagione, magari dove averlo recuperato dal punto di vista fisico. Pato, d’altro canto, vedrebbe l’opzione brasiliana come un trampolino di lancio e di visibilità per poter partecipare ai Mondiali del 2014 che si terranno proprio in Brasile. Due settimane a gennaio, il mercato non è ancora iniziato ufficialmente ma già entra nel vivo.
Durante il Gran Galà che come ogni anno anticipa il Natale del Milan, il presidente del club rossonero Silvio Berlusconi ha parlato del prossimo mercato invernale. Le parole del patron hanno fatto drizzare le orecchie ai tifosi del Diavolo, regalando un nuovo slancio alle quotazioni della squadra allenata da Massimiliano Allegri in vista delle prossime settimane. I giornali sportivi di oggi non si sono fatti pregare due volte per stilare un’ipotetica lista della spesa da affidare ad Adriano Galliani e Ariedo Braida. Forse però i giochi sono già stati fatti in via Turati, che a differenza di quest’estate non ha aspettato agli ultimi giorni di mercato per aggiungere alla rosa quei tasselli che ancora mancano. Scopriamo insieme a chi il presidente Berlusconi si stava riferendo ieri sera.
TERZINO SINISTRO – Come riportato questa mattina dall’autorevole sito Calciomercato.com, il Milan avrebbe già trovato un’intesa di massima con l’Udinese per il laterale sinistro Armero. Nonostante in questa prima parte di stagione il colombiano abbia disatteso quelle che erano le aspettative nei suoi confronti, la dirigenza del Milan ha comunque individuato in Armero il rinforzo ideale per la fascia sinistra. L’operazione complessiva si aggira intorno ai 10 milioni di euro, comprensivi del cartellino di un giovane della Primavera rossonera del quale ad oggi non si conosce ancora la reale identità (Simone Andrea Ganz?).
MEDIANO – Il secondo nome è quello del genoano Kucka. Il mediano slovacco è insieme ad Armero il calciatore più vicino al Milan per il prossimo mercato di gennaio. Di ieri la notizia di un presunto incontro tra alcuni delegati del Genoa e i vertici della dirigenza rossonera tenutosi in via Turati, durante il quale si sarebbe parlato anche di un’eventuale cessione in prestito del difensore Acerbi proprio al Genoa di Enrico Preziosi, che ha nel reparto difensivo un pesante punto debole.
ATTACCO – Per il reparto offensivo continua a tenere banco la telenovela Robinho. Il brasiliano ha palesato la propria volontà di tornare in patria, al Santos, il club dove è cresciuto e dove andrebbe a comporre un’accoppiata atomica con Neymar. L’operazione Robinho avrebbe come conseguenza naturale la ricerca da parte del Milan di un nuovo giocatore offensivo. Una mano arriverebbe dallo stesso club paulista, con la cessione a titolo definitivo del gioiello Felipe Anderson, che attaccante non è, ma andrebbe in ogni caso a rinforzare la rosa rossonera in un reparto che ad oggi manca di un interprete.
DREAM – C’è infine il sogno, che ha il nome di Mario Balotelli. L’attaccante non attraversa un momento felice a Manchester, con il tecnico Roberto Mancini che sembra aver definitivamente perso la pazienza nei suoi confronti, relegandolo in panchina spesso e volentieri nell’ultimo periodo. Raiola continua a ripetere come il suo assistito non lascerà l’Inghilterra, almeno non a gennaio. Ciò però non esclude un’improvvisa fiammata da parte del club rossonero, che potrebbe trovare un accordo con i Citizen sulla base di un prestito fino al termine della stagione, soluzione gradita agli inglesi.
Daniele De Rossi al Milan? La notizia è comparsa improvvisamente nel tardo pomeriggio di ieri, quando già la giornata aveva offerto degli spunti interessanti per il mercato rossonero, compreso il niet del Paris Saint Germain di fronte all’offerta di prestito avanzata da Galliani per l’argentino Pastore. E così dopo l’infortunio di De Jong nel corso del primo tempo della partita di Torino, la dirigenza rossonera si trova costretta ad operare con immediatezza nella finestra invernale in un reparto che fino a pochi giorni fa pareva essere il meno interessato al mercato in entrata. Il nome di De Rossi intriga i tifosi del Diavolo, i quali da tempo aspettano l’arrivo di un top-player di nome e di fatto, con il centrocampista giallorosso che andrebbe a colmare questo vuoto diventato come un’ossessione. Ma quante opportunità ci sono nel vedere De Rossi al Milan?
IMPOSSIBILE– In realtà ben poche, forse nessuna. Come lo stesso Galliani ha ribadito nella serata di ieri, l’arrivo del centrocampista giallorosso a Milanello è impossibile. Parole chiare, che portano ad escludere con relativa certezza qualsiasi tentativo di operazione tra il Milan e la Roma.
IL PROGETTO – Anche perché De Rossi non rientrerebbe in alcun modo nel progetto che la società rossonera ha voluto intraprendere quest’estate, ovvero quello dell’abbattimento del monte ingaggi (De Rossi percepisce 6 milioni di euro all’anno, ovvero 12 milioni lordi) e non ultimo la valorizzazione dei giovani.
BERLUSCONI – D’altrone proprio Silvio Berlusconi nella giornata di sabato, in occasione della sua visita a Milanello, ha precisato come non sia ormai più tempo per il Milan di andare a prendere a cifre folli i cosiddetti top-player, nonostanti essi stimolino le fantasie calcistiche dei vari dirigenti in via Turati (vedi Galliani e Balotelli).
L’IPOTETICA PROPOSTA – Chi ha parlato dell’operazione De Rossi, in quanto fattibile e possibile, ha tracciato le possibili mosse del Milan, con la società rossonera interessata al prestito da qui a giugno per poi fissare un diritto di riscatto intorno ai 20 milioni di euro, in modo da tale da spendere soltanto 3 milioni per l’ingaggio del giocatore e valutare al meglio la prossima estate la bontà dell’affare. More chiamava ciò Utopia.
Il disegno politico di Silvio Berlusconi è ormai chiaro: dopo aver fermato le primarie del Pdl imponendo la sua ricandidatura, dopo aver dato ordine di staccare la spina al governo Monti, la sua campagna elettorale è già iniziata e passa proprio da Milanello.
La scelta di ritornare ad essere presidente-presente della squadra rossonera, con le visite settimanali al campo di allenamento con tanto di elicottero che scende dal cielo ed atterra sul campo verde, non è casuale. Del resto, è noto, ogni mossa di Berlusconi è studiata e pianificata da un team di esperti di comunicazione che suggeriscono, di volta in volta, gli aspetti su cui far leva. Dopo il colpo di teatro, o dinosauro dal cilindro, del “toglieremo l’Ici” che gli permise di vincere le elezioni del 2008, nel clima sommesso dell’Italia distrutta e avvilita dalla crisi le promesse hanno perso tutta la loro valenza e, dunque, Berlusconi si affida a quella che è l’unica fonte della propria credibilità: il Milan. Da quando si è riavvicinato alla squadra, il Milan ha ripreso a vincere facendo sì da considerare il presidente a metà tra un talismano ed uno psicoterapeuta dello spogliatoio, lustrando nuovamente la sua immagine appannata dagli innumerevoli scandali che lo hanno coinvolto negli ultimi anni.
E’ proprio per questo motivo che il presidente rossonero e candidato (per la quinta volta) a presidente del Consiglio, ha intenzione di costruire un nuovo partito “su misura” per dare una spallata definitiva a coloro che all’interno del Pdl gli hanno remato contro, ricalcando quello che era il modello di Forza Italia nata nel 1994, coinvolgendo in tale progetto Ariedo Braida, direttore sportivo rossonero, e due vecchie glorie milaniste, come Paolo Maldini e Franco Baresi, protagonisti proprio del Super Milan degli anni novanta, quello che anticipò la sua prima discesa in campo.
Il grande Milan trionfatore in Italia e in Europa di Sacchi e Capello “tirò la volata” alla costruzione dell’immagine del Cavaliere vincente e sorridente, ed ora il vecchio (ma a quanto pare non stanco) presidente ricalca i suoi stessi passi per provare a risollevare le proprie quotazioni puntando sulla popolarità di candidati ben visti dall’opinione pubblica, tra cui anche il conduttore di punta di Mediaset Gerry Scotti che, però, al momento sembra aver declinato l’invito alla candidatura.
Nel caso di Braida, Maldini e Baresi, invece, le possibilità di candidatura sono maggiori ed, in tal senso, Berlusconi sarà ancora una volta facilitato proprio dalle liste bloccate del Porcellum, la vecchia legge elettorale che consente al leader di coalizione di godere della massima discrezionalità nel comporre le liste dei candidati che potrebbero includere anche Flavio Briatore, lo stilista Cesare Paciotti ed il discusso direttore del Giornale Alessandro Sallusti.
Se tali candidature dovessero essere confermate, dunque, non è arduo intuire quali saranno i temi portanti della campagna elettorale, che verrà basata sull’ormai nota battaglia anti-giudici, sui messaggi populistici del “no tasse” e sulle sopracitate “facce nuove della politica, che senza esperienza in tale campo potranno facilmente essere plasmati e prenderanno il posto dei vari Gasparri, La Russa, Cicchitto, ormai diseredati dal loro leader, già proiettato verso la nascita del Forza Italia 2.0, nell’ultimo – e disperato – tentativo di provare l’ultimo assalto alla presidenza del Consiglio, che gli permetta di completare il suo “disegno” interrotto nel Novembre 2011 dalla caduta del Governo.
Anche per questo weekend Silvio Berlusconi ha fatto visita al suo Milan in vista del match di campionato che vedrà la squadra di Allegri impegnata nella difficile trasferta di Torino. Il patron dei rossoneri è atterrato poco dopo le tredici a Milanello e ha prima pranzato con allenatore e staff tecnico per poi avere un colloquio individuale con ciascun calciatore, ripetendo così il rito ormai scaramantico delle ultime settimane. Prima di lasciare il centro sportivo, il patron del Milan ha risposto alle varie domande dei giornalisti presenti quest’oggi. Quesiti che hanno avuto come oggetto preferito il calciomercato, esplicitato nella figura di Supermario Balotelli, nelle ultime ore accostato alla compagine rossonera ripetutamente, dopo la nascita della figlia Pia nella giornata di ieri.
MAL INTERPRETATO – Berlusconi chiarisce subito come la sua frase su Balotelli sia stata mal interpretata, e che in realtà lui non sogni Balotelli non perché creda possibile un suo arrivo quanto perché durante la notte è abituato a sognare ben altro (e ci fermiamo qui).
LA RAZIONALITÀ – Ha inoltre specificato che Balotelli costa troppo (35 milioni di euro ndr) , ribadendo un concetto fondamentale, quello dei campioni costruiti in casa, citando come esempio l’operazione Niang.
ADDIO BALO – Le dichiarazioni di Berlusconi quindi non lasciano spazio a repliche, e sanciscono la fine dei sogni dei tifosi rossoneri, che già pregustavano la coppia El Shaarawy-Balotelli in attacco.
SU PATO – Chiuso il capitolo Mario Balotelli, il presidente del Milan ha espresso la propria perplessità circa le condizioni di Pato, riuscendo anche a trovare il tempo per una battuta sul brasiliano: “quando si sveglia si guarda allo specchio e dice ‘chi sei tu?’”.
CONTENTO DELLA SQUADRA – Infine Berlusconi si è detto felice per le ultime prestazioni della squadra, convinto di poterla vedere nel prossimo futuro lottare per un posto in Champions League. Senza Balotelli si intende.
L’approdo di Mario Balotellial Milan appare come un tema sempre caldo, come una pista di mercato sempre possibile, soprattutto in virtù del rapporto speciale di Super Mario con i colori rossoneri, mai celato neppure quando indossava la maglia dell’Inter. Mai come ora, però, la suggestiva ipotesi di mercato sembra realizzabile, anche alla luce della difficile situazione in casa Manchester City, dove Mario Balotelli riveste ormai un ruolo marginale, sempre più lontano dalla figura di pupillo di Roberto Mancini ed, inoltre, sull’eventualità della sua partenza sull’asse Manchester-Milano giocano un ruolo importante diversi fattori.
Situazione Manchester City – L’eliminazione della squadra di Roberto Mancini dalla Champions League ha lasciato un segno profondo e, dopo aver fallito anche la qualificazione in Europa League, la mancanza di impegni europei rende meno necessario un parco attaccanti vasto, in particolar modo in una squadra che già può puntare su nomi importanti che, però, hanno deluso lo stesso mister che, nel post-gara di ieri, non ha nascosto il suo disappunto per la scarsa vena realizzativa ed il primo a pagare potrebbe essere proprio Mario Balotelli anche se è ovvio che il City non lo “svenderà”.
Mino Raiola – Il procuratore di Super Mario è stato avvistato di recente a Manchester ed è stato protagonista di un summit con i vertici del City e con lo stesso Mancini proprio per definire e ridiscutere il rapporto tra il giocatore e la società, considerando alcuni dissapori avvenuti. L’intento del procuratore è quello di lavorare per far restare Super Mario a Manchester almeno fino al mercato estivo, cercando di curare in prima persona il rapporto tra il suo assistito e il City, divenendo mediatore di eventuali problematiche e preferendo rimandare il discorso mercato alla sessione estiva piuttosto che alla finestra di Gennaio, ed in tal senso si può intendere la sua frecciatina alle squadre italiane: “Balotelli costa quanto la Gioconda, nessuna italiana può permetterselo”.
Galliani – Il dirigente rossonero è un “sentimentale”, come spesso ha dimostrato, ed è in primis un innamorato del Milan. Per questo motivo, di fronte a una domanda che accenna ad uno scenario di mercato tanto affascinante, Galliani non può fare a meno di sorridere e sognare, lanciando una battuta sulle enormi potenzialità della coppia El Shaarawy-Neymar e affrontando, poi, la questione Balotelli elargendo un consiglio allo stesso attaccante del City, affinchè si renda conto che “a 23 anni il tempo vola, considerando le straordinarie qualità tecniche e fisiche e ha già buttato qualche anno di carriera”. Suggestioni a parte, per Galliani l’obiettivo del Milan resta lo sfoltimento della rosa, per portare l’organico a quota 25-26 uomini anzichè gli attuali 32 e, pertanto, anche se “il Milan si guarda attorno, parlare ora di Balotelli non ha senso, perchè è del City”.
Berlusconi – La ritrovata vicinanza del presidente alla squadra rende le sue parole ancora più pesanti ed importanti anche sulle questioni di mercato, considerando che, in tal senso, è ovviamente Silvio Berlusconi ad avere l’ultima parola. Pertanto, la sua risposta negativa alla domanda “Balotelli è un sogno?” dovrebbe far riflettere sulla difficoltà che l’operazione possa concretizzarsi, in particolare a Gennaio. In realtà, a proposito dell’arrivo al Milan di un giocatore come Balotelli, un ruolo chiave è quello di Robinho considerando che soltanto se il Milan dovesse privarsi del brasiliano e del suo ingaggio potrebbe esservi spazio per l’arrivo di un top player (sia in campo che in termini di retribuzione) come Mario Balotelli. Ma, proprio riferendosi al futuro di Robinho, Silvio Berlusconi è categorico: “non andrà via“.
Sommando i diversi fattori di influenza, dunque, l’ipotesi Balotelli al Milan a Gennaio pare poco probabile, mentre un suo approdo in estate potrebbe essere considerata molto più fattibile anche se, nel calciomercato in generale ed in quello rossonero in particolare, i colpi di scena non mancano mai, ancor più se Galliani riuscisse a trovare la “formula giusta” per convincere il City, ossia il prestito con diritto di riscatto: in quel caso, tutto è possibile.
Non c’è due senza tre. In sostanza si potrebbe riassumere così la terza visita in tre settimane di Berlusconi a Milanello, con elicottero annesso. Stavolta la partita non è di quelle impossibili, con tutto il rispetto per il Catania. La sua presenza quindi in un certo senso è ancora più significativa rispetto alle due precedenti, che avevano caratterizzato le vigilie dei match contro Napoli e Juventus. Berlusconi certifica la sua ritrovata voglia di Milan, dopo tante stagioni trascorse lontano dalla squadra rossonera. Anche ieri il patron del Diavolo ha avuto un occhio di riguardo per quello che è stato definito per sua stessa ammissione “l’erede di Pirlo”, ovvero Riccardo Montolivo capitano rivoluzionario del Milan di Allegri.
GALEOTTO IL DIVANO– L’occasione per un’investitura ancora più plateale rispetto a quella vocale della scorsa settimana è stata la riunione con la squadra avuta nella sala del camino in quel di Milanello. Berlusconi, con un chiaro significato simbolico, ha scelto di sedersi al fianco di Montolivo per parlare con il resto del gruppo rossonero. Se questa non è un’incoronazione presidenziale cos’altro può essere?
MONTOLIVO CAPITANO ANCHE A CATANIA – Nel match di stasera Riccardo Montolivo sarà nuovamente il capitano del Milan, bissando così l’esperienza di domenica scorsa contro la Juventus. Ciò a causa dell’assenza di Ambrosini dall’undici titolare, con il centrocampista che si accomoderà presumibilmente in panchina. Così il criterio secondo il quale è la carta d’identità a sancire chi debba indossare la fascia di capitano torna in soffitta per la seconda settimana consecutiva. Un trend destinato a proseguire per il resto della stagione.
CAMBIO DI ROTTA – Montolivo capitano del Milan è stato interpretato da più parti come un cambiamento epocale in seno allo spogliatoio rossonero. Via i senatori storici, è tempo di ritrovare un leader non più in base a quanti capelli bianchi possegga, ma per i suoi reali valori. E in questo la scelta di Berlusconi nell’affidare a Montolivo le chiavi dell’inferno rossonero potrebbe essere stata un’illuminazione degna del miglior Temistocle.
L’attesa è finita. L’incontro Galliani Pato è andato a buon fine. La società rossonera conferma il brasiliano in un clima sereno e cordiale. Nella sede di via Turati, l’amministratore delegato del Milan e l’agente dell’attaccante Gilmar Veloz (con l’intervento del giocatore telefonicamente) hanno trovato l’accordo per proseguire l’avventura insieme. Lo sfogo di Pato in Belgio nel post partita Anderlecht-Milan, dove chiedeva di poter giocare di più, non è stato preso bene dal club rossonero che ha voluto subito chiarire il caso con il procuratore del giocatore. In settimana è dovuto intervenire anche il presidente Berlusconi per dichiarare l’incedibilità del numero 9 brasiliano, puntando sulla sua voglia di rilanciarsi, nella speranza che gli infortuni diano una tregua al fragile attaccante. Il Milan e Pato torneranno grandi insieme?
IL PRESENTE– Un intero girone di ritorno per dimostrare le proprie capacità. Pato non può più sbagliare. Via la paura di nuovi infortuni, addio prestazioni al limite della sufficienza. Il Milan vuole gol e giocate importanti dall’ex attaccante dell’Internacional di Porto Alegre. Arrivato a Milanello neanche maggiorenne è entrato da subito nel cuore dei tifosi rossoneri per il suo senso del gol e per la sua classe, salvo poi perdersi tra i tanti infortuni che ha subito nel corso degli ultimi due anni. Adesso avrà a disposizione circa sette mesi per riconquistare tutti. Servono i suoi gol per la risalita della squadra.
IL MERCATO – Ancelotti si è subito tirato indietro dalla corsa per Pato, preferendo un altro tipo di attaccante per rinforzare il club parigino. L’unica destinazione possibile, in caso di ulteriore fallimento in rossonero, è il Brasile. In patria è ancora considerato un giocatore di livello assoluto e il Corinthians potrebbe convincerlo promettendogli spazio nell’undici titolare e la possibilità di farsi notare in vista del Mondiale di Brasile 2014.
Il presidente milanista sembrerebbe essere l’unico ancora fiducioso sul recupero totale del brasiliano. Galliani, al contrario, sarebbe pronto a piazzarlo al primo offerente per ricavare i soldi per poter tentare l’assalto a Mario Balotelli. Sette mesi per decidere. Pato ha a disposizione circa 210 giorni per riprendersi la maglia del Milan.
Prosegue il progetto del Milan Under 23, tracciato a chiare lettere da Silvio Berlusconi durante l’ultima visita a Milanello di sabato scorso. Dopo gli El Shaarawy e i De Sciglio, senza dimenticare Bojan e Pato, il club di Via Turati vuole costruire una squadra di giovani dal talento cristallino. Importanti in quest’ottica quindi i suggerimenti che Marco Van Basten ha dettato nella serata di domenica al presidente dei rossoneri, resi pubblici da quest’ultimo nella giornata di ieri. L’indimeticato numero nove del Diavolo ha voluto proporre alla sua ex squadra due trequartisti dal sicuro avvenire. Uno è Filip Djuricic ed è il faro dell’attuale club allenato da Van Basten, ovvero l’Heerenveen. L’altro invece è Trindade de Vilhena, talentuoso centrocampista del Feyenoord di Ronald Koeman, una delle sorprese più gradite di questa Eredivisie. Due nomi, quelli di Van Basten, ancora poco conosciuti dal grande pubblico, e forse anche per questo più avvicinabili rispetto alle grandi stelle che brillano in Sudamerica.
FILIP DJURICIC– Ve ne avevamo parlato tempo fa, più precisamente ad aprile. Troppo bravo per non essere notato nella terra dei talenti per eccellenza, l’Olanda appunto. Filip Djuricic anche in questa stagione sta confermando quanto di buono espresso nel 2011-2012, quando trascinò l’Heerenveen al quinto posto della classifica generale, posizione che valse alla squadra la qualificazione in Europa League. Vent’anni compiuti lo scorso gennaio, il giovane talento serbo è il classico regista offensivo, bravo a portare palla dalla metà campo fino a raggiungere la trequarti avversaria dove poi sceglie se armare la punta oppure allargare il gioco sugli esterni. Nel Milan andrebbe a ricoprire il ruolo rimasto vacante dai tempi di Kakà, sebbene la strada tattica tracciata da Massimiliano Allegri sembri indirizzata in un’altra direzione. In ogni caso qualsiasi discorso concernente Djuricic andrebbe rimandato a giugno, visto e considerato che il trequartista ha passaporto extra-comunitario.
TRINDADE – Marco Van Basten regala poi un nome che speriamo non si riveli nel prossimo futuro la classica perla data ai porci. Perché per Vilhena il Milan deve agire subito, prima che le altre squadre posino gli occhi su di lui. Classe ’95, titolare (no, non stiamo farneticando) nel Feyenoord, Trindade è uno dei potenziali fenomeni del calcio europeo vista 2014-2015. Anche lui trequartista, rispetto a Djuricic ha tre anni in meno ma un carisma eccezionale. Le qualità tecniche non si discutono. Mancino (chi vi ricorda nel Milan?) naturale, Vilhena è dotato di una verticalizzazione davvero impressionante. Roba per pochi, roba per eletti. In Eredivisie ormai stanno iniziando a conoscerlo bene, fin troppo. Consigliamo a Braida di tornare in Europa, magari passando prima a Rotterdam. Consigli per gli acquisti, Van Basten dixit.
Federico Pisanu
Il video di Filip Djuricic [jwplayer config=”120s” mediaid=”161713″]
Il video di Trindade de Vilhane [jwplayer config=”180s” mediaid=”161714″]
Ha destato non poche perplessità vedere ieri sera Montolivo capitano del Milan nel big-match contro la Juventus. Perché l’ex viola ha indossato la fascia di leader? Questa la domanda che si pongono i tifosi del Diavolo, stupiti nello scorgere Riccardo con quello che è un qualcosa di più di un semplice simbolo. Montolivo come Baresi, Maldini, Gattuso, Seedorf, Pirlo? No, in realtà le cose non stanno esattamente così. C’è un abisso tra il centrocampista rossonero e le vecchie glorie del Milan, ciò è chiaro anche ai sassi. Chi è stato capitano della squadra rossonera capirà subito come ci sia qualcosa di diverso, quasi come se in atto ci fosse una svolta rivoluzionaria. E la fascia di capitano a Montolivo rappresenta l’esatto stato d’animo che si respira in quel di Milanello. Il passato è bello che morto, adesso l’unica cosa che conta per davvero è il futuro.
L’INVESTITURA– Ipse dixit, così si diceva un tempo. In questo caso l’ipse è Berlusconi, che nella giornata di sabato, durante la sua seconda visita a Milanello, ha proclamato Montolivo capitano del Diavolo. Perché proprio l’ex giocatore della Fiorentina? Semplice, perché Montolivo ha dimostrato sul campo di avere tutte le qualità per indossare una fascia tanto pesante quanto carica di significato. Berlusconi l’ha definito il cervello del Milan, l’unico calciatore che può raccogliere l’eredità lasciata vacante da Pirlo. Lo stesso Montolivo ha poi dato lezione di carattere difronte a vecchi e nuovi compagni di squadra, tracciando la strada per un futuro più luminoso. Montolivo è infine il simbolo del nuovo corso, di quel progetto tanto sventolato ai quattro venti nelle ultime settimane. E allora è forse giusto così, Montolivo capitano in barba a tradizioni vecchie e ritrite, diventate ormai quasi stucchevoli.
GIA’, LA TRADIZIONE – C’era una volta la tradizione. No, non è l’inizio della favola per addormentare i bambini la notte. Un tempo al Milan vigeva la regola dell’età. Chi primeggiava nella speciale classifica della “permanenza”, si vedeva automaticamente assegnata la fascia da capitano in assenza del leader storico. Per questo appartiene tuttora ad Ambrosini, e per lo stesso motivo anche i vari Abbiati e Bonera possono beneficiare di tale titolo. Sì, fino a quando però? Da ieri a Milano, sponda rossonera, è stato tracciato il nuovo corso. Un futuro che vede il presidente Berlusconi più vicino, un futuro che strizza l’occhiolino ai giovani, un futuro che rompe definitivamente gli schemi col passato. Montolivo capitano, e niente sarà più come prima.